| Camille Donovan candele di natale (6) Spesa totale • 24 Galeoni | Una, due, tre, le Candele di Natale volteggiavano per magia tutto intorno, simili a fate e folletti dei boschi. Sospese a mezz'aria tracciavano sentieri intangibili, sulla destra e sulla sinistra e via verso l'alto e il basso, concretizzando geometrie che avrebbero fatto la gioia di ogni giocoliere. Non avevano direzione, almeno all'apparenza, tanto che si spostavano prima in un punto e poi in un altro: come in attesa di un'indicazione vera e propria, talvolta cozzavano tra di loro, sempre delicatamente, realizzando tanti rintocchi che già sfumavano con le lancette degli orologi a cucù lungo le mensole sopraelevate. I clienti che erano al negozietto, a ben vedere, ne inseguivano l'intreccio con una scintilla d'incanto sul volto; e c'era chi già ne tentava di acciuffare una, e un'altra, e un'altra ancora, soprattutto i bambini che accompagnavano gli adulti. Dietro il banco di legno, all'ingresso, Estia continuò a dedicarsi senza sosta ai clienti: il periodo natalizio, oltre ad essere quello che più preferiva in assoluto, rappresentava per fortuna il successo migliore delle vendite, lì presso Il Focolare Domestico. Avrebbe dovuto interrompere il moto delle candele, prima che qualcuno potesse farsi del male: erano agli esordi, da pochissimi giorni quei nuovi prodotti avevano occupato gli scaffali del negozietto, e forse avrebbe dovuto chiedere un aiuto per ordinare le box nel miglior modo possibile. Nell'attesa dei suoi amici, tuttavia, Estia tratteneva un sorrisetto e un soffio al cuore pieno di divertimento: non capitava tutti i giorni di scorgere una scena così bizzarra, avrebbe tanto voluto che restasse nel tempo. «Estia dice buonasera, ciao ciao.» Salutò uno stregone che aveva appena acquistato un orologio magico, sistemando così un fiocco color caramello che aveva utilizzato per la confezione. Quando arrivò il Prefetto Tassorosso, sentì d'essere perfino più contenta di quanto già non fosse stata. Il dono che scoprì ricevere subito dopo, poi, le scaldò il cuore tanto intensamente da costringerla a tirare su con il naso; con gli occhioni verdi e già più lucidi verso Camille, tentò di borbottare qualcosina – un ringraziamento, una parola gentile, un complimento; tutto quello che abbandonò la propria bocca, però, sembrò suonare confusamente come Estia tanto fortunata, tanto tanto felice. Sapeva di dover fare in fretta, prima che altri clienti formassero la fila; sapeva anche di essere fin troppo commossa: i regali tutti per lei continuavano ad apparirle come sogni ad occhi aperti. Alla fine, box di candele già infiocchettati e in scatola per la studentessa, portò il barattolino di miele dolce-lacrima stretto al petto. «Miele che Estia desidera da tanto, amici andranno matti.» Via di grazie, grazie signorina, grazie signorina Donovan, una scorta di bon-bon coloratissimi già sistemati nella scatolina dell'altra. Con i ventiquattro galeoni per le candele, infine, sollevò la manina per salutare un'ultima volta. Poco dopo, per la gioia di Arrie e dei suoi amici, Estia sorrideva sospesa a mezz'aria e con la bocca tinta di blu. | |
Lucien Cravenmoore candele di natale (10) Spesa totale • 40 Galeoni | L'aroma zuccherino del marzapane, dello zenzero e delle nocciole caramellate sfumava lungo le pareti del negozietto, rimbalzando così soffuso verso i clienti che vi si aggiravano con spensieratezza. Estia, trapunta in un maglione di lana più lungo del suo corpicino, osservava tutti loro con gli occhioni sognanti e l'espressione luminosa di chi non avrebbe voluto essere altrove. Erano buffi, le testoline trasformate in illusione in tanti omini di pan di zenzero; c'era chi scuoteva il capo in segno d'assenso verso un amico, c'era chi allungava una mano per afferrare una candela dagli scaffali più alti, c'era chi canticchiava carole natalizie, e tanti, tanti altri – nell'insieme sembravano tutti usciti da un libro di fiabe, avvolti dolcemente dagli effetti della Candela Gingerbread, la cui fiammella brillava in più punti. C'era atmosfera festiva in lungo e in largo, la stessa che Estia aveva sperato di ritrovare negli anni più oscuri della sua vita, la stessa che aveva voluto portare al mondo magico come dono ineguagliabile. Ed era bello, infatti, scorgere maghi e streghe che si abbracciavano – nella stravaganza di braccia di marzapane, ancora una volta. Con gli occhietti di zucchero, letteralmente, si allontanò leggermente per tornare al bancone, lì dove la candela arrivava già di meno: sarebbe stato curiosissimo presentarsi anche lei come un omino, in effetti quando arrivò il Guardiacaccia di Hogwarts trattenne a stento un sorrisetto divertito. Per un frangente, somigliò anche lui ad un delizioso, gigantesco omino di biscotto, fin quando ad un battito di palpebre tornò ad essere la figura tanto familiare che nel tempo Estia aveva imparato a conoscere. «Candele aiuta Professore Cravenmoore per tutto, parola di Estia.» Confermò con un vigoroso cenno del capo, le orecchie sfuggite da una tripletta di cappelli di lana coloratissima. Con le candele tutte in confezioni natalizie, le box accuratamente riposte in un arcobaleno brillante, concluse la spesa di quaranta galeoni. Una spesa che avrebbe portato più benefici di quanti se ne potessero immaginare, ne era convinta. Con un vero ringraziamento di cuore, augurò al Docente tante belle, bellissime festività, con la promessa di recapitargli la miglior torta di mele e cannella di Hogwarts. «Estia cucina cenone natale, porta regalo per signore.» Lucien Cravenmoore aveva un posto nel suo cuore, anche solo per le visite che faceva al negozietto: una delle sue frasi di quel giorno finì poi dritta nel diario di Estia. Per scaldarsi attorno al focolare domestico e trovare ristoro, aveva detto. Le piaceva molto: la frase, e il Guardiacaccia.
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Jolene White candele di natale (12) Spesa totale • 48 Galeoni | C'era una volta un Elfo, tanto gentile e tanto umile, pronto ad aiutare il prossimo giorno dopo giorno. Non si sarebbe mai stancato, avrebbe sempre teso la mano per porgere una tacita offerta di generosità, perché aveva fatto una promessa a suo padre e suo padre l'aveva fatta al proprio padre e così via, per generazioni dietro generazioni, senza saltarne una neanche una volta... In sella ad un manico di scopa, Babbo Natale girovagava in volo da una direzione all'altra, sfrecciando sulle teste dei clienti, sotto le braccia oppure lungo le gambe, per nulla infastidito dalle occhiatacce che in molti già gli avevano scoccato; con voce tonante, molto vivace e profonda per una figuretta tanto minuta, snocciolava stralci di storie natalizie, leggende, fiabe e racconti d'altri tempi. Comparso per l'effetto magico della candela Letters to Santa, il cui profumo di pergamene, carta e ceralacca pizzicava dolcemente il naso di tutti i presenti, l'ometto si univa alle altre decorazioni coloratissime in giro per il negozietto vintage. Sarebbe stato anche molto apprezzato, tutto sommato, se solo non fosse stato accompagnato da un gruppetto di almeno cinque, sei, forse sette Babbo Natale come lui. Arrie, l'Elfo Domestico che aveva acceso più di una candela, si godeva la scena con un ghigno beffardo, nascosto dietro un tappeto volante. Credeva d'essere così furbo da passare inosservato, ma Estia l'aveva beccato prima del tempo. Avrebbe dovuto sistemare tutto ad uno schiocco di dita, ne era consapevole, ma... vedere Arrie divertirsi le riempiva il cuoricino. Quando Jolene arrivò al bancone, le parole che rivolse ad Estia suscitarono un tuffo emotivo così vivido da ricordarle le giravolte volanti dei Babbo Natale nei dintorni. «Ciao ciao, signorina Jolene sempre più bella, più dolce.» Non poté nascondere la sfumatura più rosea sul volto, che coinvolse addirittura la punta delle orecchie. Era felice, lo era davvero: il successo dell'iniziativa delle Candele di Natale aveva un valore personale, per lei. Si premurò allora di aggiungere una manciata di caramelle alla frutta, le carte così variopinte da fare a gara con le confezioni delle candele, tutte ben riposte. Con la spesa di quarantotto galeoni – non aveva mai sfiorato tra le dita così tante monete – ringraziò Jolene ancora una volta con molto trasporto, augurandole buone festività e promettendole i suoi dolcetti preferiti per la Vigilia di Natale, ad Hogwarts. Come ad accompagnarla, tutti i Babbo Natale esplosero in uno squillante ohohoh, diretti velocissimi verso il soffitto. | |
Jane Read candele di natale (10) bicicletta cielsereno Spesa totale • 70 Galeoni | L'albero in fioritura perpetua, all'ingresso del negozietto vintage, dipingeva giochi di colore con cristalli di ghiaccio e neve, tanta neve lungo i rami. Come gemme brillanti, corolle di fiori si schiudevano continuamente – una primavera in anticipo sui tempi; gerbere, dente di leone e peonie, i petali d'arancio che sfumavano armoniosamente sulla corteccia e sulle foglie smeraldo, talvolta scivolando in passetti di danza sui cappelli e sulle sciarpe dei passanti sotto l'arco di legno. Era uno spettacolo, ancor più nel periodo innevato che collegava le festività: per di più, e Estia ne era affascinata, sull'albero si scorgevano tante decorazioni natalizie – candele, omini di marzapane, fate di cristallo, sfere e palline dalle mille tonalità. Era una cornice pittoresca a tutti gli effetti, che si avvolgeva ai sempre più numerosi clienti in arrivo. All'interno, poi, Il Focolare Domestico confermava l'incantesimo d'eccezione: dagli articoli variopinti in esposizione alle boccette di vetro smerigliato sospese a mezz'aria, dalle biciclette cielsereno con cestini traboccanti di fiori alle nuovissime candele scintillanti lungo gli scaffali; c'era soltanto l'imbarazzo della scelta, Natale delineava di gran lunga l'occasione migliore. Al bancone, infatti, Estia era alle prese con una lunga fila di clienti – all'uno offriva una manciata di caramelle, all'altro un consiglio sull'utilizzo delle biglie materializzanti, ad un altro ancora una confezione con un fiocco rosseggiante in superficie, e così via. Con una sciarpa voluminosa stretta al collo, pendente fino alle scarpette ai piedi, l'Elfo sembrava essere felicissima. Non aveva mai sorriso così tanto in tutta la sua vita, neanche nei sogni migliori avrebbe potuto immaginare un prosieguo tanto bello per lei. Quando arrivò il turno di Jane, infatti, già esprimeva una scintilla vividissima tra gli occhioni verdi, il cuore immediatamente vinto dall'emozione per le parole e per il dono che la strega le aveva appena porto. In sottofondo, Celestina Warbeck cantava Un calderone pieno di forte amor bollente. «Cuore grande, grande come calderone.» Subito parlò così, verso la strega. La mano destra in alto, come ad indicare la musica: si sentiva così, l'animo scaldato fin nel profondo. Commossa com'era, si sbrigò subito ad aprire il regalo: gli altri clienti non ne sembrarono infastiditi, alcuni già si sporgevano oltre per esserne partecipi. Il maglione di lana conquistò Estia ancor prima che potesse accorgersi dell'immagine della renna cucita in bella mostra. Schioccò le dita, attingendo ad una scintilla di magia che lasciò apparire il maglione proprio sul vestitino che già indossava; stringendosi nella lana così calda, tremò tutta da capo a piede: un sorriso d'entusiasmo sul volto, ringraziò così tante volte da sovrastare la voce della Strega Cantante. Poco dopo preparò tutte le candele, lasciò che Jane scegliesse la bicicletta che più le piaceva e al momento opportuno, prima della spesa totale di settanta galeoni, schioccò di nuovo indice e pollice per far apparire un fascio di fiori di campo – primule, violette e fiordaliso – nel cestino della bicicletta. «Aspetta presto, qui è casa per anime belle come signorina.» | |
Oliver Brior candele di natale Spesa totale • 48 41 Galeoni estinto buono christmas prophet | C'era una battaglia in atto tra Fate, Babbo Natale e Folletti. Animate per magia, le decorazioni natalizie lungo i rami dell'albero in fioritura all'ingresso del negozietto cominciavano a... darsele di santa ragione, proprio così. Si lanciavano petali gli uni contro gli altri, staccavano gocce di cera che scivolava dalle candele tra le foglie, addirittura si colpivano con ali, slitte, cappellini e tanto, tanto altro. Iniziavano perfino ad attirare i clienti, perché tra un tonante ohohoh e uno squillante swiiish, le statuette non passavano affatto inosservate; per molti giovinetti, tra i più studenti con le macchinette fotografiche strette tra le mani, la scena risultava tanto bizzarra quanto estremamente spassosa: il flash delle istantanee brillava oramai di continuo, e se per le Fate di ceramica diveniva un privilegio molto vanitoso, per tutti gli altri rappresentava invece un brutto fastidio. I gridolini divertiti dei più piccoli, però, sfumavano come la gioia d'anticipo festivo, invitando perfino gli adulti – Estia compresa, titolare del negozietto – a soprassedere ogni decisione di porre fine all'allegra combriccola. Sperava soltanto di non ritrovare troppi danni sull'albero, altrimenti avrebbe aggiunto una pattuglia di soldatini schiaccianoci pronti a mantenerne l'equilibrio. Quando Oliver Brior si presentò al bancone, Estia indugiava ancora in quell'idea un po' fantasiosa. Lasciò perdere gli squittii di protesta delle ceramiche, già più attratta dal maglione coloratissimo che il suo buon amico indossava. «Buon Natale, signor-» Cercò di correggersi in fretta, consapevole di come una e più volte il ragazzo gli avesse chiesto gentilmente di chiamarlo semplicemente con il suo nome. Salutò di nuovo, l'espressione accentuata in entusiasmo quando le diede un dono tutto per sé. Senza pensarci una volta di più, scartò il pacchetto e ne rimase sorpresa. Se i biscottini le offrirono un sorrisetto contento, il set di aghi e cucito le riscaldò il cuore fino a mandarla in visibilio. «Estia così felice, così... così...» Ripeté felice una, due, tre volte, carezzando i nuovi strumenti da sartoria con le manine delicate. Le parve di aver ricevuto il tesoro più prezioso del mondo, tanto che lasciò ad Arrie il compito di sistemare le candele, conteggiare la spesa finale con il buono sconto della Gazzetta del Profeta e concludere la vendita. Da parte sua, non prima di aver dato qualche caramella omaggio al Grifondoro, desiderò tornare subito al Castello di Hogwarts per dedicarsi alla sua passione di cucito. | |
Memory MacWood candele di natale (10) Spesa totale • 40 Galeoni | «Candele in arrivoo» La voce di Jensen squillò in tutto il negozietto, attirando gli sguardi incuriositi di chi – come maghi, streghe, tanti altri clienti – non ne aveva tuttora individuato l'origine. Nascosto dietro un tappeto volante piuttosto sbarazzino, sospeso in volo nelle sue mille e più sfumature colorate, quel poveretto di Jensen risultava troppo basso per essere adocchiato fin da subito. Stringeva tra le braccia un vassoio carico di candele, il cui profumo d'aghi di pino, foresta e menta aleggiava in volute pungenti e fresche tanto da offrire l'impressione d'essere ad un tratto in una distesa innevata, in qualche luogo idilliaco del mondo magico. Ciuffetti di pungitopo, di vischio e di muschio, infatti, sfilarono lungo gli scaffali per l'effetto della fiammella delle candele, arrivando ad intrecciarsi lungo i ricami del tappeto tuttora volteggiante. Come ad approfittarne il momento esatto, l'Elfo Domestico sgusciò via dalla trappola in cui si era involontariamente cacciato, materializzandosi l'attimo seguente fino al bancone. Estia lo attendeva con un sorrisetto e un cipiglio un po' impaziente, le mani che trafficavano di continuo su altre candele, confezioni e nastrini decorativi: l'iniziativa natalizia continuava ad avere successo, ne era contentissima; avrebbe tuttavia confidato volentieri nell'aiuto dei colleghi, ma Arrie era in pausa e Jensen, tra tutti, perdeva sempre tempo. Con un ringraziamento molto veloce, allora, si premurò di aggiungere una Evergreen Mist al dono che stava incartando, così da stringerlo subito dopo alle zampette di un gufo postino che attendeva docilmente sul bancone. Di nuovo libera, all'arrivo di Memory già sorrideva. Riconobbe la Tassina con piacere, non poté che mostrarsi sorpresa e felicissima per il dono che aveva appena ricevuto. Il bastoncino di zucchero in decorazione, accanto al nastro rosso in superficie, le sembrò l'aggiunta più dolce; non vedeva l'ora di scoprirne il contenuto, si ripromise però di farlo a tempo debito, con calma e con la giusta attenzione... ovvero di lì a cinque minuti, perché non avrebbe resistito di più. «Natale già arriva per Estia, grazie grazie grazie.» Recuperò più caramelle di quante le mani, aperte a coppa, potessero effettivamente contenere; le lasciò scivolare tra le candele, tutte in fila nelle confezioni che aveva appena preparato per la studentessa. Con la spesa di quaranta galeoni e l'augurio tanto di buone feste quanto di vederla presto al negozietto, Estia la salutò con tanta gentilezza. | |
Emma Green candele di natale (6) Spesa totale • 24 Galeoni | Aggiungere pungiglioni di celestino essiccato, un pizzico di zucchero e un cucchiaino di melassa di glumbumble, meglio ancora di miele dolce-lacrima... Grassottello, tutto trapunto di rosso e di bianco, una barba più lunga di una sciarpa, un cappellino con un campanellino alla punta e un abito dai bottoni pronti a scoppiare, Babbo Natale elencava le indicazioni per una torta magica che, a suo parere, avrebbe fatto l'invidia dei vicini e la gioia degli invitati. Era una figura piuttosto minuta, sebbene molto vistosa; sedeva sulla slitta trainata da una e più renne, a loro volta rimpicciolite in dimensioni, tutti sospesi in volo da un punto all'altro del negozietto. Christmas Cookie, una delle candele più ambite dai clienti, svelava infatti l'effetto magico che già aveva attirato moltissime persone: maghi e streghe, tutti appassionati dell'arte culinaria, avevano preso parte alla realizzazione dei buoni propositi delle candele natalizie pur di ottenere quella in omaggio. Dal profumo dolcissimo dei biscotti appena sfornati, del burro e del cioccolato, la candela in effetti non era in vendita, non quella. Estia aveva fatto in modo di mostrare tutte le box, accendendo l'una dopo l'altra nei vari giorni festivi, così da offrire un assaggio degli aromi e delle magie tanto strettamente annessi. Una vecchietta con un cappello più grande di un mooncalf, tra l'altro, aveva addirittura proposto di sborsare ben venti galeoni soltanto per la candela in questione: sebbene tentata, Estia l'aveva invece invitata ad acquistare il box bianco; svolgendo i propositi delle prime due candele, anche la terza sarebbe stata propria. Un po' sovrappensiero, l'arrivo di Emma la riportò armoniosamente con i piedi bene per terra; la Grifondoro era una delle sue persone preferite di sempre, ricordava la sua gentilezza nel tempo e la sua partecipazione ad una vita che, per Estia, cominciava davvero a regalare i frutti più maturi e gustosi. Così felice di vederla al negozietto, infatti, salutò tanto lei quanto l'uomo accanto, offrendo loro fin da subito un paio di omini di marzapane a testa. «Mangiate prima che loro mangiano voi.» C'era una nota allegra, nella sua voce. Non sembrò tuttavia chiarissimo quello che intendesse dire, non finché i biscottini s'animarono per magia per girare su di sé in un passetto artistico. Forse più che addentarli, avrebbero dovuto appenderli sull'albero natalizio. Il dono che aveva ricevuto la lasciò senza parole, il cuore pieno di un affetto che non avrebbe saputo esprimere neanche volendo; una torta, ripeteva, una torta tutta per sé. Riuscì a borbottare un ringraziamento, un filo di voce appena: continuò ad adocchiare il dolce come se incredula per davvero. Con le candele già confezionate, tutte sul bancone in bella mostra, Estia poté concludere la spesa di ventiquattro galeoni per i tre box acquistati. Prima di sistemare anche l'ultima candela, vi ticchettò sopra con un sorrisetto. «Estia festeggerà compleanno proprio giorno di Natale con torta così bella.» Forse Emma l'aveva fatto per pura casualità, ma... il rosso, nelle decorazioni della glassa, era il suo colore preferito. Con l'omino di neve e i ciuffetti di zucchero, era per lei la torta dei sogni. Buon Natale, salutò alla fine. Cuore grande, grande, grande, sussurrò verso Emma e il mago con lei.
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Susan G. Nieranth candele di natale (10) Scarpette di Dorothy Spesa totale • 65 55 Galeoni estinto buono christmas prophet | Al bancone, proprio accanto all'ingresso, sostava un pupazzo di neve così buffo da aver attirato un nutrito gruppetto di maghi e streghe. Gli si erano stretti attorno: chi per scattare una fotografia in compagnia, chi per ammirarlo da vicino, chi semplicemente per ricevere l'omaggio dalle sue braccine di ghiaccio. In effetti, animato com'era dalla magia, il pupazzo di neve accoglieva gli uni e gli altri con un sorriso pieno d'entusiasmo – un rametto zigzagava nella forma di una bocca che sempre più rapidamente esprimeva gioia, mai rinunciando a smorfie bizzarre. Con un naso di carota, una sciarpa variopinta al collo, un paio di grossi bottoni come occhietti e un cappellino natalizio sul capo, dipingeva l'emblema delle festività. Non sembrava sciogliersi, a dispetto del tepore che le fiammelle di una e più candele avevano realizzato tra le mura del luogo; al contrario, il pupazzo appariva perfettamente a suo agio – come un padrone di casa, pronto alla gentilezza – proprio su uno dei tappeti volanti, sospeso quindi a meno di un metro dal suolo. Ad ogni cliente che completava gli acquisti e lasciava Il Focolare Domestico, tra l'altro, regalava una ghirlanda brillante, intrecciata a mo' di collana hawaiana con rametti di pungitopo, vischio e cespuglio farfallino, al centro esatto svelando bacche rosse tipicamente natalizie. In molti non resistevano al suo aspetto stravagante né si sottraevano all'omaggio tanto apprezzato: nella sua semplicità, il pupazzo di neve divertiva moltissimo. Al suo fianco, dietro il bancone, Estia ascoltava rapita il suono cristallino e divertito di tutti coloro che girovagavano nei dintorni del negozietto, soprattutto di chi sceglieva di trattenersi presso Merle (così aveva soprannominato il pupazzo, aveva scovato quel nome in un libro di fiabe che un cliente aveva dimenticato al negozio). Quando Arrie, Jensen e altri Elfi Domestici si materializzarono dal Calzino Rattoppato, si scoprì infinitamente contenta di vederli – non soltanto per la folla sempre più gremita al negozietto. Si accorse poco più distante di una giovane strega, che Arrie aveva raggiunto con un cesto traboccante di candele. Come un giocoliere, Arrie sollevò prima l'una, poi l'altra, infine ben tre candele in una sola mano, lasciandole cozzare in modo pericoloso: il ticchettio del vetro decorato, così come la consapevolezza che nessuno meglio di lei avrebbe potuto spiegarne per bene gli effetti, spinsero Estia a chiedere a Jensen, lì vicino, di sostituirla brevemente al bancone. Si avvicinò così dolcemente alla ragazza, percependone dapprima l'aria familiare e poi... «Ciao ciao, Prefetto Susan.» Amava il suo nome. Fin da quando aveva sentito il Preside confermare la nomina della Tassina – era stata Estia a preparare i dolcetti di festeggiamento per la Sala Comune, proprio lei – ne era stata profondamente affascinata. Conosceva anche il cognome dell'altra, ad Hogwarts era un volto noto, ma Susan era così musicale da ricordarle una fiaba. Con molta cortesia, Estia si intrufolò in conversazione, chiedendo tacitamente ad Arrie di proseguire pure. Così spiegò le candele con i vari effetti magici, indicò la possibilità di svolgere buoni propositi per ottenerne altre in omaggio, una per box, infine dietro accordo e conferma dell'altra preparò tutto con uno schiocco di dita. Uno scrigno color verde pistacchio e con ghirigori dorati in decorazione le comparve tra le mani, all'interno vi sistemò tutte le candele. Accompagnò poi il Prefetto Tassorosso verso il reparto dedicato alle scarpette magiche, attendendo la scelta dell'altra come se ad un tratto la folla in negozio non contasse più. Era lì, Estia. Soltanto per Susan. «Tanto felice di trovare qui, torna presto.» La ringraziò di cuore per le stelle di carta colorata, un gesto che per Estia non aveva prezzo. Prima che concludesse la spesa di cinquantacinque galeoni in totale, sconto del buono del Profeta incluso, si attaccò una stellina proprio sul vestitino indossato quel giorno. Sorridendo, accompagnò l'altra verso l'uscita: non prima, però, che Merle le regalasse una ghirlanda natalizia degna di una regina delle fiabe. | |
Marjorie Hastur candele di natale (10) Spesa totale • 40 Galeoni | «Arrie, è tutta colpa tua!» La vocetta di Estia non riuscì a trattenere una nota di puro, vivido divertimento. Un imponente, gigantesco pupazzo di neve bloccava l'ingresso del negozietto, in un turbinio di fiocchi di neve che impazzavano in una e più direzioni – Arrie, in prima linea, si materializzava da un punto all'altro per sfuggire i colpi che il pupazzo cercava di rifilargli con le braccia di ghiaccio; sgusciava così sulla destra e via sulla sinistra, si abbassava appena in tempo per non essere investito da una raffica di neve e poi zac, cercava di contraccambiare in battaglia al meglio delle sue potenzialità. Era colpa sua, Estia aveva ragione. Aveva manomesso per scherzo la fiammella della candela North Pole, una di quelle che maghi e streghe avrebbero potuto ottenere come omaggio del box blu soltanto portando a termine i buoni propositi associati, ma mai, mai avrebbe immaginato di aver incasinato la magia alla base così tanto. Forse... sì, forse aveva esagerato un po', così al posto di un pupazzi di neve di un metro, in negozietto era comparso un mostro di almeno tre metri di lunghezza e larghezza. Sempre di ghiaccio, non risultava una minaccia per i clienti, sebbene stesse bloccando loro il passaggio. Era invece una grossa malefatta per Arrie, quasi come se il pupazzo avesse deciso di prendere di mira proprio lui tra tutti i presenti. Quando un gufo planò al di sopra della testona del gigante, Arrie ne approfittò per recuperare un tappeto volante da uno degli scaffali, dispiegarlo in fretta e furia e saltarci su prima di essere investito dalla folata gelida. Volò via, allora, girandosi soltanto per scoccare un'ultima occhiataccia verso il pupazzo. A quel punto la neve si dissolse per magia, trascinando con sé uno e più gridolini d'entusiasmo dai clienti in fila. Al bancone, non appena recuperata la pergamena che il gufo aveva consegnato, Estia era già all'opera. Attirava a sé con schiocchi di indice e pollice una e più candele natalizie, accogliendole in volo per sistemarle in confezioni coloratissime. Quando furono tutte pronte le posò così in un pacchetto più grande, che incantò con magia innata affinché pesasse di meno – il gufo poté trasportare tutto a destinazione senza grossi problemi, non prima di aver ricevuto un biscotto croccante interamente per lui. E per Marjorie, invece, aveva aggiunto tante dolcissime caramelle. Un bigliettino concludeva la spedizione. Con tante grazie e auguri di felici feste, aspettiamo in negozio per altre sorprese.
Buon Natale, Estia | |
Mìreen Fiachran candele di natale (10) biglie colleganti (2) statuine bobblehead (2) + 1 galeone mancia Spesa totale • 71 Galeoni | Grappoli di prugne dirigibili piroettavano in volo, sfiorando appena il soffitto del negozietto vintage; colorate in violetto, indaco, azzurro e un'accesa sfumatura di turchese, somigliavano a pietre marine appena pescate da una rete invisibile. O forse a tante mongolfiere in miniatura, dalle quali si espandeva un profumo zuccherino che ricordava in generale la frutta secca. Nonostante fosse così indaffarata al bancone, dedicandosi ad un cliente dopo l'altro, Estia non mancava di sollevare di tanto in tanto lo sguardo: quei frutti magici, d'altronde, erano tanto vistosi, le ricordavano le decorazioni sospese che la signora Candor attaccava in tutta la casa nel periodo festivo. In effetti l'idea per la candela Christmas Box, una di quelle pregiate del box bianco, nasceva esattamente dai suoi ricordi passati. Per la magia cui s'era avvolta, la candela aveva trasformato l'intera saletta in una scena deliziosamente natalizia: al posto degli scaffali pieni di articoli in esposizione, infatti, si scorgevano voluminosi cespugli farfallini; al posto dei tappeti volanti sul fondo, invece, si notavano pupazzetti di neve sospesi a metri dal suolo, un pavimento cambiato a sua volta nel manto di un sottobosco. Le prugne dirigibili, portandosi da un angolo all'altro, davano l'impressione di essere tante mini slitte di Babbo Natale – una figura, d'altronde, che non mancava di certo. Con renne, folletti e fate che popolavano l'atmosfera onirica, e con il profumo dei fichi d'abissinia e dell'uvetta candita al cioccolato, il negozietto attirava clienti con la promessa di vivere almeno un istante in un regno fiabesco. Con l'arrivo del gufo, Estia chiese gentilmente spazio alla fila: nessuno tra i presenti si dimostrò infastidito, tutti profondamente ammaliati dal sogno ad occhi aperti che stavano vivendo. La pergamena accanto la zampetta dell'allocco, ad ogni modo, era limpida: Estia non poté fare a meno di stringersi in un abbraccio da sé, leggendo in merito al periodo pieno d'impegni della Professoressa Fiachran. Era uno dei volti che più apprezzava al Castello di Hogwarts, complice tutte le scorte di erbe, piante e fiori che di tanto in tanto le chiedeva gentilmente per ricette e collezioni varie. Con la promessa di prepararle il miglior infuso di levitisco e fiordaliso, allora, Estia si affrettò a sistemare quanto richiesto. Una confezione di biglie colleganti, una candela dopo l'altra in carte regalo coloratissime, infine una coppia di bamboline bobblehead. Lasciò ad Arrie, lì nei dintorni, il compito di seguire il resto delle vendite, scegliendo per sé un angolino più tranquillo dove portare aghi, ferri e set da cucito. Acciambellatasi su quello che difatti altro non era che un tappeto, ma che nell'atmosfera illusoria in atto somigliava ad un mezzo tronco, Estia iniziò dalla seconda fotografia: si trattava di un volto che non aveva mai visto prima, si affidò così alla magia innata per ricamarne, cucirne e tesserne le sembianze migliori. La statuetta prese vita sotto il tocco delicato delle sue dita, un gomitolo scuro a realizzarne una chioma di capelli con tanto di ciuffo sbarazzino; lasciò che girasse su di sé, come in danza, mentre la voce sfumava a concedere vita apparente alla bambolina. Ne riconobbe curiosamente un accento unico, che ricordò quello dei venditori orientali che anni addietro aveva incontrato nei vicoli di Nocturn Alley. Con splendidi occhi a mandorla, tanto espressivi, la statuetta attinse alla magia e cambiò di continuo da una veste da stregone ad un camice da medimago. Con la bacchetta che sfumava in un bisturi, uno scheletro che sgusciava in apparizione dalle mani e tutta una serie di strumenti da chirurgia, infatti, la bambolina divenne presto pronta. Estia si era affidata alle brevi informazioni sul biglietto, ma sapeva che gran parte della riuscita dipendesse dal legame del manufatto al suo destinatario. «Vediamo un po'.» La seconda polaroid le saltò subito all'occhio in modo familiare, trasportando con sé un soffio gentile al cuore. Aveva riconosciuto il volto di Lucien Cravenmoore, Guardiacaccia e Docente di Hogwarts. Desiderò allora fare del suo meglio, come sempre mettendosi all'opera con i suoi attrezzi da cucito; adagiò un lunghissimo filo di seta all'altezza del petto della statuetta, guidandolo poi con uno schiocco di dita fino a scivolare voluminoso in un cappotto tanto elegante quanto all'ultimo grido. Cintura, tasche, sacche in spalla, perfino un Mokessino in miniatura pendente al collo, la bambolina guizzò in dettagli così accurati da fare a gara con un'opera d'arte. I tratti del volto del mago sfavillarono subito dopo, tingendosi in una goccia nera fino a plasmarsi in tempere armoniose – il colore dei capelli richiamò quello naturale dell'uomo, i suoi occhi tanto luminosi brillarono come gemme, il profilo del naso e della bocca sottilmente rifinito. Era splendido, già nell'assoluta veridicità dell'aspetto. Già più contenta, Estia lasciò alla fantasia ogni direzione seguente: concretizzò con ago e cucito una figuretta grassottella, che allungò con un filo di lana sul grigio. Apparve un Ippogrifo, che spalancò le ali ad accogliere la bambolina in groppa con un orgoglioso cenno d'assenso – spiccò il volo in alto, animato dalla magia: disegnò un cerchio, una diagonale, un moto concentrico; la statuina, poi, sembrò battere le mani e puff, l'Ippogrifo cambiò in un... «Diricawl peloso» La vocetta di Estia suonò squillante, già tanto divertente. La bambolina, in effetti, si ritrovò a cavalcare un Diricawl in miniatura, il piumaggio tessuto finemente nelle tinte d'avorio e d'azzurro indaco. Estia aveva visto più volte una creaturina simile in compagnia di Cravenmoore, da lì il gioco era presto fatto. Spariva su di sé in materializzazioni improvvise, comparendo poi a passetti vicini, e di tanto in tanto mutava nuovamente in Ippogrifo. Uno spettacolo che si augurava potesse soddisfare anche la Professoressa Fiachran. Imbustò tutto, recuperò settanta galeoni più uno di mancia, di cui fu molto grata. Incantò i doni per renderli meno pesanti, affidando infine tutto al gufo con un bigliettino di risposta. Professoressa Fiachran è sempre in cuore di Estia e amici, grazie tante. Buone feste, saluta presto di nuovo insieme.
Spera statuine di grande gradimento, tanti saluti, Estia | |
Alice Wagner candele di natale (10) biglie colleganti Spesa totale • 50 Galeoni | C'era profumo d'arance, limoni e d'agrumi in generale, addolcito dalla cannella e dai chiodi di garofano. Ricordava le bucce di mandarini lasciate ad essiccare, così da sfumare deliziosamente in tutte le stanze; ricordava anche l'essenza dei camini sempre accesi, di giorno e di notte, con tizzoni ardenti e sbuffi di cenere e legno. Tra tutti, forse quello si esprimeva di certo come il più conosciuto, apprezzato e vivido gusto natalizio: molti clienti ne erano estasiati, tanto da girovagare in lungo e in largo – ben più volte – tra gli articoli in esposizione al negozietto. Una serie di candele Cosy by the fire, infatti, brillava in fiammelle scintillanti nei quattro punti principali, sospese a mezz'aria alle pareti e incastonate al centro esatto di ghirlande di pungitopo e bacche rosse in decorazione natalizia. Di tanto in tanto sfavillavano Fuochi Fatui in miniatura, lampi e bagliori simili a gocce d'oro, richiamando gli effetti magici delle candele nei vari dintorni. Un bambino, poco distante dal bancone dov'era Estia alle prese con i clienti, sembrava divertirsi tantissimo mentre rincorreva una fiammella, poi un'altra, un'altra ancora; un acchiappa-il-fuoco-fatuo così vivace da lasciar spuntare sorrisi allegri sui volti di più presenti. Se solo non fosse stata così impegnata, Estia avrebbe di gran lunga voluto prendere parte al gioco a sua volta; una fiammella, come in ascolto, le scivolò in riflesso sulla punta del cappellino di lana che calzava quel giorno. Cercò quasi di acciuffarlo con un gridolino, sfiorandolo appena in un tepore dolce e rassicurante sulla pelle. Poco dopo, però, Estia sentì di essere ancor più felice del solito. Oltre il bancone, prima di recuperare una boccetta di sale evanescente per una strega, si ritrovò avvolta in un abbraccio così bello da riempirle il cuore. Come partecipi a loro volta dall'armonia del momento, i Fuochi Fatui dell'effetto della candela zampillarono intorno come in festa; Estia e Alice, strette strette, sparirono fino a materializzarsi ad un passetto vicino, sulla scia della magia che regnava nel negozietto. Con un singhiozzo d'entuasiamo, Estia sistemò il cappellino sulle grosse orecchie e salutò con tanto, tantissimo affetto. «Arriva tornado Grifondoro, rende Estia felice» Abbozzò parole tutte in fila, accogliendo il dono dei dolcetti da parte del Prefetto e stringendola di nuovo tra le braccine, quasi senza voler lasciarla più andare. Solo dopo, tanto commossa, Estia poté dedicarsi alla richiesta d'acquisti: una scatola di biglie colleganti, una di candele. Sistemò in buste di carta colorata, aggiungendo così tante caramelle da decorarvi un albero intero. Con una fiammella all'altezza del volto dell'altra, Estia concluse la spesa di cinquanta galeoni e l'augurio di festività felici. «Buon Natale, signorina scalda il cuore più di fiamma.» Tornò al bancone con un sorriso così luminoso da fare a gara con i fuochi illusori che danzavano vicini.
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Vivienne L. Pierce candele di natale (8) Spesa totale • 32 Galeoni | Capitava di tanto in tanto di assistere ad una scena bizzarra come la fuga di un tappeto volante. Animati di propria magia com'erano, schizzavano via a velocità estrema, trascinando con sé clienti, maghi e streghe e Elfi Domestici di passaggio. Per fortuna tutto si risolveva, poi, con il rientro stesso del tappeto in negozietto – sapevano d'essere destinati a portare allegria e spensieratezza, con un pizzico di utilità affatto indifferente. Quel giorno, tuttavia, uno dei tappeti all'arrembaggio desisteva dal capitombolare; come una creatura infinitamente dispettosa, sfilava sotto le gambette di Arrie, di Estia e di Jensen, tutti e tre pronti ad acciuffarlo e così immobilizzarlo. Invano, fino a quel momento, avevano potuto portare il manufatto magico agli scaffali adibiti all'esposizione; con l'effetto della candela Frosted Forest tutto intorno, poi, la scena custodiva in sé una magia sorprendente, rendendo ogni cosa perfino più stravagante di quanto già non fosse. Ad ogni saltello del tappeto volante, infatti, spuntavano cristalli di ghiaccio che rapidamente soffiavano in una e più direzioni, in geometrie innevate che avevano già attirato sguardi intrigati dei vari clienti. Estia lasciò ai colleghi il compito di sistemare tutto, trottando via a sua volta accerchiata da una danza di cristalli lucidissimi, tanto brillanti – come la neve – da ricordare una coroncina fiabesca. Quando Vivienne Leah Pierce arrivò al negozietto, nell'ingresso spettacolare in volo dalla sua bicicletta e sotto gli sguardi meravigliati dei più, un turbinio di ghiaccio le girò attorno in un abbraccio leggiadro: tante fate di cristallo apparvero per effetto della candela, dissolvendosi l'attimo seguente come bagliori di rugiada. Estia l'accolse così con affetto. «Ciao ciao, Prefetto Vivienne.» Con gentilezza si trattenne per qualche parola d'entusiasmo, chiedendole quali fossero i programmi per le festività e quali doni volesse ricevere in lista. Sistemò ben presto le candele richieste, tranne le nocciola, in confezioni di tanti colori pastello; più caramelle in omaggio per lei, poté concludere la spesa di trentadue galeoni, così da salutare e augurare di nuovo tante splendide festività – «splendide come signorina». Un gioco di cristalli di neve guidò dolcemente Vivienne fino all'esterno, sospendo la bicicletta cielsereno in volo con un sentiero di ghiaccio luminoso. | |
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