Il Focolare Domestico

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view post Posted on 8/11/2022, 14:09
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Abbandonato i due studenti, Megan si era diretta alla fine del viale di High Street entrando all’interno del Focolare Domestico. Non vi aveva mai messo piede da quando aveva aperto i battenti e si ritrovò piuttosto sorpresa e appagata dall’ordine e dall’ambiente che l’accolse all’esterno e una volta varcata la soglia. Un’ondata di profumo floreale e della musica jazz a rallegrare chiunque attraversasse quello spazio. Megan aveva dato un occhiata agli oggetti, cercando di non farsi sorprendere dalla materializzazione degli elfi; con uno ebbe quasi uno scontro diretto che finì con l’imbarazzo e delle scuse abitudinarie.
«Buongiorno, potrei chiederle un pacchetto regalo unico per due oggetti? Rosso preferibilmente» chiese avvicinandosi al bancone. «Vorrei un Nastro dell’Amicizia e un Orologio magico in ferro battuto con le rifiniture in bronzo, grazie» finì per dire rimanendo in attesa. Megan avrebbe dato i galeoni necessari e sarebbe uscita da lì continuando il suo giro, in attesa di riaccompagnare al castello Edmund e la Tassorosso.




1x Nastro dell’Amicizia
1x Orologio magico (ferro battuto-bronzo)

TOT: 28G

Per questo giro mi considero già servita, grazie :flower:


 
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view post Posted on 8/11/2022, 17:01
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EXSsbGW
Megan M. Haven
Nastro dell'amicizia
Orologio magico
Spesa totale • 28 Galeoni
Un po' bizzarramente, Estia apparteneva alla categoria di chi attendeva il periodo natalizio da lungo, lunghissimo tempo. Ricordava una di quelle personalità tutte impazienti, di coloro che tormentavano il calendario giorno dopo giorno – l'attesa della festa del proprio cuore talvolta risultava insopportabile. Già in Estate, ad esempio, Estia aveva impiegato gran parte delle ore libere – da lavoro, come dal resto – per dedicarsi esclusivamente ai nuovi articoli che avrebbe voluto realizzare. Aveva così tante idee, al punto da aver riempito pagine su pagine dei suoi diari e taccuini speciali; si portava dietro, un po' come una borsetta, un autentico rotolo di pergamena: capitava tra l'altro che si fermasse al centro di una strada, di un corridoio pieno di studenti o perfino di fronte i fornelli scoppiettanti, illuminata dall'ultimo guizzo fantasioso che temeva di perdere immediatamente. Così, piuma già bella ricaricata d'inchiostro alla mano, tracciava parole incomprensibili per gli altri – non per lei, però. Era una lingua tutta propria, di riferimenti, richiami e simbologie che avrebbe voluto considerare per i gadget natalizi. Quel giorno, per l'appunto, Estia aveva ben deciso di terminare una creazione artigianale che avrebbe voluto spedire in regalo ad uno dei suoi amichetti. Si trattava di un orologio a cucù, in legno e in ferro battuto – le lancette argentee luccicavano meravigliosamente, tingendosi di magia naturale in una e più illusioni di comete, costellazioni e stelle del firmamento. Era uno spettacolo, tutto sommato, che Estia avrebbe dovuto rifinire in più punti: ogni suo articolo, i clienti avrebbero potuto confermarlo, risultava ben curato. Accolse l'ultima cliente con un sorrisone, riconoscendone la figura della Caposcuola Corvonero. Era sempre felice di scorgere volti di studenti, in negozio; ancor più lo era quando si trattava di personalità di spicco. In cuor proprio, infatti, sperava che tutti loro passassero parola, invitando a tanti altri acquisti.
«Certo, subito per lei. Rosso è colore preferito di Estia.» Le bastò schioccare le dita per attirare a sé una scatola di cartone, rosso brillante, con una fantasia decorativa di germogli intrecciati tra loro. Vi sistemò tutto quanto richiesto: una coppia di nastrini dell'amicizia, più un orologio altrettanto magico. Erano oggetti così belli, c'era soltanto l'imbarazzo della scelta. Con la spesa di ventotto galeoni, Estia ringraziò di nuovo e vi aggiunse un'abbondante manciata di caramelle alla frutta. Tutte, curiosamente, di carta color rosso pastello. Con un sorriso, salutò ancora per poi tornare al lavoro.
 
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view post Posted on 7/12/2022, 15:33
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Fare dei regali rappresentava per Jean il modo più semplice per esprimere le proprie emozioni. Con un pensiero poteva esternare la propria gratitudine, l'affetto, la stima, la fiducia. Non le piaceva fare regali tanto per, solo perché magari c'era una festività come il Natale o un compleanno, ma queste occasioni potevano certamente essere uno spunto per fare un dono senza rischiare di mettere in imbarazzo il destinatario. Jean non si aspettava mai nulla in cambio, ciò che le veniva spontaneo e dal cuore non aveva bisogno di essere ricambiato: un sorriso per lei era più che sufficiente. Dopo la prima partita di Quidditch del torneo, a prescindere da come fosse andata, aveva già maturato la sua idea. Con i suoi compagni aveva passato le settimane più strane e stancanti di tutta la sua vita, si era divertita tantissimo e si era affezionata a tutti, nessuno escluso. Pure al prof, che conosceva meno degli altri ma aveva già dato prova di essere un tipo simpatico, alla mano e affidabile. Durante gli allenamenti, o per meglio dire prima e dopo - che se no Derek chi lo sentiva - Jean aveva girato spesso con la sua fotocamera, scattando foto di qua e di là, la maggior parte di nascosto, ma era sicura di essere stata scoperta almeno qualche volta, tanto che alla fine ad alcuni aveva proprio chiesto di mettersi in posa. L'ultima volta che era stata a Hogsmade aveva visto all'interno di un delizioso negozietto dei pupazzi, o meglio delle statuine, che avrebbero fatto al caso suo. Aveva quindi deciso già da tempo cosa regalare alla sua squadra, e aveva approfittato del periodo natalizio per effetuare l'acquisto.
Armata di foto, accuratamente conservate nella borsetta, Jean si era recata all'interno del Focolare Domestico dopo aver lasciato Gin a fare le sue compere. Non aveva mai visto di persona i negozianti, ma sapeva che ad accoglierla avrebbe trovato degli elfi domestici. Entrò con un grosso sorriso stampato in faccia e si rivolse al primo che trovò dietro il bancone. «Buongiorno! Mi piacerebbe acquistare otto statuine bobblehead. Ho portato le foto.» Estrasse dalla tasca otto foto diverse, ognuna raffigurante un membro della squadra: Derek, Megan, Phoebe, Gin, Jaehaerys, Edmund, Dhevan, e infine sé stessa. Eh sì, anche lei avrebbe avuto la sua statuina. «Mi piacerebbe che ogni statuina volasse su un manico di scopa, ho letto nella descrizione del prodotto che c'è questa possibilità. Sa, è per la squadra di Quidditch.» Si lasciò andare a un sorriso, sperando che il regalo sarebbe stato apprezzato dai suoi compagni. «Mi dica poi se posso attendere qui o se devo tornare più tardi. Le lascio qui i Galeoni.» Jean posò il sacchetto con le monete sul bancone, in attesa dei suoi regalini dalla testa molleggiante.


Jean acquista 8 statuine bobblehead, 40 Galeoni. Se si clicca sui nomi si vedono le immagini dei pg.

 
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view post Posted on 17/12/2022, 17:07
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Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts

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sKim9S8
A conclusione del suo giro di negozi dedicato allo shopping, Draven si sentì così stanco, da ritenersi soddisfatto. In piena onestà, c'era un altro negozio che avrebbe voluto visitare. Aveva letto da qualche parte gli articoli lì in vendita e si era incuriosito, ma passandoci vicino costeggiando l'ampia piazza al centro del villagio si era sentito come in preda a un attacco di orticaria alla sola vista di tutti i fiori e fronzoli presenti già dall'esterno del negozio. Non poteva e non voleva immaginare come potesse essere l'interno. Per cui, si limitò a tornare a Hogwarts e a fare finta di nulla. Avrebbe inviato un gufo e sperato nella ricezione degli articoli.
Aveva sentito dire che fosse gestito da elfi... Chissà se erano amici o famigliari di Rufur. D'altronde, non sapeva nulla dell'elfo domestico di sua nonna e si chiese se esistessero maghi al mondo che mettendosi in casa un elfo si fossero quantomeno interessati alla loro vita precedente... O se fossero tutti gentili, pazienti e disponibili di indole o per costrizione imposta dalle famiglie presso le quali erano schiavizzati.
Dal canto suo, poteva parlare per Rufur e, decisamente, gli piaceva più quell'elfo del 99% delle persone che aveva conosciuto nell'arco della sua giovane vita.

CITAZIONE
Salve,
vorrei procedere all'acquisto dei seguenti articoli:
· Biglie colleganti x2
· Orologio magico, da parete
· Stivaletti di Dorothy
E richiedere che vengano recapitati presso la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts a:
Draven Enrik Shaw
Dormitorio Serpeverde maschile, n.2
Nel sacchetto che - spero - il gufo vi farà recapitare, dovreste trovare il denaro necessario per l'acquisto più un galeone per ringraziarvi della consegna.
Saluti


Biglie colleganti x2 (20 Galeoni)
Orologio magico, da parete (24 Galeoni)
Stivaletti di Dorothy (25 Galeoni)
+ 1 Galeone di mancia per la consegna

 
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view post Posted on 22/12/2022, 17:56
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You can own the Earth and still, all you'll own is Earth until You can paint with all the colors of the wind

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Alice Wagner
Era sempre un piacere recarsi nel piccolo negozietto di Estia, dove Alice spesso passava a lasciare qualcosa che le facesse sbucar su un sorriso. Non era niente di particolare, ma con il lavoro che facevano al CREPA era sempre divertente vedere la reazione di Estia. Questa volta si era ripromessa di fare dei Plätzchen dei biscotti natalizi tipici della sua zona con vari ripieni, al cioccolato, alla marmellata, con farina di mandorle ed altro. Aveva avvolto tutto dentro una bustina colorata, piena di decorazioni natalizie e se la trascinava con delicatezza in giro per le strade Hogsmeade. Una volta entrata nel negozio sembrava emanare energia da tutti i pori, Alice era semplicemente felice e gasata dall'atmosfera natalizia << Estia! Ti ho portato dei dolcetti! >> esclamò andandole incontro e racchiudendola in un abbraccio strizza ossa. Quando finalmente la liberò le porse i biscottini strizzandole l'occhio allegra. Sapeva già cosa acquistare per cui ci mise meno di un secondo ad accatastare gli oggetti sul bancone << Prenderei questi molto volentieri. Ottimo lavoro come sempre e Buon Natale! >> pagò ciò che doveva e la salutò con la manina, saltellando poi verso l'uscita.



Alice acquista:

x2 statuine Bubblehead in posa secondo una foto fornita dalla stessa Alice

x1 Braccialetto dell'amicizia

 
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view post Posted on 22/12/2022, 22:31
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Ognuno di noi è una luna: ha un lato oscuro che non mostra mai a nessuno.

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Il Natale era alle porte ed Emma come sempre si riduceva all'ultimo minuto per fare i regali, al contrario di Cam e Mitchell che iniziavano già a metà Novembre. I due uomini avrebbero dovuto tatuarsi la scritta "Ansia" sulla fronte.
Era da un sacco di tempo che la Grifondoro non andava a fare spese al Focolare Domestico, aveva anche portato con sé un vassoio di biscottini a forma di Elfo da regalare ad Estia, rigorosamente preparati da Mitchell; l'incarto, invece, era merito suo.
Buongiorno - aveva detto irrompendo nel piccolo negozio, il giro di compere era appena iniziato, per cui andava abbastanza di fretta.
Ho le idee molto chiare questa volta… - confessò la strega con un lieve sorriso ad addolcirle il viso - resterei di più per farti compagnia, ma ho davvero i minuti contati - posò il vassoio sul bancone - questo è per te, sono dei biscotti in casa in pasta frolla… sono deliziosi, vedrai.
Dopo aver ordinato le quattro statuine, fornì ad Estia le foto su cui basarsi. Non dimenticò il tappeto, era da tempo che voleva intenzione di comprarlo.
Prima di uscire avrebbe pagato e avrebbe salutato l'elfa, promettendole che sarebbe ritornata presto a trovarla con altre leccornie.





Emma acquista:
- Statuine x4 (20 G)
- Tappeto volante (35 G)

Mi ritengo servita, ci sono dei regalini di Natale da consegnare♡


Edited by Miss Effe - 22/12/2022, 23:02
 
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view post Posted on 23/12/2022, 21:17
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Edmund Artemis Knight - 11 Anni - Corvonero
« IL POTERE DEL PENSIERO È LA MAGIA DELLA MENTE»



Il cielo su Hogwarts quel giorno era terso e luminoso, maestosamente sgombro da nubi; il solito grigiore che tingeva le Highlands scozzesi nel periodo invernale era stato sostituito in quel martedì di dicembre da un'uniforme tinta celeste, un azzurro chiaro e splendente che brillava sulla tela atmosferica illuminata dai raggi uniformi di un sole alto sulla linea dell'orizzonte, alto ma non troppo, alla giusta altezza prevista dagli astronomi per l'eclittica stagionale.
Edmund stava camminando lungo il viale che attraversa il giardino del castello di Hogwarts avvolto nel pesante cappotto della divisa scolastica; le mani, che indossavano guanti blu scuro con lo stemma dei Corvonero, infilate nelle tasche, i capelli perennemente restii all'immobilismo compressi da un berretto di lana, e lo sguardo alto, fisso sul cielo turchese e su quel puntino bianco che a intervalli regolari solcava il cielo. Rimase per cinque, forse dieci minuti a osservare il cielo, immerso nei propri pensieri, pensieri che annegavano nell'immensità del mare immobile sopra i suoi occhi, occhi che sorridevano all'infinito, contrappuntati dalle labbra che si dischiudevano in un tenero sorriso alla vista di quell'esemplare dal candido piumaggio.
Sarebbe rimasto lì per ore e ore, se solo il freddo non fosse stato così pungente; vi era infatti quell'aria tagliente che riusciva a penetrare fin dentro le ossa, e immobilizzare qualunque muscolo vi fosse rimasto esposto per un tempo particolarmente prolungato. Edmund passeggiava, ammirando il cielo e pensando, pensando e inspirando quell'aria frizzante e rigenerante.
A interrompere il flusso dei suoi pensieri la bianca civetta che ora planava verso di lui, quel puntino bianco si fece sempre più grande fino a raggiungere le tipiche dimensioni di una civetta delle nevi.


«Ciao Skye, ti piace volare con quest'aria così limpida vero? Ho qualcosa per te...»

Disse accarezzando le piume della civetta che aveva fatto del braccio sinistro del primino il suo trespolo. Skye allungò il becco verso il viso di Edmund e il ragazzino chinò il capo verso di essa, dando modo alla bianca civetta di strofinare il muso sul berretto blu notte. Edmund scosse il capo e Skye in tutta risposta, schioccò il becco cercando di afferrare una delle ciocche di capelli, scappate dalla prigione di lana, facendo così scoppiare Edmund in una fragorosa risata.

«Certo che tu hai sempre voglia di giocare! Tieni, devi andare a Hogsmeade, prima da "Bibliomagic" e poi al "Focolare Domestico." Non so dove siano, ma tanto tu li troverai, vero?

[omissis]

Poi vai a questo "Focolare Domestico" e consegna questa, devo fare un acquisto! Il pacco forse è un po' pesante per te, quindi devi aspettare: se ti dicono che puoi portarlo tu, aspetti e me lo porti in dormitorio, se invece ti dicono che mandano uno di quegli allocchi enormi che hanno loro, gli dai i soldi e torni qui.
Tutto chiaro?»


Due brevi squittii confermarono al Corvonero che la civetta aveva recepito tutte le informazioni udite dal suo padroncino. Edmund le sorrise un'ultima volta.

«Aspetta che devo prendere le lettere e i soldi, spostati un attimo.»

Una volta legatole alla zampa un sacchetto di velluto verde con un congruo gruzzolo di galeoni e affidatole due buste siglate "EK", Skye spiegò le ali, si staccò dal braccio di Edmund e spiccò il volo riprendendo quota nel cielo limpido.
Direzione Hogsmeade.






EDMUND COMPRA:
Tappeto volante: 35 Galeoni


EDMUND ARTEMIS KNIGHT
PER ASPERA AD ASTRA
 
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view post Posted on 1/2/2023, 14:24
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wfnd2xG
Jean Grey
statuine bobblehead (8)
Spesa totale • 40 Galeoni
Con l'arrivo delle festività natalizie, il negozietto vintage del Villaggio di Hogsmeade cominciava a riempirsi di visitatori curiosi. C'era chi di passaggio, chi in cerca di una pausa al caldo, chi in anticipo sui regali... una sfilata vivace di volti, costumi e colori. L'artigianato tornava di moda, così si augurava Estia nel profondo. Quel lavoro non pesava neanche un po', strettamente connesso com'era alla passione più grande del cuore. Pur minuta com'era, Estia volteggiava da un punto all'altro – scatole, nastri, fiocchi in tinte pastello tra le mani. Percepiva l'entusiasmo del Natale, il giorno più importante dell'anno per lei (complice il compleanno, non poteva negarlo). Mancava poco, poteva rincorrere i giorni restanti tra le x rosse che tracciava sul calendario, sempre con lei sul bancone principale. Oltre lo stesso, invece, si allungava una pergamena sulla quale – per magia – si aggiornava costantemente la lista degli oggettini da realizzare. In cima, a caratteri cubitali, brillava il nome di Brigitte Priestly. Era una strega curiosissima, perennemente in giro per il mondo magico – l'ultima tappa, come mostrava la cartolina che Brigitte aveva spedito all'indirizzo di Estia, la ritrovava sulle coste cristalline della Nuova Zelanda. Era una delle acquirenti più di fiducia, attratta com'era dall'assetto vintage che apparteneva al luogo. La bambolina che Estia stava ricamando, infatti, si legava alla richiesta bella cospicua di Brigitte (regali, regali, tanti regali in programma, e per il negozietto diventava un'autentica gioia).
Carezzandone la testolina, la statuetta marciò a passetti di sfilata, addolcendosi in un abito di taffetà variopinta, un foulard annodato delicatamente al collo e un paio di occhiali da sole così vistosi da strappare un sorrisetto a chi nei dintorni.
«Tu apri il tuo armadio e scegli, non lo so, quel maglioncino azzurro infeltrito...» cantilenò subito dopo, le manine – rivestite di una cascata di gioielli – che stringevano le tulle della gonna con stizza. La trafila di accuse e commenti acidi continuò per un po', infondendo il dubbio – in Estia – di aver esagerato con la verosimiglianza verso Brigitte. Ad ogni modo, cacciò via la bambolina affinché non disturbasse nessun'altro in arrivo. L'accoglienza che riservò per Jean, infatti, brillò di uno dei sorrisoni più grandi.
«Benvenuta, signorina Prefetto.» Salutò con gentilezza, familiarizzando all'istante con il volto dell'altra. Estia, in effetti, abitava tuttora il Castello di Hogwarts. Confermò la richiesta con un vigoroso cenno di testa, coinvolgendo le orecchie elfiche in modo un po' buffo.
Jean voleva una collezione di statuette legate al Quidditch, i cui giocatori potessero volare su un manico di scopa. Era possibile? Estia già sorrideva.
«Oh Estia può fare molto, molto di più. Signorina attende pure, se vuole trova in giro cioccolata e biscotti. Estia lavora artigianato, ma fa subito.» Gomitoli di lana, stoffe colorate di blu, di bronzo e d'argento, e tutta una serie di strumenti da cucito come aghi, forbici e spillette volteggiarono l'istante seguente dalle scatole che Estia custodiva sotto il bancone. Lasciò il resto dei clienti all'amico Arrie, dedicandosi completamente alle bobblehead. Con le fotografie in riferimento (e, curiosamente, con la scoperta di aver già visto alcune persone ritratte), si adoperò con movimenti che ricordavano un'autentica danza; il modo in cui tirava a sé la stoffa colorata, guidando il ritaglio in uno e più punti, in un continuo zac zac zac che ritrovava l'attenzione curiosa di chi di passaggio. Le forme di base si assestarono, alcune più basse, altre più alte – bastò un tocco leggero delle dita. Sorrise, notando che tra i giocatori vi fosse anche il Professor Drake – era una delle persone preferite, per Estia. Vi adagiò allora, per l'una e l'altra statuetta, la tunica dei Westwind – i colori della notte, delle onde del mare, del riflesso dorato delle stelle. Ricamava rapidamente, e con maestria, ogni dettaglio: simboli, nomi, elementi caratteristici del corpo e dell'espressione del volto. Ben presto i giocatori apparvero come raffigurazioni perfette, i ritratti delle fotografie magiche diedero l'impressione di sporgersi per notarne il confronto. Era artigianato, impreziosito dalla magia di Estia. Carezzò la tela, evocando i manici di scopa, dalle Firebolt alle Nimbus 2000, a qualsiasi altro modello fosse indicato: talvolta, lo sapeva, era l'arte stessa a prendere il sopravvento. Vi soffiò leggermente, invitando tutte le statuette a librarsi in volo: girarono in tondo, avvolte dal turbinio di colori e di tessuti. Animate com'erano, rappresentavano un lavoro di per sé pronto. Eppure... non bastava.
Estia scoccò le dita, indice e pollice. Altre linee di tela s'avvolsero alle bamboline, trasfigurandosi negli strumenti d'appartenenza: mazze da Battitori con Bolidi, Pluffe in volo, il Boccino d'Oro in miniatura. I giocatori sparivano e comparivano in sbuffi color blu elettrico, talvolta perché colpiti, talvolta perché partecipi di tattiche sportive d'alto pericolo.
«Ci siamo, signorina Grey.» Box di cartone, trapunti di blu, accolsero le statuette... non prima che un mini-Bolide volasse verso l'altra Prefetto. Se anche l'avesse colpita, le avrebbe fatto il solletico per poi scomparire.
«Tornerà alle bamboline. Buona fortuna per Quidditch!» Concluse la spesa di quaranta galeoni, ringraziando nuovamente e non mancando, com'era ovvio, d'aggiungere una scorta generosa di bastoncini di zucchero.


P7CVIPR
Draven Shaw
biglie colleganti (2)
orologio magico
stivaletti di dorothy
+1 galeone mancia
Spesa totale • 70 Galeoni
Osservare Arrie giocherellare con uno e più hula hoop poteva diventare di gran lunga il passatempo preferito di Estia. L'amico vorticava come in preda ad un attacco d'allegria incomprensibile, scuoteva perfino la testolina in lungo e in largo – forse per l'effetto magico che non avevano testato?
In effetti... ogni hula hoop che girava al negozietto, nell'ultimo periodo, rappresentava un pericolo per i clienti più incuriositi. Non erano articoli in commercio, non ancora. Benché Estia fosse sicurissima d'aver ultimato la realizzazione, la magia che caratterizzava gli stessi peccava in più punti. C'era qualcosa che non tornava, un difetto di fabbricazione che comprometteva l'utilizzo del gioco: capitava, a malincuore, di non riuscire più a smettere di ruotare, altre volte invece di finire a testa in giù, altre di essere circondati da una nube di fumo variopinto che spingeva lontano, troppo lontano. Un po' com'era stato per Arrie: il poveretto, alla fine, capitombolò via. Sembrò strappato alla giravolta del proprio hula hoop color azzurro, tirato da una mano gigante e invisibile; nello scatto imprevisto, tra l'altro, Arrie trascinò con sé ago, cucito e tessuti vari in una confusione ineguagliabile. Estia si portò le mani alla bocca, incerta se ridere o se disperarsi come alcuni clienti nei dintorni: Arrie, ad ogni modo, rovinò letteralmente fuori la porta, imbattendosi nell'albero in fiore (le Fate che vi si incastravano tra i rami non parvero deliziate della cosa, sibilando come serpentelli). L'arrivo tempestivo di un gufo salvò Estia – non aveva alcun desiderio di sopportare le recriminazioni di Arrie. Carezzò l'allocco sulla testolina, offrendogli alcuni biscottini e dedicandosi alla pergamena alla zampa. La richiesta la trovò sorridente: un paio di scatolette di biglie colleganti, un orologio magico – poté scegliere uno degli ultimi che aveva intagliato personalmente, con una rifinitura di smeraldo lungo il legno che lo rendeva unico –, più stivaletti magici, firma Dorothy. Anche se non era stato richiesto, si premurò di incartare i doni in carta coloratissima, aggiungendovi un fiocco in tinta. Ogni occasione di festeggiare il Natale era buona, per Estia. Con il pagamento di settanta galeoni – sorrise alla mancia, inserendo la moneta tintinnante direttamente nello Snaso salvadanaio – affidò tutto al gufo, premurandosi di incantare il box per sospenderlo con più leggerezza.


Kua254h
Alice Wagner
statuine bobblehead (2)
nastro dell'amicizia
Spesa totale • 14 Galeoni
Natale, finalmente, era alle porte. No, non era un modo dire... lo era letteralmente. Nella sfilata di fate di cristallo, gnomi di terracotta e altre, tante altre decorazioni infilate tra i rametti sempiterni dell'albero in fiore, si scorgeva un gigantesco pupazzo di neve, interamente avvolto da abiti tipicamente legati alla figura di Santa Claus. Indossava un lungo mantello rosseggiante, ricamato da linee bianche e dorate; portava un cappello con un pon-pon verso la fine, un paio di guanti grandissimi e, ciliegina sulla torta, un sacco traboccante di regalini – il resto era ghiaccio, da cima a fondo. Scivolando in cristalli di neve, il pupazzo offriva scatolette in tinta pastello, distribuendole tra i clienti in arrivo al negozietto vintage. Una svendita, forse? Una nuova promozione di cui nessun giornale aveva parlato? Più o meno. Il finto Babbo Natale, animato magicamente, regalava piccole cose – perlopiù artefatti di legno e di terracotta, in forme che richiamavano le simbologie natalizie: fate, folletti, popolo del sottobosco e del sogno. Zampettavano in lungo e in largo, alcuni volteggiavano elegantemente: il tutto, in un estro di generosità che attirava spesso sorrisetti d'entusiasmo, confermato da sacchetti di zuccherini (bastoncini, omini di pan di zenzero, e così via). Era un'atmosfera di gran lunga divertente, oltre che spensierata. Estia, però, osservava curiosamente con una smorfia stampata in volto, quasi impaziente. La lista dei regali da portare a termine, di statuette e orologi e scarpette da verniciare, non finiva più. Andava benissimo per gli affari, non poteva lamentarsi... ma aveva una fame devastante, ancor più adocchiando le leccornie che Babbo Natale tirava fuori dal sacco festivo. L'arrivo di Alice, infatti, parve un miraggio a ciel sereno.
«Biscotti per Estia?» L'espressione imbronciata di poco prima, allora, cambiò in un battito di lunghe ciglia. Si lasciò trasportare dall'abbraccio della Prefetto Grifondoro, d'un tratto sorpresa come non mai. Erano... erano per lei, tutti per lei? La semplicità dei piccoli gesti come quelli, d'altronde, le risultava talvolta ancora atipica. Strinse a sé il sacchetto di biscottini, separandosene a malincuore soltanto per ricamare le bamboline che l'altra aveva richiesto. Ogni desiderio, ogni richiesta di Alice – un vestito più colorato e vistoso, un effetto magico più singolare – non mancò affatto. La realizzazione delle statuette, infine, strappò un sorrisetto ancor più felice. Vi aggiunse la scatoletta del Nastro dell'amicizia, spiegandone nuovamente e in breve il funzionamento magico. Con il pagamento di quattordici galeoni e una scorta bella generosa di caramelle gommose, Estia sollevò la manina per salutare e ringraziare la Grifondoro con tanto affetto.
*Alla faccia di Babbo Natale di ghiaccio*, pensò divertita.


MDHyPGr
Emma Green
statuine bobblehead (4)
tappeto volante
Spesa totale • 55 Galeoni
Per la prima volta in tutta la sua vita, Estia faceva l'inventario. Aveva scoperto da poco di cosa si trattasse, come dovesse svolgerlo e, soprattutto, perché fosse importante. Se fosse dipeso solo da lei, avrebbe passato il tempo con la testa tra le nuvole, sognando nuovi articoli, effetti magici sorprendenti e tanto, tanto altro per il negozietto. Per gli affari – che brutta parola, pensava ogni volta – aveva bisogno di trascrivere la lista dell'oggettistica, aggiungendovi note a piè pagina di pagamenti, retribuzioni e spese varie. Sapeva, naturalmente, che Il Focolare Domestico fosse più di un semplice negozietto vintage – offriva stabilità economica a tanti come lei, e di questo era soddisfatta. Fare parte del cambiamento rappresentava un vero e proprio privilegio, fare incetta di vecchi articoli... un po' meno. Arrie, fortunatamente, era di grande aiuto. Era lui, l'amico del cuore (e forse... chissà, qualcosa di più?), ad occuparsi degli aspetti burocratici, guidato di tanto in tanto dai collaboratori – maghi e streghe – del Comitato. Circondata dalle pergamene fitte della calligrafia ondeggiante di Arrie, lei poté occuparsi degli altri clienti in modo spensierato, e di certo con un pizzico di divertimento che mai guastava. L'arrivo di Emma, una delle studentesse che più aveva a cuore, trovò Estia con più felicità del solito. Apprezzava tantissimo, infatti, adocchiare gli abitanti del Castello di Hogwarts al negozietto: un po' come a dire che una parte di Casa la seguisse sempre, mai abbandonandola. I biscottini, poi, le tolsero il respiro con un singhiozzo a stento trattenuto. Tremò di gioia, stringendo a sé il sacchetto e aprendolo con impazienza – il profumo della pasta frolla, dello zucchero e della glassa... cosa c'era di più delizioso?
«Sono... come me» commentò, in un filino di voce. Sorrideva, recuperando il primo biscottino a forma proprio di Elfo Domestico: la dovizia di dettagli era meravigliosa, con orecchie a punta, occhioni grandi e il corpicino cui Estia era abituata. Erano biscotti bellissimi, quasi le dispiaceva l'idea di mangiarli. Si affrettò a ringraziare, allungando una manina per stringere il braccio di Emma. Una carezza leggera, il singulto di una creatura che da poco conosceva la gentilezza del cuore.
«È regalo di compleanno per me» vi aggiunse, gli occhioni pieni d'entusiasmo. Si adoperò, poi, per gli articoli richiesti: quattro statuine bobblehead, con ogni dettaglio preferito dalla studentessa (ago, cucito e stoffe erano già pronti, Estia manovrò gli strumenti con maestria); un tappeto volante, uno degli oggetti che più apprezzava e che più andavano a ruba. Quando capitava di volteggiare in cielo aperto? Lasciò libertà, ad Emma, circa quale decorazione volesse per il tappeto: le tessiture, c'era da dirlo, erano incantevoli. Concluse con il totale di cinquantacinque galeoni, sparpagliando molte, moltissime praline al cioccolato lungo le confezioni colorate.
«Buon Natale, torna presto e grazie.»


GnR1ST1
Edmund Knight
tappeto volante
Spesa totale • 35 Galeoni
Mancava pochissimo al compleanno di Estia, il calendario segnava tantissime crocette rosse; il negozietto vintage, tra l'altro, appariva più frenetico di quanto non fosse di solito: capannelli di studenti, di maghi e di streghe di ogni età, di altri Elfi Domestici e, talvolta, di stormi di civette, barbagianni e uccellini variopinti (qualcuno aveva spedito un Augurey, era stato curiosissimo) sfilavano in lungo e in largo, sciorinando liste di articoli regalo, richieste continue e confezioni dai colori vivaci. Per Estia, complice l'atmosfera gioiosa delle festività, era come vivere un sogno ad occhi aperti – come darle torto? Il profumo pungente di ghirlande, vischio e bacche sfumava in tutto il locale, appena addolcito dalle note dei fiori d'inverno, dei vassoi traboccanti di biscotti alla cannella e, soprattutto, di candele aromatizzate e sospese a mezz'aria. L'effetto magico di queste ultime, tra le altre cose, infondeva un'illusione bizzarra – le testoline dei clienti, infatti, mutavano in apparenza in omini di pan di zenzero, talvolta in renne, altre in folletti. L'incantesimo, leggerissimo, coinvolgeva chiunque, perfino gli allocchi.
«Oh, e tu chi sei?» La vocetta delicata di Estia accolse l'ultimo dei rapaci, battendo le palpebre più e più volte per metterlo a fuoco (inizialmente, complice la candela stregata in giro, Estia aveva letteralmente creduto di imbattersi in un gigantesco omino di frolla). Si occupò presto dell'ordinazione, sciogliendo la pergamena e leggendo rapidamente le frasi eleganti. Il tappeto, con uno schiocco di dita, arrivò in volo sul bancone: si trattava di un manufatto pregiato, d'inestimabile valore magico; non guastava il fatto che avesse una decorazione articolatissima, di punti e nodi sottili e luminosi tra loro. Colori, quelli, che soltanto la fantasia e l'arte elfica avrebbero potuto tessere tanto meravigliosamente. Si premurò di avvolgere il tappeto volante in una confezione blu, come desiderato dall'acquirente: un fiocco di una sfumatura più chiara, come il turchese, concluse tutto. Estia incantò il box affinché risultasse leggero (e anche per evitare che il tappeto, come in trappola, fuggisse via... capitava, bisognava ammetterlo). Skye – il cui nome le piaceva tantissimo – non avrebbe avuto problemi nella consegna, non più. Con il pagamento di trentacinque galeoni, alcune girelle di zucchero colorate d'azzurro e una carezza sulla testolina dell'allocco, Estia lo salutò e seguì il volo con un sorriso. Non aveva dimenticato di aggiungere un biglietto di ringraziamento per Edmund Knight, un rettangolo di carta con una firma argentea.
 
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view post Posted on 16/5/2023, 16:18
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Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente. (William Shakespeare - Romeo e Giulietta)

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ig-hejkkae

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È un bellissimo giorno di primavera inoltrata, il sole fa finalmente capolino nel cielo limpido della Scozia dopo giorni di pioggia. Passeggiare per Hogsmeade con questo clima è piacevole, i raggi scaldano la pelle dandole un colorito acceso. Socchiudo gli occhi e alzo il volto per godermi il loro tepore.
A differenza del solito ho il pomeriggio completamente libero da impegni, ne approfitto quindi per fare una commissione piuttosto importante per me. Sono giorni che rifletto attentamente su cosa acquistare, il negozio scelto con cura così come l’oggetto da recuperare che ho vivido in mente. A passo calmo arrivo al termine della High Street, là dove si trova la mia meta. Il profumo di fiori m’investe, stuzzica le narici mentre apro la porta e varco la soglia.
«Ciao Estia, come stai?» rendo nota così la mia presenza alla dolce Elfa, nonché proprietaria. Appena la raggiungo, se me lo concederà, la saluto come si deve avvolgendola in un tenero abbraccio. «Ti ho portato una cosa!» dalla borsa estraggo un sacchettino trasparente, al suo interno s’intravedono chiaramente una generosa quantità di biscotti variegati. Alcuni sono con gocce di cioccolata, altri invece sono al burro con della marmellata di arance al centro «Spero siano di tuo gusto!» glieli porgo mentre le concedo un occhiolino «Li ha fatti mia nonna.» le spiego «Me ne ha spediti un paio di pacchettini stamattina e, beh, venendo qua ho pensato di portartene uno…» la osservo con sguardo d’intesa «…immagino tu sia in grado di apprezzare i suoi dolcetti quanto me!» facendole poi dono di un sorriso sincero.
«E, lasciamelo dire, temo che ti servirà un po’ di energia per la richiesta che sto per farti…» non ci tengo ad essere di disturbo, di conseguenza la lascio libera di modificare la mia proposta se crede complichi il suo lavoro. «Mi piacerebbe acquistare una delle tue bamboline speciali!» nel frattempo, dalla tasca della giacca, estraggo una foto e la poggio delicatamente sul bancone per mostrargliela «Ecco, si tratta di un regalo e lui sarebbe il destinatario.» le indico il ragazzo seduto al mio fianco, due volti allegri e spensierati sullo sfondo di un ballo studentesco ormai passato «Ora arriva il difficile, cercherò di essere più dettagliata possibile nella descrizione e…» l’espressione si fa leggermente più seria «Insomma, se ritieni che qualcosa sia impossibile da realizzare non mi offendo, parola di Tassorosso.» la rassicuro.
Le spiego come dovrebbe apparire: l’idea di vestirlo di tutto punto come un Gangster dei ruggenti anni Venti, mentre trattiene al petto un piccolo ostaggio zuccheroso, che può essere liberato da una semplice parola d’ordine. I ricordi riaffiorano e le labbra, di riflesso, s’incurvano mentre li accolgo assieme alla felicità che accompagna quei momenti. Posso fidarmi ciecamente di lei, so già che renderà tutto magico e spettacolare come ogni cosa che sfiorano le sue manine fatate.
Attendo il suo responso e le lascio la giusta pace e tranquillità per concentrarsi e mettersi all’opera, ammirandone lo splendido risultato a creazione terminata. «Meraviglioso è dire poco, sei unica Estia!» al conto aggiungo un paio di galeoni in più, è il minimo per il favore che mi ha fatto. Prima di congedarmi, mi chino per darle un bacetto sulla guancia come ringraziamento e per ultima la promessa di venirla nuovamente a trovare prestissimo.

Camille Donovan | Hufllepuff Prefect | 15 y.o







Holaaaaaa, carissimaaaaaaaaa :laa: :<31:

Camille porta tante coccole e acquista una Statuina Bobblehead (5 G), in più lascia 2 G di mancia e tanti biscottini :<31: :<31: :<31: :<31:
 
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view post Posted on 18/6/2023, 08:46
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RbXLwBl

«Buongiorno Estia, come procedono le cose qui al Negozietto? Vedo che è sempre così curato e ben tenuto, complimenti.» salutò Atena, rivolgendo all’Elfa un sorriso pacato.
Era da diverso tempo che non si fermava ad Hogsmeade per fare acquisti, spesso vi passava solo di sfuggita o per mera necessità. Quando aveva qualche ritaglio di tempo preferiva isolarsi nella Natura, lontano dalle voci, dai rumori, da ogni sorta di responsabilità. Le vie della cittadina erano troppo affollate per sentirsi davvero a proprio agio e i negozi troppo chiassosi per mettersi in ascolto dei propri pensieri. Quella mattina aveva approfittato della quiete delle prime ore del giorno – quando gli Studenti erano per lo più impegnati alle lezioni – per dedicarsi ad alcuni acquisti che ormai si erano resi necessari.
«Prendo questi» Continuò, posando sul bancone la merce che aveva scelto dagli scaffali: una confezione di biglie colleganti, una boccetta di sale evanescente, un paio di scarpette di Dorothy e un orologio magico da taschino in ferro battuto.
«Mi piacerebbe avere una di quelle statuine, riesci a realizzarla con le sembianze di un Occamy che esce da una teiera?» troppo stravagante come richiesta? «E…vorrei anche una Bicicletta, di colore giallo se disponibile, e un Tappeto Volante». Concluse, iniziando a ragionare tra sé su quale fosse il modo migliore per trasportare il bottino ad Hogwarts: srotolare il tappeto e caricare tutto sopra, a mo’ di carovana volante, o sistemare gli oggetti nel cestino della bicicletta e il tappeto arrotolato sotto braccio, come se fosse un’enorme baguette?
Forse la seconda.
«Tieni pure il resto» disse, pagando la somma dovuta e lasciando alcuni galeoni come offerta per l’associazione. «E ricorda, se doveste mai avere bisogno di qualcosa, il mio ufficio è sempre aperto per voi».


Prendo:

- 1xBiglie Colleganti
- 1xSale Evanescente
- 1xScarpette di Dorothy
- 1xOrologio Magico (da taschino, in ferro battuto)
- 1x Statuina Bubblehead (a froma di Occamy)
- 1xBicicletta (gialla)
- 1xTappeto Volante

TOT: 137 credo + 10 galeoni per il Crepa ♡
 
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view post Posted on 28/6/2023, 20:23
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EXSsbGW
Camille Donovan
Statuina bobblehead
+ 2 galeoni mancia
Spesa totale • 7 Galeoni
Il bel tempo era infine giunto a rischiarare le giornate scozzesi e, con esse, anche l'umore degli abitanti di Hogsmeade. Dopo il monotono scrosciare della pioggia, era bello sentire come le strade si animassero del chiacchiericcio dei passanti: la promessa del sole attirava sempre più Maghi e Streghe fuori dalle mura domestiche, con il risultato che anche il negozietto di Estia vedeva passare un via vai di clienti sempre più nutrito. La nuova mole di lavoro teneva impegnata l'Elfa ma, anziché spaventarla, le dava grande soddisfazione: si poteva vedere la sua piccola figura muoversi in continuazione da un angolo all'altro del negozio, andando incontro ai clienti, mostrando loro gli articoli che potevano rispondere alle loro richieste. Ogni acquirente che usciva di lì con il sorriso sulle labbra era per Estia motivo di orgoglio; e, sebbene accogliesse con piacere chiunque decidesse di fare tappa al Focolare Domestico, i suoi grandi occhi si accendevano di una scintilla particolarmente luminosa quando a fare ritorno erano dei vecchi amici.
«Signorina Camille!» Felice di quella visita, Estia ricambiò l'abbraccio della ragazza con affetto non esente da una certa goffaggine. L'emozione si leggeva chiaramente nei suoi occhi quando prese dalle mani di Camille i biscotti che le aveva portato. «Signorina molto gentile, grazie, grazie! Estia ringrazia anche nonna, è sicura che amerà suoi biscotti.»
Per il momento appoggiò l'involucro in un angolo libero del bancone, e si diede ad ascoltare attentamente la richiesta della giovane. Di tanto in tanto annuiva, e le lunghe orecchie le dondolavano in modo buffo. «Estia può fare bambolina speciale proprio così. Signorina aspetta qui.»
Camille dovette avere appena un po' di pazienza, ma quando tornò da lei, Estia reggeva trionfante una bambolina che corrispondeva esattamente alle sue richieste: dalla somiglianza con il ragazzo nella foto, all'impeccabile completo da gangster, fino agli effetti magici che le mostrò con l'entusiasmo di un artigiano davanti ad un'opera ben riuscita. La soddisfazione di Camille non fece che allargare il sorriso di Estia. Dopo che la ragazza fu andata via, il negozio rimase stranamente silenzioso; allora Estia approfittò di qualche momento di pausa per assaggiare i biscotti che la sua amica le aveva portato: ed in effetti era vero, erano deliziosi.



EXSsbGW
Atena McLinder
Statuina bobblehead
Biglie Colleganti
Sale Evanescenti
Scarpette di Dorothy
Orologio Magico
Bicicletta
Tappeto Volante
+ 10 galeoni per il crepa
Spesa totale • 147 Galeoni
Quando Atena fece il suo ingresso in negozio, Estia stava canticchiando tra sé e sé un motivetto natalizio – poco importava che fosse fuori stagione, quella musica allegra la metteva di buon umore. Stava riparando un orologio magico da taschino che uno studente distratto aveva fatto cadere dal suo scaffale, causando un moto impazzito delle lancette, che non la smettevano più di girare come trottole. Tuttavia interruppe sia l'operazione che la musichetta nel momento in cui la docente si avvicinò a lei.
«Signorina Atena, buongiorno! Grazie, Estia ci tiene molto, è felice che a signorina piaccia» disse accennando un piccolo inchino. Fece scivolare da parte l'orologio a cui stava lavorando, così da fare spazio per gli articoli scelti dalla docente. Era già una bella spesa, ma Atena desiderava anche altro, ed Estia era pronta ad accontentarla. Un Occamy che usciva da una teiera? Che idea buffa! Annuì allegramente e, dopo aver garantito che sarebbe tornata dopo poco con la statuina pronta, sparì nel retrobottega. In capo a qualche minuto, l'idea di Atena aveva preso forma concreta in una graziosa statuina animata dalla magia. Estia doveva ammettere di essersi divertita a crearla: normalmente i clienti le chiedevano bamboline dalle sembianze umane, facendole vedere una foto dietro l'altra dei loro cari. Non capitava tutti i giorni di dover modellare una teiera, e men che meno un Occamy, con i suoi colori brillanti.
Vendette ad Atena anche l'ultima bicicletta gialla che le era rimasta, e un tappeto volante dai preziosi motivi orientaleggianti. In tutto era un bel bottino, ed Estia propose di spedire gli articoli più voluminosi direttamente ad Hogwarts, se solo la donna l'avesse voluto.
Infine la ringraziò di cuore, assicurandole che la sua disponibilità fosse tanto preziosa quanto apprezzata. «Arrivederci! Estia spera di rivederla presto.»
 
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view post Posted on 1/8/2023, 09:57
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Triste, come chi ha perso il nome delle cose.

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CodiceAl termine del gran giro di acquisti, la penultima tappa si presentava a Camillo come un'oasi felice in cui fare un balzo rapido, prima di poter tornare a scuola.
Entrando nella bottega, il ricordo della sua ultima visita lì sfiorò i suoi pensieri. Fu il profumo dolce di quell'ambiente a far scattare quella reminiscenza di un periodo felice. Ma soprattutto, si rese conto di quanto fosse scemo: aveva acquistato una statuina di Peverell per regalarla ed era ancora lì che aspettava di essere donata. Se non altro il segreto era ancora salvo.
Breendbergh fece capolino dalla porta d'ingresso, e si avvicinò al bancone. Ricordava la gentilezza con cui Estia gli aveva confezionato gli ultimi acquisti e le rivolse un sorriso sereno prima di salutarla.
«Buon pomeriggio mia cara!» Si annunciò così, in un'esclamazione colma di entusiasmo.
Tamburellò con le dita sul bancone un motivetto allegro raccogliendo i pensieri, poi le fece un occhiolino d'intesa. «Non so se ti ricordi della mia ultima visita, è stata un po' di tempo fa, ma sappi che ho mantenuto la promessa riguardo alla Bobblehead del Preside»
Spiegò, così, tanto per fare conversazione e rassicurare l'Elfa, che l'ultima volta gli era parsa un tantinello preoccupata riguardo la questione dello statuto di segretezza. Non quello generale, intendo lo statuto di segretezza riguardo ai meme potenti.
«Bando alle ciance, non voglio farti perdere troppo tempo, vorrei acquistare un Tappeto Volante, una scatola di Biglie Colleganti e…» sospensione drammatica, seguita da uno zan zan zan molto teatrale. «La follia di oggi è una statuetta di un Dissennatore felice»
Ai tempi non si poteva sapere di Tommy, poiché l'articolo ancora non era stato pubblicato, ma presto sarebbe stato tutto un po' piú chiaro.
«Ovviamente, quest'ultima cosa rimane sempre un segreto tra noi, c'è una storia buffa dietro ma ancora non posso svelartela». Spiegò Camillo, con fare un po' misterioso e scherzoso, anche per portare avanti quello che – era certo – nel tempo si sarebbe trasformata in un inside joke simpatico tra lui e la negoziante. Già avevano cominciato a mantenere la riservatezza su quei meravigliosi giocattoli da collezione, sempre tornando al discorso Peverell-che-si-lamenta-dei-siti-archeologici-turchi.
Poi porse alla signorinella la somma dovuta, piú due Galeoni di mancia. «Grazie di cuore in anticipo, conto su di te».
Avrebbe quindi concluso, attendendo pazientemente che l'iter di compravendita avvenisse, come da manuale. Ricevuto tutto avrebbe ringraziato nuovamente, soffiando un bacio al vento in direzione della commessa gentile, per poi raccogliere gli acquisti e dirigersi ad Hogwarts.

Acquisto:
– Tappeto Volante
– Biglie Colleganti
– Una Statuina Bobblehead

Lascio 2G di mancia :<31:

 
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view post Posted on 2/10/2023, 16:30
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5ow3yk1
camillo breendbergh
tappeto volante
biglie colleganti
statuina bobblehead
+2 galeoni mancia
Spesa totale • 52 Galeoni
C'erano stati clienti estremamente bizzarri, Estia avrebbe potuto farne un elenco in breve. Nel giro dell'ultima settimana, per esempio, si era imbattuta in un ragazzino (quanti anni avrebbe mai potuto avere, se indossava la divisa scolastica?) che aveva ben pensato di trasfigurare le unghie delle mani in artigli di lupo. No, bambolina, è una moda, così le aveva detto a mo' di giustifica. C'era poi stata una signora, una cliente abituale, che aveva preteso un tappeto volante che andasse però sott'acqua, così da favorire le immersioni più folleggianti. Come dimenticare, invece, il mago che aveva ordinato cento biciclette cielsereno, con la specifica che fossero solo ed esclusivamente sulle tonalità del rosa gomma-da-masticare. Né rosa antico né pesca, era stato selettivo. Estia ne vedeva di cotte e di crude, in cuor proprio erano episodi simili a divertirla un mondo. Nessuno — in tutto il paese — superava però Camillo Breendbergh. Le bastò un'occhiata per catturare la figura familiare dell'altro, Estia aveva oramai sviluppato una sorta di senso senso per i momenti più... frizzantini, sì. Camillo, per lei, portava sempre un vento di novità, e tanto le occorreva per fiondarsi con tutta la curiosità del suo spirito. C'era stato un tempo in cui il Tassino aveva ordinato una statuetta stregata dalle fattezze del Preside Peverell, ma in tenuta da cercatore di tesori; Estia aveva creduto di aver toccato il fondo e per giorni, forse settimane, aveva temuto di ritrovarsi una lettera di licenziamento (Hogwarts restava casa sua e mai avrebbe voluto rinunciarvi).
«Bisogna ammettere» commentò allora, dopo un saluto caloroso con tanto di manina sollevata. «Tutte richieste di signorino sempre spettacolari.» A malincuore, conosceva perfettamente la fisionomia dei Dissennatori (un po' perché nata e cresciuta nel mondo magico, un po' perché aveva giorni tristi alle spalle e ne aveva incontrato uno). La verità era che una tale richiesta — un vero e proprio mini Dissennatore felice — metteva anche Estia alla prova, come avrebbe mai potuto sottrarvisi? Tappeto e biglie colleganti già erano pronti in adeguate confezioni color cioccolato, ma la statuetta richiese tutta la concentrazione. I vari strumenti, come ago, cotone, stoffe colorate, sfilavano tra le dita di Estia e talvolta restavano a mezz'aria. Con rapidi, decisi movimenti, guidava la tessitura in modo magistrale: il Dissennatore prese forma di fronte i loro sguardi, una marionetta all'apparenza tetra, con un abito di pelle lacerata che ricordava uno spettro. Cominciò ad animarsi, terribilmente, con un refolo gelido che trasudava dalla parte alta della testa; non era diverso dal solito, pur privo d'ogni reale pericolo. Eppure, Estia sorrideva. Passò la statuetta a Camillo così com'era: perfetta, certamente, ma... banale. Altro non era che un piccolo Dissennatore, volante e tenebroso. Prima che potesse essere rimproverata, Estia parlò.
«Lanci il Bacio del risveglio.» Dov'è che l'aveva sentito? Che fosse stato Camillo oppure lei rapidamente, la statuetta cambiò di scatto. Il profondo, gelido respiro del Dissennatore sfumò come nebbia in un autentico cuore, così grande da sdoppiarsi in numerosi altri gesti d'affetto; le fauci si piegarono a dismisura, un sorrisone che aveva in sé qualcosa di profondamente... folle. Con le mani scheletriche mandò altri baci a destra e a sinistra, in una giravolta che lo rendeva curiosamente allegro. Con un occhiolino e sì, un bacio scoccato a sua volta, Estia passò tutto all'amico e ringraziò per la mancia annessa.
 
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view post Posted on 28/10/2023, 14:23
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- Benin | Elfo Domestico dei Sekhmeth
x1 Biglie Colleganti;
x1 Sale Evanescente;
x1 Orologio Magico;
x1 Bicicletta Cielsereno.

Assolto il suo importantissimo compito di acquistare i libri per conto del suo padrone, Benin trotterellò via da Bibliomagic reggendosi i volumi sulla testa. Strappò un sorriso ad un'anziana strega che camminava tenendo un calderone sotto braccio, mentre un pingue Mago dall'aria altolocata non lo degnò nemmeno di uno sguardo. Ma Benin non badava a queste cose: era un'anima pura, non credeva affatto all'esistenza di malintenzionati, forse perché era sempre stato trattato con gentilezza dai Sekhmeth e dalla padrona. Lui e la moglie Brit avevano servito gli O'Neill per anni e anni e anni e anche se il Padrone Domnhall non era gentile come Padrona Brigitte, non era mai stata riservata loro cattiveria. Sì, certo, ogni tanto qualche punizione c'era scappata, ma erano più che altro autoinflitte. Padron Horus si arrabbiava sempre quando Benin si grattugiava il naso col pelacarote.
Comunque, mancava ancora qualcosa da fare: comprare un regalo per Padrona Ainsel, come chiesto esplicitamente da Padron Horus.
Girava voce, fra gli altri Elfi Domestici, di un negozietto aperto proprio da una di loro, su patrocinio di una curiosa associazione nata per i loro diritti. Brit era fortemente contraria alla liberazione. "Siamo nati per servire!" diceva, un po' troppo conservazionista; Benin, però, era più malleabile e lo incuriosiva quest'Elfa così coraggiosa. Quando giunse al Focolare Domestico, si fermò e con uno schiocco di dita fece Evanescere i libri acquistati (già, perché non l'aveva fatto prima?). Rimase sulla soglia un po' titubante, improvvisamente consapevole di quanto sua moglie sarebbe stata contrariata nel venirlo a sapere. Ma, in vetrina, vide una splendida bicicletta azzurro cielo, come gli occhi di Padrona Ainsel.
Ah! Com'era bella la sua padrona! E com'è buona la crostata di mele che prepara! Ne dà sempre un pezzetto a Benin che lui sbocconcella nel suo letto.
Smise di torcersi le mani e, preso coraggio, entra.
La prima cosa che vede è un grande albero fiorito e la sua bocca si spalanca con teatralità.
« Oooooooooh! » Prorompe, sbattendo gli occhi. Poi squittisce estasiato e zampetta di qua e di là, momentaneamente dimentico sia del suo compito, sia del fatto che in teoria non dovrebbe essere lì. Se non altro, non aveva ricevuto divieto dai padroni, altrimenti si sarebbe dovuto prendere a forchettate le orecchie. Si riempie le braccia di oggetti e poi annusa rumorosamente il profumo dei fiori. Poi starnutisce e pateticamente tira su il moccio.
« Ciao! Ciao! » Saltella e le biglie che tiene rischiano spaventosamente di rotolargli via dalle mani: vedere un altro Elfo dietro un bancone di un negozio lo lascia senza parole, forse più del negozio stesso. Arrossisce, senza rendersene conto, non perché la trova carina (nel suo cuore c'è solo Brit), ma per l'emozione.
« Che bello qui! Tu molto brava! » Esclama, sorridendo apertamente. Poi posa sulla cassa ciò che ha preso. « Benin vuole anche bicicletta blu come occhi di padrona Ainsel! » Con un'ingenuità imbarazzante, Benin fa il giro del bancone e prende la mano di Estia per trascinarla davanti la vetrina e indicare il mezzo con il lungo dito.
« Benin può averla? Benin ha soldi di padron Horus! » Chiarisce, tirando fuori un altro po' di gruzzolo dal borsellino.
Ad esser sinceri, Benin spende più di quanto concesso, ma non sa del colpo al cuore che prenderà al suo padrone, quando vedrà il conto in banca.
In fondo gli Elfi non conoscono il valore del denaro. O almeno, il buon Benin non ne ha la più pallida idea.

Look up the sky, not down your feet.
code ©Horus.

 
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view post Posted on 30/10/2023, 17:41
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mAI5Gpe
Horus Sekhmeth
biglie colleganti
sale evanescente
orologio magico
bicicletta cielsereno
Spesa totale • 72 Galeoni
La vita al Focolare Domestico scorreva con una vivacità incantevole, che giungeva dritta al cuore di chi vi lavorava. Estia, in prima linea, si svegliava giorno dopo giorno di ottimo umore: un sorriso grande grande come i cerchi di rame con cui aveva adornato le lunghe orecchie, un battito sempre più accelerato per tante avventure in programma e, com'era ovvio che fosse, una dinamica predisposizione alla fantasia. Immaginava tanti, forse troppi articoli che avrebbe voluto in negozio, e si accorgeva a malincuore di come il tempo le remasse contro. Apprezzava tanto l'aiuto degli altri Elfi Domestici, soprattutto di Arrie. Ma... tra loro, ecco, c'era un ché di imbarazzante, dopo che Arrie aveva tentato di scoccarle un bacio — un bacio! — sulla guancia, alla fine del Ballo dell'Eclissi di Sangue di Hogwarts. Da allora ridevano, scherzavano, lavoravano, lavoravano... lavoravano. Non avevano ancora avuto modo di ritrovarsi per bene da soli, d'altronde Estia tornava al Castello di Hogwarts a fine turno, mentre Arrie viveva al Calzino Rattoppato. Una distanza così breve, eppure tanto profonda per entrambi. Con la testolina sovrappensiero, sentì d'essere chiamata all'attenzione da un cliente soltanto con un attimo di ritardo. Non si scoprì sorpresa di ritrovare un Elfo Domestico come lei, spesso girovagavano al Focolare Domestico per commissioni da parte di padroni, maghi e streghe. Un po' le dispiaceva di non aver ancora beccato uno come lei, per l'appunto, desideroso di fare acquisti per sé, per proprio conto. Tempi futuri ma possibili, sosteneva il Comitato. E lei, Estia, vi credeva con tutto il buon cuore. D'altronde, fino a poco addietro sarebbe stato impossibile anche solo pensare di avere una Negoziante come lei.
«Ciao Benin, tuo nome è tanto carino.» Salutò con cortesia, un sorriso tutto sincero sul volto. Si lasciò condurre più che volentieri dall'altro verso la vetrina, dove le Biciclette Cielsereno brillavano di luce colorata. Le bastò un cenno d'intesa, come un occhiolino piuttosto divertito.
«Certo, Estia realizza lei Bicicletta Cielsereno. Mette fiori...» Non aveva dimenticato lo starnuto dell'altro, poco prima. «O forse no, ma mette cactus.» Le bastò uno schiocco di dita affinché la bicicletta comparisse, così splendente, di fronte loro. Apparve poi un cactus (senza fiori, ma in un contenitore pieno di sale colorato) nel cestino di vimini che vi era associato. Estia fece rapidamente il calcolo della spesa, spiegando un prezzo dopo l'altro mentre sistemava gli articoli in un sacchetto voluminoso (ad eccezione della bicicletta, naturalmente). Benin avrebbe potuto far sparire tutto, diretto a destinazione; se avesse avuto bisogno di una mano, Estia sarebbe stata pronta a sua volta. Con settantadue galeoni in totale, sollevò la manina e ringraziò con una mezza giravolta.
«Torna presto!»
 
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44 replies since 25/12/2020, 19:23   2425 views
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