Asgard, privata.

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view post Posted on 20/6/2021, 09:07
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You can take the darkness out of the man, but you can't force him to step into the light.

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Non è certa che l'autocommiserazione di Lucas sia autentica. Lo ricorda bene, nell'Ufficio dei Caposcuola, troppo sicuro di sé nel lavoro e nella sua condotta che, forse, ora si trova a dover usare la tecnica più antica del mondo: indossare una maschera. Se è così, sono solo sciocche fantasie e le sue parole valgono quanto un galeone bucato. E se non fossero frottole? Sarebbe pronta ad accogliere i suoi tormenti? Non ne ha già abbastanza dei suoi?
«Se aspetti le condizioni perfette, quella pioggia non arriverà mai.» borbotta, una nota di canzonatura nella voce limpida. Questa è la sua regola: nulla accade per caso e ciascuno è fautore del proprio destino. Nessuno dei due sarebbe arrivato dov'è se avessero compiuto scelte diverse e, questa, è la prova più efficace delle sue teorie. Certo, subire le conseguenze delle altrui decisioni è un altro paio di maniche, ma non sono lì per parlare di questo.
«Non ti facevo proprio un agnello sacrificato sull'altare del pessimismo cosmico.» sorride, lo fa con naturalezza per la prima volta, e si accomoda meglio sulla sedia che scricchiola un poco. E' una fortuna che, nel cicaleccio di sottofondo, lui non possa udirlo. Stringe il bicchiere di Burrobirra, ormai semi-freddo, e si crogiola nella sensazione piacevole che quel contatto le procura. Sembra quasi che, col trascorrere dei minuti, la tensione abbia trovato il modo di scivolare via, lontano da quella minuscola enclave. Si sente più rilassata, ora che l'imbarazzo si è fuso col divertimento di poche, ma ben assestate frecciatine. Quasi dimentica i suoi problemi, le preoccupazioni e le faccende rimaste in sospeso che pendono su di lei come una spada di Damocle.
Nemmeno il tempo di una Burrobirra e tutto tornerà come prima.
«Tu... credi sia sciocco?» gli rigira la domanda, incapace di scendere a patti con le emozioni che quelle ultime parole hanno smosso. Di nuovo, lo spettro del pericolo incombe e tutti i suoi sensi sono all'erta. Non dovrebbe giocare col fuoco, solo lei sa quanto sia pericoloso e teme che quella paura si rifletta nei suoi occhi, gli stessi che Lucas non smette di guardare alla ricerca di una risposta più soddisfacente.
No, non crede che sia sciocco. Non può pensarlo, perché in qualche modo, per qualche assurda macchinazione del Caso, si è sentita leggere dentro. Pur facendo attenzione, si è lasciata scoprire da un perfetto sconosciuto in un luogo in cui si sarebbe dovuta sentire al sicuro: lasciar trasparire sogni e debolezze non è da lei. Eppure, Lucas ha visto e preso nota di tutto con dovizia di dettagli. Quello, forse, è l'aspetto che più la turba dell'intera faccenda.
«Sarebbe sciocco solo se stessi cercando a tutti i costi un modo per trovare la pioggia.»
Asgard

Thalia J. Moran | 18 Y.O. | Hufflepuff Headgirl
 
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view post Posted on 30/6/2021, 16:08
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Crearsi aspettative è tra gli sbagli più grandi che una personale razionale possa commettere.
Le riflessioni di Lucas avevano abbracciato l’errore in maniera evidente, come le onde convulse del mare che s’incappano contro gli scogli. La parziale indifferenza di Thalia lo congelò sul posto: le iridi cristalline si voltarono altrove, animate dalla paura di non trovare un riscontro positivo dall’altra parte del fiume. Durante gli ultimi giorni si era tormentato con diversi quesiti irrisori, celandoli dietro la solita nuvola arida che tanto bene riusciva a far primeggiare nel suo animo.
Ancora una volta - se mai ci fosse stato il minimo dubbio - le aspettative finali si configuravano attraverso lo scenario peggiore, di una sincera condivisione che molto difficilmente avrebbe raschiato le luci della ribalta.
Nonostante gli sforzi vani profusi dal Giornalista, la dura corazza della Caposcuola sembrava non cedere affatto ai colpi esterni, dimostrando la chiara intenzione di non voler concedere più di quanto lei stessa avrebbe mai voluto far trapelare. Serviva una qualche battuta di arresto, rallentare l’avanzata fino a fermarsi, eppure, come spesso accadeva, la fatica di restare al proprio posto si faceva percepire chiaramente e senza sforzo nelle intenzioni del ragazzo. Non era una dichiarazione di resa, ma dopo averci ragionato sopra era sembrata palese la necessità di non affrettarsi oltre lo stretto dovuto.
«Non so dire cosa negli anni abbia alimentato questo mio pessimismo cosmico, ma nella mia testa vive una voce che tenta di convincermi di meritare la solitudine..»
come se nulla fosse stato, i pensieri di Lucas fluirono altrove con facilità apparente, lasciando uno sguardo tenue e sincero ad accarezzare le ultime parole della Moran.
«Non credo che sia sciocco.. Io credo che in fondo c’è l’abbiamo tutti una sacca dei “se”, una stanza della nostra mente in cui siamo vittime e carnefici di una punizione che abbiamo deciso di infliggerci, un luogo dove senza sosta continuiamo a tormentarci con le stesse domande: noi come saremmo se lui, chissà cosa direbbero se noi, e potrei continuare all’infinito!»
cercò di forzare le labbra al più sincero dei sorrisi. Continuava a peccare di pessimismo, forse?
Cercò di distogliere le attenzioni, portando nervosamente una mano all’interno del taschino dei pantaloni, per poi tirare fuori una comune missiva bianca scritta a mano. Ostinato nel nascondere una calma che l’aveva abbandonato fin da troppi minuti prima, andò a passare in rassegna l’invito cartaceo tra le dita di Thalia.
«Forse non dovrei chiederlo, sono veramente una brutta persona, ma nel caso possa interessarti io e mio fratello Nathan stiamo organizzando un piccolo party nella nostra storica dimora di famiglia..»
parlò mellifluo, e gli parve per la prima volta di rivestire un ruolo così differente rispetto al solito, e desiderò che quella particolare sensazione restasse perfettamente immutata per molto tempo ancora. Era in difficoltà, lo si vedeva, ma si sentiva stranamente felice allo stesso modo.
«Semmai decidessi di venire, potrei prometterti in cambio un festino rovinoso e disperato con una manciata di api frizzole finali, giusto per rimanere sobri e fuori contesto.»
trattenne un sorriso ingenuo, cercando di allontanare la strana fitta che attraversava il torace con forte insistenza. Non riusciva a comprendere l’intera personalità di Thalia, un complesso scrigno troppo difficile da scardinare al primo tentativo: bisognava correre ai ripari e fingere di guadagnare terreno senza lasciar trapelare un apparente scopo secondario.
«Pensaci!»
cercò nella vicinanza con la giovane un contatto più facile tra le loro mani: lasciò infatti una leggera carezza lungo la sua mano destra, approfittando volentieri del momento adiacente allo scambio dell’invito. Nel ritirare i propri polpastrelli sentì una strana sensazione addosso, come se attendesse una sua benedizione positiva alla cosa.
Nel frettempo la gola bruciava, e non era certo opera del Whisky Incendiario.
Lucas Scott - 23 anni – Giornalista
 
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view post Posted on 7/7/2021, 18:47
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You can take the darkness out of the man, but you can't force him to step into the light.

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Non crede alle coincidenze, così come non crede all’eventualità che si possa incontrare qualcuno capace di condividere strettamente una parte - o più d’una - del suo percorso con la stessa attitudine; eppure, Scott parla come se quella non fosse per loro la prima volta, spontanea e senza filtri, come se - giocando a ripetere mentalmente le sue parole - si conoscessero da sempre. Quella sensazione di doversi punire ad ogni costo per ogni sgarro, errore voluto o sfortunata coincidenza, o perfino l’assurdo desiderio di voler attingere all’autocommiserazione per un fato avverso e per le carte che si trovano a dover giocare - lasciando perdere l’umanità e la moralità - tutto fa convergere pensieri e sensazioni in un’unica direzione, che la spaventa e la pietrifica per un momento. Dice il vero, quella stanza ideale esiste e le punizioni che ivi si consumano sono le più terribili che un essere umano possa immaginare. Costringersi a tacere, immolarsi al silenzio e alla solitudine di una condizione che nessuno conosce davvero, fingere che tutto sia perfetto e nulla possa scalfire la presunta integrità oggetto di vanto. L’articolo che lui ha scritto per lei è pieno, tra le righe d’inchiostro, di quelle punizioni senza definizione. Solo lei può vederle, pesarle e fingere che non esistano.
Fingere.
Un verbo che diventa la parola chiave di un’intera esistenza, la sua, e che cela a propria volta un corollario di emozioni che non trovano espressione in nessun tempo o spazio. Non esiste un momento per definirsi fragile, stanca e avvilita. Non esiste un luogo in cui possa essere materialmente se stessa senza finzioni o segreti. Sì, conosce bene la condizione che Lucas le sta descrivendo.
Poi, il discorso prende una piega inattesa e l’impressione è quella di non aver capito nulla, ancora. Cosa direbbero se... è la più grande e sciocca delle domande che la sua coscienza le propone e che, stupidamente, non riesce ad ignorare nemmeno adesso.
Osserva i movimenti di Lucas, in attesa di un esito che è incerto come la sua posizione in tutta questa situazione: non si sente padrona di nulla, nemmeno delle espressioni del suo viso. Non si accorge, quindi, di schiudere le labbra in un accenno di sorpresa e curiosità alla vista dell’involucro di pura e semplice carta, o di aver trattenuto il respiro, mentre l’invito assume il tono che la voce di Lucas gli imprime. Allunga istintivamente la mano e mentre la carta le sfiora le dita capisce di essere in ritardo e di non poter evitare ciò che i suoi occhi hanno captato prima della sua proverbiale intuizione. E’ una carezza che dura poco meno di un secondo e fingere che non sia importante è assurdo perfino per lei. Se le condizioni ora sono diverse da un anno prima, questo non significa che sia pronta a far entrare qualcuno, chiunque a dire il vero, nel proprio spazio vitale. Ha lasciato aperte troppe porte in passato, per potersi considerare disponibile in un battito di ciglia. Non capisce lo scopo di Lucas, non coglie le avvisaglie e non ha mai saputo farlo davvero, né con lui né con altri. Come può sperare di potersi fidare quando in fondo, non ha contemplato nemmeno che Nieve potesse lasciarla sola? Si sente un’isola sbeffeggiata da un mare placido, ogni imbarcazione alla deriva e vittima di una bonaccia perpetua. Non riconosce lo sforzo di chi, nonostante le condizioni avverse, vorrebbe avvicinarsi di più, poiché l’unica eventualità che può contemplare è quella di una distanza che non ha fine. Qualcosa che, ad onor del vero, ha avuto inizio proprio da lei.
«Ci penserò.» concede, la voce simile ad un sussurro arrochito dal troppo silenzio. Non vuole promettere nulla, non desidera creare più illusioni di quante non abbia già messo in pratica. Fa scivolare l’invito sul tavolo, seguendone il movimento con lo sguardo, finché non lo afferra con entrambe le mani e lo tiene in grembo. Rimane sospesa in quella posizione per istanti che sembrano durare un’eternità e soppesa le implicazioni di quanto è appena accaduto con una meticolosità disarmante. La tentazione di cedere, non lo può nascondere nemmeno a se stessa, è forte; eppure, altrettanto intenso è il bisogno di restare fedele alle scelte già fatte, le cui conseguenze sembrano ancora pesarle. Deve ancora imparare a convivere con le proprie decisioni e non può pensare di rispondere in un modo che sia definitivo, nemmeno adesso a fronte di un invito evidentemente impacciato, ma inaspettato e gradito insieme.
Asgard

Thalia J. Moran | 18 Y.O. | Hufflepuff Headgirl
 
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