Il bagno del secondo piano è famoso per molte cose, prima tra tutte l’ingerenza di un fantasma che lì ha scelto di restare per l’eternità; è con lo sguardo divertito che Mirtilla assiste ai dialoghi più segreti tra le ragazze della scuola, alle litigate e perfino ai pianti. Quella sera, però, la “Malcontenta” è spettatrice di preparativi fuori dal comune e l’eccitazione nell’aria sta contagiando anche lei.
«
Mi stai strappando lo scalpo, te ne rendi conto?!»
«
Se la smettessi di muoverti non sarei costretta a farlo.»
La vittima di quella tortura è Iris, la carnefice Fiona. Quelle due sono cane e gatto, pensa Thalia, che le osserva appoggiata ad uno dei lavandini con il bordo di ceramica sbeccata. La più giovane delle Moran ha scelto un’acconciatura complicata e la sorella si è ben volentieri messa a disposizione per cercare di accontentarla; la Caposcuola, per il momento, si limita a supervisionare il tutto, ma senza davvero metterci l’impegno necessario. L'unica che sembra seguire interessata lo scambio di strilli e ammonimenti è proprio Mirtilla, che annuisce ai rimproveri della Grifondoro e deride la Serpeverde.
Lo sguardo fisso di Thalia sull’abito verde smeraldo di Iris, con ricami argentei dalle forme sinuose ed eleganti, l’ha quasi ipnotizzata; in realtà, il vestito della sorella non le interessa affatto ed è ben felice di aver scelto la praticità a fronte della scelta obbligata per eventi del genere. Abiti lunghi, voluminosi o elaborati non fanno per lei, non quest’anno.
Non è solo il pensiero dell'abbigliamento, di quell'azzardo di stile - se vogliamo - a farla indugiare su alcuni pensieri; quella è una serata speciale, è il Ballo di fine anno. La chiusura di un capitolo e la proclamazione della Casa vincitrice della Coppa. Non si sbilancia, non è da lei, e soprattutto la sfida è agguerrita, pronta a stravolgersi in ogni momento. Sarebbe sciocco sbandierare un risultato per vederne sbucare subito un altro pronto a smentirlo. Oltre a questo, c’è un altro pensiero, altrettanto fisso, che non le permette di rilassarsi completamente.
Sono giorni che si chiede se lo rivedrà davvero e se, come lui ha promesso - non troppo implicitamente -, quella sera lui la cercherà. Quasi per rendergli la caccia difficile ha preferito un abito diverso dal suo genere: non fosse per i ricami dorati, che richiamano la terra e le brillanti spighe di grano, il suo completo è interamente nero. I colori di Tosca non sono banali e uscendo dalla Sala Comune ha intravisto vere e proprie creazioni capaci di fare onore alla loro Fondatrice. Il suo, più che altro, è un mero cammeo. Dubita che qualcun altro abbia avuto la brillante idea di indossare un completo simile e all’improvviso il suo piano di passare inosservata se ne va in fumo. Lui la vedrà immediatamente e la caccia sarà risolta in quattro e quattr'otto. L’istinto che le spinge a correre a cambiarsi è troppo forte, ma si distrae col fastidio della ceramica appuntita sulla pelle morbida del polpastrello.
Fiona solleva finalmente il mento della sorella minore per osservare il risultato della sua opera, mugugna un commento comprensibile soltanto a lei e poi si volta a cercare l’approvazione di Thalia.
«
Sorella? Ci sei?» i toni bruschi della Grifondoro la riportano alla realtà e annuisce senza nemmeno aver capito la domanda. «
Cara mia, hai una cera terribile.» scimmiottando i toni pomposi della loro madre, Fiona le si avvicina e con gli indici tesi preme gli angoli della bocca di Thalia affinché simulino un sorriso. «
Ci riesci, per una sera, a non essere un manichino inespressivo?»
Ottenendo quando sperato, Thalia si risolve a sorridere e a scacciarle la mano, dopodiché ritorna al suo stato di perpetua riflessione.
«
Lasciala in pace, Fiona!» sbotta allora Iris, le braccia conserte al petto, pronta a dare battaglia.
«
Senti, se Tassorosso deve proprio vincere la Coppa almeno che la ritiri col sorriso sulla faccia. Altrimenti è una presa in giro.»
Seguono una serie di commenti e rappresaglie verbali degne dei migliori alterchi a difesa delle proprie Casate, che ben presto fanno ridacchiare acutamente la povera Mirtilla accoccolata sul lavandino accanto al suo. Separare le Moran è un’impresa che sente di non poter gestire, non quando il suo stomaco chiede imperiosamente attenzione con un brontolio insistente. Se l’inedia è sintomo di pensieri opprimenti, la fame indica ben altro; quando la porta del bagno al secondo piano si chiude, Fiona ed Iris sono ormai sole.
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Il vociare confuso della Sala da Ballo le suggerisce di essere in ritardo, come al solito. Gli studenti si sono già portati avanti con i primi assaggi e molti gruppetti sono andati a formarsi qua e là. Ferma sulla soglia della Sala, inspira a fondo e trattiene l’aria nei polmoni fin quando non ne può più. Si liscia la giacca di seta nera, le dita che sfiorano i ricami dorati e lo sguardo naviga sui volti attorno a lei. Di lui nessuna traccia, almeno per il momento. Non è certo a passo deciso che si avvia al tavolo imbandito e cerca di capire che cosa possa incontrare il suo gusto, ora che lo stomaco si è nuovamente richiuso. Il nervosismo che aleggia nell’aria attorno a lei dovrebbe allontanare chiunque dal suo raggio d’azione, come se uno scudo invisibile si elevi a proteggerla. E' con poca convinzione che si accomoda su una delle panche e sceglie come vittima sacrificale un tortino dall’aria invitante e, forse, ripieno di carne. L’aroma speziato riaccende il suo appetito, mentre osserva i primi coraggiosi affrontare la pista da ballo. Un gruppetto in particolare attira la sua attenzione: capeggiato dalla signorina Donovan, è composto interamente da ragazze. Sorride involontariamente, pensando a quanto fossero intimidite dalla loro prima sera ad Hogwarts, Camille e Susan almeno, ed ora al contrario fossero diventate l’anima della festa. E’ da quel punto della Sala, un po’ in disparte, che comincia a sbocconcellare il tortino e a chiedersi se sia ancora adatta a quel genere di serate e a quell’ambiente… o se ci sia altro, là fuori, per lei. Non ci ha mai riflettuto un granché, ma adesso che guarda le sue compagne - ancora all'inizio di quel viaggio - si rende conto di quanto sia pronta a lasciare l'alveo sicuro della Sala Comune. Intanto, per questa sera, dovrà accontentarsi del ruolo che le spetta e che, suo malgrado, dovrà continuare a ricoprire.