| Attraverso nuove sensazioni in continuo progresso, Lucas scopriva una verità disarmante, la stessa che aveva sfiorato con il pensiero nei giorni precedenti al Ballo; la presenza di Thalia si rivelò un turbinio di nuovi sentimenti, le pulsazioni ne sfidavano ogni controllo in modo costante e in quel perdersi continuo il Giornalista già capiva come misurarsi. Si sentiva leggero, per la prima volta era completamente privo di preoccupazioni, e non avrebbe potuto chiedere cosa migliore. Le riflessioni carezzavano l’avvicinamento più estremo, perfino lo sguardo svelava l’innata tempera animosa; non esisteva più nascondiglio sicuro, non esisteva più solitudine certa. La ragazza sceglieva di accostarsi al visibilio delle emozioni, arrestandone infine il blocco di partenza; ogni perplessità si manifestava in trame ben precise, le stesse trame che avevano consumato il cuore di Lucas in direzione del tesoro più ambito. Il contrasto giunse in modo nitido e preciso come un lampo che annuncia tempesta; così come i giorni passati non erano riusciti a deformarne il ricordo, così neanche i rumori di quella sala furono in grado di confonderne il timbro naturale. La figura della Caposcuola che avanzava d’un passo, soltanto d’un passo, le dita affusolate che si stringevano attorno al polso di lui, dapprima in fremito, per liberarne il campo visivo da ogni paletto difensivo. La vide vicina, estremamente vicina, nell’eterna bellezza del suo viso grazioso. Più sentimenti si prodigavano ancora in un filo conduttore non troppo chiaro, una fitta di piacere, di possibilità concrete e di bellezze in eterno divenire. Leggermente più dietro, nel repentino incastro di movenze imprevedibili, il sortilegio prese forma tangibile: apparve delicato, il cuore stretto in una morsa e gli occhi immobili, fulminei, davanti alla prigionia curiosa che ne tesseva i dolci ricami. Avvertì il corpo di lei sporgersi in avanti, incontrare le sue labbra e sigillare un delicato quanto percettibile richiamo; finalmente il gesto di cui sapeva di aver disperato bisogno. Più si lasciava trasportare da quel determinato presente, più il battito nel petto si faceva intenso, vivo e intimamente sorpreso: non voleva separarsi da lei, lo percepiva fin sottopelle. Così, quando il distacco sopraggiunse tra loro, Lucas in modo languido socchiuse appena gli occhi. Un lungo brivido e un respiro profondo seguirono l’accaduto. Era un risveglio tanto nuovo quanto originale, un richiamo alla naturalezza più pura, un incontro alla semplicità che mancava da troppo tempo nella sua esistenza. Soppesò distratto il volto della ragazza, per un attimo che si cristallizzò nel tempo. Forse, in quel momento, si accorse ancor più che negli incontri precedenti, di aver desiderato quel traguardo con tutto se stesso, in modo estremo anche. La realtà sembrava aver fugato ogni ragionevole dubbio, di come non avesse mai accettato la banale idea che i momenti passati insieme a lei potessero divenire fossili intrappolati nella roccia di ricordi lontani. Furiose, le suggestioni si spalancarono oltre la mente, oltre ogni orizzonte possibile, e ne catturarono la luminescenza nei sentimenti. Eppure, istintivamente, decise di non rimuginare troppo su quelle certezze, perlomeno, non quella sera. Con un sorriso appena accennato, l’espressione più sincera lo aveva portato quasi a ringraziare la Caposcuola per quell’affettuosità compiuta: un silenzio complice di un’intesa armoniosa. Era uno di quei momenti in cui non bisognava parlare, perché scivolare in banali considerazioni, avrebbe distrutto la perfezione dell’attimo appena vissuto. Avanzò così di poco e liberò lo sguardo da Thalia alla pista da ballo, senza più freni di alcun genere: se l’idea di danzare aveva attirato il suo timore maggiore, l’espressione di Lucas non lasciò travisare alcun disagio del genere. «Dài, ragazza di Cork, ora vediamo se sei solo chiacchiere e distintivo, scateniamoci!» tutto apparve come un movimento meccanico, scandite, le braccia di Lucas invitavano con ritmo cadenzato la figura di lei a seguirlo verso il centro della pista. Le gambe cominciarono a muoversi in modo buffo, da destra verso sinistra, inspirò a fondo: si sentiva un perfetto idiota ma poco importava. In lontananza, la musica sinfonica di un valzer sovrastava ogni angolo della sala; la melodia iniziava come un bagno dispersivo, la paura sotto i suoi piedi sarebbe stata presto spenta del tutto. Un battito di palpebre prima di osservarla di sfuggita con sguardo colmo di speranza; solo per quella notte avrebbe trasportato la figura di Thalia verso un viaggio incantevole, fatto di romanticismi sopiti e sentimentalismi mal celati. Trovata la giusta posizione all’interno della Sala, il capo di Lucas era leggermente reclinato di lato, mentre la vicinanza tra i corpi si caricava di forti aspettative. La mente sapeva già cosa fare e non perse ulteriore tempo prezioso; il braccio si strinse attorno a quello di lei, socchiuse gli occhi di poco e inspirò profondamente. Il palmo sinistro aperto convinceva la schiena della Caposcuola a non cedere a nessuna controversia, era desideroso d’attingere ad un nuovo punto di contatto molto più intimo; si mosse di un solo passo, sancendo così l’inizio delle danze. Cominciarono entrambi a muoversi; quasi subito i muscoli dapprima rigidi si rilassarono, mentre la dolcezza delle mani guidava il resto del corpo attraverso movimenti sinuosi. Forse, con un po' di fortuna si sarebbe congedato di lì a breve senza commettere errori goffi, avrebbe ballato al meglio delle capacità senza pestare i graziosi piedi di Thalia. Cercò di concentrarsi, in ogni caso: si costrinse a sorridere, certo di essere nel posto giusto al cospetto della Dama perfetta. Spostò di poco il baricentro in avanti e mentre si muoveva, dando contegno misurato alle proprie gestualità precarie, Lucas cercò di mettere a freno ogni altro simile impulso di allungare il collo e di baciarla. Intimamente, si convinceva moltissimo della perfezione di quel dato momento, e nel corso di quel contatto prolungato qualsiasi azzardo poteva mostrarsi fatale. Sotto allo sguardo, ad un battito di ciglia, si riflesse un pensiero ancestrale, e così sorrise di una gioia che non aveva eguali. «Percepisco dell’ironia nel tuo sguardo..» la voce gli uscì fioca e se la schiarì, prima di sorridere imbarazzato. Un tremore lungo le gambe e fino al petto suggerì a Lucas del disastro che stava combinando in quei movimenti improvvisati; persino mani e piedi, in quel contesto atipico, si rendevano partecipi di deviazioni maldestre e fuori tempo. Cercò in fretta di recuperare terreno, a dispetto della bravura della ragazza molto più leggiadra e brava, la volontà di lui rimaneva quella di non sottrarsi al confronto. «Me ne ricorderò quando avrai bisogno della mia lodevole esperienza di giornalista per lavorare a possibili interviste future!» per sua fortuna, l’intervento improvviso del Preside Peverell richiamò l’attenzione di tutti e la musica cessò di suonare. Gruppi di studenti si radunarono in perfetto silenzio, non una parola sembrava oltrepassare il breve discorso intrapreso da Albus. Le aspettative cariche di silenzio si prolungarono nell’attesa di qualche secondo, mentre, le grida finali, raggiunsero ogni angolo della Sala nell’ascoltare la Classifica conclusiva: Tassorosso aveva vinto. Seguì un lungo applauso continuo, stendardi gialli e neri ovunque, sprazzi di coriandoli colorati che cadevano dal soffitto incantato, ogni cosa sembrava divenire melodia all’interno di Hogwarts. Le dita di Lucas si staccarono rapide da quelle di Thalia, l’espressione sorridente rivolta verso quest’ultima; percepiva il suo respiro trattenuto dall’emozione, percepiva il suo sguardo scintillare di meraviglia assoluta. Quando si allontanò di qualche passo, finalmente poté trarre un respiro profondo, e le ultime parole si unirono in un contrasto di gentilezza e ammirazione devota. «E’ il tuo momento Moran.» sorrise, il volto sollevato verso il palcoscenico. Volteggiò su se stesso come in un inchino di grazia e lasciò lo spazio libero alla Caposcuola di avanzare. A dispetto di una malinconia nascente per Corvonero, il suo cuore batteva felice. Sarebbe rimasto lì, per tutto il tempo necessario ad ascoltare il discorso della ragazza e ad incitarla a gran voce, ma al momento opportuno sarebbe andato via di corsa. Nella tranquillità di un altro giorno, Lucas Scott l’avrebbe sicuramente cercata a Thalia Moran.
Lucas Scott - 23 anni – Giornalista
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