Punto. E a capo., Role retrodatata

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view post Posted on 21/12/2021, 22:47
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You can take the darkness out of the man, but you can't force him to step into the light.

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Torna in te.
Sì, ma come? Come si torna al punto di partenza dopo aver toccato l’abisso, senza sapere quando questo avrà fine? Basterebbe una spinta, anche piccolissima, e giunta al fondo potrebbe risalire. Eppure, non sente di aver raggiunto il punto più basso. Risalire non è possibile.
Stringe le labbra tra loro, non vuole lasciarsi sfuggire nemmeno un respiro mentre lotta costantemente col bisogno di rimanere ancorata alla realtà che ha creato con le sue mani e, al tempo stesso, il desiderio di rifuggire quella fragilità che sembra farle da mantello. E le giustificazioni. Oh, di quelle ne ha così tante che se fossero carta da stropicciare potrebbe tappezzare un'intera stanza.
«E se non avessi nascosto una parte di me?»
Glielo chiede con un filo di voce, roca. Sono le prime parole che pronuncia dopo il crollo e lo sguardo sul baratro che l’ha quasi spinta a obliare la mente di Mike con la magia. Eppure, quello è un limite che non vuole superare. Glielo ha promesso molto tempo prima e averlo perso non vanifica il peso del suo giuramento; ne ha infranti altri, ma questa ormai è storia vecchia.
Tira su col naso, per la prima volta incurante di sembrare poco elegante, scacciando una lacrima dalla guancia col dorso della mano: Mike ha visto tutto di lei, tanto vale essere se stessi fino in fondo, adesso. Si appoggia allo schienale e assapora il silenzio, sperando che quel frangente non finisca mai. Il tepore nella stanza fa evaporare le lacrime che non accennano a smettere di rigarle il volto e non importa quanto si ostini a cancellarle con un gesto nervoso della mano, l’amarezza che portano non vuole lasciarla.
Poi, all’improvviso, il suo corpo si riscopre vivo e mosso da un fremito che Mike faticherà a capire sia una risata - altrettanto amara - trattenuta a stento.
«Oh, Mike. Vorrei davvero essere il mostro che credi io sia... vorrei esserlo. Mi odierei di meno.»
Ed è così vero. E’ la cosa più autentica che gli abbia detto finora. Come se tutto li avesse portati a confessarsi in quel modo, in quel preciso momento, al solo scopo di veder scoperta la verità assoluta di un segreto che, ancora, è solo suo.
Lo guarda e vede il ragazzo di sempre, ma sa bene che sotto quella patina sbiadita di ricordi esiste una persona nuova, che non ha bisogno di lei. Quanto, quanto ancora brucerà la ferita della vergogna e del senso di colpa?
«Ti ho amato.» sussurra, mentre scruta la piega presa dalle sopracciglia scure, il probabile stupore negli occhi color nocciola. Li aveva scrutati per ore in passato e avrebbe continuato a farlo, sperando che un giorno avrebbero potuto perdonarla. «E ti ho perso.»
Sospira, non sa come dire quello che le frulla per la testa, ma deve trovare il modo. Deve. Glielo deve.
«Che cosa ti fa credere che permetterò a qualcun altro di soffrire per me quanto io ho fatto soffrire te?»
Thalia J. Moran | 18 Y.O. | Hufflepuff Headgirl


 
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view post Posted on 13/2/2022, 23:24
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Nel corso degli ultimi mesi, di ipotesi e congetture ne aveva azzardate tante per provare a darsi una spiegazione su ciò che era effettivamente accaduto tra loro, ma le conclusioni alle quali era giunto si erano sempre dimostrate una meno verosimile dell’altra. Così, quando la giovane irlandese decise di rompere il muro del silenzio dietro al quale si era trincerata, l’ipotesi che cercò di esporre lo colpì di netto, come un improvviso incantesimo ben piazzato. Se non si era nascosta, allora, cos’era successo? Insomma, erano cresciuti e cambiati, ma erano pur sempre loro: Thalia Moran e Mike Minotaus!
In quel momento si sentì vacillare perché, in cuor suo, non voleva nemmeno considerare una nuova ipotesi.
No, Thalia non era più la giovane ragazza che aveva conosciuto, anche se ora quelle guance erano rigate dal solco lasciato da una lunga serie di lacrime. Comprendeva, invece, il suo stato d’animo.
Entrambi erano stati vittime di una moltitudine di ricordi che, verosimilmente, non sarebbero mai più tornati a raccontare la loro realtà. Il “noi” si era ormai disciolto come neve al sole, ma le parole dell’irlandese continuavano a mettere in dubbio alcune delle sue più ferree convinzioni.
Un’amarezza non ancora del tutto superata iniziò ad instillarsi e a diffondersi nel suo animo perché di indizi e avvisaglie, lui, invece, ne aveva raccolti e visti molti. Certo, non aveva mai messo in dubbio il profondo legame che li aveva accumunati per tanto tempo, ma quel suo estremo tentativo di difesa suonava come un ultimo e disperato tentativo di mettersi a posto con la coscienza.
Poi, poco a poco, la diffidenza avrebbe iniziato a trasformarsi sempre di più in sorpresa. Sapeva di non essere dinanzi ad un mostro, ma l’udire quel verbo, anche se al passato, gli fece ritrovare un po’ di calore e di conforto; l’idea di aver vissuto per un lungo periodo all’interno di una mera illusione, per quanto lontana, era sempre dietro l’angolo.

“Stasera sono arrivato fin qui per sbaglio ma, come vedi, per il momento sono rimasto.” Provò a sollevare lo sguardo verso il suo viso, andando oltre a quello che doveva essere il rossore presente sulle guance dell’irlandese. “Anche se non condividiamo più i sentimenti di un tempo,” ed in parte, Mike, continuava ad attribuirle una certa responsabilità, “questo non vuol dire che tu sia diventata all’improvviso un’estranea.” Le parole del ragazzo cominciavano a scivolare, fondendosi con ciò che ancora era rimasto imprigionato nel profondo del suo animo.
Non l’avrebbe mai ammesso, nemmeno a se stesso, ma era da un po’ di tempo che sperava di rivederla e di fare chiarezza su ciò che era stato.
Accennò ad un sorriso di imbarazzo, immaginandosi di come sarebbe sembrata bizzarra quella scena se vista da una prospettiva esterna ai due protagonisti. Eppure, qualcosa sembrava non essere andato nel verso giusto; si percepiva dal clima, dalle loro voci e dall’atteggiamento di Thalia che, trinceratasi dietro alcune supposizioni, sembrava non voler cedere alla naturalezza di un sano confronto.
Era innegabile; Mike l’aveva evitata per molto tempo, annebbiato da una cortina di negatività che l’aveva avvolto in tutto quel periodo, ma ora si sentiva piuttosto distante dai modi e dagli atteggiamenti della ragazza che si trovava difronte. Se da un lato era inutile piangere sulla pozione versata, dall’altro non aveva nemmeno senso dimenticarsi di tutto ciò che c’era stato di bello in quegli anni.
“Non posso negare di aver sofferto… “
Aveva lottato molto per quel sogno che, infine, era sbiadito così tanto sino a diventare del tutto impalpabile.
“…ma credo si possa anche provare a voltare pagina per guardare la realtà da una prospettiva diversa.
Sei una strega estremamente brillante e, al netto dell'ultimo periodo, condividere questi anni con te è stata l'esperienza più bella che ho vissuto. “

Lasciando per il momento da parte alcuni dissapori, Mike avrebbe voluto lanciare un messaggio anche attraverso l’esempio, lasciandosi andare ad un atteggiamento votato alla sincerità e alla condivisione. Insomma, perché non fare tesoro di questa esperienza, errori compresi, per porre le basi ad un nuovo futuro?
“Spero sia stato così anche per te.”


Scusami per il ritardo :<31:

 
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view post Posted on 17/2/2022, 21:54
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Lo conosce abbastanza bene da sapere che, per quanto cerchi di evitargli il confronto con una realtà per lui troppo gravosa, le sue parole non gli bastano e, per giunta, non saranno mai sufficienti. Ha sperato che nel sentirle pronunciare apertamente sentimenti non del tutto sopiti - e che, dopotutto, non lo saranno mai - abbia capito che qualcosa non stia andando nel verso giusto, che resti ancora qualcosa da dire e spiegare meglio, ma che per il momento deve tacergli.
Come la percepisce nel petto la spinta a rigettare la verità, come se fosse un boccone andato di traverso; gli direbbe tutto perdendo il fiato, piangerebbe ancora e, forse, lui capirebbe.
Capirebbe, finalmente, perché l’abbia spinto ad allontanarsi da lei. E con quella consapevolezza sarebbe più facile alzarsi da quella sedia che la sostiene, comodo appiglio e prigione delle sue membra stanche. Più lo guarda e più il bisogno di chiudere quello spazio che li separa, di prendergli la mano e giurare di raccontargli tutto quando sarà finita diventa grande.
«Non ho pretese, non ne ho mai avute.» ribatte, scacciando il principio di un sospiro. Se questo è il dolore che si prova a lasciar andare qualcuno per davvero, come se di colpo una parte di se stessi venga strappata via di netto e tutto ciò che si prova non è il dolore dello strappo in sé, ma il vuoto che lascia, allora non vuole più essere vincolata a nessuno. Non se può evitarlo.
«Vorrei che fosse più facile…» mormora, mordicchiandosi il labbro alla ricerca delle parole più giuste «...e vorrei ricominciare, in modo… diverso.»
Non si torna indietro, nonostante il richiamo di quello sguardo e i lineamenti di quel viso che ha visto cambiare, dall’aspetto di un bambino fino alla fine dell’adolescenza. La fa soffrire l’idea che le dita che gli arrufferanno i capelli nei momenti di svago non saranno le sue, ma quelle di Alice Lestrenge o di chiunque altra. Del resto, si augura davvero che nessuna delle persone che sceglieranno di stargli accanto sia come lei. Non sopporterebbe di saperlo accanto ad un'altra persona in grado di mentire così bene.
«Mi dispiace.» sbotta alla fine, sollevando lo sguardo arrossato a cercare il suo «Mi dispiace di essere stata così maldestra. Avrei potuto gestire le cose diversamente, avrei potuto…» Non lasciare che una profezia influenzasse la mia vita «So che ti ho chiesto molto, pazienza e fiducia innanzitutto, disattendendo ogni volta le tue aspettative, ma… »
Le mani intrecciate finalmente sciolgono i nodi e, mentre la sinistra le incornicia la guancia ancora umida, la destra si tende verso di lui. Il dorso appoggiato al tavolo col palmo rivolto verso l’alto, in un gesto che sa di scuse e un’ennesima richiesta di fiducia che, questa volta, sa di poter premiare con il tempo. Spera in un contatto, l’ultimo ed estremo tentativo di aggiustare le cose.
«Quando sarai pronto ad ascoltare ed io a raccontare, vorrei dirti tutto. Perché se c’è una cosa che desidero più di tutto è condividere con te, in modo diverso, quello che ci è successo… per colpa mia.»
E forse, in fondo, non importa di chi è davvero la colpa per tutto questo: se solo volessero, potrebbero cancellare tutto e ricominciare da capo; perdonarsi a vicenda sarebbe facile se non ci fosse un substrato di rancore e vergogna, paura e tentazione; ma questa non è una partita a scacchi e, per quanto le piaccia l'idea che la vita sia - in fondo - una strategia, i sentimenti - così come la paura di un salto nel vuoto - contano. Mike ha già guardato in quell'abisso di occhi color ardesia e, se non volesse riporvi fiducia ancora una volta, non lo biasimerebbe.
Thalia J. Moran | 18 Y.O. | Hufflepuff Headgirl


Ma non ti preoccupare :<31:

 
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view post Posted on 11/4/2022, 23:07
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Non è pentito di ciò che le ha appena confidato perché è ciò che sente corrispondere alla verità. Certo, reimmergersi in un passato che pensava di aver superato non è facile e lì, in quel momento, avverte il cuore battere ancor più velocemente. Se in parte i suoi pensieri sembrano tornare a quanto di bello ha provato nel corso degli ultimi anni, dall’altra parte emerge anche quel malessere che l’ha costretto ad allontanarsi in maniera così netta da lei. Amore e sconforto, felicità e amarezza. Due lati di una stessa moneta che Mike, proprio con Thalia, aveva imparato a conoscere.
Nella voce dell’irlandese avverte il suono della sincerità, anche se molte parole gli suonano distanti, così come il loro significato. Insomma, cosa può essersi frapposto tra loro?
Il racconto di Thalia ha il sapore di qualcosa rimasto inconcluso e l’inglese sembra rimanere sempre più titubante e perplesso, oltre che preoccupato, per quella lunga serie di allusioni e fatti che gli vengono taciuti.
Per un istante il suo animo si fa irrequieto, pronto ad immaginare quali possano essere le “cose” da gestire diversamente; Thalia, tuttavia, sembra non mostrare ulteriori cedimenti e Mike, in cuor suo, non può far altro che rispettarne la sua scelta. Pur non sentendosi del tutto soddisfatto, non vuole sembrare oltremodo invadente e, al netto di quel che sta emergendo nel corso della serata, i due sembrano ormai piuttosto provati.

“Ormai mi conosci, e anche se noi…”
La guardò per un secondo, esitando. In quel momento aveva la vaga impressione di essersi appena incartato con le sue stesse mani, ma ora, come uscirne? “Insomma… sai quanto non mi piaccia essere tenuto all’oscuro su un qualcosa che può riguardarmi e che può essere importante, che può essere importante per te, ma capisco che questo non è il momento adatto.”
Le avrebbe dato tempo per riflettere e, se necessario, per rimediare. Non se ne sarebbe andato, almeno non per quel motivo, ed anche se i loro animi risultavano ancora fragili e opachi per quanto si era frapposto tra loro, i due Caposcuola sembrarono desiderosi di intraprendere un percorso che li avrebbe riportati ad aprirsi l’un l’altra. Non si erano mossi di un centimetro, ma negli ultimi mesi non erano mai stati così vicini.

Arrivato a toccare il tavolo dietro il quale era seduta la giovane Tassorosso, Mike avrebbe lentamente allungato anche la sua mano destra, pronto a sfiorare quella di lei in un puro gesto di condivisione e fiducia.
“Immagino che questo sia un arrivederci.”
Le parole uscirono lente e misurate, ma in quel momento l’emozione si trasformò in un vigoroso sussulto. Si sarebbero rivisti, molto probabilmente l’indomani, e i loro sguardi sarebbero tornati ad incrociarsi. Certo, nulla sarebbe stato più come prima, ma il profondo legame che li aveva visti come protagonisti non poteva essere cancellato nemmeno dalla magia più potente.
Magia.
Un dono imprescindibile nella loro vita da maghi, ma quel concetto poteva essere esteso anche ad un potente artefatto. In quella lunga serie di connessioni, Mike avrebbe trovato la forza per compiere un ulteriore passo verso Thalia, accogliendo così le sue stesse parole.

“Ora, beh… mi sono appena ricordato di dover andare a cercare una vecchia busta.” Non le avrebbe mai mentito, specie dopo quella sera, ma non le avrebbe nemmeno anticipato altro sulle sue reali intenzioni. “Augurami buona fortuna, perché ne avrò bisogno.” Abbozzò un sorriso, sincero, forse il primo nel corso di quei momenti, prima di dar vita al suo proposito.
Era giunto il momento di restituire una vecchia lettera perché, in fondo, un tentativo andava fatto.
Nei suoi propositi, Thalia avrebbe potuto trovare una busta ormai logora ad attenderla, l’indomani, assieme alla colazione. Un gioiellino rotondo avrebbe accompagnato un piccolo messaggio, con all’interno poche semplici parole, scritte velocemente.

“Non funziona più.”
“Funziona?”


 
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view post Posted on 16/6/2022, 19:25
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Da quel pomeriggio ad Hyde Park molte cose erano cambiate, ma la sensazione delle dita di Mike tra le sue non sarebbe mai potuta essere diversa. Una scossa elettrica pura e semplice, come se quel contatto avesse risvegliato una parte sopita di lei, richiamandola alla realtà. Era così che si era sentita la prima volta, quando aveva capito che lui non sarebbe mai stato per lei soltanto un compagno di scuola e un amico fidato; sapere di provare ancora quell’emozione, capace di sconquassarla dall’interno, le piaceva e la terrorizzava insieme.
Come poteva sperare di passare oltre, fare quello che ci si sarebbe aspettati da lei, se bastava solamente sfiorarle la mano per dimenticare tutto? E come poteva ignorarsi a tal punto da dimenticare se stessa?

«Credo… credo di sì.»
Un arrivederci andava bene. Più che bene. E nel sorriso a fior di labbra Mike avrebbe saputo trovare la risposta a qualunque dubbio avesse sulle sue intenzioni. Gli avrebbe voluto dire tutto prima che, con quella che aveva il sapore di una giustificazione poco studiata, uscisse dalla stanza.
Trascorsero pochi secondi di completo silenzio prima di cominciare nuovamente a flettere le dita, incredula di quanto fosse accaduto nello spazio di pochi esitanti respiri. Non era una pace completa, ma le sarebbe bastato, per il momento. Avrebbe fatto tesoro di quella seconda occasione che lui aveva voluto concederle, ma con quella consapevolezza era arrivata anche la paura di fallire miseramente. Non aveva fatto altro che sbagliare, convinta di aver ragione su tutto senza - in realtà - sapere niente.

Il mattino seguente, la Sala Grande le era apparsa più luminosa e viva che mai. Come se la cappa di oppressione sul petto si fosse sollevata e potesse respirare, finalmente, libera.
Non aveva ancora superato lo scoglio dell’entusiasmo dei compagni più giovani, ma decise di provare ad essere più socievole e meno… emotivamente distaccata. Si era sentita un’isola, in parte era quello che pensava ancora di essere, e la facciata di paradiso faticava a cedere il passo alla verità. La patina splendente era ancora lì, nello sguardo lieto e nella smorfia divertita, tra i voti che avevano ricominciato a salire e la strada spianata. Eppure, la sua via non era affatto in discesa.
«Buongiorno!» la salutò Kate, voltandosi con un gran sorriso.
«Hai ricevuto posta, ma senza gufo!» ridacchiò, pensando di essere divertente.
Le servì un istante per riconoscere la grafia - la prima, tondeggiante e sbarrata -, che aveva riportato alla luce un reperto risalente alla sua storia recente. Lo scarabocchio, per quanto ordinato, lo rinosceva allo stesso modo. Non poté fare a meno di ripensare al sonno tranquillo, il primo dopo tante notti passate a rigirarsi silenziosamente tra le lenzuola, e alla sensazione di pace - effimera quanto la vita di una farfalla - che l’aveva investita realizzando i fatti della sera precedente. Incredula li aveva ripercorsi nella mente, giurando - qua e là - di aver esagerato con alcuni dettagli o di aver tralasciato cose importanti.
Eppure, la domanda era una sola.
Funziona?
Non aveva bisogno di indossarlo per conoscere la risposta.
Thalia J. Moran | 18 Y.O. | Hufflepuff Headgirl


E ce l’abbiamo fatta.
Sono commossa.

Grazie serpino :<31:

 
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19 replies since 23/7/2021, 22:28   559 views
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