Scherzi e scaramucce a parte, il caso Ellis sembrava più serio e complesso di quanto sembrasse. Non aveva assistito direttamente alla scena e, d’altro canto il giovane Tassorosso coinvolto, forse per timore, non ne aveva fatto parola con lei. Sperava di riuscire a parlare con lui quattr’occhi e convincerlo ad aprirsi. Il discorso di Casey la colpì molto. Ingenuamente non si era mai messa a riflettere a lungo su questa problematica, forse perché lei stessa non era mai stata colta dal pregiudizio. Ascoltò le opinioni degli altri senza battere ciglio. Erano tutte giuste e sensate, la cosa fondamentale era che tutti fossero d’accordo su una cosa:
andavano abbattute certe barriere.
Mentre le parole di ognuno dei colleghi arrivavano alle sue orecchie, nuotò fino al bordo vasca. La canottiera, ormai nuovamente zuppa, le pesava rallentandole i movimenti e rendendo goffe le sue bracciate. In cerca di un sostegno fisico poggiò la schiena al solido marmo. Si tolse i capelli, pieni di profumata schiuma, dal volto.
Quello che pensava di tutta quella situazione? In primis quell’episodio non doveva rovinare un’amicizia.
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Anzitutto, se posso permettermi, cercherò di parlare con il mio, anzi, il nostro concasato della faccenda!» indicò Gwen prima di proseguire.
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Se lui ed Ellis sono davvero amici non è giusto che quanto è successo, seppur spiacevole, rovini il loro rapporto.» per lei l’amicizia è una cosa importante e gettarla alle ortiche perché Ellis, a seguito di un insulso pregiudizio, veniva tutto d’un tratto bollato come il nemico era inconcepibile.
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E, per rispondere alla tua domanda, tutto ciò non ha un senso! Buoni e cattivi sono ovunque, così come persone simpatiche o antipatiche, attaccabrighe o pacifiste! Insomma, non siamo fatti con lo stampino!» ogni individuo è unico, non può essere stereotipato perché inserito in un determinato gruppo.
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Forse proprio qui hanno sbagliato i fondatori!» disse per agganciarsi al discorso fatto da Vivienne. «
Il sistema era marcio fin dall’inizio! Forse loro stessi si basavano su principi sbagliati. E questo si è protratto nel tempo.» fece una pausa per cercare il modo più adatto per spiegarsi.
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Concordo che forse dividere i ragazzi in gruppi potesse sembrare una buona idea, almeno inizialmente. Ma sarebbe stato ancora meglio se, senza classificazioni caratteriali, ognuno dei fondatori avesse condiviso con tutti loro, indistintamente, i propri pensieri, le proprie idee, le proprie conoscenze magiche!» quella che immaginava era una comunità di studenti unita, senza nessuna divisione. Una comunità dove ognuno condivideva i propri punti di forza, aiutandosi a vicenda per tirare fuori la propria parte migliore, le proprie qualità. Quest'ultime non dovrebbero essere sancite da un oggetto magico, che alla fine su poche basi pone un individuo all'interno di un insieme chiuso.
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Se Salazar non fosse stato un purista, se avesse messo avanti a sé stesso il bene degli studenti anziché il suo credo malato oggi i Serpeverde non verrebbero visti come degli stronzi!» il suo sguardo si posò su Daniel, che di certo non era un ragazzo brutto e cattivo da evitare come la peste.
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Se Godric, invece di litigare con Salazar, avesse messo da parte il suo ego e anche lui avesse pensato a ciò che potessero provare i ragazzi nel trovarsi in un ambiente in cui aleggiava solo tensione e odio oggi non saremmo arrivati a mettere alla gogna Casey!» passò alle colleghe di Grifondoro.
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Tosca e Priscilla, che dire, loro magari avevano capito il problema, ma non si sono fatte avanti per risolverlo. Semplicemente hanno tacitamente acconsentito a mandare avanti il pregiudizio!» magari aveva torto marcio, ma con tutte le carte disposte in tavola non riusciva a vederla diversamente.
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La Coppa non ne ho idea se è sempre opera dei fondatori, ma sicuramente è una cosa che molto spesso induce a litigare. La sana competizione non è un male, ma qui molto spesso si esagera!» era innegabile la soddisfazione di sollevare quell’ambito Premio, ma a quale prezzo? Se non porti punti alla tua Casa vieni considerato uno stupido scansafatiche. Se addirittura li fai sottrarre è la fine. E tutto ciò per dimostrare cosa? Di essere i migliori?
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Vincerla alla fine cosa rappresenta? Se vogliamo analizzare fino in fondo non indica certo il migliore o il peggiore dato che tutte le Case hanno andamenti scostasti. Una vota vinci una volta perdi. Come in tutte le cose. Alla fine per cosa ci scanniamo esattamente? Davvero ne vale pena litigare per un pezzo di metallo, per quanto prestigioso?» lei stessa aveva avuto l’onore di sollevarla a nome dei Tassorosso, ma tutto ciò che stava venendo fuori le faceva vedere le cose in modo diverso.
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È troppo tardi forse per cambiare il sistema, ma sicuramente si potrebbe optare per un modo più sano per spronare gli studenti a migliorarsi. Alla luce di tutto ciò, puntare a vincere un premio non sembra più così allettante!»
Ma magari, come ha fatto notare Daniel, la stavano mettendo su un piano troppo semplicistico, puramente teorico. Arrivati a questo punto occorrevano delle soluzioni concrete «
Forse, come dice O’Hara, siamo dei privilegiati. Quindi perché non dimostriamo anzitutto a noi stessi il contrario? Approfittiamo per organizzarci e capire cosa possiamo modificare e cosa no? Porre noi stessi il problema con delle soluzioni ai Caposcuola e a chi di dovere potrebbe essere un punto di partenza?» stilare una sorta di lista con delle prerogative era necessario.
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Quello di Ellis è stato un caso isolato, ma potrebbe succedere di nuovo un episodio simile! Oltre a spiegare come stanno le cose ai novellini, a insegnare loro il rispetto, voi cosa fareste? Come cambiereste il sistema? Come spronereste in maniera alternativa i ragazzi alla competizione? Perché, diciamolo chiaramente, alla fine lo studio deve portare ad un obiettivo, comune o meno!» il dado era tratto. Adesso era curiosa di sapere cosa pensavano i colleghi.