ELOISE LYNCH △ TASSOROSSO △ 17 ANNI
Un nastrino giallo oscillava pigramente all’altezza del naso di Eloise, smosso dalla clemente brezza pomeridiana. La sua presenza segnava l’inizio del percorso per raggiungere la festa; pochi metri più in là già si intravedeva da un suo simile di color smeraldo. Eloise risistemò lo zaino sulle spalle, le mani appese agli spallacci, e iniziò ad affrontare un bosco immerso nella pace e nel silenzio.
Il ritmo dei suoi passi era accompagnato dalla litania degli eventi che avevano segnato la Rivolta dei Tritoni, secoli e secoli prima: era da una settimana che quel compito di Storia aveva intrappolato la sua piena attenzione e l’elaborazione del saggio per Peverell aveva reso l’analisi degli scontri ancora più sfidante. Si stava talmente appassionando all’argomento che anche Thalia, secchiona com’era, le aveva dovuto chiederle di darci un taglio.
Era un periodo strano. Il patto che aveva fatto con i suoi genitori - di superare il quarto anno una volta per tutte per evitare la reclusione a vita - le aveva anticipato una reclusione quasi totale, anomala e innaturale per un tipo con Eloise Lynch. Erano settimane che non le succedeva niente, e sembrava che le sue giornate non fossero composte da altro che lezioni frontali, fogli di pergamena e macchie di inchiostro. Stava rinchiusa nel silenzio della sua tana, con gli occhi brucianti e la sola compagnia di personaggi del passato.
Aveva già largamente spiegato a Camille e Alice che considerava la festa il colpo di genio che lei non aveva mai avuto: in un periodo del genere la notizia della festa l’aveva risvegliata da un torpore malsano. Il bisogno di sentirsi viva, svincolata e libera aveva preso a premerle sul torace, e la volontà di evadere da quella gabbia che si era stretta attorno si era fatta imperativa. Sarebbe stato il suo strappo alla regola. Il suo angolo di sfogo prima di tornare alla realtà.
A guardarsi allo specchio, prima di uscire, dovette riconoscere che il suo riflesso le restituiva un’aria piuttosto sbattuta. Aveva cercato di rimediare come possibile, puntando su effetti sgargianti e facendo leva sui Trasferelli Trasformanti: simboli e disegnini sull’avambraccio, un cuore umano sul polso, un paio di uccellini sullo sterno. Al collo, insieme alla piuma e all'Amuleto di Hermes che teneva sempre con sé, aveva deciso di indossare la collana Fading in the Dark, e anche se si era agghindata in modo sospetto, non c'era ancora stato bisogno di usarla.
Non era stato difficile far perdere le sue tracce nella tranquillità di Hogwarts. La statua della Strega Orba, scoperta qualche anno prima durante una ronda, era vicinissima al suo antro del terzo piano. Dopo essersi assicurata che in giro non ci fosse nessuno, era sgattaiolata da un segreto all'altro come un agente in incognito.
Quando raggiunse la radura fece scivolare via dal cervello gli ultimi rimasugli delle nozioni sulla Battaglia del Bagnasciuga, certa che quelle sarebbero tornate a trovarla nei momenti meno appropriati. Il suo sguardo corse verso l'alto, a un particolare addobbo a cui aveva provveduto in prima persona: l’Ametista degli Gnomi, con le sue proprietà magiche, avrebbe proiettato una luce colorata e affascinante in tutta l’area della festa, non appena fosse scesa la sera. Irraggiungibile per molti, era stata assicurata ai rami con l’aiuto privatissimo dell’Aria.
«Signori buonasera… Cosa abbiamo qui? Forse le Casate vogliono una decurtazione dei punti e un coprifuoco alle 12?» Restando celata dietro un tronco, aveva cercato di imitare la voce di Peverell alla bell'e meglio, con il chiaro intento di spaventare i presenti. Sbucò da dietro il nascondiglio e svelò l'inganno a braccia alzate.
«Festa!» Salutò la folla che si era già radunata senza rivolgersi a nessuno in particolare, e subito si diresse al tavolo delle vivande per svuotare dallo zaino le leccornie che aveva sgraffignato dalla cucina dopo pranzo: tramezzini, bocconcini fritti, pizzette e sformati salati accompagnarono i dolci e le patatine che già aspettavano l’arrivo del grande pubblico.
«Non moriremo di fame!» Si voltò verso le altre ragazze, una che sostava indecisa (Brooke), l'altra che stava rimpinguando il buffet (Jean). La prima le era sconosciuta, mentre la seconda era uno dei Prefetti Corvonero, che le sembrava si chiamasse Jean.
«Né di noia-» Di tutto l’arsenale che aveva portato, ciò che veramente contava per l’evoluzione della festa era al sicuro nelle tasche della sua giacca, ma a quanto vedeva anche Madama Piediburro aveva contribuito alla goliardia. Dopo aver sgraffignato un Cupcake dall'aria ghiotta, si riempì un bicchiere e si voltò a osservare la folla, aggrottando le sopracciglia alla scena che vedeva: dopo tutti i suoi sforzi per nascondere a Thalia l'evento segretissimo, tre dei quattro Caposcuola avevano già raggiunto il luogo incriminato.
«Vedete quello che vedo io? Minotaus, Haven, Bell?» Sbuffò divertita, sempre rivolta alle due, scrollando le spalle per tutte le energie che aveva impiegato a evitare di incrociare la Moran. Sollevò il bicchiere in direzione di Minotaus con aria orgogliosa e canzonatoria.
«E quindi non siamo riusciti a sfuggire ai Caposcuola…» Questo le fece venire in mente che era il caso di prendere le dovute precauzioni. Un sentiero nel bosco non dava alcuna garanzia di sicurezza: chissà se qualcuno degli sbarbatelli aveva pensato a qualche tutela in più. Infrangere ogni santa regola di Hogwarts era sempre un'ottima idea, ma l'esperienza pluriennale a cacciarsi nei guai le aveva insegnato che non si è mai troppo cauti.
«Sàlvio Hèxia Consecutio» Aveva tracciato i cerchi protettivi con la punta della bacchetta rivolta al perimetro della zona in cui la gente si era accumulata. Si era concentrata sulla protezione dei festanti, sulla tutela della loro festa, aveva individuato nell'indesiderato i bacchettoni e chiunque volesse farli stare buoni. Che le frotte di studenti di ogni età e carica convergessero nel boschetto non c'era problema; di adulti malintenzionati non voleva neanche sentire parlare: non aveva alcuna intenzione di prolungare la sua reclusione già opprimente, ed era quello il motivo di tanta cautela.
Ghignò soddisfatta: c'era qualcosa di pericoloso e urgente nel suo sguardo, qualcosa nato dallo scarso contatto con la luce solare e l'aria pura. Qualcosa che suggeriva, neanche velatamente, che a quella festa il controllo le sarebbe scivolato via dalle mani.
Party on a p o c a l y p s e
Info utili.
El sarà la vostra spacciatrice della festa, se volete qualcosa non esitate a chiedere! Molto presto sfodererà le armi.
Prima della festa ha piazzato, in gran segreto, l'Ametista degli Gnomi in alto su un albero: il boschetto sarà invaso da una luce colorata e piacevole non appena scenderà la sera.
Ha preso un Cupcake Cupido
Indossa la collana Fading in the Dark e i Trasferelli Trasformanti, lentamente animati sulla pelle
Interazioni: Brooke, Jean (visto che avevate cibo da condividere le ho immaginate in zona banchetto). + Mike bonus
Menzioni a pioggia: Alice, Camille, Mike, Megan, Casey, Thalia