Euphoria

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view post Posted on 22/4/2022, 14:08
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We are all immortal until proven otherwise

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CASEY BELL
OUTFIT

jpgBastò quel briciolo di silenzio pronunciato dalla bocca della matricola per far capire a Casey che probabilmente la sua presenza al party era del tutto inaspettata. I Caposcuola, in effetti, non erano figure rassicuranti in simili circostanze. Decise di lasciar perdere, e di tornare al cuore pulsante del festino, ma voltandosi vide che Jean Grey era già scappata altrove dopo aver balbettato qualcosa sul suo star bene. Draven non era più lì a farle da spalla, vaporizzato e ricondensato in fretta e furia nei pressi della Wagner.
*Come fanno a conoscersi quei due?* si chiese. Non li considerava due anime tanto affini da poter fare amicizia.
Seguì con lo sguardo Jean, mentre Daniel O'Hara serviva il vino preso dalle sue sporte. Lo ringraziò per il bicchiere colmo e cominciò a sorseggiarlo, gli occhi sempre sulla Corvonero. L'improvviso interesse nei suoi confronti le faceva pizzicare la nuca. Non riusciva a spiegarselo, né riusciva a comprendere il tono del breve e impacciato scambio di lettere che avevano avuto qualche settimana prima.
Casey non le rispose più, forse perché si aspettava di incontrarla alla fantomatica ronda del giovedì, in cui Jean - parole sue - sperava di esserci. Evidentemente si era sbagliata, doveva farla la Halliwell al suo posto. Fece il suo giretto al quinto piano, senza voltarsi a cercare nessuno, con le mani in tasca e una voglia matta di andare a dormire.
La lettera di Jean era particolarmente lunga. La rilesse due volte, nel tentativo di carpire qualcosa da quel tergiversare sul perché non amasse star tanto tempo in Sala Grande durante i pasti. Si soffermò anche sul proprio rimuginare sulla psicologia dietro i messaggi, mentre di tanto in tanto, fra i pensieri, faceva capolino quel sentito dire fra i banchi di scuola, secondo cui Grey e la sua ragazza avevano troncato.
Riemerse all'improvviso dal mare di dubbi, ritrovandosi sola, in mezzo al prato, con il vino poggiato sulle labbra, mentre tutti parlottavano tra loro. Incerta su a quale gruppetto aggregarsi - ebbe mezza idea di raggiungere Draven e interrogarlo sulla Wagner - si guardò attorno. Proprio in quel momento, come un boccino inseguito da un cercatore, il colibrì volò in picchiata alle sue spalle e raggiunse la figura di Megan.
Le sorrise. Si aspettava di vederla al festino, anche se non si erano sentite al riguardo. Seppe dell'evento solo un paio di giorni prima, Les il primo a dirglielo. Prima o poi sarebbe arrivato anche lui, pronto a far baldoria e ad importunare la gente con delle sigarettine speciali.
«Hey, allora ci sei.» Si avvicinò a Megan. «Credo che sia solo per fare un po' più schifo del solito lontano dai prof. Vuoi un bicchiere?»
L'interruzione, la bottiglia in volo, il fracasso.
«Chi diamine è quello llà?» Gli occhi puntati su un Tassorosso all'apparenza già andato via di capoccia. Stette a sentirlo, interrotto a tratti dalle imprecazioni della Donovan. Non si auspicava nulla di buono.
«Ma in che senso il gioco della bottiglia? Che si fa?» Chiese, a chiunque stesse ascoltando nei paraggi. Poco più avanti, agganciata al gruppetto più folto, la Lynch passava una canna a Minotaus. Stentò a trattenere una risatina.
«Se se l'è tirata pure il vostro amico della bottiglia, probabilmente si tratta di roba forte.»

Interazioni con: Megan, Eloise, gruppetto vicino al salice in generale.
Menzioni: Jean, Draven, Wagner, Hughs, Donovan, Mike, O'Hara.
Avvertenze: il colibrì lo vede solo Casey. Deliri allucinogeni divinatori.


Post morto, ho bisogno di un po' di pepe.

 
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view post Posted on 22/4/2022, 20:32
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Snape

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Silias Thom
Morgan
«“Non serve a niente rifugiarsi nei sogni e dimenticarsi di vivere”.»

► Mood: ► Età: ► Ruolo: ► Outfit:

N
on ero abituato a partecipare ad eventi simili, per via del mio strano rapporto con gli altri. Le uniche feste a cui avevo partecipato erano i compleanni della mia famiglia. Party del genere con tanti coetanei non mi appartenevano, visto come procedeva il mio isolamento dopo essere entrato in scena. Come mio solito mi ero isolato, un breve giro in mezzo alla folla che ballava ipnotizzata dalla musica e poi di nuovo con le spalle poggiate al mio amico albero. .."meglio se vado, devo terminare il libro che ho preso questa mattina "...leggere riusciva a farmi sentire meno solo, dopo anni i libri erano diventati i miei più grandi amici. Ma proprio quando stavo per cedere e andar via, notai verso il bancone un qualcosa che non era mai successo in vita mia " non può essere che sia diretto a me il suo gesto "...una ragazza dai capelli neri aveva alzato il suo bicchiere di non so cosa verso di me in segno di brindisi..." è un prefetto, un prefetto mi saluta ? "...mi voltai convinto che c'era qualcuno dietro di me ma c'era solo il mio amico albero ..."che devo fare ?" ....non sapendo come reagire ricambiai il saluto, sollevando a mia volta il bicchiere che conteneva del semplice succo di zucca. A quel punto sfidai la sorte e iniziai a incamminarmi verso di lei, per far si che i bicchieri si toccassero per completare il brindisi ...ciao il mio nome è silias thom morgan, primo anno...all'inizio balbettai , poi iniziai a mettere insieme le parole in modo regolare...scusa se lo chiedo, ma come ti chiami ? lei è un prefetto e devo dire che sono un po intimorito, ritrovarmi qui a questo party, con voi prefetti e caposcuola mi fa un po strano, di solito siete voi far rispettare le regole e a evitare tale eventi fuori le mura della scuola....iniziai a parlare a raffica...comunque ho visto che hai diretto il tuo calice verso di me, e mi è sembrava giusto rispondere al vostro brindisi ...feci una pausa, per poi riprendere, come se tutto ad un tratto mi accorsi che non era da me parlare tanto con un estraneo... ma a cosa brindiamo se posso chiedere ?...stavo sudando, stavo parlando con un prefetto, e stavo sudando come non avevo mai sudato prima, con la speranza di non aver detto nulla di male e con la speranza di aver trovato una nuova amica.

 
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view post Posted on 23/4/2022, 07:20
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Daniel accolse gli ambigui complimenti da parte del proprio caposcuola con un'occhiata di sottecchi e una smorfia divertita - per una volta. Bah. La prossima volta a litigare co Gazza per la carta igienica nei bagni serpeverde ci vai te eh. - Non che non fosse orgoglioso di come aveva rigirato la frittata: sperava che Mike, finché fosse stato abbastanza sobrio per essere curioso, sarebbe stato un filo sulle spine, in attesa di una qualche spiegazione. Era troppo giovane e troppo ingenuo per capire che se ne sarebbe scordato tempo zero minuti, ma certe cose le si imparano con l'esperienza


Ricambiò il sorriso di Jean, posando con leggerezza lo sguardo su di lei e rivolgendole in contemporanea un cenno di saluto rapido. Non aveva mai avuto modo di conoscere la prefetta corvonero davvero, se non per qualche opinione scambiata nel bagno dei prefetti e qualche sporadica ronda. Tuttavia la vide evidentemente diversa rispetto al passato, più... leggera forse? Sì, leggera potrebbe davvero essere il termine giusto. Non indugiò particolarmente su questi pensieri in quanto non si fece attendere una risposta affermativa da parte di Camille che lo portò, dopo uno scherzoso scatto sull'attenti a cominciare a cercare tutto l'occorrente per dare il via alle danze. In tutto questo ebbe modo di notare Mike, calato nel contesto come un capo d'aglio a villa Scott, avvicinarsi nel brillante e futuristico tentativo di togliere punti alla sua stessa casata. Il giovane irlandese cianciò le bande e visto che peggio di come era cominciata non sarebbe sicuramente potuta andare, iniziò ad approntare bicchieri colmi di birra, vino e chi più ne ha più ne metta. A un certo punto fu colto da un sospetto: per fare più in fretta non guardava troppo di chi fosse la mano che afferrava il bicchiere, certo che gli interlocutori fossero rimasti quelli precedenti. Tuttavia, quando contando tra sè si accorse di essere arrivato alla quarta mano di Mike, a meno che non avesse già svuotato due dei precedenti bicchieri in qualche secondo, si insospettì. Alzò lo sguardo.
L'orrore!

Difatti la situazione si era fatta drammatica. Aveva proposto di bere qualcosa a 3 colleghe e a quel simpaticone di Minotaus ed ecco aggiungersi altri prefetti, capiscuola, studenti anziani, acromantule, nani da giardino e un panda che passava 4 passi più in là. Così dopo aver represso i tre o quattro insulti che aveva rivolto a se stesso si accinse a vuotare le prime bottiglie che si sarebbe trovato davanti nei bicchieri di coloro che li avevano richiesti. Le dosi sarebbero state generose. Daniel non era mai stato un amante delle mezze misure. E poi non avendo mai bevuto non aveva effettivamente idea di quanta roba dovesse mettere in un bicchiere.
Aveva appena finito e si approntava a sorseggiare la propria birra. L'irlandese appoggiato in maniera discretamente incivile all'angolo dell'improvvisato bancone, di modo che lo spigolo di legno pressappoco andasse a coincidere col baricentro della natica destra, alla ricerca di un equilibrio perfetto. Il tempo di avvicinarsi al giusto orientamento, che ecco una bottiglia sfrecciargli accanto alla faccia fino ad arrivare nelle mani di un ragazzo di Tassorosso che stava a blaterare qualcosa sul fare il gioco della bottiglia. Un'idea assolutamente senza senso, talmente senza senso che sapeva già che vi avrebbe partecipato. Sbuffò e tornò alla ricerca del suo perduto equilibrio tavolo/chiappa con risultati deludenti.
Sorseggiò la sua birra, approfittando del momento di calma e si guardò intorno.
Le cose stavano iniziando a degenerare, tutto andava per il verso giusto
 
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view post Posted on 23/4/2022, 16:07
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MEGAN M. HAVEN
18 yo. ▪ Ravenclaw ▪ upset


Il sorriso di Jean non tardò ad arrivare, nei suoi occhi l’entusiasmo che riusciva sempre in qualche modo a tranquillizzarla. «Jean non preoccuparti, è comunque lodevole sapere che tu sperassi nella mia presenza. Diciamo che potresti cavartela così». Megan le fece l’occhiolino accompagnando quella risposta, poi annuì rimanendo in attesa che l’amica finisse il suo giro di ricognizione. Lo sguardo indugiò ancora sui presenti analizzando quanto stava accadendo attorno a lei. Di certo la situazione era stata ben studiata vista la quantità di cibo e alcol che stava passando tra gli studenti. L’espressione di Megan rimaneva del tutto attonita e nemmeno la presenza del vicino di spilla Mike aveva cambiato le carte in tavola. D’altronde non era mai riuscita a scambiarci un vero e proprio discorso, a malapena si salutavano oppure affatto come adesso. Aveva sempre avuto il presentimento che il ragazzo avesse preso le difese di Thalia all’epoca e che quindi il voler evitare una qualsiasi interazione non fosse così scontato. Forse, però, erano solo sue pare mentali e così si limitò a un mezzo sorriso di circostanza verso la sua direzione.
Eloise fu un ulteriore sorpresa, giacché la sua presenza non iniziò con le più legali intenzioni. La vide giostrarsi con incanti di protezione, volti a tagliare fuori qualsiasi presenza scomoda in quel contesto; in parte di sentì sollevata dal fatto che con molta probabilità nessuno avrebbe fatto irruzione a quella festa illegale e dato gatte da pelare non tanto agli studenti ma ai leader delle casate. Merlino solo sa cosa sarebbe successo se fossero stati scoperti, pensare a una scusa già adesso sarebbe stato d’obbligo ma in quel momento Megan non aveva alcuna idea su come porre un futuro rimedio.
Rapita dalla situazione, con l’arrivo di Camille Donovan la Corvonero fu colta di sorpresa e si ritrovò a sorridere annuendo, per poi afferrare il bicchiere vuoto appena consegnatole tra le mani. «Credo che accetterò volentieri qualcosa da bere, date le circostanze e l’organizzazione» le disse rispondendo a quella breve interazione. In quel momento Jean tornò sbucando alle sue spalle e prima ancora di poter rispondere all’invito di unirsi a bere Megan si ritrovò Casey al proprio fianco.
«Ciao!» si sentì sollevata dalla presenza dell’amica. «Assolutamente sì, d’altronde ritrovarsi a bere insieme porta sempre degli ottimi frutti no?» rise ricordando i Tre Manici. «Ho visto che voi due vi conoscete bene, sbaglio?» guardò prima Casey e poi Jean, cercando di capire; le aveva viste interagire di sfuggita e a primo acchito le sembrava ci fosse qualcosa tra di loro. «Un bridisi tutte insieme e via!» Allungò il bicchiere verso Daniel O’Hara, attendendo che fosse riempito fino all’orlo. Giù un sorso e l’espressione si tramutò in disgusto. Sembrava avesse ingoiato una delle pozioni rigeneranti che davano in Infermeria per malanni stagionali. «Non è male? Fa davvero schif-» cercò di rispondere quando il fracasso la portò a porre attenzione poco distante. Camille discuteva animatamente con un giovane Tassorosso e all’interrogativo di Casey Megan scosse il capo. «Secondo me la muffa nei sotterranei è peggio di quello che spaccia la Lynch. O meglio, dipende dai gusti eh…» finì per dire con un velo di sarcasmo abbassando leggermente il tono di voce. Ebbe una leggera curiosità nel voler saggiare la seconda opzione ma rimase impassibile, rimandando quel desiderio a minuti da destinarsi. In tal modo, stette ad ascoltare il tizio sconosciuto e la Donovan fino a che l’interrogativo su quello strano gioco non colse anche lei nella più totale ignoranza. «Non ne ho la più pallida idea ma il fatto che non si possa rifiutare mi attira parecchio» alzò le spalle. «Qualcuno sa di cosa si tratta?» si aggiunse al coro, rimarcando la domanda fatta da Casey poco prima.

▪▪▪




MENZIONI: Thalia ed Eloise
INTERAZIONI: Jean, Mike, Camille e Casey

 
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view post Posted on 25/4/2022, 11:14
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Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts

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Draven Enrik Shaw
All I want to do is be more like me and be less like you
15 anni
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Studente III°
Il caos che lo stava gradualmente circondando era ancora piuttosto moderato; c’erano persone impegnate in conversazioni più o meno di circostanza che, con l’ausilio dell’alcool, sembravano procedere in maniera piuttosto naturale. Non era poi così diverso dalla bolgia che si creava nei corridoi tra una lezione e l’altra. Più che una vera e propria festa, gli sembrò di essere a un’assemblea studentesca un po’ più vivace del consueto. Non c’era niente, per il momento, almeno, che lo potesse mettere a disagio. Chissà se o quanto avrebbe resistito, prima di dare di matto come suo solito, ma il fatto che chiunque intorno a lui non avesse nessun altro scopo se non quello di volersi divertire, spensieratamente e senza nessun tipo di aspettativa, era di grande aiuto. Forse per la differenza con gli eventi ufficiali della scuola, in cui andava mantenuto un certo rigore e decoro, ebbe un’impressione positiva del contesto. Lo agitava un po’ il pensiero di aver tolto allo studio fruttuose ore d’impegno solo per poter essere lì, ma come lui anche tutti gli altri e questo, in qualche modo, lo fece sentire meno in colpa. L’essere circondato da Prefetti e Caposcuola, oltretutto, era rassicurante. Si trattava di una festa clandestina, ma di tutte le teste che sarebbero potute saltare, se proprio qualcuno fosse stato punito, probabilmente la sua sarebbe rimasta illesa.
Contemporaneamente a quel pensiero, si ritrovò a lasciar vagare lo sguardo intorno a sé, come a voler constatare della presenza di tutte quelle “teste importanti”, e mentre l’esuberanza di Camille colse per un istante la propria attenzione, così come il fumo di una canna che vide avvicinarsi a Mike, lo sguardo finì col posarsi su Casey. Ebbe l’impressione che l’amica fosse rimasta a guardarlo, o a studiarlo, per qualche motivo, ma nel vederla poi avvicinarsi a Megan distolse lo sguardo. Prima o poi, avrebbe dovuto affrontarla, magari trovando anche il modo di chiedere consiglio a Casey, ma per quanto si vantasse da sempre di avere una mente particolarmente multi-tasking, non riusciva a pensare di poter risolvere più di una preoccupazione alla volta. E riteneva la questione lasciata in sospeso con Alice decisamente più affrontabile di quella con Megan.
Aveva seguito la Grifondoro in un angolo del bosco più appartato; per quanto fosse impossibile trovare una zona nei pressi che fosse completamente priva di persone, quantomeno lì c’era molto meno chiasso e anche la musica arrivava più come un sottofondo, permettendo loro di poter parlare senza doversi urlare a vicenda.
Essendo stato lui ad avere l’iniziativa di chiedere di parlare, pensò di dover essere lui il primo a dire qualcosa, ma era stato solo un gesto dettato dall’impulso di voler risolvere una bizzarra questione lasciata in sospeso… Non aveva davvero riflettuto su cosa le avrebbe detto o come.
Un po’ in imbarazzo, seppur con lo sguardo rivolto sul viso della ragazza, chinò appena la testa. Quanto tempo gli era concesso per pensare a cosa dire, prima di apparire come un completo disagiato?
Per sua fortuna, fu lei a prendere per prima la parola, rompendo il silenzio che sembrava averli improvvisamente avvolti come in una bolla insonorizzata.


Non è assurdo. È il motivo per cui ti ho chiesto di poterti parlare.rispose di getto, annuendo a conferma delle sue parole.

Quando ci siamo conosciuti al ballo, qualche mese fa, è stato… Strano. Cioè, senza offesa, ma non ti avevo mai notata prima e all’improvviso ho la sensazione di esserti stato amico o molto… vicino…?proseguì a spiegare, decisamente a disagio e con un tono esitante, quasi avesse paura di apparire folle ai suoi occhi. Ma, ormai, era in ballo: tanto valeva togliersi del tutto quella curiosità.

Quando ti ho stretto la mano, ho avuto l’impressione di essere molto felice al punto di volerti abbracciare, come se, grazie a te, fossi riuscito a fare qualcosa di grandioso, anche se non ho la minima idea di cosa potesse essere. Mi è capitato di rado di sentirmi così a mio agio con qualcuno. E non… Non pretendo nulla da te. Insomma, se vuoi che ti lasci in pace, lo farò. È tutto strano… Anche parlare così tanto con qualcuno è strano. Ma mi sento come se fossimo stati amici e ci fosse stato tolto il ricordo… Ha senso, per te?concluse, mentre nascose le mani nelle tasche dei jeans e si strinse nelle spalle, quasi sperando di potersi nascondere semplicemente raggomitolandosi su sé stesso. Era terribilmente imbarazzante. Parlare a una completa sconosciuta di come, invece, la sentisse vicina. Era imbarazzante da morire, ma anche un po’ triste… L’unica persona con la quale si fosse mai sentito davvero a suo agio, in tutta la sua vita, era stata Casey; se aveva trovato, e poi perso in qualche modo, un’altra persona che sarebbe potuta diventare importante per lui, sentiva di volerla ritrovare, per quanto assurdo fosse anche solo pensare alla veridicità di una cosa del genere.
codice role © Akicch; NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT


Menzioni: Camille, Mike, Casey, Megan
Interazioni: Alice

Ci troviamo vicino a degli alberi a distanza dalla console, sulla sinistra: riusciamo a vedere più o meno tutti.
 
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view post Posted on 25/4/2022, 16:38
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Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente. (William Shakespeare - Romeo e Giulietta)

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Mrs. Bottle
Una mezz’ora dopo, alle quattro esatte, il simpaticissimo Timothy Hughes mantenne la sua promessa. Nessuno gli sarebbe sfuggito. «Andiamo a risvegliare un po’ gli animi, vedo che qui rischiano di addormentarsi…» con un ghigno da furfante, si rivolse così al suo gruppetto di amici.
«Sicuro che non ti espelleranno? Guarda che ci sono anche i Caposcuola, stai rischiando grosso…molto grosso» Mark, forse quello con più sale in zucca dei presenti, mentre gli altri ridevano avanzò i suoi dubbi.
«Rischiano più loro ad essere qui, credimi! E poi, ammettilo, non sei curioso di vederli sbaciucchiare qualcuno?» fece una smorfia per imitare il gesto, schioccando sonoramente le labbra flesse a cuoricino «Almeno scopriremo se anche loro hanno dei sentimenti, oppure sono semplicemente macchinette togli punti!»
«Non venire a piangere da me quando ti rispediranno dritto a casa, chiaro!» Timothy neanche lo sentì. Lasciò le parole di Mark alle spalle, dirigendosi al centro della festa.
Raggiunta la radura non esitò a farsi notare, ma soprattutto...sentire «BENE, ALLORAAAA, SIETE PRONTIII?» sventolò la bottiglia di cui si era impadronito in precedenza, stingendola nella mancina, gli occhi nocciola fissi sulla folla.
«COME PROMESSO GIOCHEREMO AL GIOCO DELLA BOTTIGLIA, NESSUNO ESCLUSO!» era fin troppo sicuro di sé, non vedeva l’ora di creare scompiglio.
«QUINDI, SOTTO A CHI TOCCA GENTEEEE…» poggiò a terra l’oggetto che avrebbe stravolto le sorti, estrasse la bacchetta e con semplici movimenti la fece levitare.
«ORA, VEDIAMO CHI COLPIRA PER PRIMO…» fletté poi l’avambraccio e, dopo aver legato la bottiglia ad un invisibile lazzo, dette una sferzata finale e questa, sotto un suo semplice comando, cominciò a ruotare velocemente e senza controllo.

Ruotò al grido di «COMINCIAMO COOOON…CAREZZAAAA»
Scelta curiosa, dobbiamo ammetterlo. Difficile essere romantici con una carezza, giusto? O forse no. Ruotò finché non trovò il suo bersaglio, colpendolo al braccio destro. Fortuna o sfortuna volle che fosse il suo precedente possessore, il Prefetto O’Hara.
«Bene, bene, vediamo a chi toccherà giocare con te…» recuperata “l’arma”, ripeté l’operazione da principio. Stavolta toccò ad una brunetta poco distante, centrata in pieno nel polpaccio sinistro. Diamine, un altro Prefetto.
«Quale onore signorina Nieranth! Prego, si faccia avanti….» un occhiolino in sua direzione, concludendo poi con un teatrale «FATECI SOGNARE, INTANTO VADO A SCEGLIERE I PROSSIMI IN LISTA…» chi pensava di averla scampata si sbagliata, sarebbe toccato a tutti prima o poi. Puntò l'indice ed il medio verso i propri occhi, passandoli poi in direzione dei due malcapitati, in un tacito “Non vi perdo di vista”. Come un cacciatore che punta la preda, andò in cerca delle prossime vittime.

*****


Gira, gira la bottiglia, al grido di «SCHERZOOOOO», come una trottola fuori di senno che non cede alla gravità e continua a fendere l'aria sfidandola a fermarla. Continuò, continuò finché non trovò la schiena di qualcuno ad ostacolarla «Oh, Signorina Donovan, vuole fare compagnia alla sua collega vedo…interessante, molto cavalleresco da parte sua!» il tono insopportabile, come suo solito. Sempre in vena di burle, anche quando rischiava di essere preso a botte come dalla sopracitata.
«Adesso vediamo con chi dovrà scambiarsi una caccabomba o due…» caccabomba o no, l’importante era darsi alla pazza gioia con le diavolerie dei gemelli Weasley.
Gira, gira, l’ansia sale, ma la bottiglia non s'innalza anzi scende. Scende, scende finché non colpisce, come un cecchino, la clavicola di un ragazzino. Un Serpeverde dall’aria silente, la lingua pungente addolcita come melassa da una tenera Tassa. «Uhhhh, un novellinoooo….non ti conosco, ma fatti valere! Un bell’applauso, grazie…» con foga batté le mani. I palmi sfregarono, stridettero, dando l’idea di una risata sguaiata, derisoria in piena regola.
«FORZA, FORZA CHE AVANZI LA TERZA ED ULTIMA COPPIA DI QUESTO TURNO…» Ultimo giro di giostra, ultimi biglietti per salire sulla barca dell’amore…o forse no
Ancora una volta al grido di «SCHERZOOOOO» qual era il suo obiettivo? svuotare il cesto degli scherzi più velocemente delle bottiglie di alcolici? O forse erano semplicemente ancora in orario protetto, poco consono a certe attività? Chissà…
Una seconda matricola Serpeverde venne scelta, capelli dorati come il grano in piena Estate. Forse quasi non se ne accorse, il naso dovette abbassare. Eh sì, la sventura si abbatté sul suo piedino destro. «Oh, ma che adorabile fanciulla…» un inchino profondo nella direzione della piccola Marjorie «Adesso vediamo di trovarti un degno cavaliere…» e via di nuovo «SIATE GENTILI CON LEI, MI RACCOMANDO!»
Il ciclone fatto di vetro e aria stavolta si abbatté su uno dei Caposcuola, colpendo Casey sul fianco sinistro… ahia! «Ohohoh, il Caposcuola Bell! » un sorriso sornione, soddisfatto forse per aver fatto scacco ad un’altra alta carica di Hogwarts «Tratta bene la bimba, non come gli studenti che vengono spediti al Quarto Piano per una punizione, chiaro!» un sopracciglio innalzato.
Aveva fatto il suo dovere, per il momento «BENE RAGAZZE E RAGAZZI, APRITE LE DANZE!» era pronto a godersi il caos.
code by Camille


Bene, eccoci qui con il primo giro di giostre :fru: Come potete leggere, sono state sorteggiate ben tre coppie :fru:

- Lista partecipanti con relativi numeri
1. Mike
2. Camille
3. Jean
4. Taylor
5. Marjorie
6. Daniel
7. Draven
8. Alice
9. Casey
10. Megan
11. Richard
12. Vivienne
13. Gin
14. Eloise
15. Helena
16. Silias
17. Phoebe
18. Gwen


- Mappa (click)

- Prima coppia estratta: DeDaniel n° 6 (click) e Suguni n° 18 (click), con carezza.

- Seconda coppia estratta io :ph34r: n° 2 (click) e Silias Thom Morgan n° 16 (click), con scherzo.

- Terza coppia estratta Lorelei n° 5 (click) e ion` n° 9 (click), con scherzo.

Edit: si ricorda, che come nel classico gioco, il primo estratto sarà colui o colei che farà lo scherzo

Enjoy :flower: :<31:

La lista degli scherzi, ovvero quelli presenti nel fantomatico cesto, sono stati elencati nel post iniziale :flower:
 
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view post Posted on 26/4/2022, 12:57
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Even if I played for another ten years, I wouldn’t lose interest.

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Alla presentazione di Richard, Marjorie sorrise. Anche se era riuscita a ricordarsi il suo nome, un mezzo miracolo dovuto agli sforzi fatti per memorizzare almeno quelli dei serpeverde del suo anno, il suo cognome proprio non se lo ricordava. Per quanto riguardava il suo status di figlio adottivo, l'informazione la rese un attimo perplessa ma non se ne preoccupò troppo. Che fosse il suo modo per dichiarare al mondo quanto era orgoglioso dei suoi genitori adottivi o per scacciare i purosangue troppo fissati con lo stato di sangue, Marjorie avrebbe accettato quell'affermazione così com'era. Insomma, probabilmente suo padre avrebbe avuto qualcosa da dire sul suo mischiarsi con un possibile nato-babbano ma, se proprio doveva seguire l'esempio di uno dei suoi genitori, avrebbe scelto sua madre. Magari l'interesse di Ashley Hastur per babbani era esagerato e poco salutare, ma quantomeno non cercava di limitare le sue possibilità di amicizia.

«Hai ragione, in effetti il rischio di venir puniti è basso. Anche i caposcuola sono alla festa.» Commentò pensierosa mentre si dirigevano verso il punto ristoro. «E, visto che un po' tutte le casate sono presenti, anche se ci togliessero punti il danno non dovrebbe essere troppo grave.» Aggiunse, per poi posare lo sguardo sulla bottiglia che le aveva mostrato il compagno di casata. «Coca Cola! Ottima scelta!» Esclamò prima che potesse fermarsi, gli occhi che quasi le luccicavano per l'eccitazione e l'iniziale timidezza quasi dimenticata. «È mezza vietata a casa mia, mio padre dice che se proprio vogliamo bere bibite babbane possiamo farlo fuori casa, ma l'ho già assaggiata ed è buonissima!»

Mentre si avvicinavano al punto ristoro, Marjorie notò con un certo allarme che Gin lo stava lasciando assieme ad una ragazzina bionda che non conosceva. «Gin!» La chiamò, nella speranza di poterla intercettare prima che si allontanasse troppo. Una preoccupazione decisamente inutile visto che le due ragazze sembravano starsi muovendo proprio nella loro direzione. Una coincidenza o era proprio lei l'obiettivo dell'amica? «Ciao!» Le salutò, una volta che furono sufficientemente vicini, per poi lanciare un'occhiata curiosa alla compagna di Gin. «Io sono Marjorie...» Si presentò a beneficio della sconosciuta. «...e questo è Richard, un mio compagno di casata. È del nostro stesso anno.» Non sapendo se conoscessero o meno Richard, andò sul sicuro e proseguì con le presentazioni. «Richard, ti presento Gin...» Proseguì, voltandosi brevemente verso Richard per poi ritornare a guardare Gin e completare la frase con una domanda per lei: «...o preferisci Amelia?» Lei e la corvonero non si conoscevano da molto quindi Marjorie non era sicura su quale nome l'altra preferisse: fino a quel momento l'aveva chiamata Gin perché aveva sentito gli altri fare lo stesso e aveva deciso di seguire il loro esempio, ma era pronta a correggersi se necessario.

«BENE, ALLORAAAA, SIETE PRONTIII? COME PROMESSO GIOCHEREMO AL GIOCO DELLA BOTTIGLIA, NESSUNO ESCLUSO!» Un grido improvviso attirò la sua attenzione, rendendola particolarmente perplessa. «Il gioco della bottiglia?» Le ci volle un momento per collegare quel nome al gioco che aveva visto fare ad un gruppo di ragazzi più grandi nel parco di Malmesbury. «Non è un gioco da grandi?» Domandò agli altri tre. Non aveva ancora l'età per interessarsi ad amore e baci ma essere costretta ad interagire con persone che non conosceva un po' la preoccupava. «Insomma, ha detto nessuno escluso... ma non siamo costretti a partecipare, vero!?» Si era quasi convinta che in qualche modo sarebbe riuscita a scamparla quando la bottiglia incantata volò diritta verso di lei e la colpì al piede destro. «Ahi!» Ok, non si era fatta veramente male: il colpo era stato attutito dagli scarponcini. La sua era più un'esclamazione di sventura. Perché doveva toccare proprio a lei? All'inchino profondo che il ragazzo della bottiglia fece verso di lei, Marjorie dovette lottare contro la tentazione di estrarre la bacchetta: magari conosceva pochi incantesimi, ma era sicura che sarebbe riuscita a trovare il modo di vendicarsi di quel disgraziato e della sua bottiglia se solo avesse deciso di intraprendere quella strada.

No, doveva calmarsi. Non era ancora stato deciso a chi esattamente avrebbe dovuto fare lo scherzo: se si fosse trattato di qualcuno che conosceva o di un ragazzo della sua età, magari avrebbe potuto farcela. Momenti di attesa che parvero infiniti e finalmente la bottiglia scelse la sua successiva vittima e, a quel punto, Marjorie si sentì svenire. La caposcuola grifondoro. Le stavano chiedendo di fare uno scherzo ad un caposcuola!? «Help.» Esclamò flebilmente, passando lo sguardo da Gin, a Richard, fino ad arrivare a Taylor. Arrivati a quel punto, aveva assolutamente bisogno di un consiglio. «Cosa faccio, ora!?»

Marjorie Hastur
11 anni | Primo anno | Serpeverde | scheda


Interazioni: Richard, Gin, Taylor
Menzioni: Casey (scherzo non ancora avvenuto)



Gaelle , ninjadellanebbia , Taylor riddle Avrei voluto attendere la risposta di Gaelle ma Marjorie è stata scelta dalla bottiglia quindi ho portato un po' avanti la situazione. Se qualcosa non andasse bene, ditemelo che correggo.
P.S. Marjorie ha ASSOLUTAMENTE consigli per quanto riguarda lo scherzo. :XD:
 
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view post Posted on 26/4/2022, 13:57
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Alice Wagner - Gryffindor

Il drink che aveva in mano stava lentamente finendo. Lo aveva bevuto sovrappensiero come via d'uscita da quei momenti imbarazzanti prima dell'inizio di una conversazione complicata. Si erano accostati al palco, trovando un angolo lievemente più pacifico, Alice si era appoggiata al tronco di un salice tastandolo con la sinistra come per ritrovare un po' di coraggio, era ora di capire più da vicino qual era la cosa che in qualche modo li faceva sentire vicini. Qualche mese prima, durante il ballo di fine anno si erano incontrati e nonostante Alice fosse sicura di averlo già visto in giro, avevano finito per presentarsi. Di nuovo. Le sensazioni che si erano scatenate dalla stretta di mano scambiata sembravano però essere totalmente estranee, come se in qualche modo Draven le fosse familiare.
Aveva l'immagine della sua risata nella mente, ricordava le due fossette al lato della bocca e qualcosa di divertente che doveva aver fatto. C'era poi una sensazione di pace, allegria come quando si trovava in compagnia dei suoi amici.
Ma come poteva essere possibile? Non ricordava assolutamente di averci parlato e nonostante fosse una ragazza molto socievole non era mai stata una fan spudorata dei Serpeverde, anzi solitamente con loro le erano capitati più battibecchi che piacevole conversazioni. Ricordava di averlo visto in giro con Casey, le erano sembrati molto vicini, ma per il resto nemmeno lei lo aveva mai troppo notato, nonostante fossero entrambi al terzo anno.
Parlò per prima, perché sentì il bisogno di buttar fuori ciò che le premeva sul petto anche rischiando di sembrare matta. Era tutto assurdo, eppure Draven pareva condividere le sue sensazioni. Lo sguardo chiaro della Grifondoro si soffermó sul viso del ragazzo, era sorpresa ma rassicurata al tempo stesso. Almeno non era l'unica ad aver provato una cosa del genere, in qualche modo condividevano gli stessi pensieri e per un momento Alice sembrò rilassarsi 《 Esatto. Pensavo fossi come parte di un sogno. Ricordo di averti stretto la mano ed essere scappata da qualche parte... c'era qualcosa di pericoloso che ci inseguiva.》 Forse era stato per questo che presentandosi di nuovo al ballo, era tornato tutto a galla? Un semplice contatto, uno scambio di nomi e tutto le era tornato in mente. Un sorriso timido le apparve sul volto, forse erano davvero diventati amici in qualche modo, anche se ancora non se lo ricordava 《 Hmm io amica con un Serpeverde ah? Questa sì che deve essere una cosa straordinaria.》 scherzó con tono ironico per cercare di alleggerire la tensione, era chiaro che entrambi fossero piuttosto nervosi. Finí di bere il bicchiere di birra, avvertendo già una certa leggerezza in corpo poi lo poggió ai piedi dell'albero. Nello stesso istante passò uno studentello intento a distribuire altri bicchieri, Alice ne afferró due al volo, porgendone uno a Draven 《 Forse siamo amici. Non lo so, però possiamo scoprirlo non credi? Dopotutto questa festa è stata fatta apposta per fare cose matte 》 gli sorrise ancora, facendo per scontrare i bicchieri in segno di brindisi. Poteva essere un nuovo inizio, magari si sarebbero ricordati mano a mano di cosa era successo tra di loro. Era anche una buona occasione per tenere la mente impegnata, impedendole di rimuginare continuamente sulle sue paure, su ciò che era successo al lago. Anzi sperava vivamente che la voce non si fosse sparsa e che Draven non ne fosse a conoscenza, l'avrebbe messa a disagio. Inconsciamente si strinse nella felpa nonostante il calore perpetrato dall'alcool la stesse facendo accaldare 《 Hm ti dirò in realtà sono piuttosto sorpresa di vederti qui, in qualche modo ho l'impressione che non ti piaccia molto la gente.》 Il sole batteva forte, la giornata era piacevole ed Alice iniziava a sentir caldo con quella felpa arrotolata intorno, abbassó appena la zip, il top nero faceva capolino così come i segni bianchi sotto al collo. Sentiva l'alcool iniziare a scorrere nelle vene e le preoccupazioni passare un po' in secondo piano, sperava che nessuno le avrebbe notate, dopotutto Vivienne le aveva detto che non erano così evidenti, giusto? Ad un tratto avvertì qualcuno urlare, gente che blaterava di una bottiglia, un gioco a cui dovevano partecipare tutti, si voltò nella direzione del suono, sollevando un sopracciglio 《 Uhm? Il gioco della bottiglia? Seriamente? 》 chiese sia a se stessa che a Draven, non aveva di certo idea di cosa stesse tramando nell'ombra. Ma fu piuttosto facile capire di come la cosa fosse già partita 《 Gli scherzi sembrano divertenti ma...cosa significa esattamente carezza?》 arrossì per un istante ripensando a se fosse stato estratto il suo nome. Si voltò per guardare Draven 《 Okay ci serve qualcosa di più forte se dobbiamo affrontare una cosa del genere...non credi?》 magari al tavolo delle bevande avrebbero potuto trovare qualcosa di più forte da provare? 《 Poi possiamo tornare a nasconderci qui 》 uno sbuffo divertito seguito da una piccola provocazione. Forse erano davvero diventati amici.


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Interazioni con: Draven
Menzioni:Casey

 
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view post Posted on 26/4/2022, 22:35
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Tra i mille brindisi che scandirono quel primo momento, Mike riuscì a prendersi del tempo per ammirare con orgoglio l’importante compito che O’Hara stava continuando a portare avanti, anche in sua vece.
Partendo da una semplice e ristretta bevuta tra pochi eletti, in pochi minuti erano riusciti nell’impresa di concentrare l’interesse di tutti lungo il ristoro, ormai preso d’assalto, riuscendo addirittura a svuotare un paio di bottiglie prima ancora dell’arrivo di Phoebe, entrata in scena con nuovi e importantissimi rifornimenti. A preoccupare il serpino, tuttavia, non era il suo bicchiere rimasto ormai inesorabilmente vuoto, ma il rapido avvicinamento della Lynch.
Pungente come al solito, la vide intenta a scoprire la merce più invitante dal giaccone (?) prima che il molestissimo Hughes riuscisse a far distogliere lo sguardo dell’inglese dalla sua fornitissima riserva di articoli; insomma, i Tassorosso sembravano essere entrati decisamente a gamba tesa all’interno della festa!
*Il gioco della bottiglia??* Irriverente e sfacciato, lo vide confrontarsi con un’inedita versione della Donovan che, anche se innervosita e su di giri, era riuscita a strappargli un sincero sorriso per quel siparietto ben riuscito.
«Mi spiace per quel ragazzo, da quando ha preso un bolide in pieno volto mi pare non sia più lo stesso!» Provò a solidarizzare così con l'irlandese e con i presenti, facendo poi spallucce nel vederlo scomparire nei meandri del boschetto. Sottovalutate le reali cause di quel comportamento così insolito e l’ammonimento della stessa Eloise, Mike si sarebbe sorpreso nel vedersi offrire quella che aveva tutto l’aspetto di essere una sigaretta. Insomma, non poteva che essere tabacco! Nessuno avrebbe mai portato e fatto girare eventuali stupefacenti sotto il suo naso, no?
«Sigaretta? Bah, proviamo.» Caricato dall’entusiasmo di quel momento, sfilò con un leggero sguardo di sfida la sigaretta dalle dita della Lynch, prima di imitarne il gesto. Ovviamente, non aveva fatto i conti con la ragione. Inspirò delicatamente, ma ciò non gli impedì di tossire e di cercare subito qualcosa di liquido da mandar giù.
La sua bocca si stava facendo via via più secca e pesante, mentre il fumo continuava ad irritare la gola. In condizioni normali avrebbe preso tutti quei sintomi con angoscia e preoccupazione, ma in quel momento si ritrovò a sorridere mentre, ancora una volta, provava a cimentarsi in quel territorio inesplorato.
«Oh, spero che qui dentro non ci sia un filtro d’amore o un intruglio confondente proveniente dai Tiri Vispi, perché altrimenti…» Sorrise e rise divertito di quel suo stesso timore, mentre passava il resto della canna in mani più sicure ed esperte delle sue. «Altrimenti dovrai vedertela con me, è una promessa!»
Deliziato da quel momento, l’atmosfera sembrava aver assunto all’improvviso colorazioni più sfumate e diverse; lo stesso O’Hara non gli era mai sembrato così piacevole e simpatico, anche solo per essersi poggiato con le natiche sullo spigolo del bancone.
Ma chi gli era stato accanto fino a quel momento, tra Megan, Casey e la stessa Jean, cos’avrebbe potuto pensare di lui?
Per scacciare quel suo convincimento, l’inglese avrebbe cercato di ripristinare un’apparente normalità provando a trovare un nuovo equilibrio all’interno della fornitissima area ristoro. Così, tra un coloratissimo dolcetto gommoso, un biscotto di marzapane ed un nuovo drink, Mike stava cercando di scegliere da quale prelibatezza iniziare a placare quell’improvvisa voglia di dolce che si stava via via facendo strada nel suo corpo. Poi, all’improvviso, un enorme boato segnò il ritorno di Hughes, pronto a guastargli la merenda.
Era già tornato? E perché, nel frattempo, nessuno si era preso la briga di schiantarlo? Provò a cercare lo sguardo di Eloise, l’unica persona in grado di poter per lo meno interpretare i gesti del folle concasato, prima di veder sfrecciare la bottiglia in tutte le direzioni.
«Scherzo, carezza o… bacio? Se non ricordo male, le alternative che attendono le persone colpite dovrebbero essere queste. Dunque, attenzione alla bottiglia perché potrebbe riservarci qualche sorpresa!» Megan e Casey erano state avvisate, ma ora era giunto il momento di passare all’azione.
Daniel? Silias?? Marjorie???
Indeciso se gioire per non essersi preso alcun oggetto in pieno volto o se dover solidarizzare con i giovani serpini coinvolti in quel primo round, Mike avrebbe cercato di spostarsi in una zona leggermente più centrale; se da una parte non si sarebbe perso per niente al mondo il romantico incontro tra Daniel e Susan, avrebbe invece provato a riservare uno sguardo di ammonimento verso Casey: come si sarebbe comportata nei confronti della giovane Serpina?

Chi è nelle vicinanze di Mike potrebbe aver ricevuto a sua volta il gentile regalo di Eloise.
Mike entra in possesso di un Bacio Gommoso e di un Pinguino Coccolino.

Menzionati (anche se parzialmente) Daniel, Phoebe, Camille, Silias e Marjorie.
Interazioni un po’ più corpose con Eloise, Megan & Casey nel finale.

 
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view post Posted on 27/4/2022, 10:48
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Jean Grey, Prefetto Corvonero - 16 anni - outfit
Aveva tanto sentito parlare della birra, di quanto fosse buona, di quante varianti ne esistessero e di quanto magico e inimitabile fosse scolarsi le lattine con gli amici. Negli ultimi tempi, quando si trovava a casa per le vacanze aveva iniziato a frequentare alcuni ragazzi del quartiere, che conosceva da quando era piccola. Erano tutti babbani, dal primo all'ultimo. Qualcuno era anche più grandetto di lei, non di molto, ma il tanto da avere quel pizzico di follia in più e attirare inevitabilmente la sua attenzione. Questi ragazzi, e ragazze, stavano sempre bevendo e fumando, alcolici scadenti, sigarette, erba. Fino a quel momento Jean aveva solo bevuto gin e vodka abbinati a succhi di frutta e limonate. Le prime volte aveva trovato tutto disgustoso, e per poco non aveva rimesso tutto quello che aveva in corpo, ma poi aveva iniziato ad apprezzare la sensazione di libertà e leggerezza che accompagna una sbronza. Non le piaceva distruggersi, anzi, le piaceva arrivare giusto a rimuovere qualche freno, a sentirsi più libera e predisposta all'interazione. In ogni caso, non aveva mai assaggiato la birra fino a quel giorno. Non era male, ma visto tutto l'entusiasmo con cui ne aveva sempre sentito parlare si aspettava che fosse decisamente più buona di così. «Mah, mi sa che poi vedo cos'altro c'è da bere. Non mi dispiacerebbe assaggiare del vino...»
Tra un sorso e l'altro, Jean si era guardata nuovamente attorno. La piccola Taylor aveva risposto teneramente al suo saluto, e anche la cara Phoebe aveva fatto il suo ingresso alla festa. Cercò di incrociare il suo sguardo: se ci fosse riuscita, le avrebbe fatto un cenno con la mano e le avrebbe sorriso. Da quando era ricominciato l'anno scolastico non avevano ancora avuto molto di farsi una bella chiacchierata. Si domandò come stesse, e si disse che avrebbe rimediato nei giorni successivi a quella mancanza.
Nel giro di pochi secondi il Gambemolli tornò a fare effetto. Casey era venuta a parlare con Megan. Jean non riusciva a capire se la Grifondoro avesse visto o meno che lì c'era anche lei, cosa che le sembrava difficile visto che si trovava a meno di mezzo metro da Megan. Impietrita, Jean stette zitta per un po', ascoltando gli scambi di battute tra le due Caposcuola. Passava dal fissarsi le scarpe al guardare le due ragazze, provando un insieme di emozioni talmente contorto da risultare inesplicabile. Il vulcano Megan le eruttò addosso la più imbarazzante delle domande. Jean sentì la gola seccarsi, e si scolò la birra rimasta nel bicchiere. Aveva le lacrime agli occhi per la frizzantezza. «Beh, bene non direi, purtroppo...» Trasalì. L'aveva detto realmente a voce alta? L'avevano sentita tutte e due? Si affrettò a correggere il tiro. «Insomma, è sempre un onore conoscere un Caposcuola, no?» Se il diversivo avesse funzionato o meno non lo sapeva, ma appena ebbe terminato la frase se ne pentì subito. Alla fine, era davvero necessario ricorrere a queste scuse? Era davvero così brutto lasciare che i suoi sentimenti, ancora confusi e poco chiari, emergessero? «Diciamo che mi ha aiutato quando non sapevo di averne bisogno.» Lo disse cercando direttamente lo sguardo della Bell. Si riferiva al libro, sì, ma non solo. Quella lettera era arrivata realmente al momento giusto, e aveva dato a Jean una forza e una carica che non si sarebbe mai aspettata.
Con un movimento automatico, Jean si fece riempire il bicchiere. Solo in quel momento si accorse che a versare il nettare bollicinoso era stato Daniel. Gli sorrise nuovamente, ringraziandolo. Prima o poi avrebbe dovuto fare una chiacchierata anche con lui: aveva sempre avuto la sensazione che fosse una persona molto simpatica, e che avrebbero potuto andare realmente d'accordo. Mentre riportava il bicchiere alle labbra, Jean si accorse anche dello smercio di sigarette che stava avvenendo tra Eloise e Mike. Mike era un altro ragazzo che Jean conosceva appena, ma aveva un viso così bello e innocente da aver catturato la sua attenzione. Non riusciva a non pensare che quell'innocenza fosse solo una maschera, ma si trattava solo di una sensazione: non lo conosceva, non avevano mai interagito. Chissà se sarebbe successo prima o poi, magari proprio a quella festa.
Jean aveva anche sentito la strana conversazione tra Camille e un ragazzo che non aveva riconosciuto. Non era certa di aver capito bene, però. Parlavano del gioco della bottiglia, ma in quella festa era pieno di bambini: forse questo ragazzo aveva sbattutto la testa troppo forte da piccolo? «Beh,» disse in risposta alla domanda di Megan, se qualcuno sapesse di cosa si trattasse, «se ho capito bene, sono previsti limoni. E no, non parlo dell'agrume.»
La risposta ai dubbi di Jean riguardo quel gioco non tardò ad arrivare. Mentre un forte, buono e fin troppo familiare odore di erba accesa le entrava dentro le narici, stuzzicando il suo interesse, alle sedici in punto, come annunciato, il pazzo con la bottiglia iniziò il suo spettacolo. Quindi avrebbero davvero fatto il gioco della bottiglia. Sul serio. Quella nuova consapevolezza le fece ribollire lo stomaco. Non aveva però ancora chiare le dinamiche: continuava a pensare che in quella festa ci fossero davvero troppi bambini per giocare tutti insieme a quel gioco, però forse quel pazzo aveva gestito la cosa. Infatti, furono colpiti dalla bottiglia ben sei malcapitati, tra cui Daniel, Camille e Casey, e nessuno di loro avrebbe dovuto darsi un bacio. Chissà quali criteri c'erano dietro quelle scelte. Chissà cosa diavolo sarebbe successo da lì in poi, con quella bottiglia in agguato. Chissà se avrebbe mai colpito lei.


Interazioni con Megan e Casey, riferimenti più diretti a Daniel, Mike e Phoebe, menzione a Taylor
 
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view post Posted on 28/4/2022, 20:03
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Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts

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Draven Enrik Shaw
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La festa sembrava proseguire bene, soprattutto considerando le ondate di fumo che di tanto in tanto arrivavano fino a lì e nonostante le discutibili scelte musicali del dj, ma Draven aveva già smesso di prestarci attenzione da diversi minuti. Aveva tenuto lo sguardo fisso su Alice per tutto il tempo, da quando si erano messi un po’ più in disparte, e si era unicamente concentrato a voler risolvere il mistero di quelle sensazioni su di lei. Avrebbe tanto voluto un altro di quei bicchieri di ‘qualsiasi cosa fosse’ che aveva bevuto poco prima, tanto per tenersi occupato, visto che a tenere le mani nelle tasche dei jeans stava iniziando a sudare. Si sentiva a suo agio a stare lì a parlare con lei, ma allo stesso tempo la cosa lo innervosiva. Non aveva senso, non capiva come o perché si sentisse così legato a lei e, non appena aveva finito di parlare, era stato prontamente colpito da un forte senso di malinconia. La sensazione di aver legato con lei e di averla persa, per qualche motivo, percependola come l’eco di un ricordo molto lontano, era stata difficile da spiegare e non poteva sapere come Alice l’avrebbe presa. Nei pochi istanti di silenzio che precedettero la risposta della ragazza, si ritrovò a perdersi nei propri pensieri e la consapevolezza di quanto assurdo fosse tutto ciò e di quanto avrebbe potuto farlo soffrire lo colpì in pieno petto, come un pugno: odiava quella costrizione che le emozioni umane gli imponevano. Tanti, tanti anni prima, aveva fatto una promessa a sé stesso e l’avrebbe mantenuta fino alla morte… Solo che, a volte, più di altre, era difficile convincere sé stesso di essere in grado di non provare nulla.
Una volta scoperto perché provasse quella sensazione nei confronti di Alice, però, sarebbe stato più facile togliersela di dosso… Giusto?
In quei brevissimi istanti di silenzio, riuscì a convincersi che il suo unico interesse fosse sinceramente rivolto al solo fine di scoprire la verità su quelle sensazioni, per potersene dimenticare.


Si, credo di ricordarlo anche io. Ricordo anche la fatica per aver corso più di quanto non sia abituato a fare… Qualcosa del genere.ribatté, in risposta alle sue parole, continuando a stringersi nelle spalle con quell’alone di sconforto ancora addosso. Ora che aveva fatto pace con i propri pensieri si sentiva meglio, ma il fatto che lei fosse ben più razionale di lui e meno emotiva, non lo tranquillizzava affatto; di solito, quello razionale e distaccato era lui. Ma, forse, a differenza sua, era solo una ragazza socievole e ben più abituata di lui alle interazioni umane? Aveva senso. Uno ansioso come lui non aveva ancora mai avuto il piacere di conoscerlo.
Il passaggio casuale di uno degli studenti che distribuiva bicchieri in giro per la festa, capitò nel momento più opportuno. Lo ringraziò con un cenno della testa, quando Alice lo fermò per prendere i bicchieri da lui, poi ne prese uno dalla ragazza quando glielo porse.
Lui non poteva dire di trovare strano l’essere amico con i Grifondoro, visto il rapporto che lo legava a Casey e quello che per anni c’era stato con Christelle, ma cominciò a chiedersi se non fosse quantomeno strano che le uniche tre persone con cui avesse in qualche modo legato all’interno della scuola fossero tutte donne Grifondoro… Perlomeno, c’era una certa coerenza nelle proprie scelte, per quanto inconsce.
Arricciò le labbra in un mezzo sorriso, lasciando che una piccola fossetta si palesasse timidamente su una delle sue guance, e avvicinò il bicchiere al suo per brindare. Chissà a cosa stavano brindando o se avevano un vero motivo per brindare, visto che da quella loro prima conversazione non era venuto fuori nulla di utile che potesse spiegare quello strano fenomeno che avevano condiviso, ma l’assecondò di buon grado e mando giù un lungo sorso di quella birra già accaldata dai raggi del sole. Strinse poi il bicchiere tra i denti, per poterlo reggere, mentre si tolse la giacca per restare in t-shirt. Nei pressi di quegli alberi si stava bene, facevano ombra e non era poi così caldo, ma il sole li stava lentamente raggiungendo ed ebbe l’impressione che presto la giacca sarebbe stata di troppo.


Giusta intuizione.ebbe giusto il tempo di dire, senza poter argomentare ulteriormente, quando alcune grida a breve distanza attirarono la loro attenzione. Teneva il bicchiere in una mano e la giacca nell’altra, ma nel sentir parlare di “gioco della bottiglia” pensò che qualsiasi cosa sarebbe stata di troppo per permettergli di fuggire abbastanza velocemente… Ci aveva giocato, una volta, durante una festa nel suo quartiere. Una ragazza più grande di lui era stata sorteggiata per baciarlo, ma gli era sempre stata antipatica e l’idea di baciarla non gli era sembrata minimamente allettante, quindi aveva finito col fuggire via per impedirle di avvicinarsi a lui.
Mandò giù tutto d’un sorso il resto del contenuto del bicchiere e posò a terra, vicino all’albero, sia il bicchiere che la propria giacca; doveva essere pronto ad avere la massima libertà per correre via a gambe levate, ma anche l’idea di Alice di affidarsi a qualcosa di più forte non era male.


Ho un’idea…commentò, facendole cenno con la testa di seguirlo.
Sorpreso, ma in qualche modo rincuorato dalle parole seguenti di Alice, rise anche lui, mettendo in mostra le fossette sulle guance senza più timidezza.


Grazie… - ribatté, annuendole, prima di allontanarsi da quel rifugio e riavvicinarsi alla calca di studenti al centro del boschetto.
Aveva sentito l’odore di canna perseguitarlo dal momento in cui aveva messo piede in quel bosco ed era sicuro di poterne trovare la fonte se avesse seguito la scia del fumo, ma bastò avvicinarsi al tavolo per trovarne qualcuna già rollata. Il benefattore aveva lasciato lì anche un accendino.
Draven ne prese una, l’accese, poi passò l’accendino insieme a un’altra canna ad Alice.


Se ti va. Nessuna pressione, ovviamente.commentò, versando infine due shortini di un liquido chiaro per lui ed Alice.
Per la salvaguarda della propria coscienza, decise di non indagare su che cosa stessero per fumare e bere e si limitò a passare uno dei bicchierini ad Alice, sperando che dopo quel secondo brindisi con lei avrebbe mantenuto la parola lasciandolo tornare a nascondersi.
Per l'esperienza pregressa vissuta con Casey in innumerevoli occasioni, sapeva che andare in giro con Caposcuola o Prefetti attirava un sacco di attenzione, troppa per i suoi gusti, e sperò con tutto sé stesso che quella breve sosta al tavolo non avrebbe comportato l'avvicinamento di nessuno...

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Menzioni: Casey
Interazioni: Alice

Ci troviamo vicino al tavolo del rinfresco.
 
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view post Posted on 29/4/2022, 15:13
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Alice Wagner - Gryffindor

Il pomeriggio era svoltato in maniera inaspettata, non si immaginava di certo di trovarsi di fronte Draven e di mettere in tavola una questione che in fondo le solleticava il pensiero da diversi mesi. Era stata così concentrata su se stessa in questi giorni che aveva quasi dimenticato come provare emozioni diverse da quelle che la ritrascinavano in quel turbine di buio. Era stata dura non riuscire ad esprimerlo al mondo, metter su un muro, fatto di carte traballanti ma seppur pronto a crollare, dotato di una certa determinazione nel rimanere in equilibrio. Alice si sentiva come un domino malfunzionante, dove quando si faceva per gettare a terra le tessere e scoprire così il trucco, questo finiva per rimanere in un costante bilico. Né di qua, né di là. Dov'era sperduta, nemmeno lei lo sapeva. E quindi rimaneva con la consapevolezza di essere rotta, senza tuttavia sembrarlo. Di una cosa però era certa, quel piccolo spiraglio di leggerezza le aveva fatto bene. In qualche modo era grata a quel ragazzo, cupido di parole, ma prodigo per qualche motivo di sorrisi, per lei. Alice si sentiva a suo agio, le turbe l'avevano abbandonata per qualche minuto e la rossa si era concentrata su tutto ciò che l'euforia del momento poteva regalarle. Era incredibile come quell'incontro avesse scatenato due reazioni quasi opposte, lo sguardo di Draven le sembrò per un istante quasi assente, mentre entrambi realizzavano di essersi in qualche modo già conosciuti, si chiedeva cosa gli passasse nella mente 《 Se hai anche tu la sensazione che si è trattato di un sogno allora dobbiamo andare in fondo alla questione. Per esempio... è possibile fare lo stesso sogno? Ah- so che non ha senso ma altrimenti come lo spieghi? 》 era piuttosto difficile venire a capo di una cosa del genere, non fosse che Alice era sicura di aver letto di una pozione che permetteva di sognare ad occhi aperti, le era capitata proprio tra le mani qualche giorno prima ai tiri vispi. Battè ad un tratto il palmo della mano sulla coscia, illuminata da un'idea 《 Oddio aspetta- forse ho un'idea... ai Tiri vispi vendiamo una pozione che permette di sognare ad occhi aperti. E se-- e se in qualche modo qualcuno ci avesse fatto uno scherzo?》 era probabile che qualcuno avesse teso un agguato alla malandrina rosso-oro, ma Draven cosa c'entrava? Non le sembrava un tipo da scherzi, chi poteva essere stato? Mentre rifletteva sul da farsi si finí il bicchiere di birra ghiacciato, sempre più accaldata, lasciando che la zip della felpa trovasse finalmente il via libera e poggiando quest'ultima ai piedi dell'albero.

Poi ci fu il momento della bottiglia che catturó l'attenzione di tutti. Erano stati estratti diversi studenti che Alice conosceva, la piccola Marjorie che aveva avuto il piacere di incontrare in più occasioni, doveva fare uno scherzetto alla Bell. Alice sorrise al pensiero, in qualche modo era divertente che le fosse capitato qualcuno come un caposcuola al primo giro, ma era sicura che la Bell sarebbe stata al gioco, anzi sotto sotto sperava di vederla perire sotto le grinfie di una primina. Poi c'erano Daniel e Susan, entrambi prefetti a cui era capitato il gravoso compito di performare una carezza. Onestamente le dispiaceva un casino per Gwen, l'unica carezza che sarebbe stata capace di dare al Serpeverde sarebbe stata quella del contatto tra la di lui guancia e il marciapiede sul quale sarebbe stato inevitabilmente scaraventato. Camille in fondo l'aveva avuta semplice, uno scherzo per una come lei non era che roba di routine. In ogni caso sperava che la bottiglia non fosse a conoscenza della sua partecipazione a quella festa, starsene in quella specie di rifugio, sotto al salice non le dispiaceva affatto.

La sua attenzione venne nuovamente catturata dal ragazzo di fronte, osservò il modo in cui le fossette gli spuntavano, quando sorrideva cosí da illuminarsi il viso era piacevole. Curiosa lo seguí, chiedendosi cosa gli fosse venuto in mente. Si diresse verso il banco degli alcolici e fu sorpresa di trovare delle canne tra l'altro già pronte per l'uso con tanto di accendino. Ah. Quindi il fatto che non ci fossero regole era proprio vero. Alice avvertì le gote colorarsi di rosso, in realtà non aveva mai fumato in vita sua e non sapeva nemmeno da dove iniziare, nonostante ciò era davvero curiosa di sapere cosa si provasse a fumarne una 《 Ahm... N-Non penso di sapere come si fa esattamente. 》 si sentiva un po' sciocca ma fino ad allora si era comportata piuttosto bene da quel punto di vista. Non aveva mai bevuto né fumato e il mondo della perdizione le era ancora sconosciuto. Poggió la canna sul tavolo indicando quella del ragazzo, gli sorrise timidamente 《 Temo che dovrai prima insegnarmelo.》 suggerì una condivisione iniziale, per puro scopo didattico. Non poteva mica restare ignorante per sempre. Afferrò lo shottino che l'altro le aveva porso ridacchiando 《 È grave se dopo questo sono già brilla? 》 almeno ubriacarsi era economico per lei. Si chiedeva quanto bevesse Draven di solito e se avesse già provato prima di allora, forse uscendo spesso con Casey beveva anche lui tanto. Troppo?
In ogni caso ora sembravano pronti per sgattaiolare via di nuovo, verso il rifugio sotto all'albero. Alice voleva rimanere in quella bolla, continuare a fare cose leggere e non pensare, forse i fumi di quella sigaretta speciale l'avrebbero aiutata nell'intento.


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Interazioni con: Draven
Menzioni: Casey, Daniel, Gwen, Camille, Marjorie

Siamo momentaneamente vicino al tavolo del rinfresco se non fuggiamoviaprima



Edited by Nontiscordardime - 29/4/2022, 17:27
 
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view post Posted on 1/5/2022, 20:16
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Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente. (William Shakespeare - Romeo e Giulietta)

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Il Gioco della Bottiglia. Solo a Hughes poteva venire in mente un’idea tanto folle. «Non so esattamente in cosa consiste, ma spero comprenda un qualcosa per vendicarsi di Timothy!» continuò a sorseggiare la birra. Le faceva storcere il naso, ma almeno l’aiutava a rilassarsi. In fondo, a parte la dignità, cosa rischiava di perdere partecipando?
Era anche vero, però, che necessitava di distendere ancora un po’ i nervi in previsione di chissà cosa le sarebbe toccato fare. Quando Eloise mise in tavola il suo arsenale, per un solo istante, esitò. Filtri sperimentali dei Gemelli Weasley, altrettante pillole dai dubbi funzionamenti e drummini. Tanti drummini. Non aveva mai fumato, anzi aveva sempre criticato i suoi cugini per questo loro vizio. Ridicola. Già, ridicola. Ridicola perché s’incuriosì e, dopo aver poggiato il bicchiere ormai vuoto, recuperò uno di quelli appena rollati e se lo rigirò tra le mani tentata di provare. Ci mise un minuto buono a decidersi, nel frattempo il fumo di quello tra le labbra di Mike le arrivò alle narici stordendola. Lo imitò portandolo alla bocca e, con l’aiutò dell’accendino messo a disposizione, l’accese.
Inspirò.
La gola iniziò a bruciare come un tizzone, causandole un eccesso di tosse. Le lacrime le punsero gli angoli degli occhi, che chiuse d’istinto per cercare di arginarle. Perché diavolo lo aveva fatto? Ma non si fermò, già dal secondo tirò iniziò ad abituarsi. A mano a mano che la canna si accorciava, i suoi nervi si distendevano. Espirava, permettendo a candide nuvolette all’aroma di canapa di avvolgerle il volto.
L’idillio, però, durò meno del previsto.
Una mezz’ora passata troppo rapidamente.
«Ma porco Merlino, poteva rapirlo un’Acromantula?» l’inevitabile ritorno di Hughes la fece tornare alla realtà nel peggiore dei modi. E ora, qual era il piano definitivo del concasato? Era solo il primo giro, a detta sua. Beh, sperò con tutto il suo cuore non toccasse a lei, non immediatamente almeno.
Invece, i suoi sogni vennero infranti. Dopo che la sorte scelse ben due dei suoi colleghi Prefetti, la maledetta bottiglia non la risparmiò e colpì anche lei dolorosamente alla schiena. Ma non solo, l’obbligo era quello di fare uno scherzo. Peggio ancora ad un primino di soli undici anni.
«Timothy, fossi in te mi guarderei le spalle d’ora in avanti! Stai sicuro che se provi ad entrare in Sala Comune ti faccio fare il bagno nell’aceto!» E ora? Per prima cosa doveva raggiungere la sua, come chiamarla, vittima? Il ragazzino non era troppo distante, stava parlando con l’altrettanto sfortunata, o fortunata dipende dai punti di vista, Gwen, arrivata poco prima con una scorta abbondante di cioccorane. Le lancio uno sguardo che gridava “aiuto”. Poi si rivolse a O'Hara, estratto assieme alla concasata «Mi raccomando, trattala bene!» una minaccia? No, semplice raccomandazione, alla fine si fidava di lui. Decisa, spense poi la sigaretta che ancora stringeva tra le dita e andò incontro al suo destino.
«A quanto pare siamo compagni di sventura!» il tono era gentile. Gli tese la mano prima di presentarsi «Io sono Camille e tu?» il solito sorriso comparve sul suo volto, la vista annebbiata dal leggero stupefacente rendeva gli occhi stranamente acquosi.
Attese che anche l’altro le dicesse almeno il nome, così avrebbe saputo con chi scusarsi, e poi aggiunse «Sarò buona, lo prometto! Vediamo cos’abbiamo a disposizione…» si diresse verso un cesto lì vicino, riempito a dovere grazie ad Alice. Dopo aver frugato per bene, tra i tanti gadget estrasse quella che all’apparenza era una semplice trottola.
«D’accordo, questa potrebbe fare al caso mio!» doveva metterlo in guardia? No, altrimenti dov'era il divertimento? «Ehm, attenzione alle tue spalle!» se ne uscì così, con un'aria vagamente allarmata. Se fosse riuscita a distrarlo, avrebbe attivato il marchingegno senza che se ne accorgesse. Una volta azionata, la trottola avrebbe cominciato a schizzare il povero malcapitato rendendolo fradicio. «Mi dispiace!» fatto il misfatto, non si trattenne e accompagnò quelle parole con una sana risata.
«Dai, vieni qui, ti do una mano ad asciugarti!» se avesse scelto di seguire il suggerimento, avrebbe estratto la bacchetta e, con un caldo e rassicurante fuoco scoppiettante nella mente, avrebbe cominciato a muoverla a spirale nella sua direzione, pronunciando contemporaneamente «Arefacio!» così sarebbero tornato “come nuovo”.
«Dieri che ora hai il diritto di vendicarti!» allargò le braccia, mettendosi in maniera rassegnata a disposizione, e con un occhiolino lo incoraggio a sbizzarrirsi.

| Camille Donovan | Hufflepuff Prefect | 15 y.o | Outfit |
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Interazioni: il drummino di Eloise Daniel, che mette in guardia sul volere indietro Gwen incolume, e Silias, la povera vittima (?) che vince un bagno con la trottola schizzina :fru: :<31:

Menzioni: al gruppetto in generale radunato a fare baldoria :<31:

Vai Silias Thom Morgan caro, attua la vendetta :ph34r:
 
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view post Posted on 3/5/2022, 11:28
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Di sole e di gatti

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Amelia Gin Moonword

studentessa |12 anni | I anno | Corvonero | OUTFIT


Gin era contenta di essersi finalmente presentata a Taylor. Come primine erano compagne di stanza, ma quella stanza era talmente grande e Gin talmente asociale che non aveva avuto ancora modo di presentarsi a tutte. Era però contenta di avere una spalla per quella festa. Si avvicinarono a Marjorie, di cui aveva udito il saluto e visto sventolare la mano, in compagnia di una ragazzo che Gin non conosceva. Era salva: un’altra faccia conosciuta e sostanzialmente benevola. Almeno così sperava. Non conosceva Marjorie molto bene ma a pelle le sembrava una ragazza a posto.

“Ciao Marjorie, come stai? Ti presento Taylor, una mia concasata.” Alla presentazione del ragazzo sconosciuto da parte di Marjorie, Gin tese la mano.
“Piacere Richard, io sono Gin. Gin andrà benissimo, il nome Amelia non lo uso molto”. disse rispondendo contemporaneamente alla domanda di Marjorie.

Si accorse della Coca Cola.
“Maaaa questa è proprio CocaCola? Fantastico! È da una sacco che non la vedo. Io ho portato della Burrobirra analcolica se vuoi provarla” lo disse tendendo un bicchiere al ragazzo. Aveva dato peer scontato che, come lei, avesse origini babbane. Altrimenti non avrebbe mai portato della coca cola. O forse si? Magari era avvelenata... Forse lo avrebbe scoperto, o forse no.

“Allora, ti sei ripresa dalle emozioni dell’ippogrif....” Non fece in tempo a terminare la frase che fu interrotta da un tizio che parlava di gioco della bottiglia. Oh no! Anche lì???

«BENE, ALLORAAAA, SIETE PRONTIII? COME PROMESSO GIOCHEREMO AL GIOCO DELLA BOTTIGLIA, NESSUNO ESCLUSO!»

“Spero proprio che ce lo possiamo evitare” disse agli altri. Ovviamente non fu così, perché la bottiglia arrivò proprio davanti a Marrjorie per coinvolgerla in prima persona. E la controparte a cui, se Gin aveva capito bene, doveva fare lo scherzo era niente meno che un Caposcuola.
*Oh no, oh no* pensò Gin temendo di essere coinvolta suo malgrado in qualcosa di poco piacevole. Ma invece che scappare, come le passò per la mente, decise di dare manforte all’amica e di provare ad aiutarla.

“Allora, stiamo calmi. Se siamo tutti qui è per divertirci no? Non se la prenderà, immagino. Spero” disse a Marjorie con un tono ben poco convinto.
“Cerchiamo qualcosa nel mucchio? Forse qualcosa che ci permetta di allontanarci dal centro dell’azione?” buttò lì la proposta, lanciando un occhio al contenuto della cesta degli scherzi e riprendendo in considerazione l’idea, forse non stupida, di un diversivo.



PS: 112 | PM: 51 | PC: 51 | EXP: 3




© Gaelle




Scusate il ritardo.
Interazioni con Taylor, Marjorie e Richard
 
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view post Posted on 3/5/2022, 20:27
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Snape

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Silias Thom
Morgan
«“Non serve a niente rifugiarsi nei sogni e dimenticarsi di vivere”.»

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A
avvertivo una pressione incredibile mentre conversavo con quella ragazza che oltre tutto era anche un prefetto. Non ero in me in quel momento quasi non mi riconoscevo. Io che
avevo come hobby quello di schivare le persone, per paura che mi rivolgessero la parola. Qualcosa in me stava cambiando, lo avvertivo dopo quel piccolo passo verso il mondo al di fuori la mia ottusità. Ma qualcosa di ancora più bizzarro stava per accadere, qualcosa che mi avrebbe segnato
e che non sapevo stesse arrivando. Un ragazzo, che non conoscevo si presentò con un ingresso che non passo di certo inosservato....'' gioco della bottiglia? che vuol dire gioco della bottiglia ''...la mia espressione diceva tutto...'' non sarò cosi sfigato da essere preso da questa bottiglia spero ''...a quel punto mi zittii e feci alcuni passi indietro, quasi se volessi scappare, e anche la mia presunta nuova amica sorrise, come se avesse percepito cosa stessi provando.... '' mi sto preoccupando per nulla''...e invece dovevo preoccuparmi e come, perché quella maledetta bottiglia mi colpì subito dopo aver colpito una prefetto che conoscevo, e che seguivo con lo sguardo di tanto in tanto quando la incrociavo dentro le mura scolastiche. Aveva un non so che di misterioso...'' e ti pareva''...ormai mi trovavo in mezzo a quella faccenda e di certo scappare non mi avrebbe fatto fare una bella figura, così stetti al gioco e subii lo scherzo che la grifondoro mise in atto, seguito da una sonora risata di gruppo. Divenni rosso in viso, ma no per via della vergogna, ma per via della sua gentilezza. Ero arrabbiato, ero molto arrabbiato, non volevo essere trattato come un ragazzino, lo odiavo, doveva lasciarmi fracido e ridere, il mio ego era terribile, ma quella mossa, di asciugarmi e di propormi una vendetta mi mandò in bestia, non volevo metterla in atto, non volevo davvero farlo, a causa dei suoi occhi gentili, qualcosa mi frenava, frenava la mia sete di vendetta. Quelle risate intorno a me si annullarono mentre la guardavo e prendevo una decisione, ma dovetti optare per ricambiare lo scherzo, d'altronde il regolamento era chiaro .. '' odio essere tratto cosi, lo odio''...a quel punto presi in mano la situazione e stringendo le mani a pugno dissi ...vendetta, non c'è nessuna vendetta, sai i tuoi occhi, i tuoi occhi hanno un qualcosa di speciale....pescai controvoglia come lei uno scherzo, mentre parlavo, tirando fuori qualcosa che avrebbe causato scalpore,,,quindi mi limiterò semplicemente a ignorarti non usando quello che ho appena pescato...ma ero pur sempre un serpeverde, la mia indole cattiva secondo alcuni andava fatta valere, cosi voltandogli le spalle mi girai di scatto dopo alcuni passi e lanciai verso di lei una polvere colorata viola...peccato ho avuto un ripensamento...ah e comunque
io sono Silias Thom Morgan, piacere
...con un mezzo sorriso tornai a poggiare le spalle al mio amico albero...'' non doveva trattarmi come un bambino, i suoi occhi, perché mi attraggono cosi, guardandoli ho avvertito un senso di nostalgia''...i miei pensieri in quel momento erano chiusi in un limbo senza fine, ma dovevo essere me stesso, e comportarmi da silias... '' cambiare ? si certo ma per gradi, non volevo farlo, ma questo maledetto regolamento me lo ha imposto ''...mentre finivo il mio succo guardavo la ragazza coperta di quella polvere di cui non conoscevo neanche il nome...

 
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