Litha - Il Ballo del Solstizio d'Estate

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view post Posted on 6/8/2022, 01:52
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Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts

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Draven Enrik Shaw
III° anno - Prefetto serpeverde - 16 yo - Outfit
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In mezzo al connubio di odori derivanti dal giardino, si sentì vagamente stordito ancor prima di attraversarlo. Dovendo pensare a un desiderio, o a una preghiera, fermo lì davanti alla statua di Cernunnos, non gli venne in mente niente. Il vuoto più totale. C’era una sola cosa che desiderava con tutto se stesso, ma aveva troppa paura anche solo di pensarlo. Era un azzardo rischioso, in grado di infondergli una sofferenza che non aveva la minima voglia di saggiare. Di nuovo. Non lì, non in quel momento. Aveva seguito Alice con l’intento di ringraziarla per il suo aiuto durante quell’esperienza di vita alternativa, contro gli zombie che avevano dovuto combattere insieme per sopravvivere e tornare alla realtà; nonostante la sua mancanza di interesse nell’affrontare l’argomento – per motivi che non volle indagare – continuò a seguirla per istinto. Perché sapeva distrarlo. Le persone non avevano mai il potere, con lui, di farlo sentire… bene. Capitava di rado. Alice era una di quelle rarità. In mezzo al caos, in eventi pubblici, quando l’ansia lo sovrastava e lo faceva sentire inadeguato, aveva sempre fatto affidamento su… No. Non lei. Se n’era andata senza dirgli niente. Nemmeno lei poteva essere nominata. O pensata, perfino.
Abbassò lo sguardo, di nuovo distratto dal proprio dolore. Da mesi, ormai, la morsa di angoscia alla bocca dello stomaco si era fatta voragine. E se negli anni aveva imparato a gestire quelle sensazioni, negli ultimi tempi gli era sembrato come se a ogni passo falso le proprie emozioni stessero acquisendo sempre più potere. Con un passo più largo, avrebbe finito per caderci dentro ed esserne inghiottito.

Fallo tu per me. – si limitò a dirle, distratto da quei demoni che, come già aveva tristemente constatato, ormai erano in grado di raggiungere la gola e graffiarlo dall’interno ogni volta che provava a consentire alla propria mente di sfuggirgli, attraverso le parole. Parlare gli era sempre risultato difficile, negli ultimi tempi era diventato anche fisicamente doloroso.
Si schiarì la voce e proseguì nel giardino con la Grifondoro. Il silenzio era accogliente e piacevole, ma tutti quegli odori insieme non facevano che aumentare il mal di testa perpetuo che caratterizzava Draven come essere umano.
In cambio della calendula che Alice gli porse, protrasse verso di lei un po’ dell’iperico che aveva preso per sé. Senza dire niente, col sapore di sangue che gli aveva impastato la bocca.
Si schiarì la voce di nuovo, dando le spalle alla ragazza per rivolgere il proprio sguardo al resto del giardino. Forse non era una buona idea, ma più che berla tutta quella roba…
Mise in una delle tasche del kilt l’iperico e la calendula, poi attraversò i corridoi del giardino a passo svelto e sicuro di quali punti volesse raggiungere. Verbena. Timo. Maggiorana. Artemisia. Si sbriciolò in una mano le loro foglie, le mischiò tra di loro con non poca difficoltà, visto che erano erbe troppo fresche per servire allo scopo che Draven aveva in mente. Poi, fece cadere quella mista nella busta di tabacco. Una rapida shakerata, come se fosse stato un cocktail.
Si riaffiancò ad Alice, illuminato da un sorriso che nascondeva secondi fini, ma abbastanza ampio e sincero da addolcirgli l’espressione del viso, le fossette in bella vista per un breve attimo; con la coda degli occhi, notò l’arrivo di diverse persone nel giardino e indicò all’amica l’ingresso con un cenno della testa, come a chiederle silenziosamente di andare via da lì.
Non gli importava dove. Avrebbe seguito Alice finché non si fosse mostrata indispettita o annoiata o, semplicemente, se gli avesse dato l'impressione di non gradire più la sua compagnia.
Era costretto a restare a quella festa, ma non voleva stare da solo o, peggio, da solo in mezzo ad altra gente.


« To find myself again my walls are closing in »

Jules; ©harrypotter.fc.net

Interazioni: Alice
Menzioni (indirette): Megan, Casey e in generale le personcine bellissime che si sono affacciate in giardino

Draven segue Alice senza una meta :grat:
 
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view post Posted on 6/8/2022, 09:44
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Slytherin
Fifth year
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Banshee
« Non ci hai messo molto a riprenderti il posto » braccia intrecciate al petto, mento alto, finta ironia.
Era lì da un po’ ma non ebbe la forza di dire alcunché; non subito. Temeva che il suono della sua stessa voce potesse tradire quell’artefatta sicurezza che si reggeva - ancora a stento - in piedi. Eppure Emily fu quasi soddisfatta, tanto che le dita affusolate temporeggiarono appena sulle scapole nude, a simulare una fiera pacca sulla spalla.
Sciolse l’abbraccio e sospirò, « Allora Kraus, com’era Azkban? Hai incontrato quello stronzo di mio Padre? ».
Si lasciò cadere sulla poltrona con innaturale leggerezza, accanto e, al contempo, difronte al Trono, « Sai, dicono se la passi piuttosto male », tirò via un lembo del vestito, « Per fortuna ».
E solo allora si preoccupò di guardarlo con attenzione. Non l’aveva mai visto indossare colori così chiari. Lo sguardo risalì fino al viso, adornato da un nastro caldo che contrastava ancora di più con il volto che le pareva apatico, distante eppure dotato di nuova linfa.
Che avesse smesso con quelle dannate sigarette dello stesso odore dei bagni della Testa di Porco?
Qualcuno forse avrebbe commentato quella nuova versione di Vagnard Von Kraus, le differenze erano così evidenti che lei stessa fu sorpresa non stessero già girando voci nel Castello.
« Potevi contattarmi », si limitò ad aggiungere; il pensiero accarezzò il vecchio specchio al sicuro nel dormitorio.
L’aveva controllato più e più volte, aspettandosi un cenno, una richiesta. Non aveva allora capito l’utilità di quell’oggetto: perché donarglielo se poi non l’aveva usato?
Entrambi non erano il tipo da chiedere aiuto, bisognava ammetterlo, ma un tacito patto era stato suggellato - o forse era stata lei troppo stupida da credervi.
Poggiò la testa contro il morbido tessuto, alzando lo sguardo al soffitto.
Era stanca di quella sala comune, stanca di Hogwarts e, non fosse stato per il Capitano, non sarebbe nemmeno andata al Ballo; a che pro? Non v’erano persone che aveva intenzione di vedere né qualcuno che avesse intenzione di incontrare lei.
Però c’era qualcosa che aveva desiderato fare. L’idea le era venuta nel momento esatto in cui aveva saputo del ritorno del Serpeverde o, presumibilmente, il pensiero era rimasto latente fino al suo rientro.
Chinò nuovamente il capo e qualche ciocca le adombrò il viso lasciando le lunghe trecce al loro perfetto posto, nascondendo l’improvvisa luce che aveva contornato le iridi cineree.
Si voltò nuovamente verso Vagnard, un flebile sorriso ad illuminare il volto niveo, carezzato dall’oro che vestiva con delicatezza le palpebre.
Gliene avrebbe parlato poco più tardi, dandogli tempo di risvegliarsi davanti ad un Whiskey.


INTERAZIONI

MENZIONI

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view post Posted on 6/8/2022, 16:25
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Lilith
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«Le parole sono, nella mia non modesta opinione, la nostra massima e inesauribile fonte di magia, in grado sia di infliggere dolore che di alleviarlo.»

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A
scoltai Silias mentre mi raccontava della madre, e di come non avesse la possibilità di vederla il lavoro al Ministero la costringesse spesso a fare viaggi, portandola lontano da casa. Mi accorsi dell'espressione che il ragazzo fece dopo quelle parole… la riconobbi senza troppi problemi, in quanto era la stessa identica espressione che avevo io quando parlavo di mio padre. Avevo un buon rapporto con lui, ma sicuramente molto meno confidenziale ed intimo di quello che mi legava a mia madre. Anche lui, come la madre di Silias, era sempre in viaggio per le varie partite dei Ballycastle Bats, e lo vedevo raramente. Forse era anche per colpa del lavoro di mio padre che non mi piaceva particolarmente il Quidditch. Cercai di farlo rasserenare da quei pensieri aprendomi anche io in quel frangente.

Ti capisco sai? Anche mio padre è sempre via per lavoro e non lo vedo molto…

Dissi tranquillamente al ragazzo, prima che lui mi continuò a parlare di ciò che gli piaceva. Sorrisi quando disse che aveva un debole per pozioni, visto che era lo stesso argomento che entusiasmava anche me. In quel caso però evitai di dirglielo, o se no avrei fatto la parte di quella che rispondeva "Oddio anche io!" ad ogni cosa che diceva. Ci sarebbe sicuramente stato modo in futuro di approfondire la conoscenza con Silias e conoscere di più le passioni l'uno dell'altro. Mi ci trovavo bene a parlare con lui, e mi ritrovai davvero entusiasta nell'aver incontrato qualcuno con cui parlare così tranquillamente e in maniera tanto naturale… in più era anche della mia stessa casata! Era bello pensare di essere riuscita a trovare, finalmente, una persona amica in quella scuola… era presto per dirlo, certo, ma speravo davvero che le cose sarebbero continuate sempre meglio. Seguì il ragazzo fino all'albero del dio, dove alla base erano abbandonati tutti i vari doni degli studenti. Dal mio arrivo alla festa, erano notevolmente aumentati, visto che era arrivata parecchia gente ormai. Guardai Silias prendere un sasso da terra e ascoltai le sue parole mentre lo dava come offerta.

Ragazzo dal cuore di pietra, addirittura?

Scherzai guardandolo. Non mi sembrava un ragazzo con quella definizione, quindi non capii se il suo era solo uno scherzo o parole sincere… di certo avrei voluto conoscerlo meglio in futuro per capire quanto quelle parole corrispondessero a realtà. Entrammo poi insieme nel giardino dietro l'albero… c'era un misto di odori a dir poco inebriante lì dentro! Dove ti giravi trovavi una pianta diversa, fiori dai colori sgargianti e piante per ogni utilizzo… mi ci sarei persa a guardarle tutte, se fossi stata sola!

"Sai per la mia ricetta mi occorre , vediamo..."

Mantenni lo sguardo su Silias alle sue parole, guardandolo mentre cercava tra le varie piante quelle che gli sarebbero servite per fare il cocktail di cui mi aveva parlato. Prese delle foglie di menta, qualche radice di zenzero e dei bellissimi fiori di Ibisco. Appena mi fece capire di aver preso tutto l'occorrente ci dirigemmo fuori dal giardino per tornare nuovamente nell'area del bar. Era alquanto chiaro che la festa fosse iniziata ormai già da un po', visto l'affollamento che era venuto a crearsi... nella zona del bar si erano venuti a creare gruppetti di studenti che bevevano in compagnia e altri studenti che se ne stavano per i fatti loro... come un ragazzo che avevo già visto durante la sera dello smistamento. Era un Corvonero, se non ricordavo male, ma il nome non mi sovveniva affatto. Affiancai il ragazzo davanti al bacone dove porse ad uno dei druidi gli ingredienti che aveva preso e lo ascoltai mentre spiegava tutti i vari procedimenti. La curiosità era tanta, quindi rimasi lì ferma a guardare mentre veniva preparata la bevanda, sentendo Silias di fianco a me in fermento, come se avesse voluto direttamente scavalcare il bancone e farsela da solo. Dopo poco ci arrivarono i bicchieri, e il mio compagno di casa mi invitò a provarlo per prima.

Certo! Vediamo un po'...

Abbassai lo sguardo sulla bevanda e ne sentii l'odore prima di berlo. Aveva un qualcosa che pizzicava il naso, sicuramente dovuto allo zenzero, che poi lasciava spazio ad una fragranza dolciastra e piacevole all'olfatto. Portai il bicchiere alle labbra e bevvi un sorso. Subito mi colpì la freschezza della menta, poi mi arrivò al palato il sapore più forte e pungente dello zenzero che, grazie all'aggiunta del miele, era molto meno invasivo di come avevo immaginato. Proprio come mi aveva anticipato Silias qualche minuto prima, l'effetto della bevanda era sicuramente rinfrescante… cosa che quel pomeriggio estivo apprezzai davvero.

E' buona sai? Bravo!

Affermai con convinzione, riportando lo sguardo sul ragazzo.

L'aggiunta del miele è stato un tocco azzeccatissimo! Smorza molto la piccantezza dello zenzero e rende la bevanda piacevolmente zuccherina!

Dissi sorridendogli, prendendomi poi un altro sorso di quel "Morning breeze drink". Il sapore della menta non mi era mai particolarmente piaciuto, ma dovevo ammettere che in quel connubio di ingredienti ci stava davvero bene e rendeva il tutto molto fresco e dissetante.




Interagito con: Silias
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Edited by FeddyTR - 31/8/2022, 20:32
 
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view post Posted on 7/8/2022, 10:25
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Snape

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Silias Thom Morgan
Ci vuole molto coraggio per difendere i nostri nemici






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Rimasi sorpreso quando la ragazza, mi disse che anche lei aveva avuto problemi con il padre. Un'altra cosa che ci accomunava, era curioso, era molto curioso, il modo con il quale ci trovavamo su tutto...'' non ho mai incontrato qualcuno che mi capisse, a dire il vero ho sempre cercato di evitare chi incontravo, ma lei sembra giusta per me, sicuro sarà una buona amica per trascorrere questi anni ad hogwarts ''...parlare con qualcuno in fin dei conti era bello, e devo dire che la cosa non mi dispiaceva affatto. Poi arrivarono anche i suoi complimenti riguardo il drink, che gli fece acquisire ancora più punti...Si la menta non viene spesso gradita, mia nonna ad esempio non riesce a sopportarla, cosi ho optato per del miele per smorzare lo zenzero e addolcire la menta , sono felice che oltre a lei lo gradisca anche tu, sai sei la seconda persona che lo beve dopo di lei , sentiti onorata ...dissi con un sorriso per far capire a lilith che ero ironico su quell'ultima parte....comunque per quanto riguarda il mio cuore purtroppo è vero, è duro come la pietra, negli anni ho dovuto tribolare con alcune vicende di famiglia, che persistono tutt'ora, e diciamo che mi sono un pò chiuso in me stesso...mi fermai subito...comunque la prossima volta mi preparerai qualcosa tu ...ok ?...cambiai subito discorso, non volevo farla scappare visto che l'avevo appena conosciuta. ...'' forse dovrei proporgli di andare a farci un giro allo stand dei vestiti, giusto per non farla annoiare ''...ecco mi chiedevo se ti andasse di ----...stavo per proporgli di andare a farci un giro quando qualcuno sbucato non so dove urtandomi, e di conseguenza mandandomi a sbattere contro lilith che si trovava al mio fianco... .scusa non so da dove sia uscito, spero non ti sia fatta male...mi accertai che stesse bene, per poi concludere con la mia proposta, giusto per smorzare l'imbarazzo che si era creato con quel spiacevole evento...comunque stavo per proporti di andare a farci un giro allo stand dei vestiti...finii la frase, mentre con lo sguardo seguii il ragazzo che se ne andava senza degnarsi di chiedere scusa ...



‹ PS: 100‹ PC: 50 ‹ PM: 50‹ EXP: xxx



Interagisco con : lilith
 
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view post Posted on 7/8/2022, 15:45
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Sometimes I can feel my bones straining under the weight of all the lives I'm not living.

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Interazioni ► Eloise
Vicino al cromlech


Quello era forse il fine anno meno fine anno di tutti, pensò Niahndra mentre lasciava asciugare il mascara. Nella sua testa, l’inizio dell’estate avrebbe dovuto portare con sé un senso di leggerezza e liberazione che invece non provava.
Appena si concedeva qualche istante di troppo, ecco che si accumulavano tutte le scadenze e gli impegni e i ritardi che ancora pendevano come spada di Damocle nonostante la chiusura della scuola. L’aver dovuto spendere tre settimane in infermeria per un incidente durante un’esercitazione di pozioni si era rivelata la ciliegina sulla torta di un anno già frenetico di suo. Sempre più spesso si chiedeva se non fosse il caso di abbandonare qualche corso, in modo da riuscire a recuperare quelli a cui teneva di più; ma non aiutava che ancora non avesse una chiara visione di ciò che avrebbe voluto l’aspettasse fuori da Hogwarts —come scegliere le sue priorità?
Alla fine, nel momento in cui si era accorta di essere entrata in un loop di routine malsane, ansie e isolamento era già troppo tardi per capire come uscirne. Aveva continuato per mesi a guardarsi in terza persona mentre correva su quella dannata ruota per criceti.
«E non è ancora finita», mormorò. Non era ancora finita, a dispetto del periodo. Uscire quella sera non avrebbe significato lasciarsi alle spalle quei mesi infiniti; piuttosto, avrebbe significato essere forzata ad un bilancio e ammettere i propri fallimenti, uno ad uno. Aveva troppo nel piatto, era quello il problema? Aveva ecceduto i suoi limiti? Non avrebbe saputo dirlo. Era troppo stanca persino per curarsene.

Forse stava temporeggiando, si disse, mentre avanzava con lentezza i giardini esterni al castello che, come ogni anno, subivano le più spettacolari trasformazioni. Il problema di quella particolare strategia era uno solo: che fosse agli estremi della foresta, nella zona bar, a due passi dal giardino di erbe aromatiche o di fianco all’albero sacro a Cerunnos —ovunque si voltasse, l’unico pensiero che la perseguitava era ”vorrei che El fosse qui”. La consapevolezza l’annichiliva.
Ora, facendosi strada verso l’altura, man mano che gli alberi si facevano più radi, i suoi occhi abbracciavano i dintorni alla ricerca della Lynch. Una piccola, piccolissima parte di lei sperava di non trovarla. Tutte le altre erano intente a capire come approcciarla. Da quando era diventato così macchinoso?
Niahndra abbassò lo sguardo sulle mani, vuote, come se potesse riempirle col pensiero. Avrebbe potuto portare un bicchiere d’infuso o una macedonia; diamine, persino un mazzetto di quelle stupide erbe magiche. Qualunque cosa, pur di avere un pretesto per cominciare la conversazione. Che prospettiva stomachevole.
Quando infine la figura della compagna entrò nel suo campo visivo, Niah si stupì di trovarla da sola. Eloise si-chiama-festa-se-non-conosci-almeno-15-persone-nuove? Lynch. L’avrebbe volentieri assunta come scusa per non disturbarla se fosse stata appena più codarda; e se il tempo non fosse stato sulle loro tracce come predatore incallito.
Invece, con le unghie affondate nel palmo delle mani, la ragazza si fece forza. Non guardare, ripeté mentalmente. Non guardare i giochi di luce, non guardare la mano sul collo; cristo, non guardare troppo neanche El.

«Ehi», avrebbe annunciato finalmente la sua presenza, qualora non fosse stata ancora notata. Un sorriso tiepido e a labbra tirate, come di chi fa pratica dopo tanto tempo e non sa bene quanto entusiasmo mostrare.
«Mi aspettavo già di dover litigare le tue attenzioni con tutti gli altri.» La frase suonò in una maniera orribile nel momento in cui ebbe toccato l’aria. Un respiro di colpo, prima di mettere le mani avanti. «Intendo, nel senso…Nulla, è un po’ strano. Hai già salutato tutti quelli che volevi salutare? Prima della partenza, dico.»

Non guardare non guardare non guardare non guardare macchinoso macchinoso macchinoso macchinoso.

«L’altra partenza, insomma.»
 
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view post Posted on 7/8/2022, 19:41
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Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente. (William Shakespeare - Romeo e Giulietta)

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Camille Donovan
Hufflepuff Prefect | Sheet | 15 y.o | Outfit

È bello vederti sorridere, è contagioso come ricordavo.
Se solo Cernunnos, lì rigido che ci osserva, non accettasse solo meri doni materiali come offerta, ma anche parte dello spirito, condividerei i nostri sorrisi con lui, perché indubbiamente sono la cosa più bella che abbiamo con noi stasera.
«[…] regalatemi un applauso amici miei, e Puck a tutti i danni rimedierà!» cito le parole del poeta che mi ha ispirata, rivolgendoti una giocosa riverenza come farebbe l’attore vero in scena. Sarebbe bello assistervi dal vivo. Un gioco di emozioni, intrecci curiosi dettati per capriccio dello stesso personaggio di cui indosso i panni. Un folletto che incanta i cuori con un fiore, una viola del pensiero. Le mie guance, proprio come quel fiore che egli stringe per il malizioso desiderio di creare caos, s’imporporano sotto la carezza dei tuoi complimenti.
«Oh, grazie, io-» riesco a malapena a dirti. Non ci sono abituata, è evidente. Abbasso per pochi secondi lo sguardo, vorrei dire di più, ma dalle labbra non esce niente.
Una sensazione che persiste solo il tempo di un respiro «Sì, sono incantate, mi ha dato una mano una mia concasata!» punto all’insù per indicare le corna. La mia espressione si fa divertita, ripensando alle ingiurie della mia compagna perché, impaziente com’ero, non riuscivo a stare ferma sullo sgabello del dormitorio «Le devo un favore enorme, soprattutto perché l’ho fatta penare pov-» m’interrompo quando ti vedo allungarmi qualcosa, un ramoscello per l’esattezza.
Come al solito non sei privo di iniziativa. La mia mano indugia sulla tua mentre accetto ciò che mi porgi, un tocco rapido come nuovo e tacito ringraziamento. Quando la ritraggo, le mie dita accolgono delicatamente la carta, la cullano come un cimelio prezioso. I polpastrelli saggiano la morbidezza del biancospino con altrettanta gentilezza «Promesso, a fine serata! Mano sul cuore…» accompagno le parole con il gesto appena descritto. Lo ripongo con attenzione nella pochette. Mi chiedo quale sia il tuo disegno, quali progetti tu abbia in serbo «Sai come stuzzicare la mia curiosità, non lo nego…» ed è vero, non sei mai banale ai miei occhi. L’espressione si fa dolce, così lo sguardo che cerca il tuo.
Lo stesso sguardo che brilla di sorpresa quando mi inviti ad esprimere tre desideri. Non avevo mai riflettuto su cosa potessi desiderare. Avevo fatto anch’io questo gioco da bambina, ma con le lucciole che trovavano ristoro nel giardino dei miei nonni in Irlanda. La differenza è che non avevo mai mirato in alto, anzi ricordo di aver chiesto spesso una semplice fetta di torta. Il massimo dell’ambizione della me bambina era avere la bocca sporca di marmellata di more, gustata di soppiatto in cucina mentre ero avvolta dal profumo delle spezie. Anche se altri s’intrecciavano a quelli più banali: desideri inespressi, pensieri fugaci che mi toccavano rapidamente mentre mi concentravo su altre attività infantili.
L’estate è magica per me, è sempre stata, e lo è tutt’ora, fonte di attività che solleticavano la mia voglia di esplorare «Sai, se devo puntare in alto, come prima cosa punto direttamente al cielo…poi tornerò con i piedi a terra, lo giuro!» è un gioco che m’intriga, mi lascio totalmente andare come mi hai chiesto «Hai presente quando in estate manca la voglia di dormire? Ecco, io di solito trascorro le ore insonni osservando le stelle.» ammicco sopra le nostre teste. Una distesa dai colori caldi che presto si scurirà e sarà cosparsa da splendidi puntini luminosi che sembra di raggiungere con un dito, in realtà sono lontani migliaia di chilometri. «Tante volte, sdraiata sul prato, mi sono domandata cosa si possa provare a vederne una da vicino…» qualcuno c’è riuscito a differenza mia, per me rimarrà uno sogno ad occhi aperti su cui fantasticare ogni tanto.
Rifletto sui desideri mancanti. Difficile scegliere, forse molti non so neanche di averli.
Ma qualcosa c’è in fondo. Qualcosa che mi punge nel vivo come un ago. Non è fantasia stavolta, ma pura realtà. Ora che mi hai dato la possibilità è un esigenza che dilaga, non lo avevo accennato a nessuno finora. Ma tu non sei nessuno, non sei chiunque.
«Ti è mai capitato di desiderare di dimenticare qualcuno? Di volerlo cancellare dalla faccia della Terra assieme a ciò che ti ha fatto?» butto lì a bruciapelo. È un cosa strana per me da dire ad alta voce, mi procura un brivido sgradevole lungo la schiena. Fisso il vuoto, odio quello che sta per uscire dalle mie labbra «A me sì.» ammetto. Probabilmente me ne dovrei vergognare, ma non lo faccio «E se mi venisse data l’occasione di farlo concretamente la coglierei al volo.» forse sono troppo dura, lapidaria, ma il rancore verso ciò che ha fatto è tanto. Il fatto che lui abbia violato la mia mente, i miei ricordi senza permesso, mettendomi alle strette, ancora brucia. A detta sua aveva bussato e, trovate le difese abbassate, era entrato. Il peggio è che forse aveva ragione, per questo mi ha fatto ancora più male, mi ha fatto sentire sporca.
Non vado oltre però, non voglio che questi pensieri rovinino l’umore a entrambi, non ora.
«Il terzo desiderio devo ancora cercarlo per bene, ma sono sicura sia da qualche parte che attende di essere espresso...» dico piano. Mi sporgo, sfioro il tuo braccio perché ho paura di aver parlato troppo, non dovevo dire quelle cose. La mia espressione comunque si ammorbidisce di nuovo, fino a ritrovare piano piano la solita spontanea allegria.
«Magari tu mi aiuterai nel corso serata a trovarlo, chi lo sa…» ora sono io però a voler approfondire «Tu invece? Quali sono i tuoi tre desideri nascosti?»
code by Camille


Interazione con Oliver :<31:
 
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view post Posted on 7/8/2022, 22:59
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"Gran Sacerdote del Tempio della Pizza"

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The earth rejoices
in abundance and light,
and so do we.


Stand Vestiti & Vestiti

Uno scatto della macchina fotografica immortalò una fila di manichini indossanti i meravigliosi articoli creati per l'evento.
Ariel, accovacciata su se stessa, sfruttava il Mantello della Disillusione che le drappeggiava le spalle per cercare di dare quanto meno nell'occhio e accumulare scatti per la redazione e l'Eco di Hogwarts.
Sarebbe stato furbo non indossare abiti sulle note dell'arancione in mezzo ai prati verdi del giardino di Hogwarts, ma Ariel era fatta di una meravigliosa accozzaglia di imperfezioni -- e a lei il suo vestito piaceva molto.
Dopo due, tre, quattro scatti, però, gli studenti nella zona avevano cominciato a scoccarle qualche occhiata torva.
"Mannaggia, dovrebbero creare macchine fotografiche magiche che non fanno suoni"
Fece cadere contro il petto la camera Lumìére, appesa al collo dalla sua cinghia di cuoio.
Mostrò un sorriso tirato di circostanza, scuotendo le mani come a voler dire "sciò sciò, va tutto bene", invitando le persone a tornare ai loro affari -- servì solo a farsi guardare di più.
Il Cartellino della Gazzetta del Profeta al collo era corredato di fac-simile al petto, tramite una spilla che riportava il nome della testata e il suo simbolo.
Dissimulando il disagio, si avventurò lei stessa nello Stand del Negozio, scivolando oltre una coppia di studenti intenti a osservare una delle Tuniche dei Nove Mondi in vendita.
Lei si concentrò su articoli diversi: una cintura e una felpa e di fianco un catalogo di ricami personalizzabili.
Di istinto le mani si portarono contro le guance, dove il trucco rosso aveva segnato alcuni sigilli islandesi sulla pelle chiara: Að unni nella destra e Gibu Auja nella sinistra.
I simboli che aveva appreso all'Accademia e nella Coven avevano la stessa origine delle iscrizioni magiche che la bottega offriva in quello stand.
«Perché no.» Si disse, prima di cominciare a prendere gli articoli di suo interesse.
«Buonasera, vorrei prendere questa felpa con, se possibile, il ricamo di Valknut sul cappuccio. Poi prendo questa cintura e ...» Si interruppe, portando le mani sgombre al collo. Slacciò l'alamaro del mantello per sfilarlo dalle sue spalle e ripiegarlo sul bancone. «Il ricamo Valkyrie al centro della schiena del mio mantello se possibile.»
Solo una volta saldato il conto avrebbe riposto i suoi articoli nella sua tracolla, cominciando a muoversi verso la zona relax e il suo tavolino delle bevande, cartellino identificativo della Gazzetta in bella vista.

Ariel fa acquisti da Vestiti e Vestiti e poi si sposta verso la zona ristorazione.
(Veste di Loki+ ricamo Valknut, Cintura di Skuld e ricamo Valkyrie sul Mantello della Disillusione che indossa)
Ha il cartellino identificativo della Gazzetta in bella vista!

Outift
 
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view post Posted on 9/8/2022, 03:49
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«Le parole sono, nella mia non modesta opinione, la nostra massima e inesauribile fonte di magia, in grado sia di infliggere dolore che di alleviarlo.»

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imasi in silenzio ad ascoltare le parole di Silias mentre mi raccontava di come avesse effettuato la modifica alla sua bevanda per accontentare i gusti di sua nonna, aggiungendole il miele per poter smorzare il sapore dello zenzero e addolcire la menta. Aveva sicuramente avuto un ottima idea e la bevanda era un chiaro segno di come si potesse ottenere qualcosa di veramente buono e dissetante se solo si riusciva ad aggiungere gli ingredienti nella giusta maniera. Gli sorrisi quando mi disse che dovevo ritenermi onorata del fatto che ero la seconda persona che provava quella bevanda. Avevo intuito che stesse scherzando, ma d'altra parte mi fece davvero piacere sapere che mi aveva permesso di bere quello che, fino a quel momento, aveva fatto provare solo alla nonna… magari era una cosa a cui il ragazzo non dava importanza, o forse semplicemente non aveva mai avuto modo di offrirla a qualcun altro, stava di fatto che sotto sotto mi sentivo davvero un po' onorata che me l'avesse fatta assaggiare. Suvvia, avrebbe anche potuto prendere una qualsiasi altra pianta e avvelenarmi, il fatto che invece mi avesse preparato qualcosa di buono e che era stata provata solo da un altro componente della sua famiglia, la rendeva una cosa degna di nota e che mi fece parecchio piacere!

Beh ti ringrazio, lo apprezzo davvero tanto!

Dissi con un sorriso. Per quanto inizialmente non avessi così tanta spinta nel venire alla festa, visto che non conoscevo nessuno, devo dire che la cosa stava iniziando drasticamente a cambiare. Avevo fatto quattro chiacchiere con Alice appena arrivata, e poi avevo avuto la possibilità di conoscere Silias, che sembrava un ragazzo parecchio simile a me... o almeno ci accomunavano già diverse cose pur avendo parlato per poco tempo… a forza di conoscerci quante altre cose avremmo trovato in comune? Beh, avevo sicuramente voglia di scoprirlo, e la speranza di essermi appena fatta un amico in quella scuola mi fece un sacco piacere… ovviamente era un amicizia che andava coltivata, ma i presupposti c'erano tutti! Il Serpeverde mi spiegò poi come alcune cose vissute in famiglia lo avevano portato davvero ad avere quella sorta di "cuore di pietra" che aveva citato anche prima quando aveva fatto la sua offerta a Cernunnos. Mi dispiacque… in realtà avevo pensato che stesse scherzando prima, invece ora mi confermò che era una persona un po' chiusa in sé stessa per problematiche che ancora sussistevano nella sua vita. Non sapevo bene che parole dirgli per confortarlo o per fargli capire che le cose sarebbero certamente migliorate… per quanto volessi rassicurarlo non ero brava con i rapporti umani, santo cielo!

Mi dispiace… però fidati che a tutto c'è una soluzione! Oppure devi solo provare ad estraniarti dalla problematica di cui parli… sono dell'idea che al mondo ci sia sempre qualcuno affine a noi, quindi chiudersi in sé stessi non dando modo a nessuno di entrare penso che sia solo uno spreco, no?

Gli sorrisi in maniera naturale, convinta delle cose che gli stavo dicendo.

E' così bello condividere momenti e gioie con altre persone, li rendono più speciali… e i momenti di tristezza sono meno pesanti se hai qualcuno con cui sfogarti e parlarne. Sono certa che prima o poi incontrerai qualcuno della quale riuscirai a fidarti così tanto da aprirti completamente!

Provai comunque a commentare le sue parole dicendogli quello che mi passava in quel momento per la testa… credevo davvero in quelle parole perché anche io stessa avevo passato tanto tempo con la mia sola compagnia, e sapevo bene quanto mi mancasse quella "spalla" al mio fianco… speravo solo di essere riuscita, anche solo in minima parte, a dargli un po' di speranza.

E assolutamente si, la prossima volta sarai tu la vittima di qualche mio esperimento!

Scherzai, rispondendo alla sua proposta di preparargli qualcosa. Silias riprese la parola, iniziandomi a chiedere qualcosa, se non fosse che qualcuno gli venne addosso e, di conseguenza, il Serpeverde mi arrivò addosso senza volerlo. Ne io ne lui capimmo bene chi era stato ad andargli addosso, stava di fatto che lo scontro mi obbligò a fare qualche passo indietro. Inciampai, anche se fortunatamente non finì con il muso a terra.

No no, tranquillo, tutto bene!

Risposi, rassicurandolo del fatto che non mi ero fatta nulla. Fu quando Silias continuò la sua frase, chiedendomi di andare a fare un giro allo stand di vestiti poco lontano, che mi resi conto del danno effettivo che avevo indirettamente fatto. Quel movimento repentino che avevo fatto spontaneamente per non cadere a terra mi fece togliere per qualche secondo l'attenzione e il controllo sul bicchiere che avevo in mano e, di conseguenza, del liquido che era al suo interno. Al bancone del bar non eravamo soli, c'erano altri ragazzi intenti a bere qualcosa e a rifocillarsi… il caso purtroppo volle che proprio dietro di me ci fosse qualcuno e il contenuto del mio bicchiere, per via del fatto che ero inciampata, si andò a riversare sui vestiti del malcapitato. Non riuscì a rispondere a Silias perché in quel momento avevo lo sguardo fisso sullo studente che era di fronte a me, e sull'alone bagnato che era comparso sul suo vestito nero.

Oddio, scusami, non l'ho fatto apposta!

Dissi subito mortificata, rendendomi conto che il ragazzo era lo stesso che avevo notato quando io e il mio compagno di casa eravamo tornati al bar… lo stesso Corvonero che avevo intravisto allo Smistamento. Sperai vivamente che avrebbe capito la situazione… ci erano venuti addosso, come avrei potuto evitare quello che poi è successo?




Interagito con: Silias e Edward
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view post Posted on 9/8/2022, 05:40
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You can own the Earth and still, all you'll own is Earth until You can paint with all the colors of the wind

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☼ Alice Wagner ☼
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“He stepped down, trying
not to look long at her, as if she were the sun,
yet he saw her, like the sun, even without looking.”

Non sapeva bene cosa fosse ad infastidirlo, ma Alice aveva chiaramente percepito un tormento di base, che teneva intrappolati i pensieri del Serpeverde al suo fianco. Un'aura scura gli volteggiava intorno, gli occhi erano tristi e velati da un conflitto interno di cui non era nota l'origine. Alice non sapeva se dopo i fatti accaduti ad Euphoria le rispettive parti si fossero parlate, ma presumeva di no. La situazione era più difficile del previsto e lei stessa stava spesso in ansia per Casey, cercando di tenerla d'occhio senza che lei se ne accorgesse o senza risultare pressante. Avevano litigato di brutto quindi? O era qualcosa di completamente diverso? Annuì alla sua richiesta prima di bruciare le offerte, sperando che riuscissero a riappacificarsi o che in qualche modo il suo umore potesse dargli una trega dalle tenebre di cui si era avvolto.

Una volta nel giardino raccolsero qualche erba, Alice sembrava decisamente colpita da come avevano allestito il tutto, i profumi delle erbe erano deliziosi e sembravano già farla andare lievemente su di giri per la loro intensità, era un piccolo raggio di luce disperso all'interno delle pareti di foglie. Un'occhiata andò verso il prefetto al suo fianco ancora perso nei suoi pensieri, prima che finisse di raccogliere ancora un paio di erbe per sé, non sapeva più dove mettersele, si era perfino legata del Vischio nei capelli. Solo dopo si rese solo conto che l'espressione di Draven era cambiata e che per qualche istante lo sguardo pareva essersi illuminato di una luce diversa. Sorrise di rimando, incuriosita dalla causa di questo cambio d'umore << Aspetta. Conosco quello sguardo, cosa hai in mente?>> al suo cenno voltò il capo verso la direzione dell'entrata, dove nuove persone sembravano interessate a raggiungerli, per cui annuì prendendo una stradina laterale che sembrava condurli verso l'uscita. Non avevano ancora avuto modo di farsi creare le bevande che Alice notò dei banchetti di vestiti, dove vendevano diverse cose carine. C'era già parecchia gente radunata intorno e Alice avvertì l'impulso compulsivo di catapultarsi lì il più in fretta possibile, prima che tutti articoli venissero veduti, cosa che era certa, ora che li aveva notati, sarebbe successo da lì a dieci minuti <<aaah andiamo lì, andiamo lì subito Shaw!> lo trascinò per il braccio, totalmente incurante del suo volere, dopotutto era lui ad averla voluta seguire no? Solo una volta lì di fronte sembrò acquetarsi e guardare con calma gli oggetti che più le interessavano << Oh guarda quanta roba. Non vuoi prendere niente?>> chiese rivolta al ragazzo, già che c'erano tanto valeva svaligiare la bancarella no? Avrebbero poi potuto ritirare le cose a fine ballo o farsele direttamente catapultare in camera.
Gryffindor 16 y.o Outfit


Interazioni con: Draven

Menzioni: Casey

Alice e Draven si spostano vicino alle bancarelle di vestiti assalitidaunimptovvisafebbredelloshopping

Alice acquista:

Tunica dei nove mondi
Ricamo Valkirie



Edited by Nontiscordardime - 9/8/2022, 09:15
 
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Jean Grey, Prefetto Corvonero - 16 anni - outfit

Ancora non le era chiaro quale fosse il suo rapporto con i balli scolastici. Da un lato, erano l’occasione perfetta per lasciarsi andare, fare nuove conoscenze, farsi notare anche; e poi scenograficamente erano sempre organizzati alla perfezione, il modo in cui allestivano il giardino e ogni altro ambiente coinvolto nella festa era sbalorditivo, ogni anno di più. Dall’altro, però, erano fonte di stress da diversi punti di vista. Innanzitutto, con gli anni Jean aveva iniziato a instaurare rapporti con le persone, e non tutti erano rapporti positivi. Sicuramente, almeno in quanto Caposcuola, avrebbe visto Casey Bell. Non ci parlava da mesi, da quando le aveva urlato contro cose poco chiare e decisamente poco carine alla festa, quella festa terminata troppo presto con mal di testa e nausea, quella festa che aveva fatto emergere nuovi lati di tante persone, Jean compresa. Ci sarebbe stata Genny, cosa che di per sé non rappresentava un problema, considerato che si vedevano comunque tutti i giorni in dormitorio, ma Jean non dimenticava che si erano messe insieme e lasciate proprio a due balli scolastici: chissà questo terzo quali sorprese avrebbe potuto portare con sé, quali drammi, quali scenate. Un brivido le risalì sulla nuca al pensiero, mentre molleggiava sulle scale verso la Sala Comune quel primo pomeriggio. Aveva appena terminato di pranzare con Megan e altri Corvonero. Ora sarebbe arrivato uno dei momenti fonte di stress relativi al ballo: la preparazione del vestito. Era quasi un controsenso: Jean adorava vestirsi bene, truccarsi, agghindarsi e mostrare a tutti il suo stile, ma quando si trattava dei vestiti per i balli a tema il suo entusiasmo scemava. Un conto era vestirsi, un altro travestirsi. Anche quella volta aveva dovuto ingegnarsi per trovare un outfit che si adattasse al tema, e questa volta era stato più difficile del solito. L’ultima volta che avevano vinto la Coppa era riuscita a scamparsi questa fase, le era bastato dire che aveva deciso all’ultimo di partecipare al ballo (cosa vera) per via dei problemi con Genny e nessuno le aveva detto niente. Ma due volte di fila sarebbe stato troppo: a quel ballo le sarebbe toccato rispettare il tema. L’entusiasmo le era tornato, e nemmeno così forte, solo quando Megan le aveva chiesto quel giorno a pranzo di raggiungerla in serata nel suo dormitorio, per aiutarla col vestito. Beh, si era detta Jean, almeno avrebbero sofferto insieme.

Jean aveva passato l’intero pomeriggio a raccattare le varie parti del costume. Così lo chiamava: costume. Non riusciva a vederlo come un vestito. L’arco e la faretra con le finte frecce erano stati il colpo di grazia. Si malediceva ogni giorno di più per aver avuto quell’idea. Guardò l’orologio appeso in camera, si stava facendo tardi. Si buttò in doccia alla velocità della luce e poi si infilò la parte di sotto del vestito, la tunica bianca con lo spacco sulla coscia. Decise di truccarsi subito, per accorciare i tempi, e poi prese tutto il resto delle cose che aveva lanciato dentro un bustone, incamminandosi finalmente verso le scale che l’avrebbero portata di sopra, al dormitorio di Megan. Quando arrivò, la trovò intenta a terminare l’acconciatura. Si avvicinò ancora col fiatone. «Scusami scusami, sono in ritardo! Non trovavo le frecce. Questo cavolo di costume ha centomila parti separate… mannaggia a questi temi!»
Posò la busta di fianco al letto di Megan. «È questo, sì? Posso sedermi un momento?» Senza aspettare la risposta si sedette sopra le coperte, poggiandosi sul legno del baldacchino. «Uff, ancora non è iniziato e già non vedo l’ora che questo ballo finisca. Prega per me che Genny non cerchi di avvelenarmi in qualche modo.»
Jean rise di gusto alla risposta di Megan: in effetti, una bella freccia di gomma con la ventosa appiccicata sulla fronte poteva essere un valido deterrente per Genny. Guardava la sua amica mentre si preparava. Naturalmente era splendida come al solito, ma dal suo viso percepiva una nota stonata. Come se fosse preoccupata per qualcosa. Il ballo era sempre fonte di preoccupazione per i Caposcuola, che avevano più responsabilità di chiunque altro durante eventi del genere, ma quella sembrava una preoccupazione diversa, più cupa. Magari si sbagliava, ma aveva una mezza idea di quale potesse essere il motivo. Quando le si avvicinò per aiutarla a sollevare la zip del suo candido vestito, colse l’occasione per parlare di ciò che voleva chiederle da mesi. «Hai avuto modo di parlare con Casey dopo quello che è successo qualche mese fa?» Si fermò un attimo prima di continuare, studiando la reazione dell’amica: voleva parlare, sì, ma non voleva metterla a disagio. «Non ho ben capito cosa sia successo, ma è chiaro che avete, o avevate, un rapporto, e che l’hai fatta incazzare in qualche modo e poi lei te ne ha urlate di tutti i colori. L’ha fatto anche con me, e ti giuro che ancora non ho capito il perché. Con te, però, sembrava personale.» Ancora una volta smise di parlare, continuando ad allisciare le pieghe del suo vestito. Doveva correggere un po’ il tiro, si disse: non voleva forzare l’amica a parlare di Casey, voleva solo capire se fosse quello il motivo del suo turbamento. «Insomma, non facciamoci rovinare la festa da questi pensieri, ok? Se c’è qualcuno che non vuoi vedere o con cui non vuoi interagire, lascialo perdere, ci penso io a distrarti.» Le sorrise. Avrebbe voluto parlare di quella sera tante altre volte negli ultimi mesi, ma per un motivo o per un altro non ne aveva mai avuto l’occasione. A lavoro, ogni volta che stava per tirare fuori l’argomento entrava un cliente. A scuola erano entrambe molto impegnate, Jean aveva praticamente solo studiato in quelle ultime settimane, e con Megan ormai ci si vedeva solo in compagnia di altri concasati. Jean era certa che ci fosse qualcosa tra Megan e Casey, l’aveva percepito alla festa, e i segnali erano stati così forti da averla fatta desistere dall’idea di provarci con Casey. C’era da dire che Casey stessa si era praticamente auto-esclusa con quella scenata, ma in ogni caso aveva già deciso che si sarebbe fatta da parte. Jean si rese conto di aver fatto scattare qualche molla nella testa di Megan. La vedeva agitata, le sue frasi erano confuse. Parlava di fiducia, una fiducia apparentemente malriposta. Non volle metterla ulteriormente a disagio, perciò non ritornò sul discorso una volta concluso, quando Megan ebbe ripreso la sua consueta calma.
Mentre Megan terminava il suo outfit, Jean si infilò le parti rimanenti: corpetto, coroncina, spille, arco da un lato e faretra dall’altro. Nascose la bacchetta nella tasca interna del vestito, che si era fatta cucire apposta, e una volta messi i sandali col tacco fu finalmente pronta. Quando anche Megan ebbe terminato, le si affiancò e si avviarono insieme verso la Sala Comune. Lì avevano appuntamento con Phoebe, e di fatti lì la trovarono, prontissima e bellissima. Anche lei di bianco vestita, come la metà della scuola (l’altra metà era scura come la notte). Sulla testa portava una coroncina, bianca anch’essa, che le illuminava il viso. «Stai d’incanto» le disse appena le fu davanti, «I tuoi accessori sono fantastici, ti donano. Sembrano perfetti per te.». Sorrise alla collega e amica, dandole un gentile buffetto sulla guancia. «Beh, che dite, andiamo?»
Si sarebbero incamminate verso il ballo insieme. Una volta arrivate, Jean avrebbe potuto assistere a uno spettacolo senza pari. *Questa volta si sono veramente superati… Che spettacolo.* Era l’ambientazione suggestiva che avesse mai visto a un ballo scolastico, e c’era da dire che anche i precedenti erano stati di alto livello. Si sentì improvvisamente felice di aver deciso di partecipare: se non altro, i suoi occhi avevano appena assistito a una meraviglia di colori e luci che non avrebbe dimenticato. Si fermò un momento, guardandosi attorno, pensando al primo passo da fare: andare a curiosare nel reparto acquisti o iniziare subito a sondare il terreno nella zona bar? Di una cosa, però, era certa: non si sarebbe fatta rovinare la serata da nessuno, questa volta, e non avrebbe permesso che la rovinassero nemmeno a Megan, a Phoebe, o a qualunque altra sua amica. Almeno per una sera, i drammi sarebbero potuti restare a casa.

Interazioni con Megan e Phoebe. Dialoghi con Megan concordati.

Post introduttivo, di ingresso. A breve Jean si sposterà a fare qualche acquisto.

 
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view post Posted on 10/8/2022, 15:39
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Edward Newgate
I° anno, Corvonero - 11 anni
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Dopo aver chiesto il suo drink, Edward distolse lo sguardo dal druido per vedere lo sciame di ragazze e ragazzi che rimbalzavano in continuazione dal bar al giardino e ritorno. Quasi fossero dei bolidi che venivano continuamente colpiti da dei battitori appena raggiungevano la meta.
Lui proprio non riusciva a capire cosa ci fosse di così divertente. D'altronde era una celebrazione antica che andava onorata, non un party per ragazzini. Ma doveva farsene una ragione. Non era più in Irlanda circondato da suoi pari, nobili purosangue. Ora era ad Hogwarts, costretto a dover sopportare tutto quel caos scomposto, per molto tempo ancora.
Quando voltò lo sguardo verso il bancone notò che il suo drink ancora non era pronto. Inaccettabile.
Ohi tu! - fece rivolgendosi al druido di prima - pensavo di essere stato chiaro prima quando ti avevo chiesto un'acquaviola.
Poi fece un gesto ad indicare il bancone vuoto davanti a lui.
Eppure, qui non la vedo. Evidentemente il prolungato contatto con la natura deve impedirti di eseguire semplici richieste come portare da bere ad una persona.
Il druido non doveva averla presa bene perché, senza nemmeno rispondere, prese un bicchiere con stizza e lo riempì, senza nemmeno guardare, con il contenuto di una bottiglia che aveva lì a portata di mano.
Non che i sentimenti di uno stupido druido potessero importare ad Edward. Infondo quello era lì per servirlo. Non era certo colpa di Edward se doveva palesare l'inettitudine di questo nello svolgere il proprio compito.
Prese in mano la sua acquaviola. Era tiepida.

Avevo detto fresca, ma capisco di non poter pretendere che vengano portati a termine ben due compiti contemporaneamente.
Sbuffò e, scuotendo la testa, decise di allontanarsi dalla zona bar.
Non fece in tempo a fare il primo passo che una ragazzina maldestra gli rovesciò sulla camicia il contenuto del suo bicchiere. Guardò la macchia sulla sua camicia che piano piano si diffondeva, quasi non volesse credere a quello che stava succedendo. Non solo un druido incompetente, ora anche una ragazzina che non sapeva nemmeno reggere un bicchiere come si deve. Alzò lo sguardo gelido per incrociare quello della ragazza. Attese immobile, con gli occhi a fessura, che quella potesse piagnucolare delle scuse.

Non lo hai fatto appostadisse calmoquindi questo dovrebbe aggiustare tutto. Eppure, non vedo la macchia svanire dalla mia camicia. Quindi, di grazia, cosa dovrei farmene delle tue scuse?
Prima che la ragazza potesse rispondere alzò la mano per farla tacere ed aggiunse
È una domanda retorica, non devi rispondere. Cosa sei una stupida Serpeverde?
Vide l’espressione della ragazza e capì. Era una Serpeverde.
Oh beh, questo spiega molte cose.
Poi guardò il ragazzo che era con lei e gli disse
E tu? Vuoi continuare a fissarmi o pensi di renderti utile, giusto per provare qualcosa di nuovo?



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view post Posted on 10/8/2022, 18:26
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Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts

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Draven Enrik Shaw
III° anno - Prefetto serpeverde - 16 yo - Outfit
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zrMFerN

aPMELze
Era bastato uno sguardo verso l’ingresso per far scivolare la maschera artigianale del Cernunnos di nuovo sul viso di Draven. Doveva essere arrivata più gente al ballo nel tempo che gli ci era voluto per scegliere le loro erbe, perché in molti si stavano dirigendo proprio in giardino. Intravide la figura di Camille, quella di Emma, Silias e l’altra serpeverde, qualche altro viso che ritenne familiare e a cui non sapeva dare un nome. Non aveva proprio l’energia di fingersi una creatura sociale; era tutto più difficile, da un paio di mesi. Si sentiva sempre come se camminasse su un pendio: si attaccava a quelle poche cose, e rare persone, che lo facevano distrarre come se fossero ganci al muro che gli impedivano di cadere nello strapiombo. Era una sensazione orribile da tollerare, ma non tanto diversa dalla sua quotidianità degli ultimi undici anni o giù di lì. Era solo… enfatizzata. Ci provava ancora, costantemente, a ripetersi che aveva troppo da realizzare nella vita per permettere a delle stupide emozioni di ostacolarlo, però stavolta era inevitabile. Purtroppo per la sua ambizione e il suo orgoglio, era stato impossibile arginare la valanga prima che lo travolgesse e, a dirla tutta, lui non aveva fatto niente per evitarla.
Gli occhi verdi brillavano incorniciati nella maschera ed erano l’unica cosa che, anche con tutto il resto coperto fino al dettaglio, lo avrebbero comunque reso riconoscibile. Sperava che fosse abbastanza distraente da non attirare troppi sguardi insistenti; insomma, per guardare una persona negli occhi solo per poterla riconoscere ci volevano impegno e una vicinanza che Draven non aveva la minima intenzione di concedere a nessuno dei presenti all’evento.

Te lo dico dopo. – rispose alla Grifondoro, quando gli sorrise di rimando riconoscendo nella propria espressione furbesca un secondo fine. Qualche settimana prima si era ricordato ogni singolo dettaglio dell’esperienza con gli zombie e, in qualche modo, riusciva a giustificare quella confidenza, quasi innata, che si era generata con lei, però era ancora un po’ strano… Il fatto che avesse un ottimo intuito, con lui, lo faceva sentire esposto, in un certo senso. Non era sicuro che gli piacesse la cosa, nonostante il sollievo che ne scaturiva.
La gola gli bruciava ancora un po’, per i pensieri avuti nel momento delle offerte, ed era rimasto il sapore ramato del sangue a dargli fastidio, quindi non aggiunse altro. Si limitò a seguirla fuori dal giardino. Per un attimo, le fu grato di aver trovato una stradina laterale e senza fastidiose persone di contorno, ma si rimangiò il ‘grazie’ ancora prima di avere il tempo di formularlo. Fu sul punto di chiedere all’amica se avesse voglia di andare a farsi preparare qualche drink, visto che in cambio di un piccolo ramo di lavanda aveva trafugato mezzo giardino, ma una volta immersi, di nuovo, nel vivo della festa, notò il lampo di entusiasmo nei suoi occhi. Lo fece rabbrividire e, in tutta risposta, i propri si sgranarono nel terrore. Si volse a guardare cosa, o chi, avesse acceso in lei quell’improvvisa gioia, ma prima ancora di capirlo si sentì tirare per un braccio e trascinare chissà dove. Lo aveva colto talmente di sorpresa che non era riuscito a dire o fare nulla e si era trovato, inerme, a seguirla. Gli esseri umani che aveva provato a evitare da quando era arrivato lì sembravano essersi raccolti in massa tra i banchetti dei vestiti che Alice guardò con sguardo trasognante.
Scosse la testa alla sua domanda e deviò lo sguardo. Non voleva vedere cose che non poteva permettersi di comprare. Gli affari da Sinister non erano andati granché bene ultimamente, più o meno da quando Casey…
Sentì il cuore mancargli un battito e rimase per un istante senza fiato.
No, no, no. Non un altro attacco di panico a una cazzo di festa.
Chinò la testa e serrò le palpebre per qualche istante, a completare un’espressione di dolore. Strinse le mani a pugno con un tale vigore da sentire le unghie infilzarsi nei palmi.
Rimase completamente immobile, provando con tutte le proprie forze a resistere al dolore e, al contempo, a fingere che non stesse accadendo niente. Il viso nascosto, fortunatamente, dietro la maschera gli semplificava le cose.

Prendiamo da bere? – chiese poi, guardando ovunque che non fosse lei, dopo che ebbe completato i suoi acquisti. Si era concentrato per parlare, nonostante il bruciore alla gola fosse tornato insieme a tutto il resto, ma la voce gli era venuta fuori incrinata e cupa, innaturale.
Si mosse in direzione del bar ancora prima di sentire da lei una risposta. Quel sapore di sangue in bocca iniziava a dargli sui nervi. Aveva bisogno di bere qualcosa che potesse nasconderlo.


« To find myself again my walls are closing in »

Jules; ©harrypotter.fc.net

Interazioni: Alice
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view post Posted on 10/8/2022, 18:51
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Lilith
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«Le parole sono, nella mia non modesta opinione, la nostra massima e inesauribile fonte di magia, in grado sia di infliggere dolore che di alleviarlo.»

Scheda ★ 11 anni ★ Studentessa Serpeverde ★ Outfit

D
i certo quel piccolo incidente non era nella lista delle cose che avrei voluto succedessero quel pomeriggio. Quando mi resi conto del danno che avevo fatto, seppur non voluto, mi sentì un po' sprofondare… più che altro perché a quella festa erano tutti vestiti di tutto punto e chiunque non sarebbe stato felice di ritrovarsi il proprio vestito, accuratamente scelto per l'occasione, con un alone di bevanda ben visibile. Il vestito del ragazzo era nero, ma la situazione non cambiava comunque. Per quei pochi secondi che passarono, prima di ricevere la risposta del Corvonero, avevo sperato con tutta me stessa che l'avesse presa sul ridere… in fondo era palese che non l'avessi fatto apposta, non è che ogni mattina mi svegliavo con la voglia irrefrenabile di versare bibite addosso alla gente! Quella che era la mia speranza si infranse in un nano secondo, appena il signorino cominciò ad aprir bocca. Un susseguirsi di parole condite con spocchiosità e sfacciataggine. Più quel ragazzo parlava e più la mortificazione che provavo per quell'imprevisto diminuiva drasticamente. Il mio sguardo rimase fisso su di lui mentre mi parlava con con quella fastidiosa strafottenza, come se non fosse a dir poco palese che mi stesse guardando dall'alto in basso… con quale qualifica poi? Si fosse trattato di un Prefetto, o un Caposcuola, avrei anche potuto perdonare il suo egocentrismo (anche se no, in realtà nemmeno in quel caso), ma sto ragazzino da dove cavolo era uscito fuori? Quando alzò le mani, come per farmi segno di tacere, non si rese conto che stava ancor più alimentando la miccia che già bruciava sulla mia lingua. La goccia che fece, infine, traboccare definitivamente il vaso fu quel suo "Cosa sei, una stupida Serpeverde?". Un sorriso malevolo fece capolino sul mio volto, mentre dentro di me cercavo solo di darmi un contegno per non mandarlo a quel paese seduta stante.

Cos'è, hai paura che non potrai più concorrere a Reginetta del ballo, ora che hai il vestito in queste condizioni?

Neanche il suo rivolgersi a Silias mi fece desistere dal rispondergli a tono, visto che si era rivolto al mio compagno di casa che in quella situazione non c'entrava proprio niente visto che ero stata solo io a fargli cadere la bevanda addosso… cos'è, ci aveva preso per i suoi schiavetti personali? Quanto aveva capito male. Appoggiai sul bancone del bar il mio bicchiere, ormai vuoto, poi mi rivolsi a Silias che si trovava proprio alle mie spalle.

Eh Sili, infatti… ha ragione, santo cielo! Dobbiamo renderci utili e fare in modo che la principessina sia soddisfatta dei nostri servigi!

Guardai il mio compagno Serpeverde con un sorriso sereno mentre le mie mani si avvicinavano alle sue e prendevano il bicchiere che stringeva. Sono certa che avrebbe capito le mie intenzioni e sperai che non se la prendesse se offrivo quella meravigliosa bevanda al nostro nuovo amico. Bevvi un leggero sorso, il tanto che bastava per bagnarmi le labbra e sentire nuovamente quella sensazione fresca che mi scendeva fino allo stomaco. Ero contenta che, almeno, ero riuscita a gustarmelo un ultima volta. Mi girai, tornando di fronte al ragazzo Corvonero a cui avevo dato le spalle fino a quel momento. Mantenni il mio sguardo glaciale fisso nei suoi occhi verdi mentre il mio polso, nella cui mano mantenevo saldamente il bicchiere che avevo appena preso da Silias, cominciò a ruotare. La bevanda contenuta nel bicchiere cominciò velocemente a scivolare sul vestito del ragazzo, andando ad intensificare l'alone bagnato che era già presente da prima sulla camicia del Corvonero.

Guarda, ora la macchia di prima si vede molto meno… è tutto molto più uniforme, non ti pare?

Chiesi al ragazzo seria, recitando un tono di voce come se credessi davvero di star compiendo un gesto che migliorasse la situazione, ma che in realtà era semplicemente uno sfottò in risposta al comportamento becero che aveva avuto nei riguardi miei e del mio concasato. Sapevo perfettamente che dopo quel mio gesto avrebbe rotto ancora di più le scatole, ma non mi importava… offendi me e i miei compagni di casa? Te le cerchi.

Prego, passerotto.

Conclusi, alludendo alla sua casata e riponendo il secondo bicchiere vuoto vicino al suo gemello, già sul bancone del bar.



Interagito con: Edward e Silias
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Edited by FeddyTR - 10/8/2022, 20:19
 
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CASEY ☉ CAPOSCUOLA GRIFONDORO ☉ 17 ANNI
Cernunnos troneggiava nel suo sacro silenzio sulla cima della dolce altura. Affondava i suoi piedi nell'erba e gli occhi cavi e neri sulla pira purificatoria. Al cospetto del suo corpo legnoso, sotto la folta chioma di foglie e rami da cervo, la persona che viveva dentro le sue carni sbagliate femminee si percepiva impotente, fragile e priva di importanza.
Non era mai stata una persona spirituale. Qualsiasi dio avessero tentato di inculcare ai suoi timori, dal nazareno adorato nell'orfanotrofio cattolico alle entità sovrannaturali celebrate da certe streghe e certi maghi, il suo raziocinio ne confutò l'esistenza in un balzo d'arroganza. E con la suddetta, nascondendosi sotto la maschera che ritraeva lo stesso dio pagano, sollevata quel che bastava per scoprire la bocca e suggere il catrame dalla sigaretta, si scrollò di dosso quelle sensazioni. Tanto, lo sapeva, erano già la costante degli ultimi due mesi.
Abbandonare quel volto, però, le sarebbe costato un breve dolore. Seppur di legno e finto – nel suo essere statua, nel suo essere dio – possedeva dei tratti riconoscibili, e questo tanto bastava. In un sussurro famelico dell'odio, riconobbe che i suoi occhi lo scorgevano esattamente perché non esisteva.
Gli fece dono di una sigaretta.

***

Senza volti, il mondo era vuoto. Benché i corpi si ammassassero in danze sotto i fasci di luce di Litha e si diramassero in folti sciami sulla collina, in mezzo alla calca il senso di solitudine si rafforzava ad ogni sguardo (non) ricambiato. In effetti era questo il senso. Meglio, quello che la Fowler gli aveva dato.
Aveva abbandonato pure lei. Seguirne le sedute era divenuto inutile dopo il rifiuto degli occhi – un netto rifiuto dell'inconscio. Nel mare di solitudine che si era creata non esistevano rocce d'appiglio né fondali sicuri su cui poggiare i piedi. Nemmeno l'efficace ascolto di un terapeuta.
Se i primi mesi inorridiva di fronte allo spazio fra le orecchie abitato dal vuoto, ora l'abitudine di volgere lo sguardo altrove – a terra, sulle proprie mani, sui propri piedi, sugli oggetti – permetteva a Casey di sopravvivere allo sconvolgimento di non riuscire a riconoscere nessuno finché non si proferisse parola.
Ridurre gli interlocutori a un numero identificabile sulle dita di una mano rese un aiuto importante, ma gli scambi risultavano pur sempre scarni di partecipazione e costruiti su stati d'animo apparenti e formali.
Alice, in primo luogo, fu la sua ombra in quei due mesi. Assicurarsi di farla stare bene, di non permetterle di preoccuparsi di un suo imminente suicidio, fu arduo. Nella sua testa, il volto della concasata ormai puro ricordo veniva deformato dall'apprensione. Il fastidio di tale visione interiore, puro pregiudizio, provocava un enorme nervosismo che riusciva a sedare solo intavolando altri discorsi. Parlava di Pozioni la maggior parte delle volte, uno degli argomenti che conosceva in maniera più vasta e su cui era in grado di disporre più parole. Annoiarla si rivelò così una grande fonte di serenità per entrambe.
Oliver, invece, era una rara apparizione di quei tempi. Continuava a domandarsi cosa lo stringesse a sé tanto da renderlo evanescente, ed erano più le volte che lo vedeva di sfuggita in sogno che nel vero.
E Les. Les non sapeva più niente. Les, anche lui, la stava abbandonando.
Non c'era più spazio per nulla. Nemmeno per gli ultimi rimasti.

***

Voltarsi verso la pista e accogliere la massa di corpi vuoti e anonimi fu come risvegliarsi in mezzo alle acque profonde dell'oceano senza più ossigeno nei polmoni. A Casey tremavano le gambe, e l'unica sicurezza che permise alle sue gambe di muoversi fu la maschera che teneva sul volto e i tatuaggi che oscuravano la pelle e i tratti più riconoscibili. Se non riusciva a vedere gli altri, allora nemmeno gli altri dovevano vederla. Per qualcuno, i più stretti, sarebbe bastato osservare più a lungo fra gli spazi dei disegni epidermici per scorgere un neo caratteristico o un tatuaggio preesistente più familiare. Per tutti gli altri sarebbe stato ben più arduo capire chi gli stesse camminando accanto.
Consapevole dei propri limiti, sapeva che doveva distrarsi e comportarsi normalmente finché la mente glielo avrebbe concesso. All'inizio delle celebrazioni si diresse verso le bancarelle del noto negozio londinese, e spese i suoi soldi per comprare cose che non le servivano pur di non incrociare le facce delle voci note che le roteavano attorno. Dopodiché, poiché il dovere di rimanere a quel ballo era affidato a tutti i membri dello staff compresi i Caposcuola, decise di avvicinarsi ai druidi e alle loro bevande per arraffare qualcosa in grado di chetare la tensione.
«Un margherita, grazie.»
L'attenzione, ormai stabilmente concentrata sull'udito, fu disturbata dalla matassa di voci nei pressi del bar. Acute, fin troppo giovani, di ragazzini ben più piccoli, che si alzavano in vena litigiosa. Si portò la bevanda alle labbra e si voltò a guardarli: tre volti vuoti, uno dei quali, a rigor di logica femminile per via del vestito, che versava un bicchiere su un secondo; il terzo uno spettatore coinvolto.
L'importanza data a quel battibeccare era nulla, eppure rimase in ascolto come membro di un pubblico attento. Il distacco era nutrito dal non vedere e dalla maschera in metallo ed osso che portava addosso. Attese solo di scorgere il seguito di quel teatrino.


Ciao :<31: qualche riga di spaesamento dovuti a questo.
Menzioni: Alice W., Oliver.
Casey è al bar ed è a breve distanza dal gruppetto di Silias, Lilith ed Edward. Li sta ascoltando e osservando senza interagire direttamente. Se a qualcuno, chiunque voglia, andasse di interagire, non vi saranno obiezioni.

Nel mentre ne ho approfittato e Casey è passata dallo stand di Vestiti & Vestiti. Prende:
- Tutti e 4 i ricami
- La Tunica dei 9 mondi
- La veste di Loki.

Denghiù!



Edited by ion` - 11/8/2022, 00:43
 
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view post Posted on 11/8/2022, 21:54
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Ci vuole molto coraggio per difendere i nostri nemici






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Non riuscivo a credere a cosa stesse succedendo, ero rimasto sorpreso, e quasi stupito da quella reazione del giovane con la camicia macchiata. Per colpa mia lilith gli aveva rovesciato il drink a dosso. Ma a sorprendermi fu quell'atteggiamento e quelle parole taglienti nei confronti dei serpeverde. D'altronde noi avevamo una reputazione pessima, ma negli anni la mia casa aveva sempre sfornato maghi eccezionali, e Merlino ne era l'empio lampante....'' dovrei fargli mangiare le parole a questo santerellino ''....ma proprio quando stavo per intervenire, lilith, iniziò a far fuoruscire il lato verde e argento, e rispose a tono al ragazzo.... Eh Sili, infatti… ha ragione, santo cielo! Dobbiamo renderci utili e fare in modo che la principessina sia soddisfatta dei nostri servigi! ...senza neanche pensarci, senza neanche immaginare cosa volesse fare, gli porsi il mio bicchiere, per poi vederlo rovesciato in testa al nostro coetaneo...AHAHAHAHAHAH...Iniziai a ridere come uno scemo, avevo le lacrime a gli occhi, ridevo talmente tanto che perfino l'offesa gratuita ricevuta poc'anzi mi scivolò a dosso...Non ci credo lo ha fatto veramente AHAHAH...non ci stavo dentro a quella situazione, ma la botta finale arrivò con l'ultima citazione di lilith...Prego, passerotto....sbottai nuovamente a ridere come non avevo mai riso in tutta la mia vita...credo che lei abbia già detto tutto, e ringraziala, è stata troppo gentile, io avrei fatto di peggio, e di certo tu sai che non è stata colpa sua, ma vuoi solo rompere le scatole, perché con quella lingua ti riesce bene, e poi siano noi di serpeverde a essere maligni....feci una pausa, per riprendere fiato, quella rida mi avevano spezzato il fiato...e comunque spero che potete risolverla in altri modi questa disputa, siamo sotto gli occhi di prefetti e caposcuola, e credetemi non aspettano altro per togliere punti...puntai il dito verso il ragazzino....e scommetto che per te sarebbe un bel problema se perdessi punti per colpa di un drink versato in testa da una ragazza, sai io fossi il tuo prefetto non la prenderei bene, e neanche se fossi un tuo con-casato...non credi ? ....non volevo far partite nessuna guerra tra i due, ma purtroppo era troppo tardi, notai che i due si fulminavano con lo sguardo, e io avevo paura che non sarebbe finita bene....che ne dici lilith vieni con me a vedere i vestiti, cosi prendiamo qualcosa di pulito al nostro amico, per sdebitarci dell'accaduto, ti va passerotto ? ....


‹ PS: 100‹ PC: 50 ‹ PM: 50‹ EXP: xxx



Interagisco con : lilith
 
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