| Jean Grey, Prefetto Corvonero - 16 anni - outfit Ancora non le era chiaro quale fosse il suo rapporto con i balli scolastici. Da un lato, erano l’occasione perfetta per lasciarsi andare, fare nuove conoscenze, farsi notare anche; e poi scenograficamente erano sempre organizzati alla perfezione, il modo in cui allestivano il giardino e ogni altro ambiente coinvolto nella festa era sbalorditivo, ogni anno di più. Dall’altro, però, erano fonte di stress da diversi punti di vista. Innanzitutto, con gli anni Jean aveva iniziato a instaurare rapporti con le persone, e non tutti erano rapporti positivi. Sicuramente, almeno in quanto Caposcuola, avrebbe visto Casey Bell. Non ci parlava da mesi, da quando le aveva urlato contro cose poco chiare e decisamente poco carine alla festa, quella festa terminata troppo presto con mal di testa e nausea, quella festa che aveva fatto emergere nuovi lati di tante persone, Jean compresa. Ci sarebbe stata Genny, cosa che di per sé non rappresentava un problema, considerato che si vedevano comunque tutti i giorni in dormitorio, ma Jean non dimenticava che si erano messe insieme e lasciate proprio a due balli scolastici: chissà questo terzo quali sorprese avrebbe potuto portare con sé, quali drammi, quali scenate. Un brivido le risalì sulla nuca al pensiero, mentre molleggiava sulle scale verso la Sala Comune quel primo pomeriggio. Aveva appena terminato di pranzare con Megan e altri Corvonero. Ora sarebbe arrivato uno dei momenti fonte di stress relativi al ballo: la preparazione del vestito. Era quasi un controsenso: Jean adorava vestirsi bene, truccarsi, agghindarsi e mostrare a tutti il suo stile, ma quando si trattava dei vestiti per i balli a tema il suo entusiasmo scemava. Un conto era vestirsi, un altro travestirsi. Anche quella volta aveva dovuto ingegnarsi per trovare un outfit che si adattasse al tema, e questa volta era stato più difficile del solito. L’ultima volta che avevano vinto la Coppa era riuscita a scamparsi questa fase, le era bastato dire che aveva deciso all’ultimo di partecipare al ballo (cosa vera) per via dei problemi con Genny e nessuno le aveva detto niente. Ma due volte di fila sarebbe stato troppo: a quel ballo le sarebbe toccato rispettare il tema. L’entusiasmo le era tornato, e nemmeno così forte, solo quando Megan le aveva chiesto quel giorno a pranzo di raggiungerla in serata nel suo dormitorio, per aiutarla col vestito. Beh, si era detta Jean, almeno avrebbero sofferto insieme.
Jean aveva passato l’intero pomeriggio a raccattare le varie parti del costume. Così lo chiamava: costume. Non riusciva a vederlo come un vestito. L’arco e la faretra con le finte frecce erano stati il colpo di grazia. Si malediceva ogni giorno di più per aver avuto quell’idea. Guardò l’orologio appeso in camera, si stava facendo tardi. Si buttò in doccia alla velocità della luce e poi si infilò la parte di sotto del vestito, la tunica bianca con lo spacco sulla coscia. Decise di truccarsi subito, per accorciare i tempi, e poi prese tutto il resto delle cose che aveva lanciato dentro un bustone, incamminandosi finalmente verso le scale che l’avrebbero portata di sopra, al dormitorio di Megan. Quando arrivò, la trovò intenta a terminare l’acconciatura. Si avvicinò ancora col fiatone. «Scusami scusami, sono in ritardo! Non trovavo le frecce. Questo cavolo di costume ha centomila parti separate… mannaggia a questi temi!» Posò la busta di fianco al letto di Megan. «È questo, sì? Posso sedermi un momento?» Senza aspettare la risposta si sedette sopra le coperte, poggiandosi sul legno del baldacchino. «Uff, ancora non è iniziato e già non vedo l’ora che questo ballo finisca. Prega per me che Genny non cerchi di avvelenarmi in qualche modo.» Jean rise di gusto alla risposta di Megan: in effetti, una bella freccia di gomma con la ventosa appiccicata sulla fronte poteva essere un valido deterrente per Genny. Guardava la sua amica mentre si preparava. Naturalmente era splendida come al solito, ma dal suo viso percepiva una nota stonata. Come se fosse preoccupata per qualcosa. Il ballo era sempre fonte di preoccupazione per i Caposcuola, che avevano più responsabilità di chiunque altro durante eventi del genere, ma quella sembrava una preoccupazione diversa, più cupa. Magari si sbagliava, ma aveva una mezza idea di quale potesse essere il motivo. Quando le si avvicinò per aiutarla a sollevare la zip del suo candido vestito, colse l’occasione per parlare di ciò che voleva chiederle da mesi. «Hai avuto modo di parlare con Casey dopo quello che è successo qualche mese fa?» Si fermò un attimo prima di continuare, studiando la reazione dell’amica: voleva parlare, sì, ma non voleva metterla a disagio. «Non ho ben capito cosa sia successo, ma è chiaro che avete, o avevate, un rapporto, e che l’hai fatta incazzare in qualche modo e poi lei te ne ha urlate di tutti i colori. L’ha fatto anche con me, e ti giuro che ancora non ho capito il perché. Con te, però, sembrava personale.» Ancora una volta smise di parlare, continuando ad allisciare le pieghe del suo vestito. Doveva correggere un po’ il tiro, si disse: non voleva forzare l’amica a parlare di Casey, voleva solo capire se fosse quello il motivo del suo turbamento. «Insomma, non facciamoci rovinare la festa da questi pensieri, ok? Se c’è qualcuno che non vuoi vedere o con cui non vuoi interagire, lascialo perdere, ci penso io a distrarti.» Le sorrise. Avrebbe voluto parlare di quella sera tante altre volte negli ultimi mesi, ma per un motivo o per un altro non ne aveva mai avuto l’occasione. A lavoro, ogni volta che stava per tirare fuori l’argomento entrava un cliente. A scuola erano entrambe molto impegnate, Jean aveva praticamente solo studiato in quelle ultime settimane, e con Megan ormai ci si vedeva solo in compagnia di altri concasati. Jean era certa che ci fosse qualcosa tra Megan e Casey, l’aveva percepito alla festa, e i segnali erano stati così forti da averla fatta desistere dall’idea di provarci con Casey. C’era da dire che Casey stessa si era praticamente auto-esclusa con quella scenata, ma in ogni caso aveva già deciso che si sarebbe fatta da parte. Jean si rese conto di aver fatto scattare qualche molla nella testa di Megan. La vedeva agitata, le sue frasi erano confuse. Parlava di fiducia, una fiducia apparentemente malriposta. Non volle metterla ulteriormente a disagio, perciò non ritornò sul discorso una volta concluso, quando Megan ebbe ripreso la sua consueta calma. Mentre Megan terminava il suo outfit, Jean si infilò le parti rimanenti: corpetto, coroncina, spille, arco da un lato e faretra dall’altro. Nascose la bacchetta nella tasca interna del vestito, che si era fatta cucire apposta, e una volta messi i sandali col tacco fu finalmente pronta. Quando anche Megan ebbe terminato, le si affiancò e si avviarono insieme verso la Sala Comune. Lì avevano appuntamento con Phoebe, e di fatti lì la trovarono, prontissima e bellissima. Anche lei di bianco vestita, come la metà della scuola (l’altra metà era scura come la notte). Sulla testa portava una coroncina, bianca anch’essa, che le illuminava il viso. «Stai d’incanto» le disse appena le fu davanti, «I tuoi accessori sono fantastici, ti donano. Sembrano perfetti per te.». Sorrise alla collega e amica, dandole un gentile buffetto sulla guancia. «Beh, che dite, andiamo?» Si sarebbero incamminate verso il ballo insieme. Una volta arrivate, Jean avrebbe potuto assistere a uno spettacolo senza pari. *Questa volta si sono veramente superati… Che spettacolo.* Era l’ambientazione suggestiva che avesse mai visto a un ballo scolastico, e c’era da dire che anche i precedenti erano stati di alto livello. Si sentì improvvisamente felice di aver deciso di partecipare: se non altro, i suoi occhi avevano appena assistito a una meraviglia di colori e luci che non avrebbe dimenticato. Si fermò un momento, guardandosi attorno, pensando al primo passo da fare: andare a curiosare nel reparto acquisti o iniziare subito a sondare il terreno nella zona bar? Di una cosa, però, era certa: non si sarebbe fatta rovinare la serata da nessuno, questa volta, e non avrebbe permesso che la rovinassero nemmeno a Megan, a Phoebe, o a qualunque altra sua amica. Almeno per una sera, i drammi sarebbero potuti restare a casa.
Interazioni con Megan e Phoebe. Dialoghi con Megan concordati.
Post introduttivo, di ingresso. A breve Jean si sposterà a fare qualche acquisto.
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