Conchiglie., libera

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view post Posted on 26/1/2023, 14:13
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You can own the Earth and still, all you'll own is Earth until You can paint with all the colors of the wind

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Alice Wagner
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Era un gioco bello ma pericoloso quello al quale aveva deciso di partecipare. Alice era solita buttarsi nelle cose, catapultarsi dentro ancor prima di aver sentito la fine della frase e questo spesso la metteva di fronte a situazioni imprevedibili. Non pensava che quelle iride bicrome potessero voler scavare così in profondità, abbattendo le barriere naturali che ognuno cerca di fortificare il più possibile, in caso di attacco o peggio, in caso di trappola.
Le trappole però, aveva imparato Alice erano subdole. Ti spingono ad aprire le mura di cinta, far entrare fin dentro chi si riempie di belle parole, per poi infilzarti fin dentro la carne senza nemmeno esitare.
Quelle lasciavano cicatrici sulle quali le mura si fortificavano solitamente, con maggiore intensità. Alice rimase a guardarla per qualche secondo in più, la domanda l'aveva sorpresa e non sapeva se mentire o buttarla sul ridere. Si strinse nelle spalle e parlò prima di poter effettivamente riflettere troppo a lungo sulla risposta.

Perché sono parte di me. Non penso di poter dire di essere me stessa senza di loro. Sono la ragione e la causa di tutto.

Il vino doveva esserle proprio andato alla testa per aver tirato fuori una risposta del genere, forse, pensò persino Peverell avrebbe potuto farle i complimenti. Le sembrò di ascoltare le sue parole come se pronunciate da un interlocutore estraneo, per cui lievemente imbarazzata con le punte delle orecchie che avevano preso il colore dei capelli, scoppiò a ridere.

Ach du. Cosa mi fai dire, non so se è il vino o se tu stia cercando di stregarmi con qualche strano trucco da Doc.

Tirò gli occhi al cielo, tornando a guardarla e facendo per accostare il bicchiere al suo in segno di brindisi. La biondina sembrava quasi essersi persa nei suoi pensieri, forse quel gioco stava iniziando ad influenzare pure lei.

Ma andiamo avanti. Tocca a te Muschelchen. Sorprendimi.

Era proprio curiosa di sapere cosa le avrebbe rivelato, per qualche motivo, per quanto inizialmente maldestra, aperta, dai modi gentili, la personcina di fronte a sè costituiva ancora un mistero. Se non fosse stata ubriaca probabilmente non avrebbe osato scavare così affondo, protrarsi così all'interno. In passato le era costato una bruciatura bella grossa, eppure quel vino e quegli occhi chiari sembravano averla ipnotizzata.


 
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view post Posted on 5/2/2023, 13:07
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Adeline osservò quello sguardo luminoso, ardente.
Forse aveva esagerato.
In un battito di ciglia l’animo iniziò a turbarsi, inquieto, ferito dalla sola possibilità che involontariamente avesse toccato troppo in profondità quella creatura dai capelli rossi e dal vago profumo di lavanda.
-Perché sono parte di me. Non penso di poter dire di essere me stessa senza di loro. Sono la ragione e la causa di tutto.-
La risposta tuttavia arrivò, e questo per un attimo, un attimo soltanto, diede un po' di pace al muscolo cardiaco di Londra.
-Sono?-
-Loro?!-
-Tutto?!-

Adeline prese un grosso silenzioso respiro, trattenendolo poi nei polmoni, in apnea.
In tutta onestà, non capiva.
Le connessioni neurali viaggiavano veloci, i pensieri rimbalzavano nella testolina dorata e la confusione aleggiava chiara e limpida nel suo sguardo: poteva comprendere che ci fosse una persona alla quale qualcuno si poteva legare tanto da affezionarsi, alla quale fare e chiedere favori, con la quale passare serenamente le giornate.
Ma più di una?
E più di questo?
Adeline tratteneva il respiro nella speranza e infantile convinzione che così trattenesse anche il tempo, per fare in modo che potesse pensare, ragionare, capire.
Un conto era dichiarare fiducia, affetto, senso di appartenenza. Magari il sentirsi simili e al contempo diversi, ma per questo volersi ancora più bene, compensarsi, aiutarsi nei momenti di difficoltà.
Ecco, questo era l’elenco di risposte e caratteristiche che la Medimag associava all’idea di “amicizia” e “legame intimo”.
Tutti elementi ben distanti dal suo quotidiano ma quantomeno comprensibili.
Ma addirittura ”parte di”.. ragione e causa di “tutto”.
La risata di Alice le riverberò nel petto e Adeline riprese a respirare quasi di colpo, gli angoli delle labbra che si sollevavano leggermente in un sorriso tiepido.
Era ancora talmente confusa e ad un livello tale di incomprensione che sfiorava quasi il cruccio rabbioso: perché non riusciva a capire.
-Ach du. Cosa mi fai dire, non so se è il vino o se tu stia cercando di stregarmi con qualche strano trucco da Doc.-
Strizzò gli occhi, scrollando piano la testolina come per scacciare tutta quella confusione.
-Te l’ho detto, a me non servono trucchi.- alzò il suo calice per brindare con la strega, indirizzandole uno spavaldo occhiolino sebbene nella sua scatola cranica ancora meditasse una risposta adeguata – e sincera, o sinceramente adeguata, o adeguatamente sincera.
-Ma andiamo avanti. Tocca a te Muschelchen. Sorprendimi.-
Ridacchiò e alzò gli occhi al cielo, come le capitava spesso di fare quando meditabonda rifletteva seriamente su qualcosa.
-Vediamo.. Sono l’unica Corvonero della mia famiglia. Ho un Augurey come animale domestico.-
Tornò ad osservare la Rosso Oro, sorseggiando un altro po' del suo vino.
-Non posso immaginare come qualcuno possa diventare “ragione e causa di tutto” di qualcun altro.- aggiunse infine, in un sussurro -Dovresti essere tu, il principio e la fine di ogni cosa, nella tua vita.-
Abbassò gli occhi per un istante, rialzandoli quello successivo: -Non.. non capisco.-
 
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view post Posted on 14/2/2023, 17:04
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Non ci aveva nemmeno pensato troppo, alla domanda. Era uscita così di getto, come le cose più vere, quelle che si tengono nascosta per paura che qualcuno ce le porti via. Alice non mostrava mai il suo lato più debole ed emozionale a dei perfetti sconosciuti, quello era stato un momento di profonda verità che aveva provocato in lei quasi un contraccolpo. Lo vedeva, nel viso di Adeline, lo sgomento, quasi come se un pezzo di quello scrigno che possedeva, fosse stato portato via.
Cercò di ironizzare, dare la colpa al vino, dopotutto gli ubriachi non erano soliti dire cose a caso?

[ Eppure da qualche parte aveva letto, che tre sono al mondo i più sinceri, i pazzi fuori di capoccia, i bambini sfacciati e quelli che si son sgolati l'intero bar. Per qualche strano motivo, sentiva da appartenere a tutti e tre in egual misura.]

Si scrollò di dosso quel peso come fosse acqua, onda che finiva per ritornare sulla sua riva, in un moto costante, borbottava un sottofondo. Gli occhi chiari si focalizzarono sulla sua figura, intensamente, senza dar modo all'altra nemmeno di finire ciò che aveva da dire, era chiaro che qualcosa la turbasse.

Cos'è che ti spaventa così tanto, Ade?

Una domanda senza filtri, che andava a toccare con la sua tempesta un po' delle sponde bionde che aveva di fronte. Avrebbe potuto rispondere alla domanda prima, ma effettivamente non ne aveva voglia. Non ora. Ora era così presa da quello sfogo brillo, da vedere le luci di fronte a sé incrociarsi.

Che senso ha vivere una vita che appartenga solo a me? Non si vive per stare soli.

Alice di sollevò in piedi sulla panchina e iniziò ad ondeggiare. Per qualche assurdo motivo aveva voglia di ballare, di muoversi, di librarsi in aria. Sorrise spensierata come se nel cervello non ci fosse che aria, frizzantina e leggera.

Ad esempio, vuole concedermi questo ballo madame?

Allungò la mano nella sua direzione, un sorrisetto divertito sul volto, gli occhi lucidi, i piedi scoppiettanti di vita.


 
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view post Posted on 19/2/2023, 15:38
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Non era la prima volta in quell’assurda serata in cui lo sguardo chiaro e limpido della Rosso Oro la sondava, inchiodandola lì sul posto.
Non che per Adeline fosse un problema: era la prima a scrutare, studiare, senza assoluto imbarazzo o remora il chiunque che le si palesasse davanti.
Solitamente quindi, se osservava curiosità negli altri rivolta nei suoi confronti, rispondeva con altrettanto interesse, talvolta anche sufficientemente indiscreta.
Questa volta tuttavia, la confusione, il caos interni furono decisamente troppi per passare velocemente sullo sfondo: Alice fu veloce ad accorgersene e Adeline troppo lenta – o troppo brilla – per nasconderli come si deve.
-Cos'è che ti spaventa così tanto, Ade?-
-Non è paura.-
Precisò d’istinto, aggrottando un poco le sopracciglia dorate.
-E’ rabbia.-
Scrollò le spalle con un movimento leggero e finì nuovamente il suo calice, osservandone per un momento il fondo, mentre ascoltava le parole successive della strega.
-Si vive perché la vita è qualcosa di grandioso, sia con qualcuno che senza. E’ grandiosa anche solo perchè..beh, è la tua.-
Si stava rabbuiando e lo sapeva – lo odiava e non voleva – ma non aveva rimedio e sapeva anche questo.
Posò il calice sul ferro gelato della panchina e tornò a sedersi composta, la schiena contro il duro schienale, le braccia incrociate.
Respirò a fondo, indecisa: si stavano inoltrando più o meno consapevolmente in terra straniera e di guerra per giunta.
Adeline aveva da sempre problemi con i confini - a suon di spazi vuoti, terrore e rabbia però uno si era creato, quasi come una formazione naturale, invalicabile e apparentemente inscalfibile, proprio attorno al suo cuoricino dorato.
Pelle, caos, gelido acciaio e tiepido muscolo cardiaco.
Una sintesi piuttosto accurata di quella che era Adeline Walker.
-Dare così tanta importanza e potere a qualcosa al di fuori di te.. significa che se in qualche modo te ne ritrovassi priva, la tua vita non avrebbe più un senso?-
Fin dove si stava inoltrando quella strega?
Fin dove si stava inoltrando lei?
-Significa dare più valore agli altri che non a te nella tua vita e questo significherebbe che..-
Tutta la tua accidenti di vita avrebbe meno senso di un cucchiaino bucato piccola Adels.
Ma lo sguardo bicromo stava già seguendo i movimenti della Rosso Oro, improvvisamente in piedi, la mano allungata in sua direzione.
Mh.
Il suo oceano si era incupito e un’aria gelida dall’intenso profumo di salsedine e fiori aveva preso a sferzare pensieri ed animo di Adeline, mentre quella ragazza sembrava aver raddoppiato il suo calore, come se scintille dorate adesso le brillassero sotto pelle e la muovessero come una fiammella agitata dal vento.
Sorrise mite, ridacchiando appena.
-Solo se sarà lei a portare miss.-
Poteva valerne la pena, in fondo.
Allungò la sua di mano, per afferrare quella offertale e alzarsi in piedi.
Ricordava solo l’impostazione classica del ballo - anche se la prima cosa che fece fu sollevare il braccio ancora legato a quello dell’altra per cercare di passarci sotto facendo una piccola giravolta, ripetendo poi il gesto per invitare la Rosso Oro ad imitarla.
La sua vita aveva un senso, comunque. Lei aveva un senso.
Socchiuse gli occhi, con un leggero senso di sfida all’improvviso mentre gli occhi di mare e di bosco andavano a cercare quelli chiari e ardenti della strega, il volto ad avvicinarsi al suo.
-Io ho un senso Alice.-
Si allontanò nuovamente solo per saltellare e girare ancora su sé stessa, come un piccolo satellite mosso dal ritmo di una musica che solo le loro orecchie potevano sentire.
-Ed il tuo va ben oltre ai legami che hai intrecciato con altri.-
Scoppiò a ridere, coprendosi gli occhi con i palmi delle mani.

Merlino.. era davvero bevuta.

Edited by Adeline Walker - 20/2/2023, 21:53
 
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view post Posted on 10/3/2023, 06:13
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Si era resa conto che in qualche modo quell'argomento la toccava nel vivo. Alice aveva risposto senza pensar troppo, le conseguenze non erano mai state un problema per lei, sempre pronta a buttarsi a capofitto in ogni tipo di situazione. I sentimenti però, quelli più profondi, toccano da vicino e sono una costante ingestibile della sua vita. Doveva essere successo qualcosa nella vita della giovane maga di fronte a sé, che aveva scatenato quel tipo di reazione. Forse era sola da tanto tempo, forse lo era sempre stata. Per un secondo gli occhi della Grifondoro si addolcirono. Era vero, si viveva per se stessi, ma per Alice che era una persona molto legata alla sua famiglia, si viveva anche e soprattutto grazie a loro. I suoi fratelli e suo padre che l'avevano sostenuta nei momenti in cui, poteva giurarci, non c'era altra luce per lei. Non sapeva in cosa riconoscersi se non in loro, nei loro insegnamenti, negli atteggiamenti che aveva nel parlare, nel loro altruismo e nella loro caparbietà. Erano parte della sua essenza, di lei. Alice tornò a specchiarsi negli occhi della sua interlocutrice. Sembrava quasi che volesse auto convincersi di ciò che diceva. Inoltre doveva essere molto ubriaca, perché le sfiorò una spalla come a volerla tranquillizzare, un tocco di calore, per spegnere quel freddo improvviso.

Sei ferita. Lo capisco. E non dico di non poter vivere la tua vita da sola, ma.... al tempo stesso penso che prima o poi dovrai lasciare andare le mura che ti sei costruita intorno. Crolleranno. E lo sai anche tu.

Sentenziò come se le parole fuoriuscissero troppo velocemente per fermarle. Era vero e lo stava realizzando sempre di più, mano a mano. Tornò a pensare a Casey a come avesse cercato di inoltrarsi tra le sue mura di cinta e come fosse finita per assurdo, per ospitare il Caposcuola nelle proprie, concedendo più terreno di quanto pensasse. Era inevitabile.
Ne era rimasta ferita? Sì. Ma come si vive senza lasciare in giro pezzi di cuore? Voleva scrollarsi di dosso quei pensieri, posò il bicchiere vuoto da qualche parte e si sollevò in piedi sulla panchina per ballare. Invitò la dama di fronte, un gesto galante tra qualche risatina per smorzare la tensione. Passò sotto il suo braccio come indicato, poi poggiò la sinistra sulla sua vita e prese con la mano la destra. Abbozzò un balletto dal tempo piuttosto facile da seguire. Un due tre, un due tre.

Hai un senso Ad.

Le confermò per niente intimorita dal suo confronto più ravvicinato, seguì un sorriso un po' scemunito dato dal vino, le fece fare una giravolta, divertita. Tornò poi anche troppo sincera, sfacciata.

Ma le persone intorno a noi ci influenzano e per quanto vogliamo rimanerne in disparte, finiranno per entrarci dentro.

Era tardi e probabilmente si sarebbe dovuta infilare in qualche sgabuzzino per farsi passare la sbornia prima di poter tornare a letto, ma conosceva un passaggio segreto in cui poter raggiungere Hogwarts senza dare troppo nell'occhio.

È tardi Muschelchen. Devo tornare. Grazie per il ballo e la compagnia, anche se penso di aver detto cose di cui domattina mi pentirò.

Lasciò la presa intorno alla sua vita e scese giù dalla panchina, con un tocco di bacchetta fece scomparire bicchieri e bottiglia. Era allegrotta e teneva in corpo ancora il fuocherello acceso dall'alcool, i suoi bellissimi occhi erano come hna calamita, avrebbe potuto fissarli per ore. Ma doveva smettere di sembrare imbambolata o avrebbe finito per fare cose di cui di sarebbe pentita snche peggio. Sollevò una mano in segno di saluto e si avviò verso Mielandia. Come si irrompe da ubriachi in una fabbrica di dolcezze?


 
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view post Posted on 16/4/2023, 22:32
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Le toccò per un attimo la spalla e la sensazione fu quella di un tepore improvviso, come una folata tiepida in una notte improvvisamente gelida che trasporta con sé il calore del fuoco, prima di dissolversi, ancora, nel buio e nel gelo precedenti.
-Non sono ferita, non – io non sono – perché.. -
La negazione è uno stile di vita, d’altronde - e tu piccola Adels, se fosse una gara vinceresti il primo premio. Rifiutando pure questo.
Ad ogni modo, qualche battito di ciglia dopo si stava facendo trasportare dai passi di quella sorta di valzer, ridacchiando, comunque, in un precario equilibrio emotivo grazie grazie?! all’alcool in circolo che davvero poco aiutava la sua parte più lucida e razionale.
-Hai un senso Ad.-
Avrebbe voluto replicare con un altrettanto sicuro e spavaldo ”Lo so” ma la realtà dei fatti fu che rimase in mite silenzio, ascoltando le parole della strega e chiedendosi se allora, come le stava dicendo lei, anche quell’incontro, anche quella Rosso Oro si sarebbe fatta spazio e “sarebbe finita per entrarle dentro”.
[Hai un senso Ad.]
-Il tuo però emana più calore.-
E non si riferiva alla mano intrecciata alla sua o a quella poggiata sul fianco – che comunque attiravano una parte della sua attenzione con la stessa forza di gravità di un buco nero, nel loro essere contatto.. sconosciuto. Caldo. Strano. Confortante. Scrollò ancora una volta la testolina dorata, confusa.
Adeline non ebbe comunque tempo a sufficienza per rifletterci su – la streghetta infatti fu la prima a riprendere in mano la situazione, a partire dal senso del tempo.
La ascoltò ancora e la osservò riprendersi e scendere dalla panchina, pronta ad andar via.
-Beh, in tal caso probabilmente saremo in due.- ridacchiò in risposta, saltando giù anche lei e rischiando per un momento di perdere l’equilibrio come se fosse stata la prima volta.
-Mi raccomando..- la Adeline che accoglieva, “si prendeva cura di”, avrebbe terminato la frase con una di quelle classiche richieste molto da mamma cerbiatta “Fammi sapere quando sei arrivata”.
Ma davvero avrebbe potuto chiedere una cosa simile – non solo ad una strega che aveva conosciuto quella sera stessa, ma che in effetti sembrava persino più stabile di lei sotto certi aspetti? E poi con quale pretesa.. si erano scontrate trasportate dalla marea, e al mare sarebbero tornate, magari perdendosi nuovamente in esso.
Con quale pretesa..
-Fa attenzione.-
Si limitò quindi a dire, alzando anche lei la mano in segno di saluto, le iridi bicromatiche a seguire i movimenti di quella Rosso Oro tutto pepe sempre più lontana, attimo dopo attimo.
Una volta scomparsa, Londra si premette i palmi sugli occhi chiusi, con forza, cercando di tornare pienamente in sé.
Doveva recuperare la bacchetta, il libro – Merlino, il suo libro – doveva riuscire a tornare a casa e la smaterializzazione in quel momento..probabilmente sarebbe stato meglio fare prima due passi.
Raccolse i suoi averi stringendoseli al petto, come se in qualche modo potessero riempire un vuoto o scaldare qualcosa che era ben lungi dall’essere riempito e scaldato.
Anzi.
Qualcosa, in effetti, quella sera lo aveva scaldato.
Ma se la negazione è uno stile di vita..
 
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20 replies since 7/11/2022, 18:05   658 views
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