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| 24 yrs – cursebreaker – SeibalGuatemala |
◤ PS 331
◤ PC 253
◤ PM 295/300
◤ EXP 89 A malapena consapevole, dal tonfo udito, che la vecchia è stata Schiantata, fuggo fuori dalla porta. Sono tentato di dare fuoco a questo posto di merda, vederlo bruciare tra le fiamme finché non ne rimanga altro che un cumulo di ceneri con qualche osso a ricordare che lì, un tempo, viveva qualcuno.
Mi trattengo dal farlo solamente quando, uscendo, il mio sguardo viene attirato da glifi che conosco fin troppo bene. Contraggo il viso in un’espressione perplessa: cosa diavolo ci fanno delle rune nordiche a latitudini come queste? Ho già avuto prova di un tipo di divinazione proprio da parte dell’aruspice e non credo sia un caso che un altro segno di predizione sia comparso proprio su questo campo zuppo di sangue.
Il problema è che io sono bravo con un uso diverso delle rune, non di certo con quell’arte da strapazzo che è la Divinazione. Eppure sono costretto a ricredermi perché vedo formarsi davanti ai miei occhi attoniti una sequenza di immagini che non fatico a ricondurre al disegno del ragazzino.
Sono costretto ad ammettere la mia confusione perché, sebbene il teschio di giada possa effettivamente essere una realtà, non riesco ancora a fare un collegamento. Che io debba aspettare la notte? Che il pozzo dentro il quale è caduto il bimbetto debba vedere lo specchiarsi dei raggi lunari? Di sicuro, non è alla luce del sole che scoprirò qualcosa.
Ciò che so, però, è che devo tornare alla piramide. Non c’è più niente qui per me.
Sto per voltarmi quando mi rendo conto, con orrore, che c’è qualcosa ad impedire la fluidità dei miei movimenti. Mi paralizzo, improvvisamente incapace di muovere un solo muscolo. La mano non armata tocca fra le scapole e rimane sospesa a mezz’aria quando sfiora la pelle ruvida e bagnata di qualcosa che si è attaccata alla mia schiena.
Capisco cos’è.
Lo capisco con un lungo, tremendo brivido ghiacciato che mi penetra all’interno della spina dorsale, attraversando direttamente il midollo.
L’ho vista prima, quando sono entrato: una pelle.
Una pelle di un maiale.
Il mio respiro si agita, comincia ad incespicare, le gambe si fanno molli.
Comincio a tremare senza rendermene conto, l’urlo in gola che s’arrampica su per le corde vocali come un ragno.
Cazzocazzocazzocazzocazzocazzocazzo.
Barcollo, improvvisamente dimentico di cosa sto facendo, del perché sono qui, cercando di raggiungere la macchia d’alberi. È che non vedo più nulla, né mi rendo conto di dove sono: sto perdendo il controllo e lo sento fluire via mentre sento l’aria sfuggirmi dai polmoni.
Respira, Horus.
Respira.
E lo faccio, giuro che ci sto provando, ma sento questa… questa cosa dietro di me, la sento colare e aderire alla mia pelle. Improvvisamente non esiste più alcuna camicia a separarmi dal maleficio della donna; c’è la nudità del mio corpo a contatto con la macabre veste dell’animale che fu e sento penetrare nel sangue l’impurità. Vedo davanti ai miei occhi la bestia scuoiata, ne odo il verso acuto, stridulo, e mi premo una mano sulla bocca.
Sono terrorizzato. E non è solo il sangue, il putridume con cui sono venuto a contatto a farmi agitare; è a cosa appartiene questo schifo che mi fa andare nel panico.
Guardo la bacchetta, muovendomi il meno possibile, scorrendo mentalmente tutti gli incantesimi che potrei usare. Nella nebbia di un orrore crescente, l’unico che trovo è il ”relascio”, ma quando penso all’esecuzione e comprendo che non mi è possibile eseguirlo su me stesso, allora cedo.
Arranco fra le rune sconvolto dai brividi; gli occhi saettano veloci, alla ricerca di una fonte pulita, d’acqua, di qualsiasi cosa che mi permetta di liberarmi da questo panico.
Fa’ che ci sia qualcosa, ti prego, fa’ che ci sia..
Lo mormoro con la nausea a premermi sulla bocca, gli occhi scuri di una creatura a fissarmi tra i tronchi degli alberi.
È un miracolo che il mio cervello, già in allerta per salvarmi la vita, non ripeschi ricordi che, invece, torneranno prepotentemente a galla solo tra pochi mesi, sul ciglio di un’autostrada.
Nonostante ciò, cado carponi, la bacchetta premuta sotto al palmo. Stringo le palpebre, cercando di non vomitare.
Ma poi, voltandomi, consapevole che non posso andare da nessuna parte stringo tra le dita l’arma e la punto tremante verso la casa.
Con gli occhi sbarrati digrigno i denti.
È lì, sì, lo vedo.
”Ma non puoi dire sul serio, quelle povere bestie? Veramente ti fanno paura?”
Non ho mai spiegato il perché e solo Isabella e mia madre sono a conoscenza di questa fobia. Non la saprà mai nessuno, perché…
Lo sporco. Dio, Amon, lo sporco che mi entra dentro, mandalo via, mandalo via. Mandalo via!
« INCENDIO! » Lo urlo –isterico– con quanto fiato ho in gola.
Le fiamme, sì, sì, mi dico agitato: il fuoco purifica, non è così?
Se lei brucia, la sua magia termina, non è così? Deve essere così.
La bacchetta mi sfugge dalle mani, rotola sull’erba morbida e io indietreggio veloce. Vorrei continuare ad urlare, ma tutto il mio fiato se n’è andato con una semplice parola, uscita a fatica da labbra sconvolte.
Smetto di respirare, ma il mio corpo si muove per istinto di sopravvivenza.
Cerca il tronco dell’albero di cui, poco fa, ho dubitato.
Cerca la linfa bianca, pura verso cui la mia schiena s’abbatte. Colpisco il legno con forza, sbattendo la testa e poi mi piego in avanti, le ginocchia alzate, le dita fra i corti capelli. Mi accartoccio su me stesso, in preda al terrore, aggrappato disperatamente ai rimasugli di lucidità che mi sono rimasti.
Ti prego, ti prego, ti prego, fa’ che funzioni
Perché lo so che il controllo sta scomparendo e, tra poco, i ricordi che tengo celati torneranno a galla. S’aggrapperanno a me, mi corromperanno, mi divoreranno.
Lo so, penso, ficcandomi le unghie negli avambracci.
– Tell me would you kill to prove you're right –
Abilità – I°, II°, III° no Fattoriam: ✓ – IV°: ✓ Proibiti Colossum – V°: ✓ Proibiti Stupeficium – VI°: ✓ Proibiti Perstringo – I° Chiara: Atlantis Cage – Smaterializzazione; – Abilità Runica; – Animagus Esperto; | Equipaggiamento ▸ ANELLO DIFENSIVO: Pezzo unico. Pietre: Acquamarina. Protegge da danni fisici e incantesimi. Anche dall'Avada Kedavra ma poi si spezza. [tramutato in orecchino] [1xQuest] ▸ PIETRA PER BACCHETTA: Una pietra sconosciuta che amplifica la potenza del mago. ▸ ANELLO DELLA GORGONE: Se utilizzato contro un avversario umano blocca totalmente o parzialmente i suoi movimenti per 1 turno, non pietrificandolo. ▸ PUGNALE NORMANNO: Argento lavorato, pulizia in linee, disegno essenziale. [Tasca posteriore] ▸ SACCHETTA MEDIEVALE: All'interno è stato praticato un Incantesimo Estensivo Irriconoscibile [x5 oggetti medi][+3 PC +1PM][Agganciata alla cintura] All'interno:
– Mantello della resistenza: Protegge dalle fiamme. [+8PC] – Guanti Sostegno del Paladino: Guanti ignifughi, impermeabili, resistenti all'acido, alle basi, al freddo... Proteggono le mani da tutti gli elementi naturali e da colpi fisici. – Artiglio di Fenice: Usato come ciondolo protegge parzialmente dalle ferite. [1xQuest] – Polvere Buiopesto Peruviana: Permette, se lanciata in aria, di far calare l'oscurità a proprio piacimento. Ottimo se usata come diversivo prima di una fuga. [x2] ▸ RUNA HAGALAZ DELLA SEPARAZIONE: Utilizzabile in Quest, una volta ogni 5 turni. Rende l'utilizzatore in grado di creare uno o più proiettili di vento, che possono essere scagliati contro i nemici, e provocano gli stessi danni di un proiettile babbano di piccole dimensioni. In alternativa, può essere utilizzata per creare un "muro" invisibile e impenetrabile, della durata di un turno; in questo secondo caso, però, la runa avrà bisogno di sette turni per ricaricarsi. Ad ogni utilizzo, tuttavia, l'evocatore ha un contraccolpo al mana e alla salute pari al 2% del mana e della salute totale, che persisterà fino alla fine della quest. [incastonata in un anello, dito medio sx] |
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