Skye, Privata

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view post Posted on 8/5/2023, 21:27
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Standing alone on that hill
Using your fuel to kill

Sei assorto, Oliver, ma scivoli presto via come fanno le ombre nella nebbia. Passa poco più di un istante, poi l’abbraccio si scioglie e dell’intreccio e delle promesse non rimane che l’eco fioca. Sapessi quante ne ho fatte, sentite e viste infrangersi. La sola che non mi abbia mai delusa è Thalia, ancora testardamente legata alla speranza che possa tornare da lei come la persona che ero —l’unica al pensiero delle cui braccia mi tormenti nel chiuso della mia stanza, sul davanzale della finestra, sperando di adocchiarne la lunga chioma fiammante.
Ti lascio andare senza rispondere, perché so che è meglio così. Non ho motivo di crocifiggere la speranza cui hai bisogno di aggrapparti. Non ci vorrà troppo, del resto, affinché tu ti accorga che è evanescente come tutto ciò che mi riguarda. Io sparisco giorno dopo giorno e, con me, s’inaridisce il terreno su cui dovrebbe germogliare la vita. Al suo posto, le crepe venute con la siccità del mio animo spaccato.

Un movimento distante attira la mia attenzione. È l’incedere deciso di una persona che faccio presto a identificare con Casey. Scatta la scintilla, un tizzone ardente incapace di rimanere nella quiete vermiglia del focolare. Non ha i tratti della proposta lasciva che ho fatto a Nocturn Alley, ma l’amaro della bile che viene con una consapevolezza ritrovata: Oliver non avrebbe potuto sapere, neppure immaginare, se qualcuno non l’avesse opportunamente indirizzato.
Scatto in avanti in una corsa a perdifiato, che vede la furia cieca nella veste di Nord della mia bussola morale. Lasciamo pure gli altri a festeggiare e vediamocela tra di noi, ché di scampo non ho intenzione di lasciartene, maledetto traditore dalla lingua biforcuta. I capelli svolazzano alle mie spalle, un mantello freddo su un corpo sottile che fende l’aria come una scheggia impazzita. Perché è questo che sono, non è così? Un’incognita impossibile da prevedere, confinare.
Quando raggiungo Casey, ha attraversato da poco la prima fila degli alberi. Non ho una strategia —io non ne ho mai. A muovermi è soltanto la rabbia nella sua versione più cieca. Mi abbatto su di lui senza nemmeno fermarmi, cagionando la caduta rovinosa di entrambi sul terreno impari, e comincio a colpirlo ripetutamente a pugni chiusi, dovunque trovi spazio per consumare la mia vendetta.

Odio che l’abbia fatto, che abbia violato il mio segreto dopo avermi scorta in un momento di debolezza, lui che non doveva vedermi e che ho avuto la sfortuna d’incontrare quand’ero emotivamente più fragile. Odio che abbia finto di avere a cuore il mio bene, tenendomi con sé in quella catapecchia per evitare che stessi da sola dopo quanto era accaduto. Odio soprattutto di averci creduto per l’ennesima fottutissima volta e di essere stata smentita.
È per questo che non parlo, che non lo accuso. Non ci riesco. Dovrei spiegargli la natura del mio livore; quello dovuto alla stupidità che mi imputo da quando ero una bambina affamata di affetto e accettazione. Non è bastato nemmeno che Astaroth si suicidasse per spingermi a soffocare questa fame. Sono ancora qui, a questo stupido raduno di Casata, sperando di sentirmi meno sola. Per tutta risposta, Casey Bell sparge la voce sulla mia abitudine al consumo di droghe.

Lo percuoto ancora, a cavalcioni su di lui, caricando i colpi più che posso. Tuttavia, il respiro è affannato per la corsa e le braccia dopo un po’ cominciano a dolere.
Mi spingo d’un tratto via da Casey come se avesse il Vaiolo del Drago. Poggiata al tronco di un albero, prendo aria a grandi boccate. I capelli ondeggiano ai lati del volto —una cornice chiara, l’ultimo bagliore candido rimasto in me insieme agli occhi e al tono dell’incarnato.
Scocco uno sguardo che vuole dire tutto, ma sopra ogni cosa “Sono cazzi miei e tu hai superato il limite”.

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Le azioni sono da intendersi al condizionale.


Edited by ~ Nieve Rigos - 9/5/2023, 11:02
 
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view post Posted on 20/5/2023, 14:45
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I felt so much,
that I started to feel nothing

Il momento di esitazione mi ha fatto perdere l’occasione di avvicinarmi ad Oliver, ma mi ha permesso di rendermi conto della situazione. Sono tutti troppo occupati a godersi la giornata per notare che Oliver ha preso da parte Vice Capitano e Caposcuola. Per un po' faccio finta di nulla, ma poi la curiosità prende il sopravvento. Sono lontana e non li riesco a sentire, ma riesco a distinguere le loro sagome. Dopo alcuni minuti Nieve abbandona il gruppo e si allontana dalla radura, Oliver gli va dietro. Poco dopo anche Casey scompare tra gli alberi. Mi sembra tutto molto strano e non so cosa pensare. Mi rifiuto di credere che sia successo qualcosa di grave, il mio cervello proprio non arriva a pensare al peggio. Forse hanno preparato qualche sorpresa per la giornata ma qualcosa è andato storto? Sto pensando ad altre possibilità quando una voce familiare mi riporta alla realtà. È Alice che sta radunando tutti per bruciare il fantoccio di Erika. Alzo lo sguardo verso la fonte della voce e non riesco a trattenere un piccolo sorriso: nonostante tutto quello che è accaduto tra noi, non possono negare che sia sempre la più divertente ed energica, di sicuro è sempre quella che ha le idee migliori. La consapevolezza di volerle ancora bene fa ancora più male: sarei potuta essere a volteggiare con lei, di sicuro mi avrebbe coinvolto in quella faccenda e io le avrei dato man forte ben volentieri.
Senza farmi notare troppo mi avvicino alla pira, voglio comunque godermi lo spettacolo anche io: Erika è stata la cosa peggiore del Quidditch, bruciarla è l'azione giusta per eliminare un po' di negatività e ritrovare un po' di serenità come squadra. Si avvicinano in tanti, tra loro anche Oliver. Appena lo vedo, inizio a farmi spazio tra la folla per raggiungerlo; questa volta non ho intenzione di esitare di nuovo. « Chissà se la cenere di Erika renderà la carne più saporita.» Sorrido, mentre lo guardo dare fuoco alla pira. ll suo incantesimo è letteralmente uno spettacolo. « Oliver, come va? Ti ho visto allontanarti con Nieve e Casey, va tutto bene? » In effetti le due non sono tornate. Continuo a sperare che siano semplicemente occupate a fare o preparare altro.

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view post Posted on 23/6/2023, 17:01
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Don't you feel lonely living in
your own little world?

Questo dolore non mi fa niente. Il sangue che cola sulla camicia bianca non mi stupisce. Nessun filo di rabbia mi attraversa sentendo pulsare lo zigomo spaccato sotto l'occhio sinistro. Gli occhi sfarfallano perché i raggi del sole cadono dritti sulla mia faccia. L'erba mi solletica la nuca con piccole carezze gentili e il vento mi bacia la pelle scoperta. È in questo momento che tutto mi appare più vivo; che io sono vivo.
Il presente vibra ed io faccio parte di esso. È la sensazione più bella del mondo. Ad un tratto è così inutile pensare, rimuginare e covare rancore. E capisco che ciò che cercavo, vagando verso l'acqua profonda, mi è piombato addosso come richiamato da un Accio. Forse per questo ti ho lasciato fare.
Ho avuto il tempo di scorgere solo la nuvola argentea di capelli arruffati piovermi sul volto prima del pugno. Un bagliore caleidoscopico di raggi solari, argento, sangue e lo spettro luminoso rifratto in una goccia di saliva schizzata in alto.
L'adrenalina ha risvegliato le mie articolazioni. Vive, formicolano assieme ai muscoli invitandoli a muoversi. I sensi si schiudono come girasoli al sole e bramano i sussurri della natura.
Se mi fossi gettato in quel lago probabilmente non avrei ottenuto lo stesso effetto del tuo pugno. Anzi avrei bramato di più, scendendo per toccare il fondo come un Icaro subacqueo, in cerca di sensazioni più colmanti. Se tuffandomi probabilmente mi sarei ammazzato, il pugno mi ha riacceso alla vita.
Scoppio a ridere. La risata sorge lenta, dallo stomaco che ora sente sciogliersi i grumi di amarezza; in un accelerando rimbalza ed effervescente sgorga dalla mia gola, come se il vento mi avesse raccontato una barzelletta buona da morire. Piccoli spasmi di piacere goliardico spezzano le articolazioni e l'erba attorno si appiattisce ancora, piegandosi sotto il divagare dei miei movimenti. Non so perché rido. Forse rido proprio perché rido.
Una spinta degli addominali è sufficiente per lanciare il busto in avanti e chinarmi sulle gambe distese. Rimbalzo nello stesso arco che disegna la mia schiena, ciondolo senza tensione alcuna. I muscoli si distendono, le articolazioni scoppiettano e io, carico di energia come dopo un sonno ristoratore, mi stiracchio. Alzo le braccia al cielo e apro il busto, la schiena si stende e il calore fluisce per i tessuti del corpo. L'ossigeno si inietta nel sangue, ed ogni boccata è pura euforia mentre mi ripeto che l'unico a poter davvero decidere la mia morte sono io.
Roteo il capo. Ti vedo. Ansante, l'albero come tua stampella. «Bene!» esclamo scoccandoti un sorriso. Non faccio fatica a mettermi in piedi. Spolvero i pantaloni dalla terra battendoli con le mani.
«Hai perso, Nieve.» La risata lentamente mi abbandona. «Hai perso tutto.» Cala il giudizio. Non sono intenzionato a scazzottarmi, e insieme non sono più intenzionato a lasciar correre un cazzo. «Sfogati pure. Su di me, su chi cazzo ti pare. Ma poi lasciaci in pace. Che con questa farsa che porti avanti da quando ti ho incontrata a Nocturn Alley hai rotto il cazzo. Nuoci a tutti. Quindi levati dalle palle oppure reagisci, qualsiasi cosa ti stia accadendo. Elimina questo veleno dalla tua vita e liberaci dalla tragedia che ci costringi tutti a vivere ogni giorno in tua compagnia.»
In un crescendo, la risata amorfa che sconquassava il mio corpo, ha iniziato a graffiarmi la gola divenendo infine ruggito. Sembri una bambina inetta che ha bisogno di una strigliata. Ed eccotela, ben servita, a lingua sciolta.
Ora capisco l'ironia che pervade questa scena. Tu che tenti di trascinarmi nel tuo baratro, facendo finta di essere una gran dama che ci fa l'onore di poter respirare la sua stessa aria.
«Qualsiasi cosa tu farai, per me non avrà senso a priori. Cosa ci si può aspettare da una drogata se non azioni irragionevoli che contengono solo uno sprazzo dei pensieri che aveva da lucida? Sono quasi certo che mi assalirai, in preda ai deliri. Come fai per le tue vendettine personali — ti pare che io non venga a sapere niente? Come hai fatto anche al ballo con quella gente. Lo sapevo, lo sapevo che eri strafatta. Non c'è stata delusione più grande. Quanto può farti sentire di merda sapere che una persona deve strafarsi per riuscire a godersi del tempo con te? Ma a parte questo, quanto è deprimente vedere una persona scivolare così in basso. Lo sapevo, lo sapevo. E ne ho avuto la certezza quando mi dissero della rissa che hai scatenato. L'hai voluta tu, cazzo. Io me ne sono andato perché non ho la minima intenzione di farmi prendere per il culo da te e di fare finta che sia tutto apposto. Se cercavi questo da me ti sbagliavi di grosso. Io non te lo darò mai. Continua a stare con quelle merde che frequenti. Un anno forse e sarai morta. Sì, più di quanto tu lo sia adesso. Gli amici che vuoi non sono amici. Sono zecche che ti succhiano il sangue e che ti fanno ammalare.»
Sto urlando, e quando metto un punto al mio discorso mi rendo conto di esserti così tanto vicino da poterti prendere per il collo e strozzarti. La mascella si stringe, fa decorrere il sangue dal volto, che nel mentre si è trasformato in una maschera rossa di sangue e di ira.
Respira. Respira.
Non assecondare questa follia.
Respira.

 
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view post Posted on 24/6/2023, 14:26
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Standing alone on that hill
Using your fuel to kill

Basta. Basta, basta, basta, BASTA. Quest’unica parola detona incessantemente dentro di me ad ogni verbalizzazione di Casey. Del suo disgusto e della sua rabbia, sono stufa e stanca. O, meglio, al loro cospetto mi sento inerme ed esposta come mai lo sono stata in questi ultimi due anni. Nessuno mi ha parlato così. Nessuno ha osato spingersi fino a tanto.
Un miscuglio di ira cieca e repulsione trasfigura i miei lineamenti. Trattenere l’impulso di lanciarmi di nuovo contro di lui richiede il pagamento di un dazio che mi fa quasi impazzire. E la magia dentro di me reagisce nell’unico modo che ha imparato a fare da quando ho perso il controllo dei miei poteri. Le fronde sulle nostre teste si agitano come mosse da un vento di tempesta e una manciata di sassolini inizia a levitare sulla scia di un’attrazione magnetica irresistibile.
La verità è che, se potessi —se solo ne avessi ancora le capacità—, estrarrei la bacchetta e lascerei che a decidere l’esito di questo contrasto fosse la più antica forma di confronto tra streghe: il duello. Invece, spetterà alle parole, così infami e spietate, determinare l’andazzo di questo tête-à-tête.
«Hai finito?» sibilo, fissandolo negli occhi adesso che posso guardarli da vicino. «Hai finalmente avuto il tuo momento di gloria per rendere la tua vita un po’ meno patetica di quanto sia, non è così? Casey Bell, il Caposcuola che non sa gestire una Casata e se ne sta ai margini. Casey Bell, così a disagio con se stesso da non saper affrontare un intero ballo con una ragazza e se la fila quando le cose si fanno difficili. Sempre per dimostrare che bravo Caposcuola sia e quanto si meriti il ruolo!»
Le parole lasciano le mie labbra con una calma serafica, quasi sussurrate, come se le mie accuse dovessero rimanere un segreto tra noi due —troppo sporche per essere conosciute dal resto del mondo.
«Casey Bell, che ha una vita talmente insignificante da doversi impicciare di quella altrui per dare un senso alla propria» continuo, satura di un veleno che scorre violento nelle mie vene. Non riesco a contenerlo e neppure lo voglio. Il sorriso sardonico che le mie labbra accennano all’indirizzo del mio interlocutore sa nascondere bene il dolore che le parole di Casey mi hanno procurato, ma a me stessa non posso mentire. «Sai qual è la differenza tra me e te? Che io non indosso una maschera! Le mie azioni sono irragionevoli perché sono una drogata del cazzo. Per questo la maggior parte del tempo me ne sto per i fatti miei. Ho fatto un’eccezione quando… Uhm… Fammi pensare! Quando qualcuno mi aveva invitata al ballo, poi è sparito e sono rimasta da sola a sentirmi dare della troia perché avevo preso un drink che poteva essere rifatto in cinque minuti». Pausa. «Se tu dovessi toglierti la maschera, invece, cosa ci sarebbe sotto? Scommetto niente. Il nulla più assoluto. Ecco perché non frega un cazzo a nessuno di te! Non ti sei chiesto perché siamo andati al ballo insieme e perché hai pensato di chiederlo proprio a me? Perché in fondo sapevi che avrebbe detto di sì solo una sfigata come te!»
Mi chiedo se sia possibile vedere le vene del tuo collo dilatarsi più di quanto non abbiano già fatto mentre urlavi. Dal canto mio, ogni singola stilla di odio che ti sto buttando addosso placa la sete di vendetta che ha arroventato finora il mio spirito. Quasi che saperti bruciare di dolore mi appagasse fino a restituirmi la pace.
La natura intorno a noi s’è placata. I sassolini giacciono comodamente al suolo e le foglie ai rami degli alberi ondeggiano al ritmo di un vento che non è il mio.
«Ora, se non ti dispiace e hai finito con le lezioncine di vita, torno a intossicare il gruppo.»
Il congedo più urticante —e il vaffanculo meno sottile— della storia.
Per quanto mi riguarda, potrei buttarti nel mezzo della pira che hanno creato gli altri e godermi lo spettacolo senza battere ciglio, infame che non sei altro.

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Edited by ~ Nieve Rigos - 26/6/2023, 13:34
 
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view post Posted on 26/6/2023, 17:03
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You can own the Earth and still, all you'll own is Earth until You can paint with all the colors of the wind

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Ist mir alles scheißegal,nur dieses eine letzte Mal


Weißt du, immer wenn ich drift
Dann nur, damit dich ein Funke trifft
Brauche nur ein'n kurzen Lichtblick

N
on vedo tutti i miei compagni presentarsi al richiamo del fuoco. Certo Oliver non lascia che gli effetti scenici manchino, con il suo Circunflamma, di cui gli sono evidentemente grata. L'entusiasmo sul mio viso è molto. Voglio che sia un momento di catarsi, di purificazione, come lo scongiuro di tutti i mali e le sfighe che ci è toccato subire in questo inutile campionato. Certo il fumo inizia ad oscurare la mia vista, strizzo gli occhi per qualche istante. Vorrei che Vivienne fosse al mio fianco e mi incoraggiasse con il suo sguardo gentile, vorrei vedere il sorrisetto appena accennato sul viso di Casey, vorrei che il resto della squadra innalzasse i canti alle mie spalle, con più forza di sempre. Vorrei premiare tutti loro per il coraggio e la pazienza che hanno messo in ogni allenamento. E così faccio in qualche modo. Ho preparato delle stupide medagliette, qualcosa di meramente simbolico e goliardico, con su scritto i loro nomi. Roba da asilo fatta con la cartapesta, ma in fondo che importa? Nonostante tutto, gli sono grata. Per aver lottato e aver sofferto con me, per avermi donato la loro rabbia e la loro speranza. Per avermi arricchito di un'esperienza tanto terribile quanto forte.

<< La biscia bruuuuucia! Guarda! >> mi rivolgo a lei, come se fosse di persona, anche se davvero si tratta di un fantoccio di legno, la sua faccia intagliata con quell'espressione disorientata per poco non mi fa scoppiare a ridere. Ma devo rimanere seria, è un momento ufficiale << ....come onoro ognuno dei nostri soldati, alla faccia tua! >>Alcuni compagni di casata si uniscono a me, fiancheggiandomi, mentre tiro fuori una pergamena eccessivamente lunga. Il che la rende ancora più ridicola, riscuotendo l'ilarità del pubblico. Mi schiarisco la voce, come fa Pev durante i suoi discorsi ufficiali. Al ballo per esempio. Provo anche ad imitare il suo accento e la sua postura.

<< Signori buonasera! Conto la serata stia procedendo al meglio, ma eccomi per avviarci alla conclusione di questo lungo e complesso campionato, che vi ha ancora una volta visti quali protagonisti--- >> interrompo per qualche istante la mia impersonificazione per sghignazzare di lato, poi torno a parlare con la mia voce normale << Per la categoria.... tre metri sopra il cielo mentre volo a testa in giù abbiamo la nostra cercatrice nonchè vice capitano... Nieve Rigos! Una mossa folle, tanto quanto coraggiosa! >>
Chiamo il suo nome, ma non ho idea se sia nel pubblico o meno, non la conosco così bene in effetti, ma il suo aiuto durante il campionato è stato preziosissimo, per cui la medaglia spetta anche a lei. La procedura è un po' come alla consegna dei diplomi, tutti applaudono, gente urla cose incoraggianti, qualcuno di fianco a me allunga la medaglia e gliela avvolge intorno al collo. Da tradizione ci starebbe uno sputo sulla pira di Erika, o un breve discorso ma quello è a scelta personale. Comunque vada la cosa io proseguo nella mia lista, passo ora al portiere.
<< Le Pluffe lei ormai le para per colazione, la nostra portiera, l'unica Juliet Little! >>
Nonostante dormiamo nella stessa stanza da anni non ci ho mai legato particolarmente, però comunque le sorrido quando si avvicina e le lascio spazio nel caso volesse aggiungere qualcosa. Mi sento un po' il Pippo Baudo della situazione. Pubblicit--nono si va avanti. Qua mica ci paga la Rai.
<< Proseguiamo con la battitrice gentile, i suoi occhi sono dolci ma la botta è letale... un applauso per Emma Green! >> Emma la conosco bene e so che è piuttosto timida, per cui le lancio uno sguardo di incoraggiamento, so che probabilmente non vorrà prendere parola. I prossimi due nomi sono Ariel e Rowena, le due adulte che si sono unite alla nostra squadra << Forse non Grifondoro nel cuore, ma Arcinemiche decisamente nell'anima un applauso per Ariel e Rowena! Senza la vostra vecchiai--- ehm ESPERIENZA, non saremmo qui a bruciare l'intera figura dell'arbitro! >>
Ridacchio per un istante, sgolandomi un intero bicchiere di qualsiasi cosa sia quella che mi allungano, giuro che fare il presentatore è un lavoro difficile. Uah penso fosse qualcosa di alcolico. Bellissimo, ottima idea, perché non chiudere la serata da sbronzi? Il prossimo nome mi riesce difficile da dire senza un groppo che mi si sviluppa intorno allo stomaco, ringrazio l'alcool per averlo reso più facile da leggere. Si sente nella mia voce una nota affettiva maggiore
<< La cacciatrice scienziata, ogni mossa calcolata per il millimetro...sono orgogliosa della nostra Vivienne Pierce! >> La chiamo sul "palco" in aria che abbiamo, il mio sguardo vaga sul suo. Sono fiera di come ha giocato è vero, anche se le nostre questioni non sono risolte. Rimango fiera.
Il nome successivo è quello di Casey. Cerco di rimanere professionale anche in quel caso, anche se non so dove sia perché non mi pare di averla vista da nessuna parte. Ma comunque avverto una certa distanza, una distanza che come al solito sembra ferire più me che lei. Inghiotto il rospo e proseguo. Non è tempo per questo.
<< Il caposcuola Bell è il prossimo, caposcuola al mattino e durante la sera, cacciatore arciarrabbiato! >>
Per ultimo rimane Oliver. Il nostro Oliver, il capitano, la roccia che ci ha sostenuto per l'intero percorso. Ci ha sgridato e preso per mano, incoraggiato e messo ansia allo stesso tempo. Ci ha spinto fino ai limiti e ci ha migliorato come giocatori. C'è dell'affetto personale che provo nei suoi confronti, ma anche tanta tanta gratitudine che avverto nello spirito di tutti coloro che mi circondano. << E infine.... ultimo ma non per minore importanza, il nostra capitano... OLIVER BRIOR! Onore a te capitano! Hai saputo incoraggiarci e supportarci, sei stato il nostro punto di riferimento--- dal profondo del cuore, grazie!>>
Nel caso dovesse avvicinarsi, proverei ad abbracciarlo e a stringerlo forte, porgendogli personalmente la medaglia, sì quella farloccata di carta pesta. Le braci sembrano consumare il corpo di Erika al mio fianco, i Grifondoro riuniti si lasciano andare agli schiamazzi, una musica inizia a suonare. Non si sa da dove provenga. Probabilmente l'idea di utilizzare le braci della biscia per una braciata non sembra essere stata sottovalutata. Io finalmente scendo a terra, gli occhi sono in lacrime per il fumo, osservo la pira di fronte a me, il calore pervadermi le ossa. Non so perché ma per qualche motivo, queste persone mi danno l'idea di casa. E' del loro calore che mi abbevero.




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Questo era il mio ultimo post, è stato un onore suonaregiocare con voi! :portiere:
 
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view post Posted on 30/6/2023, 18:47
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Don't you feel powerless living in
other people's worlds?

Non ho idea di cosa accada dopo, a malincuore non seguo le dinamiche tra Nieve e Casey. C'è qualcosa, in me, che mi rende d'un tratto distante: forse è il desiderio di godere i festeggiamenti, pur atipici come risultino dopo la sconfitta; forse è la decisione di lasciare loro tempo, e modo di confrontarsi o di parlare. In me, lo ammetto, germoglia una stilla di egoismo che mi spinge a non chiedere, a non indugiare ulteriormente in tali circostanze. La pelle, tuttavia, cattura il brivido dell'inatteso, e l'orma di un pericolo che fingo di aver superato (e dimenticato). Le voci di Casey e di Nieve non mi raggiungono, non più. Scorgere le loro figure allontanarsi, purtroppo, è in me un finto atto di generosità; è quasi come un'antica, sinistra apatia. Ho bisogno di pensare al lieto fine, ho bisogno di convincere almeno me stesso che tutto possa ripristinarsi, che possa tornare una patina serena. Che sia o meno così, non è oggi che potrò scoprirlo. E, chissà, il tempo mi sarà misericordioso. Interrompo il futuro, l'Occhio è in attesa – le palpebre tremano, un singulto s'infiamma in petto. Potrei mutare aspetto, ora, in silenzio. Diventare un segugio, percuotere le trame in sospeso – e intrecciare il mio passo al passo di Casey, e di Nieve. Invece, lascio andare. Loro, me, perfino l'ultimo zampillo di fuoco. Il sortilegio, infatti, si spegne nel movimento della bacchetta, è una corona brillante – arancio, carminio, oro – che sgretola il cielo in colore e sbuffi di cenere. Il fuoco, oramai, ha attecchito; è famelico, raggiunge il fantoccio, consuma le tessiture, le ramificazioni e le caratteristiche che lo governano. Presto non resterà che un lampo luminescente, vestigia di un arbitro che ha lasciato un brutto segno in noi. Forse, mi dico, è giusto così: abbandonarsi, perdersi.
«Nulla che il tempo non possa sistemare, Viv.» Ho come un déja vu, qualcosa di simile. Mi sembra d'essere circondato dal vento zuccherino, una nota dolce di cioccolato, di miele e di lacrime. Le mani, spettrali, carezzano il bancone, e polvere di buiopesto, e il volto di Vivienne. Torno in me, in un istante. Mi accorgo di sorridere, un po' distratto, di certo sovrappensiero. Cerco il contatto dell'altra, stringendole delicatamente l'avambraccio come in gesto d'affetto. Non comprendo bene, in effetti, il peso della rivelazione di Casey, le conseguenze che potrà avere anche per me. Ho paura di perdere Nieve, ho paura... ho paura. Quand'è che sono diventato così poco coraggioso? Per fortuna, ad ogni modo, la voce di Alice mi riporta al presente; mi piace, mi piace moltissimo: è un rituale piuttosto particolare, più simile ad un gioco vero e proprio. Ho come l'impressione che stia imitando qualcuno che conosca, perfino la cadenza, la modulazione delle sillabe e del corpo. Non smetto di guardare Alice, benché mi rivolga in sussurro verso Vivienne, che spero trovare ancora accanto.
«Non ti ricorda forse qualcuno?» Ho la mente troppo annebbiata, tuttavia, per collegare la parodia in atto. E, d'altronde, va bene così, rende tutto giocoso. I complimenti verso i giocatori, l'uno dopo l'altro, mi spingono curiosamente a sorridere. Stringo la medaglietta di cartapesta, appena tocca il mio turno: Alice, forse, non saprà mai quanto per me questo semplice oggetto decorativo possa valere. Sarà l'unico simbolo che porterò con me, dopo aver abbandonato la spilla da Capitano di Quidditch. Un ricordo, mi dico, che è prezioso.
«E, ancora, Alice Tenente Wagner.» Sollevo le mani, grido anch'io a gran voce. Alice ha nominato ciascuno di noi, ma... manca lei. Ha fatto la differenza in campionato, e le sconfitte non cancellano, affatto, l'estro creativo e l'impegno dell'altra. Spetta a me, mi dico, l'ultimo omaggio: perché Capitano, ancora per poco; ma soprattutto perché le voglio bene, e come potrebbe essere diversamente?
«Cacciatrice di spicco, che infiamma il cielo!» Guido le fiamme, ora, in una spirale che volge verso l'alto, e ancora, ancora di più. Lingue di fuoco, queste, che quasi sembrano voler avvinghiarsi all'altra, alla scopa stessa. Finché le si accostano in forme brillanti, un reticolo che somiglia ad un fuoco d'artificio, un'esplosione presto già consumata. Il tempo, dopo, è indefinito: è una successione di ritrovi, di saluti, di chiacchiere, e promesse, e spuntini di carne alla brace, e carezze sulla criniera di Ira. Finché anche per me sarà il momento di andare, di volare via. Forse un po' più in anticipo, forse con il cuore appena più leggero di prima. In sella, l'Alato mi porterà via.

Alla prossima, grazie anche da parte mia ♥

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view post Posted on 20/7/2023, 16:58
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Don't you feel lonely living in
your own little world?

Si era preoccupato. Conosceva Cas e, per quanto fosse benefico per tutti quel momento di quiete nella sua vita, sapeva che niente era OK. Gli era bastato osservare con la coda dell'occhio, da lontano, la scaramuccia fra lui, Oliver e Nieve —così l'aveva intesa— per prevedere un momento difficile. Era piuttosto semplice farlo con Cas, anche se non era un Veggente. Lo conosceva fin troppo bene.
Accesa la pira, esultato ai nomi di ogni singolo giocatore, fra i miraggi attorno alle fiamme e ai corpi dei ribelli in fermento; i suoi piedi prima indecisi si mossero solo dopo un po' verso l'altura dietro cui era sparito Cas. Non vide la chioma argentea di Nieve correre fra i soffi di vento e i rami degli alberi, era troppo distante e nascosto dietro il paravento umano di Grifondoro per accorgersene. In pensiero, l'unico compito che si dava nei confronti dell'amico era quello di riportarlo alla realtà. E che l'altro stesse navigando in mari tormentati per lui era più che certo.

***
E' orribile quel che sta accadendo. Me ne rendo conto solo ora. Non parlo della tua dipendenza, o almeno non è l'unica cosa che me lo fa pensare. Parlo di questo dolore che ci stiamo provocando.
Io voglio farti del male, tu vuoi farmi del male. Come se di dolore non ne avessimo già abbastanza. Ti ho urlato addosso quelle parole per suscitare in te un'emozione forte. Per rimanerti impresso, in un modo o in un altro. Volevo che tu ti pentissi di avermi aggredito, volevo soverchiarti avendo la meglio. Percependomi superiore a te.
Ora tu mi infliggi la stessa pena, e lanci pugnali infierendo su ferite già marcescenti.
Mi ricordi che quella sera, benché io mi nasconda dietro un monito aspro alla tua condotta, mi permisi di non combattere di fronte alla codardia. Umiliato nell'intimo dal tuo amico aggressore, poi dall'esposizione dell'amore di Megan e Draven all'entrata dello speakeasy, in cui ti sei lanciata ebbra di sostanze che ti avevano portata già via da me. Tutte quelle fantasie che mi ero fatto —che volente o nolente faccio, perché sono un represso—, contrapposte a tutta quella caciara e agli urti cui sono stato sottoposto, mi hanno fatto sprofondare nella vergogna. Così, gonfio della rabbia utile a sacrificarti come reietta, ho dato le spalle a qualsiasi mia Responsabilità.
L'unica cosa che vorrei sapere da te è: che cazzo ti è successo?

***
Ringhia di magia la natura attorno a noi, in risonanza col tuo odio. E' il tuo fervore nel raccattarti il controllo di te stessa e della situazione che, paradossalmente, ti porta a perdere il controllo. Ma è adesso che, anche io, lo perdo nel modo peggiore che immagino. Nel modo che più temo e che mi ha fatto tremare per anni.

E' istantaneo, giunge senza preavviso. Ancor più inavvertito del tuo pugno, ancor più doloroso. Tutto si spegne e non vedo più niente. La luce è stata divorata da un lampo ed insieme sono cominciati i tremori. Ho il vago ricordo del buio in cui il Seuz mi ha fatto sprofondare, ma non è la stessa cosa.
Viaggio a perdifiato da una sensazione a un'altra. E' l'improvvisa totale placidità della mente. Scivola via il dolore, scivola via la mia identità. I muscoli cedono ma sono leggeri, così leggeri che se cadessi volerei. Adesso invece sono pronto a tutto: scalerei monti, correrei finché il petto non mi esplode e mi tufferei nelle profondità oceaniche. Adesso invece provo rabbia. Sono un cane rabbioso che sbraita al passaggio di ogni essere vivente. Procuro loro anzitempo il dolore che sono convinto procureranno a me.
E' la fine. sento un artiglio che mi si aggrappa al petto, un altro che mi cinge la gola. Tremo incontrollato, la temperatura corporea si alza. Non sentito più il battito del mio cuore, che prima pulsava a ritmi tribali nelle mie vene.
Una coltellata in pancia. La lama trafigge e rotea lacerando gli intestini; rimesta fra carne, sangue e bile per puro diletto, senza cercar qualcosa.
Avverto l'urto contro il terreno. L'acido risale la gola, inforcando la via del naso e della bocca e bloccandomi il respiro. Tossisco, ma paralizzato dai crampi e dagli spasmi non riesco a scivolare sul fianco per rimettere a terra.
Due mani mi afferrano nell'esatto momento in cui i polmoni sti sono quasi riempiti del mio vomito. Percependo salvezza, gli occhi mi si aprono e si richiudono alla vista del volto di Nieve.

***
«Casey, sta' tranquillo. Va tutto bene.»
«Ma questo posto pullula di cattivi pensieri! QUI NON C'E' SPAZIO PER I BAMBINI!»
La voce di Les era calorosa e calma. Sapeva come comportarsi in quei momenti, mentre l'amico si dondolava e delirava urlando discorsi privi di senso.
«Non è reale. Va tutto bene.»
«TI SEI SOLO SCELTA UN BUCO E HAI SCAVATO PIU' IN PROFONDITA'!»
Si rasserena quando le palpebre spalancate tornano a riabbracciare l'iride.
La corsa lo aveva sfiancato, ma l'avrebbe percepito dopo, trascinando l'amico via da quel posto. Si gettò a capofitto verso l'albero contro cui Nieve e Cas urlavano come rapaci impazziti, non appena vide il secondo cadere a terra. In un primo momento credette che Nieve l'avesse schiantato. Poi, vicino abbastanza da scorgere le sclere vuote inondare l'orbita e gli spasmi, comprese. Solo il sangue sul volto era insolito: Cas era caduto di schiena, doveva trattarsi del frutto di una colluttazione. Non vi era altro segno di malessere.
«Va' via, Nieve.»
La voce di Les non era mai stata più seria. Solitamente burlone e sempre pronto a farsi prendere per idiota dall'altro, adesso guardava la Grifondoro con uno sguardo di sbieco e sospettoso che mai nessuno aveva potuto scorgere sul suo volto.
«Vattene. E' tutto apposto. Non raccontare niente» le disse. «Hai capito?»
«Lo hai semplicemente voluto...»
Cas chiuse gli occhi dopo averli aperti su Nieve, svenuto nel suo oblio.



*Guarda il calendario*
Sì, era quella volta al mese in cui devo fare la drama queen. Bai bai, piccini <3

Edited by ion` - 20/7/2023, 18:36
 
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view post Posted on 1/8/2023, 14:53
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entropia.

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Standing alone on that hill
Using your fuel to kill

Ti sgretoli, ti accartocci, ti sfiguri. Accade tutto davanti ai miei occhi inermi, al cospetto del mio cuore pentito che ora vorrebbe farsi avanti e chiederti perdono. Cosa ti ho fatto? Perché non ho taciuto? È questo che ho cagionato a Roth, urlandole il mio odio?
Trattengo il respiro, sopraffatta. Tu rimetti e mi urli contro, poi non parli. Mi stai punendo senza rendertene conto e nel modo peggiore in cui potessi mai fare. Una lettera scarlatta spicca sul mio petto, al centro della mia fronte, su ogni parte visibile e invisibile della mia carne lacera. Sono un castigo, Casey, e mi dispiace —mi dispiace così tanto— di averti fatto del male. I-Io vorrei non aver partecipato a questo evento, non essermi scagliata contro di te, aver pensato un minuto di più prima di sguainare i miei pugni e riversarti addosso tutta la rabbia che infiamma le porzioni più vive del mio corpo e del mio spirito. Non so controllarmi e tu ne stai pagando le conseguenze.
Muovo un passo verso di te, poi mi ritiro. Non posso avvicinarmi. Ti metterei in pericolo. Farei di peggio anche senza volerlo. Se entrassi nel tuo campo vitale, quale reazione provocherei? Quanto di te rimarrebbe in piedi e quanto diventerebbe polvere, pronta ad essere soffiata via dal vento?
Les giunge a soccorrerti. Si china su di te con gentilezza. Ha cura di te, ti vuole bene, ti conosce. È patetico che guardarvi mi renda invidiosa, ma non riesco a fare a meno di immaginarmi nella stessa situazione e realizzare che nessuno farebbe lo stesso per me. Che altre volte sono rimasta svenuta ai margini delle strade della Londra magica e babbana senza che nessuno venisse a recuperarmi. Capiresti perché mi drogo allora, Casey? Se prendessi la tua mano, me la portassi al petto, chiudessi gli occhi e ti facessi sentire quanto è profondo il vuoto che sento dentro, comprenderesti l’urgenza di annullarmi che ha guidato i miei passi verso la perdizione? Mi libereresti dal tuo giudizio?
“Va’ via, Nieve!”
Non voglio risultare più pietosa di quanto non sia, ma la frase mi ferisce. Obbedisco come ho già fatto tante volte. È solo che sono stanca di giocare il ruolo dell’ospite indesiderato. Mi tornano in mente alcuni episodi dell’infanzia, mentre incrocio le braccia sul petto e mi stringo nelle spalle. Gli schiamazzi si fanno più vicini e così lo scoppiettio del fuoco. Le frasi che hai pronunciato, di tanto in tanto, si insinuano nella mia testa —cosa volevi dire, cosa volevi dirmi?
Forse avevano ragione i bambini del villaggio: sono io il mossro della storia.
«Ti sei persa la premiazione, Nieve» mi dice Holly, un coetaneo dai capelli fiammanti con il viso cosparso di efelidi. Mi ricorda Thalia. Forse per questo, inconsciamente, sono finita proprio accanto a lui. «Tieni!» Mi porge una medaglia messa insieme alla bell’e meglio. Scoprirò più tardi che tutto il merito è di Alice Wagner. Sono incapace di accennare un sorriso al momento, ma Holly non si scoraggia. «Hai vinto per la categoria tre metri sopra il cielo date le tue manovre folli al torneo».
Lo guardo e sospiro. Non potrebbe mai capire le origini dello sconforto sul mio viso. Deve scambiarlo per il rammarico di non aver preso nessun boccino, perché mi fa passare un braccio attorno alla spalle e mi stringe —coraggioso da parte sua. Non abbiamo tutta questa confidenza, ma ho talmente bisogno di vicinanza che non mi scosto e finisco per poggiare la testa sulla sua spalla. Dev’essere inaspettato anche per lui, considerata la mia fama. Infatti, intravedo il suo viso chinarsi verso il basso e i suoi occhi indugiare sui miei lineamenti. Quando torna a guardare in direzione del falò, mi stringe un po’ di più.
Non lo sa che, tra le sue braccia, sta accogliendo un mossro.

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È stato un piacioro. <3
 
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