Il viaggiatore esperto lo sa: il vero viaggio è quello che si fa sulla strada, tra le buche e la polvere del viaggio. Non importa come o con che mezzo. Che sia a piedi, in bicicletta, in moto, in automobile, in treno, viaggiare veramente significa attraversare campagne e città, superare fiumi e guadi, varcare foreste, superare vette, lasciarsi dietro le spalle luoghi ameni e lande desolate. Significa vedere sfumare lentamente il paesaggio, osservarlo mentre cambia un poco alla volta, quasi in modo impercettibile, fino a che non è completamente diverso rispetto a qualche tempo prima. Un pianura che diventa un morbida terra ondulata e poi si innalza in montagne. Il corso di un fiume che si ingrossa e, sfociando nel mare, diventa palude. Una città intesa come momento passeggero nella traiettoria del nostro itinerario. Prima case sparse, poi centro animato, poi di nuovo abitazioni isolate che digradano nella natura.
I babbani che viaggiano in aereo si perdono tutto questo. Osservi tutto dall’alto e ti perdi sfumature, dettagli. Ti metti comodo in un posto e ti alzi, indolenzito, in tutt’altro luogo. Almeno, il tempo è passato. Non troppo ma sufficiente a darti almeno l’impressione di esserti spostato.
Ecco perché odio con tutto me stesso la smaterializzazione. Non è solo il risucchio, quella sensazione che ti stiano strappando l’anima dall’ombelico. È il senso di smarrimento, spaesamento che ti coglie quando esci da un luogo ed entri in un altro, vicino o lontano. Ci entri all’improvviso, quasi come un intruso. In questo caso, poi, togliamo il quasi. Il capannone, la moto in lontananza, la natura verdeggiante sono parte di uno scenario familiare, non inconsueto. Un’anonima strada di campagna o di periferia in Gran Bretagna. Se non fosse per i goblin.
Eccoci. Ci siamo. Questi non sono qui per prendere thè e pasticcini insieme a noi. Bando alle ciance, non c’è tempo per le filosoferie.
Provo una sensazione discordante. Qualche anno fa l’incoscienza mi avrebbe reso spavaldo, così temerario da farmi gettare a capofitto tra le spire del nemico. Ora, però, comprendo meglio il pericolo. Vedo quelle facce che non promettono niente di buono, gli stiletti affilati, gli occhi malevoli. Le gambe mi tremano leggermente. Paura? Forse. Tensione? Certo. Ma una sensazione vi si mescola, qualcosa di potente, che scuote tutto il mio corpo. Qualcosa che non sentivo da molto tempo e che mi inebria. La mia amica, la cara mia compagna dell’età più verde. Adrenalina.
Le mie orecchie registrano il comando che ci viene assegnato, la mano corre veloce alla bacchetta conservata nella tasca posteriore dei pantoloni e celata dalla giacca. Un pensiero, improvviso e totalizzante.
Goblin, m’hai provocato? Mo’ te faccio l’Orbus! Film, serie tv poliziottesche babbane mi hanno insegnato un po’ di cockney. Quando il gioco si fa duro, la lingua della Capitale irrompe nella mia mente senza filtri. Un attimo, solo uno. Perché quello successivo sono impegnato a concentrarmi per l’esecuzione della magia. L’ho studiata, so che non è semplice. E quindi mi calo ancora di più nella sua esecuzione, con gli occhi trasformati in due fessure per la concentrazione. Impugno saldamente la bacchetta e mi concentro solo sul mio bersaglio, il goblin davanti a me in linea retta. Tutto il resto può sparire. Solo lui conta, ora. Le sue gambette, la lama del suo pugnale. Ruoto il polso in senso antiorario di 360 gradi, con la punta rivolta verso il mio bersaglio, all’inizio e alla fine del movimento. Che è costante. Cerco di mantenere fluidità e non fare sbavature. Poi la formula, semplice e piana, senza accenti particolari.
Orbus! Esclamo e cerco di metterci tutta la mia determinazione, tutta la decisione che possiedo in quel momento. Perché vorrei che volasse indietro, che facesse un bel volo, così da poter dire…
meno uno, daje! Statistiche Punti salute 162
Punti corpo: 93
Punti mana: 87
Inventario Bacchetta: Legno di Pino, Anima in polvere di dente di Drago, 11 Pollici, Rigida
Guanti sostegno del paladino (+3 salute)
Cappa elementale +3 salute +8 corpo
Ciondolo della scaglia di drago +5 salute +5 corpo +5 mana
Anello della gorgone
Anello con rubino (+2 punti mana)
Fiala decotto al Dittamo
Incantesimi Aparecium: mostra le scritte fatte con l'inchiostro simpatico.
Brillium:rende un oggetto molto lucente. Appena colpito dall’incantesimo l’obbiettivo sberluccicherà un momento, risplendendo.
Manina: permette a chi cucina di far muovere utensili da cucina senza doverli utilizzare direttamente.
Caeruleus tintinnabulum flammo: :crea fiamme blu per far luce o scaldarsi.
Frenonectio: annoda i lacci delle scarpe del bersaglio.
Fumos: genera fumo o vapore.
Illegibilus: fa si che qualche cosa diventi illegibile.
Mangialumache: L'avversario comincia a vomitare lumache
Oppugno: per scagliare un oggetto in una particolare direzione, o indurre una propria creatura ad attaccare.
Vermillius: colpisce il bersaglio scagliandolo all’indietro emettendo una luce verde. Molto debole. Molto più potente se l'avversario è disteso a terra.
Expelliarmus
Flipendo
Rictusempra
Riddikulus
Confundus
Oppugno
Gambemolli
Wingardium Leviosa
Finite Incantatem
Lumos
Nox
Sonorus
Quietus
Muffliato
Silencio
Lumos
Lumos Solem
Lumos Maxima
Nox
Gratta e Netta
Reparo
Epoxy
Tergeo
Periculum
Cornus
Diffindo
Evanesco
Feles
Feraverto
Inversum
Acutus
Pulvinus
Scabellum
Membrana
Cangio
Globulus
Engorgio
Reducio
Inferacus
Alohomora
Colloportus
Aperio
Impervius
Galileius
Aceclo
Guidami
Lacarnum Inflamare
Extinguo
Algor Flamma
Distrao
Gladio
Lacrimas Facilis
Globus Pellucidus
Lapifors
Soleae.
Papiliofors
Avifors
Calamus
Olorifors
Horam Instrumentum Cuculi
Protego
Pedes Glaciales
Everte Statim
Arania Exumai
Oblivion
Pestacallum
Impedimenta
Accio
Ferula
Innerva
Epismendo
Esilio
Relascio
Incendio
Flagramus
Flagrate
Folium
Semen
Floriscus
Vegetatio
Commuto
Reducto
Incantesimo Conjunctivitis
Nebula Antigravitas
Orbus
Verto plumbeus
Verto lentus
Aestorus
Calidus
Glacies
Frigus