Daedalus, Evento straordinario | Horus

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view post Posted on 17/8/2023, 13:18
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Il Fato

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"tempio di sekmeth"
Non è mai solo una partita a scacchi con Meresankh. La nonna trucca le carte, gioca le sue mosse su un piano temporale molto più lungo. Seppur in cuor suo sappia che troppe delle sue pedine sono state spinte ai limiti della scacchiera, e così facendo sono cadute nel baratro.
Dalla sua ha l'esperienza. Ha lo stesso dialogo e la stessa guerra portati avanti da Osiris. Sono incisi su pietra nella memoria, in queste mura che - non sai - hanno accolto gli stessi sibili, le stesse pugnalate.
Ma se con suo figlio è stata indulgente, con te non dimostra alcun segno di cedimento. Convinta che tu abbia capito solo in parte il messaggio della devota Sitra, ti attende.
E' di una immobilità palpabile, eppure non è inerme. Non è apatica, sul suo volto compare un primo segno di stizza. Ma mai di cedimento, è giusto quel pizzicare di rughe in fronte, quei denti un po' stretti, quella vena che pulsa con più insistenza vicino alla carotide.

Lei ordina, non discute a meno che la discussione stessa non porti al suo fine ultimo. E questo lo conosci bene, come conosci tua nonna. Come sai che quel sentore di soffocamento non è che l'inizio, e che nel fondo di ogni suo tentativo, c'è lo sprofondare lento verso le sabbie mobili in cui l'ha lasciata tuo padre.
Lui che ha scelto Ainsel, e tu che preferisci non scegliere. O comunque prendere la via opposta al volere della Dea, al credo che piega anche le ossa di Meresankh.

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«La più devota fra tutte» sottolinea, aspra. A dire che neanche a Sitra ti sei rivolto con il rispetto che le era dovuto.
«Ho visto tanto fervore solo in Neferet, prima di lei» un'altra donna che porta il peso di un volere e di un destino abbracciato appieno. E non lo dice per far crescere in te la devozione, ma per insinuare il concetto che sia anche Sitra una donna adulta, nel pieno delle sue facoltà.
Ammorbidisce il tono, glissa anche su come tu abbia definito il volere solo suo, come se fosse solo lei a dover costringere un nipote in ginocchio, e non stesse invece portando avanti la stirpe con ciò che ha tra le dita.
Espira, dimostrando un accenno di stanchezza docile, quasi gentile. «Lo so che non è la strada che avete scelto, e che il volere degli Dei a volte sia difficile.» Così ragiona lei, così agisce, ti spinge nell'angolo più bello della prateria, perché tu possa vedere con che gentilezza t'accarezza il sole. E poi ti rendi conto di essere in trappola, solo contro le sue fauci.
«Ma nel cuore di Sitra c'è posto per te, ed è un germoglio che non è nato da alcuna costrizione. E' qui-» indica il tuo cuore, «- ciò che le fa male, che le rende sofferente questo compito. Tuttavia lei lo porta avanti a testa alta, ha solo affievolito la fiamma della speranza. E non sta bene.»
Ti squadra ora. Solenne.
«Intendi dirmi tu il motivo, o devo chiederle anche questo?» Infilza.




 
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view post Posted on 17/8/2023, 14:24
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– Daedalus –
24 yrs – cursebreaker – Tempio

PS 331 PC 253 PM 300 EXP 89
Butto giù il resto del vino come fosse una medicina.
Sentir nominare la madre di Sitra mi fa venire l’orticaria. So benissimo quanta pressione fa sulla figlia; c’è sempre stato qualcosa in lei che mi ha tenuto sull’attenti, una nota stonata, un profumo che ha sempre rovinato quello dolce di Sitra. Non so se è perché trovo in Neferet un fanatismo che, spesso, è un sentimento sempre sul filo del rasoio della devozione, un binario che non corre poi così lontano e che, prima o poi, si incrocia in alcuni individui.
Stringo le labbra, per nulla commosso o confortato da quello che nonna sta cercando di far passare come una falsa e distorta empatia nei nostri confronti. Distolgo appena lo sguardo per osservare la leonessa perlacea i cui occhi fissi sono puntati su di me tanto quanto quelli della Sacerdotessa Madre. Non mi sono ancora arreso a tutto questo, sono sempre convinto delle mie motivazioni e aspetto solo che la voce di Meresankh si spenga per poter intervenire di nuovo, in questo scontro che dalle premesse risulterà infinito. Ora so perché Sitra era così nervosa e preoccupata riguardo la convocazione. Poso a terra il calice il cui tintinnio rimbalza sulle pareti, giungendo alle orecchie della Dea, e tolgo con la mano un invisibile granello dal ruvido lino dei cuscini.

Ma quando odo le parole che mi giungono come frecce al petto, le dita si stringono sulla stoffa e le nocche sbiancano con incredibile rapidità.
Non riesco a nascondere l’emotività che mi travolge come un fiume in piena. Spalanco gli occhi col respiro mozzato e mi volto di scatto verso mia nonna: lo shock è chiaramente impresso su ogni mio lineamento, scolpito da una mano inumana, la più grande ferita che Sekhmet potesse infliggermi.
Schiudo le labbra, sento il fiato incastrarsi nella gola e lo stomaco mi si capovolge, rattrappito fra gli artigli della Dea… e fra quelli di mia nonna.
Riconosco quelle parole e in un momento di lucidità mi si accende un campanello d’allarme: sono le stesse che ho pronunciato io nel suq e non può essere una coincidenza visto la conoscenza che mia nonna aveva sul mio arrivo improvviso. Tuttavia sono troppo sconvolto per poter ragionare, il mio cervello si spegne, la razionalità annega.
È la voce sofferta di Sitra mi riempie completamente risuonando dalla mia cassa toracica e diviene ronzio nelle orecchie. Mi porto la mano al petto, dove Meresankh ha puntato al mio cuore. Se mi avesse conficcato un pugnale, avrei sentito meno male.
Rivedo gli occhi tristi, la notte senza stelle.

”Non ti sposerò, Sitra, e non posso amarti. Lo so io e lo sai tu. E lo sa mia nonna. Ma se questo è ciò che vuoi… se è questo che anche tu vuoi, allora possiamo. Niente di più.”
”E questo è ciò che voglio, Horus. Niente di più.”


Niente di più.

”Sono già libera di amare. Il mio cuore sa bene dov'è il suo posto, però… Amare non deve essere una costrizione, e non si può essere sempre tanto fortunati da far coincidere le due cose. Ognuno ha la propria via. “
”Spero che la persona che ami sappia ritrovare la via per il tuo cuore dopo tutto questo.”


No, è uno scherzo. Una bugia.

Non rispondo alla domanda, anche se ci provo. La mia bocca articola parole che muoiono non appena l’ossigeno le cattura. Abbasso lo sguardo a terra, ai piedi di mia nonna come quelli che ognuno che entra qui è costretto a guardare sulle statue di Sekhmet.
La sua crudeltà mi sconvolge ed ora comprendo quel sospetto di tradimento che avevo provato quando Sitra aveva parlato di “convincermi”.
Lei, lei l’ha spinta a sedurmi. Lei lo sa, lo sa di quelle notti. E Lei sa, lei sa quali sentimenti Sitra…

Me lo ricordo quando ho ceduto, quando all’ennesima provocazione ho lasciato scivolare le dita tra i suoi capelli e l’ho spinta verso le mie labbra.
Mi ricordo mentre pronunciavo quel patto ignaro della spietatezza che le mie parole avrebbero provocato. Me lo ricordo come, ad un certo punto, lei abbia sospirato con la guancia appoggiata alla mia; è stato un respiro diverso, che ho volutamente ignorato incapace di leggerlo.

E d’improvviso capisco quanto io sia stato inumano.

Mi copro il volto con le mani, nascondendo rabbia e vergogna agli occhi di mia nonna, consapevole tuttavia che questo gesto parlerà molto più di quanto farebbe la mia voce.
« Per me… » Sussurro fra le dita dopo minuti di silenzio. Quando rialzo il volto e guardo mia nonna mi premo ancora la mano sulla bocca e la faccio scivolare alla gola per cercare di aiutare le parole ad uscire.
« Sono io il motivo? »
È una domanda retorica che tuttavia pronuncio con la voce spezzata nell’inutile speranza di sentirmi smentire.
Forse, mi dico, forse è stata indotta a credere di amarmi.
Forse è successo… dopo ed io non ho colpa.
Lo so, in fondo, che sono cazzate, eppure egoisticamente ho bisogno di crederlo.
Rivedo il volto di Emily e quel dolore al petto si fa più acuto.
« Stai mentendo… tu e Neferet le avete fatto credere di… » Le mie pupille vacillano su Meresankh.
Scuoto il capo, mi sento bruciare l’occhio sinistro e li stringo entrambi. Sono improvvisamente tornato bambino, quando avevo paura dei sacrifici e non volevo compierli anche se in onore degli Dei.
Ed ora sono qui, brutale, a compiere lo stesso sacrificio sull’ennesima vittima innocente, in onore di una causa cui mi aggrappo per giustificare tutto ciò che faccio.
Vattene, vattene. dico all’ombra di Emily che si cela dietro Sitra.
Anche queste sono parole vane.
« Stai mentendo. » Ripeto, tornando a guardare la mia assassina.
Non so se lo sto dicendo a lei o a me.


– Tell me would you kill to prove you're right –

Abilità
– I°, II°, III° no Fattoriam:
– IV°: Proibiti Colossum
– V°: Proibiti Stupeficium
– VI°: Proibiti Perstringo
– I° Chiara: Atlantis Cage
– Smaterializzazione;
– Abilità Runica;
– Animagus Esperto;
Equipaggiamento
▸ ANELLO DIFENSIVO: Pezzo unico. Pietre: Acquamarina. Protegge da danni fisici e incantesimi. Anche dall'Avada Kedavra ma poi si spezza. [1xQuest] (usato come orecchino)
▸ PIETRA PER BACCHETTA: Una pietra sconosciuta che amplifica la potenza del mago.
▸ ANELLO DELLA GORGONE: Se utilizzato contro un avversario umano blocca totalmente o parzialmente i suoi movimenti per 1 turno, non pietrificandolo.
▸ PUGNALE NORMANNO: Argento lavorato, pulizia in linee, disegno essenziale. [Tasca posteriore]
▸ SACCHETTA MEDIEVALE: All'interno è stato praticato un Incantesimo Estensivo Irriconoscibile [x5 oggetti medi][+3 PC +1PM][Agganciata alla cintura]
All'interno:
– Generi di viaggio.
– Mantello della resistenza: Protegge dalle fiamme. [+8PC]
– Guanti Sostegno del Paladino: Guanti ignifughi, impermeabili, resistenti all'acido, alle basi, al freddo... Proteggono le mani da tutti gli elementi naturali e da colpi fisici.
– Artiglio di Fenice: Usato come ciondolo protegge parzialmente dalle ferite. [1xQuest]
– Polvere Buiopesto Peruviana: Permette, se lanciata in aria, di far calare l'oscurità a proprio piacimento. Ottimo se usata come diversivo prima di una fuga. [x2]

▸ RUNA HAGALAZ DELLA SEPARAZIONE: Utilizzabile in Quest, una volta ogni 5 turni. Rende l'utilizzatore in grado di creare uno o più proiettili di vento, che possono essere scagliati contro i nemici, e provocano gli stessi danni di un proiettile babbano di piccole dimensioni. In alternativa, può essere utilizzata per creare un "muro" invisibile e impenetrabile, della durata di un turno; in questo secondo caso, però, la runa avrà bisogno di sette turni per ricaricarsi. Ad ogni utilizzo, tuttavia, l'evocatore ha un contraccolpo al mana e alla salute pari al 2% del mana e della salute totale, che persisterà fino alla fine della quest. [incastonata in un anello, dito medio sx]


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view post Posted on 17/8/2023, 16:40
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"tempio di sekmeth"
Meresankh non è pietosa. Ti guarda, Horus, nel tuo frollare lentamente come la carne lasciata a marinare in spezie accuratamente scelte.
Che ti piaccia o meno, qualcuno alla tua stessa nascita ha legato il tuo destino. Che sia colpa di Osiris che tradendo sua madre ha poi condannato te? O colpa di un culto tanto radicato da rendere la sua evasione un crimine familiare?
Tant'è che lei ti guarda portarti le mani in volto. Ti guarda quando nei tuoi occhi compare il segno della realizzazione. E non sorride non dà alcun cenno di vittoria, non ti indica come colui che finalmente ha compreso.
È solo qui a presenziare una presa di coscienza. Sembra solo dire "stai iniziando a capire".
La leonessa al contempo una tregua sa concedertela, volta il capo in direzione di tua nonna.
E lei sa. Entrambe sanno cosa hai fatto a Sitra. Alla discepola perfetta che il Tempio ha cresciuto con amore e dedizione e che tu hai lentamente trascinato via da un concetto rigido. Forse disperata dal non riuscire a portare avanti tutto da sola.
Ti sei chiesto come stato avere sulle spalle anche il peso del tuo rifiuto?
Meresankh si. E - tuttavia - non ha sgravato Sitra di quel carico. Convinta forse che il destino in sè avrebbe fatto il suo corso e che tu ti saresti poi piegato all'ovvia sensazione di appartenerle. Invece che importi rigido contro la loro richiesta.


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Scuote la testa lentamente, in un rituale che ti nega anche un appiglio. Come se in questo tumultuoso oceano lei non fossi lì a tendere una mano alle tue supposizioni, ma ritenesse di doverti affondare ancora un po' perché tu emerga con idee più chiare.
«So quanto strenuamente ti piacerebbe crederlo» sospende quel "ma" palese. Una spada di Damocle sopra la tua testa.
Ti piacerebbe credere che tua nonna stia mentendo, e vederla così come un aguzzino, forse per togliere da te quel coltello che hai anche saputo tenere dalla parte del manico.
«Ma non è così. La sua non è l'accettazione di un destino comune e basta, il suo è un sentimento. Che non era necessario avesse»
Ed è qui che sa fermarsi, poiché non pensa sia davvero compito suo insegnarti a capire i sospiri dietro le parole di Sitra o quegli sguardi insofferenti.
D'altronde, Meresankh non vi ha mai chiesto di amarvi, solo di fare quanto richiesto e lasciare che fosse Sekmeth ad illuminare una via di degna gratitudine.
«Immagino tu sia stanco, puoi coricarti ora. Domattina parleremo del da farsi, e le sue relative conseguenze.»
Perché non demorde, non molla l'osso di mezzo centimetro.


Horus,
ti chiedo un post di chiusura per la fine di questa prima parte.
Proseguiremo a breve il secondo atto.


Edited by MasterHogwarts - 18/8/2023, 18:01
 
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view post Posted on 18/8/2023, 10:08
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– Daedalus –
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La mascella serrata e lo stridere dei denti mi impedisce qualsiasi forma di risposta.
Ti vedo scuotere il capo con una freddezza in cui rivedo, mio malgrado, gli occhi di pietra di Sekhmet il cui giudizio, ora, sento pendere sulla mia testa. È come se il suo arco fosse puntato fra le mie scapole e questa sensazione mi raggela, mi immobilizza sul posto; il lino dei cuscini si tramuta in chiodi. Ma io non sono stato consacrato a lei, come lo è stata Sitra. Avere nelle vene il sangue di una dinastia che ha sempre vissuto per servire la Dea affinché non torni a devastare gli uomini non fa di me un agnello sacrificale.
Ho sempre pensato di avere io, fra le mani, il pugnale che avrebbe tagliato le gole ma mentre ti guardo infierire, nonna, mentre ti ascolto parlare di sentimenti quando tu sei la prima a giudicarmi senza provarne alcuno, mi rendo conto che sei sempre stata tu a muovere le fila della mia vita.
Distolgo lo sguardo, ancora una volta a disagio, cercando di scacciare dai miei occhi l’immagine di Sitra al mio arrivo, il suo nervosismo, la tristezza che le imperlava lo sguardo; il dolore.
Mi rivedo quando, con un’ignoranza spaventosa, le prendo la mano e le prometto di liberarla da tutto questo.
Nessuno è felice.
Guardo senza vederlo realmente il calice di vino e la caraffa che galleggiano in attesa di essere ancora sfruttati. Vorrei aver bevuto abbastanza da attutire i miei sensi, da non concepire nemmeno quanto sento nelle orecchie. Mando giù il groppo che sento, consapevole di aver perso.
Torno a fissarti quando mi congedi, composta, irremovibile. Ho perso.
Me lo ripeto, mi risuona come una campana ed è come se stessi spingendo la lama del coltello sempre più a fondo, con le mie mani, nel mio petto: scheggia le costole, penetra nella carne morbida, fresca.
Oh Sekhmet… perché? Perché punirmi per i peccati di mia nonna?
E Horo, mio protettore, perché? Perché mi hai abbandonato?
Mi rialzo in silenzio e le mie mani, tremanti, cercano disperatamente di rimanere ferme, come mi auguro sia la mia voce.
Ti guardo, nonna, ti guardo nonostante tutto con un orgoglio che mi rifiuto di lasciar andare.
Sì, cazzo, ho bisogno strenuamente di credere che questa non sia una trappola.
Perché ho fatto di tutto per guadagnarmi la mia libertà, ho lasciato troppe cose indietro per essere ciò che sono. E non abbandonerò per nulla al mondo, nemmeno per tutti i sentimenti di Sitra –a cui sono affezionato, ma non innamorato–, l’obiettivo che mi sono prefissato.
L’amore non è contemplato, non è richiesto dagli Dei, eppure ciò che prova Sitra mi sembra una scusa, un abile ricatto architettato ad arte da Neferet e da te.
Vorrei urlartelo in faccia mentre continuo a studiarti il profilo sperando di intravedere, dietro le iridi di granito, un briciolo di umanità, di empatia.
Stringo i pugni: non lo vedo.
« Questo non cambia le cose. » Mi sento pronunciare, atono.
« Non lo farò. »
Non mi metterai in gabbia: sono fuggito una volta da quelle sbarre, sono pronto a farlo ancora.
Prima trovo mio padre, poi lo ammazzo. E poi, me ne andrò. Non condannerò nessun figlio a provare ciò che ho provato io, alla sofferenza di cui sono stato nutrito.
Serro le labbra per frenare tutto questo e mi volto, senza aggiungere altro, senza nemmeno rivolgerti un cenno del capo, consapevole che ti sto mancando di rispetto.
Ripercorro il corridoio dopo aver salutato rigidamente la Dea con il pugno nella mano destra e riattraverso al contrario tutto il mio percorso, quand’ero fiducioso e convinto di spuntarla, di vincere la battaglia anche a costo di riportare ferite.
Mi fermo nel dromos con le sfingi a guardia della mia titubanza mentre guardo a terra, riordino freneticamente le informazioni e mi pento di non esser riuscito ad andare avanti. Mi pento di non aver deviato il discorso su ciò che in realtà mi premeva davvero –come faceva a sapere di Roma?– e mi pento di non riuscire, invece, a ignorare questa consapevolezza.
Sono un idiota.
Sono proprio come il sole: brucio tutto ciò che ho intorno.


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– IV°: Proibiti Colossum
– V°: Proibiti Stupeficium
– VI°: Proibiti Perstringo
– I° Chiara: Atlantis Cage
– Smaterializzazione;
– Abilità Runica;
– Animagus Esperto;
Equipaggiamento
▸ ANELLO DIFENSIVO: Pezzo unico. Pietre: Acquamarina. Protegge da danni fisici e incantesimi. Anche dall'Avada Kedavra ma poi si spezza. [1xQuest] (usato come orecchino)
▸ PIETRA PER BACCHETTA: Una pietra sconosciuta che amplifica la potenza del mago.
▸ ANELLO DELLA GORGONE: Se utilizzato contro un avversario umano blocca totalmente o parzialmente i suoi movimenti per 1 turno, non pietrificandolo.
▸ PUGNALE NORMANNO: Argento lavorato, pulizia in linee, disegno essenziale. [Tasca posteriore]
▸ SACCHETTA MEDIEVALE: All'interno è stato praticato un Incantesimo Estensivo Irriconoscibile [x5 oggetti medi][+3 PC +1PM][Agganciata alla cintura]
All'interno:
– Generi di viaggio.
– Mantello della resistenza: Protegge dalle fiamme. [+8PC]
– Guanti Sostegno del Paladino: Guanti ignifughi, impermeabili, resistenti all'acido, alle basi, al freddo... Proteggono le mani da tutti gli elementi naturali e da colpi fisici.
– Artiglio di Fenice: Usato come ciondolo protegge parzialmente dalle ferite. [1xQuest]
– Polvere Buiopesto Peruviana: Permette, se lanciata in aria, di far calare l'oscurità a proprio piacimento. Ottimo se usata come diversivo prima di una fuga. [x2]

▸ RUNA HAGALAZ DELLA SEPARAZIONE: Utilizzabile in Quest, una volta ogni 5 turni. Rende l'utilizzatore in grado di creare uno o più proiettili di vento, che possono essere scagliati contro i nemici, e provocano gli stessi danni di un proiettile babbano di piccole dimensioni. In alternativa, può essere utilizzata per creare un "muro" invisibile e impenetrabile, della durata di un turno; in questo secondo caso, però, la runa avrà bisogno di sette turni per ricaricarsi. Ad ogni utilizzo, tuttavia, l'evocatore ha un contraccolpo al mana e alla salute pari al 2% del mana e della salute totale, che persisterà fino alla fine della quest. [incastonata in un anello, dito medio sx]


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