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| 24 yrs – cursebreaker – Tempio |
PS 331 PC 253 PM 300 EXP 89 La mascella serrata e lo stridere dei denti mi impedisce qualsiasi forma di risposta.
Ti vedo scuotere il capo con una freddezza in cui rivedo, mio malgrado, gli occhi di pietra di Sekhmet il cui giudizio, ora, sento pendere sulla mia testa. È come se il suo arco fosse puntato fra le mie scapole e questa sensazione mi raggela, mi immobilizza sul posto; il lino dei cuscini si tramuta in chiodi. Ma io non sono stato consacrato a lei, come lo è stata Sitra. Avere nelle vene il sangue di una dinastia che ha sempre vissuto per servire la Dea affinché non torni a devastare gli uomini non fa di me un agnello sacrificale.
Ho sempre pensato di avere io, fra le mani, il pugnale che avrebbe tagliato le gole ma mentre ti guardo infierire, nonna, mentre ti ascolto parlare di sentimenti quando tu sei la prima a giudicarmi senza provarne alcuno, mi rendo conto che sei sempre stata tu a muovere le fila della mia vita.
Distolgo lo sguardo, ancora una volta a disagio, cercando di scacciare dai miei occhi l’immagine di Sitra al mio arrivo, il suo nervosismo, la tristezza che le imperlava lo sguardo; il dolore.
Mi rivedo quando, con un’ignoranza spaventosa, le prendo la mano e le prometto di liberarla da tutto questo.
Nessuno è felice.
Guardo senza vederlo realmente il calice di vino e la caraffa che galleggiano in attesa di essere ancora sfruttati. Vorrei aver bevuto abbastanza da attutire i miei sensi, da non concepire nemmeno quanto sento nelle orecchie. Mando giù il groppo che sento, consapevole di aver perso.
Torno a fissarti quando mi congedi, composta, irremovibile. Ho perso.
Me lo ripeto, mi risuona come una campana ed è come se stessi spingendo la lama del coltello sempre più a fondo, con le mie mani, nel mio petto: scheggia le costole, penetra nella carne morbida, fresca.
Oh Sekhmet… perché? Perché punirmi per i peccati di mia nonna?
E Horo, mio protettore, perché? Perché mi hai abbandonato?
Mi rialzo in silenzio e le mie mani, tremanti, cercano disperatamente di rimanere ferme, come mi auguro sia la mia voce.
Ti guardo, nonna, ti guardo nonostante tutto con un orgoglio che mi rifiuto di lasciar andare.
Sì, cazzo, ho bisogno strenuamente di credere che questa non sia una trappola.
Perché ho fatto di tutto per guadagnarmi la mia libertà, ho lasciato troppe cose indietro per essere ciò che sono. E non abbandonerò per nulla al mondo, nemmeno per tutti i sentimenti di Sitra –a cui sono affezionato, ma non innamorato–, l’obiettivo che mi sono prefissato.
L’amore non è contemplato, non è richiesto dagli Dei, eppure ciò che prova Sitra mi sembra una scusa, un abile ricatto architettato ad arte da Neferet e da te.
Vorrei urlartelo in faccia mentre continuo a studiarti il profilo sperando di intravedere, dietro le iridi di granito, un briciolo di umanità, di empatia.
Stringo i pugni: non lo vedo.
« Questo non cambia le cose. » Mi sento pronunciare, atono.
« Non lo farò. »
Non mi metterai in gabbia: sono fuggito una volta da quelle sbarre, sono pronto a farlo ancora.
Prima trovo mio padre, poi lo ammazzo. E poi, me ne andrò. Non condannerò nessun figlio a provare ciò che ho provato io, alla sofferenza di cui sono stato nutrito.
Serro le labbra per frenare tutto questo e mi volto, senza aggiungere altro, senza nemmeno rivolgerti un cenno del capo, consapevole che ti sto mancando di rispetto.
Ripercorro il corridoio dopo aver salutato rigidamente la Dea con il pugno nella mano destra e riattraverso al contrario tutto il mio percorso, quand’ero fiducioso e convinto di spuntarla, di vincere la battaglia anche a costo di riportare ferite.
Mi fermo nel dromos con le sfingi a guardia della mia titubanza mentre guardo a terra, riordino freneticamente le informazioni e mi pento di non esser riuscito ad andare avanti. Mi pento di non aver deviato il discorso su ciò che in realtà mi premeva davvero –come faceva a sapere di Roma?– e mi pento di non riuscire, invece, a ignorare questa consapevolezza.
Sono un idiota.
Sono proprio come il sole: brucio tutto ciò che ho intorno.
– Tell me would you kill to prove you're right –
Abilità – I°, II°, III° no Fattoriam: ✓ – IV°: ✓ Proibiti Colossum – V°: ✓ Proibiti Stupeficium – VI°: ✓ Proibiti Perstringo – I° Chiara: Atlantis Cage – Smaterializzazione; – Abilità Runica; – Animagus Esperto; | Equipaggiamento ▸ ANELLO DIFENSIVO: Pezzo unico. Pietre: Acquamarina. Protegge da danni fisici e incantesimi. Anche dall'Avada Kedavra ma poi si spezza. [1xQuest] (usato come orecchino) ▸ PIETRA PER BACCHETTA: Una pietra sconosciuta che amplifica la potenza del mago. ▸ ANELLO DELLA GORGONE: Se utilizzato contro un avversario umano blocca totalmente o parzialmente i suoi movimenti per 1 turno, non pietrificandolo. ▸ PUGNALE NORMANNO: Argento lavorato, pulizia in linee, disegno essenziale. [Tasca posteriore] ▸ SACCHETTA MEDIEVALE: All'interno è stato praticato un Incantesimo Estensivo Irriconoscibile [x5 oggetti medi][+3 PC +1PM][Agganciata alla cintura] All'interno:
– Generi di viaggio. – Mantello della resistenza: Protegge dalle fiamme. [+8PC] – Guanti Sostegno del Paladino: Guanti ignifughi, impermeabili, resistenti all'acido, alle basi, al freddo... Proteggono le mani da tutti gli elementi naturali e da colpi fisici. – Artiglio di Fenice: Usato come ciondolo protegge parzialmente dalle ferite. [1xQuest] – Polvere Buiopesto Peruviana: Permette, se lanciata in aria, di far calare l'oscurità a proprio piacimento. Ottimo se usata come diversivo prima di una fuga. [x2] ▸ RUNA HAGALAZ DELLA SEPARAZIONE: Utilizzabile in Quest, una volta ogni 5 turni. Rende l'utilizzatore in grado di creare uno o più proiettili di vento, che possono essere scagliati contro i nemici, e provocano gli stessi danni di un proiettile babbano di piccole dimensioni. In alternativa, può essere utilizzata per creare un "muro" invisibile e impenetrabile, della durata di un turno; in questo secondo caso, però, la runa avrà bisogno di sette turni per ricaricarsi. Ad ogni utilizzo, tuttavia, l'evocatore ha un contraccolpo al mana e alla salute pari al 2% del mana e della salute totale, che persisterà fino alla fine della quest. [incastonata in un anello, dito medio sx] |
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