Non mi infastidiva l’odore del fumo di sigaretta, non più di quanto mi nauseassero alcune fragranze e profumi di streghe eccentriche. Avevo imparato a sopportarlo grazie alla convivenza forzata con Drake, seppur questa fosse durata solo poche settimane, e anche se non mi piaceva granché respirarne passivamente gli effluvi cominciavo a capire che la libertà individuale era possibile solo con una passiva e costante accettazione che certe cose non potevano cambiare.
Così, convinta delle mie idee all’avanguardia, avevo cominciato la mia passeggiata con Shaw tenendomi a distanza di sicurezza, confermando che il tentativo di ribellione al ballo scolastico era stato - e sarebbe rimasto negli annali - soltanto un atto inutile, senza capo né coda.
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Ed è così, infatti.» risposi velocemente, facendo spallucce «
Ma nessuno ti vieta di comparire qualche metro più in là del confine. Già arrivare ad Hogsmeade senza fuliggine tra i capelli è una conquista, credimi. »
Sorrisi maliziosa, alludendo alla sciocca vanità che non era più soltanto retaggio dell’essere femminile. Qualcosa mi diceva che nemmeno Draven apprezzasse la cenere calda tra il colletto della maglietta e la pelle sensibile della nuca. Peggio ancora sarebbe stato se quella gli fosse finita tra i capelli!
Del resto, una volta appresa la sottile arte della Smaterializzazione, le regole rigide sul suo utilizzo non erano altro che una sciocca costrizione magica da piegare al proprio bisogno all’occorrenza. Non potevo affermare di riuscire a coprire la distanza Hogwarts - Diagon Alley per l’andata ed il ritorno - nessuno avrebbe potuto -, ma valeva la pena sottolineare che esistevano metodi più veloci, efficaci e discreti del piombare nell’alveo di un caminetto nel bel mezzo di una sala da té.
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Se non sbaglio hai quasi diciassette anni, no? Presto imparerai a smaterializzarti e non vorrai più farne a meno.» commentai allegra, forse mostrandogli per la prima volta che anche io sapevo intrattenere una conversazione leggera e spigliata, ben distante dall’idea che volevo attribuire di me stessa. Rigidità e compostezza cominciavano a starmi strette, ma riconoscevo in queste due caratteristiche la qualità straordinaria di garantirmi uno spazio che fosse solo mio; nessuno voleva davvero aver a che fare con me se mi rendevo sgradevole dando l’impressione di essere un po’ snob. Sapevo anche, d’altro canto, di non riuscire troppo bene in questa impresa: esistevano persone capaci di annullare ogni mio sforzo e Mike era una di queste.
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Aspetto che giunga l’ora di incamminarmi altrove, quindi devo pur ammazzare il tempo… non ti pare?» obiettai giocosamente. Forse non avevo ben considerato Shaw quando, nella pasticceria, l’aria tra noi era diventata tesa e imbarazzante. Cominciavo a scoprirlo un po’ di più - seppur con un fondo di incertezza - e mi piaceva la sua compagnia, dopotutto. Essere schivi non era sempre sinonimo di antipatia. Mi chiesi anche, rabbividendo per un istante, che cosa avrebbe pensato Megan di questa accoppiata fortuita a libero sbando per le strade e i vicoli di Diagon. Sicuramente non le sarebbe piaciuta l’idea: non potevo esserne certa, ma per i nostri trascorsi sapevo che la Corvonero avrebbe visto quell’incontro come uno sconfinamento bello e buono. Per un attimo pensai di farne parola al mio accompagnatore, ma decisi di evitare: parlare ancora di lei non mi avrebbe permesso di svicolare sui nostri spiacevoli trascorsi che, per inciso, erano colpa mia al cento per cento.
Continuammo a chiacchierare a botta e risposta per un po’ e lasciai che ironizzasse sulla propria posizione di Prefetto a beneficio della leggerezza della nostra conversazione. In uno spazio aperto, non vessato dalla presenza di troppi individui, Shaw era quasi amabile.
Quasi.
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Camille? Oh, lei è poliedrica. Si adatta a quello che deve fare e svolge tutto con estrema precisione. Allo stesso tempo, però, riesce ad essere trasparente come l’acqua di una fonte. Non ci vuole troppo per capire che cosa pensa. Sbaglio?» risposi, certa di aver colto nelle parole e nello sguardo di lui una curiosità sincera e, forse, un briciolo di malizia. La Donovan ed io non condividevamo opinioni precise sulle persone, ma avevo intuito ci fosse della rivalità tra il mio Prefetto e quello che mi camminava accanto.
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Diciamo che solitamente non morde la mano che la nutre.» e alludevo alla mia persona, naturalmente «
Sicuramente, però, sa difendersi da sola quando necessario. E Tassorosso sopravvive principalmente in pace e armonia proprio per questo motivo.»
Se mi avessero chiesto una dichiarazione ufficiale che esprimesse la mia opinione più sincera in merito all’operato di Camille non avrei saputo usare parole migliori. Avrei potuto lasciarmi trascinare dal rispetto che provavo per quella ragazzina tutta pepe, con la malizia nelle espressioni e il suo amore - forse un poco esagerato - per la Casa di cui faceva parte. Mi ero trovata spesso a dirle che saltare una ronda, cedendola a me, non sarebbe stato un problema se questo avesse favorito la sua vita sociale e quella accademica, ma la piccina - per me sarebbe sempre stata una figura forte seppur minuta - non voleva sentir ragioni.
Quindi, se il concorso per Miglior Prefetto si fosse mai svolto ero certa che Camille avrebbe dato del filo da torcere a qualunque opponente avesse incontrato. Ora ero curiosa, però, di sapere che cosa ne pensava Shaw.