Grigliatona, Evento di Pasqua

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view post Posted on 29/4/2023, 18:53
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wild goose chase
You can't make an omelet without breaking some eggs
Il Vino della Sventura mi manda in visibilio. Ha un gusto pastoso che ricorda il sottobosco, i segreti degli spiriti che celano l'ultima memoria – sei stato bambino, mi ripete. Il vino, cui non sono abituato, anestetizza la nostalgia: è un tarlo che mi pedina, che non mi lascia più in pace. Sento la tensione accumularsi al petto, stringersi in prigionia e consumare il raziocinio – o la parvenza dello stesso. Scivola in gocce di rubino, bagna la bocca e la lingua. Il Gramo, simbologia dell'occulto, mi torna vicino, e avanza, avanza di un passo e di un altro ancora. C'è qualcosa, intorno a me, che spaventa la maledizione che marchia la pelle. Il tintinnio dei calici è secco, mentre ti sorrido con gentilezza e sì, lo ammetto, con una stilla di curiosità che traspare nitidamente sul mio volto. Lascio che il brindisi d'esordio sancisca l'incontro, guidando l'approssimarsi del futuro in una rete, forse in una trappola vera e propria. I tuoi occhi, nell'ambivalenza rarissima che ti concede incanto, svelano segreti che non sono in grado di cogliere – è una colpa, mi chiedo? Oppure è una sfida, una che combatto da lungo andare. Attingo all'azzurro, è una rondine di cobalto. Vola, solleva, s'affonda in cielo in tempesta. C'è un suono, è ripetuto – batte, batte, batte. Il cuore è sinistro, mentre l'Occhio capta il mistero del fulmine, il tremito atipico in una giornata di sole e di festa. Cosa ti aspetta, oltre il presente? Il tuo tempo s'arresta caotico. Mentre il calice di vino s'accosta al tuo, grato della risposta gentile che mi regali, io indugio lungo i tuoi passi: le mie dita, strette allo stelo di vetro, potrebbero sfiorare la tua pelle. Il fulmine è imprevedibile, la terra grida. La pioggia mi manda lontano, chiudo gli occhi. Le iridi smeraldine, le mie, si annullano – torno in me.
«All'imprevisto, allora.» Cos'hai tu, Oliver? Ci metto poco, in ogni caso, ad acquistare controllo: visione o effetto taumaturgico, l'Occhio è di nuovo assopito. Mi fa eco la scrosciante melodia della pioggia, un'ultima volta. Non ho idea se possa appartenere a me, a te, al momento. Forse è uno scherzo di poco conto, forse è nulla. Ho modo, rapido, di apprezzare i tuoi lineamenti: l'ondeggiare dell'abito bianco, addolcito dai ricami in fiore; e l'affabilità che traspare, ai miei occhi, dalle movenze e dalle tue parole. Mi colpisci dritto al cuore, e forse è per questo che il mio tempo ti s'avvicini. Mi concedo un altro sorso di vino in modo rapido.
«Adeline.» Ti sorrido, il tuo nome brilla armonioso. Mia nonna, curiosamente, si chiama come te: è una cosa che tengo per me, non è importante. Eppure, ci vedo lo zampino sinistro del tempo. «Oliver, è un piacere.»
Mi calo appena il cappuccio, mostrando meglio il mio volto: ho gli occhi stanchi, è impossibile nasconderlo come vorrei. L'espressione, per fortuna, è limpida: sono attento, perché sono partecipe. Il profumo della carne alla griglia, tra l'altro, mi lascia l'acquolina in bocca. Il complimento sulla felpa mi riscalda l'animo, strappandomi un altro sorriso. Faccio un occhiolino, inclinando appena il capo.
«Ti ringrazio, a malincuore ammetto non sia mia. L'ho rubata ad un amico, mettiamola così. Il tuo abito è molto più bello, ti dona tanto.» Non c''è malizia, nella mia voce. Scoprirai, forse, che la gentilezza sia parte di me, a dispetto degli orrori che il mondo mi ha distribuito senza parsimonia. Adocchio le pietanze in preparazione, mi appresto anch'io a dare una mano (in parte perché sono affamato). Una voce familiare, rapida, mi spinge a volgermi di lato.
È un soffio d'allegria, d'istinto, a cogliere impreparato il mio viso. Ti riconosco ancor prima di scorgerti meglio, Camillo. I tuoi occhiali – hai stile, chi oserebbe negarlo? – non ti celano alla memoria. Ho un calice in una mano, con l'altra però ti stringo velocemente la spalla più vicina, a mo' di saluto affettuoso. Non ricordo l'ultima volta che ci siamo trattenuti per un paio di parole, è un peccato.
«Camillo, il mago più affascinante del mondo magico!» Sarà l'effetto dei funghi ancora in circolazione, ma sono più spensierato del solito e... mi va bene.
«Sai, Adeline. Abbiamo appena fatto un brindisi per un po' di fortuna ed è apparso lui. Ci è andata bene, è un tipetto a modo e di sicuro potrà essere più in gamba di me con la brace. Cosa state preparando?» Passo da un volto all'altro, catturando l'impressione di essere a mio agio: è come se fossimo sempre stati insieme, come se ci conoscessimo tutti da una vita. Non è così, lo so bene. Ma... la mente procede da sé. Il fuoco, in una griglia più vicina, scoppietta in lingue in crescendo: si solleva una fiamma più alta, brucia in cenere e in fumo; mi lascia l'immagine stilizzata di una creatura d'ali, un volo che ricorda una fenice. Mi sporgo appena, scoprendo cosa vi sia sul vassoio.
«Vi svelo un trucchetto per quando entrambe le mani sono impegnate e avete bisogno di più spazio. Mia zia diceva sempre di duplicare le braccia: magia avanzata, roba forte. Più semplice è fare così.» Passo il calice di vino nella mano sinistra, muovendo la destra come in un gioco di prestigiatore. In realtà, lascio scivolare la bacchetta magica dalla manica, fino a stringerla. La indirizzo verso il vassoio di carni e salse tra le tue mani, Camillo. Muovo il polso, in modo continuo, dal basso verso l'alto, impelagandomi in una pronuncia buffa.
«Mobili» – discus, lanx, scutula? Trovo la variante corretta in un colpo di fortuna, il vassoio si sospende subito dopo da sé, perfettamente stabile per tutti noi.
«Con un dizionario di latino in tasca è ancora meglio. Allora, cosa consigliate di assaggiare?» Ti prego, fa che non mangi un fwooper.

Interazione Adeline, Camilletto


sfide in corso
1--Condividi con qualcuno un trucco magico che usi per semplificare la vita quotidiana ✓
2--Fai infuriare lo chef dandogli un consiglio stupido
3--Crea e Griglia il tuo piatto ideale, non limitarti agli ingredienti dei non-maghi
4--Chiacchiera con qualcuno con cui non hai confidenza ✓
5--Chiedi a qualcuno qual è/qual era la sua materia preferita a Hogwarts e perché
6--Assaggia 3 Pietanze diverse (e descrivi brevemente l'esperienza)
7--Condividi con gli altri un viaggio o un'avventura che vorresti intraprendere
8--Balla una canzone sparata dal DJ
9--Chiedi a un compagno di grigliata quale sarebbe il suo mestiere ideale nel mondo magico se non avesse vincoli di alcun tipo
10--Decreta la tua preferenza tra due bevande diverse

 
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view post Posted on 30/4/2023, 17:03
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Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente. (William Shakespeare - Romeo e Giulietta)

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«Internet?» mormoro tra me e me, la bocca che trattiene un secondo morso di crostino. Spesso dimentico che alcuni maghi e streghe hanno più confidenza con la stramba tecnologia babbana, mentre a me non resta che sfoggiare un’espressione perplessa che ritraggo in una frazione di secondo per celare la mia totale ignoranza sull’argomento. Evito di fare domande in merito, so già che risulterei stupida e fuori luogo. Deglutisco e mantengo un religioso silenzio. Mio cugino mi ha sfottuto abbastanza quando un suo collega, di origine mezzosangue, è venuto a trovarlo e ci ha mostrato fiero quello che chiamava cellulare. Sembravo un’idiota mentre scorrevo l’indice sullo schermo, ad un certo punto è partita la musica e l’ho gettato sconvolta per terra con un infarto in corso. Non smettevano di ridere – come biasimarli –, io invece rifilavo a entrambi una serie di occhiatacce piuttosto arrabbiate – definiamole pure assassine.
A malapena mi accorgo che stanno assaggiando la mia ricetta, mi riscuoto e rimetto i piedi a terra quando sento il primo commento «Non immaginavo potesse riscuotere del successo!» dice la verità? Non lo so, ma apprezzo e l’imbarazzo del fallimento per stavolta gira alla larga «Mia nonna sarà felice di elargire la ricetta, sicuramente si sbrigherà ad inviare un Gufo!» un occhiolino in sua direzione e, per curiosità, testo io stessa il risultato mentre l’altro si allontana. Non è minimamente paragonabile a quello a cui sono abituata, come temevo è un po’ troppo speziato, ma comunque accarezza piacevolmente il palato. Non è da buttare, per essere l’unico tentativo fatto finora posso ritenermi soddisfatta quanto basta. Magari proverò a replicarlo durante le prossime vacanze, forse esercitandomi riuscirò a migliorarmi.
«Che cosa?» rimango palesemente spiazzata dal discorso che Camillo mette su al suo ritorno. Rischio di farmi andare di traverso l’ultimo sorso di vino, tant’è che batto un paio di colpi di tosse per liberare le vie aeree.
«Come mai quest’improvvisa vena poetica?» lo squadro con sospetto «L’alcool comincia a fare effetto?» il tono è ironico, non posso rimanere seria, non è da me «Oppure la nostra cara El, di nascosto, ti ha passato una delle sue pillole speciali?» gli sottraggo il drink a tradimento e lo annuso, cercando in vano tracce di chissà quale sostanza anomala «Ovviamente roba innocua e sperimentale dei Gemelli Weasley, intendo.» correggo velocemente il tiro rivolgendomi al Docente, sia mai ci spedisca dal Preside per qualche grave infrazione, non possiamo permettercelo adesso. Un brivido corre lungo la schiena, l’abbiamo scampata una volta, la scorsa primavera. Una seconda volta non credo sia contemplata, sarebbe altamente improbabile come opzione. Ho ancora nitidi i postumi di quel party nel bosco qui vicino, ho contato ogni singola maledizione che ho lanciato contro i non-so-cosa – introdotti di contrabbando dalla Lynch – che ho stupidamente ingerito.
«Sai che ti dico, ne parliamo dopo in Sala Comune.» butto lì. La visione di un volto familiare indicato dal Tassino, inoltre, rende più semplice rinviare la questione a tempi più consoni. Accetto quindi di seguirlo, ringraziando sinceramente il Professore per la compagnia se decidesse di non imitarci.
«Ti aiuto a portare il necessario, se lo rovesci l’unica cosa che assaggeranno sarà l’erba fresca del prato!» estraggo la bacchetta dalla tasca della camicia, un movimento semplice, l’accento sulla giusta lettera per una pronuncia corretta e quello che il Tassino non riesce a disporre sul vassoio – ovvero un paio di bicchieri puliti e la bottiglia di Perla sul ripiano – comincia a levitare alle sue spalle. Comincio così a seguirlo, passi calmi e cadenzati per evitare di far cadere tutto.
«Ciao!» arrivati lì mi tengo leggermente indietro prima di parlare, lasciando che il concasato si palesi a loro a modo suo, una sorta di apripista della socializzazione. Interrompo l’incantesimo e gli oggetti che esso sostiene smettono di levitare, si posano con delicatezza vicino alla griglia dove trovano la prima area sgombra, pronti all’uso.
Rivolgo un caloroso cenno di saluto a Oliver appena termina la sua dimostrazione magica, voltandomi poi verso la giovane donna a cui infine mi avvicino per presentarmi «Camille, piacere!» le sorrido e allungo la mano per stringere morbidamente la sua, se me lo permetterà ovviamente «Scusa l'invadenza, giuro che siamo tipi tranquilli di solito!» so di mentire spudoratamente a lei e a me stessa, con le mie iridi che s’inchiodano a quelle bicrome di lei, a voler dimostrare il contrario ad ogni costo. Infatti ad ogni festa – legale o meno che sia – organizzata ad Hogwarts e dintorni si genera, puntuale come un orologio svizzero, una situazione di caos. Quando succede, bisogna solo sperare di non trovarsi coinvolti nell'occhio del ciclone. Non aggiungo altro, mi siedo di fianco a lei senza interromperla più, permettendole di proseguire ciò che la impegnava prima del nostro arrivo.

Camille Donovan | Hufllepuff Prefect | 15 y.o







Interazioni:
- Millo, non ho resistito, perdona me vida loca :ihih: :<31:
- Daddy, che in questo momento starà chiamando la squadra Antimago con i crup antidroga, gli Auror, la DEA e l'Interpool per irrompere nella nostra Sala Comune :look:
- Oliver :fru: :<31:
- Adeline, che dovrò assolutamente aggiornare (da brava Gossip Girl) riguardo al disagio dei passati eventi :*-*: :<31:

Attività svolte

1. Condividi con qualcuno un trucco magico che usi per semplificare la vita quotidiana
2. Fai infuriare lo chef dandogli un consiglio stupido
3. Crea e Griglia il tuo piatto ideale, non limitarti agli ingredienti dei non-maghi
4. Chiacchiera con qualcuno con cui non hai confidenza
5. Chiedi a qualcuno qual è/qual era la sua materia preferita a Hogwarts e perché
6. Assaggia 3 Pietanze diverse (e descrivi brevemente l'esperienza) (3/3)
7. Condividi con gli altri un viaggio o un'avventura che vorresti intraprendere nel mondo magico
8. Balla una canzone sparata dal DJ (cercatevi una playlist da qualche parte, tanto la musica è tutta uguale)
9. Chiedi a un compagno di grigliata quale sarebbe il suo mestiere ideale nel mondo magico se non avesse vincoli di alcun tipo
10. Decreta la tua preferenza tra due bevande diverse

 
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view post Posted on 1/5/2023, 00:14
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Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts

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Era sempre così con i duppi turni, le ore scorrevano lente.
Quando non aveva lezioni, il Serpeverde si rifugiava nell’antro polveroso che era il negozio di Magie Sinister nella speranza di raccimolare qualche soldo in più, ma non era decisamente il suo giorno fortunato: dopo la pausa pranzo non era più entrata anima viva in negozio. Il vecchio proprietario non si faceva vedere da giorni, Emma non era di turno e lui se n’era rimasto tutto il tempo a leggere un libro di Storia della Magia. Seduto sul malridotto sgabello dietro il bancone, se ne stava con un gomito poggiato sul legno marcescente a sorreggersi il viso nel pugno. Girava le pagine con apatia, a malapena elaborando le parole che leggeva. Era annoiato a morte e, solo nelle ultime due ore, aveva guardato l’orologio ogni tre minuti con scadenza inquietantemente regolare. All’ennesimo sbuffo, con annessa ennesima occhiata sull’ora, si accorse che era finalmente quasi giunta la fine del suo turno. Era a pezzi per la nullafacenza, sentiva la schiena incordata per la posizione statica e storta in cui era rimasto per tutto quel tempo e un brontolio all’altezza dello stomaco lo avvisò di avere una fame da ippogrifo. Si mise in piedi stiracchiando le braccia, distese la schiena e alzò lo sguardo davanti a sé; avrebbe riconosciuto le forme di Megan a metri di distanza. Gli si formò un ampio sorriso sulle labbra, raggiunse e illuminò gli occhi di ritrovato entusiasmo. Non era un grande amante delle sorprese; l’ansia di non sapere cosa aspettarsi lo metteva in uno stato di agitazione tale da non riuscire a godersi la bellezza del gesto, ma in questo caso non c’era stata un’attesa, non aveva nemmeno pensato che Megan potesse raggiungerlo in negozio. Questo era il tipo di gesti inaspettati che sapeva accettare e che, anzi, gli facevano piacere. Sempre ammesso che non fosse andata lì per dargli delle brutte notizie…
Si affrettò a recuperare la giacca e la borsa scolastica. Spense le fioche luci del negozio e uscì, chiudendo a chiave la porta malandata.
Gli bastò incontrare quegli occhi cobalto per capire che era tutto a posto. Nessun tragico evento l’aveva portata da lui.
Ricambiò il suo bacio e la strinse subito a sé; un altro ampio sorriso tornò ad addolcire l’espressione in viso.

Continua a provarci. – rispose, cingendole le spalle con un braccio.
Forse era per via della noia patita in quell’inutile giornata mista al forte desiderio di vederla e passare la serata con lei, ma l’inaspettato arrivo della ragazza lo rese addirittura euforico e, alla sua domanda, annuì continuando a sorridere.
Solo quando ebbero raggiunto Hogsmeade gli venne da chiedersi perché Megan avesse deciso di andare a mangiare lì e non a Diagon Alley. “Per cambiare aria” gli aveva risposto con una scrollata di spalle, quando le aveva posto la domanda, e Draven si era limitato a sollevare le sue con tacita indifferenza. Un posto valeva l’altro, visto che a ogni passo il brontolio dello stomaco diventava più invasivo.
Raggiunto il centro, fu chiaro che Megan doveva aver sentito parlare di quell'evento nel villaggio proponendogli di mangiare proprio a Hogsmeade.

Aria di carne alla griglia, quindi? – commentò il Serpeverde, divertito. Gli stava più che bene. L'ipotetico ippogrifo a cui si era paragonato poco prima lo avrebbe divorato a occhi chiusi in quel momento.
Raggiunta l’agognata meta, fu l’odore a trascinare Draven verso l’ingresso all’area. Un armadio d’uomo diede a lui e Megan una pergamena e una sacca in velluto ciascuno, prima di lasciarli avanzare.
Per sua fortuna, l’evento si svolgeva all’aperto. Non gli sfuggì la quantità di gente lì presente, che in un luogo chiuso avrebbe costituito un certo grado di difficoltà per lui, ma in quella condizione era quantomeno gestibile.
Prese Megan per mano, intrecciando le dita tra le sue e resse il foglio con l’altra. Lesse rapidamente la lista di sfide da compiere nel corso della serata; sogghignò all’idea di essere premiato per far infuriare uno chef o di avere scuse per bere e mangiare senza fondo, ma inevitabilmente storse il naso leggendo di cose come “ballare” e “conversare con sconosciuti”.

La prima è facile da fare, però. – esordì, esponendo ad alta voce il proseguo del filo dei suoi pensieri.

“Condividi con qualcuno un trucco magico che usi per semplificare la vita quotidiana”. Bagaglius, visto che tendo a svuotare il mio baule ogni mattina perché non trovo mai i libri che mi servono. – e l’idea di lasciare in disordine la sua parte di stanza gli dava i brividi, avrebbe aggiunto se l’ennesimo brontolio allo stomaco non gli avesse bloccato le parole in gola.

Ti prego, ti prego, prendiamo subito cibo. Tanto cibo. – disse poi, in tono lamentoso, inclinando la testa dal suo lato in cerca di conforto.

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Interazioni: Megan (concordate)
Menzioni: /


1--Condividi con qualcuno un trucco magico che usi per semplificare la vita quotidiana

2--Fai infuriare lo chef dandogli un consiglio stupido

3--Crea e Griglia il tuo piatto ideale, non limitarti agli ingredienti dei non-maghi

4--Chiacchiera con qualcuno con cui non hai confidenza

5--Chiedi a qualcuno qual è/qual era la sua materia preferita a Hogwarts e perché

6--Assaggia 3 Pietanze diverse (e descrivi brevemente l'esperienza)

7--Condividi con gli altri un viaggio o un'avventura che vorresti intraprendere nel mondo magico

8--Balla una canzone sparata dal DJ (cercatevi una playlist da qualche parte, tanto la musica è tutta uguale)

9--Chiedi a un compagno di grigliata quale sarebbe il suo mestiere ideale nel mondo magico se non avesse vincoli di alcun tipo

10--Decreta la tua preferenza tra due bevande diverse


Edited by Draven. - 1/5/2023, 12:51
 
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view post Posted on 2/5/2023, 16:36
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Dove? Hogsmeade, zona ristoro.
Menzioni: none
Interazioni: Draven

La nausea l’aveva colta preparata. Se c’era una cosa alla quale non riusciva proprio ad abituarsi era la sensazione che ogni volta provava quando si spostava da un luogo all’altro. Megan lo sapeva bene che quelle dannate passaporte le facevano contorcere lo stomaco ma evitarle era pressoché impossibile. Quasi ogni giorno, dunque, era una lotta contro vertigini, battiti accelerati e fiato corto. La menta piperita era stata di grande aiuto da quando aveva scoperto le sue proprietà, tuttavia in quel momento non era tra le scorte nella piccola borsa che teneva ancorata alla spalla.
Dannazione!
Così, aveva aperto gli occhi sulla piccola cittadina, affiancato Draven e percorso le vie caratteristiche di Hogsmeade cercando di riprendere colore. La mano, stretta a quella del ragazzo, allentava la presa ad ogni minuto passato e Megan tornava a prendere pieno possesso del suo corpo, tanto da riuscire a dare una spiegazione piuttosto vaga alla domanda che lui le rivolse.
Destra. Sinistra. Il caos arrivò alle orecchie dei due studenti prima ancora che potessero vedere come il centro del paese fosse pieno di streghe e maghi intenti a banchettare all'evento che ospitava. L'elettro Swing intratteneva i più coraggiosi in balli casuali, la maggior parte costituiti da insignificanti molleggiamenti sulle ginocchia, anche scricchiolanti e mani in cielo.
«Aria di carne alla griglia, quindi?» esordì Draven con tono divertito.
«Ne ho sentito parlare, così…» rispose Megan alzando le spalle e abbozzando un sorriso.
Camminarono ancora pochi metri fino a raggiungere l’entrata, dove un uomo simpatico consegnò loro una sacca di velluto ciascuno e due pergamene.
Le dita srotolarono la cartapecora fissata accuratamente con un nastro mentre avanzava pochi metri più avanti e Draven tornava a cercare la sua mano. Rallentò il passo leggendo le sfide e le trovò piuttosto divertenti. Scoprire dove l’avrebbero portata, cosa ci sarebbe stato in cambio… La curiosità non le poneva dinanzi alcun limite; l’alcol, poi, era certa sarebbe stato di grande aiuto.
Mise via il velluto all'interno della borsa, poi, in quei pochi attimi di silenzio tra loro, Megan alzò lo sguardo verso Draven frenando le parole giusto poco prima del suo intervento. Gli sorrise di riflesso e ascoltò ciò cosa aveva da dire: il gioco era iniziato.
Una linea netta tracciò la prima sfida che Draven portò a buon fine, successivamente la richiesta di cibo e quel faccino a cui non riusciva proprio a resistere. Si fermò un solo istante prima di riprendere a camminare. Il tempo di un tenero bacio sulle sue labbra e un abbraccio dal quale non aveva intenzione staccarsi.
«Non vuoi sapere quale è il mio trucco magico?» lo spinse appena con la spalla.
«Accio: decisamente utile quando ti siedi e hai dimenticato qualcosa lontano da te, non trovi? Mi capita spesso» lo esortò ad allungare il passo, stringendo il fianco e spingendosi verso la zona di ristoro.
«Sono contenta che ti piaccia, non sapevo nemmeno io a cosa saremmo andati incontro» alzò il viso per scorgere le iridi smeraldine del Serpeverde: le sembrava tranquillo e questo la sollevava. Sapeva quando Draven non amasse i luoghi affollati e il solo fatto di non vederlo irrigidirsi e fremere per andare via era un grande traguardo.
«Ho saputo che lo Chef Bram Vandermolen cucina creature magiche da due clienti che si sono presentate in negozio e hanno parlato di questo evento ad Hogsmeade. Lysander dice che è un cialtrone, che lo fa giusto per attirare l’attenzione e smuovere la stampa».
Le griglie emettevano fumo e profumi di spezie, verdure e carne si diffondevano nell’area lasciandole brontolare lo stomaco.
«Che siano cavolate o meno poco mi importa, ho fame anche io» Si fermò dinanzi ad una delle griglie, sciogliendo l’abbraccio e avanzò in direzione del menù esposto vicino al bancone. Sì, c’erano cose che non avrebbe mai mangiato: lo Snaso, ad esempio.
«Spiedini di Fwooper al Miele e Senape, sembrano interessanti. Vorrei prendere anche una porzione piccola di patatine con della salsa barbeque sopra» disse al cuoco.
«Qualcuno laggiù sta grigliando, deve essere divertente» indicò frettolosamente a Draven dove guardare per poi tornare con gli occhi sullo chef, senza perdersi il minimo movimento.
«Possiamo inventare due piatti diversi da abbinare: un secondo e contorno, oppure un primo e un secondo. Io ne faccio uno e tu fai l’altro. Ti mostrerei le mie perfette doti culinarie...» aggiunse cercando di memorizzare qualche movimento dato dal giovane al di là della griglia. «Dovrebbero esserci ma ancora non le ho scoperte né sperimentate, magari rischio di avvelenarci o forse no...» un sorrisino divertito fece spuntare le due fossette lungo le guance costellate da lentiggini.
«Prego!» esordì il cuoco interrompendola.
«La ringrazio. Mi scusi per le bevande?» chiese afferrando il piatto di spiedini e le patatine.
«Poco avanti, l’area in fondo a sinistra» rispose il ragazzo con tono gentile.
«Perfetto.» gli sorrise circostanziale.




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Dentro! :fru:





SFIDE
1. Condividi con qualcuno un trucco magico che usi per semplificare la vita quotidiana
2. Fai infuriare lo chef dandogli un consiglio stupido
3. Crea e Griglia il tuo piatto ideale, non limitarti agli ingredienti dei non-maghi
4. Chiacchiera con qualcuno con cui non hai confidenza
5. Chiedi a qualcuno qual è/qual era la sua materia preferita a Hogwarts e perché
6. Assaggia 3 Pietanze diverse (e descrivi brevemente l'esperienza) [0 / 3]
7. Condividi con gli altri un viaggio o un'avventura che vorresti intraprendere nel mondo magico
8. Balla una canzone sparata dal DJ (cercatevi una playlist da qualche parte, tanto la musica è tutta uguale)
9. Chiedi a un compagno di grigliata quale sarebbe il suo mestiere ideale nel mondo magico se non avesse vincoli di alcun tipo
10. Decreta la tua preferenza tra due bevande diverse

 
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Osservò i due ragazzi con gli occhi di chi sapeva di dover essere giudicato.
Se fosse stato in uno di quei programmi di culinaria, uno di loro avrebbe dovuto ridire sull’impiattamento, decisamente scialbo, mentre l’altro sulla freschezza della pietanza, aiutata solo da del semplice alloro.
Certo c’era da dire che si sarebbe offeso se si fossero lamentati della croccantezza; il bruschettone era principalmente crunch e saporito, su quello non doveva fallire!
Mentre vedeva i ragazzi assaggiare il suo piatto, con curiosità, si avvicinò al piatto proposto da Camille.
Le sue papille gustative andarono subito ad annodarsi alla dolcezza del miele e al sapore terroso, riprendendo a pieno regime il loro lavoro.

-Questo fa più per me.-

Disse complimentandosi con la Tassorosso, senza risultare sgradevole nei riguardi di Camillo.
Sapeva bene che ci aveva provato e messo del suo, non era di certo il tipo di persona che si immolava a smontare l’entusiasmo del prossimo.
Permettendo alle mandorle dolci di sciacquare il suo palato dal sapore di Avvicino, sentì quanto venne detto e sorrise con fare circostanziale.
Sapeva fin troppo bene cosa poteva fare quella “El”; a dire il vero fu tentato di precisare che la conosceva come le sue tasche, ma si fermò: in quel modo avrebbe perso parte della sua serietà nel giro di pochi secondi.

-Devo mettervi in punizione?-

Disse con tono assolutamente sarcastico, poco prima di vedere i due allontanarsi verso il suo compagno di mille battaglie, Oliver.
Restando fermo davanti alla sua griglia in quel punto, si godette uno dei suoi bruschettoni per valutare anche quel suo piatto.
Forse era troppo. Troppo intenso, troppo intorpedimento. Troppo.
Come lui dopotutto: troppo.
Osservandosi in giro, mentre vedeva parte della carne di Erumpent esser rimasta incrostata sulla piastra, chiamò il cameriere e questa volta si fece portare una Pozione del Fanciullo Perduto.


-Questo fa decisamente al caso mio.-

Sentenziò continuando a bere quel cocktail al sapore di mela.
Facendo il punto della situazione la cosa migliore che aveva mangiato fino a quel momento era la radice e i fiori di Starnutaria della Donovan, mentre il fanciullo a livello di cocktail. Un risultato decisamente non male.

Vedendo lo chef avvicinarsi a lui per chiedergli se volesse cucinare altro, scosse la mano, come a dire che stava bene così.
Fu proprio in quel momento però che il suo essere birbante ripartì, forse ben coadiuvato dall’alcool.


-Perchè non avete pensato a portare gli elfi domestici per pulire le griglie? Con quelle dita lunghe e sottili sono in grado di togliere qualsiasi pezzo di grasso rimasto sul grill rovente.-


A quella affermazione, lo sguardo dello chef rimase impassibile.
Sembrava essere abituato a commenti stupidi quel giorno.
Vedendolo così rigido e sulle sue, rimase in un silenzio imbarazzante quindi si spostò nella direzione in cui erano andati i ragazzi.
Non aveva nulla da perdere in quell’evento, anzi era un buon modo per scoprire nuove persone e rinsaldare vecchi rapporti.
Avvicinandosi con la mano destra nella tasca dei pantaloni e la sinistra ben salda sul cocktail disse:

-Noto con piacere che è una reunioni di tutte persone per bene. Come stai Oliver, tutto ok?-

Quella era l’ennesima frecciatina al giovane Tassorosso, giusto per rompergli nuovamente le palle sfiancandolo a suon di punzecchiature. Girandosi verso la griglia, notò una persona a lui non nota.
Capelli biondi, occhi diversi tra di loro. Per un istante pensò che fosse Aquileia, ma gli bastò un attimo per capire che non era così.
Con garbo esclamò:

-Sembra una preparazione alquanto complessa.-




Interazioni: Camillo,Camille, Oliver e Adeline.

Scusatemi ma è troppo bello ruolare in gruppo :ihih:



Attività svolte:
1--Condividi con qualcuno un trucco magico che usi per semplificare la vita quotidiana
2- Fai infuriare lo chef dandogli un consiglio stupido
3- Crea e Griglia il tuo piatto ideale, non limitarti agli ingredienti dei non-maghi
4--Chiacchiera con qualcuno con cui non hai confidenza
5--Chiedi a qualcuno qual è/qual era la sua materia preferita a Hogwarts e perché
6--Assaggia 3 Pietanze diverse (e descrivi brevemente l'esperienza) [3/3]
7--Condividi con gli altri un viaggio o un'avventura che vorresti intraprendere nel mondo magico
8-Balla una canzone sparata dal DJ (cercatevi una playlist da qualche parte, tanto la musica è tutta uguale)
9--Chiedi a un compagno di grigliata quale sarebbe il suo mestiere ideale nel mondo magico se non avesse vincoli di alcun tipo
10--Decreta la tua preferenza tra due bevande diverse[2/2]
 
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view post Posted on 2/5/2023, 22:33
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Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts

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Tutte quelle spezie e odori di cucina che permeavano l’aria erano così inebrianti da essere a malapena tollerabili a stomaco vuoto. Bastò una rapida occhiata nei dintorni per accorgersi di quanto cibo, gratis per giunta, fosse coinvolto in quell’evento; bastò così poco per fargli venire l’acquolina in bocca.

Certo che lo voglio sapere! – rispose prontamente a Megan, riportando l’attenzione su di lei. Il problema era che i neuroni avevano temporaneamente scioperato per via della fame e dato per scontato che la ragazza gli avrebbe risposto di sua iniziativa per via della sfida, ma non era stato molto educato da parte sua ignorare quella semplice domanda. Le posò un bacio sulla guancia in risposta alla sua leggera spallata, come a volersi scusare silenziosamente per quella mancanza.
L’ascoltò, seguendola verso l’area ristoro praticamente per inerzia e guidato dal solo olfatto da segugio che li indirizzò dagli chef a loro più vicini.

Se potessi usare la magia anche a casa, l’Accio in effetti sarebbe utilissimo per raccogliere il telecomando che si trova sempre dove non dovrebbe nemmeno stare. – commentò, prima di ricambiare il suo bacio e l’abbraccio, lasciandosi coccolare nell’attesa di essere serviti.
Dunque, quando gli aveva proposto di andare a Hogsmeade aveva già deciso che sarebbero andati lì per via della conversazione avuta in negozio. Non poté fare a meno di chiedersi se l’idea dell’appuntamento improvvisato le fosse venuta a priori o come conseguenza, ma il pensiero sparì veloce come era arrivato quando si accorse che era il loro turno di ordinare. Non aveva nemmeno guardato il menù per non farsi prendere dall’impazienza di addentare quel qualsiasi cosa fosse che cucinavano lì; approfittò dell’ordine di Megan per prendere tempo e decidersi.

Oh! Mirtilli! Prendo il pane di mirtilli, però senza il miele e senza lo zucchero a velo. E un hamburger di Erumpent. – disse, senza riuscire a nascondere l’entusiasmo per via dei mirtilli, il suo sapore preferito al mondo. Il problema era il miele con cui quel pane veniva accostato, dato che le cose dolci lo disgustavano. Non aveva pensato di fare un torto allo chef con la sua richiesta, eppure l’uomo dinanzi a loro lo squadrò da capo a piedi in tutta la sua altezza con aria schifata.

La pietanza richiede un bilanciamento tra acido e dolce. Non posso, in alcun modo, rimuovere il miele al Chizpurfle.
Il viso di Draven si contorse in una smorfia infastidita al suono di quelle parole; forse più per il tono saccente e adirato che per la non-proprio-velata predilezione per qualcosa di così abominevole. Non seppe dire chi di preciso fosse più irritato dei due per via della situazione, fatto stava che lo chef non mosse un dito per preparare il suo cibo e rimase a fissarlo di rimando.

Sì. Può. Aggiunga mirtilli meno aspri per controbilanciare quelli amari. Il miele non serve. – abbaiò, muovendo la mano nella sua direzione con sgarbo, come a volerlo spronare a darsi una mossa. Sostenne il suo sguardo finché non ebbe l’impressione di aver vinto la battaglia, visto che dopo pochi secondi l’uomo riprese a fare il suo lavoro. Seppur bofonchiando minacce e sbuffando tra sé.

Sicuramente sarai bravissima. E comunque più brava di lui, ci scommetto. – rispose poi il Serpeverde, rivolgendosi a Megan con un tono completamente diverso, notevolmente più docile. Le circondò la vita con un braccio e le posò un altro bacio sulla guancia, proprio all’altezza della fossetta che si palesò al suo sorrisino divertito.
L’ordine della ragazza arrivò qualche istante prima di quello di Draven, poiché il suo cuoco non aveva perso tempo in un tedioso scambio di opinioni e, anzi, si mostrò così gentile da indicargli l’area delle bevande. Incontrò il suo sguardo e lo ringraziò con un cenno del capo e un “grazie” a mezza bocca che non riservò al proprio cuoco quando, finalmente, gli porse i piatti con un'occhiataccia.

Testa di cazzo. Mi ha riempito il pane di miele! Alla faccia della sapidità… - commentò nervoso, lanciandogli un’ultima occhiata di traverso. Scosse la testa tra sé, chiedendosi come sarebbe riuscito a togliere tutto il miele senza rovinare il pane e senza ferire alcun mirtillo nell’operazione. Perlomeno, lo stronzo non sembrava aver aggiunto lo zucchero a velo o semplicemente si era sciolto; in mezzo a tutta quella dolcezza stomachevole non lo avrebbe mai scoperto comunque.

Ti va di cercare un tavolo libero mentre ci prendo da bere? Hai qualche preferenza? – avrebbe chiesto poi alla ragazza, una volta giunti di fronte al chiosco per le bibite.

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Interazioni: Megan
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1--Condividi con qualcuno un trucco magico che usi per semplificare la vita quotidiana

2--Fai infuriare lo chef dandogli un consiglio stupido

3--Crea e Griglia il tuo piatto ideale, non limitarti agli ingredienti dei non-maghi

4--Chiacchiera con qualcuno con cui non hai confidenza

5--Chiedi a qualcuno qual è/qual era la sua materia preferita a Hogwarts e perché

6--Assaggia 3 Pietanze diverse (e descrivi brevemente l'esperienza)

7--Condividi con gli altri un viaggio o un'avventura che vorresti intraprendere nel mondo magico

8--Balla una canzone sparata dal DJ (cercatevi una playlist da qualche parte, tanto la musica è tutta uguale)

9--Chiedi a un compagno di grigliata quale sarebbe il suo mestiere ideale nel mondo magico se non avesse vincoli di alcun tipo

10--Decreta la tua preferenza tra due bevande diverse
 
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view post Posted on 4/5/2023, 11:24
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all that is gold does not glitter, not all those who wander are lost

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A volte Eloise pensa che luce e aria siano le sue fonti principali di sostentamento. Succede quando è stata troppo rinchiusa nel castello, china sui compiti, quando è sabato e non riesce a ficcare il naso fuori, quando la settimana fitta di impegni non le ha permesso neanche un giretto al parco. Il castello è vasto, spazioso, variegato e palpitante di vita, ma sa anche essere una rigida prigione di cui non si riesce a trovare l’uscita. Di solito rimedia fuggendo in cima alla Torre di Astronomia, o arrivando un po’ in ritardo a Cura o a Erbologia. Oggi rimedia così: con una grigliata all’aperto e nessuna intenzione di rientrare prima del tramonto.
Recuperare lo studio perso durante il torneo di Quidditch le sembrava un’impresa più semplice nei giorni dopo la finale. Lezione dopo lezione, interrogazione dopo interrogazione, le sembra che la pila di compiti aumenti invece di assottigliarsi. Ma dopo ore e giorni di studio continuativo sembra che il suo cervello non accetti proprio di far entrare nuove conoscenze nel limitato spazio cerebrale. E pazienza: giorno più o giorno meno, fa poca differenza. Tanto vale assecondare le cose della vita quando capitano.

Quella mattina è uscita presto, mettendosi in marcia su uno dei sentieri intorno a Hogsmeade per sgranchire un po’ le gambe e accumulare fotoni. Dopo una prima parte di sentiero boschivo ha raggiunto la cima di una collinetta, a poche centinaia di metri di dislivello, solo per il gusto di osservare dall’alto la cittadina magica. Ha visto l’accensione delle griglie, i primi fumi che invadevano l’aria, l’allestimento colorato dell’evento. Ha respirato la freschezza del mondo esterno e percepito i primi sintomi di un languorino, che l’ha spinta a rientrare a passo svelto.

Supera il buttadentro, inizia a orientarsi tra gli stand e le griglie, cerca di individuare facce conosciute e adocchiare il menu delle vivande che stanno già diffondendo in un ottimo profumo. Il tono dei presenti e le grida tutte intorno suggeriscono il registro dell’evento: su di giri, allegria per il bel tempo e la bella stagione. Le sembra doveroso recuperare in fretta, e si fionda verso la zona delle bibite.
Quando arriva il suo turno di chiedere da bere si scopre indecisa.
«Ma secondo te… è meglio il Sangue di Unicorno o una Birra al Luppolo di Leprecauno? Vorrei mangiare un Portobello Burger, ma come bevanda il Sangue di Unicorno mi sembra troppo dolce, poco adatta all’abbinamento. Il Luppolo di Leprecauno sembra più adatto, ma non so se ho voglia di birra…» Temporeggia, rosicchiandosi l’unghia del pollice davanti a un barista un po’ spazientito.
«Facciamo così,» Risponde quello gettandosi uno strofinaccio sulla spalla e appoggiando i palmi sul bancone. «Ti faccio fare un assaggio di entrambi, così decidi da sola. Va bene?» Eloise annuisce una volta, stirando le labbra in un sorriso.
Le due bevande sono molto diverse. Il Sangue di Unicorno è un liquido rosato e profumato, che Eloise assaggia con cautela portandosi il calice alla bocca dopo aver annusato incuriosita. Le dà una piacevole sensazione di freschezza e una lieve acidità. Il sapore fruttato non è troppo intenso: potrebbe essere una buona opzione da abbinare al cibo.
La Birra Luppolo di Leprecauno è dorata, con una leggera schiuma bianca e densa in cima. Dopo essersi soffermata un istante a osservare le bollicine che salgono verso la superficie, Eloise assaggia: è molto più amara del vino, molto più decisa, ma contiene delle note floreali e che stemperano il gusto deciso. Annuisce, soddisfatta. Le piace di più, è più adatta a quello che vuole mangiare e probabilmente finirà prima di poterlo addentare. «Ok, vado con il Luppolo di Leprecauno, sono sicura. Forse. Magari dopo vengo a prendere l’altro.» Il barista, un po’ perplesso, le porge un bel bicchiere largo e soddisfacente. Potrebbe essere grande quanto la sua faccia.
Ha appena preso il suo primo, lungo sorso di birra, quando individua Camillo nella folla, e visto che è parecchio tempo che non si danno a qualche delirio insieme, decide d’impulso di annullare la distanza che li separa e fare capolino nella sua giornata. Nello specifico, si sporge oltre la sua spalla e accetta l’invito che stava facendo ai suoi interlocutori - Oliver il primo, una donna che non conosce l’altra: prende uno spiedino, lo intinge prima in una salsa e poi nell’altra, e fa il primo boccone. «E proviamo!» Ecco, non ha seguito alla lettera le indicazioni: le due salse, una speziata e decisa, l’altra più dolce, non si sposano bene insieme. Il tentacolo che ha addentato sa di pesce - prevedibile - ma non riconosce l’origine. «Ma Millo, potevi avvisarmi della tua carriera da chef! Cosa sto mangiando esattamente?» Socchiude gli occhi, gustando la consistenza croccante della carne.
«Vabbè, insomma, ciao Millo, ciao Oliver, ciao anche a te!» Un cenno del capo a ognuno è sufficiente per sbrigare alla veloce i convenevoli. Individua solo allora il resto della combriccola: Donovan, con la solita aria entusiasta, e Toobl, suo ex-rivale-in-affari-attualmente-prof. Ha sempre qualche difficoltà a relazionarsi con lui e con il suo nuovo ruolo, un po’ come succede con tutti quelli che sono usciti da Hogwarts. «Gente di Zonko!» Solleva il boccale in direzione dei due e prende un sorso.
«Ma è vera la voce che gira su Bram Vandermolen? Tutti parlano delle sue scelte discutibili in termini di materie prime, ma nessuno mi cita l’articolo scandalistico del Cavillo che sostiene le sue tendenze cannibali! Occhio al cibo che azzannate...» Fa un altro boccone, dimostrando con gusto quel che pensa sulla questione.

ELOISE LYNCH TASSOROSSO INTERAZIONI: GRUPPONE


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view post Posted on 5/5/2023, 17:52
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You can take the darkness out of the man, but you can't force him to step into the light.

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Interazioni: Mike
Menzioni: nessuna.


Lo stereotipo dei Tassorosso legati a doppio filo con la cucina e leccornie che ivi si preparavano non era una leggenda metropolitana. Fosse per la vicinanza al suddetto luogo nei sotterranei, fosse per un vizio o effetto collaterale generato dallo Smistamento, sarebbe stato comunque impossibile non intravedere nella Sala Comune i residui di colazioni, pranzi e cene impiattati a regola d’arte. Sospettava perfino che qualche studente corrompesse gli Elfi Domestici, abusando della loro innata capacità di essere cuochi sopraffini e servitori devoti per quell'esagerato ammontare di cibo entro le mura della saletta.
Quel giorno, tuttavia, il pranzo sarebbe stato offerto altrove e dove c’era cibo, ovviamente, Tassorosso sarebbe stata presente.
Dopo aver incrociato Mike, come da accordi, giunti al Villaggio abbracciarono con lo sguardo la situazione spiegata dinanzi a loro. Un tripudio di voci, colori e risate sembrava essere esploso come un mucchio di fuochi d’artificio. Il profumo nell’aria invitava a sedersi e a non alzarsi più da tavola, ma c’era un limite a quante proteine si potessero stoccare nel proprio organismo. Uno sguardo in tralice alla figura slanciata di Mike, però, le bastò per sapere che dietro al Serpeverde ligio e tutto d’un pezzo si nascondeva una piccola ma significativa influenza giallo-nera, capace di istigarlo a non dire, semplicemente, “basta” a qualsiasi cosa la cucina all’aperto avesse sfornato. Non disse nulla, onde evitare rappresaglie che - sapeva - avrebbero trovato terreno fertile e si limitò a sorridere maliziosa, sperando però di incuriosirlo su quali fossero stati i suoi pensieri.
«Purtroppo ti sei abituato a stare nel buio dei sotterranei per colpa di quel calderone. Ti fa bene uscire un po’, respirare aria pulita e… fragrante.» così dicendo inspirò a pieni polmoni una boccata d’aria - e il profumo allettante di cibo ben cotto. «Ho sentito dire che lo chef adora sperimentare. Se non troverò qualcosa di più ardito della bistecca di Unicorno del Testa di Porco… giuro che mi offendo.»
Non fu difficile accontentarla in quel senso: accompagnare al bancone Mike fu un proposito che accolse con estremo piacere, spinta più che altro dal brontolio insistente del suo stomaco, ma scoprire che tra i piatti proposti vi fossero perfino gli Snasi era troppo. La sua sensibilità la costrinse a prendere la distanza dal bancone, in parte inorridita e in parte - giocoforza - divertita. Quello Chef doveva essere matto da legare.
«Ci mancano solo gli Asticelli fritti.» sussurrò poco dopo, finendo di leggere il menù, in modo che solo Mike l’udisse. Pensò a Smilzo, il suo Asticello, che doveva essere in compagnia di Desmond in qualche bosco gallese in quel momento. Sospirò, gemendo sul finale, per il cattivo gusto di alcune scelte culinarie.
«Credo che l’Hamburger di Erumpent potrebbe fare al caso tuo.» prese in giro il suo ragazzo senza ritegno, ricordando vagamente la sua faccia la prima volta in cui, entrambi, se ne erano ritrovati uno davanti. Era indecisa, tremendamente, e mentre avvolgeva un braccio attorno alla vita di Mike appoggiando la testa sulla sua spalla, capì di non poter scegliere. Assunse allora l’espressione più incoraggiante che poté, sfidandolo apertamente a portare avanti un vecchio gioco che - nel mondo magico fino ad allora conosciuto - non aveva mai lasciato a desiderare: cercare di capire quale pietanza o drink avesse gli effetti più strampalati sul corpo umano, ma soprattutto capire come sopravvivere alle conseguenze delle loro scelte finché la digestione non avesse fatto il suo corso.
«Scegli tu per me. Sto ancora cercando di riprendermi dallo shock che la carne di Snaso sia commestibile.»
Forse lo smarrimento dato dalla scoperta non sarebbe mai passato del tutto, ma doveva provare a superare il momento distraendosi. Cercò di guardarsi intorno per vedere se, in mezzo alla bolgia di Pasqua, avrebbe riconosciuto volti noti.


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view post Posted on 6/5/2023, 19:32
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Le piacque come chiuse gli occhi l’attimo prima di proporle un brindisi.
Oliver – perché era questo il suo nome, e Adeline tutta contenta si ripeté un paio di volte nella mente quelle sei piccole lettere tutte personalizzate – aveva chiuso gli occhi per un istante soltanto e a Londra era piaciuto quel piccolo gesto – voluto o meno che fosse – per come si era svolto, per come le palpebre per un momento si erano appena strizzate calando rassicuranti? Magari buie, o no, magari accoglienti, luminose, affaticate, confuse? Erano calate in aiuto alle e sulle iridi smeraldo o avevano trascinato via di forza quello sguardo stanco dalla realtà?
Troppe domande per un gesto così piccolo, minuscolo, per un dettaglio cui, alla fine, non poteva rivolgere poi così tanta attenzione e curiosità senza apparire quantomeno inquietante, inopportuna, magari persino maleducata.
Le dispiacque non poterlo fare.
La realtà d’altro canto scorreva veloce, come un fiume in piena: -Se avessi bisogno di qualche capo di vestiario potrei procurartene qualcuno - rispose di getto, sincera, sentendo le orecchie in fiamme l’istante successivo. Doveva smetterla di offrire a persone completamente sconosciute le più disparate cortesie random - procurare dei vestiti incluso accidenti.
Anche se, a dirla tutta, l’ultima volta che le era capitato di proporre una gentilezza di questo genere si era in realtà offerta di togliersi direttamente la propria di maglia.. per i suoi canoni dunque, una cortesia che avrebbe evitato di svestire lei era quantomeno un passo in avanti.
-Sei molto gentile ad ogni modo, grazie.-
Riuscì poi a dire sorridendo mite, cercando di passare sopra alla sua stessa stranezza - beh, quel che vi pare – le orecchie ancora incandescenti nascoste tra le ciocche dorate dei capelli.
Per fortuna l’istante successivo l’universo le venne in soccorso: la realtà, come sopra, scorreva veloce – e mentre il cuoco suo aiutante non solo era tornato dai tendoni di rifornimento ma già aveva iniziato a destreggiarsi tra carne, marinature e contorni – altri maghi e streghe come un’ondata inaspettata, sorpresero Adeline avvicinandosi tutti insieme.
Camillo – si presentò il primo arrivato – la fece sorridere ancora, per l’entusiasmo con cui si rivolse prima ad Oliver, chiaramente una sua vecchia conoscenza, poi persino a lei: -Piacere Camillo, io sono Adeline.- rispose infatti contenta, la mente che tornava a frammentarsi per il quantitativo di informazioni, dati ed azioni a cui doveva doveva? prestare attenzione, un’altra ondata di leggero tremore a fior di pelle -Si chiama paura dolce Adels..- ma al contempo sinceramente lieta di quell’inaspettato gruppetto appena formatosi.
Camillo portava con sé cibo e compagnia – e mentre Adeline cercava di tenere d’occhio la preparazione dei suoi spiedini -Merlino benedica lo staff dell’evento -, ascoltava lo scambio di battute e osservava gli spiedini a base di pesce appena offerti troppi stimoli, troppi troppi - una mano le venne incontro con, qualche battito di ciglia più sopra, un bellissimo sorriso abbinato: Londra strinse la mano della strega, sorridendole di rimando, rincuorata dalle sue parole – per quanto forse di circostanza se non ben altro ma su questa possibilità il cuoricino vagamente agitato dorato di Adeline non volle soffermarsi -Figurati, mi fa piacere conoscere persone nuove.-
Ed era sincera, anche questa volta.
Era disabituata, con l’inconscia paura di deludere e ferire in qualche astruso modo tutti loro, ma era sincera: non era mai stata più felice di così, in effetti.
-Mi fa piacere conoscere voi - si corresse infatti l’attimo seguente, riflettendo su come d’altro canto, avendo ben presente che genere di feccia circolasse nel mondo magico, sarebbe potuto capitarle ben di peggio -Adeline.- ripeté quindi, inclinando appena la testolina dorata.
Sapeva di stare perdendosi infiniti dettagli di ciascuno di loro – e questo la tormentava più di quanto avrebbe mai voluto ammettere – per riprendere quindi un attimo in mano le briglie della propria agitata e personalissima marea si volse concentrandosi per qualche istante sul suo preparato.
Il cuoco in maglietta azzurra – lo aveva già santificato, non è così? – l’aveva aiutata e non poco: gli spiedini erano già stati preparati e messi sulla griglia, con la carne marinata ed il contorno in preparazione.
Adeline bevve un sorso di vino, la mente calcolatrice in azione anche se l’attenzione focalizzata saltellava iperattiva dalle preparazioni in corso alle voci attorno a lei.
Londra chiuse gli occhi, cercando di rendere conosciute le voci, le presenze, cercando di adattarsi a quell’improvvisa non-solitudine non protetta, soprattutto, dalle relazioni formali cui era tanto abituata a lavoro.
-Se possibile non esageri con l’aceto balsamico nell’insalata – potrebbe non piacere l’intero piatto se troppo intenso – e mi passa il Whisky per favore? - altro rapido sorso dal suo bicchiere -Camille immagino che tu non possa decisamente avere a che fare con gli alcolici, sbaglio?- ridacchiò, rivolgendosi alla strega seduta accanto a lei.
Avrebbe sfumato solo qualche spiedino con la bottiglia, in caso la ragazza – o chiunque altro, in effetti - avesse voluto assaggiare qualche cosa.
-Siete tutti studenti?- chiese infatti poco dopo tornando a rivolgersi al gruppetto, contenta che il cuoco oltre ad essere particolarmente bravo seguisse anche gentilmente le sue richieste -In tal caso dovete dirmi qual è la vostra materia preferita- alzò il dito indice con finto fare serioso -E perché proprio Pozioni.-
Ridacchiò da sola – avrebbe sfruttato il momento delle risposte per allungarsi e prendere uno degli spiedini poco prima offerti, intingendolo in una salsa a caso e lasciando così la propria vita in mano al fato.
Il sapore era.. particolare.
Diciamo intenso, ecco, il che portò – mentre lo sguardo bicromo seguiva una nuova figura avvicinatasi al gruppo ..
-Sembra una preparazione alquanto complessa.-
Londra tossì a bocca chiusa, coprendosi la bocca quasi strozzandosi, fondamentalmente prima di riuscire a riprendere fiato e rispondere al mago appena sopraggiunto: -Non poi così tanto, davvero.- cercò di sorridere anche a lui, sebbene l’occhio verde fosse inconsciamente strizzato in risposta al sapore del boccone ancora sulla lingua – era amaro, decisamente, e la salsa piuttosto speziata che aveva casualmente abbinato faceva un effetto strano al palato della londinese.
Sospirò appena, rivolta a quello spiedino che comunque avrebbe terminato - sia mai che offendesse o ferisse in qualsiasi modo il ragazzo che li aveva preparati e persino così cortesemente offerti -Tu sei troppo grande per frequentare ancora Hogwarts.- aggiunse quindi tornando a prestare la giusta attenzione al nuovo venuto, ricollegandosi alla domanda posta poco prima ai ragazzi.
Sorrise.
-Ma non abbastanza per non apprezzare Pozioni.-
Cosa?
Qualcuno ha detto “fissazione” o “sìstagiàpensandoalcolloquio”?
Ah, ecco.
Perché avrebbe ragione.
Nel frattempo, una nuova rossissima testolina fece il suo ingresso: Adeline la vide addentare lo spiedino preso al volo e trovò bellissima l’espressione sul suo volto poco dopo, così come il suo intervento: -Anche io ogni tanto seguo la rivista! Ma ho chiaramente perso quell’articolo.-
Spalancò gli occhioni, indecisa se lasciarsi prendere dal dubbio e dal terrore o se dal divertimento.
-In ogni caso se vi fa piacere, qui ho usato anche del comunissimo pollo..- fece spallucce, dondolando un poco sui talloni.
..Chissà come ne sarebbe uscita da quella giornata di festa e scorribande.
Chissà se ne sarebbe uscita.



Interazioni: Oliver, Camillo, Camille, Daddy, Eloise - spero di aver incrociato tutti decentemente :coss: :<31:


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view post Posted on 7/5/2023, 16:51
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Triste, come chi ha perso il nome delle cose.

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CodiceScintille e coriandoli di sorrisi e risate. Sentivo l'affetto, come se tutto intorno a me facesse vibrare l'aria d'amore. Come se tutti liberassero l'anima per rendere delicate e frizzanti le carezze di un vento che non soffiava, ma andava a spasso; e non era prerogativa della mia cerchia ristretta, ma un sentimento che avvolgeva tutto il villaggio in un morbido abbraccio. Ero, felice. Ero, per la prima volta, spensierato. Per la prima volta dopo tanto non mi sentivo in gabbia, niente sbarre alle finestre, né pietra ruvida a serrarmi in una prigione accademica. Verde, azzurro. Prato e cielo. Una cornice che mi rendeva arbitro e sovrano delle mie decisioni, un campo su cui mai avevo veramente giocato e che, anche quando simulato, si beffava di ciò che era piú vero. L'invidia di un falso contrapposta allo splendore noncurante dell'opera autentica. Tutt'intorno, vita.
Oliver, tu mi avevi aiutato a svincolarmi dalle manette che mi cingevano i polsi. Il vassoio con le vivande ora era sospeso, per mezzo di un incantesimo lanciato dalla tua stessa bacchetta. Occasione perfetta che mi permise di ricambiare, come si doveva, la stretta cerimoniale. Volevo darti anche un bacino, lo confesso, e ancora indago sulla ragione. Mi trattenni per non risultare troppo espansivo e ciò mi permise di ringraziarti parole, di non sentirmi costretto a dire "No Homo". Le usanze dei giovani andavano osservate ancor piú di quelle che chi ci aveva preceduto, ci aveva anche imposto.
Camille, tu eri arrivata insieme a me e ne fui lieto. Nel giro di presentazioni, non potei fare a meno di notare la cortesia con cui voi, miei preziosi amici, avevate stemperato l'intrusione, l'azzardo. Le menzogne, bugie bianche. Due. Era quindi la gentilezza intrinseca di voi studenti, compagni, a mitigare il mio avvento o fu per via di un tacito accordo sociale? Non mi soffermai troppo su quel pensiero e tranciai di netto la consuetudine, riservando a te, nuova conoscenza dal nome grazioso, un gesto degno di fede.
«Mentono entrambi, senza pudore. Non c'è fortuna, né tranquillità, nel tuo futuro immediato. Solo il caos di cui sono agente ed emissario». Parole che pronunciai con leggerezza d'animo ed una formula astrusa fortemente influenzata dalla mistura di sostanze che mi alterava. Inaspettata, effervescente. Fu cosí anche per me. Solo allora mi resi conto di quanto fosse ampia l'estensione del danno, ma non ci diedi il peso dovuto. Non mi importava. Ti sorrisi, come a suggerirti che le mie parole erano guarnite con ironia a volontà, quella leggera, che si posava lieve sull'anima invece di graffiarla.
Daddy, tu eri sopraggiunto con un lieve ritardo. Mi voltai, staccando gli occhi dagli amici, dalla griglia, per scoprire che il drink che avevo scelto con cura e con amore, ispirato dalla tua opera culinaria e dalla tua persona, non era insieme a te. Ti domandai, quindi: «Mio dolce Tooblerone, che fine ha fatto il Filtro d'Amore Ardente? Non te lo sarai già sciroppato, dimmi di no, ti prego».
La curiosità che ti rivolsi era stupefatta, tanto quanto lo ero io, ma al contempo genuina. Ci rimasi male, in tutta onestà, temevo avessi ignorato il mio gesto volontariamente per portare avanti qualche ripicca nei miei confronti. Deplorevole, traballante. Sgraziato. Pregai di sbagliarmi, e sperai nell'ipotesi meno dolorosa. Era del tutto inutile portare avanti quella guerra insensata tra noi, ancorché la tua lingua e le tue corde tentavano insistentemente di profanare la mia reputazione. Non esisteva, in verità, freccia piú acuminata e lama piú tagliente, che potesse nuocermi piú di quanto già non mi nuocessi io dal profondo. Ci posai un cerotto sopra, noncurante del tuo maldestro tentativo di spillarmi sangue amaro.
A quel punto, mia già cara Adeline, ascoltai la tua domanda di natura pozionistica e mi presi il mio tempo per riflettere. La trovai curiosa e la curiosità trasparí dal mio volto. Le sopracciglia alzate oltre le lenti rosa, gli occhi assottigliati che ti studiavano nei minimi dettagli, come se il tuo sorriso o il modo in cui giravi gli spiedini sulla griglia avessero potuto darmi le risposte che cercavo. Quando mi sentii pronto, non feci in tempo a confessarmi. Venni interrotto dall'orribile visione scaturita dal tuo assaggio. Per quanto ci provasti, e te ne sono grato, era palese ai miei occhi quanto fossi disgustata dalla carne di Avvincino.
«Comunque non sei obbligata a fartelo fuori se non ti piace; credo ti stia facendo sfarfallare una palpebra». Avrei voluto, non ti mento, che lo abbandonassi lì, in balia del suo destino. Quale senso aveva tentare di dargli il colpo di grazia, se c'avesse pensato prima lui a graziare te? Già mi immaginavo il coroner in lacrime: "morte per amarezza croccante". Non dissi altro, ma abbozzai un sorriso divertito, lasciapassare tiepido che ti avrebbe condotta verso altri sapori in attesa. Del resto ti avevo avvisata, solo Caos da me in avanti.
Me ne stavo lì, come un pupazzo logoro nell'animo, a rimuginare sul sipario che calava sopra il dramma culinario del mio manicaretto, quando la mia pelle venne accarezzata da una brezza elettrica. Percorse le braccia e scese fino a metà della spina dorsale, tracciando un presagio intricato e ben tirato, fatto di aria e di aria soltanto, quella che solitamente preannunciava la tempesta. Vedevo l'ombra allungarsi sul prato verde, distendendosi timidamente come un telo nero, la silohuette di una figura sottile che mi arrivava alle spalle, l'angelo della morte venuto a portarmi via. E morii, per un istante, abbandonato all'eco di sussurri lontani, sbuffi di vento tra le fronde degli alberi, come a darmi l'addio. Ma proprio quando mi sentii perso, proprio quando mi sentii pronto ad accogliere il mio destino, l'inesorabile mutò il suo corso. Non vi fu tempesta, né abbandono. Il cielo e la terra si erano tinti di una luce inaspettata, sulle tonalità del lilla, del rosa, del turchese e del rosso, come le fiamme del crepuscolo appiccate tra i campi profumati di papaveri. Una nube cupa e minacciosa, che si schiudeva, lasciando sfilare raggi simili a sogni, affinché si attorcigliassero tra le pieghe di stoffe pastello. Così, nell'abbraccio di quella bellezza inattesa, mi lasciai cullare dal vento in un respiro intriso di nostalgia.
«Eloise, mia cara e temeraria amica, quella è a tutti gli effetti carne di avvincino, ma per quanto mi piacerebbe darmi ai fornelli, ho ricevuto diversi pareri contrastanti. Verdetto?» Ti dissi, per rispondere alla domanda, e domandai a mia volta, mentre mi voltai appena per vederti piú chiaramente, constatando con piacere che almeno tu non dimostravi reazioni avverse al piatto che avevo preparato insieme ad Isabella. In effetti, erano stati diversi i feedback ricevuti, espressi verbalmente o meno. Per rincuorarmi e riprendermi dall'agguato alle spalle, mi bastò sapere che non ti aveva fatto tossire l'anima fuori dal corpo. «Comunque ciao». Ti salutai a dovere, porgendoti il pugno della fratellanza, mentre gli angoli della bocca si alzavano in un sorriso che non prometteva nulla di buono.
«Che sia carne umana o meno poco importa, l'importante è che sia… buona suppongo. A proposito, avete già provato qualcosa di preparato dallo chef?». Chiesi infine al gruppo, ricordandomi – forse mi sbagliavo – che nessuno dei presenti aveva fatto un'ordinazione dal menu.

Ȩ̷̒n̴̙͆t̷̙͒r̵̠͝o̷̙͠ ̸̫̅ṋ̷̀è̴̻l̶̳͘ ̴̩̀v̴̲͊ì̴͉v̵̝͋o̶̲̾ ̴̟̋d̵̗̽ę̷́l̶̙̅l̷̨̇a̴̗̒ ̶͇͐d̸̮͛ȋ̶͖s̶͇̈c̵̖̓ủ̴̯s̸͈͑s̷̬͗ḯ̸̠ò̶̪n̸̨͆e̸̻͝ ̷̟̎C̴̝͘ã̷̖ṃ̷͝i̷̙̿l̴͓̃l̸̘̔o̸̬͗ ̵̞͊ẻ̸͎ ̷̎ͅd̴͚̈í̶̤c̶̬̽o̵̞͐ «V̴̤͋ä̸̘́d̷̼̔ȯ̷̤ ̷̫͊ä̷̫́ ̸̯͒p̵̞̈́r̸̲͒e̸͖̍ņ̴̾d̵̬̑é̵͍r̵̪̄v̵̘̍i̷̹̓ ̴̛̫q̴̢͌u̸̟̓á̷̢l̷͕̎c̵̢̓ö̶͍s̴̯̀a̵͙͒ ̴̯̂ā̸̖l̴̜͆ ̷͚͋v̸͔̓o̷̩̿l̵̘͗ǫ̵͐,̷͉̓ ̷̨̂ṱ̷̆o̴̦̿r̶͍̈́n̷̪̆o̸̤̓ ̴̞̎c̷̫͂ǫ̸͘n̶̹̊ ̷̞̀u̷̝̓ṋ̸̓ ̵̔͜v̴̬̚ä̶̳ṣ̷̓ş̷̇o̵̱̽ĭ̴͍ö̶̜ ̵̆ͅd̶̗̊i̴̡̅ ̸͓̓a̵̱̾s̵̱͌s̷̙͠a̴̼̒g̸͇͝g̶̾ͅị̸̌,̵̩̌ ̴̼͗ä̷͈́v̷̙͝e̸̪̍t̵̩̍ē̷̘ ̸̱̈́d̸̢̾ę̶̋l̸͉̇l̴͇͘e̷̡̍ ̶͉͘ṗ̶̧r̷̤̋e̶̝͐f̷̼̐e̸̘͘ŕ̸̞ë̶̡́n̸̰̅ẓ̷̈́ȩ̴̔?̷̬́» ̸̼͊e̶͉̾ ̴̬̚a̷̤̾t̸̯̑t̵̲̀e̷͎̐s̶̮͛ḯ̶̱ ̵͙̉ļ̴̎a̴̿͜ ̵̢̌ŕ̴̭į̷͊s̷̛̮p̶̩̏õ̶͇ṡ̴͍ẗ̸̼́a̴̡͊?

Rimaneva in sospeso la domanda sulle pozioni. In effetti non avevo mai compreso se mi piacesse o meno come materia. Odi et amo. Ero piú bravo con la chimica.


Interazioni: Gruppozzo (vi amo, ma spero di non aver incasinato la linea temporale)
Attività svolte:
1--Condividi con qualcuno un trucco magico che usi per semplificare la vita quotidiana
2--Fai infuriare lo chef dandogli un consiglio stupido
3--Crea e Griglia il tuo piatto ideale, non limitarti agli ingredienti dei non-maghi
4--Chiacchiera con qualcuno con cui non hai confidenza
5--Chiedi a qualcuno qual è/qual era la sua materia preferita a Hogwarts e perché
6--Assaggia 3 Pietanze diverse (e descrivi brevemente l'esperienza)
7--Condividi con gli altri un viaggio o un'avventura che vorresti intraprendere nel mondo magico
8--Balla una canzone sparata dal DJ (cercatevi una playlist da qualche parte, tanto la musica è tutta uguale)
9--Chiedi a un compagno di grigliata quale sarebbe il suo mestiere ideale nel mondo magico se non avesse vincoli di alcun tipo
10--Decreta la tua preferenza tra due bevande diverse



Traduzione:
Entro nel vivo della discussione Camillo e dico «Vado a prendervi qualcosa al volo, torno con un vassoio di assaggi, avete delle preferenze?» e attesi la risposta?
 
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view post Posted on 7/5/2023, 23:54
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Horus R. Sekhmeth

24yrs
cursebreaker


« Ned ma sei… sei… sei verde! »
Ned Lynch appare da dietro l’uscio con lo stesso colorito di un Gallese. Ha gli occhi gonfi di chi non ha dormito nemmeno un minuto e un fazzoletto premuto sulla bocca.
« Chissà… per colpa di chi… » Biascica reprimendo un palese reflusso.
« Io?!? » Mi metto una mano sul cuore, ma non riesco a trattenermi dal ridere, come se ieri sera al pub non l’avessi sfidato a bere due pinte di disgustosissima birra di Bubotubero. Mentre lui la mandava giù —a suon di “bevi, bevi, bevi!”— io l’ho astutamente rovesciata in una pianta vicino al nostro tavolo per rimanere lucido abbastanza per godermi l’effetto sul mio amico. Pessimo, lo so.
« Immagino che alla grigliata ad Hogsmeade non ci sarai… » L’azzardo e Ned per poco non vomita di nuovo l’anima al solo pensiero. Barcolla e si lascia cadere sulla sedia della cucina, ma io non riesco a frenare un sorriso sadico.
« Tu sei… matto… ma come fai a stare così bene? » Fa una pausa, chiude gli occhi e deglutisce. Povero Ned, comincio a sentirmi quasi in colpa. Quasi.
« Che ti posso dire… lo reggo bene! » Mi giustifico con un’alzata di spalle. Lui mi guarda di sottecchi da sopra il fazzoletto. « Tu? Reggi bene? Ma che figlio di… » Rido, ma continua a guardarmi malissimo. Decido di togliere le tende e mi riprendo la giacca di jeans che avevo lasciato sullo schienale della sua sedia.
Ora comincio a pentirmi di averlo sfidato: quando abbiamo deciso di andare alla grigliata, Ned era entusiasta e mi dispiace essere stato artefice di questa disfatta.
« Ma possibile che tu non conosca nessun incantesimo contro la sbornia? Vuoi che… »
« NO! Tu e gli incantesimi curativi siete agli antipodi… non mi fido… Piuttosto, provo il rimedio di succo di Mandragola che mi ha consigliato Isa… Tu vai… ti raggiungo dopo. Forse. »

Mi trovo a guardare un omone gigantesco sentendomi, al suo confronto, un pulcino minuscolo. A dir la verità, ancor prima della montagna di muscoli che lo compone, ho notato prima gli spessi calzini di spugna indossati con grandissimo garbo in sandali con allacciatura a velcro di gusto piuttosto discutibile. Ci ho messo qualche minuto a rendermi conto che il mago mi stava fissando con un sorriso a trentadue denti che, anziché tranquillizzare, ha fatto piangere un bambino che una madre portava in un passeggino alle mie spalle.
« Salve… » Rispondo un po’ confuso. Alle sue spalle ci sono diversi banchetti e l’odore di carne arrostita aleggia nell’aria facendomi venire una gran fame. Una leggera musica indefinita riempie l’aria ma è appena percepibile al di sotto del chiacchiericcio. Un po’ a disagio, mi passa per la testa il pentimento di essere andato comunque a questo evento senza il prezioso supporto rompighiaccio di Ned che, poveraccio, ho davvero messo KO. Ma ormai memore di tutti i cazziatoni che lui e Isa mi hanno fatto, mi stringo nelle spalle e leggo il foglio che il bodyguard della grigliata mi ha ficcato in mano trillando un: “una splendida giornata per grigliare qualche Snaso, non trovi?”
In effetti, penso mentre curioso fra i banchi, non sono proprio sicuro che grigliare uno Snaso sia una gran trovata… gli Snasi mi piacciono e mi sembrerebbe quasi di mangiare un Crup.
Rabbrividisco, ma mi lascio tentare da un cartellone che descrive le delizie di uno spedino di Fwooper. Ecco, magari quella specie di pollo… Mi avvicino e osservo un Mago che aggeggia con erbe aromatiche spillandole con due dita su di una bistecca alta quattro dita mentre dei coltelli a mezz’aria fanno il filo alle lame. Capisco, dagli sguardi ammirati di chi mi circonda, che deve essere uno chef piuttosto famoso e sta tenendo una dimostrazione. Ora parla con una Strega affascinata, ora con un Mago mingherlino che chiede consigli sull’esatta funzione di una brace di lanterna di Marciotto. Dopodiché spulcia all’interno di un calderone e ne estrae un fascio di… alghe.
ALGHE?
Arriccio il naso: l’odore pungente di lago mi fa sentire per un attimo come Ned con la sua sbornia. So che devo farmi gli affari miei ma quando sento urlare dietro di me:
“GENIO!!!!!” Non posso fare a meno di voltarmi e guardare stralunato il tizio esaltato che commosso guarda lo chef come fosse un’apparizione divina.
« Alga putrefatta di Avvincino su quel ben di Dio di bistecca? … Perché non mangiarla così com’è? Troppa avanguardia? »
Mi scappa quest’osservazione in maniera talmente naturale che quasi non me ne accorgo. Del resto, il puzzo lacustre insieme all’odore dolciastro di una bistecca di Erumpent mi ha colpito come un pugno in piena faccia. No no, blasfemia pura! Eppure lo chef deve non aver gradito perché sbotta come una teiera. Comincia a lanciare improperi talmente coloriti, da far vergognare pure la sua bistecca. Io, soddisfatto del mio operato e della zizzania che ho messo nel gruppetto di rincoglioniti, mi defilo.
Mentre me ne vado ridacchiando noto un capannello di persone. Non ci bado lì per lì, ce ne sono tanti sparsi per il giardino, ma mi accorgo di una voce voce che conosco fin troppo bene e che ha infestato i miei incubi per diversi anni della mia permanenza ad Hogwarts. Emerge dal cicaleccio confuso e, come calamitato, mi dirigo verso il gruppo.
« Ma guarda guarda che bella riunione… » Sogghigno quando noto i capelli sfavillanti di Eloise. La mia attenzione però è diretta alle spalle del ragazzo che mi è davanti. Carico il braccio e SPAPAM. Schiaffo una rumorosa manata, potenzialmente destabilizzante —e mortale—, sulla groppa di Camillo Breendbergh.
« CAMILLO! Guascone! Come stai? »
È una vita che non lo vedo e non lo sento e di certo non è proprio questo il modo in cui lui ha imparato a conoscermi, ma sono passati diversi anni. È stato la mia croce e la mia delizia, tanti guai tante quante risate è stato in grado di strapparmi. Non so se è l’aria allegra o uno strano profumo nell’aria, ma mi sento piuttosto a mio agio. O forse, semplicemente, sono solo io che sono cambiato.
Alzo lo sguardo e saluto i presenti, se non altro per questione di cortesia… credo? Del resto ho quasi accoppato Camillo.
« Scusate l’interruzione. Sono Horus. Ero un compagno di casata di Lillo. » Mi rendo conto di esser piombato in scivolata, perciò cerco di rimediare con un cenno della mano alla graziosa ragazza con un’espressione vispa sul visetto e alla giovane strega dallo sguardo acceso da due iridi brillanti e sorprendenti nella loro diversità. Poi mi rivolgo alla mia amica di (s)ventura. Dopo il ballo, ho fatto assolutamente finta che niente fosse successo e che tutto andasse alla grande. Ed Eloise ha fatto lo stesso. È per questo che la adoro: non chiede, capisce al volo.
« El! Chissà perché sospettavo di trovarti qui a gozzovigliare. E, oh, ma guarda Oliver, ciao! Da quanto tempo! » Sorrido, divertito, alla mia amica e al mio ex collega Caposcuola. Mi dimentico della mia ultima, terribile esperienza allo scorso ballo e mi concentro solo su questo momento, genuinamente contento di rivedere facce note. Poi spalanco gli occhi e indico, sorpreso, il mago davanti a me.
« Daddy? Daddy Toobl? » Questa, poi! Il miglior/peggior rivale che ho mai avuto sul campo di Quidditch; le botte che ci siamo dati in volo non si possono minimamente contare quasi quanto le impronte delle nostre spallate sui reni. E poi, ogni tanto, mi ricordo ancora di quando eravamo totalmente fatti di SogniSvelti Brevettati: un’esperienza che ho segnato negli annali.
« Incredibile, non sei cambiato di una virgola! Bello vederti. » Gli porgo la mano, in segno di tregua, dopo tutti questi anni.
Interazioni: gruppone


Cucù :fru:

La pacca che dà Horus a Lillo:

GaCYMpe


Attività svolte
1--Condividi con qualcuno un trucco magico che usi per semplificare la vita quotidiana
2--Fai infuriare lo chef dandogli un consiglio stupido
3--Crea e Griglia il tuo piatto ideale, non limitarti agli ingredienti dei non-maghi
4--Chiacchiera con qualcuno con cui non hai confidenza
5--Chiedi a qualcuno qual è/qual era la sua materia preferita a Hogwarts e perché
6--Assaggia 3 Pietanze diverse (e descrivi brevemente l'esperienza)
7--Condividi con gli altri un viaggio o un'avventura che vorresti intraprendere nel mondo magico
8--Balla una canzone sparata dal DJ (cercatevi una playlist da qualche parte, tanto la musica è tutta uguale)
9--Chiedi a un compagno di grigliata quale sarebbe il suo mestiere ideale nel mondo magico se non avesse vincoli di alcun tipo
10--Decreta la tua preferenza tra due bevande diverse


Edited by Horus Sekhmeth - 10/5/2023, 20:49
 
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view post Posted on 8/5/2023, 06:26
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Sometimes I can feel my bones straining under the weight of all the lives I'm not living.

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⏵Rivolto a Memory
⏵Ingresso; zona buttafuori

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I
n piedi, vicino all'entrata della sala comune, Niahndra aveva salutato Memory con un grosso sorriso e lo sventolio di una mano.
«Siamo pronte per partire? Sembra che un sacco di gente sia già lì!»
E non stentava a crederlo. Da che mondo e mondo la promessa di cibo e bevande gratuite non attirava orde di curiosi e affamati? Se poi al mix si aggiungevano una giornata soleggiata e musica sparata a palla si aveva la ricetta perfetta per il successo. O per il disastro, a seconda dei punti di vista.
«Ti giuro, ho lo stomaco che è una voragine. Ho saltato la merenda per avere più spazio per mangiare»
Niahndra si picchiettò il ventre col palmo della mano per un paio di volte, come a voler enfatizzare il suo livello di dedizione per quella giornata. «Secondo te faranno gli spilorci con le porzioni? Con la scusa che è cucina gourmet e quelle boccinate lì...»
Venne indirizzata un'occhiata alla compagna, come ad assicurarsi che fosse presente e partecipe. Con lei, Niah cercava di avere un occhio di riguardo e sforzarsi un po' di più ad uscire dal proprio guscio; ma non avendo ancora esattamente affinato le sue doti sociali —dubitava ci sarebbe mai riuscita in toto— non voleva correre il rischio di esagerare sull'altro versante.
Se non altro, la traversata in sella alle scope le avrebbe offerto la scusa perfetta per prendersi qualche minuto di silenzio e schiarirsi le idee in volo. Era abituata a volare con Memory, anche se usualmente era sul campo da quidditch invece che sopra la carraia e la boscaglia che separavano i cancelli di Hogwarts dal villaggio magico poche miglia più in là.

«Vedo dei tendoni laggiù!» Gridò dopo diversi minuti a Memory, un dito puntato verso la radura in cui la grigliata era stata allestita. L'aria aveva l'aroma pungente di brace. «E senti che profumo...»
Inclinò docilmente il manico verso il basso preparandosi alla discesa, poi con un saltello tornò di nuovo a terra. «Ma guarda lì che roba». L'alzata di sopracciglia che regalò a Memory tradiva la sua sorpresa. L'evento era stato preparato in grande stile, come si deve, e c'era già un nugolo nutrito di persone.
Si affrettò a seguire la compagna di casata subito dopo aver assicurato la Firebolt alla rastrelliera adibita, mentre con un occhio iniziava a squadrare l'imponente figura del buttafuori. La tensione che le percorreva le spalle si sciolse al volo quando il sorriso dell'omone contagiò anche le sue labbra. Lo ringraziò della pergamena, prima di realizzare che non si trattasse di una mappa del luogo.
«Maddai, pure la lista di attività. Avevano paura che ci annoiassimo?» Una risatina le sfuggì dalla gola mentre scorreva con gli occhi il foglio. Perché poi avrebbe dovuto indispettire il tizio che le preparava il cibo (col rischio che le sputasse pure nel piatto) sfuggiva alla sua comprensione. Però, si trovò a considerare, a voler mettere i puntini sulle 'i', tecnicamente stava già chiacchierando con qualcuno con cui non aveva confidenza, no?
«Vabbè, ci penserò dopo, adesso ho troppa fame. Tu che mi dici, Memory; missione cibo?»
 
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view post Posted on 8/5/2023, 18:39
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wild goose chase
You can't make an omelet without breaking some eggs
Lo spiedino – che sia pollo, fenice oppure fwooper – appare innocente, oltre che delizioso. Diventa difficile credere possa essere carne di una creatura a me tanto vicina, eppure per rispetto (o forse per un soffio di paura, devo ammetterlo) mi limito a scuotere gentilmente il capo. No, non fa per me. Immagino d'un tratto gli occhietti vispi di Cassandra, l'espressione violenta di chi pone in sfida: mangiami, sottintende, e io perseguiterò i tuoi incubi. La spalla, in effetti, pizzica velocemente, un po' come se lo spettro del mio fwooper fosse piombato lì seduta stante – l'impronta degli artigli è passeggera. Senza dubbio sarà l'effetto dei funghi, non avrei dovuto abusare tanto a lungo. Accosto la bocca al calice di vino, assaporo l'ultimo, abbondante sorso: è un gusto cui potrei fare l'abitudine, sebbene non sia mai stato un esperto bevitore. Ho già voglia di provare altro, più attratto dalla sensazione ovattata della mente che dal gusto degli alcolici. Anche la carne mi delizia, le braci scoppiettano oramai di così tanti profumi speziati da lasciare l'acquolina in bocca. Ma no, non inizierò con uno spiedino. Sorrido di sfuggita al tuo commento, Adeline. Non hai tutti i torti, è un po' bizzarro per me pensare di avere un armadio traboccante di vestiti (ho perfino un copricapo del troll, mai usato in tutta la mia vita), e rubare tuttavia una felpa colorata dal baule del mio coinquilino. Un tempo, vorrei dirti, sapevo scegliere ogni capo d'abbigliamento con cura maniacale, nell'abbinamento di colori e di stoffe pregiate. Ora, invece, è una forma casuale che condiziona il ritmo di un'esistenza altrettanto caotica. Scuoto appena il capo a mo' di divertimento, segnalando nitidamente di non averne bisogno, ma di ringraziarti. Non ho idea del perché mi stia soffermando sulle tue parole, in qualche modo mi hanno colpito. Provo imbarazzo per il sottile strato di barba che vela le mie guance, per la carnagione diafana e per le palpebre continuamente stanche. Ho conosciuto giorni migliori, Adeline. Ti sorrido ancora.
«Ciao, Donna Camilla.» Oh, è un gioco tutto nostro. Il tuo arrivo mi mette di buon umore, mentre abbandono il calice oramai vuoto sul tavolino più vicino. Lascio che il cappuccio scivoli via dal capo, completamente, liberando ricci in disordine. Il sole è piacevole oggi, non potrei chiedere di meglio; perfino il ticchettio della pioggia si affievolisce, è memoria lontana. O forse, mi dico, è soltanto in attesa.
Non c'è fortuna, né tranquillità, nel tuo futuro immediato. Forse è il tuo inciso verso Adeline a sorprendermi, Camillo. Mi spinge a cercare il tuo volto, ad arricciare la bocca in un ghigno. Cos'è che vuoi dire? Probabilmente nulla. I miei pensieri si fanno complicati, è un gioco cui non sono partecipe. Colgo la palla al balzo, dandoti un altro buffetto delicato sull'avambraccio. Qualcuno direbbe tu sia una pignatta, una di quelle belle, piena di caramelle. O forse un tiro a bersagli, a tua scelta.
«La materia preferita di Camillo è Divinazione, a quanto pare. Ti prego, leggimi le carte.» Infilo una mano nella tasca della felpa, sollevo un lembo: all'interno vi nascondo un mazzo di pergamene dorate, hanno strane decorazioni in superficie. Sono i miei tarocchi, potrebbero sembrare altro. Magari carte francesi. O semplici figurine delle cioccorane. Ti faccio l'occhiolino, quasi un segreto tra noi.
«Daddy— Professor Toobl.» Mi correggo all'istante, troppo legato a memorie di divertimento e d'affetto. La festa comincia ad affollarsi e io, tutto sommato, sono contento. Potrebbe essere una delle prime occasioni in cui non senta il desiderio di scappare, di isolarmi. Per di più, lo ammetto, la battuta mi ha fatto ridere.
«Dovremmo dire Difesa Contro le Arti Oscure?» Arriccio il naso, è una lusinga che porta con sé una nota ironica. Per noi studenti il riferimento sarà lampante.
«Forse è Cura delle Creature Magiche, per me. Ecco perché sono qui.» Per mangiarle tutte. Il paradosso è tanto sinistro quanto sottile, non ci capisco più nulla. Inizio ad avere fame, mi accorgo di aver posto la stessa domanda – e la vostra materia preferita? – un po' in via generale. Nel frattempo, è una processione di volti familiari che mi spingono ad una cantilena gioviale, di ciao, come stai, è bello ritrovarti, ma davvero, e perché, e dove sei stato. O forse è un'accozzaglia di frasi a metà, addolcite da un sorriso perlomeno sincero. Eloise, Horus – Horus? Oh cavolo, penso. Non ricordo quando sia stata l'ultima volta che ci siamo visti. Mi pervade una nostalgia cui sono avvezzo, per un attimo torno indietro nel tempo. La spilla, le ronde notturne, e tanto, tanto altro. I dormienti, oggi, mi rendono pasto ghiotto del cuore. Mi allontano a passi rapidi, un po' forse in modo inusuale. Scappo? Un saluto e via col vento? In realtà, ho adocchiato un vassoio di shottini nelle immediate vicinanze. Mi ci fiondo come una saetta, masticando giustifiche e ringraziamenti verso il poveretto che presto perde possesso dei bicchierini.
«Ne vale la pena, ti regalerò uno Snaso.» Cosa? La voce dell'altro mi accompagna, un po' maledicendo, un po' minacciandomi. Non ha importanza, mi dico. Gli porto via il vassoio con una tale fretta che uno shottino scivola via, riversandosi lungo la mia mano e gocciolando verso il basso. Non è una grande perdita, ad una conta rapida credo che i bicchierini siano sufficienti per tutti. Sul vassoio ci sono anche altre bevande, i colori sono scintillanti mentre intrappolano i raggi del sole. Torno al gruppo, infatti, con l'espressione giocosa di una volta. Mi mancano i momenti di feste simili, è un po' come un omaggio al passato.
«Propongo un brindisi, shottini per tutti.» Lascio scorrere il vassoio verso un lato, invitando gli altri a partecipare. Che sia un alcolico oppure un tè, c'è un drink per chiunque lo desideri. Non conosco i nomi delle bevande, ma il mio ha una venatura di tramonto, rossa e ambrata. Una buccia di arancia fa capolino dal bordo, è un superalcolico che si chiama Lacrima di Fenice. Lo scoprirò in seguito, quando il gusto di agrumi mi travolgerà in modo fresco, quasi pungente; quando mi delizierà al punto da preferirlo al Vino della Sventura, nel primo confronto, portandomi a volerne un altro. Per ora, però, il drink è luminoso, sollevandolo.
«Io conosco soltanto un brindisi stupidissimo.» Mi schiarisco così la gola.
«Che tu sia una fenice oppure un pappagallo, in alto il calice, che la festa sia uno sballo!» Se non fosse per la combo di funghi e alcolici, starei già correndo verso la foresta. Allungo il bicchiere, cercando gli altri.

Interazione gruppone di gentaglia bella gente


sfide in corso
1--Condividi con qualcuno un trucco magico che usi per semplificare la vita quotidiana ✓
2--Fai infuriare lo chef dandogli un consiglio stupido
3--Crea e Griglia il tuo piatto ideale, non limitarti agli ingredienti dei non-maghi
4--Chiacchiera con qualcuno con cui non hai confidenza ✓
5--Chiedi a qualcuno qual è/qual era la sua materia preferita a Hogwarts e perché ✓
6--Assaggia 3 Pietanze diverse (e descrivi brevemente l'esperienza)
7--Condividi con gli altri un viaggio o un'avventura che vorresti intraprendere
8--Balla una canzone sparata dal DJ
9--Chiedi a un compagno di grigliata quale sarebbe il suo mestiere ideale nel mondo magico se non avesse vincoli di alcun tipo
10--Decreta la tua preferenza tra due bevande diverse ✓

 
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view post Posted on 9/5/2023, 20:47
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Dove? Hosgmeade, seduta ai tavoli
Menzioni:
Interazioni:Draven + png

Guardare Draven imprecare contro il povero Chef fu davvero divertente, la Corvonero non aveva nascosto il sorrisino ilare mentre, in attesa del suo piatto, assisteva alla scena. Così il Serpino incalzava la dose polemica sugli ingredienti del piatto che assolutamente non voleva e Megan poggiava il gomito sul bancone sorreggendo la testa con la mano.
«Sicuramente sarai bravissima. E comunque più brava di lui, ci scommetto.»
Le aveva risposto Draven cingendole la vita e posando un bacio sulla sua guancia.
«Stai cercando di farti avvelenare?» aveva domandato Megan a voce bassa; un ghigno veloce, un sorriso sbieco.
Dopo aver mosso qualche passo verso la zona delle bevande, la ragazza era rimasta in silenzio ad osservare il caos che quel posto stava generando. Per quanto Lysander avesse dei seri dubbi su quel cialtrone di Vandermolen, molti di certo la pensavano diversamente.
Camminando tra i tavoli occupati da streghe e maghi, si era fatta spazio tenendosi stretta a Draven evitando di toccare i corpi caldi e le loro vesti.
«Testa di cazzo. Mi ha riempito il pane di miele! Alla faccia della sapidità…»
«Potresti tornare lì e litigarci. Magari prenderlo a pugni, eh?!»
Rispose prontamente Megan. «Cosa ti aspettavi?! Anzi che non ti ha sputato sul piatto» lo guardò di sottecchi. Aveva alzato il sopracciglio destro e lasciato uscire quelle poche parole con un’intonazione ironica. Poi allungò la mano. «Fammi sentire!» con l’indice andò a leccare via un po’ di miele e un mirtillo dal cappello del panino, lo portò alle labbra e chiuse gli occhi pregustando quella dolcezza che lei amava da morire.
«Lo adoro! Se vuoi possiamo fare cambio: ti offro le patatine e i mirtilli che scivolano via» alzò le spalle e gli sorrise allungando il palmo per prendere il piatto. Megan sapeva quanto Draven adorasse quei piccoli frutti viola e quanto la possibilità di rimediare quel panino fosse pari a zero.
«Oppure potresti dare un morso al pane e poi prendere una patatina per compensare. Pensaci. » aggiunse tornando con la mano lungo il fianco.
Arrivati alla zona delle bevande Megan percorse la lunga lista di alcolici e superalcolici presenti quel pomeriggio. L’indecisione la colse impreparata ma la cosa che più la sorprese fu l’assenza del Whisky in un cocktail elaborato. Deludente! Tamburellò le dita sul mento mentre scartava con assoluta certezza alcune bevande nella lista.
«Ti va di cercare un tavolo libero mentre ci prendo da bere? Hai qualche preferenza?»
«Sai sono indecisa. Mi andrebbe molto “l’Incantesimo Crepuscolare” ma credo che lo prenderò dopo, magari per fare bene l’ottava sfida» rispose ed iniziò a molleggiare leggermente sulle gambe, prima a destra e poi a sinistra, mimando ciò che aveva appena inteso. «Dunque andrei per una bottiglia di vino da accostare alla carne. Decisamente meglio, sì. Vada per Nebbia di Dissennatore!» annuì seguendo il filo del discorso.
«Vado a prendere un tavolo, dammi pure i piatti. Giuro che non mangerò il tuo meraviglioso panino» incrociò le dita e gli sorrise.

La ricerca di un tavolo vuoto e appartato era fuori discussione: tutti occupati. Alla fine Megan si dovette accontentare di due posti liberi al centro del perimetro.
«Scusate è libero?» disse ad una coppia di ragazze che avevano ricoperto con le loro cose personali le sedie.
«Sì certo! Scusaci è che i tavoli sono così stretti che ci è rimasto comodo appoggiare le cose lì» rispose la ragazza dai capelli corti e gli occhi verdi guardando l’amica in cerca di approvazione. Erano visibilmente alterate dall’alcol, gli occhi lucidi e le guance rosse parlavano da sé.
In realtà la spalliera della sedia bastava, disse in risposta tra sé mostrando un sorriso forzato. «Non c’è problema» rispose infine. Sistemò silenziosamente ciò che aveva in mano e prese posto.
«Ti piace questa festa?» intervenne subito l’altra ragazza: capelli biondi, lunghi, raccolti in uno chignon disordinato e occhi di un marrone sbiadito. Megan tornò a rivolgere loro attenzione, celando il fastidio per quella conversazione che non aveva di certo voglia di iniziare. Certo, sarebbe stato più facile gestirla come l’avrebbe gestita Draven. A volte invidiava la sua totale mancanza di cura nel trattare gli altri con quella strafottenza che, spesso, infastidiva anche lei. Però, in quel momento, doveva ammettere che sarebbe tornata utile se solo ne fosse stata capace.
«Sono appena arrivata in realtà» alzò le spalle per poi incrociare le mani sotto al mento guardandosi attorno e sperando che l'arrivo del ragazzo fosse a momenti.
«Ti vuoi unire o aspetti qualcuno?» insistette senza distogliere lo sguardo su di lei.
Aiuto!
«Aspetto il mio ragazzo» si limitò a dire cercando di lasciar comprendere che non aveva alcuna voglia di intrattenersi in quella conversazione.
«Ah, peccato!» continuò ancora. «Possiamo offrirti qualcosa nel mentre, però. Birra?» allungò poi la bottiglia verso Megan costringendola ad osservare il gesto e la lasciò cadere per sbaglio sul tavolino. Un tonfo. Megan cercò di prenderla all’ultimo minuto, prima che finisse a terra ma senza salvare i pantaloni ora bagnati. «Cristo santo, no! NO!» aveva alzato la voce tirandosi indietro. La sedia venne trascinata sul suolo e quasi cadde per evitare l'inevitabile. Adesso puzzava di birra ed era atroce perché la odiava.
«Oh, scusa!» rispose prontamente la bionda senza riuscire a trattenere il sorriso divertito.
«Bastava dire no...» aggiunse l’altra accompagnando la stessa risata dell’amica.
Megan tentò di soffocare l’istinto di spaccargli in faccia la bottiglia e si limitò a prendere le cose e a spostarsi da lì.
Qualche fila dietro un tavolo si era appena liberato.




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SFIDE
1. Condividi con qualcuno un trucco magico che usi per semplificare la vita quotidiana
2. Fai infuriare lo chef dandogli un consiglio stupido
3. Crea e Griglia il tuo piatto ideale, non limitarti agli ingredienti dei non-maghi
4. Chiacchiera con qualcuno con cui non hai confidenza
5. Chiedi a qualcuno qual è/qual era la sua materia preferita a Hogwarts e perché
6. Assaggia 3 Pietanze diverse (e descrivi brevemente l'esperienza) [0 / 3]
7. Condividi con gli altri un viaggio o un'avventura che vorresti intraprendere nel mondo magico
8. Balla una canzone sparata dal DJ (cercatevi una playlist da qualche parte, tanto la musica è tutta uguale)
9. Chiedi a un compagno di grigliata quale sarebbe il suo mestiere ideale nel mondo magico se non avesse vincoli di alcun tipo
10. Decreta la tua preferenza tra due bevande diverse

 
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view post Posted on 9/5/2023, 22:38
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Cosa poteva esserci di più difficile di parlare con quattro persone allo stesso tempo? Parlare con sei persone allo stesso tempo.
Non che gli dispiacesse, anzi. Dopo tanto tempo passato nel suo studio a pensare come trovare il giusto modo di rapportarsi con gli studenti, come gestire i doveri dell’Esercito e l’Ordine, poteva godersi un po’ di libertà, la possibilità di comunicare con chiunque senza mettere davanti a lui il ruolo che ricopriva.
Sorrise nel veder spuntare una piccola testa rossa fra di loro.
Era chiaro che come si diceva per Voldemort, Eloise apparì al proferire il suo nome.
Un leggero cenno di mano, seguito da un piccolo colpo di tosse al sentire quel “Gente di Zonko!”.

-Sorella Weasley.-

Sentenziò alzando il calice a mo’ di rimpatriata tra burloni.
Quante idee avevano avuto in merito a quella vita da birbanti, quanta benzina che solamente in minima parte era stata consumata.
Osservò Camille vicino a lui, consapevole che quel saluto era stato rivolto anche a lei. Sicuramente il vecchio Zonko aveva trovato in lei un’ottima aiutante e non poteva che esserne felice.
Avrebbe voluto proseguire il discorso in quella direzione, accettarsi delle condizioni di Zonko e chiederegli come se la cavava con il negozietto, ma dovette ritornare velocemente con gli occhi verso la piastra di Adeline.
Dopo qualche momento di confusione, era riuscita a rispondergli e lui, con grazia, rispose:

-Sono troppo grande per studiarci, ma non troppo vecchio per non frequentarla.-

Sentenziò con tranquillità.
In quella frase sibillina, come potevano essere gli indovinelli per entrare nella Sala Comune Corvonero, aveva detto già tutto.
Proseguendo, tolse il velo di mistero:

-Piacere, Daddy Toobl. Apprezzo Pozioni, ma sono docente di Difesa Contro le Arti Oscure.-

In quel caso fece un cenno ad Oliver di leggero disappunto quando lo chiamò professore.
Fuori dal castello era Daddy, specialmente per lui che era sempre stato al suo fianco.
Riprendendo rapidamente il discorso con Adeline, domandò.

-A questo punto immagino sia scontato farti questa domanda ma per caso la tua materia preferita era Pozioni? E perché?Non mi dire perché vuoi fare il docente di Pozioni!
Veramente sarebbe il tuo lavoro ideale nel mondo magico anche se non ci fosse alcun tipo di vincolo?-


Domandò con disinvoltura, per poi girarsi velocemente in direzione di Camillo. Sarebbe stata una veloce digressione, un piccolo momento di chiacchiera che li avrebbe avvicinati ulteriormente.

-In realtà non l’ho ancora bevuto, sta lì.-

Indicò il cocktail a pochi metri da loro, vicino alla sua piastra, intatto come era stato portato.

-Penso che per apprezzare alcune cose ci voglia del tempo, magari bisogna prima conoscerle.
Certo è che così facendo rischio che quel cocktail si rompa o me lo rubino e in questo modo non lo assaporerò mai. -


Poggiando una mano sul mento, come se volesse meditare, aggiunse:

- Forse sarebbe stato meglio provarlo e al massimo, se non mi piaceva, lo sputavo a terra.-

Sapeva che ci stava andando per l’ennesima volta pesante, ma quello era il fulcro del loro rapporto, l’estrema sintesi.
Senza proseguire oltre, allargò le braccia con disinvoltura per aggiungere senza troppe manfrine:

- Comunque finito questo, sono certo che lo andrò a prendere il Filtro d’amore ardente.
Mi inizia a stare simpatico.-


Aveva poggiato l’ascia da guerra. Definitivamente.
Non riuscì nemmeno a fare il resoconto sui punti di incontro che aveva avuto con Camillo quel giorno, che lo vide schioccare sonoramente.
Non sapeva bene se fosse stata qualche vertebra o lo spostamento insolito di qualche costola, ma quel momento gli diede modo di mettere da parte tutte le pare che era capace a farsi.
Un rapido susseguirsi di parole arrivò a lui, mentre cercava di capire bene come metabolizzare quanto era successo.
Come nelle migliori sit com Horus era apparso e gli porgeva la mano in cenno di amicizia.
Con vigore e gioia la strinse per poi dire:

- HORUS! Da quanto tempo!
Non so se prendere questa affermazione come un complimento oppure no, ma ti dirò che lo stesso non vale per te.
Sei diventato una branda, ma cosa diamine ti hanno dato da mangiare in questi anni?-


Domandò osservando il ragazzo, mentre sottolineava chiaramente la parola “branda”, tipica dei vicoletti di Camdem Town.
Essendo stati ad Hogwarts nello stesso periodo aveva potuto assimilare tutte le fasi della crescita dell’Ex Tassorosso che prima era stato un soldo di cacio come a lui, poi era cresciuto diventando un albero da frutto di circa due metri e ora si era ben irrobustito.
Per un momento si domandò cosa avesse fatto per diventare così muscoloso; probabilmente oltre agli allenamenti di Quidditch ci aveva dato sotto con la palestra babbana, un rimedio artigianale, ma ben efficace.

- Cosa hai fatto dopo Hogwarts?-

Non fece in tempo a sapere la risposta che sotto al suo naso arrivarono degli shot e un brindisi da parte di Oliver.
Sorrise divertito e ringrazio l’amico, quindi non attese oltre e bevve. Quella si che si poteva ricordare come una grande rimpatriata; una festa inaspettata che stava portando con sé molte sorprese.




Interazioni: Camillo,Camille, Oliver, Adeline e i due nuovi arrivati (Horus e Eloise).

Spero di non aver causato problemi temporali. In caso contrario, insultatemi via mp :ihih:




Attività svolte:
1--Condividi con qualcuno un trucco magico che usi per semplificare la vita quotidiana
2- Fai infuriare lo chef dandogli un consiglio stupido
3- Crea e Griglia il tuo piatto ideale, non limitarti agli ingredienti dei non-maghi
4--Chiacchiera con qualcuno con cui non hai confidenza
5--Chiedi a qualcuno qual è/qual era la sua materia preferita a Hogwarts e perché
6--Assaggia 3 Pietanze diverse (e descrivi brevemente l'esperienza) [3/3]
7--Condividi con gli altri un viaggio o un'avventura che vorresti intraprendere nel mondo magico
8-Balla una canzone sparata dal DJ (cercatevi una playlist da qualche parte, tanto la musica è tutta uguale)
9--Chiedi a un compagno di grigliata quale sarebbe il suo mestiere ideale nel mondo magico se non avesse vincoli di alcun tipo
10--Decreta la tua preferenza tra due bevande diverse[2/2]
 
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