Grigliatona, Evento di Pasqua

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view post Posted on 10/5/2023, 15:59
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Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts

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Restare a stomaco vuoto a distanza ravvicinata con tutto quel cibo gli richiese un tale dispendio di energia da renderlo particolarmente suscettibile.
Megan non aveva tutti i torti facendogli notare che, per come si era rivolto al “presunto” chef, era già tanto che non avesse messo nei piatti qualcosa per avvelenarlo. Inconsciamente, lo aveva tenuto d’occhio tutto il tempo durante la preparazione delle pietanze richieste; col senno di poi, doveva averlo fatto più per assicurarsi di questo che per irritarlo ancora di più. Però, un altro ovetto aveva fatto la sua comparsa nella sacca che il gigantuomo aveva consegnato loro all’entrata: per una volta, il suo caratteraccio era servito a qualcosa. E non aveva dovuto nemmeno impegnarsi per poterci riuscire.
Roteò gli occhi al cielo in risposta all’osservazione seguente della ragazza, ma sorrise, divertito dal fatto che, nonostante il tono da signorina perbene che aveva tentato di fargli notare la sua totale mancanza di sopportazione nei confronti del prossimo, non sembrasse minimamente arrabbiata. Forse, poco poco e molto in fondo, doveva piacerle quel suo modo di fare; di sicuro lo accettava e tollerava, il che non fece altro che fargli accentuare il sorriso sulle labbra. Se non avesse avuto le mani impegnate, a reggere piatti di quel cibo che non vedeva l’ora di divorare, l’avrebbe stretta a sé e trascinata da qualche parte a pomiciare. Da quando aveva iniziato a frequentarsi con Megan aveva scoperto che un altro nella lunga lista di motivi per cui mal sopportava stare in mezzo alle persone era la regola sociale dell’evitare atti osceni in luogo pubblico.
Sospirò.
La vita a volte sapeva proprio essere dura.
La guardò di sbieco, fingendo un’occhiataccia che con quell’espressione divertita non sembrava minimamente credibile. La osservò mentre si protese verso di lui e assaggiò un po’ di quel miele che lui aveva tanto degradato. Rimase a guardarla, estasiato, nonostante gli avesse rubato anche uno dei mirtilli.

Puoi prendere tutto ciò che vuoi da me, ma tieni a freno le istigazioni o ci tocca andare via a stomaco vuoto.
– le rispose di getto. Il tono malizioso e le labbra che si distesero in un sorrisino più famelico di quanto la fame avrebbe mai potuto renderlo. Si sporse verso di lei e le posò un bacio tra i capelli.

Comunque, l’opzione di compensare il miele con le patatine fritte è interessante. Degna di una vera Corvonero. Se mi lasci un pezzettino di quel pane, faccio un tentativo. – commentò, prima di passarle i propri piatti. Finalmente con le mani libere, le incorniciò dolcemente il viso tra i palmi e ne accarezzò il profilo. Costretto dalle circostanze, la lasciò andare subito, ma non senza averle rubato un bacio.
Si avvicinò al bancone dello stand per le bevande e incrociò le braccia sulla tavola in legno. La fila non era esagerata, non da rendere l’attesa snervante o la presenza delle persone intorno a lui ingombrante, per cui aspettò pazientemente il proprio turno; passò quei pochi minuti a leggere e rileggere dal menù l’ordine richiesto da Megan per non dimenticarsene.
“Cosa prendi, ragazzo?”

Una bottiglia di Nebbia del Dissennatore, per una maggiorenne. E una richiesta. In realtà due, ma forse una si completa nell’altra. – rispose il serpino, raddrizzandosi con la schiena per prendere la lista delle sfide. Rivolse la pergamena verso l’uomo e gli indicò il punto 8.

Non c’è verso che riesca a ballare da sobrio. Puoi aiutarmi a fare bella figura con la mia ragazza? Basterebbe che non incantassi le mie bibite. Per favore. Mi comporterò da cittadino onorevole, è… solo per sciogliere i nervi. – spiegò, alzando lo sguardo per incontrare il suo. Il barista non gli sembrò troppo convinto, ma nemmeno del tutto intenzionato a tenere fede alle regole…
“E la seconda richiesta?”
Draven gli indicò il punto 4 nella lista.

Credo di averla appena mandata in porto. – disse, accennando un sorriso che fece eco a quello che spuntò sulle labbra dell’uomo di fronte a lui. Lo vide scuotere la testa tra sé, ma senza più alcuna traccia di indecisione.
Nonostante la giornata costellata di noia assoluta, quella serata si prospettava interessante. Lui e Megan si trovavano in una buona dimensione del loro rapporto e la sorpresa di essersela ritrovata fuori da Sinister con l’intento di una sorta di appuntamento non programmato lo aveva messo di buon umore. Voleva rendersi capace di farla divertire. Voleva divertirsi anche lui.
“Ma scelgo io cosa bevi e sarà il massimo limite alcolico che potrai concederti per il resto della serata.”

Ok. Ci sto. Ma non mi piacciono le cose troppo dolci… Tanto per chiarire. Per la scelta. – ribatté, protraendo la mano destra verso di lui per sugellare quella specie di patto.
Se fosse stato sincero nella sua disponibilità di disincantare gli alcolici per lui, lo avrebbe scoperto solo nel momento in cui Megan avesse ripalesato interesse nell’affrontare quella maledetta sfida di ballo. Non avrebbe potuto ignorarla in eterno e se c’era qualcosa in cui era messo peggio rispetto alle qualità di socializzazione erano proprio le sue doti da ballerino.
Il barista gli porse la bottiglia di vino per Megan e un bicchiere che emanava odore di vodka. Draven lo guardò sollevando un sopracciglio, ma non commentò; si sarebbe fidato di quella scelta e avrebbe bevuto quella roba anche se gli avesse fatto schifo. Era una questione di vita o di morte.
Lo ringraziò, prese i due alcolici e si volse per dirigersi nella direzione in cui aveva visto sparire Megan. Gli bastò un’occhiata attenta tra i vari tavoli per riuscire a trovarla. Rispetto alle vie di percorrenza tra gli stand, lì c’era parecchio casino. Per fortuna, quella splendida ragazza era riuscita a trovare un tavolo libero e privo di qualsiasi rottura di coglioni generata dalla sola vicinanza di esseri umani non graditi.
Posò il bicchiere per il vino di fronte a lei sul tavolo, insieme alla bottiglia; poi si accomodò al suo fianco, facendo altrettanto col proprio bicchiere di vodka e Merlino solo sapeva cos’altro.

Perché improvvisamente profumi di luppolo? – esordì, prima di dare un lungo sorso al cocktail misterioso. Si pentì immediatamente di averne bevuto così tanto tutto insieme e un’inevitabile smorfia gli distorse l’espressione del viso. Prese tra le mani l’hamburger di erumpent e lo addentò per rigenerare le papille gustative e quietare i morsi della fame.

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Interazioni: Megan
Menzioni: /

1--Condividi con qualcuno un trucco magico che usi per semplificare la vita quotidiana

2--Fai infuriare lo chef dandogli un consiglio stupido

3--Crea e Griglia il tuo piatto ideale, non limitarti agli ingredienti dei non-maghi

4--Chiacchiera con qualcuno con cui non hai confidenza

5--Chiedi a qualcuno qual è/qual era la sua materia preferita a Hogwarts e perché

6--Assaggia 3 Pietanze diverse (e descrivi brevemente l'esperienza)

7--Condividi con gli altri un viaggio o un'avventura che vorresti intraprendere nel mondo magico

8--Balla una canzone sparata dal DJ (cercatevi una playlist da qualche parte, tanto la musica è tutta uguale)

9--Chiedi a un compagno di grigliata quale sarebbe il suo mestiere ideale nel mondo magico se non avesse vincoli di alcun tipo

10--Decreta la tua preferenza tra due bevande diverse


Edited by Draven. - 10/5/2023, 17:56
 
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view post Posted on 11/5/2023, 15:14
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Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente. (William Shakespeare - Romeo e Giulietta)

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«Don Brior!» le dita imitano un colpo di pistola per rispondere a Oliver, un gioco da Gangster incalliti nato una sera d’inverno. Con la stessa aria giocosa accolgo anche Eloise, compare di scherzi e la causa del mio sfinimento fisico – nonché esaurimento nervoso – durante gli allenamenti di Quidditch. Ho ancora il corpo che si ribella per i colpi subiti.
«Capitano, mio Capitano!» un occhiolino, indice e medio uniti vicino alla fronte come a salutare un superiore.
«Oh ecco chi è il mio predecessore, quindi!» sorrido al Docente, sono sorpresa di apprendere che era una delle cause della disperazione di Gazza da studente «Il Vecchio Zonko parla sempre bene di lei, scommetto che sarebbe felice di riceverla per una visita!» se lo desiderasse potrei anticipare all’anziano proprietario il suo arrivo, o se lo preferisse lo lascerei libero di gustarsi la sua razione di stupore nel ritrovarselo davanti quando meno se lo aspetta.
Mi volto verso Adeline quando chiama il mio nome, l’espressione che si fa divertita e la sensazione di naturalezza che mi pervade nel conversare con lei «Tecnicamente sì.» la sua risata di è contagiosa, non resisto e la imito spontaneamente «Nella realtà beh…diciamo che è un po’ complicato…» lascio il resto all’immaginazione, il sottointeso è semplice quanto banale. Lo è almeno per me, considerando che l’unica sbronza della mia mia breve vita – là dove gli alcolici non erano incantati – non la dimenticherò facilmente.
«Comunque sembra tutto buonissimo, non ci saranno problemi di nessun tipo con gli assaggi, credimi!» un complimento sincero, esposto con genuina gentilezza.
«Pozioni?» faccio eco alla domanda della giovane donna «Non sono così abile con il calderone, purtroppo.» una materia in cui riesco meglio nella teoria, nella pratica rischio di distrarmi e bruciare il preparato e gli utensili «Come mai la passione per questa materia?» sono curiosa di scoprire da dove deriva il suo entusiasmo a riguardo. L’ascolto con attenzione, mentre con lo sguardo seguo le sue mosse ai fornelli quasi come se fosse una nenia rilassante. Un ritmo che viene interrotto da un’altra figura che si avvicina a noi «Oh nessun disturbo.» lo rassicuro «Camille, piacere.» mi presento così al nuovo arrivato «Un altro Tassorosso, eh» dico pensierosa «Quindi sai come sopravvivere ai prototipi che porta El dai Tiri Vispi e all'esuberanza di Camillo? Io ci sto lavorando da quando sono stata smistata, ma con scarsi risultati.» 1 il tono è puramente ironico ovviamente, loro sono la mia seconda famiglia e ci tengo al legame che si è creato nel tempo con ognuno e per i motivi più disparati.
I minuti scorrono piacevoli, così com’è piacevole la compagnia che si è riunita in quell’angolino tranquillo di prato. Il tocco decisivo di allegria lo porta Oliver, assieme ad un vassoio colmo di bibite variegate. Quando lo piazza sulla superficie libera noto che ha la manica della felpa leggermente bagnata «Posso?» gli dico affiancandomi a lui, indicandogli il “danno”. Distendo la mancina, facendogli cenno di posarci la sua, mentre con la destra estraggo il fedele mandorlo e lo punto contro la macchia se me lo permetterà. Una leggera spirale, un “Arefacio” pronunciato in concomitanza e immediatamente tutto dovrebbe tornare asciutto e intatto come prima «Ecco fatto, funziona sempre questo trucchetto!» enuncio soddisfatta «Attento la prossima volta, non sono i vestiti a doversi ubriacare!» in maniera molto poco credibile, mi raccomando come una mamma chioccia e mi unisco ai festeggiamenti.
«Allo sballo, allora!» afferro il primo shottino, lo sollevo anch’io per brindare. Il liquido che, placidamente, oscilla nel bicchiere attende solo di essere bevuto. Non so cosa sia esattamente, ma lo capirò, l’ho scelto solo perché mi attrae il colore blu intenso. Scivola infine giù lungo la gola, in un sorso. L’esofago brucia, il petto si scalda all’improvviso come una stufa riempita di tizzoni ardenti. Trattengo il desiderio di tossire finché la vista si annebbia, serro le palpebre per fermare la discesa delle lacrime. Mi dico che è impossibile, non può essere colpa dell’alcool, sono a prova di minore le bevande. O sbaglio? Sarà l’effetto di uno degli ingredienti strani che ama lo chef, almeno spero. Non mi arrendo, ho bisogno di rifarmi la bocca o quantomeno spengere l’incendio, quindi ne pesco un secondo. L'odore di quest’ultimo è fumoso, graffia le narici. Storco il naso, ma lo porto comunque alle labbra e lo ingoio. Me ne pento subito, la testa gira e lo stomaco si ribella. Evito di vomitare per miracolo, una mano corre al bancone per trovare sostegno.
«Porco Merlino!» l’unica cosa che riesco a dire appena torno un pelino più lucida, un braccio che culla il ventre per placare la tempesta ancora in corso «Quello blu fa schifo, ma quest’altro manda tre metri sotto terra santo cielo!» 2 parole che regalo al vento, assieme a qualche silenziosa maledizione al barista che non ha sventolato la bacchetta per far rispettare il limite d’età.

Camille Donovan | Hufllepuff Prefect | 15 y.o







Interazioni:
- Millo, Daddy, Oliver (ti ho usato come cavia, scusami :ihih: :<31: ), Adeline, Horus ed Eloise.

Ci siete tutti? :ihih:

Nda:
1. @ /Horussino, considerala pure una palla al balzo per sparare una cavolata e superare la prova 1 :ihih: :<31:

2. Sì, ho espresso una preferenza per superare la prova 10, anche se in negativo. Perché a me di fare le cose in maniera normale, purtroppo....

Attività svolte

1. Condividi con qualcuno un trucco magico che usi per semplificare la vita quotidiana.
2. Fai infuriare lo chef dandogli un consiglio stupido
3. Crea e Griglia il tuo piatto ideale, non limitarti agli ingredienti dei non-maghi
4. Chiacchiera con qualcuno con cui non hai confidenza
5. Chiedi a qualcuno qual è/qual era la sua materia preferita a Hogwarts e perché
6. Assaggia 3 Pietanze diverse (e descrivi brevemente l'esperienza) (3/3)
7. Condividi con gli altri un viaggio o un'avventura che vorresti intraprendere nel mondo magico
8. Balla una canzone sparata dal DJ (cercatevi una playlist da qualche parte, tanto la musica è tutta uguale)
9. Chiedi a un compagno di grigliata quale sarebbe il suo mestiere ideale nel mondo magico se non avesse vincoli di alcun tipo
10. Decreta la tua preferenza tra due bevande diverse

 
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view post Posted on 13/5/2023, 09:09
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all that is gold does not glitter, not all those who wander are lost

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Quei bocconi dalla consistenza polposa sprigionano in bocca un gusto intenso e un po’ amarognolo, e all’esaurirsi della salsa, che ne addolcisce il sapore, prendono il palato a schiaffoni. È uno di quei sapori che non lasciano indifferenti: o li ami o li odi, non puoi essere democristiano nei loro confronti, non puoi dire niente male!, perché la tua faccia tradisce l’entusiasmo o il disgusto.
Eloise va per l’entusiasmo: nonostante la lacrimuccia all’occhio che le è uscita spontaneamente, il suo volto si apre in un sorrisone e le sue gote si arrossano un pochino. «Approvato! Buona la croccantezza all’esterno, ottimo con la salsa, non capisco se all’interno è troppo cotto o troppo poco cotto, ma sono di bocca buona e va bene così!» Prende un bel sorso di birra per smorzare un po’ il gusto in bocca, prima di tornare a intingere un secondo tentacolo nella salsa. «Ah, Avvincino? Non l’avrei mai detto che avesse questo sapore. Io vorrei provare il Fwooper, ma solo perché ho un conto in sospeso con quelle creature…» Ghigna, totalmente ignara delle implicazioni etiche e scientifiche di quella dieta a base di creature magiche. Ignara della posizione da prendere in un potenziale dibattito tra rispetto per le altre creature che popolano la terra e forme moderne di celebrazione della loro esistenza. In quel momento non si pone il problema: un giorno, forse, l’interrogativo le sorgerà spontaneamente. «Comunque, fai tu, mi fido ciecamente.» Conclude, certa che quella frase rischi di sfociare in una pericolosa sequenza di eventi che potrebbero condurla dritta dritta in un letto del San Mungo.
Shottini per tutti! è un richiamo sufficientemente forte per farla voltare verso il gruppone, e nel farlo intercetta il saluto di Horus. Horus. Horus in mezzo al gruppo più casinista della grigliata, popolato dalle teste più rumorose e moleste tra tutte le conoscenze di Eloise. Mancherebbe giusto una spolverata di Alice Wagner, un cucchiaino scarso di Ned Lynch, e sarebbero davvero al completo. A proposito, Ned dov’è? Per un momento sonda lo spazio intorno a Horus per individuare la sua presenza: non lo trova, ma è come se la sua esistenza avesse spinto Horus al centro del ciclone. «Horus.» Gli rivolge un saluto militare appena accennato - simile a quanto Camille ha fatto poco prima con lei - e vorrebbe aggiungere altro, se proprio la giovane Tassorosso non entrasse a gamba tesa con le sue (legittime) accuse. «Vacci piano, Donovan! Altrimenti al prossimo allenamento ti faccio inseguire da una Frisbee Zannuto maledetto, altro che Bolide!» Fuori fa il vocione, ma dentro gongola, divertita.
Proseguirebbe le chiacchiere, ma decide di lasciare Horus ai suoi saluti, certa che presto ci sarà modo di interagire a dovere.

Il richiamo di cibo e bevande si è fatto potente. Lo stecchino da cui ha prelevato i tentacoli di Avvincino viene accuratamente lanciato nella spazzatura, mentre la mano già si allunga su uno degli shot offerti da Brior. La sua generosità è leggendaria, ma quando fa così, con un vassoio tra le mani, risplende ancora di più. Sorride furbesca a Oliver, quasi in risposta alla sua aria giocosa, osservandolo con più attenzione di quella che gli aveva dedicato poco prima: l’evoluzione che l’ha portato dal bambino che scorrazzava per i Tiri Vispi Weasley per racimolare tesori al fiero Caposcuola con la spilla dorata al petto, a questo mix un po’ psichedelico e allegro che oggi le sta di fronte - è sorprendente. Alza il bicchierino nella direzione di tutti e tre quegli o, gongolando un po’ davanti alle cose inaspettate della vita.
Ha scelto il bicchiere più colmo, pieno di liquido violetto, che rischia di andarle di traverso a causa delle parole che hanno preceduto la sorsata. Il gusto è forte, ma buono, e scende fino allo sterno infiammandolo e diffondendo un vago formicolio. «Fattelo dire, Olli, quel brindisi era davvero orrendo! Ma ti sei fatto perdonare con lo shot. Ovviamente non sai cosa fosse, vero?» Arriccia il naso, un po’ dubbiosa. «Sarò costretta a inseguire l’alcolico violetto per tutto l’evento…»
La ragazza bionda, unica faccia non conosciuta del gruppo e pertanto potenziale membro di quel club di teste calde, è l’unica a darle corda sulla faccenda del Cavillo. Eloise ne approfitta, fondamentalmente incuriosita da quella persona che non conosce, e volenterosa di portare avanti l’argomento. Fa quindi un passetto impercettibile nella sua direzione, le spalle che si ruotano verso di lei. «In sostanza diceva che l’hanno multato qualche anno fa perché qualche era in possesso di carne dall’origine non riconosciuta, e prima che potesse essere analizzata è stata fatta Evanescere. Da lì parte tutta una teoria che cita frasi che lui ha detto negli anni che dovrebbe essere… Un indizio? Boh, qualcosa del genere, insomma, per cui lui lascia intendere che la carne che cucina è umana.» Spalanca gli occhi, trasmettendo con lo sguardo quanto si fidi di quella teoria. «In conclusione credo che il Cavillo sia la mia rivista umoristica preferita. Hai letto l’inchiesta sugli impieghi dell’oro dei Leprecauni dello scorso mese?» Con un sorriso, prende un po’ del pollo che le è stato offerto, concludendo con se stessa che se continua così il Portobello Burger che si aspettava di ordinare non raggiungerà mai le sue fauci. Ma va bene lo stesso.

ELOISE LYNCH TASSOROSSO INTERAZIONI: GRUPPONE

Adeline: mi sono permessa di ambientare più avanti l’interazione per non ingarbugliarci troppo con gli altri discorsi


CITAZIONE
1. Condividi con qualcuno un trucco magico che usi per semplificare la vita quotidiana.
2. Fai infuriare lo chef dandogli un consiglio stupido
3. Crea e Griglia il tuo piatto ideale, non limitarti agli ingredienti dei non-maghi
4. Chiacchiera con qualcuno con cui non hai confidenza
5. Chiedi a qualcuno qual è/qual era la sua materia preferita a Hogwarts e perché
6. Assaggia 3 Pietanze diverse (e descrivi brevemente l'esperienza) (3/3)
7. Condividi con gli altri un viaggio o un'avventura che vorresti intraprendere nel mondo magico
8. Balla una canzone sparata dal DJ (cercatevi una playlist da qualche parte, tanto la musica è tutta uguale)
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Interazioni: Niahndra



Si assicurò della presenza della sua Bacchetta. E dei Galeoni da spendere. Quindi afferrò la Firebolt e si diresse di corsa all’appuntamento.
Già di per sè l’evento la intrigava, ma l’idea di passare del tempo con Niahndra fuori dal campo e fuori dalla scuola, era ciò che davvero la spinse a muovere i ciapèt verso l’aria aperta.
Eccomi.
Letteralmente, percorse l’ultimo tratto saltellando, per poi ricambiare con un altrettanto grande sorriso il saluto della ragazza, dichiarandosi più che pronta ad andare.
Di sicuro la presenza del famoso chef Bram Vandermolen avrà attirato tutti i curiosi. E poi si diceva ci sarebbe stato anche un apprezzatissimo DJ
O almeno era quello che scrivevano sul Profeta. Chissà che invece la cacofonia più totale non l’avrebbe fatta fuggire a gambe levate già al primo istante.
Se ci daranno porzioni scarse, ne approfitteremo per assaggiare tutto. - rise con ottimismo alla volta della ragazza. Meglio sperare in positivo, pensò. Tanto l’idea di fuggire restava sempre valida. - O magari l’estro dello chef sarà deludente e allora c’è sempre Madama Rosmerta.
Inforcò anche lei il suo Manico di Scopa e seguì il volo della concasata.
L’aria che le accarezzava la pelle, rafforzò il senso di allegria che provava. Si augurò che potesse andare così fino alla fine e che non finisse per ricadere nella timidezza che i luoghi troppo affollati di solito le suscitavano.
Si affidò alla guida di Niahndra e ne assecondò i movimenti quando diede indicazioni su quello che realmente appariva come il luogo del raduno. Sembrò quasi di essere in allenamento, quando la ragazzina cercava di emulare e apprendere il più possibile dalla giovane più esperta di lei. Ne sorrise, perchè in fondo le piacque quel momento. Poi però fece qualche passo avanti prima dell’altra Tassina, attirata dall’allestimento dell’accoglienza e dalla montagna di muscoli, con maglietta azzurra e calzino bianco, che stava all’ingresso. La naturale curiosità di Memory non si tradì nemmeno questa volta e come un gatto che annusa l’aria, gli andò vicino per osservarlo in tutta la sua imponenza. Scoprì che nonostante a volerlo potesse essere minaccioso, in realtà non sembrava affatto volerlo. Al contrario, con giovialità consegnò anche a lei una pergamena e un sacchetto di velluto. Gli sorrise e lo ringraziò.
Come Niahndra, anche Memory non si aspettava di trovarsi tra le mani una lista di compiti, ma la reazione della compagna la divertì molto.
A me piace l’idea della sfida. Anzi cominciamo subito.
Recuperò la Bacchetta e rapida puntò ai propri pantaloni:Cangio Caeruleum.
Perfetto. Lo faccio ogni volta che luogo o persone mi ispirano un colore diverso da quello che ho scelto di indossare. Adesso mi piace l'azzurro delle magliette dello Staff sui miei pantaloni, vero?
Però hai ragione: ora cibo.
Che ne pensi se andiamo laggiù?

Indicò alla ragazza un punto più affollato rispetto a qualche altro più distante. Più gente poteva significare proposta più allettante. Perchè non tentare?


Memory MacWood | 12 anni | Tassorosso



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6--Assaggia 3 Pietanze diverse (e descrivi brevemente l'esperienza)
7--Condividi con gli altri un viaggio o un'avventura che vorresti intraprendere nel mondo magico
8--Balla una canzone sparata dal DJ (cercatevi una playlist da qualche parte, tanto la musica è tutta uguale)
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Dove? Hosgmeade, seduta ai tavoli
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Interazioni:Draven

Tornò a sedere buttandosi di poca grazia sulla sedia con un lungo sbuffo e le mani tremanti. Non era la prima volta che, dinanzi a scene simili, allentava la presa lasciando scivolare via qualsiasi sentimento di rivalsa nei confronti delle ingiustizie. Almeno quelle personali e di poco conto. Sprecare energie per difendersi dalla banalità di qualche gesto o parola - dette per divertimento o per cattiveria - non meritavano più attenzione di quanto non fosse necessaria. Ciò non toglieva il fatto che le mani continuavano a tremare lungo gli avambracci incrociati sul grembo mentre la punta del piede destro faceva altrettanto sull’acciottolato.
Lo sguardo di Megan, dapprima sul piatto davanti a sé, tornò sulle due giovani streghe che si erano già dimenticate di lei e tornavano a posare le loro cose sul tavolino accanto. Il fumo distorceva i loro volti ed era bello vederli deformare: a volte spariva la bocca, altre mezzo busto, poi un occhio e il naso… Il fumo saliva e giocava nello spazio prendendosi libertà e lasciando lavorare la fantasia. La parte migliore era quando la testa spariva e rimanevano due corpi in movimento senza vita; code di lucertola strappate che strisciavano epilettiche sul terreno. Megan sorrise divertita, poi Draven prese spazio coprendole la visuale. Il tempo che basta per sciogliere dalla mente tutte quelle immagini assurde e lasciare che l’attenzione torni su di lui.
«Perché improvvisamente profumi di luppolo?»
«Come?»
Megan scosse la testa focalizzandosi sul ragazzo, poi si guardò le gambe e subito l’odore che aveva per pochi istanti dimenticato tornò a tormentarla.
«Ti piace la birra? Come fai a chiamarlo “profumo” questo?! Bleah!» fece una smorfia e cercò la bacchetta di ciliegio: un incanto base e i pantaloni si asciugarono senza troppe difficoltà.
«Devo cambiarmi» proseguì tirando su i lembi della maglia arricciando naso e bocca, di nuovo, infastidita: l’odore era ancora persistente anche lì dove erano cadute poche gocce di quella bevanda.
«È stato un incidente» disse con tono rassegnato mentre tornava a poggiare i gomiti e a posare le guance tra i palmi. La pelle in tiro all’insù e gli occhi stretti per la pressione.
«Quelle due lì, sono state loro. Troppo ubriache ed io troppo poco» lanciò un'occhiata a Draven, dopo aver indicato le due ragazze con l’indice, poi afferrò la bottiglia e si versò da bere. Non era il caso di elencargli tutti i dettagli, non aveva alcuna importanza.
«Oh! Ma qualcuno ha ottenuto dell’alcol?!» Megan alzò il bicchiere verso di lui e bevve un sorso. Il fresco delle bollicine invase il palato, i sapori agrumati si mescolavano bene lasciando in bocca l’intensità delle caratteristiche che componevano la struttura di quel vino.
Un ultimo sorso, veloce.
Poggiò il bicchiere.
«Dunque, intanto che mangiamo, che ne dici di dirmi quale è la tua materia preferita? E perché?» Chiese alla fine sgranocchiando qualche patatina e iniziando con il primo spiedino.
«Sfida numero cinque » aggiunse subito dopo canticchiando e prese con la mano libera da impedimenti il sacchetto e la pergamena. Li poggiò sul tavolo sottolineando le parole scritte sul foglio con l’aiuto dell’indice: era così come ricordava.
«Non male questi spiedini! Molto più teneri del pollo, la doratura è perfetta e il miele non si sente affatto. Vuoi assaggiare? Sono bilanciati correttamente, potresti trovarlo interessante»




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SFIDE
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7. Condividi con gli altri un viaggio o un'avventura che vorresti intraprendere nel mondo magico
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-Mentono entrambi, senza pudore. Non c'è fortuna, né tranquillità, nel tuo futuro immediato. Solo il caos di cui sono agente ed emissario-

Avrebbe mentito anche lei, senza pudore, se avesse cercato di convincere sé stessa di non essere rimasta colpita da quelle parole.
Molto probabilmente era stata una semplice frase ironica e circostanziale, quel giusto quantitativo di divertimento e “alone di mistero” in grado di aumentare l’aria ilare e leggera che li circondava – il sorriso di quel ragazzo poi, il suo sguardo apparentemente sereno - la mente razionale di Adeline aveva iniziato a tirar giù ogni plausibile rassicurazione, ogni potenziale e realistico conforto a fronte di quelle parole, a costo di arrampicarsi sugli specchi – mentre il caos interno di Londra aveva risuonato con tanta naturalezza al proprio nome richiamato dall’esterno, come un felino che alza il muso incuriosito ad un suono familiare e affonda gli artigli nel terreno, pronto.
Beh, felino o non felino in ogni caso la razionalità della londinese gli diede una gran bella botta sul suddetto muso, ricacciandolo al proprio posto - e i rumori, le parole, le azioni, l’aria vibrante, la aiutarono in forza e velocità d’azione – o almeno così continuò ad auto-rassicurarsi la Medimag.
Si aggrappò a Camille e al suono delle sue risa, contenta, e quando domandò rispetto all’età e alla materia preferita fu sempre la streghetta accanto a lei a risponderle per prima, seguita poco dopo dai più: -Oh, è unicamente colpa dei calderoni sai, sono fondamentalmente dei gran vanitosi e vogliono l’attenzione di chi li utilizza completamente e unicamente per sé.-
Fece spallucce, un gran sorriso tra le labbra: riconoscere un’ anima ad oggetti per definizione inanimati era proprio da lei, ma mai quanto conferirgli persino un carattere e nel mentre cercare di rassicurare la sua giovane interlocutrice attribuendo ogni possibile “colpa” all’oggetto stesso.
-Oh, anche Cura delle Creature Magiche è splendida!-
Concordò con Oliver l’attimo seguente, tornando a scrutare la figura del mago mentre – tra l’assaggio allo spiedino, le chiacchiere, i nuovi arrivi – l’attenzione tornava quasi inevitabilmente su Camillo, i cui occhiali erano splendidi almeno tanto quanto la felpa arcobaleno di Oliver – ma tra le parole di esordio e l’enorme imbarazzo per essere stata colta “in fallo” rispetto alla reazione delle proprie papille gustative, Adeline si ritrovò più che altro a sgranare gli occhi di bosco e di mare, senza fiato e parole, solo per qualche secondo: -E’ colpa mia, credo di essere solo troppo abituata a sapori più dolci e probabilmente accostamenti più classici, perdonami.-
Stava di nuovo dondolando sui talloni, dispiaciutissima: il mago aveva già rivolto l’attenzione altrove ma Adeline stabilì che un secondo assaggio lo doveva quantomeno a sé stessa, visto che credeva comunque alla risposta data.
Le parole di Daddy Toobl riportarono però la sua attenzione rapidamente sul docente-wow-e-se-diventasse-un-collega?!.
-Beh Pozioni è letteralmente un’arte - la magia che sta nel procedimento con tutti i suoi ingredienti, le tempistiche precise, gli strumenti, la precisione - e come tutto alla fine si incastri perfettamente..- Adeline era già estasiata, si girò appena per posare il bicchiere di vino ormai vuoto che le ingombrava le mani e cercò di sfruttare quel solo attimo per darsi un contegno e non aprire uno di quei assolutamente classici suoi infiniti discorsi su quanto Pozioni fosse una delle discipline e materie più splendidomagnifibellissime di sempre -E poi perché, sarebbe un male?-
Cercò quindi di rispondere in ultimo alla domanda sulla professione, tentando di suonare indifferente e semplicemente curiosa m a c h i c i c r e d e t z k di nuovo a dondolare sui talloni, le orecchie in fiamme e per sicurezza il secondo – preventivato questa volta – boccone di Avvincino in bocca.
Sì, era anche una questione di abitudine, fondamentalmente Londra utilizzava l’amaro nelle sue ricette solo sporadicamente ed in più solo come potenziale punta aggiuntiva di sapore - e non come gusto primario dei suoi piatti.
Fu sostanzialmente così che la Medimag vinse il rossore preoccupantemente vicino alle guance – il colloquio era già fissato d’altronde, e lei non poteva essere più felice di così - focalizzandosi quindi con la mente dorata sui dettagli di quell’abbinamento tanto nuovo, i timpani a vibrare al suono delle voci, lo sguardo a seguire i gesti e i.. nuovi arrivati.
In realtà solo uno – ad Adeline iniziavano a parere cento nel complesso – al quale rispose con un sorriso ad ogni modo sincero - abbinato ad un Piacere, io sono Adeline. - al suo cenno di saluto.
Sembravano conoscersi tutti, lì in mezzo.
Qualcosa si mosse vagamente a disagio nel costato di Londra, che così tornò a scrutare silenziosa tutto il gruppetto, un individuo alla volta.
Adulti, ragazzi, erano tutti incredibilmente belli da osservare, sia presi singolarmente che nel loro caotico insieme.
Erano belli i loro sguardi e le loro espressioni, le loro voci che assumevano toni e sfumature diverse mentre si riconoscevano e si salutavano, si scambiavano battute e ridevano.
Qualcosa di colorato e scintillante riportò infine l’attenzione di Londra sull’effettiva realtà circostante, qualcosa di più colorato in effetti di chi effettivamente lo portava: Adeline fu una dei diversi che, mettendo da parte l’ultima parte di spiedino ancora in mano e gettando solo una rapidissima occhiata al suo di preparato, allungò una mano afferrando completamente a caso uno shottino di un bel blu intenso.
Rise al brindisi di Oliver e buttò giù l’alcolico l’istante successivo.
A lei piacque molto, anche se a quanto pare Camille ne risentì parecchio – il che non la fermò dal mandarne comunque giù un secondo: -Pensa che attualmente credo sia stato il più buono per me - Tutto bene?-
Le chiese quindi, le guance vagamente imporporate ma sinceramente preoccupata e attenta.
Le sfiorò appena la schiena, mentre con lo sguardo già sondava il bancone pieno di cibo, il suo piatto pronto ma non così utile come.. -Magari mangia qualcosa di non troppo complesso, tieni.- e le porse un semplice piccolo panino, teoricamente contorno dell’insalata che aveva preparato ma di fatto possibile salvagente in situazioni come quelle.
L’attenzione fu portata altrove solo perché - per quanto le sarebbe piaciuto fermare il tempo e riuscire a concentrarsi su ogni singola persona lì presente dandosi magari anche un po' di fiato, wow, ma aveva mai parlato così tanto e con così tante persone contemporaneamente? questo di fatto non era possibile, tant'è che Eloise la richiamò sul tema Cavillo: -Accidenti! Sarebbe bello saperne di più – sì comunque, è sempre interessante scoprire l’utilizzo dell’oro – dei Leprecauni e non, e dire che io mi limito a calderoni e mestoli..- sorrise, scrollando un poco la testolina dorata.
-Camillo, mi devi una risposta.- la mente iperattiva aveva associato velocemente oro – materiale di strumentazione – Pozioni – domanda – risposta mancante – e poi c’era una parte di lei, quella che aveva sollevato incuriosita il muso annusando l’aria – che impertinente l’aveva tenuta come invisibilmente legata a quel mago dagli occhiali rosa: -Ma se vuoi si può cambiare la domanda.- sorrideva, gentile e incuriosita al contempo, aggiungendo infine: -E sempre se ti va potrei darti una mano con gli assaggi, io non ne ho ancora approfittato e mi piacerebbe!-




Interazioni: gruppo sull'andi di una bella sbronza :cincin: - Rinuncio alla pretesa di incastrare tutti alla perfezione - scusate anche l'inaspettato ritardo :<31:

1--Condividi con qualcuno un trucco magico che usi per semplificare la vita quotidiana
2--Fai infuriare lo chef dandogli un consiglio stupido
3-- Crea e Griglia il tuo piatto ideale, non limitarti agli ingredienti dei non-maghi
4--Chiacchiera con qualcuno con cui non hai confidenza
5--Chiedi a qualcuno qual è/qual era la sua materia preferita a Hogwarts e perché
6--[Assaggia 3 Pietanze diverse (e descrivi brevemente l'esperienza)] - in corso
7--Condividi con gli altri un viaggio o un'avventura che vorresti intraprendere nel mondo magico
8--Balla una canzone sparata dal DJ (cercatevi una playlist da qualche parte, tanto la musica è tutta uguale)
9--Chiedi a un compagno di grigliata quale sarebbe il suo mestiere ideale nel mondo magico se non avesse vincoli di alcun tipo
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view post Posted on 18/5/2023, 17:09
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Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts

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L’arrogante presunto sous chef non eccelleva in simpatia e diplomazia, ma sapeva il fatto suo in cucina. A Draven bastò un morso di quell’hamburger per ricredersi su di lui e capire perché avesse fatto così tanto clamore un evento gratuito di quella portata. Il cibo era buono e non solo perché il serpino era arrivato lì con una voragine nello stomaco che gli impediva di essere oggettivo a riguardo; gli ingredienti erano di ottima qualità e i sapori bilanciati alla perfezione. Almeno nella composizione dell’hamburger; era sicuro che per il pane ai mirtilli si sarebbe ricreduto di nuovo per via dello screzio sul miele.

Ok. Questo è dannatamente buono. Devi assaggiarlo. – bofonchiò, ancora a bocca piena, senza riuscire a trattenersi. Posò il panino nel piatto per avvicinarlo a Megan nel momento in cui la ragazza estrasse la bacchetta e si asciugò di quella che doveva essere stata la fonte del “profumo di luppolo”. Era sembrata contrariata da quell’osservazione, quindi non disse altro finché non fu lei a rompere di nuovo il silenzio.
L’aveva lasciata da sola per quanto? Cinque minuti? Forse dieci, al massimo, e qualcuno era riuscito a cogliere l’opportunità per infastidirla? Cazzo, si stava impegnando veramente tanto per far sì che in quella serata andasse tutto per il verso giusto: non poteva credere di aver permesso a un gruppetto di stupidi bulli di mettere a repentaglio il loro umore. Si voltò in direzione delle ragazze che gli indicò Megan e, per istinto, si accostò maggiormente a lei. Il gruppetto se ne stava a sghignazzare per fatti loro, ognuno ignaro di quanto la loro goliardia lo avesse appena reso nervoso. Ma Megan non si dilungò in dettagli, evidentemente intenzionata a dimenticare l’accaduto, per cui non ci si soffermò nemmeno lui. Almeno in apparenza.
Tornò a guardare la ragazza, distendendo le labbra in un sorriso che cercò di rendere il più sincero possibile, nonostante la mascella tesa e lo sguardo affilato, indotto dal moto di frustrazione per quell’incidente. Come cazzo era successo?!
Prese il proprio bicchiere e lo fece tintinnare contro il suo, prima di portarselo alle labbra e mandare giù un altro lungo sorso.

So essere coercitivo in caso di necessità. – commentò, divertito dal fatto che effettivamente fosse riuscito a convincere il barista a fargli bere degli alcolici. Almeno uno.
Circondò le spalle di Megan con un braccio e si protese verso di lei per schioccarle un paio di baci su una guancia. Ne sentì l’esigenza, forse per scusarsi di quell’incidente che non aveva nemmeno commentato, ma che continuava a dargli un certo fastidio; era convinto che se fosse rimasto con lei non ci sarebbe stata occasione per quelle ragazze di darle fastidio. Il pensiero lo indispettì sensibilmente.

Storia della magia. – rispose di getto alla sua domanda, senza nemmeno doverci pensare.

Perché sono una persona molto noiosa ancorata al passato e incuriosita dal modo in cui condiziona il presente. – spiegò subito dopo, prima di protrarre il braccio verso il tavolo. Riuscì a raggiungere il suo piatto di spiedini e gliene rubò uno, sghignazzando in risposta alle sue parole seguenti, a mo di ringraziamento. Di certo non se lo fece ripetere due volte.

E la tua materia preferita? E il perché? – le chiese poi, tornando seduto composto al suo fianco. Addentò lo spiedino e lo assaporò attentamente. Lo posò nel piatto dell’hamburger e staccò un pezzo del famigerato pane di mirtilli e miele.

Ok. Sinceramente, gli spiedini non mi fanno impazzire. Cos’è, carne di snaso? Però l’hamburger è divino e anche il pane non è male. Il miele è meno dolce di quanto mi aspettassi. Nemmeno sugli spiedini si sente, in effetti. È decisamente meno invasivo di quelli babbani… - commentò, riprendendo l’hamburger per un altro morso.

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view post Posted on 19/5/2023, 15:29
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Triste, come chi ha perso il nome delle cose.

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CodiceI miei pensieri svolazzavano, cullati dal profumo lusinghiero dei manicaretti in corso d'opera. Quando avevo proposto al mio assortimento variegato di conoscenze di occuparmi degli assaggi, vi confesso, i ricordi erano andati a sfiorare con delicatezza le pagine del menu. Ed io, come un bibliotecario dei sapori, mi ero messo a cercare la giusta combinazione di pietanze per rispecchiare la loro personalità. Un po' come avevo fatto con i drink di Daddy e Camille poco prima.
Ed a proposito di questo piccolo dettaglio, non saprei dirvi se fosse per colpa di questa o quell'altra sostanza, del valzer chimico e mandragoresco, erumpentiano, nel mio organismo, ma non riuscii a capire appieno il discorso del professor Toobl. Mi domandavo dove volesse arrivare. Mi domandavo, in effetti, cosa stesse combinando quando il Creatore distribuiva i neuroni e gli altri attendevano con pazienza e voracia in fila, pronti a ricevere la loro razione. Me lo domandavo spesso ultimamente. Mi dissi che forse s'era messo tutto solo in un cantuccio, sperimentando quanti colori a cera potesse infilare nelle narici prima che finisse lo spazio. Poi mi dissi che il danno, purtroppo, era già stato fatto, i pastelli ben piantati fino in fondo – e chiunque fosse riuscito ad estrarli, sarebbe stato incoronato Re d'Inghilterra. Mentre lo guardavo, come si guardavano le trote disposte ordinatamente sul bancone del mercato ittico – e magari per una in particolare quasi provavi simpatia, senza ragione alcuna – qualcosa toccò la mia anima.
Vi fu un procedimento piú complesso dietro, per onor di cronaca. Prima qualcosa toccò la mia coppa. La carne, la materia. Poi il momentum, l'energia acquisita, si trasferì sulla mia figura immobile. Fu quello il momento esatto in cui mi parve che la mia anima fosse volata fuori dal corpo. Un po' come quando uno si schiantava facendo i 100 orari contro un platano e l'amico stronzo, adagiato con fare beffardo e spirito goliardico sul posto del passeggero, che proprio non aveva voluto saperne di mettersi la cintura, volava fuori dal parabrezza. Ma non fu la vita ad abbandonarmi, quanto la vena poetica, quella corrente letteraria che mi aveva trascinato sin lì, lungo rapide tanto magnifiche quanto tortuose.
Fato volle che, una volta creato un vuoto, questo dovesse essere riempito con qualcosa: il senno mi tornò in corpo. Il risveglio.

Camillo non aveva capito subito cosa lo avesse colpito, tanto fu il mix di sorpresa e dolore. Gli ci volle qualche istante per ricostruire la dinamica dei fatti. Un'indagine. Un mockumentario. Un film che si era fatto in testa per spiegarsi le dinamiche della sua sofferenza. Era ancora bloccato in un limbo tra fantasia e realtà e quasi gli sembrò di sentire la voce di Horus. Ma non poteva essere davvero lui, cosí pensò.
In fin dei conti il Fragolino non s'era fatto vivo per anni, e in piú non era da lui mostrarsi al prossimo in quel modo. Ok, dietro la sua figura raffinata da pop star asiatica – doveva aver giurato alla mamma almeno mille volte che non fosse "una fase" – si nascondeva comunque un cazzone. Ma quel gesto in particolare non solo oltrepassava noncurante il Rubicone dell'essere un cazzone, ma poi si voltava di novanta gradi verso sinistra e lo saltava "per lungo e a pié pari".
In un momento di lucidità l'olandese volse il capo in direzione del suo vecchio amico e lo trovò a fare giri di chiacchiere e presentazioni. Ok era lui. Sekh, young Ra. O come gli era sempre piaciuto chiamarlo: Meth. Era un po' diverso da quanto ricordava, cresciutello, meno emo, ma la voglia rossastra sotto l'occhio tradiva la trasfigurazione donata dall'età, oltre alla voce che bene o male era rimasta invariata.
Breendbergh certo non s'aspettava baci e abbracci, Horus non si sarebbe mai azzardato a fare il fluidone con lui davanti a tutti, ma una scoppola così potente giunse inattesa e chiamò vendetta a gran voce.

Mentre lo scemocchero era distratto dai convenevoli, si ricordò di quanto fosse spiacevole la carne di avvincino senza salsa. Cosí, in pieno spirito di ritorsione, la mano di Camillo raggiunse uno degli spiedini, sì unticcio della marinatura preparata da Isabella, ma che non conobbe il tocco della salsa dolce fatta con il miele e le mandorle. Poi si girò verso Horus, cosí da poterlo guardare dritto in faccia. Niente convenevoli, per lui. Niente "Hey Horus, quanti anni, che bello rivederti". Ormai Breendbergh era entrato in modalità Drama Queen.
Una volta una persona a lui cara gli aveva detto di non sottovalutare la sorpresa e la gioia di ritrovare un amico dopo tanto tempo, ma sentiva come se quella gioia fosse stata celata sotto il velo di una questione irrisolta. E non fu per la saracca goliardica che gli aveva tirato alle spalle; o meglio, quella lo aiutò a spezzare l'indecisione come un ramoscello secco. Se in un'altra vita, in un universo parallelo o in una linea temporale alternativa non fosse arrivata, quasi ci avrebbe fatto un pensierino a lasciarsi il tempo passato distanti alle spalle. Il silenzio radio. Il distacco unilaterale. Non una visita, non una lettera. Neanche sapeva se abitava piú nella sua vecchia casa, quella dove era solito inviargli gufi e civette pieni di spam postale e altre minchiate. Perché, per presunzione, si era detto che uno che si rifaceva una vita fuori da Hogwarts doveva per forza cambiare indirizzo. Che fosse perché era andato ad occuparsi di draghi nel lontano oriente o nella regione dei Carpazi, che fosse per un lavoro al Ministero, considerato quanto era fottuto il mercato delle case dei maghi, che te le lanciavano addosso come coriandoli.
Ma non glielo rinfacciò, non si sentiva nemmeno in vena di spurgare ciò che si era accumulato nella fossa biologica della sua assenza. Non era tempo, né luogo, né tantomeno necessario. Nella macchina emotiva di Rube Goldberg, messa in azione dal suo avvento, mancava in effetti il crudo risentimento. Forse, razionalizzò, sotto i mille strati di alterazione, un pizzico di felicità era comunque riuscito a trovarla nel rivedere Horus. La cipolla andava comunque sbucciata.
Un barbone, in un futuro non molto lontano, gli avrebbe fatto capire che era anche colpa sua se le cose erano andate male, ma ancora non si era arrivati a quel preciso momento storico.
Ciò che fece, con l'anda tassativa di uno che voleva dare spettacolo, fu fissarlo per qualche istante con la faccia di chi stava per commettere un omicidio. Il mugshot di Unabomber gli fu di ispirazione, vi confesso. Il diavolo in corpo, un demonio che sembrava stesse per strappargli la carne con le sue unghie affilate per sbucare da un viso apatico. Era bravo a recitare, o almeno sperava di esserlo.
«Mangia». Disse, imperativo, porgendogli lo spiedino a braccio teso. A quel punto un sorriso eccessivamente malsano, sproporzionato, gli avrebbe inarcato le labbra. «Mangialo, dimmi quanto ti piace e solo quando mi sarò tolto dai coglioni per recuperare gli altri assaggi potrai fare un commento su quanto in realtà facesse pietà». Insistette, con il suo turpiloquio, senza mutare espressione. Non gliene fregava un fico secco se qualche anima pia si fosse indispettita, né della presenza di eventuali prefetti e professori dalle orecchie sopraffine e dal grilletto facile. Aveva fatto abbastanza punti durante quell'anno scolastico che si arrogava il diritto di gettarne una manciata nel cesso senza rimpianti di sorta. Voleva che tutto fosse ben chiaro, per non lasciare spazio a fraintendimenti; ma voleva anche che quella fosse una prova per il Ra maturo. Era ancora in grado di tracciare la linea tra i deliri melodrammatici dell'olandese e la realtà? Era ancora in grado di vedere oltre l'enfasi dell'esibizione? Del resto gli anni erano passati, un po' sperava riconoscesse l'inganno, pur disabituato.
Se il Fragolino avesse deciso di sbafarsi la carne croccante e altrettanto amara che aveva amorevolmente preparato, probabilmente sarebbe tornato il Camillo espansivo di sempre con la facilità con cui si accendeva e si spegneva un interruttore. Non si aspettava la sincerità di Camille o Eloise, né la cortesia di Adeline e… Daddy, dai, era stato buono anche lui, in fin dei conti. Se l'avesse rifiutata, l'avrebbe semplicemente rimessa nel vassoio.
Poi, come promesso pochi istanti prima dell'impatto – se niente e nessuno glielo avesse impedito – avrebbe fatto quanto annunciato: togliersi di mezzo per andare a fare rifornimenti, cosí da facilitare la prova degli assaggi ai presenti che ancora non l'avevano portata a termine. Magari facendogli provare qualche specialità preparata da Bram in persona, visto che si era sollevata una certa curiosità. Magari sarebbe anche riuscito a fare ordine mentale nel frattempo e tornare ad integrarsi all'interno di quel clima allegro e spensierato che si era formato durante la grigliata.
Un'ultima questione rimaneva in sospeso, quella mano proposta dalla dolce pozionista, curiosa di sapere quale fosse il suo approccio alla materia. Mano che avrebbe allungato affinché la prendesse, ignorando il resto del gruppo, nella speranza che non gliene volessero. Messo com'era, non se la sarebbe sentita di rimanere nel vivo dell'azione senza prima aver ricaricato le proprie batterie sociali.
Un momento di pausa che avrebbe condiviso volentieri con Adeline. Fermo restando che il condizionale gioca un ruolo fondamentale in questa parentesi narrativa; ad una violazione spudorata delle regole di condotta e della pacifica convivenza, poteva corrispondere una reazione avversa, commisurata, da parte dei presenti e dello staff.

Ma per onor di cronaca continuo a ripetere che, se niente e nessuno gli avesse impedito di dileguarsi, se la ragazza dal sorriso tenero e l'animo gentile avesse accettato la sua offerta afferrandogli la mano, l'avrebbe letteralmente rapita.
Salice in quella libera. La giravolta. Le tre D. Destinazione: aveva adocchiato un ampio spiazzo di prato verde, libero da impicci, poco distante. Determinazione: avrebbe voluto togliersi di mezzo, questo era certo ed il desiderio scalpitava per essere esaudito; già aveva visualizzato lo spazio che la materia dei due corpi avrebbe occupato all'arrivo, conoscendo il proprio e stimando accuratamente le misure della signorina dai capelli d'oro. Decisione: svanire nel vuoto e ricomparire altrove, mai prima di allora cosí intensa. La smaterializzazione – compresa quella congiunta – era un mezzo che conosceva fin troppo bene, di cui sin dal patentino aveva fatto un uso smisurato ed illogico, rasentando l'abuso. Un privilegio che si era addirittura abituato a plasmare secondo le proprie esigenze, con il tempo e la pratica, affinché il viaggio fosse lieve come navigare su uno specchio d'acqua piatto e non la dannazione inesorabile dello Stige che aveva sperimentato la prima volta che era scomparso e riapparso. Si concentrò e tutto divenne nitido.
Se quella manovra fosse filata liscia come programmato, lui e Adeline si sarebbero ritrovati in piedi nell'area designata. Le avrebbe lasciato andare la mano lentamente, assicurandosi che stesse in piedi senza problemi e, dopo un respiro profondo, si sarebbe espresso.
«Come stai?» Domanda a doppio taglio, che eludeva ancora una volta la questione delle pozioni. Non si sarebbe riferito solo al balzo appena compiuto, ma anche a tutta l'esperienza in mezzo alla folla. Ne erano successe di cose e non gli era sfuggito il meccanismo che adottava per stemperare la tensione, quel continuo dondolarsi sui talloni come a voler scaricare al suolo l'energia che accumulava all'interno di sé. Positiva o negativa che fosse. Poi un sorriso lieve che coinvolgeva il viso intero, come a voler dire: "va tutto bene ora, andrà tutto bene da adesso in poi, ma anche prima in realtà. Siamo solo un grandissimo gruppo di minchioni che si vogliono bene e lo dimostrano nel modo piú assurdo." Tante parole racchiuse in un gesto cosí semplice, forse un enigma esagerato, un messaggio criptico che non sarebbe mai giunto integro a destinazione.



Interazioni: Gruppone. Se qualcuno volesse prendermi a cazzotti lo faccia prima che mi smaterializzi o si scaldi per quando torno pls.
Attività svolte:
1--Condividi con qualcuno un trucco magico che usi per semplificare la vita quotidiana
2--Fai infuriare lo chef dandogli un consiglio stupido
3--Crea e Griglia il tuo piatto ideale, non limitarti agli ingredienti dei non-maghi
4--Chiacchiera con qualcuno con cui non hai confidenza
5--Chiedi a qualcuno qual è/qual era la sua materia preferita a Hogwarts e perché
6--Assaggia 3 Pietanze diverse (e descrivi brevemente l'esperienza)
7--Condividi con gli altri un viaggio o un'avventura che vorresti intraprendere nel mondo magico
8--Balla una canzone sparata dal DJ (cercatevi una playlist da qualche parte, tanto la musica è tutta uguale)
9--Chiedi a un compagno di grigliata quale sarebbe il suo mestiere ideale nel mondo magico se non avesse vincoli di alcun tipo
10--Decreta la tua preferenza tra due bevande diverse
 
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view post Posted on 22/5/2023, 15:34
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Il Fato

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C’era fermento al Ministero. Tra l’ufficio Regolazione e controllo delle creature magiche e l’ufficio Applicazione della legge sulla magia non c’era mai stato uno scambio di promemoria interufficio così intenso come quel giorno. Gli aeroplanini di carta andavano avanti e indietro come schegge impazzite.
-Cose da non credere, ma al secondo livello dormono?!- aveva sbottato Rufus Chapman saltando sulla sedia con le sue gambette di rana. La notizia che ad Hogsmeade c’era un evento pubblico in cui venivano serviti snasi arrosto l’aveva sconvolto e nauseato.
Chi aveva dato le autorizzazioni? Chi aveva supervisionato quello scempio? Contro chi doveva inveire?



Al secondo livello Davis Morgan era più o meno nella stessa situazione. Girava con carte e rotoli di pergamene raccapezzandosi in quell’intricato guazzabuglio burocratico.
-Questo era un lavoro della Cooperazione Magica Internazionale!- stava urlando con quanto fiato aveva in gola mentre sventolava una pergamena riportante la regolamentazione per le collaborazioni con i ministeri esteri.
-Al Ministero Olandese non sanno niente di questa storia- rispose per le rime Allan Cooper responsabile del reparto commerciale -Ed io lo sto scoprendo adesso. Siete stati voi a rilasciare i permessi-
-Si, su vostra sollecitazione!- insistette Morgan
-E che cosa dovevo fare!- rispose Cooper -Aveva un lasciapassare-
Morgan era furibondo, una simile catastrofe non poteva più essere occultata, la Gazzetta del Profeta ci sarebbe andata a nozze e non si poteva evitare. Ma qualcosa bisognava pur fare.
Tra urla, schiamazzi e scaricabarili Morgan fece l’unica cosa che poteva fare: mise su una squadra per sequestrare tutto e disporre l’arresto per Bram Vandermolen e il suo staff. Avrebbe risolto le beghe burocratiche in un secondo momento e ciò che lo aspettava non gli sarebbe piaciuto, affatto.


Ad Hogsmeade tutto procedeva liscio, nessuno poteva immaginare cosa sarebbe successo da lì a pochi minuti.


 
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view post Posted on 23/5/2023, 20:15
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wild goose chase
You can't make an omelet without breaking some eggs
Ancorarmi al momento, non desidero altro. Trasfiguro me stesso – complice l'effetto del vino, dell'ultimo shot e di chissà cos'altro – in un'illusione che ha parvenza tangibile: è facile, allora, amalgamarsi, diventare tutt'uno con l'atmosfera dei dintorni. Immagino d'essere altro, una rondine, una pietra, una radice granulosa, finché di me non resta che un velo distorto. La mia mente si opacizza, alla pari del battito del cuore, e inspira, espira, respira. C'è qualcosa, oggi, che trasforma tutto – anche me. Ho il sorrisetto ebete di chi gode il momento, indifferente al resto. Di gran lunga, devo ammetterlo, è una sensazione che non mi è familiare, non nell'ultimo periodo. E benché timidi, futili sprazzi di lucidità continuino a scorticarmi, sento d'essere in pace. Potrei apparire buffo, tutto sommato: gli effluvi della sbornia, per me che non sono abituato, si attivano sottilmente (e in modo ironico, aggiungerei). Mi coinvolge un passo di danza, un secondo, un piede incrociato all'altro; per poco non rovino a terra, sotto gli occhi dei presenti. Il vassoio, in bilico, vola via dalle mie mani prima ancora che possa fare danno, e per fortuna seguo di lì a breve – con più spensieratezza – il brindisi improvvisato. Eloise ha ragione, il mio augurio è banalissimo. Resto con la lingua impastata, la bocca tinta di una smorfia bizzarra. Ho gli occhi leggermente socchiusi, sovrappensiero. Vorrei avere una battuta più adatta alla circostanza, un discorso dei vecchi tempi – dov'è, mi dico, la persona di una volta? Non mi dispiace, però. Questa versione di me andrà via nel giro di poche ore, ne sono consapevole. Mi resta il rimorso – costante, sebbene atipico – di non avere ancora ascoltato un brindisi come si deve. Quasi insisto con occhiatacce verso l'uno e l'altra, mi accorgo tuttavia di come gli shot siano già andati (e di come, parimenti, le conversazioni abbiano preso una piega lontana, com'è giusto che sia).
«Oh, grazie.» Mi avvolge un'espressione d'impaccio, non appena mi accorgo della manica bagnata dall'alcool. Non occorre volgermi indietro per ricordare l'ultimo bicchierino capovolto, in effetti ho gocce di Lacrima di Fenice sulle dita. Ringrazio Camille, allungando meglio il lembo di felpa affinché l'incantesimo possa asciugare rapidamente. A mo' di omaggio (un po' alla vecchia maniera, com'è di gioco tra noi) sollevo poi lo stesso shot, e via di un unico sorso. Il gusto degli agrumi è delizioso.
«Io sarei un boss di Nocturn Alley.» Probabilmente sono in ritardo sui tempi, quando ripenso all'ultimo scambio di domanda e risposta tra Daddy e Adeline. Sposto lo sguardo da loro a Camille, riprendendo in fretta.
«Se non avessi vincoli di alcun genere, dico. Forse un contrabbandiere, un cacciatore di taglie. Formerei La Banda degli Zenzy's, tu ci stai?» concludo, adocchiandola nuovamente. Le mie parole, estrapolate senza contesto, potrebbero apparire stravaganti. Riformulo poco dopo la stessa domanda sul lavoro dei propri sogni (o incubi, dipende) ad un poveretto di passaggio. Così, senza motivo. Ho quasi impressione che possa essere lo stesso cui ho sottratto inaspettatamente il vassoio di shottini, perché mi scocca uno sguardo da restarci secco.
Tutto intorno, nel frattempo, si solleva il ritmo giocoso di un brano che non conosco, ma che riesce a coinvolgere anche me. Diventa caotico, soffuso e dolce di pari modo, e mi ricorda curiosamente le acrobazie degli strumenti a corda, all'ultimo ballo. C'è un artista che mi sfugge, alla grigliata. E se da un lato mi interessa scoprirne di più, dall'altro ho un irrefrenabile istinto di ballare. Indietreggio di un passo dopo l'altro, allungo così una mano verso Camille, poi in alto. Non ho idea di che movimenti siano, mi fanno ridere. Importa poi altro?
«Qualcuno conosce almeno un ballo di gruppo?» chiedo alla folla. D'altronde, se non è brindisi è pan di spagna. No, forse no.

Interazione gruppone
La canzone scelta è questa, Camille docet.


sfide in corso
1--Condividi con qualcuno un trucco magico che usi per semplificare la vita quotidiana ✓
2--Fai infuriare lo chef dandogli un consiglio stupido
3--Crea e Griglia il tuo piatto ideale, non limitarti agli ingredienti dei non-maghi
4--Chiacchiera con qualcuno con cui non hai confidenza ✓
5--Chiedi a qualcuno qual è/qual era la sua materia preferita a Hogwarts e perché ✓
6--Assaggia 3 Pietanze diverse (e descrivi brevemente l'esperienza)
7--Condividi con gli altri un viaggio o un'avventura che vorresti intraprendere
8--Balla una canzone sparata dal DJ ✓
9--Chiedi a un compagno di grigliata quale sarebbe il suo mestiere ideale nel mondo magico se non avesse vincoli di alcun tipo ✓
10--Decreta la tua preferenza tra due bevande diverse ✓



Edited by Oliver Brior - 23/5/2023, 21:34
 
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Sometimes I can feel my bones straining under the weight of all the lives I'm not living.

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⏵Rivolto a Memory
⏵Griglie; zona chef

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a è geniale!»
Niahndra aveva buttato indietro la testa e si era messa a ridere alla vista dei pantaloni di Memory che prendevano il colore vibrante della maglia del buttafuori. Un'occhiata di sbieco all'omone che le aveva accolte le confermò che avesse assistito allo scambio, se il leggero rossore ed il sorriso compiaciuto alle parole di Memory erano indicativi di qualcosa.
«Mmmh, vediamo», meditò mentre con la compagna si incamminavano verso le griglie e i fornelli. «Io di solito uso il wingardium quando voglio leggere sdraiata a letto senza usare le braccia». Anche perché dopo certi allenamenti particolarmente intensi diventava parecchio più difficile.
Seguì poi lo sguardo di Macwood verso il punto in cui stavano convergendo più persone. Erano ancora troppo lontane perché Niahndra fosse in grado di riconoscere eventuali volti familiari, ma l'idea di buttarsi nella mischia così a freddo le procurò una vertigine. «Ti dispiace se prima diamo un'occhiata alle specialità dello chef?» Poi, come per giustificarsi, abbozzò un sorriso e aggiunse: «Mordo meno a stomaco pieno, giuro» E poi faceva comodo avere le mani impegnate, specie in mezzo ad una folla; troppo spesso Niah finiva per lasciarle penzoloni lungo i fianchi o alternare tra il metterle nelle tasche o posarle sui fianchi. In entrambi i casi si sentiva proprio un kelpie fuor d'acqua. Perché non esistevano guide o tutorial su come imparare a campare?

Se la sua compagna di grigliata non avesse mosso obiezioni, Alistine avrebbe tagliato corto tra i tavolini per raggiungere una delle griglie presiedute dai cuochi ufficiali dell'evento.
«Ma tu di solito segui Ultimate Grillmaster?»
Una domanda come un'altra mentre attendeva che la piccola folla venisse smaltita. L'occhio le cadde prima sui vari tagli di carne lasciata abbrustolire, poi sulle lavagne che riportavano il menù.
«Perché ti giuro che questa è la prima volta che lo sento, e sì che per vendere certa di questa roba...» La voce si affievolì mentre Niahndra prendeva il posto della persona in fila davanti a lei. Rivolgendo un mezzo sorriso al cuoco, ma senza incrociarne veramente lo sguardo per timidezza, chiese degli Spiedini di Funghi Saltarello e Peperoni oltre ad una porzione di Costolette di Porlock al Barbecue. Esitò un attimo soltanto prima di chiedere anche una Birra al Pepe Esplosivo. Non era convinta delle costolette, ma che senso aveva aver fatto tutta quella strada per poi non osare?
«Che poi è assurdo pensare che una grigliata del genere sia tutta gratuita. Non oso immaginare i costi». Era stata costretta ad alzare un po' la voce per farsi udire da Memory —e probabilmente qualche altro astante. «Capisco allenarsi e tutto, ma se questo chef è così tanto famoso, al posto suo io mi sarei fatta pagare almeno un biglietto simbolico all'ingresso!»
Niahndra stava ancora scrutando il volto di Memory in cerca di un segno d'assenso alle sue parole, quando udì un sonoro colpo di tosse seguito da un borbotto che suonò sospettosamente simile ad un «ecco 'naltra testa di troll con un GUFO in economia gnomica». Era già pronta ad abbaiare una rispostaccia di ritorno quando si rese conto del cognome che compariva sulla maglia azzurro-staff del tizio smilzo e paonazzo che aveva parlato: Vandermolen, lo chef in questione.
Fu il turno di Niahndra di arrossire, mormorare delle scuse e fare dietrofront alla velocità della luce con piatto e bibita in mano.
«D-e-f-i-l-i-a-m-o-c-i», scandì senza voce alla compagna, gli occhi strabuzzati.
Attese di aver messo sufficiente distanza tra sé e lo chef straniero, poi lasciò libera la risata imbarazzata che le era nata. «Cheffffiguradem—ti prego, Mem, prendi tu le redini. Io mi limito a tenere la bocca impegnata solo per mangiare, che è meglio»
Col sorriso ancora sulle labbra, Niahndra sfilò un peperone dallo spiedino.


CITAZIONE
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2--Fai infuriare lo chef dandogli un consiglio stupido
3--Crea e Griglia il tuo piatto ideale, non limitarti agli ingredienti dei non-maghi
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5--Chiedi a qualcuno qual è/qual era la sua materia preferita a Hogwarts e perché
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8--Balla una canzone sparata dal DJ (cercatevi una playlist da qualche parte, tanto la musica è tutta uguale)
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Dove? Hosgmeade, seduta ai tavoli
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Megan aveva poggiato la testa sulle scapole di Draven, accoccolandosi il tempo che bastava per prendersi un po’ di calore: baci caldi sulle guance e il sorrisino a farle strizzare gli occhi e arricciare il naso per la tenerezza, nello stesso istante.
Lo ascoltò parlare di Storia della Magia fissando un punto indefinito dinanzi a sé per poi rubare un morso del panino non appena finì di addentare qualche patatina croccante di cui apprezzò particolarmente il sapore. Era d’accordo con quanto aveva appena detto il Serpino, d’altronde aveva sempre avuto un certo interesse per quella materia anche lei, pur non classificandola come la sua preferita in assoluto. La sua non era solo una curiosità relativa a come il presente fosse condizionato dalla storia e dagli eventi, era il fascino di come era stata la vita nelle varie fasi di un tempo ormai passato ad interessarla. Cosa accadeva secoli fa? Perché? Usi, costumi e tradizioni vestivano di fascino e mistero. Questo l’aveva più volte spinta a partecipare alle spedizioni della Scuola di Atene; aveva condiviso il dolore, la rabbia, la paura e combattuto guerre che non le appartenevano.
«La storia è una materia molto interessante e non fa di te una persona noiosa. Dimmi, Peverell ti ha mai convocato per la Scuola di Atene?» gli chiese portando il tovagliolo alle labbra e spingendosi con le spalle sullo schienale della sedia. «È praticamente mandare gli alunni a suicidarsi in un viaggio nel tempo attraverso secoli. Battaglie precise che hanno segnato la storia dell’uomo.» sorrise guardandolo di sbieco e allungò il braccio per prendere il calice; bevve un lungo sorso.
«La mia materia preferita è Astronomia» rispose poi alla domanda. «Il cielo fin da bambina mi ha sempre affascinata. Avevo un albero di ciliegio in giardino ed io e Paul ci arrampicavamo spesso per vedere meglio le stelle.» abbassò lo sguardo sul calice e lo lasciò oscillare tra le dita.
«Sì, beh… Un libro in mano e provavo a leggere il cielo, a capire quali fossero i pianeti e quali le stelle.» tirò giù un altro sorso guardando il fondo ormai vuoto. Pensare a quelle sere le lasciò un senso di leggerezza ma il dolore legato a quei ricordi non tardò ad arrivare. Si nascose lasciando che il caos del momento la portasse a spostare lo sguardo altrove; un respiro profondo e posò il bicchiere prendendo lo spiedino lasciato a metà. Era brava a controllare le sue emozioni, a nasconderle. «Una volta mi sono slogata una caviglia per aver individuato Venere, è stato divertente» rise.
«Comunque il panino è buono, anche se la carne la trovo piuttosto grassa. Non è tra le mie preferite.» Subito addentò la carne. «Ah, io amo il miele. Soprattutto quello babbano» aggiunse con un espressione canzonatoria e la bocca piena coperta dal palmo delle mano. Era buffo come in fatto di gusti lei è Draven fossero decisamente agli antipodi, almeno per quel che Megan aveva potuto vedere fino a quel momento.
«Allora Draven Enrik Shaw, dimmi: quale sarebbe il tuo mestiere ideale nel mondo magico se non avessi alcun vincolo? Ammesso che tu ne abbia, chiaro» chiese tra un boccone e l’altro prima di versare altro vino nel bicchiere.
«Il sacchetto inizia a riempirsi» sottolineò buttando giù un altro lungo sorso, poi fece segno a Draven di farsi avanti.
«Ah, dimenticavo; non è carne di Snaso, non potrei mai mangiarlo. Sono spiedini di Fwooper, così almeno c’era scritto sul menù.» aggiunse con una leggera smorfia. Si spinse in avanti posando lo spiedino ormai vuoto nel piatto. Il bicchiere stretto ancora tra le dita della mano sinistra oscillava mentre lo sguardo posava sul Serpeverde. Si sentiva decisamente più su di giri, la testa era leggera. Il rossore sulle gote iniziò a macchiarle la pelle evidenziando gli effetti dell’alcol sul proprio corpo. Si sentiva avvampare e poggiò una guancia sul vetro del calice freddo e quasi vuoto.




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SFIDE
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5. Chiedi a qualcuno qual è/qual era la sua materia preferita a Hogwarts e perché
6. Assaggia 3 Pietanze diverse (e descrivi brevemente l'esperienza) [2/ 3]
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Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts

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L’aria festosa aveva l’odore di spezie e fumo. Le griglie erano vicine ai tavoli e il fatto che ancora nessuno avesse accennato a volersi sedere lì con loro aiutava Draven a credere che ci fossero, effettivamente, solo loro due in quel posto, per una grigliata intima e divertente. Nonostante il chiacchiericcio tutt’intorno, era facile concentrarsi solo su Megan e quel giochino delle sfide, forse anche per merito della vodka. Si chiese perché non avesse pensato prima, di sua iniziativa, a chiederle tutte quelle curiosità; erano interessanti e le assorbì tutte, una dopo l’altra. Memorizzò ogni sua singola parola. Era ancora restio a lasciarsi andare con lei con domande e richieste, perché aveva timore di risultare invadente, nella sua convinzione che la ragazza decidesse di aprirsi con lui nei modi e nelle condizioni che solo lei dettava. Non voleva pressarla. Quella libertà dialogativa fu, in un certo senso, sorprendente.
Nonostante gli si accoccolò addosso quando l’abbracciò e accolse teneramente i baci che le porse, non gli sembrò totalmente a suo agio. Probabilmente dipendeva dal pessimo intervento del gruppetto vicino a loro che l’aveva infastidita poco prima, o forse dal fatto che quella sfilza di domande risultavano per lei, in effetti, invadenti.
In ogni caso, almeno sul cibo e l’alcool era rimasta soddisfatta. Per il momento, era una rassicurazione sufficiente per concludere la loro permanenza lì. Magari, una volta tornati a Hogwarts, avrebbe approfondito la questione sul suo effettivo umore.

No. Credo che Peverell mi ritenga pigro e non lo biasimo. – rispose, scrollando le spalle con indifferenza, ma lasciandosi sfuggire un sorriso divertito.
Aveva sentito parlare di quella pratica del docente; nonostante non vi avesse mai preso parte, bastò l’ulteriore spiegazione di Megan a farlo sentire stanco a riguardo.
Sì, gli piaceva la storia, ma perché gli piaceva leggere, non per altro all’infuori della mera conoscenza. Minimo sforzo e massima resa.
Continuò ad ascoltarla senza interromperla, finendo lo spiedino e l’hamburger per dedicarsi al pane ai mirtilli. Divise quest’ultimo in due parti per lasciarne un pezzo per lei.
Quasi gli andò di traverso un mirtillo nel sentirla nominare “Paul”. Era abbastanza sicuro che non gli avesse mai parlato di questa persona, che non gli avesse mai parlato in generale della sua vita prima della morte dei suoi genitori. Qualche cenno, qualche ricordo d’infanzia passato con loro, ma niente di più.
Gli ci volle qualche istante di troppo per razionalizzare la cosa e capire che avrebbe potuto cogliere la palla al balzo per chiederle altro, quando la ragazza tornò alle sfide.
Non aveva avuto la minima reazione al suo racconto; aveva continuato a mangiare e bere, isolato nei meandri della propria mente e quasi più preso dai propri pensieri che dal racconto in sé.
Astronomia, curiosità per il cielo, caviglia slogata guardando Venere. Memorizzò i dettagli e si impose di ricordarli.
Si pulì le labbra e le mani con un tovagliolo, poi si volse verso di lei.

Megan Milford Haven, mi piacerebbe diventare Spezzaincantesimi, se non fosse che ho una quantità di fobie irrazionali che probabilmente mi impediranno di diventarlo davvero. Tipo, giusto per prendere due ippogrifi con un furetto per le sfide, anche se non so se possa proprio contare come “viaggio in un luogo magico”: mi piacerebbe andare in Egitto e visitare le piramidi, le tombe più antiche e misteriose, scoprirne i segreti e le storie, ma soffro di claustrofobia e agorafobia. Senza contare che sono meravigliosamente alto e con le spalle larghe e ho timore che resterei incastrato nei cunicoli. Non sarebbe piacevole. – le spiegò, fin troppo nei dettagli, al punto che sentì l’esigenza di distogliere lo sguardo. Lo abbassò, rivolto alla sacca contenente le uova. Mancavano poche sfide, ormai… Le peggiori.
Prese un lungo sorso dal proprio drink, le avvicinò il piatto con il pane dolce ai mirtilli e solo dopo qualche istante e un paio di sospiri riuscì a voltarsi di nuovo verso di lei per incontrare i suoi occhi.

Quale sarebbe il tuo mestiere ideale nel mondo magico se non avessi vincoli di alcun tipo? Chi è Paul?

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«Oh sto bene, grazie Adeline.» cerco di rassicurarla, nonostante la voglia di tossire e le lacrime che reprimo. Accetto volentieri il pane che mi offre così gentilmente, staccandone una piccola porzione con le dita e ne prendendone poi un primo morso. Lo stomaco per fortuna inizia a placarsi, così come la testa pian piano smette di girare e la vista riacquista il suo pieno potenziale pezzetto dopo pezzetto «Non dovevi disturbarti, davvero.» sono conscia di arrossire, gli zigomi si scaldano quando rivolgo le ultime attenzioni alla ragazza. Pochi istanti e la vedo scomparire grazie alla materializzazione con Camillo. La voce di Oliver, a cui mi trovo accanto, mi raggiunge nel primo sprazzo di lucidità – se posso definirlo tale – post brindisi.
«Gli Zenzy’s eh? Interessante…» lo sguardo si fa falsamente pensieroso, ci rifletto portando alle labbra un ulteriore boccone «Un’avventura tra i vicoli più bui e malfamati della città, mi piace!» affermo dopo aver deglutito «Contami nella banda!» confermo con decisione. Poggio ciò che avanza sul vicino bancone, i palmi cozzano tra loro per rimuovere eventuali briciole mentre proseguo «Immagina i titoli della Gazzetta…» ne ho già una lunga sfilza in mente, uno più bizzarro dell’altro. Gli concedo qualche secondo per figurarseli a sua volta, da buon collega al Profeta «Inseguimento folle a Nocturn Alley per furto di farina: scontro tra contrabbandieri di raffinata 00!» le mani ora carezzano l’aria, delineando una fittizia testata giornalistica impressa a lettere cubitali sulla pergamena giallastra del quotidiano «La nostra foto animata in prima pagina, immortalati mentre corriamo con le bacchette sguainate.» cerco di dar vita alla scenetta, imito goffamente il gesto di castare un incantesimo mirando al petto di lui. Un quadretto talmente buffo che non trattengo una risata «L’intento, ovviamente, è quello di recuperare ogni singolo sacco rubato dai nostri rivali in affari illegali.» sfoggio infine un ghigno degno di un Gangster che si rispetti, calandomi nel personaggio come se abbracciassi un vecchio amico.
Intanto il Dj regala un sottofondo piuttosto energico ai nostri sogni ad occhi aperti, il chiaro invito alla folla è quello di buttarsi sulla pista da ballo e scatenarsi. Non solo il cibo, ma anche l’intrattenimento è impeccabile, impossibile non rimanerne coinvolti assieme ai compagni di grigliata. Non conosco il cantante in questione, ma il testo e la melodia li trovo azzeccati e affini all’atmosfera goliardica dell’evento.
«Una cosa tipo questa?» rilancio in risposta al Grifondoro, pronta a dare una dimostrazione pratica. Divertita mi lascio trasportare dalla musica, o forse è solo l’euforia della festa mista agli effetti collaterali degli shottini che mi trascina e sono già pronta a pentirmene entro stasera. La composizione dei drink mi è ancora ignota, meglio così mi ripeto in loop, maledirò il nulla più tardi in dormitorio. Non sono la regina della coordinazione, anzi decisamente il contrario ad essere completamente onesta. Se ne accorgeranno anche gli altri a loro discapito, ma non m’importa, non c’è spazio per l’imbarazzo adesso. Batto un paio di volte il piede destro per assimilare le note e accompagnarle ai movimenti successivi nella maniera più naturale possibile, o almeno ci provo con tutta me stessa. Sollevo le braccia verso il cielo, i fianchi ondeggiano un paio di volte a tempo con il ritornello così come il capo. Le guance toccano l’una e poi l’altra spalla rapidamente, i capelli solleticano la pelle del collo. Sembra di seguire il ticchettare incessante di un metronomo, che ad un certo punto – a frasi alternate – rende il ritmo meno serrato. Ed è proprio in quel preciso momento di stacco che dò un colpetto all’anca di Oliver con la mia per incoraggiarlo, alla fine non c’è una vera sequenza di passi da seguire, solo puro istinto. Mi allungo poi verso Eloise e, se me lo permetterà, afferrerei la sua mano attirandola dolcemente a me per farle fare una giravolta.
«Magari invece di diventare due criminali ci reinventiamo coreografi, che ne dici?» butto lì voltandomi verso Oliver, proseguendo poi il discorso in direzione della concasata. In quel progetto appena improvvisato, infatti, è prevista una parte fondamentale anche per lei «Con El come ballerina di punta, la nuova stella nascente della danza!» tono giocoso, sottolineo le parole riservando anche a lei un lieve tête-à-tête tra i nostri fianchi, l’immancabile espressione complice e malandrina sul viso.
«Sempre in giro per il mondo….» spostarci di Capitale in Capitale, portando un grande spettacolo sui palchi più famosi ed importanti del globo «Da quale città iniziamo il tour?» chiedo di getto, sentendomi un po’ come il manager di gruppo eterogeneo di artisti squattrinati e folli. Berlino? Parigi? Madrid? New York? Avranno un viaggio che desiderano intraprendere, no?

Camille Donovan | Hufllepuff Prefect | 15 y.o







Menzioni: Gruppone.
Interazioni dirette: Eloise ed Oliver (io Luca Tommassini, tu Giuliano Peparini?) :gattello: :<31:

Attività svolte (TERMINATEEEEEEEE :tifo: :tifo: :tifo: )

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P.S: scusate per la canzone finlandese, necessitavo :ihih: :<31:
Questo comunque è stato motivo di scontro interiore:

Camille: no mamma, mi rifiuto, non la ballo questa!
Io: spiace, devi!
Camille: No!
Io: Le vuoi le uova, sì o no?
Camille: Sì, ma...
Io: Ecco, niente ma, fila twerkare e a bere piña colada con kaarija!

 
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Interazioni:Draven

Il vociare continuo, la musica e gli odori che inondavano quel luogo arrivavano a Megan lontani. L’alcol e la compagnia di Draven riuscivano ad anestetizzarle i pensieri e come droga a lento dosaggio s’insinuava in lei lasciandole desiderare nient’altro che quella situazione, ancora e ancora.
Rivolse lui tutta l’attenzione. Poggiò il calice sul tavolo, tamburellò con le dita sulla superficie e non lasciò lo sguardo vagare altrove. Lo guardava e non aveva smesso di farlo nemmeno quando aveva tentato di rifuggire ai suoi occhi. Abbozzò un sorriso in risposta, crogiolandosi nella sensazione che le lasciava ogni volta che a fatica riusciva a scavare nelle iridi oltremare.
Megan rimase in silenzio nell’intervallo di tempo che bastò a Draven per fare un lungo respiro prima di continuare. Sapeva che aveva per lei in serbo un’altra domanda e, date le sfide rimanenti, era a conoscenza anche del fatto che non avrebbe preso la benché minima iniziativa di un ballo o di una grigliata improvvisata: quelli spettavano a lei.
Quando fu di nuovo con gli occhi su di lei Megan allungò la mano su ciò che rimaneva del pane dolce gentilmente offerto e di cui aveva già potuto saggiare la dolcezza, ma la domanda che seguì la prima impresse la traccia di un fugace tremore delle dita che lasciò cadere qualche mirtillo nel piatto e sul tavolino.
«Era il mio vicino di casa… Il mio migliore amico fino a che non ha deciso di lasciarmi» portò un mirtillo alle labbra e ne assaporò il gusto, poi morse il pane e si concentrò ad analizzare ogni singolo sapore percepito fino alla fine. Era molto buono, il miele legava perfettamente con gli ingredienti ma dovette ammettere che l’elevata quantità messa dallo chef lo rendeva alquanto stucchevole, persino per lei che amava le cose dolci.
Un attimo di pausa, voluto, la concentrazione necessaria per lasciare che la tristezza non attecchisse cuore e mente. Battito controllato. Respiro regolare. Non si sarebbe privata di quegli istanti di leggerezza con Draven perché il passato minacciava di ripetere la sua eterna tortura.
«Prima o poi tutti decidono di lasciarmi» Una constatazione che non aveva resistito a non fare e della quale si pentì l’istante seguente.
Guardò altrove tornando ad afferrare la bottiglia e versò il vino nel bicchiere.
«Non intendo tediarti con una storia piuttosto triste. Conservare i momenti belli è ciò che mi resta e lo faccio» disse tornando con le spalle sulla sedia.
«Comunque credo che la carriera di docente di Cura avrebbe potuto interessarmi se non fosse che alcune creature magiche mi fanno paura e ribrezzo» rabbrividì reagendo alla scossa che percorse l’intera spina dorsale.
«Le Acromantule per esempio, o i Billiwigs».
Un respiro profondo e riprese.
«Ho l’obbligo di seguire la carriera dei miei genitori.» Alzò le spalle.
«In ogni caso, per andare avanti con le sfide, ne approfitto anche io: mi piacerebbe moltissimo visitare Stoccolma. Sai, ho un Grugnocorto nel quartiere di Södermalm adottato qualche anno fa. Abbiamo una corrispondenza ma avrei il piacere un giorno di poterci andare. I paesaggi, poi, sono bellissimi» annuì sottolineando quelle ultime parole. Un sorso ultimo, Megan butto giù il vino tutto insieme e si alzò barcollando appena.
«È ora di grigliare qualcosa e di infastidire lo chef!» Afferrò la mano di Draven e gli sorrise con entusiasmo prima di stampare sulle sue labbra un piccolo bacio e dopo un altro ancora.
«Hai un ballo finale da concedermi, poi possiamo fare tutto ciò che vuoi» sussurrò al suo orecchio senza abbandonare l’espressione compiaciuta accentuata dall’alcol entrato evidentemente ormai in circolo.
Qualche secondo e Megan si spinse verso una delle griglie libere. Non aveva molta voglia di cucinare, dunque si sarebbe dedicata a fare la cosa più banale al fine di portare a termine quel piccolo compito e intascare un ovetto in più. D’altronde non aveva mai cucinato niente in vita sua a parte qualche dolcetto con sua madre Eloise.
«Mi scusi credo che debba lasciarmi la postazione ma prima avrei bisogno di alcuni ingredienti, dunque: potrebbe rendersi utile nel passarmeli?» Megan avrebbe guardato Draven e con una smorfia di dispiacere avrebbe palesato lo sforzo immane che quel comportamento le stava costando.
«Non dovrebbe essere difficile, vorrei fare una sorta di crema pasticciera sfruttando gli ingredienti magici proposti. Avrei bisogno di 2 uova di Streeler, 50 grammi di zucchero, 15 grammi di farina, ¼ di latte di Erupment, essenza di vaniglia e una ciotola con i Grinzafico.»
«Tu che fai rimani a guardare?» avrebbe chiesto infine rivolgendosi al ragazzo.




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7. Condividi con gli altri un viaggio o un'avventura che vorresti intraprendere nel mondo magico
8. Balla una canzone sparata dal DJ (cercatevi una playlist da qualche parte, tanto la musica è tutta uguale)
9. Chiedi a un compagno di grigliata quale sarebbe il suo mestiere ideale nel mondo magico se non avesse vincoli di alcun tipo
10. Decreta la tua preferenza tra due bevande diverse

 
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81 replies since 15/4/2023, 18:17   2917 views
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