| Non li cercai, quando gli istanti fiorivano: i tuoi occhi non li cercai. Ma adesso, ci tormenta il ricordo. N on so se sia stato il mio subconscio ad obbligarmi a fermarci. Forse avevo bisogno di un secondo di calma, forse il temporale che si scatenato lì fuori, come qui dentro, necessita un secondo di quiete. Forse quel turbinio di emozioni mi è esploso dentro con così tanta veemenza da mandarmi in tilt. Effettivamente ora che ci penso, non ci siamo parlate per un anno intero. Un anno in cui non ci siamo nemmeno sfiorate. Mentre ora mi sembra assurdo anche solo stare lontano più di un soffio di vento. Mio dio, sto impazzendo ecco cosa mi succede. Non lo so nemmeno io. Vedo nei tuoi occhi la stessa confusione, come se quell'ardore dentro di te fosse esploso senza che riuscissi a controllarlo, come fai con tutto il resto. Questo non puoi controllarlo. Il marchio che ho sul collo forse è l'unico segno che ci rende l'una parte dell'altra. Il dolore al petto è forte e il respiro mi si spezza in due. La mia voce è flebile, un sussurro.
E invece lo sono. È solo che è più facile fingere che non sia così.
Non so perché mi esce fuori così di botto, senza che me ne renda conto. Mi sento maledettamente debole in questo momento, ci sono cose che non avrei mai permesso a nessuno di vedere, eppure di fronte al tuo sguardo Cas, anche quando arrabbiato, io mi disfo, crollo come le tessere del domino, una in fila all'altra le mie stupide difese, come se non fossero mai esistite, cadono giù. Non riesco nemmeno a guardarti in faccia, non voglio aprire quella porta è troppo pesante. Ti prego non chiedermi di tornare a quel giorno. Non ne ho mai più parlato, anche se è scolpito dentro di me. Nessuno me lo ha mai davvero chiesto. Ho paura del tuo giudizio, perché in fondo quel giorno la paura mi ha bloccato. Non sono riuscita a salvarmi da sola e l'idea che non ci fosse nessun altro mi ha devastato. E così che ti sei sentita tu per tutto questo tempo?
È su-successo qualcosa di strano vero?
Non posso vedermi, ma sono certa che stia accadendo qualcosa. L'ultima volta ai miei fratelli e mio padre è quasi preso un infarto. I miei capelli hanno preso un colore strano, il buio che tenevo dentro è esploso verso l'esterno e ad un tratto tutto si è colorato di nero. Ricordo il dolore intenso che provai quella volta, esattamente come quello che provo ora. Non ti guardo perché ho paura di sapere cosa pensi. Magari mi sono trasformata in una ranocchia orribile, non ne ho idea. Stringo la tua mano, cercando di ignorare il dolore. Il tuo contatto mi rafforza in qualche modo, ma non mi basta. Non mi basta più. Poggio il capo sul tuo petto e mi stringo a te, in un abbraccio. Inspiro il profumo dei tuoi vestiti, cerco di pensare al battito del tuo cuore e non del mio, che ora sembra scosso da queste emozioni fluttuanti e intense come non mai, le mie mani si aggrappano alle tue spalle. Come batte il tuo di cuore Cas? Non so nemmeno che ore siano, quante ne siano passate, a che riunione dovevamo andare. Non me ne frega più niente a dire il vero. Per un secondo, forse illusorio, mi sento al sicuro. Gli effetti della Metamorfomagia rimangono sul mio corpo, il sole che tramonta sul mio viso e nei miei occhi, incontra la luna, la tua luna. Come te non ho nessun controllo su questa situazione, non sto giocando, non è come faccio di solito, non lo so cosa sia ma l'idea di aver bisogno di te mi terrorizza e al tempo stesso, qui nelle tue braccia, mi scalda. Il suono della pioggia di fuori sembra essere diminuito, spero che la tempesta si sia allontanata. Mi tiro su sciogliendo appena l'abbraccio, avverto un miglioramento, il dolore sta sparendo. Ma siamo comunque vicine, avverto il tuo respiro sul viso, ti guardo con i raggi negli occhi. Non so cosa mi aspetto di trovare.
Probabilmente abbiamo saltato una riunione importante.
Parlo con fare quasi scherzoso, non so cosa ne pensi a riguardo, ma sei una che prende il suo ruolo piuttosto seriamente, non è una domanda la mia, ma un'affermazione. L'idea è chiaro che non mi dispiaccia, anzi. Rimanere in quegli istanti insieme a te ha mandato il mio corpo in fibrillazione, tanto che appena torno a guardarti riavverto gli spasmi, forse è quello che cerco nei tuoi occhi. Non lo so. Scosto via qualche ciocca di capelli bagnaticcia dal tuo viso, è un gesto intimo che non avrei mai pensato di fare, ma nemmeno ci penso, mi viene automatico. Forse dobbiamo tornare alla realtà perché io riesca a risvegliarmi, anche perché questa mi è sembrata quasi una illusione. Ho paura che una volta uscite da quella stanza la bolla scoppierà e tornerai ad allontanarmi. Sento lo stomaco che si rivolta al pensiero. Sarà la mia fine. Tu sarai la mia fine.
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