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| Don't erase me.   Più forte di qualsiasi altra cosa, il tuo bacio irrompe nel mio cuore. Le labbra sono solo una barriera di carne, la vera destinazione delle attenzioni che ci diamo dimora all'interno di noi.
Ti abbraccio, ti lego al mio corpo come se fossi il mio pezzo mancante perso da tempo. Calore e passione sublimano ogni altra nozione e immagine che non sia questa. La nostra bolla esplode. I suoi pezzi vengono spazzati via in ogni direzione e si sciolgono nell'etere come se non fossero mai esistiti. Ora tu, il tuo corpo e tutto ciò che avviene fra me e te, mi sa perfettamente di reale.
Vorrei che non finisca mai. Che le ronde non si debbano fare, o che possa dire di aver già controllato tutto, stando qui invece a divorare ogni parte di te fregandomene altamente del resto.
Un moto di paura mi assale pensando al distacco, ma è solo all'inizio. Ho fede nelle nostre parole e nel nostro sentire. Domani sarà un altro giorno, ma un passo (forse meglio dire un centinaio) è stato fatto nella tua direzione. Niente più incertezze e tentennamenti. Niente più scenate e orgoglio.
Mi separo da te, solo per sussurrarti qualcosa. Pochi centimetri separano le nostre labbra, mentre la fronte rimane attaccata alla tua. Ti guardo e vorrei che i nostri discorsi non finissero mai. Il senso di liberazione con te, esprimendomi e lasciandomi andare, è immenso e mai provato prima. Ma i tuoi occhi parlano più di qualsiasi voce. Spiegano più di qualsiasi manuale le dinamiche dell'innamoramento. Parlano per te, per me e per ciò che vorremmo essere.
«Promettimi che non andrai al ballo con Coso. Potrei accettare chiunque, ma non lui.» Sorrido sornione carezzandoti le labbra con la punta di un dito. Poi all'improvviso muto espressione, fingendomi serio e convinto. «E se ti dà fastidio in questi giorni, basta che tu mi faccia un cenno e avremo un pappagallo di casata.»
Rido, sbuffando. Mi avvicino ai tuoi occhi lucidi e riprendo a baciarti, solleticandoti in fianchi per far evanescere ogni ombra di tristezza dal tuo volto. |
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