Dismantled, Evento straordinario | Emily

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view post Posted on 23/8/2023, 16:48
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– Dismantled –
23 yrs – Head of DMLE – Devonshire

PS 449 PC 382 PM 403 EXP 94,5
Bramato per così tanti anni, il passato giace ora su questo muro dimenticato dal tempo. Il coraggio di sollevare lo sguardo, però, mi manca.
I miei occhi errano nell’oscurità, s’affannano a ritrovarti, John, per dirti che non desidero stare qui, che vorrei fuggire. Portami via.
Resto in silenzio, perché è la tua voce a riempire l’ambiente, e trattengo il respiro quando pronunci frasi che, oltre ogni cosa, vorrei smentire.
La voce assume un’inclinazione strana, non mi piace, allerta i sensi e la mente mi proibisce di esternare a gran voce ciò che desidero confessarti. Nel baratro, traggo un profondo respiro e socchiudo gli occhi. C’era luce, un tempo, qui. E forse echeggiavano risate. Gioia. Amore.
Il mio cuore, armato di rancore, esalta l’ingiustizia. Forse, mi dico, quelli come me non meritano questo tipo di felicità.
« Non sono ancora sua » mi lascio sfuggire. Se sia per me fonte di speranza o insoddisfazione, non puoi saperlo. Puoi vederle i miei occhi però, che scendono sul braccio candido, su cui, l’unico simbolo invisibile, è quello che ci ha condotti qui. Il marchio, d'altronde, pende come spada di Damocle sulla mia testa e lo so, lo so da tempo che, nel momento in cui farò visita alla Villa, Lui riscuoterà il conto delle mie azioni. Tu stesso hai avuto fretta di affermarlo, che la mia è stata un’ottima copertura, e sebbene l’accesso al Ministero fosse inerente al volere di Voldemort solo in apparenza… In ogni mio respiro, so bene che la mia esistenza è intrecciata alla sua.
Aryadne, Vagnard, William… Kevin… Horus.
Quant’è lunga la lista?
Quanti sono i nomi che abitano i miei sogni, ormai?
Sorrido, triste, dinanzi all’onestà che mi travolge. Tu, che paventi di conoscermi così bene, pensi davvero che voglia farlo? Consegnarti a lui… Perché poi?
Pensi voglia punirti per non aver seguito le orme di tuo padre?
Dinanzi a questa inaspettata verità, qualcosa, all’altezza del mio petto, non tarda a farsi sentire. Come vorrei, ora, tornare da te e dissolvere quella fragilità con cui poco fa ti ho marchiato - poter sentire davvero il sapore delle tue labbra. Me lo concederesti?
Il Nome influenza le scelte dei più deboli.
Ma non le tue. E nelle mie iridi, puoi vedere una luce diversa.
Lo avverto, sai? Il tuo sguardo che solletica la mia pelle, risale i punti che hai sfiorato.

E l’istinto che mi guida nuovamente sull’albero che ho di fronte, l’urgenza di risolvere ciò che ne è della mia esistenza.
Muovo un passo nell’oscurità. Con l'oscurità. Un albero, imponente, si dipana alla luce del Salice. Radicato nel suolo di questa dimora, espone alle vedute la decadenza delle foglie, lambite dal pungente gelo di un inverno crudele.
Il dolore accecante accompagna il mio crollo contro il finto tronco.

È un urlo che mi porta alla vita. Piango. Piango per te, mamma.
È la paura che mi guida tra le fauci della morte.
È la solitudine che mi accompagna verso il tuo ultimo respiro.
Accolgo le loro urla, che ora sono un po’ anche le mie.
Non farla nascere, Lulu.
Non farmi nascere, mamma.
Questo dolore non è nulla in confronto a quanto vedo; niente, dinanzi all’impotenza che preme sul petto e affiora nei miei occhi.
Scuoto freneticamente il capo fra le ombre, i ricordi sfuggono come fumo spinto da deboli venti.

Ti cerco ovunque.
Ti vedo—No non sei tu.
No…Lei, non capisci!
Ma l’uomo contro cui protesti, Lilian, non può sentirti. E non può udirti Lei quando le intimi di non tornare da mio padre.
Sei così bella, mamma, così forte nella tua vulnerabilità.
Allungo una mano quando la tua voce mi spezza. Lacrime incandescenti bruciano sulla soglia delle mie iridi ma io non posso, non oso, chiudere le palpebre, nemmeno per un secondo, perché questo momento, l’eco che attanaglia la mia mente e placa il dolore, è tutto ciò che possiedo di te. E se svanissi, se questa sofferenza che soffoca il respiro e costringe la mente dovesse ora trascinarmi via, non mi interesserebbe.
Portami via. Portaci via.
Andiamo da lei, da zia Lilian. Lei può aiutarti.
Il passato e il presente si fondono. Non sei reale, non più ma per me, qui e ora, sei più radiosa di qualsiasi realtà possa concepire.

Vengo strappata da te ancora una volta e il pianto si fa forte, s'intreccia a quello che ha accompagnato la tua morte. A quello di Lilian. Scuote un uomo tra le braccia. La mia mano si posa sulla sua spalla ma non la tocca. Vorrei dirle che neanche lui é qui.
La verità è che in questo luogo non c’è più nessuno.
Nessuno di loro.

Solo noi.
Solo te, John, ed io.

Riapro gli occhi. Le tue mani sulle mie spalle. Il corpo è scosso dal pianto, e quando l’argento dei miei occhi si posa sui nomi che mi vengono rivelati, il dolore diviene ancora più forte. L'albero, testimone muto di innumerevoli vicende, sa più di quanto i suoi rami possano narrare. È un archivio di memorie, un custode di segreti, e in qualche modo, una guida che mi conduce verso la verità celata nel labirinto del tempo. Le sue radici, immerse nel terreno fertile del passato, si estendono verso il cielo come speranze indomabili, radici e rami che si abbracciano nella danza eterna dell’esistenza.

Per un istante, nella fragilità in cui riverso, sono quasi pronta a dirti tutto ma non credo di riuscirvi. Le mie mani si posano sulle tue e la schiena viene in avanti, ad attutire dolori invisibili.
I capelli scivolano lungo le guance, nascondono il viso e stringo, stringo le tue dita come per trovarvi appiglio.
« Le ho viste. Le nostre… Mamme. »
Ed io, che mai ho avuto l’ardire di pronunciare una parola simile, resto vittima dell’ennesima fitta impetuosa che trapassa il ventre e risale il petto.
Respiro, prima a fatica, poi in maniera sempre più controllata e allento la presa su di te. Non ne ho bisogno, non ho bisogno di nessuno.
La sinistra si libera del tutto e va ad asciugare gli occhi. Tremo ma sento di potercela fare.
La schiena risale lentamente e così fa il mio sguardo, dall’ultimo ramo al primo.
Emily
John Junior
Aryadne
Hope

La figlia di Lilian. La mia insegnante.
La mia famiglia.
Questa nuova consapevolezza libera i pensieri e rivedo il suo volto. I lunghi capelli dorati, lo sguardo sognante. L’ennesima vittima del destino, figlia di sorelle dannate. Cerco il nome di Lilian e non fatico a trovarlo, cancellato dalla morte che dev'essere sopraggiunta quando ho lasciato l’ospedale. Quando Cavendish…
È su di lui che ora mi concentro, con la rabbia che mi rende nuovamente lucida. Il ricordo della cenere posata sul cuscino di Lilian, il bastone che riecheggia nell’atrio… Suoni, immagini, profumi sgradevoli accompagnano le mie iridi che carezzano il suo nome e a lui, infine, rivolgo il mio Sangue.
Cosa sa che io non so?
Perché vuole consegnarmi a Lui?
Cosa ha a che fare con la maledizione che ha raso al suolo tutti i Narcisi?
Non tutti, mi correggo.
E la mia mano, ancora sulla spalla, s’intreccia alle tue dita.

Sto sbagliando, lo so. Ma a parte te, cos’altro mi rimane?

– Spend the rest of my lifetime trying to unlearn your lies
Only one of us is built to survive. –

Abilità
– Incantesimi fino alla VI classe + Repsi Genitum, Stupeficium
– Oscuri: Sectumsempra; Vielente; Essenza Converto; Segreto Ombrae; Protego Totalus;
– Smaterializzazione
– Elementalista inesperta ();
– Banshee
Equipaggiamento
Coerentemente alla situazione:
▸ BACCHETTA: Legno di Salice, Crine di Unicorno, 11 pollici e un quarto, rigida
▸ STILETTO DELLA BANSHEE: Pugnale di antica e pregiata fattura (tasca posteriore)
▸ SCAGLIE DI ASHWINDER: Collana. Indossando questa collana, si amplifica la forza degli incantesimi di fuoco.
▸ CIONDOLO PREZIOSO RICORDO: Legato alla catena di Ashwinder. Si può conservare un ricordo dentro il ciondolo.
▸ CIONDOLO, NARCISO: legato a un bracciale e indossato sul polso sinistro. Molto antica e facente parte della collezione della famiglia Gordon.
▸ ANELLO LUMINOSO: Acceca l'avversario per due turni, facendo scaturire dalla pietra incastonata in esso, un raggio di luce molto chiaro ed abbagliante. Sull'anello sono presenti incisioni non ancora decifrate.


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Ma tu sai, Emily, che ritenerti o meno di proprietà dell'Oscuro Signore non è più una scelta che puoi compiere. Lui brama ed avrà sempre ciò che desidera, così come è stato per il padre di Junior. Come lui, puoi immaginare la sofferenza di un padre in contrasto con gli istinti di un bambino. Sempre rigido, mai una parola che fosse di conforto. E l'odio è un sentimento che supera l'amore, di odio si vive e non si muore.
Tuttavia John è delicato quanto una pianta velenosa, che prima di pungerti con le sue spine, o strangolarti tra le spire, ha la decenza di avvolgerti. E' un calore freddo che si irradia piano dal petto. Un respiro, il suo, che senti oltre la nuca. Sta percependo il tuo profumo, immobile ad un palmo dal suo naso, ora immerso trai capelli morbidi. Chiude gli occhi quando li chiudi tu e per il tempo di quelle che immagina siano le tue visione, non fa altro che stare qui, che esseri per i tuoi artigli. Affinché tu possa lacerargli la pelle se ti aggrappi con troppa forza.

5mtQebG

5mtQebG
Lo sente, Emily. Sente come lo cerchi, capisce l'esigenza che ti porta a stringerti qui nel suo abbraccio. Deglutisce per quel fiato che gli porti via in un momento tanto solenne. Sei la chiave di volta, tu. Sei l'unica che può fare un passo oltre l'abisso di un passato ignoto. Perché Lilian è morta, ed ora lo sai. Lilian non può più dirti niente, forse prosciugata dal bisogno di Cavendish Senior di sapere tutto prima di te. Di avere quelle informazioni che ora John è qui a regalare. John che non si sottrae al tuo tocco, anzi, rinsalda la presa, ti lascia un bacio trai capelli. «Mi manca da morire» sussurra.
In fondo sua madre lo amava, non aveva ancora visto marcire il germoglio di suo figlio. Amava lui più di Aryadne, più di John: era la sua via di fuga e pure non capendolo, Junior l'adorava. «Era perfetta»

Ne parla come se per lui fosse morta stamattina, poche ore fa, davanti ai suoi occhi. E sua madre per un po' ha potuto viverla, godere della sua presenza. Tu l'hai vista per la prima volta adesso, ne hai sentito la voce: non la puoi dimenticare.
John alza lo sguardo verso l'albero. Ti tiene a sé come se fossi un tesoro prezioso, una guerriera da proteggere. «Andrà tutto bene, ma devi sopportare ancora un po', cerca il bastone. Resta stretta a me»
E' la sua premessa, docile e cauta, prima di allungare una mano verso il nome di tua madre, e toccarlo. La tua testa viene di nuovo perforata da mille aghi, scavano nelle tempie, ti obbligano a chiudere gli occhi.

SI ATTIVA UNA VISIONE INDOTTA

5mtQebG
La visione di tua madre appiana il dolore alle tempie, la testa smette di urlare. E lei è viva, Emily, ad un passo da te. Indossa un abito color ottanio che le illumina l'incarnato pallido, gli occhi risaltano come perle nell'oceano. E' seduta comodamente sulla scrivani che adesso - nella tua realtà - cade riposta male alla fine del corridoio, vicino all'albero genealogico del dolore. Sta scrivendo, se ti avvicini puoi leggere "A Jacob..." ma non fa in tempo a scrivere altro, perché un ragazzo entra a grandi - e rumorosi - passi, destandola. «Wymond!»

5mtQebG
L'hai già visto, Emily. E' il corpo che Lilian stringeva disperata poco fa, nella tua prima visione. Ma è giovane, è vivo, ed appena tua madre si volta in sua direzioni, noti che la ragazza ha il ventre piatto, all'epoca più giovane di te. «Credo che sia una pessima idea» le dice, con un ghigno in volto. Wymond ha un libro spesso sotto mano, la copertina è rovinata, ma se ti concentri, sul suo profilo puoi vedere lo stesso simbolo che ti è stato impresso sul polso. l'UAS. «Ne abbiamo già parlato, per te ogni cosa è una pessima idea» Ribatte Louisa, sbuffando ma con un cenno d'affetto nel tono. E' solo una presa in giro tra fratelli, no?
Wymond le si avvicina, appoggia il libro sopra la lettera. Louisa fa appena in tempo a sfilarla da sotto il tomo e chiuderla velocemente nel cassetto.
«Potrei non essere io a ricevere il marchio, e tu non puoi rischiare che succeda lontano da casa»
«Toccherà a Lilian, è la più vecchia» «Lilian ha... dei problemi» Louisa sbuffa, solenne. «Audrey allora!»

E quando la senti parlare, scopri che quelle, in fondo, sono parole tue. Tu le stai dicendo. Tu riapri gli occhi e sei la tua stessa madre. Hai lo stomaco sottosopra, Wymond ti guarda con sufficienza, ti alza il mento per indagare nei tuoi occhi. «Una fuga d'amore e poi torni a casa, ok?»

Non puoi uscire dalla visione, anche provandoci, non puoi non essere lei, non puoi non vivere questo momento come fosse tuo. Pur sapendo che i capelli che ti coprono le spalle e ricadono morbidi, profumano di gelsomino e té verde: te lo ricordi? E' come profumava tua madre per quei pochi secondi in cui hai potuto piangere lungo il suo petto.


R.Emily: PS 449 | PC 382 | PM 393/403
Iniziale senso di stordimento, lieve

J.J.Cavendish: PS ??? | PC ??? | PM ???
//


Bene Emily, si sta aprendo un portale su un passato che non conosci.

E' un momento cruciale e prezioso, dal tuo prossimo post, per tutti i turni che passerai all'interno della visione, perderai - 5PM.

Tuttavia finché non avrai raggiunto la chiave, non ti sarà permesso uscire dalla visione.




Edited by MasterHogwarts - 27/8/2023, 09:45
 
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Anche la mia mamma lo era. Perfetta.
Posso ancora vederla, l’immagine di lei bruciata nella mia retina. Luce nel buio dietro ai miei occhi.
Un bacio tra i capelli non può fermare la rugiada che illumina le mie guance né quella lacrima che scivola sulla punta del naso, facendosi strada tra le stelle ambrate, per ricadere sulla fredda pietra. Non puoi fermare quello che hai iniziato, John, né tanto meno sembri volerlo fare fin tanto che non avrai ottenuto ciò che desideri.
Ma cos’è che brami davvero?
Tra le tue braccia, che mi sorreggono e al tempo stesso mi guidano tra fiamme infernali, sono alla stregua di un fantoccio. Ma la mia mente non è più mia, adesso. Appartiene al passato, alla visione di lei, a quei ricordi non miei ma che vorrei m’appartenessero. Almeno per averla vissuta più del tempo d’un ultimo respiro…

Resta stretta a me. E sai che non posso fare altro. Se è questo il prezzo da pagare per rivederla ancora e ancora, per capire cosa ha portato alla distruzione di quella parte di me in cui ancora intravedo luce, allora va bene. Allora stringimi. Guidami. Portami alla perdizione.
Sono così stanca, così stanca di sopravvivere, che se essere forti è l’ultima cosa che mi verrà chiesto di fare nella mia miserabile vita, allora…
« Va bene »

Un sussurro a piegare il mio volere, a permettere di esserti da àncora.
Sapevi che questo avrebbe funzionato anche se non serve conoscermi così bene da ipotizzare che, per quanto resiliente e forte io possa essere, mi sgretolo come polvere al vento dinanzi al nome, al ricordo, di mia madre. Avrei dato Darei qualsiasi cosa pur di sapere di lei. Di vederla ancora una volta.
Accetto quel dolore, quindi. Punteggia la mente con lame acuminate, si estende fino alle iridi che si perdono nel vuoto, argentate come il cielo arso da mille soli.

Mi avvicino a te, mamma, accorciando le distanze così che anche le urla che risuonano tra le mie ossa possano pian piano cessare. Il cruore scorre velocemente, il cuore accelera i battiti non appena riesco a metterti a fuoco. Il tuo profilo uccide i sensi, inebria la vista, mi impedisce di respirare.
Cos’è che scrivi? Il tuo diario… No, non può essere. Sei ancora troppo giovane.
Inclino la testa per vedere meglio, cheta nel silenzio che t’avvolge, come se potessi davvero percepirmi se facessi troppo rumore.
Faccio in tempo a leggere il nome di mio padre quando un intruso fa capolino nella mia calma.
Lo guardo, mio fratello, e solo quando riaccelera il battito, mi rendo conto che il mio cuore era, in vero, sereno.
« Wymond! » mi sento dire seppur non riconosca la mia stessa voce, sottoposta alla tua.
Seguo la scena, da prospettive diverse, come se fossi ovunque nella stanza e, al contempo, da nessuna parte.
Questa confusione annebbia la mente, forse nel mio mondo, ti sto stringendo così forte da farmi male, J ma il libro mi riporta alla realtà che sto assaporando adesso.
Cercalo. Cerca l’UAS.
E quando la mia mano prova a sfiorare la copertina, mi rendo conto di essere così vicina da sorprendermi che Louisa non possa davvero sentirmi.
Lei non c’è più, è solo un ricordo, mi ripeto, affinché possa restare attanagliata al senno che scivola via ogni qualvolta mi rivedo negli occhi di Lei.
Non lo voglio questo marchio, che lo prenda qualcun altro. Prendilo tu o che lo prenda Audrey allora!
Ma io il marchio ce l’ho e chino lo sguardo sul polso che ora poggia sul tomo.
Cercalo.
E apro il libro così come le mie iridi soffocate da un dolce risentimento. La stoffa ottanio scivola sulla scrivania. Sono Lei e Lei è me.
Percepisco lo sguardo di Wyamond quando mi volto e fronde di gelsomino mi contornano il viso.
« Cosa succederebbe se… Fossi lontana da casa? »
Chiedo, col tono che serba già una risposta. Torno con l'attenzione sulle pagine del libro che so di non aver aperto a caso. Il timbro che risale il collo mi sorprende ancora una volta, ma non come prima. Non adesso che Emily non esiste più, non esiste ancora.

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[-5PM] Sei al sicuro fin quando John tiene salde quelle mani su di te. Se chiudi gli occhi, se ti concentri, laddove puoi notare solo il corpo di tua madre - che indossi - vi sono i segni del suo abbraccio sui tessuti. Invisibili, ma presenti.

- - -

5mtQebG
Wymond lascia la presa dal tuo mento, lo fa con dolcezza anche se il suo sospetto è chiaro negli occhi di pietra. Il sole li attraverso piano, sono di un castano caldo, quasi marmoreo con piccole striature dorate. I suoi sono i colori caldi che a metà famiglia mancano, ma d'altronde ne è il primo erede. Tua madre, suo fratello e le sue sorelle hanno tutti ereditato tratti spiccatamente differenti dai suoi. Tant'è che alle riunioni familiari è più facile che somigli a qualcuno dei cugini.
La tua domanda gli lascia la possibilità di fare ciò che gli riesce meglio: spiegarsi. In cuor tuo senti che è giusto, in fondo hai un ricordo incastrato nella mente, uno non tuo. Tua... tua madre ricorda che Wymond vuole fare l'insegnante. Sarebbe un lavoro perfetto per lui.
«Secondo questo-» Wymond si fa vicino, profuma come te, come tua madre. Appoggia una mano alla scrivania. Il libro, aperto da te, è vuoto. Nelle pagine non leggi nulla, sembrano completamente svuotate di ogni informazione utile. Ma non appena il ragazzo indica un punto, questo si riempie di parole, qualche riga a colorare il bianco panna. «- la perdita dei sensi è il primo sintomo, ma non è il pericolo a cui mi riferisco io, e lo sai»
Abbassa il tono, ti sfiora il pendente dell'orecchino. «Il segreto va custodito, Lulù. Anche dal tuo amato Jacob. » Ti ammonisce, qui, con sguardo eloquente.
«Il solo fatto che venga visto ci mette tutti in pericolo, e più lontana sarai da noi e meno potremmo protegger-»

5mtQebG
«WYMOND NON NE POSSO PIU'» Tuona con voce squillante un ragazzino. Entra, elegante ma a passo spedito. Il tuo cuore lo riconosce, velocemente, anche se la tua mente aggiunge l'informazione dopo. Una voce, quella di Louise, lo chiama, ma tu serri le labbra. Lui è Darren, suo fratello minore, l'altro zio che mancava all'appello.
Wymond si volta alzando le mani verso il rosso. «Cosa-?»
Darren punta il dito fino a spingerlo in petto al fratello. Ringhia, alterato. «L'ha fatto di nuovo!» «Ma chi?!»
Darren sembra la copia di Louisa, se lo guardi con attenzione gli puoi vedere lo stesso tono pallido dell'incarnato.
«CORY! Il tuo perfetto Cory, ha rubato di nuovo dal mio armadio! Si può sapere perché diamine il tuo ragazzo non può portarsi una valigia quando viene qui? Non mi dire che è normale!»
Wymond gli tappa la bocca per due secondi, lo fa tacere a costo di prendersi un morso.
«Ok, hai ragione. Gli parlo io, stavo cercando di convincere Lu-» «C-ciao Lu» «- a non passare tutte le vacanze di primavera fuori casa»
Darren abbassa lo sguardo, ed anche il tono, diventa d'improvviso un cucciolo, un piccolo buttato fuori a calci dal nido. «F-fuori casa? Dove vai? No ehi, non fare scherzi, non puoi mica lasciarmi con loro. E poi c'è quello!» Indica il libro, in un'espressione che alterna tristezza e stupore.

E' una casa di voci danzanti, come fiaccole accese nella notte più buia. Sono raggi di sole ed oscurità che generano il caos. Concentrati.

R.Emily: PS 449 | PC 382 | PM 388/403
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Mio fratello s’avvicina, lo sguardo volge di lato, oltre la spalla per riconoscere il paradosso che si cela nella familiarità dei suoi tratti.

Le vedo, le tue mani, ancorate su di me e questo, contro ogni pregiudizio possa celare sul tuo conto, mi fa sentire un po’ al sicuro. Non del tutto, no; non puoi vantare questa capacità giacché non ho mai avuto il privilegio di sentirmi protetta da qualcuno al di fuori di me.Eppure, quando la mente è offuscata e il dolore s’infrange con la forza di onde quotidiane, non c’è molto che possa fare per preservarmi. Non da me stessa, non dal mio passato.
E proprio in questa situazione, quando dovrei paventare tenacia e coraggio, mi riscopro fragile. Sofferente.
Devi averlo visto, John; mi chiedo solo se tu sia qui per trarne vantaggio, per approfittartene.

Concentrati.


La mano di Wyamond s’intrufola nel mio campo visivo ed alzo gli occhi su di lui, carezzandone i tratti. È così reale che posso quasi percepirne il respiro, il calore.
No, non lo so.

Non so quale sia il pericolo a cui ti riferisci, non so perché questo marchio sia legato alla mia famiglia. Trattengo il respiro, piego l’attenzione a quelle poche righe che si aprono al tocco del mio sangue.
È colpa di mia madre se, adesso, nel mio mondo, loro non ci sono più? Di Jacob?
La voce di Lilian, custodita in un angolo dei miei ricordi, mi da’ una risposta diversa.
L’ho fatto per te… quel viscido… J… Jacob…
A Jacob…
Sono lei, ne vesto gli abiti e la carne, il suo profumo m’avvolge… Eppure l’odio verso mio padre è così forte da impedire che i sentimenti di Louisa verso di lui possano pervadermi davvero.
Sento però quelli per mio fratello, quando mi sfiora l’orecchino, nell’incrociare l’oro dei suoi occhi - venature preziose che, dopo l’incendio alla serra dei narcisi, riesco a vedere anche nei miei…
Se le cose fossero andate diversamente, avrei potuto conoscerlo, incontrarlo tra i corridoi della Scuola, nella sua aula…
«WYMOND NON NE POSSO PIU’»
Batto le palpebre sorpresa. Sto forse sorridendo? Il mio cuore s’accalora ma mi ci vuole qualche secondo per comprenderne il motivo.
Lo chiami, mamma, e io lo riconosco. È bello come te. I capelli ramati, gli occhi chiari, la pelle baciata dalla luna. Amo Ho amato una persona così, sai?

Una stilettata al petto mi offusca la vista e penso di cedere. La mano va alla spalla, cerca la tua, J. Stringila. Stringimi. Non voglio… Non posso… Pensare a lui.

Il nome di Coriolanus urlato con rancore mi porta indietro. Avrei riso osservando questa diatriba, forse tu hai riso, mamma. Non io, non ora. Non qui. Si può sentire la mancanza di qualcosa che non si è mai avuto? Di persone, luoghi e tempi che non saranno mai nostri?
« Perché tu puoi avere Cory e io non posso stare con Jacob? »
È mia questa riflessione?
Guardo oltre Wyamond perché pare non voglia davvero sentire la sua risposta. É adorabile Darren, nel suo modo di dispiacersi che vada via, persino quando gioca la carta della colpa indicando il libro che non riesco a leggere.
« Anche tu pensi che sia pericoloso? Perché? »
Inclino la testa, addolcita dal voler veramente conoscere la sua opinione, nonostante io sappia già la risposta.
La so quindi?
Dev’essere qui, nell’oscurità dei ricordi che non mi appartengono, delle informazioni che non possiedo.
Cosa ha a che fare questo marchio con la mia famiglia?
Socchiudo gli occhi, quel tanto che basta per dare l’impressione che stia aspettando una risposta da Darren. Quel poco che mi serva per scavare nella tua mente, mamma, e invocare il tuo aiuto, pur sapendo che non sei qui ad aiutarmi.
Che non potrai mai farlo.

La mano, con veemenza, agguanta il tessuto morbido e stringe, ancora, l’esile spalla.

Non tu, almeno.


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[-5PM] I tuoi spasmi scuotono il corpo tra le dita di John. Ma lui non sa lasciare la presa, non ora che in questo corridoio buio tu vedi i colori. Vedi la luce negli occhi di questi fratelli, nati e vissuti molto prima di te. Vivi, soprattutto. Per te che vivi nella percezione della Morte. John non smette di respirarti, lentamente con quella mano ancora appoggiata all'albero, quel tramite che gli fa stringere i denti. Può resistere, come te.

- - -

5mtQebG
Questo accenno di ribellione coraggiosa colora il sorriso che Wymond ti rivolge. Infila le mani nelle tasche e - sornione - vi osserva entrambi, prima Darren e poi te.
«Perché-» si appresta alla sua dolce stoccata. Louisa non l'aveva mai visto tanto felice in vita sua, e per questo tu adesso senti il cuore scaldarsi in un ricordo tanto delicato e perfetto. Wymond porta una mano al petto, teatrale e fiero. I suoi occhi brillano, luminosi. Apre un ghigno che si trasforma in un sorriso. «- io sono il fratello più grande, ed ho finito la scuola» Darren sbuffa, e Wymond ride di gusto. Poi però infila meglio una mano in tasca, ne estrae una piccola scatolina in velluto nero.
«Presto potrebbe essere il signor Gordon anche l-»

5mtQebG
«NON CI CREDO!» ulula Darren, in estasi, distratto dalla tua richiesta, e finisce per abbracciare di slancio il fratello. «Shhhh» intima ad entrambi, guardandoti solo alla fine. «Non lo sa nessuno, chiaro? E nessuno deve saperlo finché non ve lo dico io» «Sissignore, capito. Così gli darai un altro armadio da cui rubare»
Wymond spinge indietro il fratello che - però - pur sorridendo, ti si avvicina.
«N-on è che non ci piace Jacob, è che non lo so, Lulù, sembra che tu ti spegna ogni volta che gli resti vicina troppo a lungo. Ti prosciuga» dispiaciuto, ti accarezza una spalla. Wymond al contempo si fa più distante, nasconde l'anello vicino alla cassettiera del corridoio, nel terzo cassetto di sinistra. Non chiude a chiave. Esce dalla stanza.

5mtQebG
«Nah, non ascoltarli. Devi fare quello che vuoi tu, tesoro.» Di gran carriera, arriva lei. Audrey. Splendidamente acconciata, si muove assieme ad una nuvola di profumo alla lavanda. «Parli tu eh» Darren si rabbuia, incrocia le braccia in petto e si sposta solo per lasciarla passare. Lei che nell'entrare ha salutato Wymond con una spallata amichevole, che lui ha ricambiato con un bacio veloce trai capelli prima di andarsene.
«Derry, ma non la vedi? E' radiosa.» Audrey ti si avvicina per lasciarti un bacio sulla guancia in saluto.
«Sei proprio bell-» nel farsi vicino sussurra, ma poi lo sguardo le cade sul libro e si ritrae. «Quel coso deve stare molto lontano da me, non voglio vederlo.» «Didi...»

Non lasciarti travolgere dal loro via vai, non lasciarti indebolire: trova la chiave, concentrati. «Insisti, sei l'unica che può capirlo» un sussurro.

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C’è un che di straziante nel vivere la morte altrui. Quei volti, le voci, la luce che s’infrange sulle loro schiene… Sembra tutto così reale che non sarebbe poi così sbagliato credere che, da un’altra parte, fuori dai confini dello spazio e del tempo, loro stiano vivendo ancora.

Non mi garba la risposta di Wyamond, a una parte di me nemmeno interessa. Potessi scegliere al tuo posto, mamma, non spedirei mai alcuna lettera. Io, che tanto bramo la morte da renderla mia compagna, preferirei non essere mai esistita se solo fossi in grado di allontanarti dalle spire di quell’uomo crudele.
Se sapessi quanto l’ho combattuto, quanto ho sacrificato per renderlo ancor meno umano di quanto non fosse già, saresti orgogliosa di me? O penseresti di aver rinunciato a tutto per niente? Ti vergogneresti di ciò che sono diventata?

È in questa dicotomia di sentimenti e di anime che ora sento prosciugare le mie energie, so che dovrei fare ciò che tu, J, mi dici. Ne riconosco l’importanza, adesso. Ma sarebbe bello potermi dedicare solo ai miei fratelli, parlarci, osservarli muoversi nell’ambiente, rintracciare una parte di me in ognuno di loro. Per sentirmi più vicina a una famiglia che non avrò mai. Per percepirmi meno imperfetta.
La voce estasiata di Darren mi rende nuovamente presente, mi volto di scatto, gli orecchini solleticano il mio collo - o sono le tue mani? - e piego il mare dei miei occhi sulla scatolina. Sento di sorridere. Mi piace Cory?
Cory… Il suo nome ancora vivo sull’albero genera un sussulto. C’è ancora qualcuno, dopotutto…

La carezza del cucciolo di casa è calda e io stringo la sua mano seguendo l’uscita di Wyamond, l’attenzione ora riversata sul tesoro incustodito, lì dove l’ha riposto.
Audrey ruba la scena, la stanza prende a vorticare intorno alla sua eterea bellezza e ne resto estasiata. La vista si offusca… NO! Mi impongo. Non perderò il contatto con questa realtà. Non ora che sono così vicina a qualsiasi cosa si celi oltre questi strazianti ricordi.

« E dove vuoi che lo tenga? »
Chiedo prendendo il libro con entrambi le mani e alzandomi, come a voler davvero rispondere alla sua richiesta. In realtà vorrei solo capire dove si trovi, per poterne entrare realmente in possesso.
Indice e medio si spostano sul capitello per non perdere il segno, il dorso s’allinea con l’avambraccio e provo a reggerlo solo con una mano mentre mi muovo nell’ambiente che mi circonda.
Mi avvicino alla cassettiera del corridoio, poggio il fondoschiena contro di essa nascondendone la vista. La mano libera si posa per un momento sulla pagina bianca e lo sguardo viene riportato su Audrey.
« Perché non vuoi? »
Insisto nel tentativo categorico di catturare lo sguardo dei presenti su di me.
La mano scivola tra le righe irreali del tomo, oltre il fianco, dietro la curva della schiena, raggiunge il terzo cassetto. Se saranno impegnati ad udire la risposta alla mia perentoria richiesta, forse riuscirò a prendere l'anello senza aizzare curiosità.

Nel profondo della mia anima, qualcosa mi dice che devo rintracciare anche quell'oggetto. Se non qui, almeno lì dove ci sei tu, John.
Non permetterò che qualcuno ci arrivi prima di me. Nemmeno tu.



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– Oscuri: Sectumsempra; Vielente; Essenza Converto; Segreto Ombrae; Protego Totalus;
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Coerentemente alla situazione:
▸ BACCHETTA: Legno di Salice, Crine di Unicorno, 11 pollici e un quarto, rigida
▸ STILETTO DELLA BANSHEE: Pugnale di antica e pregiata fattura (tasca posteriore)
▸ SCAGLIE DI ASHWINDER: Collana. Indossando questa collana, si amplifica la forza degli incantesimi di fuoco.
▸ CIONDOLO PREZIOSO RICORDO: Legato alla catena di Ashwinder. Si può conservare un ricordo dentro il ciondolo.
▸ CIONDOLO, NARCISO: legato a un bracciale e indossato sul polso sinistro. Molto antica e facente parte della collezione della famiglia Gordon.
▸ ANELLO LUMINOSO: Acceca l'avversario per due turni, facendo scaturire dalla pietra incastonata in esso, un raggio di luce molto chiaro ed abbagliante. Sull'anello sono presenti incisioni non ancora decifrate.


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[-5PM] Il respiro di John si fa più docile. Affabile, scivola dolce dietro la schiena. lo percepisci di nuovo quando finalmente riesci a distaccarti dal centro nevralgico del tuo cuore. I tuoi zii sono qui, vivi, problematici come potevi essere tu alla loro età. Come sicuramente lo è stata tua madre. Il suo riflesso non puoi vederlo, lo specchio sopra il comò lo approcci appoggiandoti di schiena. Il tomo ancora tra le dita, stretto e saldo a te. Tuo. Non lo sai ma nella casa dei Gordon - ora - non si ode neanche lo scricchiolio dei pavimenti marciti dalle acque.

- - -

5mtQebG
«Per me dovresti bruciarlo» Audrey abbassa lo sguardo, si tiene un braccio con la mano stretta. Le trecce lunghe, tanto morbide, smettono il loro moto ondulatorio. Anche la sua espressione si rabbuia. Non ti guarda, non nota il modo in cui ti avvicini a quel mobile, «Magari così non capiterà a nessuno di noi. Non ci sarà nessuna maledizione»

La sua voce diventa un sussurro. Diventa un rantolo che inumidisce gli occhi chiari. Come se quella cosa, quel libro, avesse il potere di strapparle via la felicità.

5mtQebG
«D-idi, n-no! Sono solo dicerie» piagnucola Darren, preoccupato. Anche se piano piano si allontana da te per avvicinarsi all'altra sorella, Audrey non accetta gli abbracci. Né le carezze. «Non li devi ascoltare i racconti di Lilian, lei-... lei ha solo troppa immaginazione» speranzoso, sospira e cerca il tuo sguardo a supporto. Lo vedi, non vuole disubbidire a Wymond, non vuole dare contro a nessuno. Eppure lo sa, ci sono cose che il maggiore non considera, ma gli altri invece si.

Però, Emily, l'anello non c'è. Le dita di tua madre scavano in fondo al cassetto e non trovano nulla. Sei a contatto solo con il legno pregiato di cui è fatto. «Non lo so, Darry, non mi piace così.» Entrambi lentamente ti guardano, guardano il libro, poi di nuovo risalgono verso la tua figura. «Tu pensi che sia vero? Che moriremo tutti?»



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Forse lo faccio di proposito, a non osservarmi nello specchio alle mie spalle. Una parte di me intuisce che, nell’incontrare la tua immagine, subirebbe l'estinzione del proprio essere.
Non sarei in grado di tener duro. Di pensare.
Di andare avanti.
E’ diventato così difficile, mamma. Ancora di più da quando ho lasciato le mura di Hogwarts per abbracciare quelle della Dimora, per niente alte. Affatto salvifiche.
E nonostante la presenza di John, a stringermi a sé come se fossi la cosa più preziosa che possa custodire, sono sola. Il suo respiro mi accarezza la schiena, lo sento risalire la spina dorsale, il desiderio che s’appiglia al collo… Mi spinge ad andare avanti e, al contempo, mi invita a tornare alla realtà.


Resto in silenzio alle parole di Audrey, lascio che appesantiscano la stanza e mi fermo a riflettere.
È proprio lei a rispondere alla domanda che che la sua stessa asserzione genera: una maledizione grava sulla mia famiglia che non esiste più.
E ora grava su di me.
La mano vuota, delusa, si congiunge col legno e un’impercettibile smorfia di disappunto s’incrina sulla mia fronte.
L’anello non è qui e questa cosa manda in confusione i miei pensieri, al punto che sento con più forza la presa di John su di me. Perdo il contatto con la realtà quel tanto che basta a non notare le lacrime che s’avvallano negli occhi di mia sorella.
È Darren che mi riporta di nuovo al passato, il suo piagnucolio che si riflette nei meandri del mio petto e spezza il cuore.
Cosa penso io?
Il quesito mi travolge, il braccio - disfatto - torna ad allinearsi con il fianco e sospiro.
Moriranno tutti?
Conosco la risposta, risuona nella mia testa e attanaglia il petto. Un nodo alla gola mi impedisce di parlare e abbasso il capo, fingo di guardare quel libro che non sono in grado di leggere.
« Cosa pensa Lilian? » chiedo, tornando a guardarli, avvicinandomi a Darren così da accorciare le distanze anche da Didi.
Riconosco solo ora la sua tristezza.
« Tu lo hai letto, vero? Cosa ti turba? », insisto facendo chiaro riferimento al libro.
É ancora aperto, in direzione del più piccolo dei Gordon, così vicino che può sfiorarlo agitando di poco la mano se anche non volesse carezzarne spontaneamente le pagine.

Sento di star perdendo forza, ad ogni minuto che passa. Nella realtà mi sto aggrappando a qualcosa. Forse a te, John. E mi chiedo cosa ti spinga a non lasciarmi semplicemente cadere in nome di quella gloria che rifiuti a tuo padre.

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[-5PM] Questo ricordo è tanto vivido da fondere i confini della realtà. Ora a toccarti, a stringerti, a tenerti solida in piedi è sempre John, ma la sua presa non la vedi. Non senti il ringhio affaticato o il suo respiro pesante. Tua madre richiede la tua presenza con lei, con una forza che ti sconnette quasi del tutto dal resto. Una stretta alle tempie che ti porta a guardare i tuoi fratelli. Audrey che nasconde la paura con la rabbia, e la frustrazione con la sua pungente ironia. E Darren che...

- - -

5mtQebG
Attende. Trattiene il fiato nella speranza che tu possa confermare le sue teorie.
Vorrebbe che gli dicessi quanto il libro sia in errore, che non è vero che c'è quella maledizione su di voi. Su di loro, ma anche su di te, Emily. Lo vedi ora come tutto è connesso? I suoi occhi, le rette dolorose tracciate sopra i loro nomi. Tutti, perché quel libro non ha risparmiato nessuno, bambina cara.
Nessuno di loro tranne qualche fortuito nome, ma si tratta di poche persone con nessun sangue in comune. Le potresti contare sulle dita di una mano.
Darren è dolce, quando ti avvicini si fa vicino anche lui, tremolante appoggia la fronte alla tua.
Vostra sorella ha smesso di guardare, e di parlarvi, sembra che Audrey non possa reggere nemmeno questo. Ma Darry, beh, lui spinge le dita contro la carta, altri parole formano un monito. Stanno sotto un capitolo chiaro, è nominato: "Il giuramento del Guardiano"

"Se il Guardiano non sigillerà l'ingresso, non adempierà al patto, non prenderà una decisione: non esisterà più alcun sangue del suo sangue. Sarà la caduta dei Gordon."

Tuo fratello mantiene gli occhi chiusi, deglutisce amaramente, prima di sussurrare nel suo più intimo spavento. «Lilian dice che il nuovo Guardiano potresti essere tu, ma non ci uccideresti mai, vero Lu

5mtQebG
«Non fare l'idiota, Darren! Certo che Louisa non ci vuole morti!» sbotta Audrey, agitata. Mantiene la tensione rovesciando la tazzina vuota del tè delle cinque.
Una tradizione che vi apparterrà ancora per poco, non pensi? Guardarli, te lo ricordi in che anni sono morti? Quanto mancherà ancora? «A Lilian piace andare nei boschi e raccontare storie macabre, adesso chissà qualche starà scrivendo nella sua stupida stanza»
Ferita dal comportamento di Darren, si alza e frusta l'aria con la bacchetta per riordinare il tutto.



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Mentre la verità si svela dinanzi ai miei occhi, cresce la consapevolezza di precipitare nelle fiamme di quell'Inferno che viene ora ingiustamente ammantato dalle ceneri della mia dinastia.
Guardo Darren ed è in quell’istante che avverto l’ennesimo tonfo al cuore. I miei fratelli sono così reali, così vivi, che per un momento ho dimenticato che, in verità, non ci sono più, sepolti chissà dove, con nessuno a piangere sulle loro lapidi.
Nessuno a ricordarli.
Vorrei tanto rassicurarlo, prenderlo tra le mie braccia e mormorargli che va tutto bene. Che ha ragione. Non c’è nessuna maledizione. Nessun triste destino.
Lo hai fatto, mamma? Hai avuto il coraggio di passare le tue deboli mani trai capelli rubino provando a proteggerlo da quella realtà che vi avrebbe, presto o tardi, trascinati tutti nella tomba?
Il suo tocco sulla fronte è lieve, freddo.

Non sento la tua presa, John ma la mia speranza, in bilico tra la realtà e l’inesistenza, è che tu mi sostenga ancora.
Un altro po’.
Solo un altro po’.


Non so come penetra di più la mia anima, se le parole che leggo o quelle che Darren mi sussurra con fragile orrore.
Sarà la caduta dei Gordon.
Sarò la caduta dei Gordon.

L’intervento di Audrey mi sorregge e le rivolgo uno sguardo affranto, incapace di fingere, non ora che questa realtà ha catturato ogni mia percezione. È sulla tazzina che riverso le iridi puntellate da dolore invisibile.
Poggio una mano sulla spalla del più piccolo. Scivola fino al volto. Ne solco i lineamenti.
Vorrei tanto portarti con me…
Socchiudo a gli occhi sulla sua figura, consapevole che potrei non rivederlo più e gli volto, a fatica, le spalle.
Mi dispiace Darren. Mi dispiace così tanto.
C’è un’altra persona con cui devo parlare e sono certa che non faticherò a trovarla.
E, come tutto è iniziato, andrò nuovamente a trovarla nella stanza in cui, lo so, mi attende ancora una volta. Forse l'ultima.

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[-5PM] Lilian, non è sempre stata lei l'inizio e la fine di tutto? Lei al centro di una sofferenza indicibile, un punto di dolore silente che hai toccato con mano. Quelle ultime carezze che hai potuto farle.

- - -

"Se il Guardiano non sigillerà l'ingresso, non adempierà al patto, non prenderà una decisione: non esisterà più alcun sangue del suo sangue. Sarà la caduta dei Gordon."

La tua ultima carezza a Darren, lo rende felice. Per un secondo gli togli quel timore irrazionale di dosso. Il più fragile dei fratelli, chiude gli occhi al passaggio delle tue dita, prende un profondo respiro. Magari era così che tua madre sapeva calmare tuo zio.
Non sai quante notti passate a lenire i suoi incubi, troppo preso da quelle storie di famiglia che l'hanno sempre tormentato. Era tua madre, Emily, che si accorgeva dei suoi mugolii notturni, ed era da lei, nella stanza delle sorelle, che Darry si rifugiava da piccino.

5mtQebG
Lilian è al piano di sopra, non hai bisogno di sapere la strada, ti basta affidare i passi a Louisa. Lei sa, lei attraverso corridoio mentre tu resti stretta e sorretta dalle braccia di John.
Lilian non ha chiuso la porta della loro stanza, l'ha lasciata aperta, solo che tu puoi vederla di spalle quando entri.
Ha le tinte più tenui di tutta casa. Il rosso dei suoi capelli sbiadisce in un etereo arancione, anche gli abiti hanno tinte pastello, eppure non è per questo meno bella.
E' ricurva in avanti, le vedi la testa piegata in osservazione di un punto preciso del braccio. Scuote la testa, sospira.
«N-no, no no no!» maledice, masticando le parole l'una con l'altra. Non puoi vedere bene ciò che le accade, ha l'altra mano a coprire ciò che si sta tratteggiando sull'avambraccio. «Non io, non sono quella giusta»Parla, ma non con te, non c'è nessun in questa stanza oltre voi.



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Non fatico a conoscere la strada, mi lascio trasportare da te, mamma. I tuoi passi sono i miei, mi muovo con leggerezza sulle tue gambe ed è come se ci fossimo finalmente trovate.
Ma tu non sei con me, sei solo l’eco di quel ch’eri un tempo e non posso fingere che mi stia davvero conoscendo, che tu possa realmente avvertirmi nella stessa misura in cui io ti percepisco, in cui avverto il peso frugale del tuo corpo e quello pesante dei tuoi ricordi.
I tuoi erano gesti colmi d’amore, al contatto con la tua pelle Darren era in grado di calmarsi, le tue carezze offrivano il balsamo che leniva le sue inquietudini. Tuttavia, le mie, le nostre, sono intrise di una tristezza profonda, un doloroso lamento che si riverbera nelle viscere dell'anima. Il rimpianto ci sovrasta, un manto oscuro che si allarga su una famiglia compromessa.

E così che scopro la verità più dura di tutte. Siete tutti morti perché lei, la persona che ora mi sta di spalle, che tanto avevo esitato d’incontrare tempo fa, non ha fatto la scelta giusta. È venuta meno al suo compito.
Stringo forte il polso mentre Lilian deve star facendo lo stesso. La rabbia abbraccia la sofferenza, la divora a ogni passo che compio verso la donna.
« N-no, no no no! »
Non me ne faccio nulla delle sue suppliche, anzi. Spero stia soffrendo. Che questa tua scoperta ti laceri il petto e affoghi il respiro, così come sta accadendo a me, in questo momento.
« Voltati, Lilian », esigo ma la voce è dolce, non perentoria come avrei voluto.
Nelle tue vesti, mamma, ho scarso potere e l’amore per la tua famiglia mi annebbia i sensi, almeno per un momento.
« Non io, non sono quella giusta »
Il cuore ha un tonfo, accelerò i passi verso di lei. Forse è questo che devi aver sentito, un suono sordo tra le costole che arresta il fiato e attorciglia lo stomaco.
La mano si posa sulla luce spenta dei suoi capelli, l’altra stringe ancora il libro.
Abbassò lo sguardo su di lei, su ciò che sta accadendo.
« Lilian- »


« N-no, no no no! »
La senti la mia voce, John? E il mio dolore?
Stringo.
Ti stringo.


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[-5PM] La testa fa male, Emily, ma non quanto il cuore, vero? Guardala.

- - -

"Se il Guardiano non sigillerà l'ingresso, non adempierà al patto, non prenderà una decisione: non esisterà più alcun sangue del suo sangue. Sarà la caduta dei Gordon."

5mtQebG
Lilian trema, pignucola chiudendosi lentamente in sé stessa, ricurva come un giunco sotto forti raffiche. Può tenersi il braccio quanto vuole, ma si delinea un marchio che tu conosci bene.
Louisa forse non ha mai collegato tutti i punti, incapace di avere la visione che tu adesso possiedi.
«Non guardarmi. Lulù ti-ti prego, non dire niente » Pigola quasi, uno squittio dolce e rassegnato, che si appoggia a te.
Si fa cullare da una presa, stringe il tuo braccio quando ti fai vicina, ma non è che una richiesta di supporto la sua. Lilian ha bisogno di sua sorella, ha bisogno che Louisa le stia accanto, ora che il marchio dell'UAS le deturpa il braccio. «Quello stupido libro» singhiozza, te lo strappa di mano, lo apre veloce all'ultima pagina.

Puoi guardarla adesso, mentre Lilian si dondola. Le parole prendono forma, così come i disegni, così come un senso di nausea che colpisce dritta allo stomaco.

L'ultimo capitolo ti si apre davanti, con la decorazione di una porta. E' uno scantinato, ma il dettaglio più importante è che vi è inciso - proprio sul legno centrale - un narciso.
C'è una breve spiegazione, si ripete la scelta del Guardiano, il dovere del portatore del marchio di salvare o condannare, tuttavia una clausola si scrive in un rosso vermiglio tanto simile al sangue. Il Guardiano deve necessariamente sacrificarsi per sigillare l'ingresso.


Ma la nebbia ti offusca la vista, non hai più la presa sul libro, né sul braccio di Lilian. Percepisci tua madre risponderle con durezza, dirle di nascondere tutto e che si tratta solo di sciocchezze, ma non puoi più parlare con nessuno di loro. Ora sai, ora conosci il prezzo da pagare.

Ti riprendi tra le braccia di John. Il suo respiro è regolare, ed è la prima cosa che senti. Nell'immediato non ti parla, non a voce almeno. La sua stretta è forte abbastanza da tenerti in piedi e - tuttavia - non è irremovibile. Ti accarezza un braccio piano piano, delicatamente.
L'altra mano, ed ora la vedi, era appoggiata all'albero genealogico, la sfila via, dolorante. Il palmo fortemente arrossato, ma non se ne cura.


EMILY C. ROSE
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Stanchezza mentale diffusa.
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Palmo sinistro ustionato e dolorante, stanchezza mentale diffusa.


 
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PS 449 PC 382 PM 403 EXP 94,5
Se il Guardiano non sigillerà l’ingresso…

Le iridi carezzano il marchio, come fosse la prima volta. Come anni fa, quando erano le braccia di Horus a reggermi. Tuttavia, non è il suo sguardo ciò che ritroverò oggi, quando la rabbia e lo spavento finiranno per divorarmi, al pari delle fiamme che sento ora avvampare. Il mio corpo si riscalda oltre il limite, e più l’elemento tenta di straripare oltre il controllo a cui raramente si piega, più perdo il contatto con questa realtà.

… Se non adempierà al patto…

Ma come faccio a non guardarti, Lilian? La tua sorte, così legata alla mia, s’attorciglia alla gola. E stringe. Ora è tuo, mi hai detto, prima che la vita si spegnesse definitivamente sulle tue guance, macchiata dalla cenere lasciata come monito sul tuo cuscino.
Ora capisco.
Il fardello…

… Se non prenderà una decisione…

...La decisione.
Sono miei.
Il sangue del mio sangue, ciò che ne resta, dipende da me. Ma in che modo? In quale misura?
Sto perdendo il controllo, ti sto perdendo, mamma. Ancora una volta.
Ti strappa il libro dalle mani, lo apre e si dondola, cullata da un’inquietante nenia.
La paura che avverto m’appartiene, non è la tua. Il terrore s’insinua nell’incavo del ventre e risale, scende, fino alle membra.
Salvezza o condanna, non ha importanza, il Guardiano deve sacrificarsi per sigillare l’ingresso.
« Quale in- »
Il dolore alla testa s’acuisce nello stesso modo in cui la presa sul braccio di Lilian viene a perdersi.
Nella stessa misura in cui scivolo dal tuo corpo e mi sottraggo a te.

Ora conosco il prezzo da pagare. Ma per cosa? Ne vale la pena?

——

Resto con gli occhi ancora chiusi. Provo ad allontanare l’orrore di ciò che ora stringo tra le mani e, al contempo, a far sì che l’immagine di mia madre mi resti impressa nelle retini. Lo strazio avvampa come scintilla nel buio dentro la mia testa e mi lascio cullare dal respiro regolare di te che, al di là di ogni mia comprensione, resti ancora al mio fianco.
La presa è solida, il tocco sul braccio leggero, come leggero era stato il mio sul polso di Lilian. Alzo la testa verso il tuo volto, come a volermi rassicurare che ci sia ancora e che no, non è Ra questa volta a dirmi che andrà tutto bene.
Perché non andrà tutto bene e tu, John, lo sai.
Ma cos’altro conosci che io non so?
Ti prendo il palmo tra i miei perché, nella luce stonata di quel che resta di questo luogo, lo vedo quanto hai sofferto.
E ti guardo, ancora una volta, con gli occhi azzurri come cieli arsi dalle fiamme.
Esigo delle risposte e ho capito quanto ami farne pagare il prezzo, ma…

« Dovrò farlo? Morire. »

In qualche modo, per una qualche ragione, so che non ti sottrarrai a questa richiesta.

– Spend the rest of my lifetime trying to unlearn your lies
Only one of us is built to survive. –

Abilità
– Incantesimi fino alla VI classe + Repsi Genitum, Stupeficium
– Oscuri: Sectumsempra; Vielente; Essenza Converto; Segreto Ombrae; Protego Totalus;
– Smaterializzazione
– Elementalista inesperta ();
– Banshee
Equipaggiamento
Coerentemente alla situazione:
▸ BACCHETTA: Legno di Salice, Crine di Unicorno, 11 pollici e un quarto, rigida
▸ STILETTO DELLA BANSHEE: Pugnale di antica e pregiata fattura (tasca posteriore)
▸ SCAGLIE DI ASHWINDER: Collana. Indossando questa collana, si amplifica la forza degli incantesimi di fuoco.
▸ CIONDOLO PREZIOSO RICORDO: Legato alla catena di Ashwinder. Si può conservare un ricordo dentro il ciondolo.
▸ CIONDOLO, NARCISO: legato a un bracciale e indossato sul polso sinistro. Molto antica e facente parte della collezione della famiglia Gordon.
▸ ANELLO LUMINOSO: Acceca l'avversario per due turni, facendo scaturire dalla pietra incastonata in esso, un raggio di luce molto chiaro ed abbagliante. Sull'anello sono presenti incisioni non ancora decifrate.


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