Dripping words.

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 6/9/2023, 12:04
Avatar

Group:
Mago
Posts:
6,492
Location:
Hyperversum

Status:



J4j3yKD

J4j3yKD
Tu ci vivi in queste situazioni, Lex! Navighi nel mare delle stranezze che ti becchi andando a zonzo ogni giorno.
In effetti è questo ciò che tuo padre non ha mai capito di te: tu non sei un nullafacente con poca voglia di rimboccarsi le maniche. Tu ami le persone, ami le loro storie e fosse per questo staresti ore - giorni - a vedere che cosa fanno. Sei il tipo vestito un po’ stravagante che, con la sua chitarra nuova di zecca e vecchia di un secolo, si siede lungo le cornici delle finestre, e strimpella osservando il prossimo. Ti piace troppo chiederti che cosa può succedere, cosa può scatenare anche la scritta su un muro.
Tanto che con Horus ci ridi, ma forse perché tu non ti becchi quel bastone su una spalla, per altro lanciato con una certa forza! Complimenti al signore, non puoi neanche più dargli del “vecchio” a cuor leggero.
E ridi anche quando Horus - da bravo mago, quale tu non sei - sfodera la bacchetta ed aggrava la situazione.
Per fortuna ti spinge giù la testa, perché beh, tu non ti saresti abbassato, avresti ricevuto un nuovo set di denti e bava - bello fresco per te.
Un dono eh, carino, peccato che al tuo compleanno manchino molti mesi. Oddio, meglio non pensarci, non ti piace invecchiare.

«Ma questo? E dici a me!» Glielo dici solo ridendo, solo perché immagini che il tono sia quello e che la tua espressione schifosamente stupita sia perfetta per l’occasione.
Che poi insomma: se ti dicono di correre, tu corri. Cazzo se corri. Scatti perché sei abituato. Letteralmente l'infanzia passata a schivare ciabatte - e non sempre di tua madre.
Ma insomma, anche vasi di fiori, biciclette. Una volta era la signora Röß ad averti fatto quasi il culo con il mestolo per le zuppe.
E quello non era in legno, era in ferro. Ci credo che hai imparato a scattare come una lepre.
Tanto che ad Horus sai stare dietro, ma che non hai idea di dove state andato: tutto pur di allontanarvi dai tipi che sicuro ora si giocheranno le rotule a schiaffoni.
E corri, si. Corri e ridi, assicurandoti che Horus sia ancora qui con te. Che hai il fiato di un corridore, in fondo insomma almeno una passione sana ce l'hai nella tua vita a rovistare qui e lì.
Ma aspetti, arranchi tra un paio di bancarelle nella piazzola, assicurandoti che quei due non vi abbiano seguiti - anche in questo sei bravo, ma non diremo perché - e tiri il fiato. Piano piano, ti appoggi al muro scarno tra due case, porti con te Horus, che tieni piano per la maglia, solo per assicurarti che stia ancora respirando.

«Quello era nei protocolli, immagino» te la ridacchi, controllando che la tua preziosa merce non si sia rovinata, accarezzi la chitarra con amore. Gli occhi - felici - poi tornano sul tuo nuovo amico dalle idee peggiori delle tue.

«Non so tu, ma adesso ho anche fame» ridi, cristallino. Gli indichi la spalla, stavolta senza toccarlo. « \A posto con quella?\»


\: lingua dei segni + voce

alexander hydra - 23. - taurus moon - smiley face

 
Top
view post Posted on 6/9/2023, 15:51
Avatar


Group:
Dipendente Ministeriale
Posts:
12,018
Location:
Trantor - Settore Imperiale

Status:


Horus Ra Sekhmeth
24 yrs – cursebreaker – morning; portobello road market
Corro praticamente da quando mi sono reso conto che fermo non ci so stare e cioè dal terzo anno.
Prima a causa dell’insonnia, poi l’essere indubbiamente una persona mattiniera –anche troppo– mi hanno spinto a ricercare qualcosa che mi permettesse di scaricare la testa e l’inquietudine nel corpo. Mi sono sempre ritenuto una persona costante, ma per quanto concerne l’attività fisica sfioro quasi la maniacalità: non salto quasi mai la corsa dell’alba, persino quando piove.
Non faccio fatica, quindi, a macinare i metri che ci allontanano dalla battaglia senile alle nostre spalle e, con mia grande sorpresa, scopro che anche Lex se la cava benissimo nella fuga.
L’unico problema è che non riesco a correre e a ridere contemporaneamente; cerco di darmi un contegno, ma l’eco della risata del mio compagno di sventure è troppo contagiosa e, risuonando con la mia, non mi è possibile fare diversamente. Rallentiamo tra le bancarelle che riconosco far parte del lato Magico di Portobello Road: nel caso avessimo dubbi, i piccoli draghi giocattolo che volteggiano su un tavolo accerchiato da bambini eccitati, dei calderoni di seconda e terza mano rumorosamente sponsorizzati da una Strega dalla voce acuta e un rigattiere di ignoti strumenti –forse per delle pozioni?– dalle forme più bizzarre rappresentano un buon indizio per permetterci di eliminare ogni ambiguità.
Sentendomi tirare per la camicia, mi accosto a Lex appoggiando la schiena al muro che, grazie agli Dei, stavolta non è imbrattata. Un ghigno si apre sul mio viso arrossato dalla corsa.
« Puoi…ben dirlo amico… » Ansimo e guardo Lex con gli occhi resi lucidi dal divertimento e dallo sforzo. Osservo ancora incuriosito gli strani movimenti delle mani che accompagnano la sua domanda e mi chiedo se ci sia un motivo per cui questo linguaggio emerge in determinati momenti. Scuoto la testa alla sua domanda. « La spalla sta bene. E in ogni caso, non ammetterei mai il contrario. » Poi alzo le sopracciglia, cogliendo il sottinteso che si evince dalla sua fintamente innocente dichiarazione d’appetito.
Cavolo, non c’è fine alla scrocconeria di questo ragazzo.
« Sta’ a vedere che ti devo pure offrire un pranzo, insieme alla birra. » Borbotto, ma lo faccio con un tono divertito e fintamente severo.
« Va bene, su'. Dove ti porto? »
È successo tutto così in fretta che non so proprio perché mi sto ritrovando a promettere un pranzo ad una persona che ho conosciuto nemmeno… quanto? Quindici minuti fa?
Socchiudo gli occhi pensando a cosa c’è nei dintorni e mi passo una mano fra i capelli arruffati per riordinarli. Questo movimento diventa improvvisamente una manata sulla fronte quando mi accorgo di essere stranamente leggero e di avere le mani libere.
« Oh cazzo! » Esclamo con gli occhi spalancati e uno scatto della testa nella direzione da cui siamo venuti.
« Il libro! Il pranzo! Mamma! Porca merda! » Le parole si susseguono una dopo l’altra mentre mi affanno a recuperare la bacchetta e puntarla verso il vicolo.
« Accio busta! » Poi tendo il palmo e dopo qualche secondo e un urlo roco in lontananza, i miei acquisti dimenticati arrivano come attirati da una corda invisibile e ne afferro il manico. Apro il sacchetto per controllare e ci guardo dentro. Rimango in silenzio un minuto. Un lunghissimo minuto. Poi ci infilo la mano. Retto da due dita, estraggo una specie di ratto morto di un marrone slavato che mostro a Lex. Il naso mi si arriccia in un’espressione di disgusto quando mi rendo conto di cosa sia.
« Mi sa che… non ho portato via solo la dentiera a quel disgraziato… » Mormoro sinceramente basito, e scrollo via la cosa con palese orrore. Rabbrividendo rinfodero la bacchetta fissando il parrucchino a terra come se questo potesse prender vita e zampettare via.
« Onestamente non so cosa dire al riguardo se non che mi aspetto che qualcuno mi arresti davvero per violenza sugli anziani. » Batto le palpebre e rabbrividisco ancora una volta per lo schifo.
– there's an ordinary world somehow I have to find –
Code © HorusDON'T copy

 
Top
view post Posted on 8/9/2023, 09:17
Avatar

Group:
Mago
Posts:
6,492
Location:
Hyperversum

Status:



J4j3yKD

J4j3yKD
Ridere fa bene all'anima, ed è indubbiamente uno dei tuoi mantra preferiti. Ché non lo trovi quasi mai un motivo per non farlo, per non sentirti pienamente vivo in ogni cosa che fai. Hai la fortuna di vivere di avventure, e questo intendi fare almeno fino ai 102 anni. Perché così a lungo hai deciso che vivrete, sia tu che Theo.
Lui è un po' più scettico, a volte non sta dietro alla tua esuberanza, ma è il suo modo. Ed accetti anche che le persone siano tutte diverse. In fondo anche per quello ti fermi a studiarle ogni volta che puoi.
Guarda Horus, ad esempio. Oltre ad essere di una bellezza disarmante, è forse meno allenato di te, tira il fiato, ma è sicuramente uno di quei maghi con un "passato".
A guardarlo bene, ti ricorda qualcosa dei libri di storia il tatuaggio sotto l'occhio.
Oddio non sei sicuro che sia un tatuaggio, ora che ti è più vicino sembra fuoco vivo su una pelle di porcellana.
Qualcuno prima o poi te lo dovrà dire che fissi gli altri un filino troppo. Però non lo fai con cattive intenzioni, lo fai solo perché a volte capisci se non possono dirti tutto nell'immediato. Allora fai un po' il detective della situazione.
Novanta su cento non ci becchi mai.
Ed il fatto che la sua spalla stia bene, ti fa tirare un sospiro di sollievo. Si, diciamo che - almeno - non è successo niente di tanto tragico con quei due vecchi.
La magia non devi sottovalutarla, neanche se è prodotta da due cariatidi. Soprattutto perché quelle erano piuttosto combattive.
Però ehi, in una cosa sei riuscito: ti ha chiamato "amico". E' un passino in avanti, di quelli a cui sei orgogliosamente abituato.

«Oh, certo certo» annuisci, confermandogli - anche se non serve - che in qualche modo te ne fregheresti del non ammettere il dolore. Lo capiresti, e risolveresti. E' così che funzioni tu. Tu che ti prendi cura degli altri perché è il modo che hai di amarli. Che sia un amore amichevole o intenso, ti piace compiacerli - fin dove le cose coincidono con la tua felicità, sia mai eh.
Però si, il tuo stomaco fa i salti di gioia con te, ed il sorriso si allarga tantissimo quando parlate di cibo, hai una fame da lupi.
«Venendo qui ho visto un pub che mi sembr-» ignorando che non sei uno che si orienta e probabilmente gli dirai - convintissimo - che è a destra, mentre sicuramente è a sinistra, ti blocchi.
Cioè, ti blocca lui prima. Libro e mamma?
Piccoli attimi di stasi in cui cerchi di capire che cosa stia chiamando, che poi è solo una borsa, si. Mh mh, con il parrucchino di uno dei due anziani.
Appena lo vedi sgrani gli occhi, e poi li chiudi solo perché quando ridi non sai tenerli aperti. Ridi con le braccia conserte a tenerti lo stomaco.
«L'hai fatto a pezzi quel pover'uomo» calci pianissimo il tupé perché vi stia un attimo distante.

«Correggimi se sbaglio ma in caso butti a schifo -» meno slang, Xà, dai «- se mi sposi non posso testimoniare contro di te» gli fai l'occhiolino, stupidamente teatrale. Un commediante da quattro soldi che però certo non ti ferma dal mettergli un braccio attorno al collo e dirigerlo nella parte realmente opposta.
«Cammina come se niente fosse, in fondo alla via c'è un pub, se ci arriviamo siamo salvi» sorridi ancora.

\: lingua dei segni + voce

alexander hydra - 23. - taurus moon - smiley face

 
Top
view post Posted on 15/9/2023, 22:24
Avatar


Group:
Dipendente Ministeriale
Posts:
12,018
Location:
Trantor - Settore Imperiale

Status:


Horus Ra Sekhmeth
24 yrs – cursebreaker – morning; portobello road market
Non mi rendo conto di star continuando a fissare il parrucchino nemmeno quando Lex scoppia a ridere per l’ennesima volta. Ho un’espressione così schifata in viso che proprio non riesco a fare o dire qualcos’altro per palesare il mio profondo disgusto. Alzo lo sguardo verso di lui con perplessità crescente, mezzo sconvolto ancora dalla tragica storia d’amore a cui abbiamo appena assistito come spettatori abusivi. Rabbrividisco ancora e stavolta piuttosto vistosamente pensando al fatto che sì, Lex ha ragione, ho veramente fatto a pezzi ‘sti due vecchi rincoglioniti.
Comincio a sentirmi un po’ una merda e volto le spalle al vicolo con un pizzico di senso di colpa a solleticarmi la nuca. Poi scocco un’occhiata in tralice a Lex: giuro su Thot, a volte mi perdo ciò che dice. D’accordo, non lo conosco che da pochi minuti, forse un’ora –quanto tempo è passato?–, ma ogni tanto mi perdo. È come star dietro ad un cucciolo di crup particolarmente eccitato e felice di esistere. Se non fosse terribilmente sconveniente, avrei controllato se non ci fosse una doppia coda scodinzolante dietro di lui.
Sospiro e mi lascio circondare dal braccio di questo ragazzo che, in teoria, si sta prendendo troppe confidenze, ma poi mi scappa un sorriso a metà tra il severo e il divertito.
« Vorrai dire che il tuo stomaco è salvo. » Lo punzecchio.
Una parte di me continua a ricordarsi com’ero ad Hogwarts quando dovevo rapportarmi con gli altri studenti e, ad essere onesti non è che ora sia tanto diverso. Ho solo imparato a gestire diversamente la mia tollerabilità nei confronti del prossimo. Penso sia stata anche l’influenza di Ned e Isabella ad avermi reso meno scontroso. Oddio, quello lo sono sempre –e quei due disgraziati non mancano di ripetermelo. Con questo ragazzo, però, non mi viene da, semplicemente, scivolare via da sotto il suo braccio e ristabilire le distanze; un “grazie e arrivederci” mormorato a mezza bocca e poi, via, ognuno per la sua strada. Continuo a pensare che la sua è una confidenza a cui solitamente avrei risposto con un ringhio, ma ora mi faccio guidare docilmente, un po’ confuso, un po’ svagato. Aggrotto le sopracciglia quando però mi accorgo che sulla strada principale ci lasciamo sulla sinistra un vecchio negozio di abiti usati e un allevatore di pipistrelli ammaestrati: non dovevano essere sulla sinistra.
« No aspetta, il pub è di là… » Punto il dito nella direzione opposta, faccio per girarmi e… mi ritrovo ad indicare un naso coperto di lentiggini, ben conosciuto.
« Oh. »
Spalanco gli occhi con aria colpevole, neanche avessi cinque anni. In fretta mi divincolo dal braccio di Lex e piego le labbra in un sorriso imbarazzato, cui faccio seguire una risatina nervosa.
« Mamma! F-finalmente! T-ti stavo aspettando! »

« Ma non mi dire. »
Mia madre, a braccia incrociate, mi fissa con sguardo gelido. È alta poco più di un metro e sessantacinque, la circondo con le braccia senza alcun problemi e posso tirarla su con una mano se necessario. Ma, cazzo, quando è arrabbiata scapperei volentieri in Tanzania; non succede sempre, ma quando accade… È inutile essere grandi e grossi: è capace di fatturarti in due secondi netti.
Guardo rapidamente l’orologio e mi rendo conto che sono terribilmente in ritardo.
« Posso spiegare! » Alzo le braccia e la busta dondola a mezz’aria. Sono momentaneamente dimentico di Lex al mio fianco.
« Ma. Non. Mi. Dire. » Ripete sibilando, compiendo un passo verso di me. Allunga il collo e noto il rossore che le tinge le guance. Deglutisco a disagio e allora sì, che mi sento una merda. Ci teneva. Gliel’avevo promesso.
« Sono io ad averti aspettato per mezz’ora. » La sua voce è calma, cortese, ma mi terrorizza molto di più di quanto non farebbe se urlasse.
« No è che… ho trovato… un… un carissimo amico scomparso! » Calco parecchio sulla “s” di “carissimo”, in palese difficoltà. Ed è ora che mi volto fluidamente verso Lex –allontanandomi dallo sguardo in tempesta di mia madre– e lo indico con la mano libera per presentarglielo: "ecco, mamma, è proprio lui! Il mio amico scomparso!", aspettandomi chissà quale epifania da parte sua.
Dal canto mio, io guardo Lex con gli occhi sbarrati e un sorriso plastico sulla faccia. Vabbè, tanto ormai le abbiamo passate tutte: teppista, ladro, marito, poliziotto. Ci mettiamo pure la storia del carissimo amico e buonanotte.

– there's an ordinary world somehow I have to find –
Code © HorusDON'T copy

 
Top
view post Posted on 15/9/2023, 23:23
Avatar

Group:
Mago
Posts:
6,492
Location:
Hyperversum

Status:



J4j3yKD

J4j3yKD
E' andata.
L'hai mezzo abbracciato e non sei morto, direi che puoi ritenerti soddisfatto, no?
Avrebbe potuto andarti molto peggio, lo percepisci direttamente nell'etere, anche se in verità non lo sai. Sei solo un po' - tanto - curioso di capire quali potrebbero essere i suoi limiti con te. Ma non hai fretta.
Se si può dire qualcosa di te, è questo: tu non hai fretta, sei affamato ma non sei vorace, ti piace che le cose si prendano i loro tempi prima di evolversi, di mutare in continuazione.
Per questo non vai troppo oltre, tra una risata ed il sollievo di averci guadagnato davvero qualcosa, non ti spingi a dirgli che - ad esempio - sposarlo non salverebbe solo il tuo stomaco.
Ti mantieni sornione, con un mezzo ghigno che è solo il modo in cui le risate si spengono sul tuo volto. Quando la luce intensa ti centra in pieno gli occhi, questi brillano.
Theo dice che sono come le gobbiglie da spiaggia, quelle super trasparenti che finisci per perdere qui e lì quando le sotterri.
A volte gli nascondevi quelli più veloci, solo per non farlo vincere. Non che tu fossi un fratello maggiore cattivo, o meschino, è che ti piaceva troppo vedere come si rattristasse e ti implorasse di aiutarlo a trovarle.
Ogni volta che le trovavate, poi, Theo si guadagnava un gelato e tu guadagnavi un cuore ricolmo d'amore per tuo fratello.

Sospiri, che tanto palesemente hai sbagliato tutto. Strada, prima di ogni altra cosa. E per fortuna c'è Horus a farti da bussola.
«Sei sicur-...oh»
Fai eco alla sua prima esclamazione, sgrani gli occhi. Può essere facilmente una delle donne più belle che tu abbia mai visto, quella che ti ritrovi davanti.
Ammutolisci, conscio di saper riconoscere discretamente la bellezza, anche se tu trovi belle quelle figure rattoppate qui e lì in giro per il mondo.
Ma questa è la mamma di Horus. E guarda un po' non fai fatica a crederlo, anzi. Ti sembra la cosa più logica del mondo, quando lui poi si sfila da te e tu ricadi in ammirato imbarazzo.
Ritrovi un senso di contegno, perché non è carino fissare così la madre di un amico. E' che-... quando la chiama "mamma" un po' il cuore muore.
Ti manca la tua. Ti gratti la nuca, in imbarazzo.
Sei finito in un teatrino "interessante", ti piace notare come Horus sia improvvisamente un cucciolo tanto quanto sai di esserlo tu.
Ti piace leggere nel loro rapporto quell'affetto che è succube di un amore profondo.
Magari romanticizzi tutto un po' troppo, Lex.
E quando "Mamma Horus" si avvicina a lui, tu ne guardi il profilo. E' davvero abbagliante, anche se certo è una madre come tu ne hai una. La tua è dipinta con una tavolozza più calda, forse più dolce sebbene abbia stranamente i capelli più scuri di tutta la famiglia.
Vieni interpellato, e gli ingranaggi nel tuo cervello tornano a muoversi velocemente sull'indicatore delle frottole.
«Ehm, si è colpa mia, ho ritrovato Horus dopo-...» guardi il tuo nuovo e carissimo amico, a quanto pare e gli sorridi, complice del disastro che innescherai.
Se solo sapessi ciò che ovviamente non sai!
«- quanto sarà, amico? Cinque anni? »
Imbastisci qualcosa di vago, veloce, una base che possa - se dovessi subire un interrogatorio - espandersi in una vera storia di amicizia a distanza, sofferta e sentita.
«\\Alexander Hydra\\» ti presenti con tutto il corollario, nome e cognome stavolta, perché hai davanti un genitore ed i tuoi il rispetto per gli adulti te l'hanno insegnato.
In teoria però saresti un adulto anche tu. Tipo.
«E \\mi dispiace\\, ho insistito, ho poco senso dell'orientamento-» infarcire SEMPRE una bugia con un fondo di verità. «- mi stava salvando la vita. Ma vi lascio al vostro pranzo. Spero non sia troppo tardi.»
I tuoi occhi non cercano più Horus durante l'ultima parte del racconto, così lo sai: è più credibile. Tanto quanto lo è il tuo sorriso gentile.
\: lingua dei segni + voce

alexander hydra - 23. - taurus moon - smiley face

 
Top
view post Posted on 16/9/2023, 16:03
Avatar


Group:
Dipendente Ministeriale
Posts:
12,018
Location:
Trantor - Settore Imperiale

Status:


TW linguaggio esplicito


Horus Ra Sekhmeth
24 yrs – cursebreaker – morning; portobello road market
Sento spalancarsi la mandibola al punto da udirne lo scricchiolio. Guardo fisso gli occhi brillanti di Lex, due splendide acquamarine che brillano di luce propria e poi assottiglio lo sguardo: c’è davvero qualcosa di familiare in quelle iridi strappate al cielo e mi sento lo stomaco stretto in una morsa fastidiosa. O meglio le mie viscere hanno appena fatto una capriola.
Non mi rendo conto che, di fianco a me, mia madre ha la stessa, identica espressione stupita.
Mio Dio, penso portandomi inconsciamente la mano sulla bocca: quante cazzo di possibilità ci fossero che beccassi… chi? Un fratello? No, certo che no, Amber non ha fratelli.
Un cugino? Forse non ha niente a che fare con quegli Hydra. È un cognome come un altro, magari…
« Non posso crederci! » Mia madre batte le mani ed il suo splendido sorriso sboccia sulle labbra rosee.
« Sei parente di John? John Hydra? Io sono Ainsel... Sekhmet. Sono un'amica di John e, chiaramente, la mamma di Horus! » Il suono della sua risata argentina ci avvolge. Non ho bisogno di vederla per capire che il suo malumore –improvvisamente– è passato. Se lei sorride, io mi imbroncio e percepisco chiaramente la titubanza prima di dire il nostro cognome. Distolgo lo sguardo da loro e fisso arrabbiato l’andirivieni di Maghi e Streghe sulla via principale di questo lato di Portobello Road.
Non mi piace il tono con cui mia madre nomina il padre di Amber. Non mi piace che si scambino continuamente gufi: cosa crede, che non abbia mai visto arrivare Fergus, a volte anche in tarda serata?
Contraggo le dita attorno alla busta. Ma che cazzo, impreco furente, mentre scaccio l’immagine di Amber dalla testa e i ricordi di Hogwarts e delle nostre risate balenano come fulmini.

Dovresti salutarla, cazzone che non sei altro.
La voce di Isa rimbomba nel suo ufficio dove mi sono appena fiondato poco prima di incrociare Amber nel corridoio. Scuoto la testa, nel panico.
No, Isa, credimi: meglio di no.” Borbotto, attaccato alla porta che mi sono chiuso alle spalle in fretta e furia. Lei si alza, fa il giro della scrivania e mi si piazza davanti a gambe larghe e con le mani sui fianchi. Mi mando indietro i capelli con una mano, nervoso: sono pronto alla ramanzina.
Scusami, fammi capire un'altra volta.” So già che non porterà a nulla di buono. Trattengo il fiato. “TU la inviti per una sera nel deserto con le piramidi di Giza in faccia e…
Sì, ma, accidenti, non come pensi tu. Lo sai te l’ho det–” “Silenzio.” mi agita il dito davanti. La sua espressione è stranamente placida. “E avete scopa—” “ISA TI PREGO.” Imploro e nascondo il viso tra le mani per celare il senso di colpa che mi attanaglia le viscere. Non è vergogna, ma disperazione, anche se lei chiaramente non coglie.
Oooh non fare il pudico con me, bro, sappiamo benissimo di cosa sei capace. T’ho insegnato io.
Appunto!” Riemergo dalle mie mani e la fisso altrettanto incazzato.
Sì, ma io non mi faccio la mia migliore amica e poi non le scrivo più e la evito per i corridoi.” Sibila, arrivandomi vicinissima. C’è un attimo di stasi in cui ci guardiamo in cagnesco, poi carica il colpo.
Sei. Un. Coglione.” Scandisce.
Ad ogni parola segue un pugno, sempre più forte, sullo stomaco. Mi piego con un gemito proteggendomi la pancia con le braccia, ma so perfettamente che ha ragione. Isa continua a a colpirmi, dovunque le capiti. È bassa di statura, ma è stata lei ad insegnarmi (anche) come ci si allena ed ha due braccia da far invidia alle mie. Ne consegue che possiede una forza incredibile che ora sta sfogando su di me.
Brutto imbecille stronzo che non sei altro. Ed era pure la sua prima––
Isa, cazzo, basta, mi fai male! Lo so, ok? LO SO! Questo lo urlo, guardandola con gli occhi lucidi, probabilmente per i colpi che ha sferrato… o forse no. La fisso e lei fa lo stesso, con il fiatone; poi abbassa le braccia e scuote la testa. I suoi dread ondeggiano come rami di un albero al vento.
Lo so…” Ripeto con voce spezzata; mi piego in avanti, tenendomi ancora lo stomaco e serro gli occhi, i capelli mi scivolano davanti al viso come a nascondermi.
Dopo un attimo di silenzio, sento le braccia di Isa avvolgermi e la sua guancia appoggiarsi su di me.
Sei proprio stupido, Hor…


« …con noi? »
I miei occhi rimettono a fuoco l’ambiente che ci circonda e batto le palpebre per scacciare lo spettro del ricordo che, bastardo, mi ha strappato via dalla realtà per… quanto?
Ritorno su Alexander e su mia madre che improvvisamente si è fatta solare e allegra, completamente dimentica della mia mancanza. Il suo viso saetta da me a Lex: sembra una bambina che è davanti alla gita più bella della vita e chiede il permesso di andarci ai genitori.
« Ho chiesto ad Alexander se vuole venire con noi a pranzo! Ora che vi siete anche ritrovati! Mi farebbe molto piacere. » Ci sorride con una dolcezza tale che mi sento morire dentro. Non ho nemmeno il coraggio di guardare lei, figuriamoci Lex, e mi limito a fissare i riflessi biondi tra le ciocche di mamma.

– there's an ordinary world somehow I have to find –
Code © HorusDON'T copy



Edited by Horus Sekhmeth - 16/9/2023, 17:20
 
Top
view post Posted on 17/9/2023, 19:41
Avatar

Group:
Mago
Posts:
6,492
Location:
Hyperversum

Status:



J4j3yKD

J4j3yKD
John Hydra.
E’ così che si chiama tuo cugino, quell’uomo che - per quanto dipinto in tinte tenui nel vostro albero genealogico - abita qui. Lui e sua figlia, perché tua madre, il che è strano eh, ti ha raccontato la loro storia.
Avrebbe dovuto farlo tuo padre, ma era quel periodo in cui non si parlavano e allora, beh, un cantastorie vale l’altro.
La storia di Amber è un monito terribile, un incubo che sei solo egoisticamente felice di non aver vissuto tu.
Non sai cosa faresti se non fosse per tua madre, se non avessi la certezza id poter tornare in Olanda da un momento all’altro e trovarla - con il suo cipiglio assorto - pronta a stringerti.
Non le importa quanto alto tu sia diventato, ha sempre la capacità di racchiuderti in una piccola bolla felice.
E’ suo il calore di cui ti avvolgi quando rialzi gli occhi sulla mamma di Horus.
Tentenni, sposti gli occhi dal suo sorriso fino a concentrarti su ciò che ti sta dicendo, Ti dissoci per un momento che ti fa sentire improvvisamente nudo, senza quella corazza di "innominabile" che ti cuci addosso.
Ha alzato il telo e ti ha trovato, tutto qui.
Tu che di solito davvero ti senti al sicuro quando sai che la tua stravaganza, seppur memorabile, potrebbe avere nomi volatili. Chi ti ricorda, chi no, che importa? Sai tenerti comunque vicino le persone che ami, anche se ti perdi per mesi e non stai sempre a gironzolare con loro.
Il tuo cuore lo sa. E basta, vero Alexander?
Avevi paura anche a dire il tuo nome per intero al folletto della Gringotts, in effetti, il tutto perché non sei pronto ad andare lì e bussare alle loro porte. Non vuoi niente da quel Capostipite che ha cancellato tuo padre dal suo prezioso elenco. Insomma, i soldi non sono importanti e come affetti, non sai se ne proverai per loro.
Mentire - tuttavia - è sempre fuori discussione, certo che la coincidenza è assurda ed il mondo è minuscolo.
«Oh, si. Si dovremmo essere cugini di qualche grado »
Se solo tu sapessi che i colori che indossi trai capelli e gli occhi, appartengono a loro.
«Chiaramente, certo! » ovvio che lei è sua madre, insomma, i tratti sono quelli - in qualche modo.
E trovi buffo come lo stallo del respiro nei polmoni si sciolga non appena ti senti di nuovo accolto.
L'unica cosa che non fai, non ora, è chiedere ad Ainsel come conosca tuo cugino. In qualche modo non vuoi percepire lacci e catene che non ti piace sentire sulla pelle.

E lei ti invita a pranzo, tra le fortuite coincidenze questo ti scalda il cuore. Non rispondi nell'immediato, però, perché ti sei accorto che Horus sta vivendo un momento tutto suo.
E quindi rallenti, pure riempiendola di sorrisi e ridendo se lei ride, perché ti viene naturale: fin troppo genuino.
Non vuoi che questo si trasformi nel momento in cui tua madre invitata amichetti di Theo a casa e lui - imbronciato - non ne voleva sapere.
E ti fai più dolce, gli occhi si aprono piano verso il tuo amico.
«\A te sta bene?\ » abbassi il tono perché sia un mormorio gentile, un po' colpevole perché continui a non avere un soldo in tasca.
\: lingua dei segni + voce

alexander hydra - 23. - taurus moon - smiley face

 
Top
view post Posted on 21/9/2023, 21:27
Avatar


Group:
Dipendente Ministeriale
Posts:
12,018
Location:
Trantor - Settore Imperiale

Status:


Horus Ra Sekhmeth
24 yrs – cursebreaker – morning; portobello road market
Che a mia madre piaccia Alexander si vede lontano un miglio. I suoi occhi sono un riverbero del suo sorriso e, in questo, ho preso da lei. Se io sorrido davvero, le mie iridi si scaldano, si fanno meno glaciali. Chi mi conosce veramente –come sapeva fare Amber, dannazione– nota subito se il mio è solo l’espressione di falsa e fredda cortesia; il più delle volte invece è scherno.
Quello che ora mi piega le labbra, però, non è nessuno dei due: è una forzatura che mi impongo nei confronti di mia madre e Lex, solo perché non voglio far preoccupare la prima e far sentire a disagio il secondo.
Non so assolutamente di cosa stessero parlando né ho capito che tipo di parentela ci sia lui e il resto degli Hydra. Ma apprezzo (e molto) la cortesia di lui, il modo in cui si muovono fluide le sue mani nell’aria. Percepisco anche lo sguardo curioso di mamma mentre lui le articola come le parole che escono dalle sua labbra. Mi dico che non importa che parentela abbia con Amber, ma il punto è che non riesco a far finta di niente, non del tutto. Così mi concentro sul suo volto sincero, sugli occhi limpidi, sul sorriso contagioso e annuisco. Mi impegno a farlo nel modo più naturale possibile perché sì, mi fa davvero piacere che ci sia. E continuo a ripetermi che è strano che io provi simpatia così, a pelle. Forse doveva per forza essere così, visto il suo cognome…
« Certamente, ti avevo promesso un pranzo, no? » Gli poso appena la mano sulla spalla, nel tentativo di tranquillizzare me e lui.
Mamma batte le mani, estasiata. Sembra davvero una bambina al parco giochi.
« Meraviglioso! Andiamo, allora! » E con un buon umore che mai le ho visto di recente, prende a braccetto sia me che Lex. Io la guardo confuso, poi fisso il mio… amico? Non mi capacito di quante cose siano successe in un così breve lasso di tempo.
« Non ho idea di cosa stia succedendo! » Mimo con le labbra, ma questa volta inevitabilmente un angolo si solleva nel principio di un sorriso più sincero, finalmente. In realtà so cosa sta succedendo: semplicemente qualsiasi cosa che abbia a che fare lontanamente con John Hydra manda mia madre in brodo di giuggiole. Indurisco la mascella, guardandole la mano sinistra, vuota.
« Oh! Eccoci qui, speriamo che tu… » Mi indica proprio con quella mano ed io aggrotto le sopracciglia, sfilando il braccio come un ragazzino ribelle che si libera dalla presa del genitore. In effetti, è proprio quel che sembra. « … Non mi abbia fatto prendere la prenotazione! »
Contrariamente a quanto avevo previsto per me e Lex, il posto dove ci ha portati è un ristorante italiano. È un piccolo edificio colorato di azzurro, pieno di piante pensili. C’è anche un piccolo arbusto di prugne dirigibili che decora allegro i tavoli in ferro battuto posti nella veranda. Mentre mia madre entra tutta allegra, i lunghi capelli che le ondeggiano dietro le piccole spalle, io butto indietro la testa e sbuffo, un po’ in imbarazzo. Oscillo ancora tra questi sbalzi di malumore improvviso generati da ricordi e ferite ancora aperte.
« Scusa, non era previsto la riunione di famiglia. Vieni a casa mia per fare i compiti, dopo? » Vuole essere una battuta per sottolineare quanto la situazione sia assurda ed infantile, ma forse mi è uscita troppo seria, così rido e do una piccola spinta alla schiena di Lex per farlo andare avanti e seguire mia madre fra i tavoli apparecchiati con semplice tovaglie di lino e ciuffi di lavanda fra i bicchieri. Sono già pronto a starnutire.
« Io dico che ti è andata anche meglio di una birra. Vedi, a rimorchiare sconosciuti? » Questa invece mi viene fuori spontanea e rido sul serio.
No, non voglio proprio saperla la parentela: facciamo finta di niente, nascondiamo la testa sotto la sabbia. Come con lei.

– there's an ordinary world somehow I have to find –
Code © HorusDON'T copy

 
Top
view post Posted on 2/10/2023, 10:43
Avatar

Group:
Mago
Posts:
6,492
Location:
Hyperversum

Status:



J4j3yKD

J4j3yKD
Questa donna ti piace. E' solare, ma non eccessiva. Non si esalta come sai esaltarti tu, chiaramente i suoi occhi nascondono una storia. Ma è contenta, ti prende sotto braccio e tu inclini la testa in una normale e sciocca reverenza.
Così fai anche con Horus, ti soffermi appena su suoi occhi.
Eri un campione in quelle sfide del guardarsi tanto a lungo da far capitolare l'avversario. Sei capace di non sbattere le palpebre per un minuto intero.
Perché in quei pianeti ci navighi, e quando qualcuno è tanto onesto con te, puoi davvero parlare anche solo guardandolo. Nei suoi ed in quelli di Ainsel leggi messaggi differenti, ma entrambi sanno renderti parte di un qualcosa di nuovo.
E dio solo sa quanto ne hai bisogno, di aria nuova e coraggio - soprattutto.
Ainsel è diversa da Horus, eppure in qualche modo si incastrano perfettamente in una dinamica che ti scalda il cuore.

E ci arrivi con il sorriso davanti al ristorantino italiano. Ti mancava l'Europa, tantissimo. La sua eclettica mescolanza di culture che non si sormontano: trovano ognuna il loro spazio.
Il tuo paese è un gioiellino incastonato tra tanti altri, contrariamente al continente in cui hai studiato.
Lì alcuni miscugli non hanno senso, escono solo per prevalicare, qui invece respiri di nuovo.
Osservi affascinato, con lo stomaco che apre altre voragini: dio se ti piace mangiare, non fosse per la ristrettezza economica, saresti sempre con la pancia piena a rotolare come quei gattoni ben nutriti.

Ti si apre un sorriso più scaltro, quando ti fai guidare. C'è una sola cosa per te che va di pari passo alla fame.
«Basta che tu non dica a mia madre che li farai al posto mio» un occhiolino sciocco sulla via del mistero, anche se vieni distratto da quello che vedi sui vassoi.
Eviti di dirgli che stai amando sua madre, perché non hai idea di come potrebbe prenderla, soprattutto sei poi ripensi alla tua, ma cavolo se ti prende un brivido alla fine.

Tanto che tra lo scaltro ed il profondamente affamato, ti avvicini appena, giusto per sussurrargli qualcosa che Ainsel possa non sentire mai.
«Poi mi dirai se ti ho rimorchiato davvero...» il tuo tono si fa stranamente caldo, quasi suadente - per quanto tu viva sempre sul filo del rasoio, tra l'erotico ed il divertito.
Gli sfiori il fianco, tra sbagli ed intenzione, leggerissimo e preso.
«... ché posso fare anche di meglio» ridacchi tornando dei doverosi passi indietro, pronto a far mettere una sedia in più sul tavolino ad angolo prenotato da sua madre.

Lo sai che sarai bravo, che cercherai di non ordinare l'intero menù - perché sei ben educato nonostante tu resti un canetto da strada. Hai solo l'aspetto di un randagio, ma Loreen ci ha speso tante ore per educarti da bravo ragazzo.
Così saprai raccontare tutto della tua vita, da Theodore, al Perù. Dal negozio di fiori di mamma e papà al modo in cui ai "veri Hydra" la cosa non sia mai andata così a genio.
Ma senza batter ciglio, senza una lamentela, sempre con la convinzione che la tua vita sia stata - e sia - un'avventura bellissima da condividere.

\: lingua dei segni + voce

alexander hydra - 23. - taurus moon - smiley face

 
Top
view post Posted on 5/10/2023, 18:46
Avatar


Group:
Dipendente Ministeriale
Posts:
12,018
Location:
Trantor - Settore Imperiale

Status:


Horus Ra Sekhmeth
24 yrs – cursebreaker – morning; portobello road market
Totalmente fuori dalle righe.
Questo Hydra è talmente lontano da qualsiasi idea che credevo di avere degli Hydra da lasciarmi senza parole.
Beh… a lasciarmi senza parole in realtà è la sua proposta e io lo fisso ad occhi spalancati. Non è facile mettermi in imbarazzo, almeno adesso. Sono talmente smaliziato che il me di Hogwarts arrossirebbe anche ad accennare col pensiero a ciò di cui sono capace ora.
E tuttavia, Lex riesce a far riaffiorare il rossore sulle mie guance quando mi sfiora col braccio il fianco –non ci credo neanche se mi paga (con i soldi che non ha) che è stato un caso.
« Tesoro che fai lì in piedi? »
Mi schiarisco la gola, a disagio, e mi passo la mano fra i capelli, raggiungendoli al tavolo. Mia madre si è seduta sulla panca imbottita e a me e Lex toccano le sedie ai lati del tavolo graziosamente apparecchiato.
Mamma è sempre una che ha tenuto molto alle apparenze, a volte persino a mio discapito.
Prendo il menu, ma non lo leggo: guardo oltre il bordo la testa bionda di Alexander –Lex gli si addice di più. Lo vedo chiacchierare amabilmente con la stessa identica solarità con cui ha attaccato bottone con me.
Mi sorge l’idea che possa essere un adescatore, ma poi nel ricordarlo implorare per la sua scoppio da ridere.
« Horus? Tutto bene? »
Nascondo la faccia dietro le pagine e faccio finta di niente.
« Lex prendi quello che vuoi. »
Dico per cambiare discorso, senza guardarlo in faccia, consapevole del rossore che mi colora ancora gli zigomi.
Ammetto che mai un uomo ci ha provato con me, quindi sono spiazzato.
Solitamente capisco molto bene quando una donna prova attrazione, ma…
« Tanto paga Horus. » Esclama mia madre, facendogli l’occhiolino.
Finalmente alzo la faccia dal menu e lo poso sul tavolo, prendendo la carta dei vini.
« A mia madre piace scroccare tanto quanto a te. »
Riprendo controllo della mia espressione e rivolgo un sorriso ammiccante a Lex.
Interessante.
« Ahia! Perché mi hai tirato un calcio sotto al tavolo?! »
« Perché sei un cafone e io non ti ho educato così. »
Mi chino –sfiorando accuratamente il braccio di Alexander con i capelli– e mi massaggio lo stinco, guardando mamma in cagnesco.

« Oh! È davvero affascinante, Lex! Non ho mai viaggiato molto, ma l’Olanda deve essere un posto molto bello. »
Finendo l’ultima forchettata di gnocchi, gli occhi di Ainsel brillano affascinati.
Mentre mi è sembrato di cogliere un accenno di delusione, prima, quando ha saputo che la famiglia di Alexander non è molto vicina agli Hydra di Amber e John, io invece ho sospirato di sollievo e, con l’umore decisamente più alto, ho ordinato la seconda bottiglia di Chianti.
‘Sto pranzo mi costerà più del previsto, ma al diavolo, certe belle notizie vanno festeggiate. Tra l’altro, penso mentre guardo il suo profilo arrossato dal vino, Lex sembra a suo agio come se fosse davvero un amico scomparso da anni.
Mi appoggio sullo schienale della sedia, abbracciandone il bordo con un braccio e faccio ondeggiare il vino nel calice, assaporandone il profumo. Non ho parlato molto, ma sono rimasto molto impressionato dai racconti di Lex: è un ottimo oratore.
Non che avessi dubbi.
« Capisco molte cose, ora. » Sorrido affabile, sorbendo un altro, generoso sorso. Non vuole essere una presa in giro, bensì è una constatazione sincera e gentile.
« Coltivi ancora fiori come ad Amsterdam come la tua mamma? » Ainsel appoggia il mento sulla mano e guarda Alexander.
Non credo gli sia mai piaciuto un mio amico così.
… Aggrotto le sopracciglia un secondo e rimango con il cristallo del bicchiere fra le labbra, mentre ragiono su come ho appena chiamato questo perfetto sconosciuto.
Oddio, non più tanto sconosciuto. Ha parlato così tanto che ormai so la storia di tutta la sua famiglia a partire dai prozii.
Dunque abbasso lentamente il calice e guardo di sottecchi Lex.
Ma sì, perché no?
Sorrido ancora e bevo tutto il vino rimasto.
« Lo vuoi un dessert? » Completamente opposta a me, mia madre ama i dolci. « Qui fanno un tiramisù buonissimo! » E senza nemmeno aspettar risposta, alza elegantemente la mano curata per richiamare la cameriera che ci ha servito finora.
« Io prendo un caffè. » Le dico. Poi torno su Lex e gli poso una mano sulla spalla, completamente dimentico di quanto mi ha detto prima.
« Certo che per essere uno che ho appena incontrato, non hai fatto complimenti. » Rido, ma poi guardando la faccia sorpresa di mia madre, il sorriso scivola via.
Ooooh merda.
E due.


– there's an ordinary world somehow I have to find –
Code © HorusDON'T copy

 
Top
view post Posted on 9/11/2023, 16:32
Avatar

Group:
Mago
Posts:
6,492
Location:
Hyperversum

Status:



J4j3yKD

J4j3yKD
E così hai raccontato loro tutto, perché non ti sai tenere.
Non hai mai capito il senso di non dire le cose come stanno, e forse per questa ragione le bugie ti feriscono così tanto.
E' il punto d'ingenuità in cui pecchio ma - nonostante tutto - poi sai perdonare piuttosto bene, perché la vita è una e di passarla incazzati, non hai voglia.
Vuoi passare tutto il tempo possibile a sfruttarla il meglio che puoi, come stai facendo ora. Ora che tra un sorriso e l'altro trovi una connessione con Ainsel.
La mamma di Horus non è solo una bellissima donna, è una madre accogliente, severa ma solida nelle sue convinzioni. Non ti ricorda per nulla la tua, ma è giusto così: ogni madre è diversa.
Eppure non sai se sei tu che pendi dalle sue labbra o lei dalle tue, ma tant'è che questi ravioli con polpette li hai buttati giù come fossero acqua, incapace di capire quando li hai mangiati.
Perché tutto scorre veloce e lento, momenti rallentati in cui butti l'occhio verso Horus, solo per tastarne il disagio.
Ad una certa raggiungi la sua caviglia con il collo del tuo piede, ti ci strusci solo perché beh, non lo so, perché pensi sia rassicurante? Tipo, si.

«L'Olanda è un pezzo del mio cuore» ammetti con una punta di melodramma, ma solo perché così tanti carboidrati ti danno alla testa, figuriamoci quando accetterai il Tiramisù come balleranno gli zuccheri nelle meningi.
«Ma so che sarà lì ad aspettarmi, bella come sempre, per quando tornerò a casa» o per quando tuo padre avrà capito che sei un vero mago e te lo concederà.
Hans sa essere burbero ma non intendeva sul serio, lo sai, se fossi rimasto lì avrebbe solo borbottato ma non avrebbe smesso di amarti per come sei.
Scocchi di nuovo un'occhiata ad Horus quando dice di capire molte cose, ora, e lo fai con un sorriso che si apre a metà in un ghigno dolce, annaffiato dal vino che ti sei scolato senza troppo ritegno.
Non che tu beva abitualmente, preferisci l'erba come scelta di sballo, ma questo vinello rosso stava così bene con quello che hai mangiato, che ti è sembrato perfetto.

«Ah, no non più. Cioè non qui, mamma continua a casa e so che anche altri della mia-beh di questo ramo della famiglia lo fanno, ma io al momento sono in pausa » Che è anche il motivo per cui sei al verde, ma questo pensi sia molto molto sottinteso. Troverai comunque un modo per ripagarli.
«Sto cercando la mia via, se è così che si dice...» quasi lo chiedi ad Ainsel, sempre con quel sorriso che su di te non muore mai.
«... e questo tiramisù mi sembra il modo migliore per festeggiar-» peccato che le parole ti muoiano in gola quando torni a guardare Horus.
Cerchi in parte la sua complicità e cerchi anche quella linea di confine molto sottile che non vuoi superare, quel "così è troppo" che speri non ti arrivi tra capo e collo.
Cazzo.
Non hai del tutto mentito, cioè.. si ok hai mentito a sua madre, per coprire un nuovo amico, ma in qualche modo il fatto che Horus si lasci sfuggire questo velo di bugia bianca, ti fa impallidire.

Resti immobile, guardi lui - nella sua stupida adonica bellezza - ma non hai il coraggio di guardare sua madre.
«F-orse il dolce non sarà necessario» mormori in un sussurro che ingoi.

\: lingua dei segni + voce

alexander hydra - 23. - taurus moon - smiley face

 
Top
view post Posted on 14/11/2023, 11:53
Avatar


Group:
Dipendente Ministeriale
Posts:
12,018
Location:
Trantor - Settore Imperiale

Status:


Horus Ra Sekhmeth
24 yrs – cursebreaker – morning; portobello road market
« Ecco qui signori! Un caffè e due tiramisù! »
La graziosa cameriera ci posa davanti le nostre ordinazioni mentre, tutti e tre, ci guardiamo senza dire una parola. Credevo ci fosse un limite alla stupidità umana. Evidentemente sottovalutavo la mia. Questa volta Lex non mi è affatto d’aiuto e sono io, adesso, a tirargli un calcio sotto il tavolo.
Dai su, inventati qualcosa tu che hai la lingua lunga. vorrei sussurrargli con gli occhi.
“Poi mi dirai se ti ho rimorchiato davvero.. ché posso fare anche di meglio”.
L’allusione, proprio in questo contesto, per poco non mi fa andare di traverso il caffè che, per prendere tempo, mi sto portando alle labbra. Se prima ero in dubbio, adesso che ha cercato appositamente la mia caviglia, non ho più molti dubbi sul tipo di interesse che potrebbe nutrire.
Oddio!” Penso, e tutto comincia ad acquisire un suo perché. Lui da solo in un vicolo, il suo fare così estroverso, il suo modo di approcciarsi assolutamente scanzonato, la proposta di farsi offrire da mangiare… tutto torna. Lex è un adescatore! E io mi sono lasciato infinocchiare come un pivello.
Mia madre, nel frattempo, è rimasta in silenzio e, preso il cucchiaino, raschia la superficie del dolce accumulando tutto il cioccolato in polvere per poi assaporarlo prima della crema; fa sempre così. Sembra pensierosa e io scocco un’occhiata rapida a Alexander. Non so bene cosa pensare adesso perché tra questa consapevolezza e il fatto di essermi fregato con le mie stesse mani…
Ooh, che diavolo! Alla fine ci siamo venuti a ‘sto benedetto ristorante, no? E mi sembra che mamma abbia apprezzato parecchio Lex.
… Beh certo se solo sapesse che…
« Ehm… » Mi schiarisco la voce buttando giù l’ultimo sorso d’espresso. Il suo profumo ha riempito tutto il tavolo, ma avrei voluto godermelo di più. Il tintinnare della porcellana sul piattino sembra scandire il tempo. Ainsel non alza il viso dal suo dolce che, dopo averlo accuratamente privato del suo cioccolato, è stato mangiato per ben più della sua metà.
« È buono? »
È buono?! Sul serio, Horus?
Mi rivolgo forse più a Lex che a lei, perché onestamente non so bene cosa dire e questo silenzio è insopportabile. È chiaro che ad un genitore non piace mai quando un figlio mente, ma… provo a sorridere e, sotto il tavolo, continuo la mia opera di convincimento per tirarmi fuori d’impaccio, tirando a Lex una leggera gomitata.
Oh, dai, adescatore, dammi corda ancora un po’. Ho ripagato il debito, vero?
« Horus… »
Giro la testa così veloce da prendermi una frustata ai muscoli del collo; mi massaggio la nuca con espressione dolorante e non so se per il colpo o per l’espressione di mamma che, lentamente, si volta a guardare anche Lex.
« Alexander… »
Posa il cucchiaino sul piatto ormai vuoto (spazzolato), poi si appoggia allo schienale tutta composta. Il suo viso è serissimo e io mi preparo al peggio. Non farà una sfuriata, certo, ma non voglio vedere la delusione sul suo viso che è, in effetti, piuttosto mono espressivo. Poi allunga le mani sul tavolo cercando le nostre e io, sospettoso, lascio che prenda la mia fra le sue dita tiepide. Poi ci sorride in un modo così dolce che il cuore mi scioglie. Forse l’ho scampata, mi dico ingenuamente.
« Non c’è nulla di cui vergognarsi, non serve con me. »
Sto per dire qualcosa, del tipo “scusa mamma non volevo mentirti!”, ma poi mi rimane la frase in gola.
« Non c’è niente di male ad essere gay! » I suoi lineamenti si distendono dolcemente in un’espressione di assoluta comprensione.
Spalanco la bocca, basito.

– there's an ordinary world somehow I have to find –
Code © HorusDON'T copy

 
Top
view post Posted on 14/11/2023, 16:08
Avatar

Group:
Mago
Posts:
6,492
Location:
Hyperversum

Status:



J4j3yKD

J4j3yKD
Vediamola per ciò che è: poteva andarti molto peggio di così.
Che già le viscere ti si stavano rivoltando, nella convinzione a quel punto di aver davvero superato un limite.
Non sei il tipo che si preoccupa di come vada vissuta una vita, sei cosciente che non ci sia una sola regola universale e che ognuno possa riscrivere le proprie. Così ti ha insegnato Loreen e così tu fai.
Però la gola si stringe, le parole arrancano come il fiato - e stavolta non è colpa della pesantezza e della voracità con cui ti sei riempito lo stomaco.
Lo sguardo con Horus lo incroci, ma d'improvviso sei un bambino.
Sei un piccolo biondo che corre lungo i viali che danno da scuola a casa, e nel farlo impatta per sbaglio contro un compagno di classe.
Sei quello che viene guardato male, che non capisce perché l'essersi pitturato il corpo ovunque con i pennarelli non possa andare bene.
Sei quello accerchiato, perché dietro al compagno di classe ne spuntano altri due.
I segni te li sei fatti per tornare a casa e far ridere Theo, perché a lui piace quando cercate di comunicare e da lui ti fai disegnare sempre tutto sul corpo.
(Da adulto hai continuato, ma poi quei disegni li hai trasformati in tatuaggi)
Sei bambino che viene stretto al muro, quello che si sente completamente in trappola e non vede alcuna via d'uscita. Ti manca il fiato, mh?

Sei ancora quel bambino in mezzo secondo netto, quando senti Ainsel raschiare il fondo della ciotolina e tu non hai neanche intaccato la polvere di cacao in superficie.
E di solito lo stomaco non ti si chiude mai, ma il momento di tensione lo percepisci così tanto che un brivido di disagio ti alza la pelle d'oca dietro il collo.
Ti gratti la nuca, ma sembra più una carezza, la ricerca di un conforto nel ritirare le gambe sotto la sedia.
Attendi le parole della donna, come si attende una sentenza, perché tu - ingenuo come sei - non hai capito dove stava andando a parare.
Ma quando finalmente vi parla, e lo fa guardando anche te, tu ti sciogli.
Trai un sospiro che sembra abbia dentro i venti di tutto il mondo, finalmente l'ossigeno ti riempie i polmoni e tu puoi tornare a far battere il cuore. Guardi Horus con un sorriso di sfida.
Lungi da te appropriarti dell'outing altrui, tanto che fosse per te non ci sarebbe bisogno di nulla, né etichette, né confini o concessioni.
Nessuno può concederti di accettare ciò che sei, tu sei questo: piaccia o meno il calcolo spetta agli altri e non più a te.
Eppure questo sorriso stupido ti si allarga, e le fai un cenno di capo, come insomma a dirle che apprezzi, a modo tuo, tutto questo.

«No, certo, penso di essere la persona con meno vergogna di questo mondo »
E di te un po' ridi, anche se così gli occhi ti si fanno più lucidi.
«Parlando per me, io- » Horus non lo guardi ora, punti a sua madre, e affondi finalmente il cucchiaino nel tiramisù. Improvvisamente fin troppo felice, sicuramente addolcito da morire.
Ti faresti grattare la testa se fossi un cane. «Non ho grandi distinzioni, guardo più la persona che i suoi, ehm... attributi estetici. » Ma Dio quanto ti piace parlarne, ora che sei di nuovo completamente a tuo agio e da quei bambini sei scappato con tanto di linguaccia.
Ma non parleresti mai per Horus, lo guardi solo ora, con una calma invidiabile, mentre ti godi il dolce senza soffocare nel cioccolato in polvere.

Ovviamente non sta a te smentire il resto delle sue idee, né quella che vi coinvolge sentimentalmente, il tuo l'hai fatto. Ora sorridi.

\: lingua dei segni + voce

alexander hydra - 23. - taurus moon - smiley face

 
Top
view post Posted on 15/11/2023, 18:24
Avatar


Group:
Dipendente Ministeriale
Posts:
12,018
Location:
Trantor - Settore Imperiale

Status:


Horus Ra Sekhmeth
24 yrs – cursebreaker – morning; portobello road market
Non è proprio facile lasciarmi senza parole. Credo, però, che in questa giornata si siano accumulati così tanti miei silenzi sorpresi da bastare per un anno intero.
Richiudo di scatto la bocca senza trovare cosa dire. I miei occhi saettano dalla mia mano a quella di Alexander che mia madre stringe accorata. Sembra pendere dalle labbra di lui e io fisso un punto della tovaglia immacolata.
La voce di Lex è flautata, di una dolcezza che assomiglia a quella di mamma. Pensavo, visto che mi sono convinto sia un adescatore, che sorridesse con più malizia e se ne uscisse con un “sissignora”. In realtà non solo perché mi sono convinto della sua identità, ma più che altro perché ho immaginato –viste le mie precedenti pressioni– che stesse al gioco anche in una situazione così particolare. Invece, ora, mi domando se la mia intuizione sia corretta o meno.
« Ora capisco, tesoro, perché non mi hai mai presentato nessuna ragazza! » La mia testa scatta verso mia madre e sul mio viso si delinea un’espressione così incredula che lei la scambia con un sentimento di paura. Mi accarezza il dorso della mano con il pollice e io provo un moto di tenerezza tanto forte che ricambio la stretta anche se, oddio, mi viene veramente da ridere perché… beh. Non è che io abbia tante ragazze da presentare. Sarebbe decisamente meglio di no, mamma, credimi.
« E capisco perché ti ostini tanto a non voler sposare Sitra. »
Ecco, questo è stato un colpo basso, sebbene sappia che non era intenzionale da parte di mia madre infilare il coltello nella piaga nominando Sitra. Per questo cazzo di matrimonio combinato mia madre è fin troppo accondiscendente: quando mai è stata d’accordo con Meresankh? Non che io ne abbia memoria. Il mio umore cambia repentinamente e mi ritrovo ad osservare infastidito, e per la seconda volta, l’anulare senza la fede e la guardo in viso con i lineamenti improvvisamente induriti.
Eppure lo sai, che significa, un matrimonio combinato.
Ringrazio che ci sia Lex a catalizzare l’attenzione di mamma, così io posso sfilare piano la mano; lei nemmeno se ne accorge e si appresta ad afferrare con entrambe quella libera di lui, sicuramente per comunicare a gesti il suo sostegno. Chissà perché me lo aspettavo che lui non fosse una persona a cui piace inquadrarsi; mi dà l’idea di essere uno spirito libero, già a partire dalla ricerca di contatto presumibilmente casuale con me. Non sono, quindi, stupito dal suo punto di vista.
Io, invece, non voglio mentire a mia madre perché non mi risulta di essere gay –anche se…
Con la coda dell’occhio guardo nuovamente Alexander. Mi soffermo sul viso, sul naso diritto, sulle labbra incurvate sempre in un’espressione gioiosa, i ciuffi biondi che si arricciolano sul collo… Poi scuoto impercettibilmente la testa. Oh, no Horus, ti ci manca pure questa.
Non voglio ricordare la prima e ultima volta che ho baciato un uomo, il mio cervello scorre così velocemente la memoria da non essere nemmeno lontanamente inquadrabile per me; perché questo vorrebbe dire ricordare lui. E dunque non è semplicemente esistito nulla del genere.
Anche se…
Anche se un cazzo.
Decido di non dire niente e di mantenere un dignitoso silenzio. Non me la sento di dirle una bugia, ma non me la sento nemmeno di contraddirla, visto quant’è felice per me e Lex. Si è sempre preoccupata per la mia situazione sentimentale anche se con molta, molta discrezione devo dire, una cosa di cui sono grato. Mi alzo e li guardo per qualche istante dall’alto: un solletichino alla gola minaccia il mio scoppiare a ridere da un momento all’altro per la drammaticità con cui è intriso questo presunto coming out.
« Sono contenta che mio figlio abbia trovato un ragazzo come te, Alexander.»
Finalmente mamma lascia andare Lex e si sistema i capelli fluenti dietro le spalle, soddisfatta. Ancora una volta mi guarda radiosa. Io, invece, poso delicato la mia mano sulla spalla di Alexander, stringendo appena la stoffa della sua camicia; noto solo ora che, più o meno, è simile alla mia e questo non fa che acuire la mia ilarità immaginandoci come una coppietta felice che veste in pendant. Tuttavia devo capire come diavolo ha fatto mia madre a collegare questo con l’informazione che mi sono lasciato sfuggire in maniera piuttosto stupida.
« Mangia con calma. Vado a pagare. »
Gli dico con tranquillità, recitando un’ottima parte e li lascio con appena l’accenno di un sorriso. Sento alle mie spalle gli sguardi di Ainsel ma ostento un ghigno di cui forse potrei pentirmi in seguito.
Sono una merda, ma forse posso sfruttare questa cosa a mio vantaggio per evitarmi il suo insistere in combo con mia nonna.
Il problema è se la cosa raggiungesse l’orecchio di Sitra che potrebbe smentire. Ma ora che ci penso, lo direbbe mai, a mia nonna, di noi due? Ma certo che sì. Mia nonna è ovunque.

Ainsel, nel frattempo, dopo aver atteso che Lex terminasse il dolce, si alza con estrema grazia e si fa accompagnare da lui all’uscita. Li sento passare dietro di me mentre il proprietario mi attacca una storia infinita su come siano fieri dei vini della casa e blablabla. La verità è che è contento come una Pasqua visto che mia madre ha ben pensato di ordinare una delle bottiglie più costose e io la maledico mentalmente. Comunque, non mi accorgo che lei ha ripreso l’attacco ai miei danni: non le par vero di potersi informare su cose che io, invece, taccio. Per buon costume, oserei dire, visto il mio esser diventato più –come direbbe Isabella? Ah, libertino.
Esco fuori dal ristorante proprio per sentire mia madre dire:
« Ma, quindi, Alex –posso chiamarti così?– da quanto state insieme tu e mio figlio? »
Mi fa ridere come, anche se nessuno dei due ha confermato, lei vada avanti in questa rosea illusione.

– there's an ordinary world somehow I have to find –
Code © HorusDON'T copy

 
Top
view post Posted on 29/11/2023, 15:21
Avatar

Group:
Mago
Posts:
6,492
Location:
Hyperversum

Status:



J4j3yKD

J4j3yKD
La cosa inizia a farsi particolarmente... grottesca. Ecco diciamola pure così, che più di un brividino ti è venuto quando Ainsel ti ha preso la mano.
Non che tu - cioè, dai, il contatto fisico è letteralmente la tua vita, quindi ci sta. Ci sta che tu apprezzi anche il farti manipolare, e in fondo lei lo fa con la dolcezza tipica di una madre preoccupata.
Ricordi come eri imbarazzato quando hai dovuto parlare alla tua.
Loreen stava tranquillamente in cucina, pronta a cambiare vaso ai pomodorini gialli, e tu ti tormentavi le labbra da almeno dieci minuti. Avevi appena quattordici anni, ma lo sapevi molto bene che cosa ti piaceva.
Forse non hai mai avuto dubbi, ti sono venute solo alcune incertezze quando nel capire con chi avresti voluto fantasticare tu, ti sei ritrovato a volere un po' tutto.
"Ma'" le hai detto quella volta, e lei ti ha fatto cenno di farti più vicina, che non ti avrebbe sentito a tanta distanza. "Ma' io mi sa che c'è una cosa che non ho capito bene" hai sussurrato.
Lei ti ha guardato, e nei suoi occhi ti ci sei perso quel pomeriggio.
"Va tutto bene, Lexy, amore" ti ha risposto lei, dopo che le hai vomitato anche l'anima dei tuoi dubbi. "Si? Sicura mamma?" e lei ha annuito.
Ora non ricordi con esattezza ogni parola, ma ti ha spiegato che ci sono cose che non si decidono, sono così e basta, le si abbraccia e ci si gode la vita che da essere deriva.
Certo forse una visione un po' innocente del mondo crudo in cui si vive, ma te la sei fatta andare più che bene, e la incarni tutt'ora.

«Ah io, ehm, penso di dovermi dire fortunato a mia volta» si, ecco, ora stai veramente azzardando. Ma se è questo il gioco a cui Horus gioca, non sta a te tirartene fuori.
Peccato che tu non sia propriamente il tipo adatto ad una relazione stabile, l'idea di un legaccio che ti si stringe in vita, sembra strozzarti la gola.
Ingoi l'ultimo boccone di Tiramisù, e ringrazi che Horus sia davvero andato a pagarti i possibili deboli, altrimenti avresti dovuto lavare i piatti per mesi, probabilmente.
Ma sua madre insiste, non molla la presa, ovviamente curiosa di scoprire qualcosa in più su suo figlio, qualcosa che inizia a credere sia una presa in giro adesso.
Non ne sei certo, è solo che ti pizzica in gola una sensazione sbagliata.
Ti fermi con lei fuori dalla porta, tanto Horus in teoria sta arrivando a salvarti, no?
«Oh, questo però sarà un racconto per la prossima volta-» spieghi con dolcezza e malcelato disagio.
Insomma, se ti ha preso in giro - Horus - va bene, ma non vuoi nemmeno tirarla lunga per ore con sua madre, alla quale senti improvvisamente di non voler più mentire così tanto.
«- magari potrei offrire io, se riesco a non farmi lasciare tra cinque minuti»

\: lingua dei segni + voce

alexander hydra - 23. - taurus moon - smiley face

 
Top
37 replies since 8/8/2023, 11:44   1021 views
  Share