| I am afraid they have awaked, And 'tis not done. The attempt and not the deed Confounds us. Hark! I laid their daggers ready Cawdor Castle | Non si tratta di una lezione di storia, è chiaro. Viktor Haunt ha un modo tutto proprio di raccontare gli aspetti salienti di una cornice di certo più intricata, ma comprende pienamente il senso di una gita fuori porta: vuole offrirvi qualcosa di più di un simposio accademico, benché si noti — sul suo volto — un interesse mistico, quasi profondo, per l'argomento. Forse è l'identità di ogni Spettrologo, l'incanto di una ricerca tanto tangibile quanto astratta. La cortesia d'insieme si imbatte contro la frenesia del Ghoul, che tira la mano di Viktor Haunt con una violenza inaudita. Appare buffo, quasi un gesto d'impazienza fastidiosa, ma Haunt non vi sembra fare troppo caso. Non vi offre alcun peso, e continua a rivolgersi a voi come se la reazione di Erebo fosse all'ordine del giorno. «Proprio così» dice in conferma alle tue parole, Niahndra. E noti, curiosamente, una scintilla d'orgoglio baluginare lungo le zone d'ombra del volto diafano dell'uomo. Annuisce anche verso di te, Vivienne: è un modo per coinvolgere entrambe, mantenendo l'attenzione comune. Ha bisogno di alcuni istanti ancora, per incastonare meglio. «I miei manuali sono terribilmente complessi» vi confessa, e quasi sorride. «Per semplificare il più possibile, abbiamo tre classi o ordini di spiriti. Il Primo Ordine o Fantasmi racchiude gli Spiriti Perfetti, ovvero Ombre, Spettri e tutte quelle presenze oltrevita che sono in grado di interagire con il piano tangibile. Abbiamo poi il Secondo Ordine o Entità, che comunemente e ingenuamente sono chiamati anche Spiriti Imperfetti, non hanno contatto con un'identità materiale precedente, soprattutto non sono necessariamente presenze in vita terrena. Infine, il Terzo Ordine o Eldritch, definiti Spiriti Esterni. La loro è un'esistenza che non è esistenza. E vi chiederete cosa possa significare.» Cos'è, una domanda indiretta? Viktor Haunt ha occhi vivaci, ora. Occhi che brillano, una tela d'inchiostro e luce. «Spiriti troppo difficili da delineare in pochi passi, ma che raramente possono essere scovati. Le Classi di cui parlavi, Niahndra, indicano invece proprio il loro livello di pericolosità, ma credo che per ora possa bastare. Ecco, a tale proposito soltanto un altro tuffo storico iniziale e poi entriamo.» La pioggia, alla fine, si fa pressante; è sottilissima, ancora una volta ricorda aghi pungenti, l'aria stessa scende di temperatura. Comincia a fare veramente freddo, ma la promessa di lasciare gli esterni si sospende intorno. Viktor Haunt non è affatto infastidito dal meteo, all'apparenza. Con la mano libera, invece, guida la bacchetta in pochi, rapidissimi movimenti di fronte a sé. Quasi è come se stesse disegnando, benché non stia pronunciando alcuna parola. Basta un battito di ciglia, tuttavia, affinché i punti eterei sfiorati comincino a brillare: è come una rete, anzi una mappa. Un ricamo si congiunge all'altro, finché non resta una vera e propria cartina: appaiono stanze, porte, corridoi... «Il Castello di Cawdor è veramente grande, visiteremo le zone principali e più coinvolgenti, il nostro è un tour spiritico più che solamente turistico. Guardate sulla mappa.» Ticchetta con la bacchetta verso gli esterni, illuminando geometrie di alberi, statue e fontane; si estendono per molte direzioni, tutto intorno l'antica dimora. «Ci sono tanti giardini, uno più incredibile dell'altro. Walled Garden, il Giardino Murato, è l'ultimo baluardo di difesa del Castello, un tempo c'era una cinta muraria che è crollata negli anni. Flower Garden, il Giardino Primaverile, è un fazzoletto di terra molto caratteristico: in stagioni fiorenti si trovano molte piante, anche magiche, ricalcano i Giardini di Caledonia e hanno curiosamente orti tibetani, lunga storia. Quello che affascina è la presenza di una colonia di Erkling, i Folletti più temuti del mondo magico. Infine vi è Wild Garden, il Giardino Selvaggio, dove siamo noi. Poco oltre ci sono tante sculture, soprattutto di pianeti: Sole, Luna e Venere formano la Scultura dell'Amor Celeste; la triade di Giove, Marte e Saturno, invece, formano la Scultura dell'Amor Terreno, o Violento. Si dice vi sia una connessione magica, tra il gruppo scultoreo. Potrebbe essere il motivo per cui si chiami Giardino Selvaggio, ma la verità è un'altra.» Si prende un momento, velocissimo. Sa di aver parlato tanto, di aver potuto perdere la vostra attenzione; e sa che la pioggia, il freddo e la tempesta in agguato non stiano affatto aiutando. Ma la tensione può crescere, in modo rapido. «Questo giardino è stato teatro di una tragedia. John Cawdor, l'ottavo Thane o Barone del Castello, non aveva figli maschi, aveva soltanto una figlia di nome Muriel. Si poneva il problema della successione, per le leggi in vigore la figlia doveva necessariamente sposare un uomo di nobili origini e, di certo, scelto dal padre. Muriel è costretta a sposare Sir John Campbell, come vi dicevo prima è qui l'origine dell'unione delle due famiglie, i Cawdor e i Campbell. Eppure, come spesso accade, Muriel era innamorata di un altro uomo, sempre un nobile ma di un clan rivale. Curiosamente, o forse no, Sir John Campbell muore poco dopo il matrimonio con Muriel, il 4 Febbraio del 1591.» Dietro di voi, i rami stridono al vento impetuoso, e si fanno presagi di una memoria d'esito nefasto. Non è difficile immaginare quanto stia per dirvi Viktor Haunt, quanto sia effettivamente accaduto in passato. La notte ristagna, e il giardino ulula febbrilmente. «C'è chi dice sia stato ucciso da un colpo d'arma da fuoco, chi invece che sia stato assassinato. Non si sa con certezza, Muriel ha l'occasione però di risposarsi e scappa così con il lord amato. A malincuore, viene scoperta dalle guardie, il padre interviene, la ferma, la imprigiona e—»«E mi taglia le mani.» A parlare, ora, non è Haunt. Ha una voce di vetro, graffiante e acuta, trabocca di un dolore che si ripercuote oltre il giardino. Giunge dalle vostre spalle, e vi invita a girarvi: è come un riverbero argenteo, spesso mescolato alle ombre della notte, del cielo e dell'agrifoglio. Eppure, oltre la tempesta è una sfumatura perlacea che può essere distinta. Ha le fattezze di una donna, giovanissima, l'estasi di una bellezza recisa al tempo immaturo. Ha occhi grandi, espressivi, e capelli cortissimi, nascosti da un cappuccio che le scivola in forma di veste lungo il corpo minuto, oltre le caviglie. Non ha colore, non ha vita: è una presenza eterea, appena più visibile del resto. Fluttua a mezz'aria, accanto all'albero: e solleva le braccia, mostrandovi monconi al posto delle mani mozzate. «Ciao, Muriel» sentite dire. E il Fantasma, un po' annoiata, sposta l'attenzione da voi allo Spettrologo. «Ciao, Vik» risponde. Quasi un saluto tra vecchi amici. |
What hands are here? They pluck out mine eyes. [...] The multitudinous seas in incarnadine. Making the green one red.
Macbeth, Act II Prossima scadenza: 28 Aprile, 23.59Niahndra Alistine Punti Salute: 329/329 Punti Corpo: 237/237 Punti Mana: 251/251
Proroghe: 0/3 Assenze: 1/3 | Vivienne Pierce Punti Salute: 169/169 Punti Corpo: 93/93 Punti Mana: 123/123
Proroghe: 2/3 Assenze: 0/3 |
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