Acquaviola, Thalia Moran

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view post Posted on 2/1/2024, 20:49
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You can take the darkness out of the man, but you can't force him to step into the light.

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Sono spaventata a morte da quello che stiamo facendo.
Non te lo vorrei dimostrare, né a parole né a fatti, perché penseresti di esserti rivolta alla persona sbagliata per questo compito e non è così. So di essere sguarnita di qualsiasi conoscenza possa aiutarti davvero a ritrovare la tua magia, ma sono consapevole anche di essere semplicemente un essere umano. La forza e la facilità - quest’ultima è l’impressione che mi hai dato - con le quali hai calpestato i miei, forse dovrei dire i nostri, sentimenti dovrebbe avermi fatto desistere dal tentativo; invece, per qualche assurda ragione l’inconscio mi spinge a darti sostegno in questa impresa, se non altro per farti apprezzare davvero quello che hai perso e lasciato andare con tanta noncuranza. A dispetto della mia maturità anagrafica, questo comportamento è tipico di un’adolescente incapace di gestire le proprie emozioni e sensazioni, ma è anche vero che quello che ho passato mi induce a recuperare il tempo perduto ad inseguire una chimera, nel bene e - specialmente - nel male.
Trattengo il respiro, dunque, sicura che le tue intenzioni siano sincere almeno in merito alla magia e annuisco guardandomi i piedi: anche questa passività e ritrosia non sono da me. Devo tornare in carreggiata anche io e voglio convincermi che questa sia l’unica vera soluzione per risolvere il problema.

«P-perfetto.» rabbrividisco appena per il freddo, ma ritrovo subito una parvenza di stabilità «Mi farò viva non appena avrò qualcosa per le mani, lo prometto.»
Vorrei dirti anche che per me è una priorità restituirti la magia di cui Grimilde ti ha privata a modo suo, ma questo lo sai. Te lo leggo negli occhi che ci siamo capite senza confermare verbalmente le nostre reciproche intenzioni. Sai che farei di tutto. Lo avrei fatto prima e, forse, avere in agenda un appuntamento fisso con te mi fa credere che lo strappo nel nostro rapporto si possa ricucire, il che mi spinge a mettere il massimo impegno in questa storia. Qualunque sia il finale.
Quindi ti osservo piegarti ad ogni mia richiesta e desiderio, persino le mie tempistiche non ti disturbano: se fossi io ad aver perso ciò che mi rende strega mi sentirei come un leone in gabbia e, per di più, senza denti. Provo quindi a leggerti anche così, restando in silenzio per qualche secondo, ma quello che credo sia una forma di imbarazzo da parte tua genera in me una sorta di sconforto; te ne vuoi andare e concludere sbrigativamente la nostra trattativa. Le risate dei ragazzi che cominciano a popolare il villaggio mi fa rinsavire e penso, facendo un mezzo passo indietro per darti spazio, che sia giusto così. Lasciarti andare è l’unico modo per non soccombere agli stimoli esterni che, presto, faranno capolino proprio dall’angolo in fondo alla strada. Il solo sentir nominare l’Ufficio Vuoto mi incute terrore e mi gela il sangue nelle vene, giacché ogni tappa della nostra amicizia si è svolta tra quelle mura stantie. Ridargli vita dopo così tanto tempo mi disturba e mi ossessiona insieme: aspetto con ansia il momento in cui potrò capire che cosa ti è successo esattamente e bramo perfino la possibilità di torchiarti un poco, giusto un pizzico, per farti assaggiare questa versione di me che ti è rimasta così indigesta; ci penso meglio, non appena questa previsione si origina nella mente, e così la faccio morire all’istante, prima che possa tradursi in cruda realtà. Sospetto non mi dirai la verità su Grimilde, non immediatamente, e la Legilimanzia potrebbe essere il tuo unico appiglio per sbloccare la situazione. Costringerti a pensare non è mai stato facile, ma vorrei evitare di pilotare i tuoi ricordi, quindi non lo farò. E se proprio dovessi vedermi costretta, ti giuro con l'anima offerta in dono, non ti userò alcuna crudeltà.

«O-ok.» sussurro alla fine, guardandoti mentre ti sistemi il mantello. Mi stringo nel cappotto e con un angolo delle labbra sollevato mestamente ti lascio congedarti da me. Quando sei lontana un centinaio di passi e sorda alle mie parole, espiro e una nuvoletta di condensa si genera dalle mie labbra schiuse.
«Figurati, piacere mio.»
Svuotata come sono da ogni aspettativa e convinzione, a capo chino percorro i tuoi passi verso il castello. In fondo, adesso ho del lavoro importante da svolgere.

© Thalia | harrypotter.it

 
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view post Posted on 3/1/2024, 17:34
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Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente. (William Shakespeare - Romeo e Giulietta)

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Fernando, detto Fefé, è un ometto sulla cinquantina di origini ispaniche. La sua figura bassa e tozza la si riconosce subito in mezzo alla folla, così come le guance piene e paonazze, sormontate da una testolina lucida e priva di capelli. Madama Rosmerta lo ha appena assunto per occuparsi delle sue amate e rinomate Burrobirre, così come del resto degli alcolici ovviamente. Una decisione di cui, la povera donna, si trova spesso a pentirsi. Primo, perché da quando ha messo piede nel locale Fefé continua ad insistere per aggiungere al menù la sua “sangria especial”, cosa che alla proprietaria non va giù. Secondo, pare si sia preso una bella sbandata per Rosmerta stessa, che continua a rifilarli due di picche anche sul lato sentimentale. Talvolta, infatti, lo si può vedere appollaiato al bancone con in mano una Bandurria – strumento a corde tipico delle sue terre – e intento a dedicarle una serenata, proprio come oggi. Una melodia gitana invade l’aria, il naso di lei arricciato in una smorfia, la palese voglia di zittirlo con una sberla le si legge in faccia. La sua unica salvezza da quella, apparente, tortura? I clienti.
«Fefé, caro.» con un dito gli chiude la bocca, lui tace di colpo e la guarda in ammirazione «Stanno entrando delle persone, vedi di tornare al lavoro se non vuoi essere licenziato, d’accordo?» tono mellifluo, espressione da femme fatale – se così possiamo definirla – certa che lui ubbidirà.
«Oh, sì, ahora vado!» trafelato, molla baracca e burattini per correre a raccogliere le ordinazioni a destra e a manca. Fa il giro dei tavoli, ascolta attento con una mano sul ventre prominente e l’altra che arriccia i baffetti neri. L’ultimo è quello di due fanciulle, senza distrarsi prende appunti e in pochi istanti – il tempo di colmare la distanza con l’angolo bar – porta al tavolo un vassoio con le bevande richieste e lo poggia sulla superficie lignea «Con permiso.» queste le parole che accompagnano il rapido gesto. Le lascia svuotare i bicchieri in tutta tranquillità e, prima che se ne vadano, consegna loro il conto «Espero que vi siate trovate bene aquí!» pure formalità, direbbe qualcuno «Dunque, sono 1 falce per la Burrobirra e 2 falci e 2 zellini per l’Acquaviola.» insiste, borbottando con quel suo buffo accento. Ottenuto il compenso, le congeda gentilmente. La locanda si sta svuotando piano piano, gli occhi sono già colmi di felicità al pensiero di potersi dedicare nuovamente alla sua amata appena rimarranno soli.

Fefé | Tre Manici Di Scopa







Eccoci qua belle donzelle :patpat: :<31:

- Acquaviola x 3 (2 falci e 2 zellini)
- Burrobirra x 1 (1 falce)

Aggiornate, mie adorate :bello: :<31:
 
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16 replies since 8/11/2023, 17:58   301 views
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