Sono spaventata a morte da quello che stiamo facendo.
Non te lo vorrei dimostrare, né a parole né a fatti, perché penseresti di esserti rivolta alla persona sbagliata per questo compito e non è così. So di essere sguarnita di qualsiasi conoscenza possa aiutarti davvero a ritrovare la tua magia, ma sono consapevole anche di essere semplicemente un essere umano. La forza e la facilità - quest’ultima è l’impressione che mi hai dato - con le quali hai calpestato i miei, forse dovrei dire i
nostri, sentimenti dovrebbe avermi fatto desistere dal tentativo; invece, per qualche assurda ragione l’inconscio mi spinge a darti sostegno in questa impresa, se non altro per farti apprezzare davvero quello che hai perso e lasciato andare con tanta noncuranza. A dispetto della mia maturità anagrafica, questo comportamento è tipico di un’adolescente incapace di gestire le proprie emozioni e sensazioni, ma è anche vero che quello che ho passato mi induce a recuperare il tempo perduto ad inseguire una chimera, nel bene e - specialmente - nel male.
Trattengo il respiro, dunque, sicura che le tue intenzioni siano sincere almeno in merito alla magia e annuisco guardandomi i piedi: anche questa passività e ritrosia non sono da me. Devo tornare in carreggiata anche io e voglio convincermi che questa sia l’unica vera soluzione per risolvere il problema.
«
P-perfetto.» rabbrividisco appena per il freddo, ma ritrovo subito una parvenza di stabilità «
Mi farò viva non appena avrò qualcosa per le mani, lo prometto.»
Vorrei dirti anche che per me è una priorità restituirti la magia di cui Grimilde ti ha privata a modo suo, ma questo lo sai. Te lo leggo negli occhi che ci siamo capite senza confermare verbalmente le nostre reciproche intenzioni. Sai che farei di tutto. Lo avrei fatto prima e, forse, avere in agenda un appuntamento fisso con te mi fa credere che lo strappo nel nostro rapporto si possa ricucire, il che mi spinge a mettere il massimo impegno in questa storia. Qualunque sia il finale.
Quindi ti osservo piegarti ad ogni mia richiesta e desiderio, persino le mie tempistiche non ti disturbano: se fossi io ad aver perso ciò che mi rende
strega mi sentirei come un leone in gabbia e, per di più, senza denti. Provo quindi a leggerti anche così, restando in silenzio per qualche secondo, ma quello che credo sia una forma di imbarazzo da parte tua genera in me una sorta di sconforto; te ne vuoi andare e concludere sbrigativamente la nostra trattativa. Le risate dei ragazzi che cominciano a popolare il villaggio mi fa rinsavire e penso, facendo un mezzo passo indietro per darti spazio, che sia giusto così. Lasciarti andare è l’unico modo per non soccombere agli stimoli esterni che, presto, faranno capolino proprio dall’angolo in fondo alla strada. Il solo sentir nominare l’Ufficio Vuoto mi incute terrore e mi gela il sangue nelle vene, giacché ogni tappa della nostra amicizia si è svolta tra quelle mura stantie. Ridargli vita dopo così tanto tempo mi disturba e mi ossessiona insieme: aspetto con ansia il momento in cui potrò capire che cosa ti è successo esattamente e bramo perfino la possibilità di torchiarti un poco, giusto un pizzico, per farti assaggiare questa versione di me che ti è rimasta così indigesta; ci penso meglio, non appena questa previsione si origina nella mente, e così la faccio morire all’istante, prima che possa tradursi in cruda realtà. Sospetto non mi dirai la verità su Grimilde, non immediatamente, e la Legilimanzia potrebbe essere il tuo unico appiglio per sbloccare la situazione. Costringerti a pensare non è mai stato facile, ma vorrei evitare di pilotare i tuoi ricordi, quindi non lo farò. E se proprio dovessi vedermi costretta, ti giuro con l'anima offerta in dono, non ti userò alcuna crudeltà.
«
O-ok.» sussurro alla fine, guardandoti mentre ti sistemi il mantello. Mi stringo nel cappotto e con un angolo delle labbra sollevato mestamente ti lascio congedarti da me. Quando sei lontana un centinaio di passi e sorda alle mie parole, espiro e una nuvoletta di condensa si genera dalle mie labbra schiuse.
«
Figurati, piacere mio.»
Svuotata come sono da ogni aspettativa e convinzione, a capo chino percorro i tuoi passi verso il castello. In fondo, adesso ho del lavoro importante da svolgere.