Guadalupe –
Lupe per gli amici – lavora qui da qualche anno ormai, ma dovete sapere che stare dietro ad un polveroso bancone non è il suo destino, tutt’altro. Lei sogna di fare la ballerina professionista di flamenco, calcando i palchi dei teatri più importanti della sua terra natia per cominciare. Inoltre non sopporta più il clima uggioso del Regno unito, dice sempre che rende la sua pelle liscia e olivastra bianca come un churros crudo e molle. Il suo fan numero uno è Nachos, un delizioso gatto tigrato e dal temperamento
piccante. Lo ha adottato qualche mese addietro, da allora lui ama accoccolarsi davanti all’ingresso per accogliere i clienti appena entrano. Come al solito è in postazione, il musetto che cattura gli ultimi raggi di sole della giornata. Lupe intanto ha acceso un piccolo stereo, nell’aria aleggiano i tipici suoni gitani, accompagnati dal rumore dei tacchi della ragazza che sbattono ritmici sul pavimento del negozio.
A distrarla dalla sensuale danza, con tanto di ventaglio che si muove elegante quanto una lama affilata, è il miagolio del dolce micetto. La zampetta stuzzica il vetro della porta, si alza e la coda – dritta come un fuso – comincia ad ondeggiare felice.
«Qué está pasando, bebé?» interrompe bruscamente lo spettacolo, portando una ciocca di capelli ricci e corvini dietro l’orecchio. Gli occhi nocciola, osservano con vivace curiosità il suo amichetto peloso. In tutta risposta ottiene un miagolio insistente, mentre uno scampanellio indica l’arrivo di un nuovo potenziale cliente. Nachos è il primo ad accoglierlo nel migliore dei modi, insinuandosi tra le sue gambe e facendo le fusa come un trattore avviato a tutto gas. La testolina che struscia affettuosa sul polpaccio, le palpebre calate che permettono d’intravedere le iridi brillanti attraverso una fessura sottilissima.
«Hola chico, bienvenido!» voce squillante, lo saluta così la nostra commessa, con un ampio sorriso a tagliarle il volto
«Come posso aiutarti?» abbandona la lingua madre, ma il forte accento permane dandole un che di esotico. Annuisce quando le viene indicato il ciondolo e, senza perdere tempo, si avvicina alla teca per recuperarlo
«Ecco, sono 30 Galeoni!» fa in fretta il conto, esperta nel mestiere, porgendogli poi l’acquisto ben incartato. Attende il compenso, per poi congedarlo con il calore tipico del suo popolo
«Hei chico, para tí!» attira la sua attenzione un’ultima volta e, allungando la mano, gli mostra un paio di coloratissime nacchere in legno, con la tacita richiesta di accettarle
«Omaggio della casa!» un occhiolino e lo lascia tornare ai suoi affari, mentre lei riprende la sua coreografia approfittando della solitudine concessale.
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