| Ralphus Simonson |
| | La risata coinvolgente di Ralphus non poté non tirarsi dietro anche quella di Lorenzo. Il silenzio cimiteriale (se così potevano essere descritte) che avvolgeva le strade di Hogsmeade, si distrusse in un attimo con i sollazzi dei due Grifondoro. Anche se qualcuno avrebbe pensato di avere a che fare con due pazzi, ai due ragazzi poco importava. Erano fatti così, predisposti per scherzare, per divertirsi, dato che a quanto pare sapevano come fare. Lì, a due passi, c'era Mielandia, uno dei posti più famosi di Hogsmeade, molto conosciuta anche nel Mondo Magico. Ormai, i profumi che emanava avevano avvolto i due giovani, estasiandoli, quasi richiamandoli all'interno delle sue mura.
Quando Ralphus propose di entrare, Lorenzo sembrò uno che non se lo faceva ripetere due volte: sorridente, rispose con un'altra battuta, stavolta immaginandosi no ibernato, ma una statua di neve. Per un attimo se lo immaginò pure in quelle sembianze, ma come prima, se lo fece passare dalla testa nell'attimo in cui senza perdere altro tempo, Lorenzo andò ad aprire la porta del negozio. Un campanello, d'avviso, tintinnò, ma sembrò completamente inutile e fuori luogo visto il casino e il vociare altissimo presente lì. Il luogo era l'esatto e perfetto opposto delle strade asfaltate di bianco dalla neve; gente ovunque, che non dava peso al volume della propria voce, che assaggiava dolciumi, scherzava con amici, prendeva varianti di caramelle, parlava con commessi e pagava. A Ralphus non sfuggì il fatto che molti clienti, una volta pagato, con i sacchetti in mano, si dirigessero nuovamente verso i dolciumi, per assaggiare, prendere e ritornare di nuovo al bancone per pagare. *Non credo ai miei occhi!* Già, aveva anche ad altro a cui pensare: al calore che lo aveva immediatamente avvolto nell'attimo in cui aveva messo piede a Mielandia; il profumo, come quello assaporato in mezzo alla strada, ancora più forte, se non addirittura afrodisiaco. Ralphus e Lorenzo erano finiti in Paradiso!
Ovunque c'erano dolci, cioccolattini, caramelle, cose da mangiare dalle forme più strane e stravaganti. Non era solo un Paradiso dei dolci (o l'Inferno, dipende dai punti di vista), era come se su una tela, un pazzo pittore avesse dipinto, privo di ragione, con tutta quella roba al posto dei normali colori.
Fu Lorenzo a riportarlo alla realtà. Domandò consiglio, ma se in quel momento ne avesse avuto qualcuno, non avrebbe avuto il coraggio di renderlo noto, dato che qualcos'altro poteva benissimo essere più allettante, in quel momento. Fosse stato per lui, avrebbe scaraventato tutto a terra e ci si sarebbe tuffato dentro, ma al massimo erano cose che poteva sognare; la realtà in quel momento voleva una scelta e dopo qualche istante, alla fine prese una decisione... - Non ho molta esperienza, fratello, ma oggi mi convincono le bacchette alla liquirizia e i fagottini alla burrobirra. Che ne pensi? - propose, ma non era tanto sicuro.
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