Madama Piediburro

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view post Posted on 19/11/2020, 14:41
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The North remembers. ♥

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Novembre stava scorrendo ad una velocità incredibile, ed era certa che Natale sarebbe arrivato ancora prima che se ne accorgesse: Jane affondò il naso nella sciarpa di lana che le avvolgeva il collo, stringendosi nel cappotto. Era il classico pomeriggio grigio e freddo di fine autunno in Scozia, il tempo ideale più per stare chiusi in casa in compagnia di un libro che per andare a fare compere fino ad Hogsmeade, ma la sua gita aveva degli scopi ben precisi.
Aveva da tempo finito la sua scorta di infusi – e di libri da leggere – e complice anche una giornata libera dal lavoro aveva deciso di spingersi fino al villaggio nei pressi del castello: l’aria fresca trasformava in nuvolette di vapore il suo respiro mentre passeggiava nella via principale, in quel momento incredibilmente silenziosa e quasi vuota. Essendo un giorno nel bel mezzo della settimana gli studenti erano di sicuro confinati ad Hogwarts per le lezioni, quindi era normale che non ci fosse molta gente in giro, ma comunque non riuscì a non sorprendersene: faticava ancora a ricordarsi di non essere più una studentessa.

Svoltò in direzione di Madama Piediburro, e si fermò per qualche istante fuori dalla porta d’ingresso prima di entrare: non era mai stata una frequentatrice abituale del posto, conosceva la sua fama di ritrovo più romantico di Hogsmeade e durante i suoi anni da studentessa non aveva mai avuto la reale occasione di andarci. Crescendo, aveva imparato ad apprezzarne i dolci e gli infusi, ma l’ambiente… rimaneva troppo zuccheroso per i suoi gusti.
Fece un respiro profondo e prese coraggio, entrando ed immergendosi nei colori pastello e nei centrini e merletti del locale: si avvicinò al bancone, e prese un menù per consultarlo e per decidere quali infusi acquistare.

Ci volle qualche minuto, ma alla fine riuscì a decidersi. Alzò lo sguardo dal menù, cercando la proprietaria o uno dei camerieri: notò uno di quest’ultimi, una ragazza, nei pressi del bancone.

« Ciao! Vorrei acquistare degli infusi, se possibile! » sorrise, « Inoltre tempo fa ho letto sul Profeta di alcune tazze da collezione… posso sapere come funziona? »


Mi sono riferita ad una ragazza perché ho visto che Mary è l’unico garzone, spero vada bene 🌸

Vorrei acquistare da portare via con me:
- 1 confezione di tè di Ginevra;
- 1 confezione di tè di Re Artù;
- tè della tempesta;
- tè dell’oceano;
- tè della foresta;
- tè del falò (di quest’ultimi quattro non so se vendiate o meno confezioni, nel caso fossero bustine singole ne vanno bene 3 di ciascuno);

Grazie ♡
 
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view post Posted on 20/11/2020, 13:00
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MARY J. GRENGER

Non sapeva com’era il tempo fuori dal piccolo locale. Pioveva? C’era il sole? Chi lo sa. Mary non era molto indaffarata, c’erano solo due tavoli da servire e Jasmine si stava occupando della cassa, ma preferiva non deconcentrarsi. Le era capitato una volta che un vassoio le fosse finito per terra, così come il contenuto che trasportava. La proprietaria non le aveva detto nulla in realtà, ma lei si era comunque sentita profondamente in colpa. Aveva deciso, dal quel momento, che avrebbe agito con più attenzione. Ma comunque, quel giorno di novembre si era rivelato piuttosto buono con lei. Aveva inizialmente avuto la fortuna di dover indossare la divisa blu e non rosa, che per lei già era un passo avanti. Poi, una delle coppie ad un tavolo era formata da Theo ed il suo ragazzo, dandole la possibilità di scambiare quattro chiacchiere con loro; infine, la poca affluenza nel locale le permetteva di gestirsi e gestire meglio il tutto. Una voce la distrasse dalla conversazione con i suoi due amici e la riconobbe quasi subito. Portò il vassoio sotto un braccio ed iniziò a camminare verso il bancone.
«Ah, vengono sempre tutti qui per le tazze.» esordì ridendo silenziosamente. Aveva raggiunto la collega alla cassa che aveva iniziato ad occuparsi dell’ordine per Jane.
«Faccio io Jasmine, grazie.» ricevette un sorriso dalla collega e la seguì con lo sguardo mentre si allontanava. Poi tornò su Jane e lasciò che sul suo volto si aprisse un sincero sorriso. «Sono felice di vederti qui. Allora, dimmi tutto.» ascoltò l’ordinazione e segnò tutto su di un foglio. Si scusò e si diresse verso la porta rosa alle sue spalle dove avrebbe trovato tutto il necessario. Tornò poi con tutto l’occorrente, più un piccolo muffin che aveva appoggiato su di un piattino. «Tieni, prova questo mentre ti preparo una busta. Offre la casa.» Fece un occhiolino alla ragazza ed intanto si occupò di mettere tutto in una busta mentre di tanto in tanto il suo sguardo andava su Jane per vederne la reazione. Non lo aveva detto, ma quello era il primo muffin che aveva aiutato a preparare. «Allora, tutto pronto. Il tutto è 8 galeoni. Ma..aspetta» Alzò lo sguardo velocemente verso Jane, poi l'indice per dirle di aspettare il suo ritorno. Di nuovo nel retro, questa volta per prendere una cosa ancor più bella. Aveva recuperato gli oggetti e li maneggiò con gran cura, attenta a non fare altri danni. Poi tornò ancor più felice da Jane, che poco prima aveva proprio nominato le tazze da collezione. «Hai chiesto prima delle tazze ma non ho avuto modo di risponderti. Sono tazze da collezione e si possono ricevere in base a determinati requisiti. Ad esempio, tu hai speso 8 Galeoni e dunque hai diritto ad una tazza. Ora, sta a te decidere quali tra queste due preferisci. Sono entrambe bellissime in realtà, quindi non posso proprio darti dei suggerimenti!»


Ogni confezione contiene 8 bustine.
1xGinevra= 2G
1xRe Artù= 2G
1xTempesta= 1G
1xOceano= 1G
1xForesta= 1G
1xFalò= 1G
Totale= 8G + 1 Muffin Neveroso, offerto dalla casa. :flower:

Poiché ai speso 8G, hai diritto ad una tazza della collezione. Le due alternative sono Tazza dell'amore e Tazza della Fertilità.
Intanto, aggiornato. :<31:


Edited by Héloïse - 20/11/2020, 13:27
 
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view post Posted on 8/12/2020, 16:23
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« Ah, vengono sempre tutti qui per le tazze. »

Una voce familiare la voce voltare, distogliendo la sua attenzione dalla ragazza che si stava per occupare del suo ordine: un sorriso illuminò il viso di Jane non appena ebbe la certezza che fosse proprio Mary ad aver parlato.

« Mary, ciao! Che bello vederti, non sapevo lavorassi qui. » non si aspettava di trovare la Grinfondoro da Madama Piediburro, ma in effetti durante il loro incontro al British Museum qualche mese prima a Londra non aveva fatto menzione del suo lavoro.
La osservò trascrivere con precisione il suo ordine e soddisfare in pochissimo tempo le sue richieste: lo sguardo della ragazza si illuminò quando Mary appoggiò un piattino con sopra un dolcetto

« Per me, davvero? Grazie! » Prese delicatamente il muffin in mano, osservando incuriosita il tripudio di panna rosa che lo ricopriva: aveva sentito molto parlare dei dolci di Madama Piediburro e della loro bontà ma fino a quel momento non aveva avuto occasione di assaggiarli.
Lo addentò, e immediatamente il sapore dolce del cioccolato invase le sue papille gustative mentre il cuore prese a battere un po’ più velocemente, facendola arrossire lievemente. « E’ così… buono! Facciamo così, all’ordine potresti aggiungermi quattro di questi meravigliosi muffin? »

Sembravano l’accompagnamento perfetto alla tazza di infuso e al libro che le avrebbero fatto compagnia una volta tornata a casa. Era pronta ad estrarre il portafoglio per pagare l’aggiunta, quando Mary sparì e tornò reggendo delle tazze tra le mani, svelandole il funzionamento delle tazze da collezione.

« Sono davvero bellissime, non posso non darti ragione! » le osservò per qualche istante, pensierosa, per poi indicarne quella scelta, quella verde e dorata, con ghirigori di fiore come decorazione, « Vada per quella, grazie. »

Posò sul bancone il denaro, pronta a pagare il conto.
« Ora che so come funziona la storia delle tazze, cercherò di passare più spesso. » sorrise a Mary, « E magari la prossima volta ci berremo un the insieme! Grazie per tutto, Mary! »


Scelgo la tazza della fertilità e aggiungo agli acquisti 4 Muffin Neverosa; lascio anche 2 Galeoni di mancia a Mary ♡
 
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view post Posted on 9/12/2020, 11:03
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MARY J. GRENGER

«Davvero ti piace?»
Non riuscì a nascondere la sorpresa nella sua voce. Se non avesse scoperto di essere una strega probabilmente sarebbe finita a fare la pasticcera dato che a medicina non sarebbe mai entrata, non aveva l’impegno e la dedizione di altri; pochi sono davvero bravi e capaci per intraprendere una carriera tanto dura quanto bellissima. Le piaceva cucinare, sporcarsi le mani di ingredienti, l’odore dei vari aromi. Teneva la sua mente occupata, un po’ come il Quidditch. Questo non significava che fosse brava, però. Da piccola aiutava sua zia Hannah con gli ingredienti, ma lei faceva poco e niente: sua zia pesava, indicava, comandava e lei non faceva altro che eseguire, obbediente e vogliosa di vedere i risultati. Ancora prima di sua zia, la sua mamma le aveva fatto aprire il suo primo uovo: lei, tutta eccitata, l’aveva stretto troppo forte nella sua mano finendo per romperlo. Quando raccontava quella breve storia non le veniva mai in mente le ore di pianto e i sensi di colpa; ricordava soltanto il profumo della crostata di mele. «Sì, te li metto in un sacchetto.» Il suo sguardo si alternava tra Jane e le tazze in attesa di una scelta. Fosse stata lei avrebbe avuto altrettanta difficoltà: erano entrambe bellissime, di materiale pregiato e con dei poteri sopraffini. Non lo aveva detto all’ex-corvonero, l’avrebbe scoperto al primo sorso. Sorrise quando quest’ultima fece la sua scelta. Con molta attenzione prese i muffin e li mise nel sacchetto, poi si occupò di incartare per bene la tazza ed il piattino per evitare che si rompessero. «Ecco a te.» Lasciò la busta sul tavolo e riportò lo sguardo sulla ragazza. «Nei weekend non lavoro sempre, quindi sono tutta tua!» Un occhiolino e la consapevolezza che il suo rapporto con Jane era già così definito – ma allo stesso tempo tenero e ancora fragile – da permetterle di essere sé stessa, in una certa misura. «Grazie mille, Jane.»


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x jane read

4xMuffin Neverosa: Muffin al cioccolato ricoperti da panna rosa e soffio di vaniglia, pronti per far battere il cuore.
1xTazza della Fertilità: Una tazza con piattino associato, tutto di porcellana; dai colori verde smeraldo e dorato, mostra ghirigori di fiori, rametti e boccioli come decorazione. Con il tè in infusione, attorno il piattino compariranno fiori profumati, di ogni genere.




Totale: 20F + 2G mancia= 3 G e 3F
 
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view post Posted on 24/12/2020, 14:03
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Tanto ha girato per negozi, Jolene, e tante borse e borsette e pacchettini ha raccolto intorno a sé che ha preso ad assomigliare ad uno degli elfi di Babbo Natale. Comincia ad accusare una certa stanchezza, ma ogni traccia di pesantezza scivola via dagli arti non appena arriva in vista di Madama Piediburro. Il locale è inconfondibile, con i suoi colori pastello che lo fanno assomigliare ad una gigantesca torta glassata. I passi di Jolene accelerano sensibilmente, mentre l'esercito di borse intensifica il suo borbottio cartaceo nello sbatacchiare di qua e di là. È un'avanzata piuttosto minacciosa, a dirla tutta, e se ne rende conto un povero Mago in procinto di uscire dal locale.
«Ehi! Non faccia chiudere le porta!» Al grido di Jolene, quello sussulta e per un unico istante sembra che se la voglia dare a gambe, mentre la donna, trafelata e con il volto mezzo nascosto in una sciarpa di lana, un po' cammina e un po' corre verso di lui. Alla fine l'uomo ci ripensa e all'ultimo secondo infila il piede tra la porta e lo stipite. «Grazie, grazie!» ansima Jolene, che entra senza rendersi conto dei colpetti più o meno gentili con cui le sue borse attaccano le gambe dell'altro.
Alla fine, l'uomo se ne va per la sua strada con una faccia visibilmente scontenta, mentre Jolene cerca di farsi strada fino al bancone. Lo sbalzo di temperatura tra l'aria dicembrina e la mitezza dell'interno la fa sentire ancora più accaldata dopo lo sprint, tanto che le guance le si accendono di rosa.
Si guarda rapidamente intorno, alla ricerca di volti conosciuti. Si aspetta di trovare Mary, ma per il momento non le sembra di vederla. Pensa allora che sia un peccato, perché la ragazza si è dimostrata una compagnia estremamente piacevole, durante il pranzo che hanno consumato insieme ai Tre manici. Jolene, alla fine, si è sentita felice di aver approfondito, seppure di poco, una conoscenza che in un primo momento l'aveva messa alla prova.
Si riscuote da simili pensieri nel momento in cui viene il suo turno di essere servita. Si presenta con un sorriso cortese. «Buonasera! Vorrei prendere una confezione di ogni tè di Excalibur, per piacere. E poi, vediamo... Tre muffin Neverosa. Tutto da portare via, grazie.» E dopo aver sciorinato il suo ordine, si prepara a pagare.

Buone feste, cari :flower: Perdonate il pessimo tempismo. Per questa volta mi ritengo già servita, così potete aggiornarmi con calma.
Ricapitolando, Jolene prende e porta a casa una confezione per ciascuno dei seguenti tè:
- Tè di Merlino
- Tè di Morgana
- Tè di Re Artù
- Tè di Ginevra
E tre Muffin Neverosa.

Grazie :fru:
 
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view post Posted on 28/12/2020, 22:47
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All the tea in the world is for you, my dear.3753a7cfd0db15ae0f57e103e63ce5fd«Ecco il suo tè, signora. E per lei, un cappuccino. Prego.» Riponi con cura i biscottini al centro del tavolo, tra le due tazze. Dai un’ultima occhiata alle due persone – lui ha probabilmente una quarantina di anni ed ha i capelli brizzolati, lei avrà metà della sua età, lo sguardo timido e impacciato e pensi sia sua figlia – per essere sicura che non vogliano altro. Sorridi, sai che devi farlo, è importante. Ti allontani dal tavolo e vai verso il retrobottega. La stanchezza che percepisci parte direttamente dalla punta dei piedi e ti arriva fin sopra i capelli, che distrattamente leghi in una coda alta. Ci sono delle ciocche indomabili che ti solleticano la fronte ma non puoi fare nulla a riguardo. Non dovresti lavorare oggi: hai accettato un turno in più perché hai bisogno di soldi, perché il Natale è alle porte e devi fare dei regali. Che poi, la parte davvero snervante è capire che tipo di regalo sia giusta per ogni persona. Vuoi essere quella che fa regali sentimentali o quella che compra gioielli? Senza rendertene conto sbuffi annoiata. Madama Piediburro è un inferno: non ti sei fermata neanche un attimo e, perché sei la commessa più anziana, devi tenere sempre gli occhi aperti nel caso qualcuno avesse bisogno di te. Esci dal retrobottega giusto in tempo per vedere un cliente allontanarsi e quando incroci il suo sguardo gli sorridi. Poi, perché sembra essersi formata una piccola fila, ti sbrighi a pulire il tavolo per dare ad altri la possibilità di accomodarsi. Sei sistematica nei movimenti, non ti accorgi neanche della velocità con cui tutto finisce sul tuo vassoio. Ti accorgi perfettamente del momento in cui senti la sua voce, però. La voce di Jolene. Consideri subito di essere impazzita, ovviamente. Non perché l’infermiera non possa frequentare Madama, ma semplicemente perché dopo aver lavorato così tanto temi di avere le allucinazioni. Alla fine, la noti davvero: è al bancone e porta con sé cosi tante buste da farti spontaneamente chiedere come faccia a reggersi in piedi. Senti il sorriso formarsi sul tuo viso e allo stesso tempo un leggero tepore raggiunge le tue guance. Al bancone c’è Ian e sai che farà un ottimo lavoro nel servirla, ma vuoi farlo tu. Dici a te stessa che è per educazione, in fondo vi conoscete ed è giusto che te ne occupi tu. Nel camminare verso di loro scuoti la testa sorridendo: stai diventando sempre più brava a mentire a te stessa. «Ian, puoi portare questo in cucina?» Lo affianchi e gli porgi il vassoio con le tazze da lavare. Il tuo sguardo, però, ha già raggiunto Jolene a cui sorridi più del dovuto. «Infermiera White.» Ti fa strano chiamarla così, ma non sei sicura di poterla chiamare per nome. Non davanti a Ian che, quando ti giri, vedi ancora lì imbambolato. «Grazie.» il tuo tono è definitivo e stranamente autoritario. È la prima volta che usi la tua anzianità per ottenere qualcosa e sarà, con molta probabilità, anche l’ultima. Ian accetta il vassoio e va via borbottando alcune cose a cui presti pochissima attenzione, vista la presenza della rossa di fronte a te. «Jolene.» Mantieni lo sguardo su di lei e nel sorriderle, percepisci la fossetta sulla tua guancia sinistra. Sai di avere le gote rosse ma potrebbe essere colpa della temperatura del locale, della stanchezza o di qualsiasi altra ragione che non sia l’imbarazzo. Il cuore ti sembra più leggero, la stanchezza d’improvviso sembra meno insistente e il rumore delle tazzine intorno a te passa velocemente in secondo piano: sei felice. Ed è per lei. «Mi occupo subito del tuo ordine.» Finalmente parli e lo fai quando noti che Jolene sembra stanca e che forse non dovresti trattenerla più del dovuto. «Nel frattempo che recupero tutto, tieni.» Prendi una forchettina ed un piattino e velocemente ci poggi sopra mezza fetta di torta – non puoi esagerare che altrimenti Madama lo nota. Sei così veloce, così poco attenta ai movimenti che fai da non accorgerti di aver messo sul piattino un po’ di torta dell’amore invece che una fetta di torta al cioccolato senza effetto. «Offre la casa.» non sai perché ma lo dici con una certa soddisfazione. Ti allontani e percorri metà bancone per iniziare a raccogliere le varianti di tè richieste. «Hai deciso di fare regali a tutto il castello?» la guardi un attimo, alzi il tono affinché ti senta e poi le ridai le spalle mentre collezioni tutto il necessario. Ritorni da lei e a testa bassa inizi ad impacchettare il tutto con estrema cura. Lo fai sempre, ma quando cacci la punta della lingua dalla bocca capisci che forse quella confezione vale di più delle altre. «Cosa farai a Natale? Torni a casa o resti?» le dai a parlare per guadagnare tempo sì, ma soprattutto perché tutto di Jolene ti incuriosisce. Hai finito. «Allora, sono 8 galeoni e 15 fal-ah!» la tua voce si interrompe quando realizzi che, con quella spesa, Jolene poteva ricevere altro. «Scusami.» ti porti una mano dietro la nuca e ridacchi imbarazzata. «Con questa spesa hai diritto ad una tazza dalla nostra collezione.» proprio stamattina hai aiutato Jonah e Ian a sistemare le tazze in bella vista appena dietro il bancone. Tu indichi le prime due, accompagnando il gesto con le parole. «Puoi scegliere tra due varianti. Quella è la tazza dell’amore: quando metti un infuso nella tazza, il vapore che produce formerà la scritta “ti amo” in varie lingue.» dire quelle parole – ti amo – mentre guardi Jolene negli occhi ti mette per un attimo a disagio. Ignori la sensazione e, nel distogliere lo sguardo, continui. «L’altra invece è la tazza della fertilità. Metti l’infuso e intorno alla tazza escono dei fiori profumati.» La seconda è quella che preferisci, ma non lo dici perché non vuoi influenzare Jolene nella scelta. «Dimmi tu quale preferisci. Posso anche farti un pacco regalo, se vuoi. E confermo, comunque: sono 8 galeoni e 15 falci.» osservi con attenzione l’altra, come fai sempre in realtà. Di Jolene non vuoi perderti nulla. E, infine, attendi.



41636cc87536f4dcc49976428e1a9021Perdonami, mi sono fatta trasportare. :fru:
Mary ti offre erroneamente una fettina di torta dell'amore, puoi accettarla o meno, ma ha degli effetti secondari quindi magari valuta. :secret:

Il totale: 8G e 15 Falci.
Puoi scegliere tra due tazze dalla collezione: tazza dell'amore o tazza della fertilità. Aggiorno.



Edited by Héloïse - 29/12/2020, 23:52
 
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view post Posted on 6/1/2021, 18:58
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Per prima, le arriva la voce di Mary; è prossima e inconfondibile, tanto da farle voltare la testa in un piccolo moto che si rivela superfluo, dal momento che subito dopo la ragazza accede al bancone per affiancare l'altro Mago, Ian. Il sorriso cortese di Jolene, allora, si allarga in qualcosa di più sentito – nessuno, guardandola, avrebbe dubbi sul fatto che conosce Mary. L'espressione della rossa tentenna leggermente quando si sente appellare in maniera tanto formale, ma riprende la sua naturalezza una volta che, rimaste da sole, ricostituiscono un'atmosfera più familiare.
«Ciao, Mary. Come sta andando?» Dà un'occhiata ai numerosi avventori che stanno dando vita ad un folto chiacchiericcio indistinto – nemmeno sembrano esserci tavoli liberi. Ma nonostante la calca la ragazza mantiene un comportamento impeccabile: Jolene ammira la sicurezza che legge nei suoi gesti, come se nessun angolo del Madama potesse nasconderle qualcosa. Ricorda la gentilezza che l'ha colpita la prima volta che è entrata nel locale durante il turno di Mary – impressione che viene confermata nuovamente, quando la ragazza le offre una fetta di torta nel mentre che aspetta il suo ordine di tè.
«Sei sempre gentilissima. Grazie!» Il dolce le è tanto più gradito in questo momento, quando è carica di bagagli e di una leggera stanchezza accentuata dal freddo che ha preso nel tragitto da Bibliomagic al locale.
«Hai deciso di fare regali a tutto il castello?»
Jolene sbuffa una piccola risata, mentre con la forchetta taglia un pezzo di dolce. «Sembro un elfo di Babbo Natale, vero? I miei dicono che prendo questa faccenda dei regali un po' troppo sul serio, ma secondo me sono loro ad essere tristi.» Prende un primo boccone della torta, e nel mentre guarda distrattamente la schiena di Mary, domandandosi se la studentessa sia o meno il tipo da apprezzare quelle festività tanto quanto lei. Forse è solo una sua impressione, ma pensa che le piaccia fare regali.
Jolene guarda la sua torta con le sopracciglia leggermente aggrottate: non sa di panna e fragole, anche se sono questi gli ingredienti chiaramente visibili, ma ha il sapore della migliore millefoglie che abbia mai assaggiato. La cosa le sembra così curiosa che è pronta a commentarla insieme a Mary, ma, quando alza gli occhi su quest'ultima e la vede intenta a preparare la confezione, qualcosa nella sua testa scatta e le fa dimenticare quello che stava per dire. D'un tratto trova profondamente intriganti le linee dolci che le tratteggiano il viso, un viso di forme piene e gentili, di una bellezza che non passa inosservata. Comincia a parlare di getto: «Vorrei restare qui con te e...» Ma ecco che, repentina com'era arrivata, quella strana spinta svanisce, lasciando Jolene a chiedersi cosa diamine le sia passato per la testa. Il suo stomaco sembra improvvisamente vuoto e pesante. «...e tutti gli altri, sai, la grande famiglia di Hogwarts. Ma penso che andrò via con i miei e alcuni parenti dell'Italia.» Serra le labbra e si schiarisce la gola, spostando il peso da un piede all'altro.
Successivamente, ascolta le parole di Mary senza comprenderle appieno, e distrattamente indica la tazza della fertilità. Si chiede che cosa possa esserle preso: sta impazzendo del tutto? Avrebbe dovuto aspettarselo, non se l'è cavata molto bene nell'ultimo anno, è chiaro che prima o poi sarebbe arrivata a quel punto. È il primo episodio di tanti che le faranno perdere il controllo, strappandole strane dichiarazioni imbarazzanti? O forse stanno davvero nascendo dei sentimenti per la Grifondoro? Perché quegli istanti hanno avuto il sapore sospettoso di una cotta.
All'improvviso, lo sguardo le cade sul piattino con la torta. «Mary? Che... Ehm, che torta è questa? Voglio dire, è ottima, voglio ricordarmelo per la prossima volta.» Cerca di sorridere: non vuole né fare insinuazioni né, tantomeno, ammettere di essere partita per la tangente in quel modo. Preferisce tenersela per sé, la pazzia o la cotta o quel che è.
«Non preoccuparti per il pacco regalo, mi diverto moltissimo a farli. Va bene se metti tutto in una busta, grazie.» Approfitta della ricerca dei soldi per nascondere almeno in parte il proprio viso, su cui persiste fin da quando è entrata un leggero rossore, che ora sembra più intenzionato che mai a rimanere. Alla fine, fa tintinnare i Galeoni dovuti sul bancone.

Jolene sceglie la tazza della fertilità, e cerca di non fare troppi danni con la torta dell'amore :look:
 
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view post Posted on 8/1/2021, 11:48
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All the tea in the world is for you, my dear.3753a7cfd0db15ae0f57e103e63ce5fd«Sembro un elfo di Babbo Natale, vero?» Prima che tu possa provare a fermarla, la tua bocca produce una risata asciutta, stranamente composta. Quando sei altrove puoi dar sfogo a tutto il tuo essere, qui invece ti trattieni e ti costringi ad essere più educata. Comunque, stai dando le spalle a Jolene raccogliendo tutto ciò che serve. Lei non può vederti, ovviamente, ma ciò che dice sui suoi genitori ti rende immediatamente malinconica. Non è tristezza, quella l’hai lasciata da tempo alle spalle, ma mancanza: durante quel periodo l’assenza dei tuoi genitori vale di più. Il Natale, ti ricordi, è la vostra festa. Era. «Beh, non vorrei dover dare ragione ai tuoi genitori...» Le dici, guardandola giusto per un secondo, ammiccando velocemente prima di darle nuovamente le spalle. «È una faticaccia, ma vedere le persone felici è terapeutico.» Ti chiedi se, tra tutte quelle buste ci sia qualcosa anche per te. Scuoti la testa subito perché se ti regalasse qualcosa la tua cotta aumenterebbe dell’ottantanove percento – un numero a caso, insomma.
Inizi ad impacchettare, allora. Sei concentrata, lingua fuori, mani precise e lente. Potresti usare la magia, lo sai bene, ma sei cresciuta in un’ambiente babbano e le cose manuali ti piacciono più di quanto tu sia disposta ad ammettere ad alta voce. Stai per tagliare un pezzo del fiocco quando la voce di Jolene ti raggiunge, colpendoti in pieno petto. «Vorrei restare qui con te e...» La guardi e non sai cosa dire. Cerchi ovviamente di non far trasparire la palese confusione che quelle parole ti crea. Sei interdetta, comunque. Negli occhi di Jolene non sai cosa leggere. Alla fine, prosegue la frase e il vuoto che senti allo stomaco è difficile da colmare. Scatti con la testa in giù per mascherare la delusione. È solo colpa tua, ovviamente. Non avresti mai dovuto pensare a qualcosa che non sia semplice educazione. «L’Italia. Bella come dicono?» Ti allontani nuovamente per recuperare la tazza che Jolene ha indicato e sei felice per la scelta che ha fatto. Ma il tuo sorriso si apre ancor di più quando l’infermiera commenta positivamente la torta. Hai dato una mano a farla, la torta al cioccolato, perché non avendo poteri magici non richiede un’esperienza maggiore. Il fatto che le sia piaciuta ti riempie nuovamente di gioia. «E’ una torta al cioccolato e pa-» le parole muoiono nella tua bocca quando per la prima volta rivolgi lo sguardo al piattino di fronte a te. La riconosci subito, ovviamente. La torta dell’amore è una delle più richiesta. L’orrore nei tuoi occhi si trasforma in presa di coscienza riguardo le parole precedenti dell’infermiera e hai la bocca impastata tutto d’un tratto. Sei mortificata, ma temi soprattutto che Jolene possa pensare tu lo abbia fatto di proposito. Non puoi mentire comunque, non ne saresti realisticamente capace. «E’ una torta dell’amore.» Le dici, raggiungendo i suoi occhi con un evidente rammarico che traspare da ogni angolo della tua figura. «Mi dispiace tantissimo, ho fatto in fretta e non l’ho notato.» Ti senti in colpa ma riesci a mantenere un tono cortese, ma adulto. Se c’è una cosa che hai imparato lavorando da Madama, è che i clienti perdonano i tuoi errori solo quando regali loro qualcosa. Allora, piuttosto che mortificarti ulteriormente, aggiungi due muffin in un secondo pacchetto e lo consegni a Jolene con entrambe le mani, come se la tua vita dipendesse da quello. «Ecco, offre la casa. Mi dispiace davvero tanto.» Merlino, che figura di me-ravigliosa ingenuità.



41636cc87536f4dcc49976428e1a9021Scusami, periodaccio.
Tazza della fertilità √
2xMuffin Neverosa offerti vergognosamente da Mary.

 
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view post Posted on 9/1/2021, 15:46
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La piccola sala da tè profumava di ricordi, quelli legati all'adolescenza di Lucien Cravenmoore che, come la maggior parte dei suoi coetanei, aveva speso ore a sorseggiare tè ed essere preso di mira da inopportuni puttini in compagnia di belle ragazze da conquistare o già conquistate.
Aveva sempre amato le più pregiate sfumature di tè ed infusi e questo aveva reso più sopportabili le ore spese in un ambiente confezionato su misura per altri tipi di clienti, non certo per lui. Non pensava che vi avrebbe fatto ritorno, non essendo il tipo di locali a lui più congeniali eppure il destino lo aveva fatto scontrare con diversi esponenti del proprio passato e la necessità si era fatta promotrice di un'obbligata capatina al Piediburro.
I vapori speziati che si disperdevano nell'aria erano inebrianti e promettevano dolci carezze ai sapori di zenzero e cannella. Trine e merletti si confondevano nelle tonalità pastellate che tinteggiavano un arredamento decisamente femminile e, appostate ai tavoli circolari, coppiette di ogni età consumavano la ricca offerta del menù tra sguardi sognanti e chiacchiere intime.
Lungi dal volersi intrattenere a lungo, Lucien Cravenmoore raggiunse il bancone con le mani incastrate negli stretti jeans babbani. La zazzera scomposta rilasciò qualche ciuffo sulla fronte ormai dimentica delle imperfezioni adolescenziali.
«Sembra di essere i protagonisti del sogno rosa di qualche ragazza innamorata.» affermò risoluto in direzione dell'inserviente di turno, con l'aria di chi aveva già vissuto un'esperienza simile. Surreale...ma bello.
«I cherubini volanti saranno i testimoni del finale rosa.» aggiunse, domandandosi se quell'atmosfera romantica (accentuata a San Valentino) non potesse condurre a fare indigestione e degli incubi, anziché dei sogni particolarmente riusciti. Salutò quindi l'inserviente e fece la propria ordinazione.

You can never get a cup of tea large enough or a book long enough to suit me
Lucien acquista:
- tè della tempesta
- tè di Re Artù
- Rubacchiotti
 
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view post Posted on 11/1/2021, 12:58
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mGFBuYW
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Madama Piediburro
Il rientro dalle vacanze era stato traumatico, non avrebbe saputo dirlo in altra maniera. La coppia di bauli che aveva trascinato con sé a colpi di bacchetta attendeva semplicemente sul letto a baldacchino, nel dormitorio comune del Castello di Hogwarts. Avrebbe dovuto sistemare tutto, dai nuovi capi d'abbigliamento che aveva ricevuto in doni natalizi fino ai blocchetti di pergamena, alle boccette d'inchiostro e alle brillanti piume da scrivere che aveva acquistato in prima persona. C'era poi la consapevolezza di prendere seri provvedimenti per il bacello di Pugnacio, non poteva più trattenersi in camerata sotto gli occhi dei suoi concasati più stretti. Soltanto quel mattino una liana sfuggente aveva tentato di strappare via il succo di zucca tra le mani del piccolo Timothy, lasciando sul palmo destro un segno violaceo più simile ad una crosticina di sangue rappreso che ad un banale ematoma. Aveva rassicurato l'altro Grifondoro con gentilezza, passandogli in fretta l'ultimo flacone di Cancella-Lividi che aveva con sé. Intimorito dal carico di impegni e di attività che aveva appena lasciato in sospeso, tuttavia, non aveva resistito e a passo spedito si era infilato tra un gruppetto di concasati in uscita dal ritratto, e da lì a breve aveva potuto così abbandonare i confini di Hogwarts. All'esterno l'aria era gelida, ne apprezzò i fiocchi di neve in caduta. Un manto candido intrecciava cristalli di ghiaccio e germogli superstiti di fiori d'inverno, e nei dintorni delle Serre d'Erbologia sembrava che qualcuno avesse costruito da poco una schiera di pupazzi di neve, soldatini a guardia delle migliori, pregiate piante della Professoressa Fiachran. Non poté che sorridere, bizzarramente attratto dai pupazzetti più di quanto volesse ammettere; al di fuori dai Cancelli di Hogwarts, scoccando all'arcigno Custode un'espressione più vicina ad una smorfia, finalmente si avviò lungo le stradine del Villaggio di Hogsmeade. Mancavano alcuni giorni per il viaggio in programma con i Grifondoro, ma anticiparsi - almeno in quello - non sarebbe stata una cattiva idea. La tappa principale, allora, sarebbe stata proprio il suo locale preferito in assoluto, in tutto il mondo magico: Madama Piediburro. Perfino a lunga distanza poteva sentire, come memoria intima, il profumo delicato di spezie in infusione, gli aromi dolcissimi di boccioli di rosa in tazzine di ceramica, e quelli più intensi del cioccolato, del caramello, delle creme. L'estasi dei sensi era lì, a pochi passi dal maniero scozzese. Ne approfittò per procedere lentamente, ora che finalmente si trovava da solo, e recuperò così un libro che aveva con sé nella tasca del cappotto. I crimini della pasticceria di Hillhouse di Primma C. Adems gli parve quanto mai una scelta... meravigliosamente calzante, a ben pensarci. Era uno dei volumi estivi che non aveva avuto modo di leggere, e doveva ammettere - in cuor suo lo sapeva fin dal primo momento - di aver acquistato quel romanzo semplicemente dietro consiglio indiretto dell'articolo di Jolene White, e della rubrica letteraria del Profeta. Come lui, era stato lo stesso per molti altri coetanei, ma pochi giorni prima aveva sentito Herbelia parlarne con tale partecipazione da incuriosirsene a sua volta. Alla gentile proposta di prestito da parte della concasata, aveva sorriso e risposto che, in effetti, ne avesse già una copia in baule. Forse non era stata l'idea migliore, perché Herbelia a quel punto l'aveva guardato con un misto di disprezzo e di confusione, a chiedersi come mai non l'avesse ancora iniziato. Quello che non sapeva, l'innocente Herbelia, riguardava l'istinto di Oliver di accumulare libri a più non posso, e anche quello era un cruccio che avrebbe dovuto risolvere in termini di spazio, in dormitorio. Ad ogni modo, il naso infilato alle prime pagine, si accorse di come il romanzo scorresse deliziosamente, in una narrativa che aveva in sé del sorprendente. Non era ai livelli di Notturni incantati di Macovei - era a pagina centosette di quello, e ne era affascinato -, ma comprendeva come mai fosse stato così apprezzato dal mondo magico. Quando si ritrovò alla porta di Piediburro, più per familiarità di percorso che per altro, sentì qualcuno bussargli sulla spalla.
«Ciao Oliver, devi- devi entrare?» Si volse allora di scatto, consapevole immediatamente di essere stato stregato dalla lettura - dov'era arrivato? Avrebbe dovuto segnare il punto nel libro. Chiuse il libro, e ticchettò sulla copertina. «Primma Adems.» Sottolineò il nome dell'autrice, a chiare lettere anche per il ragazzino di fronte. «Se vuoi conquistare Herbelia, amico mio, devi regalarle qualche suo libro.» Un occhiolino - l'aveva riconosciuto, era Julien del terzo anno, Corvonero -, e infine si premurò di spingere le porte, lasciando che lo studente entrasse prima di lui. L'atmosfera di Madama Piediburro, quando seguì a sua volta nel locale, gli parve più incantevole di una carezza, e lasciò che lì - proprio all'ingresso - vi danzasse attorno come Cherubino. Socchiuse gli occhi, il romanzo di Adems stretto al petto, e con l'espressione sognante, e qualche occhiaia di stanchezza degli ultimi giorni, Oliver trasse un sospiro di profondo, agognato sollievo. Poco dopo poté raggiungere il bancone, e sebbene stesse continuando a voltarsi indietro verso i tavolini, desideroso com'era di trattenersi lì a sua volta, comprendeva di non avere tempo sufficiente. Se avesse incontrato Mary, tra l'altro, sarebbe stato per lui come il coronamento di un vero e proprio idillio. Era rientrato quel giorno al Castello e non aveva visto ancora molti concasati, e lei... lei era stata tra i suoi pensieri per lungo, lungo andare - cosa che Penny Laurence, con il quale aveva trascorso il Natale, non aveva mai dimenticato di sottolineare, fino a punzecchiarlo. Comunque, gentile, avrebbe eventualmente chiesto come fossero andate le feste e se fosse pronta per l'avventura in programma nei prossimi giorni. A quel punto, avrebbe posto un foglietto sul bancone, in bella vista. La calligrafia elegante, che da sempre gli apparteneva, delineava una e più ordinazioni.
«Serviranno per sabato prossimo, prima delle sei di pomeriggio. Posso passare anche io a prenderli, non è un problema. Vorrei per favore che fossero ben sistemati in... non so, una scatola, un baule, un contenitore che possa mantenere tutto al caldo e al fresco, a seconda delle pietanze.» Lasciò due Galeoni di mancia, anche solo per tutto l'impegno che ne sarebbe conseguito. Se fosse stata Mary, sarebbe stata già informata al riguardo: qualora non fosse stata lei lì da Piediburro, non avrebbe impiegato troppo a spiegare tutto. Era molto semplice, e si premurò di pagare tutto in anticipo, lasciando il foglietto.
«Porto via con me ora un Milkshake del Ghiro, invece.» Sorrise, stranamente incantato. Una frase di Penny fece capolino tra i pensieri proprio in quel momento, e non poté fare a meno che abbassare lo sguardo. Forse, diceva l'amico, Piediburro gli piaceva anche per altri motivi.

Dal Conto di Casata Grifondoro
Cremotto Lancillotto (x10)
Cuore di Pizza (10)
Focaccia di Faccia (x10)
Petali di Cuore (x34)
+2 Galeoni mancia
Qualora vi sia una Tazza, a te la scelta circa quale (mettiamo poi in inventario per futuri risvolti)

Dal mio conto, un Milkshake del Ghiro, e tanti bacini.
 
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view post Posted on 11/1/2021, 20:46
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Ancora sovrappensiero per la stranezza appena capitatale, Jolene riesce a trovare qualcosa da dire a riguardo dell'Italia – «Ancora più bella, non le rendono giustizia.» –, anche se è chiaro fin dal suo tono che è intenta a rimuginare su qualcos'altro. Quel qualcosa le viene finalmente strappato, seppure indirettamente, nel momento in cui chiede della torta; e allora, vedere l'espressione di Mary tingersi di orrore porta Jolene ad imitarla di riflesso, insistendo su uno sguardo che rimane appannato dall'incomprensione solo per poco tempo. Torta dell'amore. Ricorda il nome per averlo letto qualche volta sul menù, ma aveva sempre ordinato altro – un effetto troppo imbarazzante per animare una conversazione, si era detta, e ora si ritrova, suo malgrado, ad averne sperimentato gli effetti.
Inizialmente, l'imbarazzo di Jolene è così palpabile da diventare penoso. «Non hai di che scusarti» dice senza sapere bene come comportarsi. È un errore che può capitare, di questo è convinta; nemmeno per un istante dubita della sincerità dell'altra perché, se anche non la conoscesse nemmeno un po', la sua espressione sincera sarebbe comunque una garanzia sufficiente.
Ripensa, allora, alla lunga conversazione che hanno avuto in estate, che poi è stata la migliore occasione che abbia avuto fino ad ora per conoscere Mary. Secondo te perché la gente usa i filtri d'amore? le ha chiesto la ragazza, e Jolene non ha fatto mistero del suo giudizio poco favorevole sulla faccenda. La sorte si rivela incredibilmente ironica, sembra burlarsi di loro con una precisione sorprendente. Jolene, che non sa bene come rassicurare Mary per frenare i suoi sensi di colpa, a quel punto si scopre più leggera di quanto credesse possibile, così leggera che un solletico al petto sfocia presto in una vera e propria risata. In essa non trovano posto né affettazione né malizia, solo una consapevolezza degli strani scherzi del caso. Lungi dal ridere di Mary, Jolene vorrebbe invitarla ad unirsi alla sua ilarità, a prendere tutto alla leggera, perché in fondo è stato solo un piccolo incidente che non ha fatto male a nessuno. «È tutto così buffo. Cose come questa devono capitare di continuo, anche con tutti i clienti che la ordineranno.» Ridacchia ancora, immaginandosi la serie di strani scenari a cui la ragazza deve assistere continuamente.
«Mary, davvero, non serve...» Cerca di rifiutare l'omaggio, il volto che ora si è rischiarato. Ma la ragazza le sta già porgendo l'involto, e sembra che per lei sia importante cercare di rimettere le cose a posto in quel modo. Jolene vorrebbe incontrare il suo sguardo, rassicurarla con il proprio.
«Grazie» è ciò che dice dopo una breve pausa, allungando le braccia per prendere il pacchetto. L'operazione si svolge tra il fruscio contrariato delle altre buste, ma Jolene non ci fa caso. Non è semplice trovare le parole giuste per ristabilire l'equilibrio, qualsiasi commento o scherzo potrebbe risultare di troppo, solo un'espressione di cattivo gusto. Ma allo stesso tempo Mary non si merita nemmeno l'imbarazzo, o i pensieri spiacevoli, lei che dispone di una sensibilità e di una dolcezza che Jolene ha intuito, anche se non può dire di conoscerle appieno. La rossa affida alla propria espressione gran parte di quello che c'è da comunicare, così come al tono di voce, che è caldo quando riprende: «Ci vediamo presto, Mary. Spero che passerai delle feste meravigliose». Ciò detto, è pronta per uscire.

E Jolene esce di scena con una nuova torta preferita, grazie di tutto :fru:
 
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view post Posted on 13/1/2021, 18:56
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It's pink enough foru you, sir?3753a7cfd0db15ae0f57e103e63ce5fdDifendeva sempre con forza il suo luogo di lavoro. Madama Piediburro era spesso vittima di scherno per il suo colore rosa confetto, il suo candore, il suo essere principalmente un ritrovo per innamorati. Ma era anche ben altro, Mary lo sapeva bene. Era un luogo di incontro piacevole, un luogo di studio attentamente progettato, ed era un bar accessibile a tutti. Quel giorno, come quello prima e probabilmente anche il successivo, Mary si ritrovò indaffarata come non mai: nel periodo delle feste – anche dopo in verità, in previsione di San Valentino – il locale era stracolmo di gente provocando un vociferare continuo, come un ronzio, che due volte su tre provocava alla grifondoro un fastidioso mal di testa. Lei comunque, abile strega ed un tempo aiutante in infermeria, vi poneva rimedio velocemente. «O il sogno rosa di qualche ragazzo innamorato.» Rispose subito, raggiungendo il bancone. Aveva riconosciuto la voce del guardiacaccia e aveva accelerato il passo per spingersi fin da lui. «Lucien, che piacere vederti.» Un sorriso, un attimo di attesa in ascolto dell’ordinazione. Poi un cenno della testa prima di andare via per recuperare il tutto. «Il tè di Re Artù è uno dei miei preferiti, ti piacerà.» Ripose tutto sul bancone, controllando che non avesse mancato nulla. Poi, con attenzione, chiuse il tutto in una confezione verde acqua con un fiocco nero. Aveva intuito, insomma, che a Lucien il rosa non andava proprio giù. «Sono 4 galeoni e 3 falci, grazie.» Prima di accettare il denaro e congedare l’uomo, gli fece cenno di attendere mentre recuperava la tazza da collezione che, con quella spesa, aveva vinto.



Tot: 4G e 3F + una tazza dell’amore da collezionare.
Non hai specificato il periodo nel tuo post, quindi ho dedotto che i nostri PG già si conoscessero. :flower:
Aggiornato.


the scent of lemon is so intense0da5473a1651a54f03dc5c7821231232Appena metti piede da Madama Piediburro il freddo abbandona le tue ossa e il sospiro che tiri si confonde con il tuo sorriso. Il locale un po’ ti era mancato nonostante andare avanti e indietro per i tavoli non fosse il tuo passatempo preferito. Ma, come se non ti fossi mai fermata, sei già operativa prima di rendertene conto. Hai un sorriso stampato sul volto come se fare la cameriera fosse la tua aspirazione più grande e ti occupi di servire i tavoli con gentilezza e rapidità. Però, hai la testa altrove. A breve tu e i tuoi concasati andrete in viaggio e, sebbene non veda l’ora, sei leggermente preoccupata all’idea di dover passare il weekend – di dover passare la notte – in compagnia di Oliver. Ti chiedi, allora, se sia necessario metterti in una situazione tanto complicata. Potresti semplicemente rinunciare al viaggio. No. Quel pensiero non ti sfiora per nulla ed anzi, aspetti un momento di relax con i tuoi amici da così tanto tempo che non sei più nella pelle. Quando l’odore di limone raggiunge le tue narici, lo ignori. Sei praticamente in una pasticceria, il limone è l’ingrediente principale. Noti solo dopo l’arrivo di Oliver ma non colleghi le due cose. Perché dovresti? «Oliver.» Sembra tu abbia un tono di voce differente quando pronunci il suo nome. Sei immediatamente più felice e traspare dalla tua voce, così dal mondo in cui si rilassano i tuoi muscoli. Ultimamente in sua presenza sei sempre stata terribilmente tesa, ma vuoi disperatamente tornare a quando eravate amici e vi godevate la presenza dell’altro senza paure o preoccupazioni. «Lo sai che non vedo l’ora.» Rispondi velocemente e i tuoi occhi quasi si illuminano. «Sto preparando le ultime cose per il viaggio, ma ti posso assicurare che nel nostro dormitorio sono tutte molto cariche.» Sapevi sarebbe venuto ma presa da così tanto lavoro ti sei distratta. Recuperi il foglio che ti lascia e, con la testa abbassata, sorridi nel vedere la sua calligrafia così perfetta, senza sbavature. Ti chiedi se anche Leah sia così perfetta. Ti chiedi se tu, la tua calligrafia delle volte troppo confusa, possa stare bene di fianco alla sua. «Ti preparo subito il milk-shake.» Gli sorridi ancora una volta e ti allontani con la testa piena di pensieri. Un attimo sei felice di vederlo, un attimo dopo sei co presa da lui – e sai di non poterlo avere – e ti rattristi senza motivo. Odi l’adolescenza, odi la tua età e odi gli ormoni. Ma sorridi, lo fai sempre perché è l’unica cosa che puoi donargli. «10 falci per il milk-shake. Per le pizze, ti dico subito.» Solo quando vedi Oliver allontanarsi dal locale tiri un sospiro di sollievo. Non senti più l’odore del limone.



Tot casata: Cremotto Lancillotto: 3G e 9F
Cuore di Pizza: 10G
Focaccia di Faccia: 3G e 9F
Petali di Cuore: 2G
+ 2G mancia= 19G e 1F + Tazza della Fertilità.
Tot Oliver: 10F
Aggiornato.
 
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view post Posted on 14/2/2021, 14:54
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Una lezione Lucien l'aveva imparata: mai portarsi il lavoro in casa.
Il caso volle che quella mattina il Guardiacaccia avesse portato nella piccola capanna l'ampolla di vetro nella quale dimoravano le tre fate, al fine di pulirne l'habitat senza rischiare che si allontanassero e soprattutto per non gelarsi i boccini nell'eorica impresa, visto il freddo che serpeggiava in quei giorni di febbraio. Mai scelta fu più sbagliata poiché le piccole fate iniziarono a litigare tirandosi capelli e vestiti; il motivo della contesa parve essere proprio il mago, viste le occjiatine languide che gli lanciavano, e se la festività del giorno avesse messo lo zampino nella questione non gli era dato saperlo visto che non capiva una sola parola di quello che dicevano. Tra uno sfarfallio di ali e l'altro, le contendenti mignon (specie considerando la statura del Guardiacaccia) finirono per planare per tutto il perimetro della dimora mentre Lucien divertito aspettava il momento giusto per intervenire, godendosi divertito lo spettacolo, non fosse che ad un certo punto una delle tre urtò la tazza a forma di folletto regalo del Natale appena trascorso. Facendo leva su tutto il self-control di cui disponeva, Lucien non diede in escandescenza ma il problema rimase anche quando ebbe calmato le fatine, sistemato l'habitat - la cui temperatura interna non faceva patire loro il gelo esterno - e riposta l'ampolla al proprio posto. Lucien era quel genere di persona che odiava arrivare in ritardo agli appuntamenti, cosa che di fatto non accadeva mai, e non tardava ad adempiere alle proprie mansioni, anche quelle più mattiniere, MA faticava a svegliarsi la mattina. Come un ghiro avrebbe potuto dormire ad oltranza senza le dovute accortezze, collaudate in anni ed anni di doverosi tentativi. E bere il tè nella tazza rientrava queste e, sebbene in altre circostanze la magia sarebbe accorsa in suo aiuto, alla fine decise che non l'avrebbe riparata ma avrebbe colto l'occasione per acquistarne una nuova sfruttando il buono in suo possesso.
Fu per questa ragione che organizzò il proprio lavoro in modo da avere un po' di tempo per recarsi da Madama Piediburro. Hogsmeade non distava molto dalla sua dimora ed approfittò del percorso che lo separava dalla sua meta per occuparsi di alcune questioni inerenti al suo impiego durante il percorso che lo condusse nella piccola sala da tè.
Se già di norma aveva un'estetica stucchevole per i suoi gusti, per San Valentino pareva che chi vi lavorava avesse dato il meglio di sé in quanto a decorazioni smielate e romanticherie varie ed eventuali. Più di un brivido ghiacciato gli percorse la spina dorsale quando si immise al suo interno, sentendosi si troppo in mezzo alla stuola di coppiette che mischiavano effluvi e smancerie. Puà.
Prese a zigzagare tra i tavoli senza urtare nessun innamorato (corrisposto o meno), cosa non facile vista la sua stazza, quando finalmente raggiunse boccheggiando il bancone. Vide la luce alla fine del tunnel, sconcertato dal suo stesso cinismo, raggiunta la terra neutra lontana da puttini terroristi pericolosi e lingue di troppo.
Notò un volto familiare che collegò istantaneamente al ballo delle fate e che accolse con un sorriso tronfio nel farsi ricevere solo come un cane.
«Per tutte le Puffole bruciate, Mary Grenger!» le mani sfregiate dal lavoro manuale a stretto contatto con la natura artigliarono un lato del bancone e lì rimasero appese. «In versione acqua e sapone sei ancora più carina che al ballo. È stato un peccato che siamo stati interrotti sul finale, ma spero che la serata per te sia continuata nel migliore dei modi.» Un'espressione eloquente si dipinse sui tratti francesi. Ricordava ancora vagamente le emozioni che da adolescente avevano accompagnato tutti i ballo dei Castello ai quali aveva preso parte anni addietro.
«Dunque, posso chiederti gentilmente un Cuore di Pizza con con patatine e bacon, uno shot di Liquore Afrodisiaco ed una Coppa Madreperla da portare via? Ah e, se non vado errato, credo di poterti chiedere anche una Tazza dell'Amore, vero? Siamo giusto in tema...» aggiunse rifilando un'occhiata corrucciata grazie alla quale scandagliò le coppie presenti a testimonianza di quanto San Valentino fosse una festa tanto sentita da maghi e streghe che non portavano il suo nome.
Voleva la tazza, poco importava se grazie ad essa le sue mattine sarebbero principate con la scritta "ti amo" in tutte le lingue.

25 anni ● mezzosangue ● guardiacaccia ● francese
Ricapitolando dovrebbero essere 3 Galeoni per il Cuore di Pizza, uno shot di Liquore Afrodisiaco ed una Coppa Madreperla + la tazza in omaggio e la scatola di cioccolatini per partecipare alle Prove dell'Amore
 
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view post Posted on 14/2/2021, 16:55
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Ha tante forme l’amore. Per celebrarlo non vi è necessariamente bisogno di un partner, perché l’amore si può trovare tra due amici, tra due parenti, tra due sconosciuti… Ma soprattutto, l’amore, si può trovare anche dentro se stessi. Certo, non avevo mai creduto a quelle banalità come “se non stai bene con te stesso, non puoi stare con qualcuno”. Se così fosse, la metà delle coppiette che conoscevo avrebbero dovuto separarsi al momento del proprio incontro. No. Non serve stare bene con se stessi per stare bene con qualcuno, proprio perché nell’amore e nell’amare sono le difficoltà ed i problemi a darci quel senso di rifugio e totale comprensione che possiamo trovare solo nell’altro. Indipendentemente dal ruolo o l’etichetta che ricopre la persona in questione. Tuttavia, sapevo che per ‘stare bene con se stessi’ si intendesse una verità ben più profonda. Stare bene con se stessi è importante, ma lo è a prescindere dal fatto che questo possa avvicinarci o meno a qualcun altro. Difatti, l’amore per se stessi è anch’esso una forma di amore. Forse per questo sarebbe meglio trasformare quella famosa frase in una che suoni più come “Come puoi amare qualcun altro, se non ami te stesso?”. Ecco, così poteva andare. Andava meglio. Decisamente. Per questo, nonostante quello fosse un giorno generalmente dedicato alle coppie, decisi che avrei fatto un atto d’amore estremo nel prendermi un momento per me stesso e dedicarmi delle coccole che, chissà, un giorno avrebbero sfiorato anche altre persone. Semmai il colloquio per cui ero stato chiamato fosse andato a buon fine, mi sarei ritrovato non solo ad avere a che fare con delle importanti decisioni, come ad esempio come decorare il mio ufficio, ma mi sarei ritrovato ad accogliere e guidare degli studenti nel loro percorso di vita. E quale modo migliore di farli sentire i benvenuti - nel mio futuro e fantastico ufficio - se non offrendo loro delle fumanti tazze di tè? Comprare diverse varietà sarebbe stato interessante: mi avrebbe dato la possibilità di soppesare le scelte e i gusti dei giovani pargoli che si sarebbero presentati un giorno innanzi ai miei occhi, fornendo dettagli fondamentali per una corretta analisi, diagnosi e trattamento di tutte quelle passionali pippe mentali che affliggono da sempre l’animo degli adolescenti. In fondo, i gusti son gusti ma possono darci indicazioni sulla personalità o l’umore di una persona in un dato momento. Chi avesse scelto un tè speziato avrebbe dato l’idea di una persona avventurosa e curiosa a cui piace apprendere anche qualcosa fuori dagli schemi, chi avesse scelto un tè dal sapore più fruttato avrebbe dato l’idea di una persona a cui piace avvertire la freschezza delle emozioni in un luogo più riparato e ben conosciuto e via discorrendo… Approvato. Nel pensare e visualizzare quella che sarebbe stata la mia tana ad Hogwarts - probabilmente con molti orpelli e drappeggi - mi ritrovai sulla soglia di Madama Piediburro, locale che nel giorno di San Valentino, riusciva ad essere ancor più romantico e smielato del normale. Non mi dispiaceva. Amavo tutti quei fronzoli, tra dolciumi, tè e carinerie varie. All’interno poi, era stato tutto organizzato e disposto perché avesse un senso. Un senso che appariva chiaro come fosse stato scritto a caratteri cubitali: Esaltare l’Amore.

Mi avvicinai al bancone, notando una giovane ragazza dai tratti dolci e delicati che ben si sposava con l’energia del posto. Non saprei dire se fosse per lei o per il locale, ma avvertii una strana ma piacevolissima sensazione di positività che non mi fece trasalire nemmeno per un attimo nell’esporre il perché mi trovassi lì.


“Salve signorina, mi permetto di dirle che emana una bellissima energia!”

Le sorrisi senza pormi alcun dubbio rispetto quanto detto. Parlavo spesso di energie e le avvertivo sempre intorno a me. Lo diceva perfino la scienza babbana che gli esseri umani sono avvolti da un campo elettromagnetico.

I miei occhi rimbalzarono tra le varietà di tè disponibili ed esposti.


“Ecco… vorrei comprare ciascuno dei tè presenti nella collezione tè dei cavalieri ed anche la confezione con i tè di Excalibur. Mi è parso di capire ci sia anche una tazza dell’amore in omaggio, giusto?”





Allora, secondo i miei calcoli dovrei essere arrivato a 3 Galeoni e 7 Falci, qualora avessi sbagliato ritieniti libera di aggiungere le bustine di tè necessarie per raggiungere i 3 Galeoni ahah. Spero sia giusto anche per la tazza e per ricevere la scatola per la prova!
 
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view post Posted on 14/2/2021, 18:10
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It's sweet enough for you, sir?168069a76b872a0831c799273272e7c3Prima ancora che il suo turno iniziasse, i suoi capelli erano già pieni di confetti colorati, coriandoli e quanto più i Cupidi ai lati del locale avessero deciso di gettare a loro piacimento. San Valentino alla fine non era solo un contesto romantico dove scambiarsi gesta ed effusioni sentimentali, ma anche un’occasione divertente dove poter giocare in armonia, in un certo senso. Di certo era l’interpretazione che gli avevano dato i due bambini che inseguivano un Cupido e al tempo stesso venivano inseguiti da un altro. La loro frenesia impediva delle volte a Mary di raggiungere un tavolo, di prendere un’ordinazione con la velocità che spesso la caratterizzava, ma poco male: quell’atmosfera così allegra, così viva la rallegrava. Eventualmente fu spostata al bancone, il che non rendeva la sua vita più facile vista l’ingente mole di persone che varcavano la soglia in continuazione. Portò una mano nei capelli spingendoli via dal viso e allo stesso tempo cercando di raccogliere quanti più confetti possibili. Quando fu nominata non riconobbe subito la voce di Lucien, sicché si erano visti solo una volta, e dopo aver bevuto due calici di vino, ma vedendolo districarsi tra la folla per raggiungerla, gli sorrise spontaneamente. «Lucien!» La sua voce uscì dolce e felice e il suo viso le si illuminò: non perché provasse necessariamente qualcosa per l’uomo, tuttalpiù perché vedere un viso familiare la riempiva di gioia. Il complimento arrivò inaspettato e, nonostante Mary fosse quasi oggettivamente una ragazza molto bella, e i suoi modi di fare alla mano la rendevano ancora più attraente, lo accettò abbassando per un attimo la testa, le orecchie nascoste dai capelli diventarono leggermente rosse. Alzata nuovamente la testa ristabilì il contatto visivo con l’uomo, e sentendosi in quel ambiente sicura di sé rispose ricambiando. «Ti ringrazio. Tu invece non hai nulla da invidiare all’uomo al ballo.» Portò entrambe le mani sul bancone, congiungendole. La sua testa andò nuovamente alla festa, alla vittoria della coppa e oh sì se si è era divertita. «L’aver vinto la coppa ha di certo aiutato, ma magari un giorno potremmo ritrovarci a ballare nuovamente.» Le parole le uscirono così spontanee che neanche per un attimo ritenne che potesse essere inopportuno. Ascoltò a quel punto l’ordinazione, chiedendo all’uomo di attendere per poi recuperare tutto l’occorrente. Grazie alla magia le pizze al Madama erano sempre calde, il che aiutava molto visto la quantità di persone da servire. «Allora, sono tre galeoni e questa tazza per te.» Aveva chiuso con attenzione l’oggetto in una confezione a prova di rottura, perché quelle tazze erano troppo belle per finire sfracellate al suolo. «Ho un’altra cosa per te.» Gli sorrise, per poi fare un cenno in direzione della pergamena esposta sul bancone. Recuperò una piccola scatolina, quella dei cioccolatini fondenti, che per una pura supposizione personale ritenne potessero piacere al guardiacaccia. «Questo è un regalo da parte di Madama. Buon San Valentino, Lucien.»

***

La frenesia era tanta, comunque. Conclusa un’ordinazione, le si presentava un’altra e poi un’altra ed ancora una. Ma lei e gli altri camerieri sapevano bene cosa significasse lavorare al Piediburro a San Valentino e ciò nonostante avevano accettato il lavoro perché tutti apprezzavano quell’atmosfera, quel calore che forse solo quel posto poteva loro dare. E infatti, tutti i camerieri presentavano sempre un caloroso sorriso, un’accoglienza quasi singolare per ogni commensale, un’inguaribile voglia di fare ed essere a disposizione. E Mary, come tutti, era al servizio delle persone mostrando loro sempre e solo il suo lato migliore. Con entrambe le mani spostò i capelli dietro le orecchie e si passò il palmo della mano sul collo bagnato dal sudore. Sfregò le mani sul suo grembiule rosso, per poi sistemarlo con cura. Una voce, l’ennesima, attirò la sua attenzione. Era una consuetudine per la grifondoro quella di ricevere complimenti, spesso fin troppo molesti per essere accettati con grazia. Le parole dell’uomo furono però accettate di buon grande, poiché mai qualcuno aveva complimentato la sua energia – non era sicura di sapere cosa significasse – e di farlo con una voce così dolce e per nulla invadente. «La ringrazio molto signore. E lei indossa un maglione che è davvero molto bello, mi permetta di dirle.» Ricambiò non perché si sentì obbligata, ma perché già solo la figura dell’uomo attirò la sua attenzione. Provò come se il suo sesto senso – o il senso da Divinatrice – le si fosse d’improvviso attivato, ma non capì subito e lasciò perdere. «Perfetto, le porto tutto in un secondo.» Diede le spalle all’uomo per recuperare il tutto, cercando nella selezione di tè Excalibur quello che pensasse potesse meglio adattarsi al nuovo cliente. «Nella sezione dei tè di Excalibur le consiglio quello di Ginevra, è molto dolce e penso le possa piacere.» Ricevuto l’ok, confezionò i prodotti con cura, con l’intenzione primaria di mantenere intatta l’essenza dei vari tè. A quello aggiunse la tazza, come ben sottolineato dall’uomo. «Sono 3 galeoni e 7 falci. Se attende un attimo le prendo il regalo di Madama.» Con un cenno si allontanò tornando poi con una piccola scatola di cioccolatini al latte. «Ecco a lei, grazie mille e buon San Valentino.»



Lucien: 3 galeoni + Tazza dell'Amore + scatola di cioccolatini.
Francis: 3 galeoni e 7 falci + Tazza dell'amore + scatola di cioccolatini.
Grazie e buon San Valentino cari. :fru:
 
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184 replies since 11/7/2007, 15:47   3910 views
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