L
o sconosciuto dalla chioma dorata era decisamente molto buffo.
Totalmente a caso, accennò un piccolo inchino verso Haru a mo’ di scuse per averla corretta. Un po’ confusa
(a dirla tutta, la streghetta gli era molto grata per aver precisato il numero esatto di riprese a cui era stato sottoposto; amava esprimersi in maniera accurata), ma intenzionata a non farlo sentire a disagio neppure per un istante, Haru gli rispose prontamente con una graziosa riverenza speculare alla sua. A undici primavere, il
mirroring era una di quelle cose che le venivano ancora con grande naturalezza. Dopotutto, ci teneva a far sentire il suo interlocutore sempre ben accolto e libero di esprimersi ai propri termini. Se il suo strampalato nuovo amico aveva inventato un nuovo rituale sociale limitato alla loro particolare dinamica, perché non seguirlo a ruota e
matchare il suo entusiasmo contagioso?
La peculiare dissonanza fra l’aspetto fisico innegabilmente da
prince charmant dell’altro ed ogni singolo strambo pensiero partorito dalla sua mente (che si tramutava invariabilmente in ogni singola stramba parola che usciva dalla sua bocca) era qualcosa di spettacolare. Haru si ripromise di chiedergli chi gli avesse scaricato così tanti colpi in testa.
Lo avrebbe difeso lei, d’ora in poi. Ma questo non gliel’avrebbe detto. Il suo nuovo amico non sembrava il tipo da accettare aiuto facilmente. Quindi, Haru lo avrebbe protetto come una brava vigilante: immersa
nelle ombre, a sua completa insaputa e
rigorosamente senza il suo consenso.
Il commento sbarazzino del ragazzo sulla sua sincerità rischiò di immalinconirla un pochino, ma non lo diede a vedere. Sapeva bene che quel tratto della sua personalità non era affatto apprezzata dai più. Anzi, aveva anni e anni di prove a favore del contrario. Quello che il giovane-divo-hollywoodiano-ormai-pugile-pensionato-bisognoso-della-protezione-di-Haru non poteva sapere era che Haru si stava mostrando a lui con una trasparenza effervescente che, per anni, la ragazzina aveva tenuto sepolta sotto strati e strati di costruita rispettabilità. Per qualche strano, inspiegabile motivo, la personalità caotica e vulcanica di lui l’aveva indirettamente sfidata a scoprirsi, ed Haru si era ritrovata senza maschere quasi senza rendersene conto fino a che non era stato troppo tardi –solo a maschera già sfilata via.
Il tentativo di celare il suo entusiasmo al solenne
«Quando diventi più grandicella, ti insegno il Bombarda e andiamo a demolire tutte le PMI che vediamo, promesso» fallì miseramente. L’ex Tasso le stava già promettendo altre grandiose, esplosive avventure per il futuro.
Al
«Le vetrine sono belle perché puoi smettere di guardarle una volta che sei entrato in negozio» dell’altro, poi, Haru lo guardò con gli occhi scintillanti di gioia e, con l’aria di chi ne ha viste tante ma non vede l’ora di vederne molte altre ancora, aggiunse
«E perché, quando le sfondi a mattonate in giornate assolate, vanno in mille frantumi iridescenti». Gli trotterellò dietro fiduciosa come una paperella. Insieme, entrarono a BiblioMagic.
Gli insulti che l’amico riservò ad Allock non la sorpresero più di tanto. Anzi, le parvero molto calzanti.
Nomen omen, suvvia.
«Ma che è, Stephen King del mondo magico?», gli chiese in un mormorio di puro sgomento.
«Nemmeno in questa dimensione siamo liberi dal carico gravoso della sua pseudoletteratura?». Non vedeva l’ora di leggerlo per il solo gusto di annientarlo senza pietà nella corrispondenza che –decise– lei e il biondino avrebbero intrattenuto di lì in avanti.
Alla proposta del ragazzo di acquistare altri tomi per lei, Haru si riaggiustò un po’ le bretelle dello zaino, già carico del peso del primo regalo ricevuto. Arrossì a puntino e provò ad abbozzare a mezza voce qualche rimostranza imbarazzata all’idea che il suo sconosciuto amico pagasse per lei. Rimostranze che furono tutte bellamente ignorate dal ragazzo, il quale la bypassò con una
nonchalance coi controfiocchi, non appena Haru commise l’errore di indugiare per un istante di troppo sul poderoso volume contenente i
Sonetti di uno stregone con occhi curiosi.
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Camillo acquista:
– Sonetti di uno stregone {Per Haru}
Grazieee
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