Zonko

Hosmeade serbava sempre un fascino tutto particolare. Ogni volta che ci metteva piede non poteva fare a meno di notare la sottile bellezza di quel piccolo villaggio fatto di nulla: poche case, pochi negozi, poche vie. Eppure la Storia che vi si respirava, e la Magia che la permeava, e quell'ordinato disordine che la costituiva, erano ormai fissi nella sua anima, imprescindibili.
Zonko non era lontano. Tutto era vicino, sottomano, ad Hogsmeade. Quella era una delle ultime tappe cui le sue commissioni l'avevano portata.
Sorrise pensando all'imminente festa che avrebbe suggellato lo straordinario successo di Tassorosso per quell'anno.
Con suo grande compiacimento, il sorriso rimase fino al momento di rivolgere la parola al commesso.
- Buongiorno. Vorrei una Tazzina da tè mordinaso, un Cappello decapitante, del Sapone di uova e un sacchetto di Polvere ruttosa, per favore -

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Il denaro va scalato dal Conto della Casata Tassorosso, non dal mio

A servirla era una ragazza che non le sarebbe sembrato strano di aver visto saltuariamente per i corridoi del Castello. Un'altra giovane studentessa volenterosa intenta ad arrotondare la paghetta, dunque. Per qualche strana ragione, il pensiero le piaceva. Sicuramente era un esempio da seguire.
Prese dal borsellino il denaro e lo porse alla ragazza. Una somma di tutto rispetto, in fin dei conti.
- Grazie di tutto -
Sorrise un'ultima volta prendendo i suoi acquisti e le strane preziose Gelatine. Non ne aveva ancora mai viste, ma giravano strane voci ad Hogwarts. Avrebbe pensato dopo a cosa farne.
Si voltò e disparve nelle strade del villaggio.

Un ragazzetto nervoso comparve dietro il bancone, mingherlino, asciutto, ma dotato di uno sguardo guizzante e vigile come ce ne potevano essere pochi in giro.
Ascoltò il giovane cliente con attenzione, le lentiggini che gli infuocavano il viso ad ogni sprazzo di sole che lo colpiva dalla finestra, gli occhi intelligenti, la fronte concentrata.
Aveva capito.
Con fare spedito, come se vi fosse abituato da sempre, reperì fulmineamente per il negozio tutto il necessario.
Solo dopo aver posato la merce sul ripiano lucido accanto alla cassa, si lasciò andare ad un sorriso che celava in sè un sottostrato di furbizia.
- Ecco a lei, signore. Fanno 9 Falci -