| Per tutta la mattinata la pioggia aveva picchiettato sui vetri dei Tiri Vispi, producendo un suono leggero ma costante, capace di cullare i pensieri di Eloise, che più e più volte aveva rischiato di addormentarsi sul bancone. Quella mattina aveva avuto la geniale idea di uscire senza ombrello e, quando era entrata nel negozio, poche ore prima, aveva dovuto usare un Tergeo per asciugarsi. Aveva dovuto seguire un paio di giovani studenti di Hogwarts che le avevano richiesto le Merendine Marinare, l’articolo di gran lunga più gettonato dopo gli Anelli dei Gemelli. Personalmente non le aveva mai usate e si era detta che sarebbe valsa la pena di saltare qualche lezione e approfittare dei benefici del clima ancora temperato. Certo, se avesse continuato a piovere così probabilmente si sarebbe fatta andare bene le pennichelle sul banco dell’aula di Storia. Una volta terminato quel compito, era andata a sedersi dietro il bancone, la testa appoggiata sulle mani e lo sguardo perso ad osservare le goccioline che scivolavano sui vetri della porta. Piano piano la sua mente si era lasciata andare agli spontanei vagheggiamenti causati dalla solitudine. Nell’ultimo periodo si era immersa nelle faccende scolastiche e, tra un compito e un’esercitazione, si rese conto che era tanto che non scriveva a casa. Aveva mandato varie lettere nelle prime settimane di scuola e poi la sua corrispondenza era scemata nell’oblio. Si disse che era necessario rimediare, così prese un foglio, una penna e dell’inchiostro e si mise a elaborare qualche pensiero. Un inizio adeguato sarebbe stato “Cari genitori, non sono sparita...”, così intinse la penna e l’appoggiò sul foglio per iniziare a scrivere. Eppure, l’inchiostro che aveva preso prima pareva essersi dissolto nel nulla. Tornò a intingere la penna e ad appoggiarla sul foglio, ma ancora una volta non scrisse nulla. Interdetta, guardò la boccetta di inchiostro con le sopracciglia aggrottate: non pareva essere l’Inchiostro Simpatico, le boccette erano di forma diversa. Ci riprovò una terza volta, ma il risultato fu quello dei tentativi precedenti: il foglio era rimasto bianco. Eloise prese la penna e se la portò vicino al volto: ecco di chi era la causa! Era una penna Nonscrivo che i due ragazzi di poco prima avevano deciso di non comprare! Per quanti tentativi avrebbe fatto, mai sarebbe riuscita a farla scrivere. E lo scherzo, architettato puramente dalle coincidenze, era riuscito perfettamente. Riportò la penna al suo posto e in quel momento la porta si aprì. Tornò in fretta dietro al bancone, mentre osservava quella cliente in avvicinamento. Se non si stava sbagliando, doveva essere quella ragazza che aveva comprato la Polvere Buiopesto e che era fuggita quando aveva sentito le sue parole in merito alla Festa di Fine Anno. La Tassa si mise a trafficare con il foglio e l’inchiostro per metterli via, quando la sua attenzione venne attirata da quella mano appoggiata sul bancone. Alzò lo sguardo e se la ritrovò davanti: capelli lunghi e scuri, luminosi occhi azzurri, l’aria da pulcino bagnato. Era strano che qualcuno si avvicinasse al bancone senza prima aver fatto incetta della merce, così Eloise le dedicò uno sguardo incuriosito e interrogativo. Le parole che pronunciò la sconosciuta la lasciarono sgomenta: era stata presa come garzona ai Tiri Vispi. Per un attimo, rimase ferma, incapace di spiccicare parole. Era sempre stata la più piccola del team, e ora il suo ruolo veniva preso da una nuova ragazzina. Non era gelosa, ma era strano dover convivere con quella consapevolezza, dover accettare quell’evoluzione di ruoli. Dopo un primo momento di stupore, era pronta ad accogliere il cambiamento. Un secondo dopo si rese conto che in verità era stata avvisata di quella novità: la settimana precedente Fred e George le avevano detto ufficialmente che avevano deciso di prendere qualcuno in più, perché il lavoro era tanto e le esigenze del negozio di scherzi si stavano ampliando. La sua prima reazione era stata gratitudine, perché con tutto il lavoro che c’era da fare non riusciva sempre a finire i suoi compiti. « Finalmente si sono decisi a prendere qualcuno che non avesse i capelli rossi! La situazione iniziava a diventare monotona da queste parti!» Esclamò con entusiasmo. Davanti a lei, infreddolita e incerta, stava la persona che avrebbe preso parte al cambiamento delle sue abitudini, che ne era la causa. Era contenta di poter condividere con qualcuno le faccende dei Tiri Vispi, soprattutto se si trattava di una sua coetanea abbastanza furba da prendere in considerazione di lavorare a un negozio di scherzi. «Io sono Eloise Lynch e credo di averti venduto della Polvere Buiopesto in passato!» Non le sembrava carino ricordarle di essere stata snobbata, Sophia poteva avere tutte le ragioni del mondo per andare di corsa e, poco ma sicuro, non erano una faccenda di suo interesse. Le sorrise, osservandola: doveva cercare di metterla a proprio agio. «Se non sbaglio mi hanno detto di spiegarti a grandi linee le nostre mansioni, ma prima dimmi un po’: come mai hai risposto all’appello dei Tiri Vispi? E... in che Sala Comune ti trovo?» Tentativo fallito. Più che metterla a proprio agio era riuscita a farle il terzo grado.
Il viavai di quella giornata era intenso, ed Eloise tentava di destreggiarsi tra scherzi rumorosi e clienti agitati. La ragazzina si trovava in mezzo al locale e stava illustrando a una signora dalle forme tondeggianti le differenze che intercorrevano tra le varie Bacchette Trabocchetto. Le guance le si accesero quando si immaginò la signorona nell’atto di agitare la bacchetta e di trasformarla in un paio di mutande da uomo. Nonostante l’imbarazzo del momento, sembrava interessata all’articolo, e si rifornì di almeno tre scatole. Un’altra missione era stata compiuta. Voltandosi, Eloise vide una boccetta di Puzzalinfa precipitare verso il terreno. Ai suoi occhi si muoveva a rallentatore, ma dovette lo stesso fare uno sforzo sovrumano per chinarsi e salvarla prima che fosse troppo tardi. Se non ci fosse riuscita, l’intero negozio sarebbe stato invaso da un odore tremendo e tutti i clienti sarebbero scappati a gambe levate. La Tassa alzò lo sguardo verso il colpevole e si morse il labbro pur di evitare di attribuirgli nomignoli spiacevoli. Lanciò uno sguardo verso il bancone e notò che si era accumulata una piccola coda di persone: pessimo, pessimo! Avrebbe dovuto sbrigarsi per evitare che i clienti fossero scontenti. Rimise la boccetta al suo posto e, mentre tentava di ritornare al suo nido, al suo scoglio sicuro, vide passare sulla sua testa un Fuoco d’Artificio impazzito: ma chi l’aveva fatto partire? Perché quando iniziavano a esserci più di cinque clienti contemporaneamente si creava il delirio? Eloise stava inizianto a sospettare che i gemelli avessero incantato il negozio, in modo da farlo apparire più vivo del normale, più folle, più frizzante. La fortuna di lavorare ai Tiri Vispi era che, con la pioggia o con il sole, la gente che passava era sempre di buon umore. La stessa Eloise aveva imparato a sviluppare una positività perenne, che spesso evolveva nello scherzo e nella burla, e talvolta rischiava di infastidire qualcuno, specialmente fuori dal negozio. Servì i suoi clienti, uno a uno, cercando di essere più cordiale possibile e di evitare i fuochi che le facevano la rasetta sulla testa e con molte probabilità avrebbero potuto causare la sua morte. Salutata la signora rotonda e le sue bacchette-mutanda, fu il turno di un giovane ragazzo che era almeno la terza volta che vedeva da quelle parti. Sicuramente gli aveva rifilato una Puffola Pigmea, in passato. «Ciao!» Esclamò la rossa quando lui si fu avvicinato al bancone. «Sono 10 Galeoni!» Gli disse sorridendo. Una volta presi i soldi, iniziò a imbustare gli articoli, aggiungendo le due Gelatine d’Oro che spettavano di diritto al ragazzo. Alla richiesta del pacchetto, Eloise gettò uno sguardo alle spalle del giovane, per controllare quanta gente c’era in coda. Constatando che la folla si era dispersa a causa di chissà quale strano congegno, annuì. «Certo, nessun problema!» Prese il Cannocchiale, il Cancella-Lividi, il Detonatore e la Palude e li mise dentro una scatola di cartone rigido che aveva accanto al bancone. La chiuse con l’apposito coperchio e, non appena i due pezzi ebbero aderito, sulla superficie della scatola iniziarono a formarsi immagini di fuochi d’artificio che esplodevano. Eloise prese del nastro e fece un gran fiocco arancione sulla sommità. Una volta che il nodo fu pronto, sulla scatola iniziarono a vedersi scintille e coriandoli colorati, che partivano dal punto in cui si trovava il nastro e scendevano per tutta l’altezza della scatola. Anche il kit per preparare i regali ai Tiri Vispi era qualcosa di incantato! «Ecco a te, spero ti piaccia!» Disse, sporgendo il regalo al ragazzo.
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