Tiri Vispi Weasley

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versus zero
view post Posted on 6/9/2015, 20:21






15 Anni - Studentessa II Anno - Scheda ()

[Qualche ora prima – Fuori dai confini di Hogwarts]

Di lì a un paio di anni non avrebbe più avuto bisogno di permessi speciali di un paio di giorni consegnati via gufo dopo giorni di attese e scambi di lettere e sarebbe stato tutto più veloce e semplice. E senza maledetti gufi. Forse avrebbe imparato a smaterializzarsi, così, appena fuori dai confini del castello, le sarebbe bastato un attimo per raggiungere il luogo desiderato.
Aveva dei dubbi in merito perché, da quel che sentiva spesso, persino i ragazzi più grandi ed esperti di lei trovavano non poche difficoltà. Una distrazione, uno starnuto e ci si ritrovava spaccati in due tra Canicattì e Inc*landia, se andava bene. Lei finiva sempre per perdersi nei suoi pensieri, chissà che avrebbe combinato.
Sua madre non utilizzava quel metodo di trasporto molto volentieri, asserendo scuse come: “Meglio se usi la Metropolvere o il Treno come tutti, non è bellissimo viaggiare con gli amici?”
Come no.
Quel giorno, però, era passata a prenderla poco lontana dalla barriera che proteggeva Hogwarts.
Aveva un bel permesso che sperava bastasse a evitarle noie. Al massimo, la presenza della genitrice avrebbe levato ogni borbottio di professori o ficcanaso.


[Londra – Tre ore prima]

Ad attenderla una giornata con suo padre, che in quel momento si trovava a Londra e che fu raggiunto velocimagicamente dalle due. Le accolse con il solito stupore che lo colpiva ogni volta che vedeva la moglie apparire dal nulla.
L'uomo aveva trovato un ingaggio con la sua band in un tour in Olanda che avrebbe portato nelle casse di famiglia non pochi soldi babbani. Era il primo, vero, lavoro retribuito come si doveva di quell'eterno ragazzino, di conseguenza bisognava festeggiarlo in grande.
La donna, accolta dal solito applauso che le rubava un sorriso, ben sapendo di non essere l'anima delle feste, aveva deciso di concedere a entrambi un momento padre- figlia, con totale libertà.
Una sola regola: “Non portatemi a casa serpenti, bestie o barboni o vi annego nella minestra.
Entrambi ci rimasero male, avevano sempre voluto un barbone domestico, che non sarebbe più stato tale nel momento in cui avrebbe trovato casa, ma poco importava. Certe delusioni passano in fretta, quindi si limitarono a salutare la donna e a cominciare un giro di negozietti strani e locali squallidi, come piaceva a loro.

Posso farmi un tatuaggio?
Ne faremo uno insieme quando sarai maggiorenne, promesso. Se torniamo a casa con un dipinto addosso ci fa lo scalpo quella strega di una strega.

Ridacchiando e fumando spezie babbane, arrivarono un po' frastornati al Paiolo Magico, proseguendo verso l'accesso a Diagon Alley.
Non era passato molto da quando avevano percorso insieme quel viale delle meraviglie e la Rosso-Oro aveva deciso di festeggiare con qualcosa di veramente magico e divertente.
Così si erano diretti, un po' ciondolanti e con una ridarella incontrollabile, verso i Tiri Vispi, un posto che, non sapeva spiegarsi come o perché, non aveva ancora visitato.


[Take my money sweety]

La Grifondoro aveva passato qualcosa come mezzora a fissare con sguardo ebete l'insegna più spettacolare che avesse mai visto: un tizio con un coniglio in testa, abbassava e alzava un cilindro che faceva sparire/apparire la bestia a intermittenza. Probabilmente le spezie contribuivano a quello stupore perpetuo, quindi osservò quello spettacolo come se ogni volta vedesse qualcosa di prodigioso, chissà che vedeva realmente o se si ricordava che poteva fare magie simili.
Suo padre, veterano dei fumi stordenti, si stava riprendendo con maggiore celerità, cosa che gli concesse quel poco di lucidità in più per spingere l'adorata figlioletta nel negozio, liberandola da quella sorta di ipnosi e ripetuti "Ooooh! Hai visto?".
Ogni oggetto sembra un qualcosa di portentoso, quel posto era davvero la quinta essenza del divertimento. Raggiunse il bancone solo dopo aver perso qualche minuto a ridacchiare senza motivazione e a indicare la merce esposta al padre che, anche se fosse stato totalmente sano, sarebbe comunque impazzito in modo simile.

Buongiorno! Dunque...
Disse con un tono eccessivamente più allegro di quello che aveva normalmente a scuola o al pub. Prima di iniziare la lista rimase a contemplare un punto indefinito dietro al bancone, con aria assorta. Si riprese dopo la leggera gomitata di Venz, quindi iniziò con tranquillità a elencare ciò che aveva catturato la sua attenzione.
Vorrei una Mappa "Il Passaggio", un paio di Anelli dei Gemelli e... oh, sì! Un Mantello Scudo di Terza Classe. Non ci so giocare ma penso sia ora di iniziare, quindi un set di Scacchi Magici Superior. Uh... cosa sono questi? Ecco, voglio anche una scatola di Fuochi Forsennati Weasley Detonazioni Deluxe e... questa è stupenda! Che roba è? Via! Una Palude portatile IMMEEENSA! Che carino questo, cos'è? Lo voglio. Termino la svenata con un Detonatore Abbindolante.
Mentre parlava, si guardava attorno cercando di ricordare tutto quello che aveva visto prima, facendosi scappare qualche colpo di risa random. Probabilmente sua madre l'avrebbe uccisa una volta venuta a sapere di quella spesa immane. Suo padre, invece, non vedeva l'ora di scoprire che diavolo avesse acquistato e già stava aspettando il momento adatto per chiedere alla ragazzina di provare qualcosa. Magari lo avrebbero fatto a casa, una volta che la figlia fosse uscita dall'ospedale dopo le percosse della madre, ovviamente.
Forse si era fatta prendere dalla mano. Tutti quegli oggetti, quei colori e il locale allegro, per non parlare della sigaretta magica, l'avevano resa decisamente su di giri.


❝ Quindi... il mio bene non è necessariamente anche quello degli altri. ❞

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Ehm, penso necessiti un riassunto:

1 Mappa "Il Passaggio" - 5 Galeoni
1 Anelli dei Gemelli - 5 Galeoni
1 Mantello Scudo di Terza Classe - 20 Galeoni
1 Scacchi Magici Superior - 2 Galeoni
1 Fuochi Forsennati Weasley, Detonazioni Deluxe - 7 Galeoni
1 Palude portatile Immensa - 20 Galeoni
1 Detonatori Abbindolanti - 1 galeone

Dovrebbero essere 60 Galeoni, NON fidatevi!


Edited by versus zero - 6/9/2015, 22:31
 
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view post Posted on 7/9/2015, 16:58
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Triste, come chi ha perso il nome delle cose.

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Vivere è come inciampare da fermi
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Non era insolito che il mocciosetto si divertisse ad impersonare qualche strano personaggio di fantasia, dando vita a delle scenette al limite dell'improbabile solo per scacciare la noia, ma uno dei suoi passatempi preferiti era quello di stravolgere la giornata ai poveri malcapitati che incontrava mentre andava a zonzo per il mondo. In quel caso si stava divertendo particolarmente, ma nemmeno lui avrebbe saputo descrivere a parole cosa ci fosse di diverso dal solito, cosa stesse provando, o più semplicemente il perché di tanto entusiasmo. In realtà in cuor suo lo sapeva bene, era la prima volta che condivideva una sua passione con un coetaneo, i ragazzini della sua età ormai volevano essere così alternativi a tutti i costi che si dimenticavano di essere appunto solo dei ragazzini e di certo non perdevano tempo spalmati sul divano ad ammazzarsi di televisione, come sarebbe accaduto invece un decennio prima, nossignore, i tempi erano cambiati; loro avevano altro in mente, fingersi adulti, fare baldoria e poi... beh, ognuno era libero di fare ciò che voleva della sua vita, chi era lui per giudicare? Fatto sta che solo l'aver avuto un minimo interesse in comune con un altro essere umano in carne ed ossa era qualcosa che gli riempiva il cuore di gioia. E non era la prima volta con la pupa lentigginosa.
Abbandonate le sembianze di Ramsay, dall'anima nera ed il cuor di ghiaccio, le sue labbra si stesero in un sorriso gentile, mentre gli occhi scuri per qualche istante si tuffarono in quelli della fanciulla, nonostante fosse stato solito evitare il contatto visivo con le persone che conosceva da poco perché molto timido. Se prima di allora recitava il ruolo di un sadico bastardo sicuro di sé, in quel momento non c'era alcuna maschera a nascondere il suo viso. Ascoltò attentamente le parole della fanciulla, dopodiché tirò fuori un foglietto accuratamente ripiegato dalla tasca dei jeans: si trattava di un pezzo di carta rettangolare, delle dimensioni di un depliant ancora da aprire, nel quale era stato stampato il logo della Gringotts e su cui erano riportati i dati del conto bancario dello stesso Breendbergh per eventuali transizioni. Una sorta di assegno circolare, affidabile e sicuro, per permettere ai negozianti di prelevare dal suo conto, visto che andare a spasso con pacchi di galeoni era decisamente scomodo.
«Grazie mille, Eloise!» La ringraziò con tono cordiale per essere stata così disponibile, visto che da solo ci avrebbe messo una buona mezzora per cercare all'interno del negozio tutto ciò che aveva ordinato. Le allungò poi il biglietto, guardandola in modo serio per suggerirle di prestare attenzione a non smarrirlo o distruggerlo o anche solo rovinarlo, conscio del fatto che i folletti fossero estremamente viscidi quando si trattava di maneggiare i soldi e che avrebbero potuto agganciarsi ad ogni minima scusante per non sganciare il malloppo. Dopodiché tornò ad assumere il suo solito aspetto rilassato, mentre prendeva le sporte, muovendo i primi passi in direzione dell'uscita, in attesa di Eloise che sembrava avesse avuto qualcosa da dire. E infatti non le ci volle molto per sputare il rospo. Condivideva la sua curiosità quando si trattava di trattare con i clienti, spesso anche lui immaginava cosa avrebbero fatto quegli uomini cupi e tenebrosi che entravano nella bottega dove lavorava con le diavolerie che compravano, ma a differenza della Rossa lui era costretto a tenersi certe curiosità per sé, perché sapeva che un operatore del mercato nero che si faceva gli affari suoi avrebbe avuto vita lunga, al contrario di tutti quegli altri che davano aria alla bocca. In ogni caso non le avrebbe certo impedito di fantasticare, nonostante sapesse di essere una persona poco interessante. «Credo invece che rimarresti sorpresa nel conoscere la risposta.» Il sorriso dapprima palese sulle labbra divenne via via meno sincero, quasi tirato a forza. Le apparenze ingannavano e, nonostante ad alcuni desse l’impressione di essere un ragazzino simpatico, vivace ed energico, pieno di vita, in realtà era molto più solo di quanto non si potesse immaginare. Quando ci si riferisce ai rapporti sociali ovviamente, considerata la faccenda da un altro punto di vista si può dire invece che non fosse mai solo, nemmeno per un istante.
Io lo fo che non fono folo anche quando fono folo.
Avrebbe voluto aggiungere qualcosa per cambiare argomento, o in alternativa anche sentire cosa avesse immaginato, perché no? Non era il tipo che si faceva troppi problemi per sciocchezze simili e soprattutto non l’avrebbe certo ammorbata con le sue pare da undicenne.
«Non tenermi sulle spine.» Si fermò sulla porta, osservandola divertito, cercando di immaginare cosa le fosse balzato in mente, ma ancora non riusciva a pensare a nulla.
Al termine della chiacchierata l’avrebbe ringraziata nuovamente e poi salutata, lasciandola a prendersi cura del negozio, consapevole di averle sottratto già abbastanza tempo. Per un istante gli venne la tentazione di invitarla a fare un salto da Magie Sinister, ma ripensandoci non era un bel posto in cui mettere piede.

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view post Posted on 10/9/2015, 22:45
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Erano almeno quaranta minuti che ai Tiri Vispi Weasley non metteva piede alcun cliente. E questo fenomeno era cosa rara, soprattutto nei fine settimana di fine settembre, quando il clima era ancora mite ed era piacevole starsene fuori casa. Eloise aveva deciso di approfittare di quella pausa inaspettata per raccogliere una copiosa manciata di Caramelle dell’Illusione che quella mattina le erano cadute dietro al bancone. Le maledette avevano avuto il cattivo gusto di andarsi a infilare nelle fessure tra le assi del pavimento, e recuperarle era un’impresa particolarmente complicata.
Tra un cliente e l’altro si era scervellata per farsi venire in mente qualche incanto utile per avvicinare gli oggetti, per farli saltare via dal loro posto, ma nulla di ciò che le sovveniva le appariva utile. Alla fine aveva deciso di adottare il metodo babbano, e cercava di disincastrare le caramelle con le dita. L’unica utilità che la bacchetta aveva avuto era stata quella di essere infilata nella fessura ed aver fatto leva sotto le caramelle. Insomma, la giovane Lynch aveva trovato un modo come un altro per rinnegare le sue abilità magiche. Le sue dita, sbucciate, graffiate e con qualche scheggia, non ringraziavano.
A distrarla dalla sua impresa, il rumore inconfondibile della porta che si apriva: nuovi clienti in arrivo. Poiché era ancora alle prese con l’ultima delle caramelle fuggite, decise di temporeggiare e lasciare che gli ultimi arrivati si guardassero intorno con tranquillità. Doveva riuscire a disincastrarla prima che loro avessero bisogno di lei, quella era la sua sfida del giorno. Eppure la maledetta era andata a infilarsi in un punto che non sembrava raggiungibile neppure dal più stretto dei mignolini e la Tassorosso temeva di non farcela a svolgere la sua missione. I passi si avvicinavano al bancone, il suo ditino si faceva strada tra le fessure del legno, ancora un piccolo sforzo e sarebbe stata sua. Erano lì, davanti al bancone, ma non potevano vederla. L’involucro della caramella entrò in contatto con il suo dito e, con un ultimo colpo che le costò l’osso e l’articolazione, riuscì a far saltare fuori la sua vittima.
Una voce nota aveva iniziato a parlare e in un primo momento Eloise non se n’era resa conto. Con quella sua voce giovane e briosa – particolarmente allegra, pareva – Versus si era messa a elencare una serie di articoli che desiderava acquistare. Un sorriso si palesò sull’espressione della Tassa, improvvisamente tutta felice per quella visita inaspettata. Rimase acquattata per qualche momento, chiedendosi se l’amica si stava rendendo conto di star parlando al muro. Quando ebbe finito il suo lungo elenco, di cui Eloise si ricordava pressoché tutto, balzò in piedi in un istante e accompagnò il movimento con un
«BUH!» molto enfatizzato. Scoppiò a ridere, per poi osservare di sottecchi la reazione della Grifondoro. Solo allora si rese conto che la ragazzina non era sola: era accompagnata da un signore che aveva tutta l’aria di essere suo padre. Smise di ridere, lasciando posto a un sorriso cortese. Sperò che il signor Zero – se per davvero era suo padre – non la riprendesse per quel comportamento poco ortodosso. Dopotutto, erano o non erano in uno dei più celebri negozi di scherzi di tutta la Gran Bretagna?!
«Benvenuti ai Tiri Vispi Weasley! Direi che avete già le idee chiare su cosa comprare, quindi vado a recuperarvi gli articoli.» Oltrepassò il bancone e, mentre si inoltrava nella selva del negozio, fece un sorriso a trentadue denti alla sua cliente. Raccolse la merce – tornando ripetutamente al bancone a posarla perché non ce l’avrebbe mai fatta a trasportarla tutta insieme.
«Sono 60Galeoni! Non vai per il sottile, eh, Vers?! Facciamo 57, sì!» Le disse dopo aver fatto i conti. Stando a come era andata con Camillo, era doveroso fare uno sconto anche alla Grifondoro. Questa volta, però, promise a se stessa che non ne avrebbe più fatti per almeno un po'.



Quando Camillo le porse quel biglietto, Eloise lo osservò con aria perplessa. Di cosa si trattava? Che bisogno aveva di darle il suo biglietto da visita? Sapeva benissimo dove trovarlo! O era forse una lettera? Voleva dirle qualcosa che non era pronunciabile ad alta voce? Stava cospirando contro qualcuno?
Per fortuna il concasato ci mise poco a smentire le sue più assurde congetture, spiegandole che quel fogliettino immacolato non voleva dire altro se non “soldini tintinnati”, o “dindi”, o “danaro”, come dir si voglia. Con estrema attenzione lo ripose nella cassa, facendo in modo che fosse distante da monete o altri agenti che avrebbero potuto spiegazzarlo. Era la prima volta che aveva a che fare con una forma d’acquisto di quel genere e si chiese come mai Camillo pagava in quel modo. Questa volta decise di chiudersi la bocca e farsi gli affaracci suoi.
La reazione del Tassino alla sua considerazione sugli Anelli dei Gemelli destò l’attenzione di Eloise. Cosa stava insinuando? In che modo poteva rimanere sorpresa dalla risposta? Si chiese se il regalo non fosse destinato a qualcuno che lei conosceva, qualcuno che sarebbe stato insospettabile. Il sorriso si distese sempre più, e la rossa ebbe l’erronea sensazione che lui non vedesse l’ora di consegnare l’anello al diretto interessato. Non aveva abbastanza tatto per capire cosa si celava dietro quell’espressione. Lo guardò negli occhi per qualche istante, mentre si chiedeva se le sue supposizioni non fossero troppo azzardate. Eppure non le veniva niente di meglio, aveva senso sputare il rospo, ormai la frittata era fatta.
«Secondo me li condividerai con un amico più grande, qualcuno che per te è una guida…» Per evitare lo sguardo del compagno, vergognandosi ora della sua supposizione, raccolse le Gelatine d'Oro che spettavano al compagno e le infilò in una borsa.
«In questo sacchetto ti ho messo le dodici Gelatine d'Oro che ti spettano... Ora sta a te scoprire come meglio utilizzarle!» Poi prese la borsa e si diresse verso la porta, mentre si chiedeva dove dovesse andare il compagno e se ce l’avrebbe fatta a trascinarsi dietro tutte quelle cose.
«Sei sicuro di farcela? Hai bisogno di una mano?» Chiese, preoccupata. Il tempo dei saluti era arrivato, lei era costretta lì, come una principessa imprigionata all’interno dei Tiri Vispi, inutile nell’impresa che aspettava Camillo. Una volta uscito, l’avrebbe osservato dalla porta, mentre scompariva tra i vicoli di Diagon Alley.
 
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versus zero
view post Posted on 11/9/2015, 09:43






15 Anni - Studentessa II Anno - Scheda ()

Stava parlando molto, ma con chi stava comunicando, di preciso?
Suo padre cercava di richiamare la sua attenzione ma non sembrava ricevere risposta. Dannazione, che la figlia fosse finita altrove col cervello?

Vers, vers... non c'è ancora nessuno. Versus, ehi.
Niente, la base era andata perduta, bisognava battere in ritirata? Che avrebbe detto alla moglie?
“Cara, ho fatto bruciare i neuroni a nostra figlia, scusa per il disagio. C'è il rimborso?”
Ecco che qualcuno riportò la sua adorata progenie nel mondo dei vivi, facendo prendere a entrambi un bel colpo.
Come il coniglio dell'insegna, Eloise era apparsa da dietro il bancone con una risata contagiosa.
La Grifondoro fece un balzo indietro, o meglio, metà corpo s'inclino nel verso opposto al ripiano: stava decisamente per perdere l'equilibrio. L'uomo appoggiò una mano al centro della schiena della figlia, spingendola in avanti, rimettendola in una posizione tutto sommato eretta, facendo poi finta di niente, ridacchiando come lei.

Ooooh! Hai visto? (cit.)
Direi una commessa perfetta per questo negozio!
No è il coniglietto!

Non molestare le commesse, suvvia.

La giovane era estasiata e applaudì per quella comparsa. Venz sorrise alla rossa come se fosse tutto nella norma. In realtà nemmeno lui capiva bene cos'era successo e “molestare” non era decisamente il vocabolo giusto per far la ramanzina a qualcuno.
Sis! Sei anche tu un coniglietto!
Versus...
Se il padre riusciva a fingersi più o meno sano, così non si poteva dire per la giovane che appladiva ogni volta che la sua conoscenza spariva per poi riapparire con i vari articoli. Come faceva a muoversi così velocemente? Che avesse imparato a smaterializzarsi?
In realtà si muoveva umanamente, era lei a essere rallentata se non palesemente ritardata al momento.

Ci sarà una grande festa sai, il mio maestro va in Olanda!
Esclamò dando una pacca forte alla spalla dell'accompagnatore che ondeggiò leggermente sul posto prima di spettinarle i capelli con fare affettuoso. Anche da persa lo vedeva come un maestro, si stava per commuovere?
La giovane svuotò le tasche dai molti Galeoni che aveva - in pratica aveva quasi svuotato il conto alla Gringott - poi si mise ad osservare tutto quello che aveva davanti. Allungò le mani su due anelli, ne aveva sentito parlare dagli assidui frequentatori di quel posto, cioè moltissimi Grifoni. Si sapeva che quella “gente” aveva sempre voglia di far baldoria.

Questi... sono una specie di cellulare giusto? Ne vuoi uno? Così, se hai bisogno, mi fai uno squillo! Come si attivano? Serve una sim? Non ho un cellulare, ne parlano tutti da me ma al Castello non vanno!
Parlava con un tono vago e in modo confuso, biascicando qualche parola, mentre osservava gli occhi verdi della giovane compagna di avventure attraverso il cerchio di uno dei due oggetti. Nella sua mente, da qualche parte, sapeva che non aveva più avuto molte occasioni per parlare con la Tassorosso, poteva facilitare la cosa oltre che ricambiare lo sconto con un regalo. Ovviamente, in quel momento, pensava solo alla parte idiota della questione.

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view post Posted on 14/9/2015, 20:08
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Da quanto tempo mancava a Diagon Alley? L'ultima volta era stata ben più di due settimane prima, quando aveva avuto il piacere di incontrare Helen per un appuntamento da Florian Fortebraccio, la pasticceria e gelateria che faceva competizione a Mielandia nella strana classifica mentale di Oliver. Era stata una giornata bellissima, avrebbe dovuto spedire una pergamena alla Tassorosso per chiederle se le andasse di replicare. Quel giorno, invece, lo studente aveva scelto di andare da solo nel sobborgo magico, poiché aveva una precisa commissione da fare. Senza aver spiegato nulla alle persone che gli avevano chiesto come mai quel pomeriggio di un sabato di fine Estate non restasse ad Hogwarts a riposarsi, Oliver aveva risposto in maniera abbastanza evasiva, quasi come se nascondesse un segreto importantissimo. E forse non era una cosa chissà quanto distante dalla realtà. Dopo aver varcato l'ingresso a Diagon Alley nella parete di mattoni del Paiolo Magico, luogo che aveva visitato più volte con suo padre, il ragazzo si diresse rapidamente verso una meta particolare, senza guardarsi attorno come avrebbe fatto in altre circostanze. Si infilò in numerosi vicoli, che aveva percorso già in passato, quindi trasse un sospiro di gioia non appena il suo sguardo abbracciò l'imponente figura del negozio che cercava: Tiri Vispi Weasley era un'esplosione di colori e di suoni, l'ideale per poter fare i propri acquisti senza essere scocciato da qualche volto familiare. In quella confusione, del resto, chi lo avrebbe visto? E, soprattutto, quale studente che conosceva poteva essere a Diagon Alley nel tardo pomeriggio? Solo lui stava sprecando una giornata di relax per compiere alcuni acquisti neanche di grande valore. Forse.
La porta di vetro si spalancò e Oliver seguì una donna adulta con una bambina stretta per mano, entrando a sua volta nel locale e facendo poi vagare lo sguardo sui numerosi oggetti disponibili: girandole colorate, carte che si automischiavano, trucchi e scherzi di vario tipo; era un parco giochi magico, praticamente. Sorrise con aria malandrina, ricordando la prima volta in cui aveva messo piede in quel posto, accompagnato dal suo migliore amico Fred: avevano acquistato diverse cose, tra cui due Puffole Pigmee che si erano ben presto rivelate divertenti. D'altronde, erano state prese proprio nel Mondo dell'Ironia quale quel negozio. Oliver fece una rapida ispezione, passando da scaffale a scaffale, mentre recuperava diversi oggetti tra le braccia. Quando la lista che aveva stampata tra i pensieri fu completa, l'Irlandese portò tutto al bancone. Se i suoi calcoli fossero stati esatti, in tutto sarebbe venuto quindici Galeoni: la sua famiglia avrebbe considerato quelle spese quasi ridicole e per niente accettate dal regolamento del galateo, ma cosa importava? Non avrebbe di certo dovuto sedere a tavola con dei nobili per poi farli scappare con un'esplosione di Polvere Buiopesto né avrebbe dovuto compiere casini con quegli oggetti. In teoria, una minima parte di sé esultava per una tale idea: Elijia, suo cugino, aveva diversi programmi particolari per la prossima cena di gala organizzata dai loro nonni. Gli aveva chiesto di comprare anche un Detonatore Abbindolante, dicendo di spiegare tutto quando si sarebbero visti, di lì a poche settimane. Così, Oliver aveva seguito la strana richiesta di suo cugino, cogliendo l'occasione al volo per poter prendere anche altre cose che necessitava per altri motivi. Mentre aspettava di essere servito, Oliver notò una sezione del negozio dedicata agli scacchi. Erano perfetti, così lucidi da sembrare pedine viventi: non poteva lasciarseli scappare, li aveva sempre desiderati e poi era stanco di giocare con quelli immobili di manifattura Babbana; in Sala Comune trovava spesso amici con i quali fare qualche partita, perché non prendere una scacchiera magica? Annuì a se stesso e alla sua riflessione, quindi recuperò l'oggetto e aggiunse altri cinque Galeoni ai quindici già preparati. Aveva letto anche delle Gelatine d'Oro che riservavano premi speciali una volta collezionate: ne aveva già qualcuna dall'ultimo acquisto, magari sarebbero aumentate quel giorno. Sorrise alla persona di fronte a sé, dicendo:
"Salve, prendo questi Scacchi Magici, una Palude Portatile piccola di un metro per uno, un Detonatore Abbindolante, una confezione di Topi finti e una di Polvere Buiopesto Peruviana, grazie". Avrebbe pagato e poi sarebbe tornato immediatamente ad Hogwarts, nascondendo tutto nella borsa a tracolla che portava con sé. Cosa ci facesse un Prefetto con quelle cose, poi, era ancora un mistero, ma presto sarebbe stato svelato. Chissà.




Oliver compra:
Polvere Buiopesto Peruviana (1): 10 Galeoni
Topi Finti: 1 Galeone
Detonatori Abbindolanti (1): 1 Galeone
Scacchi Magici: 5 Galeoni
Palude Portatile (1): Piccola 1mx1m – 3 Galeoni

Grazie (:
 
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view post Posted on 17/9/2015, 22:00
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L’entrata ad effetto aveva generato ilarità nel suo pubblico e, contrariamente ai suoi timori, quello che sembrava il padre di Versus non aveva considerato fuori luogo il modo in cui erano stati accolti nel negozio. Un’attenta osservazione diede modo a Eloise di rendersi conto che c’era qualcosa di strano nel modo in cui agivano e si relazionavano i suoi clienti. Per quanto Versus avesse dimostrato largamente di avere un buon senso dell’umorismo, alla rossa non sembrava che normalmente si lasciasse andare a tutto quell’entusiasmo. Prima di partire alla ricerca degli articoli, si soffermò momentaneamente a osservare l’espressione della sua Sis: sorridente, rilassata, con un cipiglio di vacuità che lasciava intuire che non era del tutto presente a se stessa.
«Anche io? Ci sono altri coniglietti? Mi mancano solo le orecchie lunghe!» Le rispose mentre si guardava attorno per cercare gli ipotetici coniglietti che la Grifondoro pareva aver visto.
L’impegno profuso nella raccolta degli articoli non era mai stato altrettanto apprezzato dai suoi clienti, tanto che all’ennesimo applauso Eloise iniziò a sentirsi imbarazzata. C’era qualcosa di strano, o la stavano forse prendendo in giro? Lei si fidava di Vers e per questo decise di omettere il suo disagio e continuare a svolgere regolarmente il suo lavoro.
Non appena la compagna accennò all’Olanda, al suo maestro e diede quella pacca al padre, Eloise fu colpita dal pensiero che l’Anello dei Gemelli sarebbe andato dritto dritto nelle mani dell’accompagnatore una volta usciti dai Tiri Vispi. E non poteva essere più lontana dalla verità, tanto che quella sorta di confusa proposta la colpì alla sprovvista.
Non aveva mai ventilato l’idea di acquistare o utilizzare gli Anelli dei Gemelli, benché il disagio nel non riuscire mai a incrociare i suoi amici non Tassorosso era palpabile. Facendo mente locale, si disse che effettivamente solo Vers apparteneva a quella categoria, perciò solo con lei avrebbe potuto spartire un oggetto del genere. Quella proposta la lusingava: nonostante il fatto che la Grifa non fosse del tutto in grado di intendere e di volere, era emozionata al pensiero che avesse pensato proprio a lei, che volesse spartire qualcosa per facilitare la loro relazione o, forse, amicizia. Eppure, proprio perché non appariva del tutto conscia delle sue intenzioni, Eloise decise di farla riflettere un po’ più a lungo sulla sua scelta e non precipitarsi come un avvoltoio su quanto le era stato offerto.

«Un cellulare? Una sim? Cosa sono queste cose di cui parli? Sei sicura di volerlo dare a me? Magari… Non so, magari domani te ne penti!» La Tassa la osservava, cercando di capire cosa le passasse per la testa.«In pratica per farli funzionare basta parlarci vicino, e l’altro sarà avvisato della comunicazione…» Aggiunse, per rispondere alla sua domanda.

BonusPic



Ai Tiri Vispi Weasley quel giorno si respirava un’atmosfera tranquilla e rilassata. George gironzolava per il locale intrattenendo chiacchierate con i clienti ed Eloise stava alla cassa, dove accoglieva coloro che dovevano pagare i prodotti. Accanto al bancone, appoggiato su uno sgabello, si poteva intravedere un libro di Incantesimi aperto, che la ragazzina consultava nei momenti liberi. Era rimasta indietro con i compiti per la settimana successiva e ora doveva cercare di coniugare studio e lavoro per evitare di doversi passare le nottate seguenti sui libri.
Nonostante l’aumento del carico di lavoro, Eloise era contenta di essere al secondo anno. Il pensiero di non essere più la più piccina la divertiva, visto che spesso aveva rivestito quel ruolo: in Sala Comune, nella Squadra di Quidditch, alla Scuola di Atene… era bello essere coccolati e protetti, ma era altrettanto piacevole potersela cavare con le proprie forze e non dover sempre appoggiarsi al supporto di qualcun altro. Poi lei era sempre stata la più piccola in famiglia, e addirittura anche lì ai Tiri Vispi: le sarebbe piaciuto, almeno una volta, potersi incaricare di far da guida a qualcuno di più piccino.
Non era ancora il tempo. Ora doveva impegnarsi ad apprendere e crescere a livello umano e culturale, perché con le abilità che possedeva allora non poteva ancora prendersi carico di altre persone. Prima di tutto, sarebbe dovuta diventare indipendente.
Teneva la piuma in mano e la muoveva ritmicamente, accarezzandosi il mento, mentre leggeva da lontano quanto riportato nel libro di Incantesimi. Terminata la frase che stava leggendo alzò lo sguardo e notò che un ragazzo si stava avvicinando con alcune scatole di oggetti. Eloise posò la piuma e si alzò in piedi, preparandosi a dare il benvenuto al ragazzo.

«Ciao, benvenuto ai Tiri Vispi!» Il suo sguardo indugiò per qualche istante sul volto del ragazzo, che le sembrava di aver già visto. Dopo qualche istante di ricerca nella sua memoria, lo associò a quel cliente che si era tanto stupito del fatto che le Puffole Pigmee mangiassero le caccole. Sorridendo tra sé, fece un breve conto di quanto avrebbe speso. «Sono venti Galeoni… E quattro Gelatine d’Oro!» Disse cordialmente. Una volta recuperato il malloppo, imbustò la merce – comprensiva delle dovute Gelatine – in un paio di sacchetti colorati e li porse al ragazzo.
«Ecco a te i tuoi articoli! Torna a trovarci!»
 
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versus zero
view post Posted on 18/9/2015, 21:07






15 Anni - Studentessa II Anno - Scheda ()

Eloise stava sicuramente facendo la modesta in quel momento, aveva palesemente appreso i poteri del coniglio all’ingresso, forse era stato lui il suo maestro o viceversa!
La guardò con aria confusa, lei era come il coniglietto non un coniglietto. Qualquadra non cosava di nuovo, si portò una mano al volto premendo indice e pollice contro gli occhi. Come faceva a non capire? Non ci capiva molto nemmeno lei.

All’ingresso c’è un coniglio che… fa puff e poi puff riappare!
Dati i Galeoni necessari era quindi arrivato il momento di darle quell’anello. Non capiva (tanto per cambiare) se non voleva quel tipo di doni oppure si era espressa male, in realtà non sapeva nemmeno quello che stava dicendo, quindi piegò la testa di lato come un cane che sente un rumore sconosciuto.
Cose babbambobo babbane, tu parli e con quelle ti sentono a meno che non ci siano interferenze intergalattiche.
*Gli alieni sono brutte persone, decisamente, ora che so che son loro lo dirò al Ministro!*

E mentre le illuminazioni da spezie le facevano risolvere complotti sconosciuti ai più, tramati per arrecare danno al genere umano, qualcosa dentro di lei sembrava bloccarla anche se i freni erano andati a male.
Non me ne pento tu sei...
Aprì e chiuse la bocca senza dir altro, non riusciva a dire il vero motivo, non che si rendesse realmente conto di quel che stava succedendo ma, anche conciata così, sembrava impossibile ammettere che la considerava un’amica e quindi non si sarebbe pentita. Suvvia, se non ce la fai ora non ce la farai mai. Che diamine!
Se… voglio dire te l’ho chiesto perché.
Stava arrossendo vistosamente, un po’ per la fatica di trattenere qualcosa in quelle condizioni, un po’ per una lotta interna tra neuroni. Il dire cosa provava era più difficile che bere a testa in giù, saltellando su una mano sopra le braci ardenti. Qualcosa che già da immaginare era abbastanza complicato. Era più forte di lei da sempre, un blocco quasi sicura di un auto babbana, un artifurto dove il suo vero Io era la cosa protetta.
Sei la Sis giusto? Se non scambio sta roba con te con chi lo faccio!
Aleluja. Il padre la stava guardando, preoccupato per il benessere di quella ragazzina, preparandosi a un peggio che con suo sollievo non arrivò. Spostò lo sguardo dalla figlia alla commessa più volte, poi si colpì la fronte con forza, non calibrando bene spazio ed energie.
AH! Capelli rossi, simpatica, allegra e occhi verdi. E’ lei Eloise? Sai parla sempre di te a casa. Pensavo si fosse infatuata invece siete amiche, bene tua madre sarà content-
Ydych chi'n crazy? ("Sei pazzo?" in gallese) Shhh!

Uno scambio di battute che terminò con un’esclamazione a voce alta di una Zero che, nello sporgersi verso l’uomo, per poco non gli tirò una testata. Difficile dire chi dei due sembrasse più fuori di zucca in quel momento, anzi no: lei.
Incapace di arrabbiarsi più di tanto con Venz anche in ottime condizioni, la Grifondoro allungò il dono verso la giovane davanti a sé con un sorriso.
Se vuoi parlarmi puoi tenerlo.
Cominciò quindi a caricare il padre con le cose, come per punirlo, sperando non cadesse o inciampasse, pronta per lasciare la Tassorosso ai suoi clienti. Era stato un incontro piacevole ma probabilmente a casa, una volta recuperata la lucidità, si sarebbe imprecata dietro per ore al ricordo confuso di quella performance.
Nota positiva: era riuscita a dire, più o meno, che ci teneva a rimanere in contatto con la ex compagna di avventure.

❝ Quindi... il mio bene non è necessariamente anche quello degli altri. ❞

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view post Posted on 28/9/2015, 23:01
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«AAAAH, quel coniglio!» Aveva detto Eloise, battendosi il pugno sulla fronte, come se avesse ricordato solo allora un dettaglio importante. C’erano degli aspetti dei luoghi che frequentava che aveva pian piano imparato a ignorare, dei dettagli che, essendo sempre sotto i suoi occhi, perdevano d’interesse e sparivano dalla sua memoria. Il faccione che svettava fuori dalla porta dei Tiri Vispi era uno di quegli elementi: la rossa non lo amava particolarmente, anzi, ne era lievemente inquietata e aveva imparato a non guardarlo e tirare dritto fino alla porta. Di conseguenza, il coniglio che stava sotto il gigantesco cappello per lei era del tutto inesistente.
Dopo aver saltellato come il famoso coniglio per tutto il negozio, dopo aver recuperato la merce e dopo averla riposta nei sacchetti - con le dovute dodici Gelatine d'Oro, Eloise si fermò ad ascoltare la descrizione di quegli artefatti babbani di cui Versus le parlava. Un pensiero la colpì: non aveva idea delle origini dell’amica e solo adesso scopriva che doveva avere una maggiore esperienza del mondo babbano di quanta ne avesse lei. Insomma, parlava di cose che per la Lynch erano incomprensibili e inimmaginabili: osservava Vers con sguardo vacuo, cercando di percepire cos’era ciò di cui stava parlando.

«Ma sono cose come… dei gufi che trasportano la voce e se c’è la tempesta non la possono portare?» Aggrottò le sopracciglia, mentre impiegava grande sforzo nel tentativo di capire di quale strana diavoleria si trattasse. Cercava di fare mente locale rispetto a quanto aveva visto le volte in cui aveva avuto a che fare con il mondo babbano, ma le vennero in mente soltanto delle strane piattaforme al cui interno la gente si muoveva, come se fosse schiacciata dentro un camino della Metropolvere, e degli strani attrezzi che venivano usati dentro le case, che facevano un rumore assurdo e parevano voler inglobare qualsiasi cosa passasse loro davanti.
Prima di poter chiedere altre delucidazioni, la sua attenzione venne distratta dai tentativi di Vers di dirle se era davvero intenzionata a condividere con lei gli Anelli dei Gemelli. Eloise sapeva che a quel punto i discorsi sulla tecnologia babbana svanivano nell’aria, bellamente rimpiazzati dai pensieri sulle nuove prospettive che quegli anelli portavano nella sua vita.
Mentre Versus balbettava quelle poche parole, la Tassa la osservava senza distogliere lo sguardo, mentre provava un misto di preoccupazione e divertimento. L’amica sembrava davvero in difficoltà, ma lei non avrebbe fatto nulla per aiutarla: sempre più certa che non fosse del tutto padrona delle sue facoltà mentali, voleva sapere quali parole le sarebbero uscite spontaneamente di bocca. Nonostante il balbettio, inoltre, sembrava abbastanza convinta di quello che stava facendo, e nulla ormai poteva impedire all’immaginazione di Eloise di galoppare selvaggia e di prevedere quali folli idiozie avrebbero messo su grazie all’utilizzo di quel nuovo strumento.

«Certo che sono la Sis! Sarò anche nelle vesti di coniglio ma resto sempre io, la stessa che saltava staccionate e che finiva… Beh, insomma, il resto lo sai!» Concluse la frase con una risatina, mentre si portava una mano alla nuca per grattarsi, imbarazzata. Chissà se il padre di Versus era a conoscenza dei fatti accaduti durante quella benedetta avventura.
Fu proprio lui a parlare, un attimo dopo, e le sue parole sorpresero Eloise ancora di più di quanto aveva fatto Vers con quel regalo inaspettato. La Grifa aveva parlato di lei a casa… per davvero? Un brivido di gioia la percorse dalla testa ai piedi, mentre la pelle sotto le lentiggini si arrossava. Lei stessa aveva fatto una testa tanta, a casa, in merito alla sua amica Versus Zero, alle avventure che avevano passato, a come erano diventate amiche. Scoprire di non essere sola la riempiva di voglia di salterellare in giro.
«In persona…» Disse, rivolta al padre. Avrebbe aggiunto altro, se lui non avesse aggiunto in quel momento qualcosa come… infatuata? Aveva sentito male?
In meno di un istante Vers si era messa a sbraitare in qualche strana lingua, così l’attenzione della rossa passò dalla frase del padre a quella della figlia.
«Che lingua è?» Domandò, rivoltà più a se stessa che alla compagna.
Fu proprio in quel momento che la Grifondoro si voltò per offrirle l’Anello. Avrebbe voluto rispondere “sì, lo voglio”, ma le sembrarono parole troppo esagerate in quel momento, soprattutto da dire davanti a suo padre. Così allungò la mano e prese l’oggetto dalla mano di Versus. Aveva un’aria solenne e guardava l’amica negli occhi, l’unica cosa che mancava era una colonna sonora epica a fare da sottofondo. Si infilò l’anello al medio della mano sinistra e sorrise con sguardo complice all’amica: ora sì che sarebbero state sempre in contatto.
La missione era compiuta, gli acquisti erano terminati e Versus e il padre si diressero verso la porta. Eloise li salutò con aria gioiosa, grata di quella meravigliosa sorpresa che le aveva sconvolto la giornata. Avrebbe atteso qualche minuto e poi si sarebbe avvicinata la mano sinistra alla bocca, per sussurrare:
«Ehi, Sis: questo è l’inizio di una nuova era.»


Edited by Nih . - 29/9/2015, 10:35
 
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no'one
view post Posted on 2/10/2015, 22:16




Chiuse il minuscolo ombrello con un colpo secco e calandosi il cappuccio in testa si buttò nella marea di gente che come ogni volta popolava Diagon Alley. Ci aveva provato a tenerlo aperto ma inutilmente, la via era così affollata che più volte aveva rischiato di infilzare qualcuno e viceversa.
Si era arresa quando l'oggetto aveva rischiato di aprirsi in due, dopo essersi incastrato tra due passanti che se n'erano andati dopo averle lanciato sguardi taglienti e secondo lei anche qualche maledizione. Aveva cercato riparo sotto le piccole tettoie che si susseguivano tra un negozio e l'altro ma guardando l'immagine che il riflesso di una vetrina le rimandava non doveva aver fatto un buon lavoro: capelli umidi semi appiccicati alla faccia, guance e naso rosso a causa dell'aria frizzante.
Sbuffando guardò il cielo grigio scuro sperando in una tregua almeno al momento di tornare a casa.
Davanti a lei, la vistosa entrata di Tiri Vispi Weasley con quell'enorme pupazzo che faceva ritmicamente sparire e comparire un coniglio dal cappello. Molti passanti si fermavano a guardare il mini spettacolo divertiti; probabilmente solo lei trovava i due visi sorridenti, inquietanti come quei pupazzi assassini dei film del terrore
*Davvero chissà cosa ci si potrebbe nascondere in quel cappello..* Almeno sembrava che all'interno del negozio ci fosse un'atmosfera più tranquilla rispetto l'esterno, cosa di per sé strana dato che sapeva per sentito dire del grosso via vai che lo caratterizzava. Lo aveva notato anche lei nell'unica volta in cui aveva avuto occasione di mettervi piede. Abbassando il cappuccio, cercò di sistemarsi alla bell'e meglio, sprimacciando il giubbino e cercando di pettinare i capelli con le mani... perchè non li aveva legati con un tempo del genere non lo sapeva nemmeno lei.
Con cautela si aggirò per il negozio per poi dirigersi verso il bancone dove ad attenderla vi era la ragazza che l'aveva servita poco tempo prima quando lei era scappata precipitosamente per la fretta. Se i ricordi non la ingannavano aveva cercato pure di fare conversazione con scarsi risultati. Appoggiò la mano al bancone per attirare la sua attenzione
"Ciao, ehm buongiorno.. sono qua per il lavoro.." maledizione era agitata, odiava ammetterlo ma aveva lo stomaco stretto in una morsa "sembra che saremo colleghe! Mi chiamo Sophia Daver.. forse ci siamo già viste a scuola?" riprovò con un po' più di entusiasmo e osando un sorriso cordiale.

 
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view post Posted on 4/10/2015, 12:31
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Ancora una volta, Oliver Brior passeggiava per le strade affollate di Diagon Alley, beandosi dei raggi di sole ancora caldo di quei primi giorni autunnali. Era già da più di due ore in quel villaggio, ma ancora non aveva concluso un solo programma di quelli prefissati la mattina. Doveva saperlo, del resto: Florian Fortebraccio era un faro di attrazione immenso, il ragazzo non era assolutamente in grado di non entrarci quando si trovava a pochi metri di distanza. E in effetti aveva perso tutto quel tempo proprio nel locale, circondato da tanti dolci, una tazza di cioccolata calda e forse ancor più pensieri di quanti ne credesse di avere. Uscito dal pub, dunque, si era indirizzato verso un'altra stradina laterale del villaggio, sentendo la testa quasi esplodere per il vortice di confusione che regnava al suo interno. Oliver stava riflettendo sulla piega presa dalla sua vita nell'ultimo periodo, quando ad un tratto lo sguardo si posò su un insieme di colori esplosivi; ben presto diversi suoni raggiunsero l'udito dello studente, dandogli l'idea che una folla di persone stesse ridendo a crepapelle. Leggermente più felice e meno pensieroso, il Grifone capì di essere giunto a destinazione e pochi istanti dopo faceva già il suo ingresso nel negozio di scherzi dei gemelli Weasley. Adorava quel posto, era come se il divertimento del mondo avesse una delle sue sedi in quelle mura: ogni aspetto triste veniva cancellato da quell'ambiente allegro e il volto di qualsiasi cliente non poteva che essere radioso alla vista di tanti oggetti spettacolari. Fortunatamente, Oliver aveva in programma un salto dai Tiri Vispi, quindi si prese qualche istante per girovagare tra i vari scaffali. Girandole dalle mille sfumature diverse, fuochi d'artificio impazziti, mazzi di carte che si mischiavano da sole, come sospese nell'aria da un Incanto di Librazione; un vociare incessante di clienti che parlottavano tra loro o anche tra sé, ignari di sguardi di altri passanti incuriositi; bambini dalla tenera età che stringevano le grandi mani dei genitori per spingerli verso il reparto dei loro scherzi preferiti; Puffole Pigmee che saltellavano come tante palle di pelo dalle tinte più sgargianti; tutto, in quel posto, sposava la parola "piacere" e la luce regnava sovrana come se scaturisse dagli stessi cuori dei numerosi clienti. In tutto quel casino, Oliver dimenticò qualsiasi riflessione o pensieri funesto, immergendosi nella bellezza del momento. Passò da un punto all'altro del negozio, infilandosi tra un corpo e un altro per non essere bloccato in file enormi. Chiuse gli occhi per un istante, beandosi di quella sensazione così semplice, mentre un sorriso molto radioso si imprimeva sul suo volto già estasiato. Contento, si decise a recuperare tutti gli oggetti di cui aveva bisogno: da una parte prese un Cannocchiale Tirapugni, da un'altra una piccola scatola di Cancella-Lividi Istantaneo, da un'altra ancora una Palude Portatile che sarebbe potuta essere sempre utile in diverse circostanze; pensò al pacchetto che avrebbe dovuto fare per una persona, soffermandosi sul carattere di quest'ultima: probabilmente anche un Detonatore Abbindolante non sarebbe stato male, quindi si avvicinò al reparto associato e ne sollevò uno. Mentre tornava al bancone con le braccia strette al corpo per non far cadere quegli acquisti, Oliver notò i fuochi da stanza che continuavano a zampillare in tanti colori l'uno contro l'altro: non resistendo, ne afferrò uno al volo, intento a comprarlo. Era quasi arrivato il suo turno, dopo essersi immesso nella fila, ma il suo sguardo captò un gruppetto di ragazzine che ridevano con un giovanotto dall'aria allegra, mentre stringevano tutte tra le mani fiale azzurre e blu; fece qualche passo in quella direzione e lesse l'etichetta della Pozione: Sognisvegli Brevettato, sogno assicurato.
*Interessante, magari mi ritrovo a cantare con Celestina" pensò, prendendone uno. Convinto di aver forse leggermente esagerato, tenne gli occhi fissi sul bancone, senza lasciarsi distrarre da altri oggetti così divertenti. Se fosse stato per lui, avrebbe comprato tutto, ma non poteva dar fuoco alla sua camera blindata alla Gringott. Arrivato il suo turno, si liberò di tutte le cose strette tra le braccia.
"Salve, vorrei acquistare queste cose" disse, gentile. "Sarebbe possibile fare un pacchetto regalo con tutto tranne i Fuochi d'artificio e questo?" aggiunse, indicando anche i Sognisvegli Brevettato. "Se è un problema, non si preoccupi" fece, rivolto alla commessa di spalle. Non aveva visto ancora chi fosse, ma sperava che la sua richiesta non fosse scocciante, oltre che scortese. Tra l'altro, la fila dietro di sé si era dispersa, attratta da una girandola esplosiva.




Per non farvi impazzire (pardon!), vi scrivo gli acquisti in fila.
Spero non sia un problema se mi ritengo già servito. Gracias, fanciulle!
• Cannocchiale Tirapugni - 1 Galeone
• Cancella-Lividi Istantaneo - 1 Galeone
• Detonatore Abbindolante - 1 Galeone
• Palude Portatile Piccola - 3 Galeoni
• Fuochi d'Artificio da Esterno – 3 Galeoni
• Sognisvegli Brevettato - 1 Galeone
 
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view post Posted on 6/10/2015, 23:11
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Per tutta la mattinata la pioggia aveva picchiettato sui vetri dei Tiri Vispi, producendo un suono leggero ma costante, capace di cullare i pensieri di Eloise, che più e più volte aveva rischiato di addormentarsi sul bancone. Quella mattina aveva avuto la geniale idea di uscire senza ombrello e, quando era entrata nel negozio, poche ore prima, aveva dovuto usare un Tergeo per asciugarsi.
Aveva dovuto seguire un paio di giovani studenti di Hogwarts che le avevano richiesto le Merendine Marinare, l’articolo di gran lunga più gettonato dopo gli Anelli dei Gemelli. Personalmente non le aveva mai usate e si era detta che sarebbe valsa la pena di saltare qualche lezione e approfittare dei benefici del clima ancora temperato. Certo, se avesse continuato a piovere così probabilmente si sarebbe fatta andare bene le pennichelle sul banco dell’aula di Storia.
Una volta terminato quel compito, era andata a sedersi dietro il bancone, la testa appoggiata sulle mani e lo sguardo perso ad osservare le goccioline che scivolavano sui vetri della porta. Piano piano la sua mente si era lasciata andare agli spontanei vagheggiamenti causati dalla solitudine. Nell’ultimo periodo si era immersa nelle faccende scolastiche e, tra un compito e un’esercitazione, si rese conto che era tanto che non scriveva a casa. Aveva mandato varie lettere nelle prime settimane di scuola e poi la sua corrispondenza era scemata nell’oblio. Si disse che era necessario rimediare, così prese un foglio, una penna e dell’inchiostro e si mise a elaborare qualche pensiero. Un inizio adeguato sarebbe stato “Cari genitori, non sono sparita...”, così intinse la penna e l’appoggiò sul foglio per iniziare a scrivere. Eppure, l’inchiostro che aveva preso prima pareva essersi dissolto nel nulla. Tornò a intingere la penna e ad appoggiarla sul foglio, ma ancora una volta non scrisse nulla. Interdetta, guardò la boccetta di inchiostro con le sopracciglia aggrottate: non pareva essere l’Inchiostro Simpatico, le boccette erano di forma diversa. Ci riprovò una terza volta, ma il risultato fu quello dei tentativi precedenti: il foglio era rimasto bianco.
Eloise prese la penna e se la portò vicino al volto: ecco di chi era la causa! Era una penna Nonscrivo che i due ragazzi di poco prima avevano deciso di non comprare! Per quanti tentativi avrebbe fatto, mai sarebbe riuscita a farla scrivere. E lo scherzo, architettato puramente dalle coincidenze, era riuscito perfettamente. Riportò la penna al suo posto e in quel momento la porta si aprì.
Tornò in fretta dietro al bancone, mentre osservava quella cliente in avvicinamento. Se non si stava sbagliando, doveva essere quella ragazza che aveva comprato la Polvere Buiopesto e che era fuggita quando aveva sentito le sue parole in merito alla Festa di Fine Anno. La Tassa si mise a trafficare con il foglio e l’inchiostro per metterli via, quando la sua attenzione venne attirata da quella mano appoggiata sul bancone.
Alzò lo sguardo e se la ritrovò davanti: capelli lunghi e scuri, luminosi occhi azzurri, l’aria da pulcino bagnato. Era strano che qualcuno si avvicinasse al bancone senza prima aver fatto incetta della merce, così Eloise le dedicò uno sguardo incuriosito e interrogativo. Le parole che pronunciò la sconosciuta la lasciarono sgomenta: era stata presa come garzona ai Tiri Vispi. Per un attimo, rimase ferma, incapace di spiccicare parole. Era sempre stata la più piccola del team, e ora il suo ruolo veniva preso da una nuova ragazzina. Non era gelosa, ma era strano dover convivere con quella consapevolezza, dover accettare quell’evoluzione di ruoli. Dopo un primo momento di stupore, era pronta ad accogliere il cambiamento.
Un secondo dopo si rese conto che in verità era stata avvisata di quella novità: la settimana precedente Fred e George le avevano detto ufficialmente che avevano deciso di prendere qualcuno in più, perché il lavoro era tanto e le esigenze del negozio di scherzi si stavano ampliando. La sua prima reazione era stata gratitudine, perché con tutto il lavoro che c’era da fare non riusciva sempre a finire i suoi compiti.

« Finalmente si sono decisi a prendere qualcuno che non avesse i capelli rossi! La situazione iniziava a diventare monotona da queste parti!» Esclamò con entusiasmo. Davanti a lei, infreddolita e incerta, stava la persona che avrebbe preso parte al cambiamento delle sue abitudini, che ne era la causa. Era contenta di poter condividere con qualcuno le faccende dei Tiri Vispi, soprattutto se si trattava di una sua coetanea abbastanza furba da prendere in considerazione di lavorare a un negozio di scherzi.
«Io sono Eloise Lynch e credo di averti venduto della Polvere Buiopesto in passato!» Non le sembrava carino ricordarle di essere stata snobbata, Sophia poteva avere tutte le ragioni del mondo per andare di corsa e, poco ma sicuro, non erano una faccenda di suo interesse. Le sorrise, osservandola: doveva cercare di metterla a proprio agio.
«Se non sbaglio mi hanno detto di spiegarti a grandi linee le nostre mansioni, ma prima dimmi un po’: come mai hai risposto all’appello dei Tiri Vispi? E... in che Sala Comune ti trovo?» Tentativo fallito. Più che metterla a proprio agio era riuscita a farle il terzo grado.

Il viavai di quella giornata era intenso, ed Eloise tentava di destreggiarsi tra scherzi rumorosi e clienti agitati. La ragazzina si trovava in mezzo al locale e stava illustrando a una signora dalle forme tondeggianti le differenze che intercorrevano tra le varie Bacchette Trabocchetto. Le guance le si accesero quando si immaginò la signorona nell’atto di agitare la bacchetta e di trasformarla in un paio di mutande da uomo. Nonostante l’imbarazzo del momento, sembrava interessata all’articolo, e si rifornì di almeno tre scatole. Un’altra missione era stata compiuta.
Voltandosi, Eloise vide una boccetta di Puzzalinfa precipitare verso il terreno. Ai suoi occhi si muoveva a rallentatore, ma dovette lo stesso fare uno sforzo sovrumano per chinarsi e salvarla prima che fosse troppo tardi. Se non ci fosse riuscita, l’intero negozio sarebbe stato invaso da un odore tremendo e tutti i clienti sarebbero scappati a gambe levate. La Tassa alzò lo sguardo verso il colpevole e si morse il labbro pur di evitare di attribuirgli nomignoli spiacevoli.
Lanciò uno sguardo verso il bancone e notò che si era accumulata una piccola coda di persone: pessimo, pessimo! Avrebbe dovuto sbrigarsi per evitare che i clienti fossero scontenti. Rimise la boccetta al suo posto e, mentre tentava di ritornare al suo nido, al suo scoglio sicuro, vide passare sulla sua testa un Fuoco d’Artificio impazzito: ma chi l’aveva fatto partire? Perché quando iniziavano a esserci più di cinque clienti contemporaneamente si creava il delirio? Eloise stava inizianto a sospettare che i gemelli avessero incantato il negozio, in modo da farlo apparire più vivo del normale, più folle, più frizzante.
La fortuna di lavorare ai Tiri Vispi era che, con la pioggia o con il sole, la gente che passava era sempre di buon umore. La stessa Eloise aveva imparato a sviluppare una positività perenne, che spesso evolveva nello scherzo e nella burla, e talvolta rischiava di infastidire qualcuno, specialmente fuori dal negozio. Servì i suoi clienti, uno a uno, cercando di essere più cordiale possibile e di evitare i fuochi che le facevano la rasetta sulla testa e con molte probabilità avrebbero potuto causare la sua morte.
Salutata la signora rotonda e le sue bacchette-mutanda, fu il turno di un giovane ragazzo che era almeno la terza volta che vedeva da quelle parti. Sicuramente gli aveva rifilato una Puffola Pigmea, in passato.
«Ciao!» Esclamò la rossa quando lui si fu avvicinato al bancone. «Sono 10 Galeoni!» Gli disse sorridendo. Una volta presi i soldi, iniziò a imbustare gli articoli, aggiungendo le due Gelatine d’Oro che spettavano di diritto al ragazzo. Alla richiesta del pacchetto, Eloise gettò uno sguardo alle spalle del giovane, per controllare quanta gente c’era in coda. Constatando che la folla si era dispersa a causa di chissà quale strano congegno, annuì. «Certo, nessun problema!» Prese il Cannocchiale, il Cancella-Lividi, il Detonatore e la Palude e li mise dentro una scatola di cartone rigido che aveva accanto al bancone. La chiuse con l’apposito coperchio e, non appena i due pezzi ebbero aderito, sulla superficie della scatola iniziarono a formarsi immagini di fuochi d’artificio che esplodevano. Eloise prese del nastro e fece un gran fiocco arancione sulla sommità. Una volta che il nodo fu pronto, sulla scatola iniziarono a vedersi scintille e coriandoli colorati, che partivano dal punto in cui si trovava il nastro e scendevano per tutta l’altezza della scatola. Anche il kit per preparare i regali ai Tiri Vispi era qualcosa di incantato! «Ecco a te, spero ti piaccia!» Disse, sporgendo il regalo al ragazzo.
 
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view post Posted on 10/10/2015, 09:44
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I suoni che aleggiavano in quel posto sembravano provenire da una festa immensa, popolata da persone chiassose e molto divertite. Nessuno avrebbe potuto assumere un'espressione triste nel momento in cui i piedi avrebbero varcato la porta d'ingresso de negozio.
*Che cosa bella!* esclamò Oliver, ma si accorse di non aver affatto pronunciato quella semplice frase, custodita nella sua mente in maniera quasi gelosa. Sorrise alla commessa, una ragazza molto abile in quel ruolo, essendo veloce e preparata; inoltre, aveva un viso molto carino, oltre che cordiale, e personalmente non poteva che apprezzare entrambe le cose, essendo un Irlandese attento ai dettagli.
"Ecco a te" le disse, mettendo a tacere la sua strana coscienza che lo invitava ad usare la forma di cortesia perfino nei confronti di una sua coetanea. "Lei", "Madama", "Monsieur", tutti quei nomi altisonanti non avrebbero dovuto circondare l'intera natura di Oliver, non in luoghi così piacevoli e poco rigidi come il negozio di scherzi dei gemelli Weasley. Notò con piacere che la garzona avesse acconsentito a sistemare quegli oggetti in un pacchetto regalo, quindi aspettò che fosse pronto, osservandolo con uno sguardo luminoso e molto allegro. La bellezza di quella confezione lo lasciò per un attimo senza parole: un'esplosione di colori aveva avvolto l'intero regalo, rendendolo visibilmente attraente agli occhi di qualsiasi spettatore. Inoltre, forse senza neanche saperlo, ma la commessa aveva inserito un fiocco arancione che, in unione con i fuochi d'artificio in parte rossi sulla scatola, richiamavano proprio le sfumature della Casata di Grifondoro, quella di appartenenza dello stesso Oliver nonché dello studente cui avrebbe fatto omaggio di quel piccolo dono appena acquistato. Quando tutto fu pronto, sorrise un'altra volta.
"Meraviglioso, ti ringrazio di cuore! Sono certo che il festeggiato cui andrà questo regalo potrà apprezzarlo tanto"
Poche parole pronunciate con un tono di voce radioso e leggermente più alto del normale, così da farsi sentire in quel trambusto affascinante. Dopo aver pagato e ritirato le due Gelatine d'Oro - quella collezione era incredibile! - Oliver ricordò il volto della ragazza, associandolo alla stessa garzona che gli aveva venduto la sua Puffola Pigmea e che...
"A proposito, la mia Puffola Pigmea non mangia caccole, per fortuna" - rise, sperando che l'altra portasse alla memoria la battuta fatta tanto tempo prima in quello stesso locale - Ma adora sgranocchiare le patatine fritte, è mai possibile?" concluse, ponendo quella domanda con aria ironica. E pensare che Mos davvero adorasse mangiare sia patatine sia hamburger: gli animali più strani del mondo erano i suoi, del resto bastava pensare a Lady, la candida civetta delle nevi in grado di offendersi e lanciare via qualsiasi lettera, invece di consegnarle come un normale pennuto messaggero. "Io sono Oliver, comunque, è un piacere rivederti. Questo negozio è bellissimo!"
Allungò la sua mano in perfetto stile giovanile; se avesse dovuto seguire le regole dell'etichetta, il rozzo gesto di stringere una mano sarebbe stato sostituito con una sorta di riverenza, quasi un "touché" velato con un cenno del capo verso il basso.

 
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no'one
view post Posted on 16/10/2015, 22:12




Beccata! Evidentemente era troppo sperare che quella che sarebbe diventata la sua nuova collega si fosse dimenticata della sua faccia. C'è tanta gente che si dimentica il viso di chi ha avuto davanti anche solo cinque minuti prima, mentre lei si ricordava ancora il suo a distanza di qualche mese. Che imbarazzo.
“Avevo fretta, sono quasi dovuta sgattaiolare via di nascosto per entrare, fuori mi aspettavano” commentò precipitosamente “Io non volevo essere scortese.. di solito non mi comporto così” o forse si? Forse qualche volta era capitato, quando le girava male.. ma non quella volta! Almeno di quello ne era certa.
Non le era passata inosservata la faccia stupita della ragazza quando si era presentata e se ci pensava, la faccenda aveva un lato buffo: tra le due, la più stupita del suo arrivo li era lei. Con le mani aggrappate al bordo del bancone iniziò a dondolare il corpo sui talloni, in un movimento che la rilassava e allo stesso tempo le permetteva di fare altro, piuttosto che contorcersi le mani nervosamente, come far vagare lo sguardo sulla sua superficie lucida, dei fogli ancora inutilizzati, delle strane orecchie unite da un filo che probabilmente erano state appoggiate distrattamente da qualcuno e poi dimenticate. Tutto li dentro era disposto in un ordine disordinato, una particolare contraddizione che ben si adattava all'ambiente; nessuno entrando in un negozio di scherzi si aspettava ordine e precisione, anzi. Quella nuova esperienza la spaventava, inutile mentire a se stessa ma ormai si trovava li e non poteva scappare via come una povera demente.
Distrattamente portò una mano ai capelli mentre ascoltava Eloise fare uno strano commento sui capelli rossi che non colse. C'era qualcosa di male nell'avere i capelli i scuri? Non è che poi le avrebbero chiesto di tingerli vero?


«Se non sbaglio mi hanno detto di spiegarti a grandi linee le nostre mansioni, ma prima dimmi un po’: come mai hai risposto all’appello dei Tiri Vispi? E... in che Sala Comune ti trovo?»

Abbandonando le paranoie che stava partorendo il suo cervello si concentrò sulle domande che le erano state rivolte. Sala comune? Risposta facile. Perché era li? Ah! Avanti la domanda di riserva prego!!
La verità era che voleva fare qualcosa di nuovo, uscire dal castello, conoscere persone nuove, rendersi utile in qualcosa che non fossero compiti o sport – quidditch, pff.. con la sua pessima coordinazione sarebbe volata giù dalla scopa dopo due minuti o nel peggiore dei casi avrebbe preso un bolide in faccia – insomma le servivano nuovi stimoli. Apatia era la parola esatta e a soli 12 anni era una pessima cosa. Ahimè tutto ciò era più facile da dire a sé stessa piuttosto che ad un'estranea.

“Io volevo fare qualcosa che non ho mai fatto prima” * e questa da dove ti è uscita?! * “Insomma volevo qualcosa di mio” * sempre peggio ragazza * “cioè, si, imparare un lavoro” * cos'è? sei, tuo padre? * “io-io...vogliodiventarepiùsocievole!” * Baaam ecco a voi signori e signore la vincitrice !! La più sfigata dell'anno!!! *
Ma che diavolo le era preso? Cavolo!! “Vorrei solo uscire dal mio guscio ok? Diventare un po' più aperta come quelle ragazze che sorridono facilmente, quelle cose li. E sono al primo anno, Corvonero” disse secca. Il discorso era chiuso “Ora sono pronta per ascoltare e prendere appunti”senza pensarci troppo afferrò lo strambo oggetto che aveva adocchiato mentre si guardava attorno “Sono tutta orecchie!” sorrise, con le guance che bruciavano, sperando di uscirsene dalla figuraccia appena fatta.

… Finalmente si sono decisi a prendere qualcuno che non avesse i capelli rossi! La situazione iniziava a diventare monotona da queste parti ….

Capelli rossi. Gemelli. Eloise. Monotonia.

“Eeeeehhii ora ho capito la battuta sui capelli!!” * sveglia bimba svegliaaaaa! *

 
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view post Posted on 23/10/2015, 16:08
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Tiri Vispi Weasley.
Anche il nome aveva un tocco di classe, a prescindere dal fatto che richiamasse il cognome degli ormai storici proprietari. Entrarci era sempre un piacere per gli studenti di Hogwarts e lo stesso, in effetti, poteva dirsi per il ragazzo vestito con un paio di accesi e sicuramente assurdi pantaloni verde acqua. Oliver si sentì immediatamente attratto di suoni del posto che aveva visitato già diverse volte; non appena si era messo d'accordo con lo staff della sua stessa Casata, subito aveva scelto di portare a termine gli acquisti previsti nel negozio in questione. Del resto, aveva molti motivi per farlo, a partire dalla bellezza degli scherzi e dei colori che aleggiavano ovunque per concludere perfino con la gentilezza della commessa che aveva visto in passato e che era certo appartenesse alla Casata dei Tassorosso; la simpatia era un tratto principale per tutti loro, almeno dall'impressione ricevuta da Oliver in numerose circostanze. Sorrise a Valéry, il concasato che aveva accettato di buon grado di accompagnarlo in quella strana sessione di shpping mattutino e gli rivelò di essere ormai arrivati alla loro prossima tappa. Con aria fin troppo allegra, l'Irlandese varcò la soglia d'ingresso dei Tiri Vispi Weasley per immergersi totalmente e consapevolmente nel turbine di emozioni perennemente attivo tra quelle mura. Purtroppo non avevano molto tempo, c'erano altri negozi da vedere e altri oggetti da acquistare per il programma che ben presto avrebbero attuato nella loro stessa Sala Comune: il solo pensiero di vedere la Signora Grassa, guardiana dei Grifondoro, alle prese con qualche Bacchetta Trabocchetto trasformata in mutande faceva ridere di gusto il giovane Mago. Figuriamoci poi osservare la donna del ritratto cantare qualche brano lirico o jazz con tutti i ragazzi... Oh, giusto, quello era già accaduto. Oliver trattenne a stento una risata, che si disperse nell'aria, mischiandosi ai suoni piacevoli e divertenti di quel posto incantevole. Si scambiò un'occhiata d'intesa con Valéry, dividendosi per recuperare il necessario per il loro piano che a breve sarebbe stato reso pubblico. Trovò in fretta i Fondenti Febbricitanti, le Pasticche Vomitose, i Pasticcetti Svenevoli e una stecca bella grande di Torrone Sanguinolento, del resto il reparto dei dolci, per quanto strani e disgustosi potessero sembrare, era un richiamo immenso per una persona golosa come lui. Con le braccia già strapiene, tentò di non far cadere nulla mentre si destreggiava come un funambolo attraverso la folla di clienti del negozio. Oltrepassò con rammarico uno spettacolo di carte magiche che si auto-mischiavano ogni cinque secondi: avrebbe voluto scoprire qualcosa in più anche riguardo i giochi di invenzione Babbana, sembrava che i gemelli Weasley ne conoscessero diversi.

"Un'altra volta" pensò, ripromettendo a se stesso di ritornare tra quelle mura esplosive con calma. In fretta adocchiò il bancone con le Bacchette Trabocchetto e, dopo una rapida lettura alle varie etichette, sollevò con attenzione otto di quegli oggetti divertenti, prendendone quattro in grado di tramutarsi in polli di gomma e altre quattro in grado di diventare mutande, così sarebbe stato perfetto per ogni evenienza. Infine, ripetendo la lista in mente, si accorse di aver concluso tutto e fece segno a Valéry di andare a pagare. Arrivato al bancone, posò tutto e con voce squillante disse:
"Salve, prendo questi, grazie"
Chissà, la commessa poteva essere la ragazza dal volto gentile che aveva conosciuto l'ultima volta. Oppure...
"Miss Simpatia lavora qui, che lei sappia?" chiese, dando parola alla sua stupida riflessione. Si sistemò il cappellino in testa, aggiungendo subito dopo con un sorriso: "Intendo Sophia, è una mia amica"
Amica? Forse meglio dire "è la ragazza impertinente che ha attentato alla mia chitarra", ma se l'avesse vista, be', glielo avrebbe detto da vicino con ironia. Adesso doveva fare in fretta, quindi dopo il pagamento sarebbe subito uscito con Valéry per dirigersi alla prossima meta, non doveva neanche essere lontana da quel punto di Diagon Alley.

Da scalare dal Conto di Casata Grifondoro. Mi ritengo servito, ladies!

- Bacchette Trabocchetto: 4 Pollo / 4 mutande (x8, 40 Falci)
- Fondenti Febbricitanti: (x6, 24 Falci)
- Pasticche vomitose: (x6, 12 Falci)
- Torrone Sanguinolento: (x1, 15 Falci)
- Pasticcetti Svenevoli: (x8, 24 Falci)
• Totale: 115 Falci, ossia 6 Galeoni e 13 falci

E ora merito anche un bacino da Miss Simpatia :asd:

 
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view post Posted on 17/12/2015, 20:16
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all that is gold does not glitter, not all those who wander are lost

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Vedere l’espressione meravigliata che si dipingeva sul volto del ragazzo diede a Eloise la consapevolezza di aver fatto qualcosa di buono. Era una sensazione decisamente lusinghiera e la sorprendeva perché fino a quel momento non era del tutto sicura di poter produrre qualcosa di così soddisfacente per un cliente. Sì, il kit per i regali di casa Weasley era stato provato e approvato, il successo riscosso era tangibile. Sorrise di rimando, immaginandosi il momento in cui quel ragazzo gentile avrebbe donato il suo regalo al festeggiato.
«Sono contenta che ti piaccia... E’ la prima volta che sperimento questo kit per pacchetti! Sarei quasi curiosa di vedere la faccia del festeggiato!» Rispose, puntando l’indice contro al cliente con aria complice. La coda dietro di lui si era allungata, ma la gente non sembrava avere fretta, intrattenuta com’era dai Fuochi. Ritirò i soldi nella cassa e tornò a volgere lo sguardo verso il ragazzo castano, che ora riportava a galla la storia della Puffola Pigmea.
«Ma come non le mangia?!» Domandò, sorpresa, assumendo un’espressione allibita. Non lo stava prendendo in giro, anzi.«Ne sei sicuro? Perché di solito amano recuperarle dai nasi dei maghi addormentati senza disturbare il loro sonno... Sei davvero certo che non lo faccia anche con te?» Mentre parlava, annuiva, nel tentativo di rafforzare l’idea che stava sostenendo. Alla domanda finale, si sporse in avanti, assumendo l'aria da investigatore privato che sta complottando con un suo cliente. Effettivamente il mangime che tenevano in negozio pareva essere composto al 90% di caccole – stando a quanto aveva letto una volta in cui il negozio era libero dai clienti.
Non era del tutto sicura che il ragazzo avrebbe apprezzato quel genere di discorsi, ma l’argomento caccole non era poi così strano da sentire all’interno di un negozio di scherzi. Quando Oliver si presentò, Eloise fece un accenno di inchino con un lieve movimento del capo.

«Eloise Lynch! Non potrei essere più d’accordo, ma il merito non è mio!» Rispose al ragazzo, stringendogli la mano con vigore.

Eloise guardava Sophia negli occhi mentre lei tentava di giustificare la fuga durante il loro primo incontro. Aveva un’espressione divertita e rilassata mentre la nuova collega si affannava a fornire una spiegazione. Non voleva canzonarla, ma farle capire che non c’era alcun problema, che era normale non voler passare la propria vita a contatto con i garzoni di sgangherati negozi, che la comprendeva.
«Sono sicura che un giorno mi convincerai di essere gentile...» Disse, con aria di finta accusa. Un istante dopo scoppiò a ridere: un po’ per la situazione comica, un po’ perché non voleva che Sophia pensasse che lei la considerasse “non gentile” e se ne avesse a male. La donzella appariva piuttosto adorabile e non voleva metterla in difficoltà durante il suo primo giorno di lavoro.«Ovviamente sto scherzando, non ti preoccupare, capisco la fretta che hai avuto quel giorno.»
Eloise fece spallucce e decise di abbandonare l’argomento ormai passato e di concentrarsi su ciò che aspettava lei e la sua nuova compagna. Iniziò a pensare da dove cominciare per spiegare la disastrosa disposizione degli articoli ai Tiri Vispi, come trovare gli oggetti e come ricordarsi dove fossero posizionati. Il problema risiedeva nel fatto che quel negozio era l’antitesi dell’ordine, della logica e dell’organizzazione. Lei lo amava proprio per quello, ma per qualcuno alle prime armi – come lei lo era stata qualche tempo prima – era essenziale cercare di capire come destreggiarsi lì in mezzo il prima possibile.
Tornò a concentrare la sua attenzione su Sophia, che le spiegava le ragioni per cui era capitombolata da quelle parti. La sua spontaneità e la sua schiettezza l’avevano già resa un soggetto interessante agli occhi della Tassina. Le sue labbra si incresparono e le sue efelidi si avvicinarono quando la Corvetta citò le “ragazze che sorridono facilmente”. Era un essere umano decisamente divertente.

«Bene, allora penso che tu sia capitata nel posto giusto. Lasciando la timidezza alla porta sono certa che riuscirai a ottenere tutto quello che ti aspetti, soprattutto la fondamentale abilità a sorridere facilmente!» E’ qualcosa che decisamente non mi manca, disse Eloise a se stessa. Il rimprovero principale che faceva a se stessa era, infatti, la sua incapacità ad apparire misteriosa, affascinante e oscura.
Prese una penna e un foglio dal cassetto dietro al bancone: sarebbero stati utili alla nuova apprendista. Rise di gusto quando la donzella fece il collegamento tra la sua battuta e il colore dei capelli, notando che forse non aveva proprio alcun problema di timidezza.

«Bene, ecco carta e penna. Direi che posso iniziare a spiegarti in cosa consistono le nostre mansioni in apertura e chiusura del negozio... Poi magari ti do qualche suggerimento per come comportarsi con i clienti... E poi ti spiegherò com’è disposta la merce. Per questa settimana. L’organizzazione cambia sempre...» Disse a Sophia mentre ragionava, facendo mente locale delle informazioni che sarebbero state essenziali. Sarebbe stata una mattinata decisamente lunga.


*** Per Oliver: scusa di tanto il ritardo, siamo state inglobate in un passaggio spazio-temporale per un po'. Per gli acquisti a nome dei Grifoni ti servirà Sophia.
 
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395 replies since 26/7/2007, 14:22   15598 views
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