| Ci aveva pensato e ripensato giorni, per come vendicarsi di Breenbergh e dei suoi regali imbarazzanti. Horus non era mai stato tipo da scherzi: da piccolo, quando era alto poco più di una spanna e una Gelatina, era solito riceverli, ma una volta cresciuto, nessuno aveva più avuto il coraggio di burlarsi di lui: se per l'altezza, la spilla o la nomea non era dato sapere. A lui, però, andava bene così. Si era sempre rimproverato di avere un senso dell'umorismo tutto particolare e gli scherzi non rientravano decisamente nel suo repertorio. Non lo facevano ridere, né trovava divertente farli. Tuttavia Camillo era colui che era riuscito ad accendere, nel Caposcuola, un vago senso di rivalsa che sfociava direttamente in quel mondo inesplorato di burla e giochi e dopo lo scherzo dell'anno scorso e le mutande di quel Natale, Camillo meritava una degna risposta. Ed era stata una gran fortuna, per lui, che Horus avesse aperto i suoi pacchetti in privato, chiuso in camera sua e non sotto gli occhi di tutti, altrimenti il disgraziato olandese ne avrebbe passate delle belle che nove su dieci gli avrebbero fatto ritrovare una chiappa al posto della narice. Così, nel cuore della notte precedente, un'illuminazione era giunta nella testa del Tassino, di ritorno da una ronda particolarmente spiacevole a causa delle lamentele di Gazza. Era stato proprio il viscido Guardiano ad avergli suggerito l'idea perfetta. Così, l'indomani, Horus aveva approfittato di un sabato privo di impegni per Smaterializzarsi a Diagon Alley e fare un salto ai Tiri Vispi. Non era un negozio che soleva frequentare spesso, nonostante ciò era impossibile non riconoscerlo spiccare agli angoli della strada, con le sue finestre di un arancio acceso e il fantoccio allegro e sorridente pronto ad accogliere chiunque passasse di lì. Quando entrò, Horus non poté non concedersi un altro piccolo tour del caratteristico locale, rimanendo incuriosito da questo o quell'altro aggeggio, cercando con lo sguardo, oltre le scatole di torroni sanguinolenti e pasticcetti svenevoli, delle gabbioline dove avrebbe potuto trovare il suo obiettivo. Le trovò non molto più in là: saltellavano pelose e pigolanti e i loro piccoli occhietti guardavano imploranti chiunque passasse di lì. Per un istante, Horus fu tentato di lasciar perdere. Non era convinto fosse la vendetta giusta, ma poi, pensando alla tenera (o forse no?) molestia di Camillo, decise che quella palla di pelo pastello era l'ideale per lui. Probabilmente Camillo l'avrebbe spedita a calci nel sedere (avevano un sedere le Puffole?, si chiese) a casa sua, ma sarebbe comunque stata lì a rompergli i Boccini al suo ritorno in patria. Così, con un ghigno, scelse una Puffola rosa antico, prendendola dalla gabbia con un movimento impacciato, mentre questa gli risaliva il braccio allegra e pigolante. Di ritorno al bancone per pagare, nel tragitto Horus adocchiò un altro paio di curiosi ammennicoli che giudicò fare al caso suo e che poggiò sul tavolo, sentendo un prurito insolito al collo. « Ehm ciao! » Salutò chi c'era dietro al bancone. Si voltò lievemente cercando di acciuffare la Puffola che gli si stava infilando nel maglione, facendogli un terribile solletico. « Hai un cestino, gabbia, qualsiasicosa per questa? » Rise, tenendo la Puffola fra le mani in modo che non potesse tornare all'attacco. Paziente, attese che gli venisse fornito il conto e qualcosa dove mettere la creaturina molesta, per poi lasciare sul bancone l'importo. « Ti ringrazio. Ci si vede. » Salutò, quindi, lasciando il negozio con un sorriso ironico stampato sul volto.
Quando fu lì, lì per Smaterializzarsi, la Puffola tirò un acutissimo strillo che fece gelare il sangue nelle vene del ragazzo. *Oh no. E se la tiene in camera e questa tira strilli per tutta la notte? Fu l'amletico dubbio. Ormai, era troppo tardi. Acquisto: • Puffola Pigmea • Detonatore Abbindolante [x1] • Orecchie Oblunghe [x2]
Scusate se mi considero servito, ma sono già in ritardo di mesi per Natale (e needo anche Gelatine).
PS: mi pare di ricordare, dai libri, che le Puffole potessero essere prese da chiunque, per questo motivo Horus la prende da sé. Se ho toppato, scusate!
|