Tiri Vispi Weasley

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view post Posted on 20/2/2017, 12:16
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Avrebbe dovuto fare i complimenti ai Tiri Vispi Weasley per le loro nuove tinte per capelli. Gli effetti magici erano sorprendenti, a partire da quella camaleonte - autrice di non poche figuracce, ma anche di grosse grasse risate - per concludere, tanto per citarne un'altra fuori dall'ordinario, con quella leopardata. O non era forse l'esatta etichetta che la descriveva? Di sicuro erano tutte eccezionali, avrebbero fatto la gioia di numerosi clienti in vista dei festeggiamenti coloratissimi di Carnevale, a fine mese. Oliver si era quasi autoconvinto di acquistarne almeno altre tre fiale, una delle quali sarebbe accidentalmente caduta nel flacone di shampoo di Fred e Fabio, i suoi migliori amici nonché compagni di dormitorio. Sarebbe stato interessante vedere le loro chiome diventare improvvisamente caleidoscopi veri e propri, degni dell'attenzione di qualsiasi telescopio dall'alto della Torre d'Astronomia. Fu quel richiamo involontario nella sua mente a risvegliare un dolore che ancora non era stato in grado di dissipare per bene. Valéry era andato via da Hogwarts, era riuscito soltanto a salutarlo un'ultima volta, senza essere neanche sicuro di quale motivo fosse presente alla base della sua decisione, della sua partenza, del suo abbandono. Prima Argentea, con la quale Oliver aveva legato profondamente, sebbene non fosse ancora allievo della sua disciplina; poi Leia, una Capocasa che aveva fatto la vera storia di Grifondoro qualche anno primo, conducendo tutti loro ad una meritatissima vittoria; infine, Valéry, che assumeva il ruolo di un autentico Amico con la lettera maiuscola, prima di essere considerato soltanto un docente tra i tanti, un altro Capocasa d'eccezione fra pochi. Sospirò. Non aveva intenzione di gettarsi a capofitto nei ricordi, non ne aveva la forza ultimamente. D'altronde, il disturbo del sonno stava esaurendo le energie del Caposcuola al pari di una forza segreta e indissolubile, cosa che fece riflettere Oliver circa l'acquisto necessario di un ennesimo Filtro Sognoleggero da Zonko. Più tardi avrebbe trovato il modo di raggiungere il villaggio, per il momento si sarebbe lasciato circondare tranquillamente e con estremo piacere dagli scoppi di divertimento, luci e colori che soltanto il Regno di Scherzi dei Weasley avrebbe potuto veramente offrire. A passi rapidi, dunque, raggiunse il negozio e fece il suo ingresso già con un primo sorriso stampato in volto. Era contento di essere in quel luogo, era felice che il locale avesse così tanto successo. Inoltre, da un po' di tempo anche una sua concasata aveva ottenuto un lavoro extra tra quelle mura così vivaci, quasi sembrava che Grifondoro avesse attecchito le sue radici lì fin dal principio con i proprietari, adepti di Godric a loro volta. Sfiorando una Puffola Pigmea con una carezza e scappando da un Fuoco d'Artificio Filibuster appena acceso da sé, finalmente il ragazzo arrivò al bancone e fece la sua ordinazione. «Buongiorno, vorrei tre filtri d'Amore Tumistreghi e un Pagliaccio nel pacchetto. Per il secondo, se possibile, una confezione regalo.» Ricordava ancora la carta che avvolgeva un dono del passato, tutta scoppiettante e colorata come in un'esplosione degna di nota. Quanto apprezzava quel negozio!


Dal Conto Casata Grifondoro
» Filtro d'Amore Tumistreghi x3

Dal mio conto
» Pagliaccio nel pacchetto
 
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view post Posted on 1/3/2017, 00:00
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PHxUgSTL’avvento delle feste di Carnevale significava solo una cosa ai Tiri Vispi Weasley: un aumento esponenziale di colori, scoppi, imprevisti e follia. Come a dimostrare che era possibile essere ancora più fuori di testa del normale. A differenza dell’anno precedente, in cui i principali negozi di scherzi del Regno Unito avevano messo su una festa incredibile, quest’anno non c’era nessun Be My Double all’orizzonte. I gemelli si erano limitati (un termine estremamente fuori contesto) ad aumentare il caos che regnava all’interno della bottega. Ciclicamente venivano fatti esplodere dei fuochi d’artificio, il lancio dei coriandoli era una costante e le stelle filanti volanti viaggiavano per il negozio guidate da vita propria. Commessi e proprietari si erano conciati nei modi più astrusi con tinte, costumi e deformazioni del corpo. Eloise, alle prese con un piccolo bambino che provava un Bracciale della Bestia, aveva i capelli di una sfumatura cangiante che andava dal turchese al verde acqua, un Detonatore Abbindolante infilato nella cintura e delle Orecchie Oblunghe a mo di sciarpa.
La festa dell’anno precedente era stata sicuramente una fatica, e altrettanto sicuramente Eloise non si lamentava di essere molto più libera di godersi le feste, ma mettere su tutta la baracca era stato un gran momento. Organizzare spazi, decorazioni, stand e giostre, dare vita alla battaglia e ideare i premi era stato entusiasmante (talmente tanto che ogni tanto si chiedeva ancora che fine avevano fatto gli strambi giostrai che avevano ingaggiato). Era stata per giorni a stretto contatto con i Gemelli, con il vecchio Zonko, con Soph e Daddy, e non si era mai annoiata. Le aspettative di quest’anno, invece, non erano altrettanto alte, e nessuno aveva lanciato una proposta di una qualche festa: meglio così, si era detta, non sarebbe stata pronta a replicare un altro ballo.
«Evanesco!» Esclamò la rossa puntando la bacchetta sul fuoco d’artificio che stava per decapitare un cliente. «Oliver, ciao!» Riconobbe in lui il Caposcuola Grifondoro e, dopo aver rivolto un ultimo sorriso al ragazzino del Bracciale - che sembrava soddisfatto del suo acquisto - si dedicò a Brior. Lo sguardo che gli rivolse fu interdetto: era abituata a vederlo pieno di energie, esplosivo, ma quella che le si presentava davanti sembrava più una versione affaticata dello stesso. Non avendo la confidenza adeguata ad indagare in quella direzione, o semplicemente a chiedere se andasse tutto bene, Eloise si limitò a svolgere il suo ruolo. Annuì alle sue richieste lanciandosi un’Orecchia Oblunga dietro la spalla e andò a recuperare gli articoli.
«Occhio a non esagerare con i Tumistreghi, possono avere effetti più rischiosi di tante diavolerie che vendiamo qua dentro...» Disse con fare ammiccante una volta tornata al bancone. Con un rapido colpo di bacchetta la scatola del Pagliaccio venne avvolta da una carta da pacchi apparentemente neutra. Una volta che Eloise ebbe piazzato il fiocco in cima, da esso scaturirono fiotti di coriandoli in movimento, che andarono ad animare la carta. Talvolta qualcuno sfuggiva alla presa della carta e veniva fuori, un vero coriandolo in mezzo a tanti altri disegnati.
«A te...» Esclamò, porgendo la borsa con gli articoli dentro. «Fanno 14 Galeoni!» Preso e ritirato il denaro, Eloise fece scivolare due Gelatine d’Oro nelle mani del Caposcuola.

 
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Emma Woodhouse
view post Posted on 4/3/2017, 11:21




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La biondina si era voltata per incassare con prudenza i galeoni che la sua prima cliente le aveva appena porto quando, apparentemente dal nulla, sbucò una terza ragazza dalla voce squillante, facendola strabuzzare gli occhi sorpresa e sobbalzare di qualche passo. Non era vietato da qualche legge spaventare la gente in quel modo? Collegò che quella fosse la sua collega e futura compagna di avventure (o sventure?) solo quando sentì il tintinnio della porta, segno che adesso erano rimaste solo loro due all'interno del negozio. O almeno così sembrava. Magari si nascondevano dietro una tenda anche i gemelli, intenti a ridersela per la buffa reazione di Emma.
"Sappi che dopo questa apparizione ad effetto sei proprio in debito con me! Però potrei perdonarti con qualche sacchetto di caramelle eh..." Si rivolse ad Eloise, scoppiando in una risata allegra. Sicuramente la sua era una battuta, ma le caramelle le avrebbe volentieri mangiate, come sempre d'altronde. Le sembrava opportuno palesarle la sua estrema golosità, cosicché non la prendesse per pazza quando, durante i lunghi turni di lavoro, avrebbe dato fondo a scorte di dolciumi da far impallidire il più assiduo cliente di Mielandia. "È un piacere conoscerti! Io sono Emma Woodhouse, adepta di Godric e discepola di Oliver Brior a tempo pieno." Le indicò la sua fedele sciarpa rosso-oro, appoggiata sulla sedia dietro il bancone, strizzandole l'occhio. Poi seguì prontamente la ragazza nel piccolo tour improvvisato, cercando di memorizzare quante più informazioni fosse possibile. Fortuna che aveva un'ottima memoria fotografica, sicuramente si sarebbe rivelata d'aiuto in futuro, con i clienti più pretenziosi. "Insomma... I Tiri Vispi sono un po' una bomba a orologeria... Ma farò del mio meglio, promesso." Fortuna che il piano superiore era più innocuo e tranquillo, pieno zeppo di articoli scolastici poco ortodossi. A pensarci bene, era un po' bizzarro che proprio lei fosse finita a lavorare in quel negozio: corretta e ligia al dovere tra i banchi di scuola, tranquilla e pacata nella vita privata. L'unico articolo che avrebbe potuto davvero comprare lì dentro, ora come ora, probabilmente era la Puffola Pigmea! "Oh, beh, in realtà non avevo mai preso in considerazione l'idea di trovarmi un lavoro... Poi, mentre facevo un giro per le vie di Diagon Alley, ho notato il cartello affisso in vetrina e ho pensato, perché no? Mi piace stare a contatto con la gente e da quando frequento Hogwarts passo praticamente tutto il mio tempo tra un'aula e un'altra... Staccare un po' dalla solita routine non sembrava una cattiva idea, e quindi eccomi qui." Le parlava come se la conosceva da tempo. Era un suo pregio: non si faceva intimidire da nulla e da nessuno ed era sempre così gentile da risultare quasi fastidiosamente finta. Motivo per cui non stava simpatica a tutti. Si perse ad osservare Eloise qualche secondo: i lineamenti lattei erano contornati da capelli rossi, occhi verdi e una spruzzata di lentiggini sulle guance, rendendola originale. L'impressione positiva che aveva avuto di lei continua ad essere confermata anche durante quella chiacchierata. Durante quei mesi, raramente aveva trovato delle persone interessanti tra i corridoi di scuola, complice anche la sensazione di confusione che l'aveva accompagnata dopo il trasferimento dall'Irlanda. "E di te invece che mi racconti? So solo che sei uno dei Prefetti Gialloneri e un'ottima commessa da cui prendere esempio." Le chiese, sorridendole. Perché non approfittare dell'occasione per far conoscenza?





Mi farò perdonare per il ritardo immenso! (:
 
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view post Posted on 5/3/2017, 14:53
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Ci aveva pensato e ripensato giorni, per come vendicarsi di Breenbergh e dei suoi regali imbarazzanti.
Horus non era mai stato tipo da scherzi: da piccolo, quando era alto poco più di una spanna e una Gelatina, era solito riceverli, ma una volta cresciuto, nessuno aveva più avuto il coraggio di burlarsi di lui: se per l'altezza, la spilla o la nomea non era dato sapere. A lui, però, andava bene così. Si era sempre rimproverato di avere un senso dell'umorismo tutto particolare e gli scherzi non rientravano decisamente nel suo repertorio. Non lo facevano ridere, né trovava divertente farli. Tuttavia Camillo era colui che era riuscito ad accendere, nel Caposcuola, un vago senso di rivalsa che sfociava direttamente in quel mondo inesplorato di burla e giochi e dopo lo scherzo dell'anno scorso e le mutande di quel Natale, Camillo meritava una degna risposta. Ed era stata una gran fortuna, per lui, che Horus avesse aperto i suoi pacchetti in privato, chiuso in camera sua e non sotto gli occhi di tutti, altrimenti il disgraziato olandese ne avrebbe passate delle belle che nove su dieci gli avrebbero fatto ritrovare una chiappa al posto della narice.
Così, nel cuore della notte precedente, un'illuminazione era giunta nella testa del Tassino, di ritorno da una ronda particolarmente spiacevole a causa delle lamentele di Gazza. Era stato proprio il viscido Guardiano ad avergli suggerito l'idea perfetta. Così, l'indomani, Horus aveva approfittato di un sabato privo di impegni per Smaterializzarsi a Diagon Alley e fare un salto ai Tiri Vispi.
Non era un negozio che soleva frequentare spesso, nonostante ciò era impossibile non riconoscerlo spiccare agli angoli della strada, con le sue finestre di un arancio acceso e il fantoccio allegro e sorridente pronto ad accogliere chiunque passasse di lì. Quando entrò, Horus non poté non concedersi un altro piccolo tour del caratteristico locale, rimanendo incuriosito da questo o quell'altro aggeggio, cercando con lo sguardo, oltre le scatole di torroni sanguinolenti e pasticcetti svenevoli, delle gabbioline dove avrebbe potuto trovare il suo obiettivo.
Le trovò non molto più in là: saltellavano pelose e pigolanti e i loro piccoli occhietti guardavano imploranti chiunque passasse di lì. Per un istante, Horus fu tentato di lasciar perdere. Non era convinto fosse la vendetta giusta, ma poi, pensando alla tenera (o forse no?) molestia di Camillo, decise che quella palla di pelo pastello era l'ideale per lui. Probabilmente Camillo l'avrebbe spedita a calci nel sedere (avevano un sedere le Puffole?, si chiese) a casa sua, ma sarebbe comunque stata lì a rompergli i Boccini al suo ritorno in patria. Così, con un ghigno, scelse una Puffola rosa antico, prendendola dalla gabbia con un movimento impacciato, mentre questa gli risaliva il braccio allegra e pigolante. Di ritorno al bancone per pagare, nel tragitto Horus adocchiò un altro paio di curiosi ammennicoli che giudicò fare al caso suo e che poggiò sul tavolo, sentendo un prurito insolito al collo.

« Ehm ciao! » Salutò chi c'era dietro al bancone. Si voltò lievemente cercando di acciuffare la Puffola che gli si stava infilando nel maglione, facendogli un terribile solletico. « Hai un cestino, gabbia, qualsiasicosa per questa? » Rise, tenendo la Puffola fra le mani in modo che non potesse tornare all'attacco.
Paziente, attese che gli venisse fornito il conto
e qualcosa dove mettere la creaturina molesta, per poi lasciare sul bancone l'importo.
« Ti ringrazio. Ci si vede. » Salutò, quindi, lasciando il negozio con un sorriso ironico stampato sul volto.

Quando fu lì, lì per Smaterializzarsi, la Puffola tirò un acutissimo strillo che fece gelare il sangue nelle vene del ragazzo.

*Oh no. E se la tiene in camera e questa tira strilli per tutta la notte?
Fu l'amletico dubbio.
Ormai, era troppo tardi.


Acquisto:
• Puffola Pigmea
• Detonatore Abbindolante [x1]
• Orecchie Oblunghe [x2]

Scusate se mi considero servito, ma sono già in ritardo di mesi per Natale (e needo anche Gelatine). :ihih:

PS: mi pare di ricordare, dai libri, che le Puffole potessero essere prese da chiunque, per questo motivo Horus la prende da sé. Se ho toppato, scusate!
 
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view post Posted on 10/3/2017, 21:28
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♥ Non piangere Nishimiya sai poco fa ti ho parlato in un sogno, mi sembrava di aver rinunciato a molte cose, ma non è così. Ho sempre pensato come te Nishimiya...♥

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Tiri Vispi Weasley - Alla ricerca di un sogno -
Vestito_3
Aveva fatto una promesso ed ora sarebbe stato suo compito realizzarlo e quando si trattava di sogni non c’era niente di meglio dei Tiri Vispi Weasley dove non solo c’era la sua guardiana ma anche la giovane tassina che aveva conosciuto qualche giorno prima e che l’aveva incuriosita non poco.
Iniziò a guardarsi in giro, lanciando di tanto in tanto, qualche sguardo furtivo verso il bancone alla ricerca di una delle due commesse.

"Non pensare solo a mantenere la promessa, perché non cerchi anche qualcosa di goliardico per te?"


In effetti non aveva tutti i torti, ormai si trovava lì tanto valeva sperperare per bene il suo denaro.

”Uh, Guarda che forza Lù! Le voglio prendere tutte!”


Pensò prendendo Fuochi Filibuster, fuochi forsennati, palude portatile e polvere buiopesto. Non si poteva mai sapere, poi continuò alla ricerca di altre cose e riempì continuamente il suo “carrello”, c’erano così tanti articoli interessanti che certo non si poteva non svuotare il proprio portafogli.
Solo quando arrivo davanti ad un prodotto chiamato “Sognisvegli Brevettati” allora si incuriosì parecchio.

”Chi mai userebbe questo prodotto durante le lezioni? Fossero almeno noiose ma sono…meravigliose.”


"Questo lo pensi solo tu…secchiona."


Questo però le fece venire una meravigliosa idea…e se invece di usarlo durante una lezione l’avesse utilizzato con la sua compagna di casata alla quale aveva fatto la promessa? Prese una boccetta fra le mani e la fissò, e alla fine ridacchiò: sarebbe stato perfetto.
Continuò il suo giro fra i vari scaffali continuando a tirare giù roba e, alla fine, si presentò alla cassa tirando fuori il portafogli dalla sua borsa.

«Salve…sono venuta a sperperare il mio denaro…li volete i miei soldi? Prendo tutte queste cose meravigliose!»


Avrebbe quindi detto rovesciando tutti gli oggetti sul bancone.

«Non è che potreste mettermi tutto in un sacchetto per favore?»


Ridacchiò di nuovo consapevole del fatto che, qualsiasi commessa si fosse presentata, avrebbe sproloquiato come se non ci fosse stato un domani. Aveva decisamente preso troppa roba.


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-GdrOff-

CITAZIONE
Spesa:
    ♥ Fuochi Filibuster – Drago d’artificio 5 Galeoni
    ♥ Fuochi forsennati Weasley – Detonazioni Deluxe 7 Galeoni
    ♥ Palude portatile – Immensa 20 Galeoni
    ♥ Polvere Buipesto Peruviana 10 Galeoni
    ♥ Trottola Schizzina x 3 3 galeoni
    ♥ Topo finto x 3 3 Galeoni
    ♥ Caramella D’Illusione x3 18 Galeoni
    ♥ Sognisvegli Brevettati x2 2 Galeoni
    ♥ Pallottole puzzole 2 Galeoni
    ♥ Caccabombe 2 Galeoni
    ♥ Detonatori Abbindolanti 1 Galeone
    ♥ Orecchie Oblunghe 7 Galeoni
    ♥ Puzzalinfa x3 15 Galeoni
Totale: 95 Galeoni

Se ho calcolato male qualcosa segnalatemelo XD

 
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view post Posted on 13/3/2017, 18:20
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PHxUgSTNel vedere la reazione esagerata con cui Emma aveva accolto il suo ingresso a sorpresa gli occhi di Eloise si illuminarono. Mentre la bionda reclamava il suo risarcimento per gli anni di vita persi, la rossa appoggiò l’orologio che ancora teneva tra le mani sul bancone e sorrise tra sé. Quella storia non le giungeva nuova: l’anno precedente le era successo qualcosa del genere con Violet Wilson, giovane Corvonero a cui aveva infradiciato la divisa a causa di una Trottola Schizzina guasta. La reazione era stata più o meno la stessa, ma questa volta Eloise non aveva nessuna ragione per sentirsi in colpa, visto che l’ingresso a sorpresa era premeditato e l’aveva soddisfatta. «Vediamo come ti comporti...» Rispose prontamente. Con tutto il rinnovamento che stavano mettendo in atto da Florian forse sarebbe stato meglio un milkshake, pensò, ma subito una strana morsa di nausea le prese le viscere. Florian voleva dire Elhena e Amber, e Amber voleva dire questioni irrisolte.
Allontanò con forza la dolente questione e fissò Emma in volto, apprezzando la prontezza di spirito con cui metteva sul piatto le informazioni su di sé. Essere una discepola di Brior era un azzardo non indifferente, vista la frizzante iperattività che quest’ultimo metteva in ogni sua iniziativa. Per il poco che lo conosceva, e affidandosi alle sue impressioni affrettate, le pareva un tipo vulcanico, ma allo stesso tempo poco lungimirante. Probabilmente bisognava mettere in conto imprevisti come quello Ashwinder incontrati durante la missione di Atene… Ma d’altronde, chi non aveva fatto cagate quando messo alle strette da Peverell?
Il fatto che Emma fosse così intraprendente per i suoi soli (presunti) undici anni mise Eloise a suo agio, dandole la speranza che il suo contributo sarebbe stato utile, come d’altronde lo era stato quello di Soph.
«Qua ci sono gli articoli per la scuola, c’è un po’ di tutto, legale o meno… Non ci facciamo troppi problemi da queste parti…» Il negozio non era tanto grande, ma era talmente stipato di roba da sembrarlo. Concluse le indicazioni sulla parte di prodotti di bellezza e i filtri d’amore, scesero nuovamente la ripida scaletta.
«Lusinghiera al punto giusto, questo modo di fare ti porterà lontano.» Esclamò rapidamente puntandole un dito al petto. In verità, nonostante il ghigno furbesco dipinto sul volto, quel complimento spudorato l’aveva messa sull’attenti. Non era abituata a riceverne e non pensava che la Grifondoro avesse sufficienti strumenti per dare un giudizio oggettivo, ma sapeva che stava scherzando. Non era pronta a parlare di sé, non in quel contesto. «Ti basti sapere che tifo i Kenmare Kestrels e che odio il Lumos...» Furono le prime due informazioni che le vennero in mente per sviare il discorso. Recuperò il mantello e rivolse un cenno del capo, pronta a uscire. «Vado a fare un giro dal mio Caposcuola, qua accanto, la base è tua… In bocca all’ippogrifo!»
Bene, Emma, ci siamo! Buon lavoro!

Quando la giovane Violet si diresse verso il bancone sovraccarica di articoli si trovò davanti George Weasley. Dall’alto della sua figura allampanata, la scrutò interessato, e non si fece cogliere di sorpresa dalla sua battuta. «Eloiiiiseeeee, vieeeeeni, c’è una ragazzina che vuole svuotare il negozio, finalmente potremo realizzare le Feste in Bottiglia con tutti questi soldi!» Dal reparto scuola, al piano di sopra, spuntò il volto lentigginoso della Lynch, che si mise a scrutare il gemello con le sopracciglia aggrottate. Quella delle Feste in Bottiglia era un’idea che avevano valutato come troppo dispendiosa in termini di energia e di tempo, e sicuramente non sarebbe stata una manciata di acquisti a fare la differenza. «Pensaci tu, che ho il corno di Erumpent in ebollizione nel retro!» Il rosso sparì nel retrobottega, lasciando a Eloise l’incombenza di quegli acquisti.
Solo una volta scesa la scala la Tassorosso si rese conto che la giovane al bancone era più che nota.
«Violet! Che piacere!» A primo impatto non l’avrebbe detta una persona da grandi scherzi, ma dopo averla conosciuta non si fece impressionare dalla lista della spesa. Vedere che altri facevano uso di scherzi all’infuori di lei, Daddy e Oliver, la rallegrava sempre. «Altro che le feste in bottiglia, mi pagherai il prossimo viaggio estivo!» Le strizzò l’occhio mentre iniziava a riporre gli articoli in una busta, come richiesto. La mora aveva preso di tutto: dai Fuochi alle Paludi, dalla Polvere alle Caccabombe; là in mezzo c’erano scherzi di tutti i tipi ed Eloise sperava che non avesse intezione di usarli tutti insieme.«Hai deciso di distruggere casa… O la Sala Comune di Corvonero? No perché in quel caso ti appoggerei!» Si riferiva alla celebre rivalità tra Corvonero e Tassorosso, ma non c’era nulla di serio in quel discorso. Lei stessa poteva contare diverse amicizie tra le schiere bronzo-blu, ma non era sicura che i rapporti non si sarebbero inaspriti con l’incombenza dello scontro a Quidditch.
«Sono 90 Galeoni, con tanto di 18 Gelatine d’Oro!» Le porse le borse ricolme di oggetti e la osservò allontanarsi, domandandosi quando sarebbe avvenuto il loro incontro successivo.
Il conto era giusto, ma… Sconticino per la cara Violet!

 
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Emma Woodhouse
view post Posted on 15/3/2017, 17:30




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Seduta dietro il bancone, Emma sfogliava distrattamente una rivista, alla ricerca della rubrica dedicata all'oroscopo. Sì, ne era cosciente: doveva smettere di farsi condizionare la vita da tutte quelle assurde previsioni. Ma era più forte di lei, proprio non riusciva a resistere alla tentazione di sbirciare le classifiche stilate da Mago Fox, giorno per giorno. "Settima posizione per il Capricorno: i nati sotto il segno attraversano un periodo impegn-"
Il tintinnio della porta la distrasse dalla frivola lettura. Evidentemente un nuovo cliente aveva fatto il suo ingresso. La ragazzina lavorava da poco al negozio, ma si era già abituata e adesso riusciva perfino a destreggiarsi tra gli scaffali senza alcun problema. C'era voluto un po' per prendere il ritmo, ma era finalmente riuscita nell'intento, grazie al prezioso aiuto di Eloise.
Emma riconobbe subito il ragazzo che le apparve davanti agli occhi. Horus Sekhmeth era uno degli studenti più rinomati di Hogwarts, complice la carica che ricopriva. Era davvero impossibile non aver mai sentito parlare di lui tra i corridoi della scuola, anche per una ragazza poco incline al gossip come lei.

"Ciao, benvenuto ai Tiri Vispi!" Frase standard che rivolgeva ad ogni cliente, spesso aggiungendo un bel sorriso, giusto per invogliarli a fare compere. Il ragazzo trovò da sé tutto ciò di cui aveva bisogno, portandolo alla cassa: una puffola pigmea, un detonatore abbindolante e due orecchie oblunghe. Si affrettò a riporre gli acquisti in una delle graziose buste colorate con su il logo del negozio (doveva ammettere che i gemelli avevano avuto gusto nel sceglierle!), facendo attenzione a riporre la piccola creaturina che aveva scelto in una gabbietta, proprio come lui le aveva richiesto. A prima vista, Emma poté scommettere che era la prima volta che Horus aveva a che fare con una puffola pigmea, visto che essa stava già mettendo a dura prova la sua pazienza. "Ecco a te, sono 18 galeoni e 3 gelatine d'oro in omaggio e... buona fortuna!" Lo osservò divertita, mentre abbandonava il negozio, alle prese con gli strilli del suo nuovo acquisto. E dentro di sé penso che, prima o poi, avrebbe comprata anche lei uno di quei batuffoli fastidiosi.





Pardon per il ritardo. :fru:
 
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view post Posted on 15/3/2017, 21:59
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Tiri Vispi Weasley - Per far scoppiare il letto di Daddy -
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Appena arrivata al bancone si trovò davanti proprio il proprietario del negozio e la giovane ridacchiò davanti alla sua battuta di rimando, ci stava, non era per niente esagerata. Quando poi comparve Eloise fece i salti di gioia.

«Ciao! Speravo davvero di incrociarti…almeno per un saluto.»


Sorrise con dolcezza prima di abbassare lo sguardo sull’enorme quantità di oggetti che era riuscita a prendere, in realtà non li aveva pensati solo per fare scherzi ma anche come vere e proprie vie di fuga. Magari le potevano tornare utili anche in qualche altra maniera.
Quando sentì la rossa chiederle se avesse intenzione casa o la sala comune divenne tutta rossa trattenendo quasi il respiro come se fosse scandalizzata anche solo al pensiero di poter fare del male alla casa degli adepti di Priscilla.

«Non potrei mare distruggere la casa o quelli che contiene…sicuramente potrei far saltare per aria Daddy, decisamente questo non mi dispiacerebbe per niente!»


Ridacchiò alla fine tirando fuori i soldi necessari e dandoli proprio alla rossa per prendere anche le gelatine.

«Presto ci sarà una partita di Quidditch, chissà magari ci incontreremo sul campo…allora alla prossima e grazie mille di tutto!»


Con un ultimo sorriso prese il suo sacchetto cercando di portarselo dietro nonostante il peso, e uscire nella fredda aria invernale per tornare al castello e mettere in campo il primo atto votato alla realizzazione dei desideri di una sua nuova compagna di casata.


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-GdrOff-

CITAZIONE
Grazie per lo sconto *w* a presto!

-GdrOn-
 
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view post Posted on 17/3/2017, 12:47
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«Va' e torna vittoriosa, Lady di Hogwarts!»
Per tutta risposta, il CRAAK più simile ad un corvo che ad una civetta in risposta al saluto di Oliver fu abbastanza eloquente. Sulla scia di quell'ennesimo gesto così poco galante, il pennuto candido e screziato di nero spiccò il volo verso il cielo nuvoloso di quel giorno appena iniziato, senza affatto dimenticare di offrire al suo amico Grifondoro un altro dei suoi amabili ricordi di artigli premuti sulla pelle della spalla del ragazzo. Fra una tacita e a stento trattenuta imprecazione da parte del Caposcuola e un beffardo divertimento da parte della civetta, le loro strade si divisero. Ben presto si sarebbero incontrati di nuovo, con la differenza che Lady avrebbe vinto, consegnando il pacchetto per il quale era stata mandata a Diagon Alley in cambio esclusivamente di una fin troppo generosa dose di biscottini gufici e di una manciata di zollette di zucchero, per le quali andava matta da un po' di tempo. Oliver avrebbe dovuto comprendere che i servigi di Lady non fossero di uso comune né tantomeno di poca utilità, men che meno per una persona come lui impegnata giorno dopo giorno in più corrispondenze epistolari di quante effettivamente potesse reggerne. Una mezz'ora dopo, volteggiando senza grazia attorno la cupola imponente della Banca dei Maghi, la civetta delle nevi planò verso il basso con quella che sembrava essere esattamente l'intenzione di rubare un cappello colorato - un blu eccentrico veramente fuori dall'ordinario - sul capo di un'anziana signora piuttosto in carne, che in quel preciso sfortunato momento stava passeggiando sulla stessa linea d'aria del pennuto. Per un soffio, Lady le passò accanto stranamente senza mettere in atto i suoi pensieri così poco descrittivi del nome che portava, a quel punto quindi si diresse rapidamente verso l'ingresso del vicino negozio di suo interesse, i Tiri Vispi Weasley. Fu una palla di cannone bianca e nera quella che capitombolò sul primo bancone libero, facendo tintinnare i Galeoni nel sacchetto rosso legato alla zampa destra e strillando come una civetta impazzita; forse quella definizione non sarebbe stata lontana dalla realtà. Impaziente, Lady attese di essere notata per consegnare lettera e richiesta: non che fosse difficile escluderla dal proprio raggio d'attenzione, era un piccolo tornado di piume e spirito cafone. Touché, avrebbe detto Oliver.


Buongiorno,
chiedo scusa in anticipo per qualsiasi azione avventata sia stata compiuta dalla mia civetta, Lady non è particolarmente galante, il nome è del tutto poco affine. Comunque, avrei bisogno di un Mantello Protettivo di Terza Classe, nel sacchetto rosso legato alla zampa destra della civetta fastidiosa troverete la somma esatta che vi devo. Se possibile, potreste inserire il Mantello in un piccolo sacchetto regalo? Poi Lady lo trasporterà al castello senza problemi. Per ringraziare anche del disturbo, aggiungo un Galeone di mancia a chiunque sarà così coraggioso da tener testa alla mia civetta.

Oliver Brior

 
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Emma Woodhouse
view post Posted on 17/3/2017, 14:31




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"EMMAAAAAAA! UN CLIENTE AL BANCONEEEE!"
*Ma il mio stipendio non prevede extra per le visita acustiche?!*
Tempo di inventari primaverili ai Tiri Vispi. Approfittando della bella giornata e del poco affollamento in negozio, i gemelli l'avevano messa al lavoro. Non che le dispiacesse, anzi. Si era ritrovata su una scala alta più o meno mezzo metro a sistemare un mucchio di materiale appena arrivato, con un atteggiamento quasi maniacale, mentre i gemelli litigavano chiassosamente a causa del nuovo prodotto che stavano testando in quel periodo. Grazie al cielo quella volta le erano toccati gli articoli poco ortodossi per la scuola. A spaventarla però era la scorta di Frisbee Zannuti stipata sul retro. Oh, quelli avrebbero messo davvero a rischio la sua incolumità! A loro preferiva addirittura i Fuochi Forsennati Weasley (ed era tutto dire!).

"VADO, VADO!" All'urlo stridulo di Fred - o forse George, non riconosceva ancora le loro voci e dubitava che avrebbe mai imparato a farlo - balzò giù dalla sua precaria sistemazione per raggiungere il bancone. Strano che non avesse sentito entrare il nuovo cliente, considerato che da quando era stata assunta lì aveva affinato i suoi sensi. Era stata costretta a farlo, visto che la maggior parte delle volte, durante il suo turno di lavoro, i due proprietari facevano talmente tanto rumore da non farle sentire il tintinnio dell'ingresso.
Trafelata, si avvicinò alla cassa, pronta ad esordire con la solita frase standard. Peccato che davanti non le si presentò nessun ragazzo, bensì un odioso pennuto. Ecco, era risaputo che lei avesse poca dimestichezza con gli animali. A Settembre, al Serraglio Stregato, aveva comprato Mrs Woodhouse solo perché era stata costretta, altrimenti ne avrebbe fatto volentieri a meno. Negli ultimi tempi però aveva imparato ad arruffianarsi le civette che Hogwarts metteva a disposizione degli studenti. Tra loro ed Emma c'era stato un tacito accordo: come ricompensa, per ogni lettera recapitata, avrebbero ottenuto dei deliziosi biscottini. Sperava solo che quella che adesso la stava fissando minacciosa, appollaiata sul bancone in mogano del negozio, fosse di temperamento mite come le altre.
Ovviamente non fu così. Quando la ragazzina si cimentò nello sfilare l'ambita lettera dalle sue zampette, si beccò un bel graffio sulle mani. Solo qualche minuto dopo apprese che quell'animaletto di indole poco gentile apparteneva al suo Caposcuola, Oliver Brior, che fino a quel momento aveva il primato per la gentilezza, tra le sue conoscenze.

*A quanto pare Lady non ha preso dal padrone...*
Litigio con il pennuto a parte, Emma in pochi minuti aveva esaudito la richiesta. Qualche attimo dopo la civetta avrebbe consegnato al Grifondoro un elegante pacchettino colorato, contenente il mantello protettivo di terza classe che aveva richiesto.
"Ecco a te. Fa' attenzione a non perdere il sacchettino, contiene quattro gelatine d'oro per Oliver... e ringrazialo per la mancia!" Sperò che anche quella consegna atipica filasse liscia, anche perché ci teneva particolarmente. Non appena Lady abbandonò la stanza, facendo perfino cadere un paio di oggetti, incassò i 20 galeoni e ritornò alle sue faccende. La giornata era ancora lunga.


 
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view post Posted on 6/4/2017, 12:11
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//Attendo Eloise :fru:

Quali motivi potevano condurre Vagnard da Tiri Vispi? Diversi per la verità. Era da un po’ che non organizzava una bella scampagnata, e aveva bisogno di un po’ di ispirazione. L’emicrania aveva fatto nuovamente capolino dopo qualche mese di assenza, e negli ultimi anni aveva fatto caso al fatto che organizzare qualche gitarella in Giardino lo aiutava a placarla, fino a farla scomparire del tutto nel giro di poche ore dal misfatto. Non aveva mai indagato approfonditamente sulla relazione che poteva fare tra le due cose, ed era deciso a condurre un esperimento empirico su sé stesso. Inoltre era passato già un po’ di tempo dalla visita di piacere agli Elfi nelle Cucine, e concluse che ora di tornare a fare un po’ di attività fisica.
Il piano era semplice; non avrebbe acquistato niente, come tutte le volte che passava nel negozio, ma si sarebbe dedicato all’osservazione. Un Artista deve essere sì bravo a creare, ma soprattutto deve essere capace di prendere in prestito le idee, per poi creare qualcosa di nuovo. E il Serpeverde avrebbe creato come al solito qualcosa di assolutamente spettacolare.

Si soffermò nello scaffale degli scherzi, passando rapidamente l’occhio da un prodotto all’altro. Prese in mano “1001 scherzi magici”, girando e rigirando la scatola. Nessuna traccia dell’elenco degli scherzi. Ah, ma certo, ma certo, che scherzi sarebbero stati se fossero stati messi lì in bella vista? Inoltre avrebbero potuto cambiare da scatola a scatola. Ritenne la cosa interessante, ma non avendo tempo né voglia di scoprirli uno ad uno, ripose la scatola al suo posto.
Immediatamente nello scaffale sopra, con la coda dell’occhio individuò un libro. “Centomila scherzi Fred e George”. Beh, centomila era un numero immensamente grande, ben superiore a 1001, realizzò. Ma sarebbero davvero stati così tanti? Vagnard predisse che quello potesse essere il primo scherzo. Inoltre non avrebbe dovuto testarne uno ad uno come i giochi di prima, ma gli sarebbe bastato leggerli per capire quali poteva prendere in prestito e quindi modificarli, in maniera da renderli più veri e più viscerali.
Lo appoggiò sul pomello del bastone da passeggio e cominciò a sfogliarlo.
Ghignò.
Per scriverne così tanti dovevano giustamente riempirlo anche di idiozie, ma pur sfogliandolo velocemente riuscì a individuare qualcosa di interessante, che avrebbe potuto tramutare in qualcosa di estremamente simpatico. Era convinto che se avesse approfondito la lettura, avrebbe potuto trovare altre cose utili.
Inoltre sarebbe stata una buona scorta. D’altronde quello che cercava Vagnard non erano scherzi già fatti, pronti e confezionati, ma idee. E con quel libro, le aveva. La cosa gli avrebbe permesso di non dover girare più nei dintorni per un bel pezzo, ci avrebbe messo parecchio a esaurire l’ispirazione.
Lo chiuse, e tamburellò qualche secondo sulla copertina; dopo qualche istante di riflessione, decise di acquistarlo.

Già che si trovava lì decise di approfittarne, e continuò a dare un’occhiata alla scaffalatura, nella speranza di trovare qualcos’altro di suo interesse…

 
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view post Posted on 11/4/2017, 11:51
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Con uno scatto secco il cassetto sotto il bancone si aprì, rivelando una scorta piuttosto ricca di dolciumi provenienti da Mielandia. La rossa introdusse la mano per afferrare un’Ape Frizzola solitaria, la lanciò verso l’alto e la prese al volo con la bocca, sentendo da subito il tipico pizzicore alla lingua. Tempo di ingoiarla, e si ritrovò a fluttuare in aria, all’altezza dello scaffale dove tenevano riposte le Bacchette Trabocchetto: ne prese una manciata del modello “Mutande” e ridiscese verso terra per rimpolpare le file di quelle contenute nell’espositore accanto al bancone. L’effetto dell’Ape non era ancora terminato, ed Eloise continuò a fluttuare come se non ci fosse nulla di strano, osservando i clienti girovagare tra gli scaffali e scegliere su quali articoli investire.
Se c’era una caratteristica che non era stata in grado di sviluppare in quegli anni era l’abilità da venditrice, la capacità di convincere un cliente ad acquistare questo o quel prodotto. O meglio, più che non esserne in grado, non le era mai capitata l’occasione: per sua fortuna, i clienti che si recavano alla bottega di scherzi magici migliore d’Inghilterra arrivavano con le idee chiare, richiedendo qualche consiglio al massimo, trovando loro stessi l’ispirazione. Le poche volte che le era capitato di doverli convincere era riuscita nel suo intento con uno sforzo minimo, ritrovandosi sempre figure disponibili e accondiscendenti. E l’articolo migliore per quell’intento, su cui aveva imparato a fare leva in tali occasioni, era l’unico che manteneva ancora una parvenza di buon gusto: le Puffole Pigmee.
Quel giorno, però, era diverso. Quel giorno Vagnard Von Kraus varcava la soglia dei Tiri Vispi Weasley, portando con sé tutta la sua serietà e il suo solito bastone da passeggio. Eloise sollevò un sopracciglio in automatico, pensando a quanto sarebbe stato complicato convincere un cliente come lui a fare acquisti, o inappropriato proporgli una Puffola Pigmea. Eppure - si disse per frenare gli ingranaggi che già stavano scattando in testa - lei non poteva dire di conoscere né lui, né le sue intenzioni. Scacciò il pregiudizio con un gesto rapido, tornando a raggiungere il pavimento a causa della fine dell’effetto dell’Ape Frizzola.
Pregiudizio o meno, la sua fama lo precedeva: il Capitano della Squadra di Quidditch di Serpeverde era tanto talentuoso quanto spietato, e l’unione delle due cose lo rendeva un avversario temibile. Eloise ancora ricordava la partita che avevano giocato contro i Grifondoro, e da allora si era detta che, se mai le fosse capitato di incontrarlo tra gli anelli, avrebbe dovuto dare fondo a tutta la sua abilità. E adesso - a pochi giorni dallo scontro contro i Corvonero - scalpitava dal desiderio di vincere il primo incontro per scendere in campo contro i verdeargento. Certo, i Corvacci detenevano il record di coppe, ma nell’unica partita che Eloise aveva giocato contro di loro erano stati fiacchi e svogliati. E ciò di cui lei aveva bisogno erano avversari validi, che risvegliassero ogni goccia di competitività che aveva in corpo.
Fino ad allora si era tenuta a debita distanza dai clienti per permettere loro di fare acquisti senza essere disturbati, ma ora, constatando l’interesse del Serpeverde nei confronti dei loro libri di scherzi, la Lynch non seppe trattenere la curiosità. Nulla di nuovo, insomma. Gli si avvicinò alle spalle, fingendo di esser lì per dare una sistemata allo scaffale delle Trottole Schizzine, e cercò di individuare qual era l'articolo su cui cadeva lo sguardo del Serpeverde.
«Se te lo stai chiedendo, sono più pericolosi di quel che sembrano…» Disse, osservando i Frisbee Zannuti, mentre il suo solito ghigno si faceva piano piano strada sul suo volto. Se Vagnard l'avesse guardata avrebbe subito potuto intuire - grazie alla divisa - di essere stato interpellato da una delle garzone​ del negozio. «Purtroppo, proibiti a Hogwarts.»
Era arrivata la primavera, e con essa l’ultimo momento di respiro prima degli esami di fine anno. L’atmosfera a Diagon Alley era frizzante, ma dentro Tiri Vispi tutto era in attesa.

 
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CITAZIONE (Nih . @ 11/4/2017, 12:51) 

Sorpreso dalla voce alle sue spalle? Sì lo era, poche persone gli rivolgevano la parola di propria iniziativa, ancor meno a tradimento. E al Serpeverde le cose stavano tutto sommato bene così. Nonostante ciò Vagnard si voltò senza scomporsi minimamente, utilizzando il bastone da passeggio come perno.
Lentamente cominciò a studiare dal basso verso l’alto la persona che stava sistemando gli scaffali. Si soffermò sulla divisa. Doveva essere una commessa e non una acquirente nel Regno dei Balocchi. Avere una conversazione con un cliente (lui nella fattispecie) faceva parte delle sue mansioni, probabilmente era entrata a contatto con lui solo per dovere.
Continuò la sua analisi.
Lunghi capelli rossi, corporatura piuttosto esile ma proporzionata, occhi verdi.
Il suo sguardo si bloccò sulle lentiggini della ragazza. Una nuova fitta all’altezza della tempia sinistra. Cadde nell’abbandono. Improvvisamente risentì sulla sua pelle la sensazione dei caldi schizzi di sangue fioccati dalla carotide dell’Elfo appena sgozzato. Ebbe la tentazione di allungare la mano e toglierglieli dal viso della ragazza. Ma perché era lei quella con il sangue addosso? Non la conosceva neanche. Qualcuno avrebbe potuto notarli, avrebbero potuto scoprire cosa aveva fatto. Panico. In quel momento si chiese se non avesse dimenticato qualcosa, se poteva aver lasciato qualche traccia nelle Cucine. Probabilmente chi di dovere aveva capito che si trattava di uno o più Serpeverde ad aver compiuto il misfatto; non poteva essere così, la sua Sala Comune era l’unica via d’uscita oltre al corridoio che avrebbe portato verso le scale. E smaterializzarsi ad Hogwarts non era possibile. Realizzò in quel momento che avrebbe dovuto cercare un capro espiatorio, doveva volgere l’attenzione da qualche altra parte.
Scosse la testa.

Si ritrovò di nuovo lì, nel negozio, con la ragazzina a pochi passi da lui. Aveva appena rivolto un suo personale commento verso dell’oggettistica che aveva visto prima di girarsi. Ci mise qualche secondo per realizzare.
Prese un frisbee per curiosità, e cominciò a sfiorarne i denti. In effetti non doveva essere la cosa migliore del mondo vedersene piombare uno addosso.

- Le regole sono regole… -

Disse rimettendolo a posto. Non era divertente utilizzare un oggetto vietato solo per violare le regole.

- Gli scherzi sono un’Arte, e come tale devono essere tanto liberi quanto ricercati. Ricerca per riuscire ad essere liberi e ad esprimersi all’interno delle regole. -


Sintetizzò, cercando di giustificare il perché della sua scelta.

- Piacere, Vagnard von Kraus. -

Si presentò, togliendosi la bombetta e mimando un leggero inchino.

 
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view post Posted on 21/4/2017, 22:54
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L’essere squadrati dall’alto al basso genera sempre un certo disagio, provocato dalla sensazione di essere messi alla prova, pesati, testati. Mentre Vagnard eseguiva la sua analisi, un brividino gelido faceva il suo corso lungo la schiena di Eloise, manifestazione fisica del senso di inadeguatezza che stava provando in quel momento. Avrebbe dovuto pentirsi di averlo avvicinato? Di aver fatto il suo mestiere? Fu un sonoro “NO” quello che la Lynch si disse mentre riservava al Serpeverde lo stesso trattamento.
I tratti del volto di Vagnard Von Kraus non erano delicati. Era come se fosse stato disegnato da una mano frettolosa e impaziente, le occhiaie profonde e gli occhi adombrati. Dell’eleganza - tanto ostentata nel modo di fare e negli accessori - non c’era traccia. Traspariva anzi qualcosa di brutale, violento e ostile. Come se nel suo ghigno, fratello di quello di Eloise, non ci fosse spazio per uno spontaneo divertimento, ma solo di un canzonamento crudele.
E se in un primo momento si era trovata turbata dall’essere stata squadrata, la sensazione raddoppiò la sua portata quando fu lei a squadrare. Come ad aver infilato un dito nella corolla di un fiore velenoso.
In un gesto di stizza, malcelato da un tentativo goffo di afferrare uno dei Topi Finti nei paraggi, la rossa decise che quel modo di interagire non faceva per lei. Era un modo per far sentire l’altro sottoposto a giudizio, come un partecipante a un concorso. Eppure non c’era nessun concorso e nessun voto, alla fine, ma solo un’interazione umana di natura potenzialmente innocua.
Complice del flashback del Serpeverde, il silenzio fra loro si stava prolungando, ed era necessario trovare un appiglio qualsiasi affinché non degenerasse. E se gli ingranaggi nella testa di Eloise si stavano già attivando, fu Vagnard a romperlo, dando corda al discorso sui Frisbee Zannuti con cui lei aveva fatto il suo esordio.
Eloise scosse le spalle, ma non diede a vedere la sua personale visione sul mondo degli scherzi: non era d’accordo con quanto detto. Per lei la bellezza degli scherzi era proprio quella danza dentro e fuori i confini della legalità. Nell’intento di non farsi cogliere in fallo nel momento della realizzazione.
«Eloise Lynch.» Non era il caso di aggiungere “sono qui per servirti”, visto che non aveva ancora inquadrato il suo interlocutore e temeva di essere presa sul serio. Nonostante la serietà del momento, diede spazio al suo sorriso genuino, lasciandogli spazzare via il senso di inadeguatezza e i brividini di poco prima. I Tiri Vispi erano il suo territorio, e se c’era qualcuno che aveva il diritto di mettersi a filosofeggiare sul mondo degli scherzi, quella era lei.
In qualche modo, quel pensiero le infuse coraggio, e mentre dava una sistemata al resto del branco dei Topi Finti - più per tenere le mani occupate che per altro - formulò la sua replica.
«... Non sono d’accordo. Gli scherzi devono essere sì ricercati, ma efficaci in primo luogo. La legalità è un aspetto secondario, che non deve comprometterne la buona riuscita...» Attinse alla sua riserva di coraggio, obbligandosi ad abbandonare il disagio della piccola Eloise a favore della spavalderia della sua versione più cresciuta.
Insomma, se non si faceva problemi ad introdurre Frisbee Zannuti illegali tra le mura del castello, perché avrebbe dovuto farsi impressionare da Von Kraus?

 
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view post Posted on 1/5/2017, 14:08
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In quel momento la figura della piccola tassina suscitò nell’ex Prefetto qualcosa che assomigliava vagamente alla tenerezza. Vagnard accompagnò con un piccolo ghigno il discorso della minuta ragazza che cercava di controbattere al suo pensiero.
Appoggiò i polsi uno sopra l’altro sul pomello del bastone da passeggio per poi fare leva su di esso, con lo scopo di abbassarsi leggermente all’altezza dell’interlocutrice.
La fissò lungamente negli occhi. Voleva metterla in soggezione, voleva che pensasse “ehi, ma cosa vuole questo qui? Perché mi guarda così?”. Voleva sentire la sua voce cominciare improvvisamente a tremolare, prima di svanire strozzandosi nella gola.
Attese qualche secondo prima di replicare, continuando a fissarla con un piccolo ghigno sul volto.


- Non potreste trovare una persona più d’accordo del sottoscritto, Miss! -


Esclamò rialzandosi dalla sua posizione

- Personalmente trovo troppo scontato fare uno scherzo solamente con lo scopo di infrangere le regole. Ma ricercare modalità per effettuare lo stesso scherzo all’interno di esse, senza cambiarne l’esito finale, sia ben chiaro, può produrre risultati ancora più interessanti. Ma deve esserci alla base un’Idea. -

Continuò, alzando leggermente la voce. Poi si girò verso gli scaffali e li indicò con un ampio gesto delle braccia.


- Questi…beh si, sono prodotti di discreta fattura ma…destinati ad un pubblico senza idee, che vuole lo scherzo pronto e confezionato. Noioso, non trovate, Miss? -

Spostò lo sguardo verso la tassina, sperando di trovare un cenno assenso. Quindi portò all’attenzione di Eloise il libro che aveva in mano, alzandolo leggermente.

- Ma qui ci sono delle idee, e potrei prendere le migliori per poter creare qualcosa di nuovo. Lo prendo! Potete servirmi direttamente Voi? -

Ghignò leggermente, consegnandole 8 Galeoni.


- Mancia compresa per la stimolante chiacchierata. Spero di rivederVi presto...Lentiggini. -

Completata la transazione economica si sarebbe tolto la bombetta e avrebbe simulato un leggero inchino, per poi accomiatarsi.
Gli era proprio venuta voglia di andare a fare qualche scherzetto al Castello.

 
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