Tiri Vispi Weasley

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view post Posted on 5/5/2017, 16:15
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Mczi46u

Mentre la ragazzina esponeva le sue opinioni, il suo sguardo si posava ostinatamente sul sopracciglio di Vagnard per evitare di dare corda a quell’interazione così ostinata. Non era una che di solito evitava gli sguardi, anzi, di solito era lei la prima a cercare quelli altrui, ma le sembrava sciocco rispondere a quella che aveva tutta l'aria di essere una provocazione. Il guizzo di furbizia nel volto del suo interlocutore le faceva pensare che ogni sua azione fosse misurata e premeditata, e non poteva certo concedergli il gusto di giocare secondo le sue carte. Guardargli il sopracciglio era, in linea di massima, il modo più elegante per scampare la soggezione.
Ma l'elemento che maggiormente suscitò il suo stupore si palesò quando il Serpeverde replicò al suo excursus dandole del lei: non poté impedire agli occhi di spalancarsi per un istante e, quasi boccheggiante, strizzò il Topo Finto che teneva in mano, facendo strabuzzare gli occhi anche a lui, in una sorta di metafora di come si sentiva sotto le grinfie di quel Von Kraus. E se in un'altra epoca qualcuno avrebbe trovato inaccettabile sentirsi rivolgere del lei, oggi per Eloise valeva l'inverso. Non sarebbe stata in grado di portare avanti una conversazione così formale, soprattutto non in quel negozio di scherzi.
«Probabilmente paiono di così scarsa inventiva dal punto di vista del cliente, ma per noi che li ideiamo» - o quasi - «Ognuno di essi è il frutto di un'idea e di un processo creativo!»
Colse l’accenno al libro come una ventata d’aria fresca: si sarebbe aggrappata a qualsiasi elemento per togliersi da quella sensazione scomoda, e chiamare in causa il suo mestiere era un ottimo modo per concentrarsi su qualcosa di utile e concreto.
«Allora attenderemo idee altrettanto fantasiose...» Disse, accennando al testo con il mento.
Era inutile angosciarsi troppo per la formalità con cui Vagnard Von Kraus aveva scelto di interagire con lei. Dopotutto, le dinamiche di interazione andavano definite da entrambe le parti chiamate in causa, e non c’era ragione valida perché lei seguisse la scia del “lei” e abbandonasse la via dell’informale. Pensò ai gemelli, a come loro avrebbero reagito in una situazione del genere, e decise di agire di conseguenza.
«Seguimi…» Voltò le spalle al Serpeverde e si diresse al bancone con aria decisa. Gli avrebbe lasciato lo spazio per stupirsi, indignarsi o levar le tende senza l’incombenza di un pubblico, senza dargli la soddisfazione di percepire che, in un modo strambo e imprevedibile, fosse un’azione premeditata.
Arrivata dietro al bancone si voltò verso di lui e, rinvigorita da quei pochi passi in mezzo al suo territorio, lo fissò negli occhi a sua volta. Le sembrava di essere in una posizione di vantaggio, il bancone come scudo, e si sentì più forte di prima. Mise il libro in una busta e, con un gesto rapido e invisibile della mano, ci fece scivolare dentro la Gelatina d’Oro che spettava al cliente.
Mai si sarebbe aspettata che le venisse data una mancia per una chiacchierata e, colpita dal gesto, non ebbe modo di replicare prontamente e restituire il denaro che non le era dovuto. L’esitazione fu fatale e, sebbene l’avrebbe rimpianto a lungo, le fu impossibile reagire con rapidità.
«A presto, Von Kraus» Furono le uniche parole che riuscì ad articolare mentre già si allontanava.
Osservandolo uscire dal negozio, si disse che prima o poi avrebbe avuto l’occasione di sdebitarsi perché, stando a quanto aveva percepito, avere un debito con Vagnard Von Kraus poteva essere estremamente rischioso.

 
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view post Posted on 31/5/2017, 12:48
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Elizabeth Silverman
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Le tinte.
Le sue amate tinte.
Non sarebbe partita senza le tinte per capelli dei Tiri Vispi Weasley, ci aveva trascinato la sorella maggiore lasciando Thomas in balia di se stesso.
«ECCOLE ECCOLE ECCOLE!»
Sembrava una bambina che stava per comprare delle caramelle assieme a sua madre, il suo trillare a pieni polmoni con tanto di indice a dormire indicare l'esatto punto dove le boccette si trovavano, non faceva altro che mettere in imbarazzo Margaret che in quel momento avrebbe preferito sbattere la testa contro un muro.
«OH NO! Durano solo tre giorni! PERCHÉ!»
La sorella maggiore le impose di non urlare oltre che a non lamentarsi: voleva le sue tinte, allora avrebbe dovuto accontentarsi della durata e dell'effetto. Elizabeth sospirò, prese una boccetta di tintarella cangiante per capelli e filò sconsolata alla cassa.



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Emma Woodhouse
view post Posted on 8/6/2017, 11:27




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"LO SO CHE STAI MANGIANDO LE CARAMELLEEEEE!"
L'urlo strozzato di Fred Weasley le arrivò alle orecchie, cogliendola di sorpresa e facendola strozzare con uno dei tanti orsetti gommosi che aveva infilato in bocca di soppiatto, mentre seduta sul muretto che affiancava il negozietto, si godeva un po' di aria fresca. Finalmente, l'estate sembrava essere arrivata anche in Inghilterra, portando via quei grossi nuvoloni che avevano caratterizzato i mesi precedenti.

"M-ma almeno in pausa mi lasciate in pace?!" Borbottò offesa, mentre sentiva il rosso circondarle le spalle con un braccio. I gemelli erano terribilmente fastidiosi ed esuberanti, giorno dopo giorno architettavano piani per infastidire sia lei che Eloise durante i turni di lavoro e le ricoprivano di faccende da svolgere, eppure si erano affezionati ad entrambe le ragazze, anche se non l'avrebbero ammesso neanche sotto tortura. Sogghignando, il ragazzo le soffiò da sotto il naso una caramella, prima di tirarla giù e trascinarla verso l'entrata del locale.
"Pausa finita, Emmina, ma lo facciamo per te eh! Suvvia, non mettere quel broncio, che ti aspettano una decina di pacchetti da sistemare."
Sconsolata, la ragazzina scrollò le spalle, avvicinandosi alla pila di Oggetti Scudo da riporre al proprio posto, mentre perdeva le tracce del gemello che, con ogni probabilità, stava macchinando qualcosa di potenzialmente pericoloso nello sgabuzzino, insieme al consorte.
In punta di piedi e con le braccia occupate, Emma si allungò verso lo scaffale, riponendo le scatole in ordine di dimensione. Sì, forse era leggermente ossessiva. Eppure, sentiva le mani pruderle se, al suo ingresso presso i Tiri Vispi, notava qualcosa fuori posto.
Giusto il tempo di evitare che qualcosa le cascasse sulla testolina bionda, che sentì il campanello dell'entrata vibrare.
"Arrivo, arrivo!" Con vigore, trotterellò verso la cassa, abbandonando soltanto per un attimo il compito assegnatole, scorgendo una bimba dagli eccentrici capelli rossi. La osservò divertita, mentre le porgeva estasiata una delle boccette miracolose, di cui anche lei spesso si serviva. "Ecco a te e.. torna presto a trovarci!"In un battito di ciglia, Emma le porse l'incarto e incassò il galeone sonante, schiacciandole un occhiolino, mentre l'acquirente abbandonava il negozio, seguita da quella che doveva essere una parente. Beh, era sicura che prima o poi la ragazza sarebbe davvero tornata lì da loro, dipendente com'era dalle tinte.





Perdona il ritardo!
Aggiornato.
 
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view post Posted on 15/9/2017, 17:53
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Passo dopo passo, la strada verso la colorata cittadella di Diagon Alley si dipanava sempre più, mostrandosi allegra come da copione. Più di una persona si aggirava nei dintorni con lentezza quasi snervante, soffermandosi ad ogni negozio con occhi puntati sulle promettenti vetrine, cercando il regalo perfetto oppure l'ultima offerta del giorno. La folla non era eccessiva, segno che l'Estate fosse effettivamente in conclusione, anticipando una routine lavorativa che avrebbe visto impegnati moltissimi abitanti e non solo della zona, eppure non scarseggiava neanche un nutrito gruppo di turisti. Gli accenti forti, le sillabe spezzate, le vocali accentuate in lunghi suoni fuori dall'ordinario, per Oliver fu piuttosto semplice immaginare l'origine natia dei Maghi che aveva adocchiato. Rivolse loro un cenno del capo, come a voler salutarli nonostante non fosse a conoscenza neanche di un nome di qualcuno di loro, prima di continuare il suo percorso verso uno dei negozi che più amava nell'intero Mondo Magico e non solo. Tedeschi o meno che fossero, per quei visitatori sporadici ci sarebbero state più sorprese del previsto, e se solo fossero giunti nei pressi dei Tiri Vispi Weasley, colori e suoni avrebbero formato una cornice indimenticabile, di sicuro un souvenir degno di nota da quel viaggio che avevano organizzato in compagnia. Camminando spedito, finalmente la meta di suo interesse apparve con il fulgore che tanto contraddistingueva quel regno di scherzi ed entusiasmo. Già più allegro di quanto potesse dirsi un attimo prima, il giovane Mago spinse la porta d'ingresso e si concesse un lungo sguardo alle pareti colme di scaffali, oggetti ed artefatti magici che da tanto tempo, ormai, aveva imparato ad ammirare con piacere ed interesse. Passeggiò lentamente, districandosi da una fila e l'altra di persone e di scoperte scintillanti; mai si sarebbe annoiato in un negozio come quello dei Gemelli Weasley, in più quel giorno non aveva alcuna fretta. Fu soltanto dopo almeno dieci minuti, dunque, che si decise a non ciondolare più distrattamente da un punto all'altro del locale, avviandosi al bancone con una richiesta ben precisa tra i pensieri. Se fosse apparsa Eloise, l'avrebbe salutata con affetto, segno gentile di una conoscenza che li vedeva partecipi come acquirente e venditrice per tante e diverse occasioni. «Buongiorno, vorrei un paio di Orecchie Oblunghe e tre Detonatori Abbindolanti. Se possibile in una confezione regalo, anche molto semplice, sarebbe perfetto.» Avrebbe poi ringraziato con partecipazione, soffermandosi per altri saluti cordiali, ed infine sarebbe uscito dal negozio con felicità, pronto a fare rientro al castello di Hogwarts.


 
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view post Posted on 18/9/2017, 18:41
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69y1LBVNon era passato che un istante da quando Eloise aveva visto la porta d’ingresso richiudersi alle spalle di una delegazione di maghi francesi che avevano scelto di visitare i Tiri Vispi Weasley. La rossa sbuffò, bevve un sorso d’acqua e si spostò per risistemare tutti gli articoli che quei bizzarri dall’accento strano le avevano fatto tirare fuori.
Per tutta la settimana il negozio era stato invaso da gruppi stranieri in visita, sempre accompagnati da una guida del Ministero, e lei e i gemelli si erano prodigati fin dai primi ingressi - gli arabi - per presentare al meglio il lavoro della bottega di scherzi di Diagon Alley. Non era stato semplice far capire la validità delle Paludi Portatili a gesti, ma in un modo o nell’altro non c’erano stati troppi fraintendimenti. Forse.
Grazie a una soffiata di sua madre, che lavorava all’Ufficio di Cooperazione Magica, Eloise aveva scoperto che il Ministero stava ospitando una conferenza internazionale in cui i Paesi di tutto il Mondo Magico erano stati coinvolti. Che cosa trattassero era un gran segreto, ma sembravano tutti particolarmente interessati ai prodotti che i gemelli avevano messo in commercio ormai da anni.
L’assenza di Emma si faceva sentire. Come era già accaduto quando Sophia era andata via, tutte le mansioni che fino a poco tempo prima ricadevano sulle spalle di entrambe ora erano completamente delegate a lei. Non che i gemelli non le dessero una mano: semplicemente c’era talmente tanto da fare che un secondo commesso era fondamentale, e nessuno aveva ancora risposto al loro annuncio.
A questa partenza Eloise non era arrivata impreparata: che fosse perché aveva avuto meno occasioni di legare con Emma, o perché già si era presa la sua prima batosta, era comunque riuscita a fronteggiare il caos settembrino con lo spirito e le energie giuste, che a quanto pareva erano quasi inesauribili. Non poteva affermare che il brio della Grifondoro non le mancasse, ma come una sonda che gratta solo la superficie, non aveva avuto modo di conoscerla per davvero. Quanto si sarebbe divertita a una festa di Halloween o a uno degli eventi mondani che il mondo magico riservava!, pensò mentre faceva scivolare in bocca una delle caramelle alla frutta che la bionda aveva lasciato lì. La merce era ormai al suo posto, non restava che attendere il cliente successivo, che non tardò a palesarsi.
Eloise era talmente presa dai suoi pensieri che non l’aveva sentito entrare, e quando il volto noto di Oliver si palesò davanti al bancone la rossa ghignò. «Era passato già troppo tempo dall’ultima visita, eh?!» Gli chiese con fare scherzoso. Oliver era uno dei loro clienti più fedeli, che probabilmente aveva messo mano su un po’ tutta la merce disponibile, ma tornava a trovarli sempre con lo stesso entusiasmo della prima visita. Si allontanò per recuperare gli oggetti richiesti e li dispose sul bancone, domandando direttamente a Oliver come impacchettarli. Come a Natale di un paio di anni prima, non le riuscì a tirar fuori una cosa sobria: la carta da pacchi marrone era chiusa da nastrini viola e gialli, che, una volta incontrato il tocco del destinatario, si sarebbero attorcigliati al suo polso e avrebbero sciolto il pacchetto. «Sono 10 Galeoni...» Lanciò uno sguardo in tralice al Caposcuola, studiandolo con attenzione. «Ma facciamo che due Detonatori te li offro io!» Lo salutò con un cenno della mano, pronta a sottoporsi all’ennesima visita di maghi stranieri.

La foto ovviamente è mia. Le altre arriveranno, promesso!

 
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view post Posted on 5/10/2017, 17:58
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Killian Resween # 24 anni # Auror
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Avere come proprietaria di casa un’anziana e impicciona babbana aveva i suoi pregi, ma presentava anche alcune complicazioni che Killian era chiamato spesso a dover risolvere. Come, ad esempio, il rovesciamento del sacchettino contenente la sua ultima scorta di Polvere Buiopesto Peruviana che il mago aveva lasciato distrattamente sul ripiano della cucina e che era stata scambiata dalla Signora McCramble per polvere di mora. *Forse quei fondi di bottiglia che ha come occhiali non bastano più", aveva pensato Killian per poi riceverne conferma quando la sua azzardata frottola sulla lampadina fulminata bastò a spiegare il buio profondo ed impenetrabile che avvolse la cucina. Anche se era andata sprecata la preziosissima polverina magica, Killian non se l’era presa con lei: in fondo le sue intenzioni erano più che buone dato che si era offerta (non volendo sentir ragioni) di preparargli una tisana vedendolo rientrare tardi e raffreddato. *Se solo avesse scelto i lamponi, invece che le more…*, stava pensando ancora l’Auror mentre entrava nel chiassoso negozio dove sapeva poter trovare ciò che la sera prima era andato perduto.

Di solito non passava molto tempo nei negozi: entrava, prendeva quello che gli serviva, pagava ed usciva. Ma questo non accadeva dai Tiri Vispi Weasley: teneva sempre d’occhio le novità che quel particolare negozio di Diagon Alley offriva. Alcuni prodotti erano dei semplici scherzi burloni di cui non aveva fatto uso nemmeno ai tempi della scuola, altri erano degli oggettini utili anche in una professione come la sua. Vagò tra gli scaffali con le mani nelle tasche e lo sguardo che scivolava interessato da un ripiano all’altro, ma senza soffermarsi davvero su qualcosa in particolare. Dopo un rapido sopralluogo condotto così, si decise ad avvicinarsi al bancone per esplicitare la propria richiesta sui prodotti che infine aveva deciso di acquistare.


“Buongiorno, potrei avere un sacchetto di Polvere Buiopesto Peruviana e delle Orecchie Oblunghe?”
, disse semplicemente rivolgendo in realtà ben poca attenzione alla persona a cui era stata rivolta la frase dato che un oggetto non ben identificato era volato a gran velocità vicino alla sua testa e Killian era riuscito a schivarlo per un pelo abbassandosi.

Seguì voltandosi appena il volo dell’oggetto coloratissimo che aveva attentato alla sua salute e che sicuramente faceva parte della stramba mercanzia offerta in quel posto. Finalmente poté concentrarsi sulla persona addetta a servire i clienti alla quale poi avrebbe rivolto un sorriso gentile dato che il saluto precedente -per cause di forze maggiori- non era stato dei più affabili e attenti.

Scheda


//In accordo con Nih, la commessa richiesta è Eloise.
 
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view post Posted on 14/10/2017, 09:19
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69y1LBVNon era strano vedere i Tiri Vispi in preda al caos anche nei periodi dell’anno in cui Diagon Alley era meno frequentata: se c’era un luogo che contribuiva in modo importante all’aumento dell’entropia dell'universo, quello era proprio il negozio dei gemelli Weasley.
Al di là degli oggetti volanti e dei fuochi imprevisti, c’era qualcosa di diverso nel disordine di quel giorno, e l’origine doveva essere cercata negli ultimi clienti che avevano fatto il loro ingresso. Era la Dark Polo Gang un gruppetto di giovani ragazzini di non più di dodici anni, dall’accento chiaramente provinciale, recatisi ai Tiri Vispi per intraprendere la nobile ricerca degli scherzi più originali. Il loro scopo? Sottoporre coetanei babbani della loro cittadina a un trattamento divertente. Non era stato difficile scoprirlo: avevano un tono di voce talmente molesto e una tale voglia di manifestare le loro intenzioni che non ci si poteva neanche illudere di riuscire a ignorarli. Ecco i nuovi bulli, era stato ciò che aveva pensato Eloise, mentre la sua mente già si attivava per trovare un modo per sabotarli.
Non c’era stato modo di far sì che tenessero quelle loro manacce al loro posto e che la smettessero di attivare tutte le diavolerie del negozio, ma al momento non le importava. L’importante era far sì che levassero le tende nel minor tempo possibile. Aveva racimolato tutte le scorte di articoli malfunzionanti che aveva trovato in magazzino e gliele aveva suggerite come migliori scelte a loro disposizione: i Fuochi Forsennati avrebbero seguito il loro artificiere per due ore buone, fino a esplodergli in faccia in un tripudio di luci colorate; i Pasticcetti Svenevoli non erano altro che dei tortini alla marmellata su cui l’incanto di svenimento non aveva attecchito; la Puzzalinfa era stata dotata di un efficiente effetto boomerang. Non c’era modo che quei galletti da strapazzo potessero torcere un capello ai poveri, malcapitati babbani.
La giovane Lynch li aveva serviti in gran fretta e li aveva invitati con enfasi ad andare a esplorare “tutte le altre meraviglie di Diagon Alley”, sperando di poter sentire il definitivo tintinnio della porta in un tempo molto breve. Non aveva neanche fatto in tempo a posare lo sguardo sul cliente successivo, che il passaggio di un Frisbee Zannuto fuori controllo le scompigliò i capelli rossi e sfrecciò, passando inesorabile vicino all'orecchio del cliente, verso la vetrina. Non ebbe il tempo di scoprire la sua origine, né di fermare i ragazzini, ma riuscì solamente a sfoderare la bacchetta. «Impedimenta!» Esclamò, dopo aver tracciato la sferzata tipica dell’incantesimo verso il corpo incontrollato.
Il Frisbee arrestò di colpo la sua avanzata e cadde con un tonfo sul pavimento del negozio. In quel brevissimo arco di tempo i ragazzini erano riusciti a darsela a gambe in un’esplosione di risatine, conquistando le strade della cittadina magica con le loro chiacchiere moleste.
«È così che nascono i giovani maghi oscuri...» esclamò ad alta voce mentre tornava a dedicarsi al cliente in attesa. «Uno scherzo ai babbani oggi, una persecuzione domani, e poi-» Finalmente posò lo sguardo sul suo interlocutore, e il suo flusso di coscienza si bloccò automaticamente. «Vabbè, non voglio annoiarti, hai detto Polvere Buiopesto e Orecchie Oblunghe, giusto?» Prima del passaggio del Frisbee aveva sentito a malapena le sue richieste, ma la sua mente le aveva registrate in automatico. Si staccò dal bancone e, non appena sparì alla sua vista, i suoi occhi si spalancarono e un’espressione mista tra il sorpreso e il terrorizzato si fece strada sul suo volto.
L’aveva riconosciuto al volo. La sua altezza, unita ai suoi capelli folti e all’ombra scura sotto le sopracciglia mettevano in fuga ogni dubbio: era il cavaliere di Amber della Festa di Fine Anno del Natale precedente. Sapeva che non ci poteva essere persona più pericolosa con cui avere a che fare, sapeva che al primo passo falso l’avrebbe rischiata grossa. Avrebbe dovuto trattarlo come un cliente qualunque, ma come mettere a tacere la sua linguaccia?
No, si disse una volta recuperati gli articoli, mettere a rischio il suo rapporto con Amber era fuori discussione. Si sarebbe limitata a forzare un po’ la mano come commessa. «Mi dispiace moltissimo per l’attesa, ma quanto accade qui è sempre imprevedibile...» Gli disse mentre appoggiava Polvere e Orecchie sul bancone. «Non è che potrebbe interessarti anche qualche Caramella dell’Illusione?» Indicò con il pollice il distributore che stava poco distante. Era un ottimo prodotto, l’ideale per chi si riforniva ai Tiri Vispi non solo per scherzi sciocchi. «Ti avrei proposto un Frisbee Zannuto, visto che sei tra i pochi clienti possono usarli*, ma forse l’attacco imprevisto di prima non è stato dei più simpatici!»

*I Frisbee Zannuti sono proibiti a Hogwarts



Ciao Killianuccio, finalmente sotto le grinfie di zia Nih ci incontriamo!
 
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view post Posted on 20/10/2017, 18:32
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Killian Resween # 24 anni # Auror
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In un primo momento Killian aveva creduto che l’oggetto sfrecciato pericolosamente vicino alla sua testa non fosse altro che un prodotto un po’ troppo esuberante sfuggito a caso dal ripiano in cui era esposto, ma la reazione della commessa e uno scoppio di sciocche risatine che sparì presto seguendo l’uscita di un gruppetto di ragazzini stabilì che quello era stato un attentato in piena regola. Affatto turbato dalla nuova rivelazione, il mago ignorò la precipitosa fuga che seguì la marachella esattamente come fino ad allora non aveva prestato la benché minima attenzione a quegli avventori decisamente chiassosi che avevano invaso il negozio rendendo la vita difficile alla ragazza che serviva la clientela e che ora poteva dedicarsi alla sua richiesta senza che il Frisbee Zannuto rischiasse di decapitare qualcun altro. La sentì borbottare qualcosa a proposito di Maghi Oscuri e scherzi ai babbani e nonostante le probabilità che quei mocciosi costituissero una reale minaccia fossero assai scarse, fu felice di apprendere che certe malefatte non godessero dell’approvazione di tutte le nuove generazioni.

“Sì, esatto”
, rispose confermando l’ordine mentre un sorrisetto divertito si dipinse tra la barba scura per il modo buffo in cui la ragazzina rendeva difficile capire se stesse parlando con sé stessa o con lui.

Solo quando lei si allontanò per recuperare i suoi prossimi acquisti, l’Auror venne letteralmente folgorato dal riemergere di un ricordo che risaliva a qualche mese prima e che evidentemente non aveva mai abbandonato la sua coscienza.

“Eloise. Tiri Vispi Weasley. Prefetto Tassorosso”, sembrava ripetergli ancora una voce femminile che probabilmente era -ma che lui non voleva riconoscere - come quella di Amber.

Poche basilari informazioni su di una persona mai vista prima che erano state annotate nella sua mente quasi automaticamente e che ora si imponevano alla sua attenzione formulando un enorme e spinoso quesito: possibile che fosse lei la Reginetta abbandonata al Ballo? Un’espressione dubbiosa che impensierì i suoi occhi grigi attraversò il giovane volto fortunatamente lontano dal campo visivo della strega causa del suo turbamento. Non sapeva quante ragazze lavorassero ai Tiri Vispi oltre ai due proprietari quindi la certezza sull’identità della giovane era ben lontana: per quanto ne sapeva, poteva anche essere loro sorella dato che il viso simpatico punteggiato di lentiggini e incorniciato dai capelli rossi sembravano accumunarla ai gemelli. Diradò immediatamente il suo stato pensieroso quando lei tornò dietro al bancone con i due oggetti richiesti, cercando di tornare il più naturale possibile mentre con un cenno vago della mano accettò le scuse per la minima attesa. Mise mano al sacchettino sonante che aveva legato al cinturone riempito poco prima di uscire con le monete magiche, pronto a saldare il conto e deciso ad accantonare qualsiasi idea che lo avrebbe allontanato dal modello standard del cliente del tutto normale. Ma non fu affatto semplice: il tono schietto che l’aveva contraddistinta sin da subito continuò offrendogli altra mercanzia nota all’uomo che al momento non gli serviva ma che lo stimolò a rispondere con un mezzo sorriso come di chi la sa lunga…troppa lunga:


“No, direi che già un solo Me combina abbastanza guai…”, mormorò rifiutando il dolcetto magico.

A che genere di guai si riferisse, lei non poteva ancora saperlo: era stato decisamente un crescente senso di fastidio (o forse di colpa) a farlo parlare così, alludendo a qualcosa che appena un attimo prima aveva deciso di lasciar correre e dimenticarsi una volta per tutte. Capendo l’inadeguatezza di quello che si era fatto sfuggire, fece sparire il ghigno furbo con cui aveva accompagnato l’affermazione e si riappropriò dell’espressione seria propria di quel famoso cliente standard che proprio non gli riusciva bene.
Iniziò ad estrarre i galeoni per il pagamento, ma la necessità di rifiutare un’altra offerta lo costrinse a spericolarsi in una nuova frase
:

“No, infatti: basta diavolerie per me..”, le sorrise di rimando per il riferimento al piccolo incidente che aveva preceduto il loro scambio di battute.

Un brevissimo intervallo di tempo in cui la situazione fu per l’ennesima volta soppesata e poi partì di nuovo in quarta conscio che avrebbe potuto pagare un prezzo molto caro per quell’ avventatezza:


“… ma gradirei un’informazione, piuttosto. Tu sei Eloise?”


Usò tutte le sue abilità di dissimulazione per far sembrare quella domanda casuale e disinteressata, ma ovviamente non poteva esserlo del tutto. I suoi occhi grigi lasciarono perdere le monete che aveva accumulato sul bancone e si rivolsero direttamente alla ragazza, scrutando con attenzione curiosa la reazione a quell’improvvisa interrogazione.
Se si fosse sbagliato, il che era altamente probabile, la ragazza avrebbe semplicemente negato e forse avrebbe riferito l’accaduto alla collega Eloise (ammesso che lavorasse ancora lì dato che l’informazione era datata) ma la sua identità sarebbe rimasta celata e non ne sarebbe conseguito alcun problema per lui… Se invece quella che aveva davanti era davvero la famosa Eloise a cui aveva indirettamente negato un ballo allora avrebbe dovuto pensare velocemente a qualcosa di sensato da dire per giustificare la conoscenza della sua identità.
Non sapeva perché si era catapultato così incoscientemente in una situazione che poteva diventare potenzialmente “difficile” e per questo provava un po’ di risentimento verso se stesso e la sua incapacità di lasciar perdere nonostante al Ballo non gli fosse importato granché di quella persona. E un pochino ce l’aveva anche con la ragazza che lo aveva servito e che poteva essere la Reginetta abbandonata: perché non era una un tipo vanitoso o antipatico o sgradevole o qualsiasi altra cosa che gli avrebbe consentito di archiviare la faccenda con un “ho fatto bene” definitivo? Se si fosse trattato della classica Reginetta dei film adolescenziali che sua sorella lo aveva costretto a guardare tante volte, sarebbe stato facile dimenticare la questione: tanti saluti e grazie.

E invece no.


Scheda
 
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view post Posted on 31/10/2017, 19:04
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Si mise il cappotto per ripararsi dal freddo che ormai le attanagliava le viscere, l'arrivo dell'inverno si faceva sentire anche a Londra, e di certo quella terribile umidità non aiutava.
Lanciò una rapida occhiata al cielo ancora pieno di nuvole ma momentaneamente fermo dal scatenare la sua furia. Aveva piovuto tutta la mattinata, un temporale che l'aveva fatta pensare e che le aveva finalmente fatto scrivere quelle parole su quel pezzetto di carta: si era liberata di un peso.
Ora avevo bisogno di una sola cosa per poi poter mandare la lettera ad Aiden. Si smaterializzò di fronte alla bottega e la osservò con un sorriso nel notare quanto, nonostante il tempo uggioso, mantenesse la sua allegria.
Vi entrò velocemente e si avvicinò al bancone guardando la ragazzina con un sorriso «Ciao, avrei bisogno di due anelli dei gemelli» disse gentilmente. Non c'era tempo da perdere.
❊ auror › Scheda Outfit
y0o3J9u

Mi considero servita ♥
 
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view post Posted on 1/11/2017, 15:30
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69y1LBV[Killian] La tecnica del garzone insistente era sempre stata efficace con i clienti più indecisi, ma era evidente che il giovane che Eloise si trovava di fronte non apparteneva alla categoria. E sebbene ritenesse la Caramella dell’Illusione ricca di potenzialità diverse dallo scherzo, preferì arrendersi. «Va bene, va bene, non insisto...» Sorrise, pensando che numerose situazioni sarebbero state diverse se avesse usato la Caramella dell’Illusione. In Messico avrebbe potuto creare un diversivo dai bombardamenti e dagli attacchi spagnoli, sotto le grinfie dell’Acromantula avrebbe potuto confonderla e togliersi il pericolo di dosso. Sì, soppesò alla termine di quel flusso di pensiero, era lei quella che doveva procurarsela.
Scoccò uno sguardo al cavaliere di Amber e considerò che aveva l’aria e l’atteggiamento di uno che di storie da raccontare ne aveva parecchie. Provò a mettersi nei panni della bionda e, stringendo leggermente le palpebre, lo osservò di soppiatto: cosa c’era tra loro? Si piacevano? C’era una liaison? Cosa aveva fatto scattare un legame che - almeno per ora - Amber non voleva condividere? Se fosse stato un personaggio di passaggio nella sua vita, o un cugino, o un qualsiasi individuo di poca rilevanza, non sarebbe scattata così. Ma tutto quello che era successo, la loro discussione e il loro successivo riavvicinamento, la convinceva del fatto che il ragazzo che le stava di fronte aveva qualcosa di speciale agli occhi dell’amica.
Non voleva fare passi ulteriori, né mettersi in una situazione di difficoltà. Fu per questo che, una volta appurata l’impossibilità di convincerlo ad acquistare altri articoli, la rossa si limitò a svolgere le sue mansioni: imbustare, ritirare il denaro, consegnare le Gelatine d’Oro. Aveva appena preso la scatola delle Orecchie Oblunghe per inserirla nel sacchetto marchiato, quando il giovane pronunciò la domanda. Per un istante la rossa rimase con la scatola a mezz’aria, gli occhi si spalancarono di stupore e lo sguardo corse al volto del suo interlocutore. Non poteva farci niente: l’espressività del suo volto era una caratteristica che non era mai riuscita a mitigare. L’espressione di stupore fu visibile solo per un istante, ma come sempre l’autocensura venne troppo tardi. Eppure, come sempre in casi come quello, la sua faccia tosta venne in suo aiuto, e si rimise a imbustare come se nulla fosse successo.
Continuava a guardarlo, chiedendosi da quale intenzione scaturisse la domanda. E se in un primo momento l’aveva trovato disinvolto quanto un cliente qualsiasi che capita ai Tiri Vispi con il solo intento di acquistare dei prodotti, ora si chiedeva se fosse lì con qualche altro fine. Come faceva a conoscerla, a sapere che Eloise Lynch lavorava ai Tiri Vispi Weasley? Amber c’entrava in tutto questo?
«Qualsiasi sia la ragione per cui mi cerchi, mi dichiaro innocente.» Eloise ghignò, non riuscendo a resistere alla tentazione di fare l’idiota. Non sapeva nulla di lui, né che fosse un Auror, né che fosse il responsabile della sua monarchia instabile, altrimenti avrebbe pensato più a lungo a come rispondergli. Mise fine all’istante di silenzio che aveva seguito la sua frase con una precisazione. «Sono io, in carne e ossa. Perché mi cerchi?» Se aveva posto quella domanda, voleva dire che aveva una ragione valida per interpellarla.
La risposta più immediata era “Amber”, ma quale poteva essere il motivo per cui il misterioso cavaliere della bionda si fosse recato ai Tiri Vispi e avesse chiesto di lei? Le ipotesi si susseguivano nella mente di Eloise: “Amber mi ha detto di te e sono qui per dirti di farti i fatti tuoi” era l’opzione che più la spaventava, ma aveva preso in considerazione anche “la tua amica è in pericolo”, oppure “la tua amica ha fatto una cavolata”. Con l’indice che ticchettava sul bancone, la rossa attendeva una risposta a quell’intera situazione.
▲▽▲
[Daphne] Il tepore accogliente che regnava all’interno dei Tiri Vispi faceva quasi dimenticare il freddo gelido che ormai aveva preso il sopravvento sul mondo esterno. Eppure, ogni volta che la porta veniva aperta all’ingresso di un nuovo cliente, il clima invernale tornava a palesarsi con tutta la sua forza: Eloise rabbrividì, scoccando uno sguardo torvo al cielo nuvoloso.
Aveva le braccia piene di Topi Finti, e stava cercando - contro ogni regola fisica esistente - di farli entrare nell’espositore che avrebbe dovuto contenerli. Il migliore risultato che riuscì a ottenere fu di farne entrare alcuni, mentre i loro fratelli rotolavano verso l’esterno e cadevano a terra. Dopo numerosi sforzi riuscì a sistemare i caduti con un equilibrio instabile, e si allontanò dalla scena del delitto con rapidità, sperando con tutta se stessa che resistessero in quella posizione almeno per tutta la durata del suo turno.
In quel momento la porta si aprì e una strega alta e dal volto affilato fece il suo ingresso. Vedendola dirigersi con passo deciso verso il bancone, Eloise si mosse velocemente e si fece trovare pronta ad accoglierla. «Certo, te li prendo subito.» Ancora una volta, il suo personale gioco di indovinelli veniva sollecitato: a chi era destinato l’altro Anello dei Gemelli? Scoccò un’occhiata furtiva alla ragazza, e provò a considerare le opzioni: era forse per suo padre, che si preoccupava troppo quando lei era lontana da casa? O forse era una madre estremamente giovane che voleva tenere d’occhio il suo pupillo? O magari voleva chiacchierare con un’amica, o tenere d’occhio il suo fidanzato? Di tutte le ipotesi, quella del figlio precoce era quella che la divertiva di più, e quella dell’amica o fidanzato era quella che riteneva più plausibile. «Sono cinque Galeoni...» Le disse, porgendole la scatolina che conteneva gli Anelli. Ritirato il denaro, appoggiò davanti alla ragazza una piccola pietruzza dalla forma tondeggiante e dal colore dorato. «E per te anche una Gelatina d’Oro!»

 
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view post Posted on 21/11/2017, 21:23
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Killian Resween # 24 anni # Auror
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Una sola domanda di appena tre parole aveva profondamente cambiato la situazione: prima non erano altro che un cliente dei Tiri Vispi e la commessa che lo serviva, il silenzio dopo Killian era diventato un misterioso uomo che dietro agli acquisti aveva altri obiettivi e lei una ragazza evidentemente colpita dal nome che era stato appena pronunciato. L’Auror capì immediatamente di non aver fatto un buco nell’acqua dalla reazione tutt'altro che indifferente che si dipinse per un attimo sul volto della ragazza, così sorpresa da interrompere anche le sue mansioni da garzona. Ma durò troppo poco perché Killian potesse mitigare ogni dubbio sull’identità della giovane che tanto lo aveva interessato da spingerlo ad esporsi in tal modo e senza alcun piano di ritirata già escogitato.
Sapeva di potersi aspettare qualcosa di più come risposta del solo silenzio e per questo attese paziente qualche altro indizio, mentre gli occhi attenti seguivano i movimenti con cui lei era tornata ad occuparsi degli oggetti comprati come se nulla della manciata di secondi precedente fosse accaduto.
Non dovette comunque attendere molto per avere una conferma inequivocabile, per di più sotto forma di battuta. Le labbra scure del mago si curvarono in un piccolo ghigno storto sia per il modo in cui la ragazza, Eloise, era riuscita a dissimulare alla perfezione la sorpresa iniziale, sia perché l’azzardo che aveva compiuto senza premeditazione si era infine rivelato proficuo.
Dunque era lei la Reginetta del Ballo di cui si era ritrovato a parlare molte più volte di quanto avesse mai immaginato la sera che l’aveva abbandonata senza cattiveria alcuna, ma forse un po’ troppo a cuor leggero. Era buffo come aveva usato il termine “innocente” quando la persona a dover in qualche modo rimediare alle sue azioni non era certo lei, ma Killian.

E poi arrivò, diretta come un incantesimo castato nel più efficace dei modi, la contro-domanda che avrebbe potuto cambiare ancora le carte in tavola. Il Resween non era così sprovveduto da credersi l’unico a poter fare le domande ed era più che logico che la ragazza volesse sapere il motivo per cui uno sconosciuto era entrato nel negozio e senza alcun preavviso aveva posto una domanda secca su di lei. Così non si fece trovare impreparato quando lo sguardo vispo e curioso si fissò su di lui in attesa di risposte: nonostante il ticchettio del dito sul legno scandisse ogni secondo che impiegava a rispondere, per qualche attimo si limitò a quel sorriso piccolo e furbo mentre si appropriava del sacchetto con la merce che aveva appena acquistato. Sapeva già cosa dire, ma finse in maniera non del tutto credibile di doverci pensare su come se la questione l’avesse messo in difficoltà tanto quanto vi si era ritrovata lei poco prima, anche se per un tempo brevissimo.


“Mmm… Diciamo così: ti devo un ballo”

Il ghigno obliquo si aprì ancora di più tra la rada barba scura quando quel piccolo enigma di facile risoluzione dette un senso alle sue parole e azioni precedenti. Nel caso non avesse colto l’indizio, significava che la giovane aveva dato assai poca importanza a ciò che era avvenuto la notte del Ballo di inizio estate e ciò avrebbe dato a Killian il permesso definitivo di metterci una pietra sopra. Nel caso opposto, invece, avrebbe capito di avere davanti il re che aveva abdicato anche se Killian era piuttosto certo che lei non potesse ricordare il nome del vincitore che era stato annunciato dal Ministro insieme al suo. Gli sembrava un giusto compromesso quello di farle almeno conoscere il volto dell’uomo che le aveva fatto un torto. Il ballo che le doveva, tuttavia, non era stato che un escamotage per rivelarle la sua identità: l’unica eccezione era stata fatta per Amber e non c’era possibilità che ciò si ripetesse ancora. Qualcosa nell’aspetto sveglio e arguto di Eloise lo convinse che non doveva preoccuparsi che quella frase fosse interpretata come una promessa che non avrebbe mai potuto mantenere.

Killian fece appena qualche passo indietro, pronto ad andarsene poiché non aveva nient'altro da aggiungere: lui aveva visto a cosa aveva frettolosamente rinunciato, lei ora sapeva a chi dover eventualmente mandare tutti gli improperi di quella sera.
Erano pari, più o meno.


Scheda


//Mi scuso per l'enorme ritardo: ho battuto ogni mio record >-<
 
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view post Posted on 28/11/2017, 17:35
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ZxIcLBl

69y1LBVL’attesa non durò a lungo. Sebbene Eloise si fosse preparata ad ascoltare una spiegazione articolata e complessa, la risposta venne in tutta la sua semplicità e immediatezza - ma non per questo scontata e palese - cadendole in testa come la mela di Newton. Anche se si fosse sforzata e impegnata, mai avrebbe ricondotto il cavaliere di Amber a colui che l’aveva abbandonata nel momento in cui era stato nominato.
Mentre due mondi distinti convergevano in un’unica realtà, Eloise strinse leggermente le palpebre, mentre la sua mente setacciava ogni sacca di memoria rimasta. Non era particolarmente dotata coi nomi, ma quello se l’era appuntato con accuratezza estrema: Killian Resween, ecco come si chiamava il cliente che le stava davanti. «Il nostro regno avrebbe potuto essere prosperoso e rifulgere come punto di riferimento per le genti...» Si portò una mano al cuore, il tono della voce grave e solenne. «La folla acclamava Re Killian e io già programmavo di conquistare le Americhe con le nostre flotte navali, ma ogni sogno di gloria andò in frantumi quando non ti presentasti...» In chiusura alla performance, la rossa abbassò lo sguardo, lasciando scorrere un catartico istante prima di tornare a posarlo sul suo interlocutore. Le labbra, deformate in un ghigno, non lasciavano dubbi sul suo stato d’animo.
Eloise non si era offesa per essere stata lasciata da sola. Non era mai stata il tipo da dare importanza ai titoli, ai Balli e alle ripercussioni delle solitudini pubbliche. Per la sua percezione del mondo, involontariamente insensibile a questioni di quel tipo, la scomodità maggiore era stata doversi trovare da sé un cavaliere (non poteva negare, oltretutto, di essere stata grata di avere una scusa per sgattaiolare via dalle grinfie di Nathan Scott). E se crescere con due fratelli maschi aveva avuto delle conseguenze, queste erano da ricercare nel distacco dalle faccende mondane, nell’incapacità di leggere i sentimenti altrui e nel disorientamento totale nel momento in cui cercava di leggere i propri.
Eppure, mentre si chinava per recuperare le Gelatine d’Oro, fu inevitabile pensare alle implicazioni di quella scoperta. E se in un primo momento si chiese cosa avrebbe pensato Amber al saperli incoronati Re e Reginetta del Ballo di Plenilunio, subito si rese conto che era stata proprio lei a ricevere la Coppa delle Case a nome di Tassorosso. Il cuore le sprofondò leggermente nello sterno quando capì che era scontato che lo sapesse: non c’era ragione di credere altrimenti.
Il gomitolo si ingarbugliò in un battito di ciglia e, mentre la razionalità della Lynch cercava di farsi avanti a gomitate, le domande spontanee non potevano essere messe a tacere. Era stata Amber a dirgli di non presentarsi? Si erano fatti una grassa risata all’idea di averla lasciata lì, da sola, in balia della folla? Oppure - più semplicemente - c’era qualche altra ragione che l’aveva spinto a non presentarsi? E se le cose erano andate così, senza che lei fosse necessariamente lo zimbello del duo, perché la bionda non le aveva spiegato un bel niente e aveva scelto di tenere per sé un’informazione che in parte riguardava anche lei?
Le riflessioni e supposizioni, che l’avevano raggiunta solo in un secondo tempo, avevano il sapore amaro dell’inaspettato. La forza travolgente di un pugno nello stomaco. Ma non c’era tempo per risolvere quella matassa, e quello non era certo il momento per farlo. Scosse leggermente il capo per mandarle via e tornò a dedicare la sua attenzione a Killian, chiedendosi se Amber avesse mai preso in considerazione che tra loro avrebbe potuto esserci qualcosa di romantico, che era ciò che sembrava scorrere tra cavaliere e legittima dama. L'idea la nauseò ulteriormente. «Sono 17 Galeoni per me, e tre Gelatine d’Oro per te.» Titubò un istante, domandandosi se non fosse sensato chiedere direttamente a lui come fossero andate le cose, ma la voce che attribuiva all’assennatezza le suggerì di tacere. Se i suoi problemi con Amber erano nati proprio in quello stesso contesto, se il silenzio era per tutti quanti la migliore soluzione, allora avrebbe fatto meglio ad adeguarsi al mondo dei grandi. «E non mi devi nulla.» Concluse, cercando di buttare giù quel senso di inadeguatezza e disagio che sembrava aver messo radici nella sua gola.

 
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view post Posted on 4/12/2017, 19:54
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Killian Resween # 24 anni # Auror
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Sentirla scherzare così sulla faccenda fu per il ventiquattrenne un vero toccasana per la coscienza: non solo Eloise non si era mostrata ostile scoprendolo il Re che l’aveva abbandonata sulla pista al momento dell’incoronazione, ma la ragazza era addirittura riuscita a scherzarci su in modo magistrale. Una piccola risata estremamente sincera proruppe della labbra scure del ragazzo nell’udire i piani di conquista orditi da sua maestà la Reginetta del Ballo, mascherando perfettamente quanto sentir udire il suo nome nel bel mezzo della frase lo avesse un po’ sorpreso. In fin dei conti decise che non era nulla di cui preoccuparsi: come avrebbe potuto quel piccolo dettaglio non calcolato rivelarsi pericoloso? In alcun modo, pensava, sbagliando.

Ci fu uno scambio di furbi sorrisi di intesa alla fine della teatrale recita della Tassorosso e Killian credette di poter concludere così quell’ incontro fortuito, azzardato ma proficuo. Non vedeva quanto i fili si stessero ingarbugliando, lui. Non capitava spesso che il Resween fosse all’oscuro delle questioni che lo riguardavano strettamente ma stavolta era del tutto ignaro di aver fornito alla giovane più di quanto avesse concesso volontariamente. Pensava di aver dato semplicemente un volto al Re del Ballo ma l’informazione più preziosa era stata un’altra: un nome e cognome al misterioso cavaliere di Amber. Se il mago avesse avuto anche solo il minimo sospetto di quello che era accaduto tra i due Prefetti a causa sua, probabilmente avrebbe rinunciato persino al rifornirsi dai Tiri Vispi. Nonostante la situazione con Amber fosse recentemente diventata più complicata, Killian capiva più di altri quanto una sincera amicizia potesse giovarle all’interno del Castello e sapendo di averla già messa a rischio una volta non avrebbe mai e poi mai agito come aveva appena fatto. Ma la realtà non si costruisce sui “se” e il caso aveva voluto che ci fossero conseguenze ai non-detti che aleggiavano in quel dedalo di avvenimenti.

Per il momento, il totale stato di ignoranza di Killian gli garantiva l’estraneità a pensieri del genere, ma anzi il giovane poteva dire di aver debellato quel piccolo sentore di senso di colpa che dal Ballo lo aveva un po’ tormentato nonostante i suoi ostinati tentativi di ignorarlo.
Ma qualcosa stava mutando ancora.
Anche se non poteva capirne i motivi, Killian percepì chiaramente un cambiamento radicale in Eloise realizzatosi nell’arco di qualche istante. Di riflesso, la serietà tornò ad indurire i tratti del suo volto barbuto per un’empatia implicita che non aveva mai pensato di avere.


“Grazie”,rispose semplicemente allungando la mano per prendere le Gelatine d’Oro mentre gettava uno sguardo alle monete che aveva precedentemente posato sul bancone per assicurarsi di aver fatto i conti giusti e che i galeoni fossero precisi.

Tornare ad interpretare la parte del semplice cliente non era affatto facile, soprattutto perché il volto gioviale della commessa si era vistosamente rabbuiato dopo aver scambiato qualche battuta con lui che, senza intuire i reali motivi sottostanti, sentiva comunque di esserne diretto responsabile.

Ok, pensò, quella missione non poteva considerarsi riuscita come aveva creduto. Ne fu certo senza alcun dubbio quando con l’ultima frase Eloise lo sollevò da qualsiasi conto in sospeso tra loro due. Sarebbe dovuta essere una cosa positiva, ma secondo l’interpretazione del mago suonava molto più come un congedo definitivo che non ammetteva repliche.
Fece un cenno di assenso con il capo accettando la sentenza né di condanna né di assoluzione. Facendo qualche passo indietro verso l’uscita azzardò un mezzo sorriso obliquo insieme ad un saluto dall’intenzione scherzosa ma che non riuscì a scrollarsi di dosso la cupa serietà che era calata:

“Buon Regno, allora”

*Perché ho la sensazione di aver solo aggravato le cose?*, pensò Killian prima di uscire dal locale senza poter trovare né allora né poi una spiegazione valida.

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view post Posted on 11/12/2017, 17:46
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When the snow falls, the fox tries to survive.

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Aiden Weiss
Auror ☘ Ex Grifondoro ☘ 26 anni ☘ Outfit


Il volto dell'Auror dai capelli fulvi venne stravolto da un sonoro sbadiglio nel constatare che la costante pila di scartoffie in ufficio non sembrava avere alcuna intenzione di ridursi, anzi, era tutto il contrario: più i documenti si ammassavano ora dopo ora, più Aiden sentiva la necessità di una tregua. Aveva quasi sempre optato per una buona tazza di caffè o una pausa sigaretta, ma sentiva ogni volta l'esasperazione salirgli, perciò decise di punto in bianco di mollare la baracca per qualche minuto e sgranchirsi le gambe da qualche parte.
Erano settimane che programmava di fare un salto ai Tiri Vispi Weasley, volendo acquistare qualcosa che sicuramente gli sarebbe servito durante le missioni o ronde; perciò alla fine decise di Smaterializzarsi a Diagon Alley, focalizzando nella propria mente la destinazione e con determinazione riuscì a raggiungerla senza troppi problemi.
Con una sigaretta accesa con il clipper tempestato da simpaticcissimi Panda che gli aveva regalato Maurizio, Aiden si avviò verso il negozio, augurandosi di trovare ancora degli articoli di suo interesse. E quando fu arrivato, poco prima di entrare, spense la sigaretta e aprì la porta ed entrò, deliziandosi di qualche giro di perlustrazione, magari arrangiandosi nel trovare ciò che stava cercando.
Con estremo entusiasmo, il fulvo trovò un Sacchetto di Polvere Buiopesto Peruviana e un paio di Orecchie Oblunghe, ma non riuscì a trovare i Fresbee Zannuti. Decise quindi di chiedere direttamente, dirigendosi al bancone e posando su di esso ciò che aveva già trovato da solo.
«Salve, ehm, dunque oltre a questi non sono riuscito a trovare i Fresbee Zannuti, magari un Mordicchiatore Volante se è ancora disponibile. Quanto ti devo in tutto?»

PS: 180 ☘ PC: 129 ☘ PM: 124 ☘ EXP: 27.5

Ricapitolando: 1x Polvere Buiopesto Peruviana
1x Orecchie Oblunghe
1x Fresbee Zannuto

 
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Emma Woodhouse
view post Posted on 16/12/2017, 20:29




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"Last Christmas, I gave you my heart, but the very next day you gave it awaaaaay"
Dall'alto della sua postazione, Emma diede libero sfogo al suo immancabile eccesso di spirito natalizio. Sull'ultimo gradino della scaletta su cui si era arrampicata pochi minuti prima, si sbracciava per riporre con zelo gli ultimi arrivi dei Tiri Vispi negli scaffali più in alto, dove - con il suo metro e mezzo scarso - altrimenti non sarebbe potuta arrivare, senza un piccolo aiuto.
Le feste natalizie erano sempre più vicine e la piccola Grifondoro stava disperatamente tentanto di non deprimersi al pensiero che, per la prima volta nella vita, non le avrebbe trascorse insieme ai suoi cari. Neanche ad Hogwarts la situazione era il massimo, anzi, tutt'altro. Così, al momento, l'unico luogo in cui poteva tranquillamente trascorrere lunghi pomeriggi solo in compagnia di se stessa, era proprio il negozietto dei fratelli Weasley a Diagon Alley, dove da più di una settimana era tornata a lavorare a pieno regime, fiancheggiando Eloise, che l'aveva (ri)accolta con la sua solita gentilezza ed ironia.
Il tintinnio dell'ingresso la interrumpe sul pezzo forte del brano natalizio, in corrispondenza dell'acuto, che Emma aveva accompagnato con un balletto a dir poco osceno, lo stesso che la sua migliore amica, durante uno dei loro consueti pigiama party, mesi prima aveva denominato "sculettamento compulsivo":
Quel pensiero le spense il sorriso già di per sé fioco, facendole ritornare l'espressione vacua ed accigliata che l'aveva caratterizzata nell'ultimo periodo. Si concentrò dunque sull'ennesimo cliente che aveva appena varcato la soglia del negozio, sentendo le gote imporporarsi per l'imbarazzo. Che lui o lei l'avesse sentita cantare e vista ballare?

"Salve e benvenuto ai Tiri Vispi Weasley." Con nonchalance raggiunse il bancone, rivolgendosi con cortesia all'uomo dai capelli rossi, dall'aspetto gioviale, che l'attendeva proprio lì. "Non si preoccupi, prendo io il Frisbee Zannuto che desidera." Dopo aver recuperato l'oggetto dei desideri, in un batter d'occhio Emma ultimò il pacchetto del cliente, incassando i galeoni e rivolgendogli un ultimo saluto, accompagnato da un sorriso di circostanza. "Grazie mille e arrivederci. Oh, dimenticavo, buone feste!" Rimasta da sola, ritornò poi alle sue faccende da magazziniere.



Perdona l'attesa, Aiden :flower:
Aggiornato.
 
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395 replies since 26/7/2007, 14:22   15599 views
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