Tavolo dei Compiti, Dove poter studiare in compagnia.

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Ralphus Simonson
view post Posted on 16/2/2009, 14:52




Tavolo dei Compiti

Semplicissimo Tavolo dove tutti possono sedersi, fare i compiti e scambiare allegramente due chiacchiere con altri studenti.



Edited by Master Adepto - 22/9/2010, 00:30
 
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annabeth smith
view post Posted on 14/2/2013, 20:39




entrai in Biblioteca per la prima volta dal mio arrivo ad Hogwarts. Mi guardai un po' intorno e andai vicino agli scaffali per vedere quale libro prendere dovevo fare dei compiti di Trasfigurazione. Preso il libro che mi serviva, mi avvicinai al tavolo addetto agli studenti che desideravano fare i compiti. In quel momento purtroppo non c'era nessuno, pazienza, sarebbero arrivati. Così mi adagiai sulla sedia e incominciai a sfogliare il massiccio tomo che mi ero procurata su uno scaffale. Intinsi la piuma nell'inchiostro e incominciai a scrivere sulla pergamena. Il rumore della penna faceva un piacevole scricchiolino, che risuonava nella silenziosa Biblioteca.
 
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christopherdavis
view post Posted on 23/2/2013, 15:00




Christopher entrò in biblioteca guardandosi intorno e trovò un tavolo dove sedeva già una ragazza. Aveva preso dei libri per svolgere i compiti di Storia della Magia e quel pomeriggio piovoso avrebbe svolto i compiti in modo da non essere in ritardo con le consegne. Vide che la ragazza stava facendo dei compiti e la salutò con un timido Ciao! e si sedette per iniziare a lavorare.
 
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Becka Mills
view post Posted on 3/4/2014, 11:41




Becka, dopo essersi appena ambientata nella scuola, dovette iniziare le lezioni, in modo da riuscire a sostenere gli esami previsti per la fine dell'anno scolastico.
In seguito alle primissime volte che passò nelle varie aule, si recò in biblioteca, per aver la possibilità di studiare al meglio e con maggiore calma.
Giunta in biblioteca, Becka si sedette ad un tavolo libero e, dopo avervi sistemato sopra i libri di testo, iniziò a studiare e a svolgere i compiti che le erano stati assegnati.
 
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Harry_Anderson
view post Posted on 4/8/2015, 16:22




Ormai l'anno era giunto al termine Harry stava svolgendo gli ultimi compiti di Erbologia e Volo dopo di che avrebbe affrontato gli esami del 1°anno.
Egli solitamente aveva sempre fatto i compiti in sala comune ma questa volta decise di svolgerli in un luogo un po' più tranquillo dove concentrarsi meglio visto che nelle ultime lezioni non ha avuto buoni risultati se non sempre una A o una S,così si diresse in biblioteca e mentre camminava tra gli enormi scaffali che lo circondavano in biblioteca con in mano i libri di Erbologia e Volo trovò un tavolo libero,dove egli si sedette e iniziò a svolgere serenamente i compiti delle due materie dove ha avuto seri problemi durante l'anno,pensando anche agli esami che lo aspettavano.
 
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view post Posted on 12/9/2018, 16:28
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Eccola qui, nella biblioteca, quello che era sempre stato il suo luogo preferito. La tranquillità che si respirava nell'aria era così piacevole che socchiuse leggermente gli occhi e inspirò lentamente prima di riaprirli. Non vedeva l'ora di entrarci, fin dai primi giorni ad Hogwarts non faceva altro che immaginarsela in mille modi diversi e quando finalmente quel giorno riuscì a trovare il tempo per entrarci si guardò intorno con entusiasmo: era diversa da come credeva, ma era comunque tra le sue aspettative e l'ordine impeccabile la rilassava ulteriormente. Si inoltrò con cautela tra gli scaffali ed i vari tavoli, intorno ai quali c'erano alcuni studenti che studiavano o parlottavano sottovoce, e per non disturbare nessuno, cominciò ad adocchiare le sedie più solitarie mentre cercava i libri della materia che aveva intenzione di studiare quel giorno: Pozioni. Era tra le materie che la incuriosivano maggiormente, anche se immaginava fosse tra le più complicate, per questo motivo voleva studiarla con calma nel posto più adatto.
Raccolse un paio di libri e si andò a sedere ad un tavolo stranamente vuoto. Sistemò un paio di pergamene in pila avanti a sé, il calamaio sulla destra e due libri appena presi in prestito alla sua sinistra. Rispolverò la lezione che aveva seguito nella sua mente ed aprì il primo libro alla ricerca della famosa classificazione di Hector Stuff.


So che questa discussione non viene utilizzata da molto e penso sia inutile aprirne una nuova, ma non potevo non far entrare Gwen in biblioteca, mi ha costretto lei!! :asd:

 
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view post Posted on 12/9/2018, 21:49
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Amava l’odore dei libri. Quel misto di polvere, carta, memorie e inchiostro. E amava leggere nel Silenzio. Proprio lì, nell’ala più remota dell’antica Biblioteca di Hogwarts, dove scaffali su scaffali si rincorrevano sino al soffitto, stipati di libri. Di rado gli Studenti arrivavano sino a laggiù; generalmente si fermavano prima, dove i tavoli erano più ampi ed affollati, dove la luce giungeva con maggiore prepotenza. Lì, invece, c’era troppo silenzio e i libri sussurravano troppo forte: il loro palpito era quasi percepibile.
Atena amava restare ad ascoltarlo. Se prendeva tra le mani un libro, le parole sembravano scivolarle dentro e come una marea portare via poco a poco tutta la polvere dai suoi pensieri.
Non vi si recava spesso, in quell’angolo solitario. Durante il giorno gli impegni accademici la tenevano occupata nel suo Ufficio, in qualche Aula della Scuola, o in altre incombenze di importanza più o meno rilevante. Inoltre, aveva la sensazione che fosse necessario avere la giusta disposizione d’animo, per giungere sino a lì, come se quella fosse la sola chiave che permettesse l’accesso ad un luogo recondito o ad una sorta di tempio sacro.

Quel pomeriggio sedeva al solito posto: una sedia in disparte, nell’angolo a sinistra, intorno ad uno dei tavolini più piccoli. Qualche volta uno Studente transitava nel corridoio antistante - passi lenti e misurati, dita che scorrevano su un libro. Poi, così com’era arrivato, se ne andava.
Si stupì quando una giovane Studentessa decise invece di fermarsi; la osservò curiosa prendere posto ad un tavolo, sistemare con cura i libri, le pergamene e un calamaio ed immergersi nella lettura di quello che sembrava essere un testo scolastico. Sorrise tra sé, incrociando le braccia sul tavolo - pareva non averla notata.

«Strano, non mi capita spesso di incontrare uno Studente, da queste parti.» si lasciò sfuggire; le labbra si curvarono benevolmente, mentre lo sguardo si posò sulla figura della ragazzina: i lineamenti delicati, tipici della sua età, il caschetto sbarazzino, i colori della Casata che si intravedevano dalla divisa scolastica le balzarono subito all'occhio. Come colta da un pensiero, aggrottò impercettibilmente le sopracciglia, inclinando appena la testa da un lato. «Tu sei Susan Gwen Nieranth, non è vero? Mi ricordo di te, alla scorsa cerimonia dello Smistamento».



E’ una cosuccia piccolissima, ma avevo bisogno di scriverla, non potevo farne a meno. ~♥
Naturalmente l'interazione resta aperta a chiunque desideri interagire con Gwen, non ve la rubo per troppo tempo, promesso. :flower:
 
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view post Posted on 12/9/2018, 22:48
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S. Gwen Nieranth • 11 anni • studentessa I anno


La tranquillità e la concentrazione che creava quell'ambiente era una sensazione unica e, per Gwen, totalmente piacevole. Aveva risposto alle prime due domande assegnate dall'insegnante di Pozioni e stava cercando di approfondire meglio la terza, aveva modificato la forma mille volte poiché avrebbe voluto prendere un voto maggiore rispetto al precedente compito di Incantesimi eseguito, ma non era mai soddisfatta di quello che scriveva. La pergamena era piena di varie cancellature e sbavature, cose che Gwen odiava profondamente, ma sapeva che avrebbe rimediato alla fine del suo lavoro, ricopiando il tutto su una nuova, pulita e profumata pergamena.
Stava sfogliando il libro quando una voce ruppe il piatto silenzio di quei tavoli solitari: proveniva da una donna molto giovane dai capelli scuri, con una frangia lunga fino alle sopraccglia, quasi a voler nascondere i loro movimenti. Non sembrava un volto sconosciuto, anzi Gwen ricordava perfettamente di averlo già visto, solo che non riusciva a ricordare precisamente dove l'avesse visto e si meravigliò di non averla notata prima, probabilmente era troppo presa dal fascino di quel luogo. Non appena la donna la definì "Studente" nella mente di Gwen riaffiorarono le immagini che la memoria aveva accantonato fino ad allora: era una delle persone sedute dietro il lungo tavolo degli insegnanti il giorno dello smistamento! E, se la mente aveva agito correttamente, doveva essere proprio la docente di Astronomia!! Alla giovane Tassorosso venne quasi un colpo, le si irrigidì la schiena mentre ascoltava la donna con stupore.
"Si ricorda di me nel giorno dello smistamento??" Era incredula, pensava che con tutti i nuovi studenti che ogni anno un insegnante era costretto ad incontrare, fosse raro che ci si ricordasse di ognuno di loro.
«S-Sì, sono Susan Gwen Nieranth» Disse cercando di tenere ferma la voce. La donna aveva un aspetto calmo e affidabile, se aveva scelto anche lei quei tavoli più silenziosi forse le due avevano il desiderio di tranquillità in comune, ma la cosa non riuscì a far rilassare Gwen. L'universo era sempre stato un argomento che non smetteva mai di affascinarla, di conseguenza Astronomia era una delle materie facoltative che sapeva già di voler seguire; in quella stituazione non poteva che sentirsi messa con le spalle al muro, qualsiasi cosa avrebbe detto o fatto in quel momento avrebbe pregiudicato l'opinione che la sua futura docente avrebbe avuto di lei.

Ammetto che mi stanno sudando un poco le mani..! :secret:
Comunque ti ringrazio, sto anche migliorando l'aspetto per le ruolate :*-*:




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Edited by Suguni - 5/10/2018, 19:37
 
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view post Posted on 13/9/2018, 11:15
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Gli occhi grandi e curiosi della giovane si sollevarono verso di lei; dapprima stupiti – evidentemente non si aspettava di avere compagnia – frugarono la figura della Docente alla ricerca di un nome a cui collegare il suo volto, poi colti da un’improvvisa consapevolezza: doveva averla riconosciuta.
«Ne ero certa» disse piano, affabile. Sembrava che la sua affermazione avesse colto la Tassorosso alla sprovvista, o forse era semplicemente la sua presenza o il ruolo che ricopriva ad intimorirla; non le passò infatti inosservato il lieve nervosismo che trasparì dal tentennamento della voce e anche la porzione d’aria che le separava sembrò per un momento crepitare, come accelerata dal ritmo stesso del suo cuore. Di rimando, l’Insegnante rilassò il sorriso, posando la schiena alla sedia; le braccia si sciolsero dalla loro posa e una mano, sovrappensiero, prese a giocherellare con una piuma.
Atena ricordava senza difficoltà nomi e volti, qualità che il carattere per natura riservato non aveva fatto che incentivare: sin da quand’era ragazzina aveva sempre preferito ascoltare ed osservare, piuttosto che parlare inutilmente. Così come, nella frenesia degli impegni a cui amava dedicarsi, aveva sempre ricercato uno spazio di
vuoto, entro il quale ritrovare la propria tranquillità.
«Vieni spesso qui?» continuò «Dì, ti piacciono i libri?». Lei stessa si stupì della propria loquacità, generalmente avrebbe concesso all’ospite niente di più che un’occhiata di sfuggita, nulla che la potesse distrarre eccessivamente dalla propria occupazione o che potesse turbare il lento evolversi dei suoi pensieri. Eppure, vi era qualcosa in quell’inaspettata circostanza che in qualche modo le solleticava la curiosità: forse il fatto che per certi versi la sua figura le ricordava se stessa, quand’era poco più che una Studentessa fresca di Smistamento; o forse era l’atteggiamento garbato e al tempo stesso delicato della giovane – che tuttavia non sembrava essere sinonimo di superficialità, quanto piuttosto di un acume che nulla aveva a che fare con la debolezza, e questo la intrigava e divertiva al tempo stesso. Inoltre, una parte di lei si sentiva in dovere di continuare la conversazione, se non altro perché aveva la netta sensazione che interromperla in quel punto avrebbe significato creare un imbarazzo maggiore. Voleva invece distendere le pieghe e sfidare se stessa a intravedere qualcosa di più nella ragazzina che aveva di fronte.



Addirittura? :ihih:
Bravissima, questo è lo spirito giusto! :fru:
 
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view post Posted on 13/9/2018, 13:51
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S. Gwen Nieranth • 11 anni • studentessa I anno


La donna aveva assunto una posizione più rilassata poggiandosi allo schienale, al contrario di Gwen che aveva spostato lentamente le braccia dal tavolo per poggiarle lungo le sue gambe, continuando ad avere la schiena dritta come le avevano sempre insegnato le tutrici dell'orfanotrofio. Inoltre, il fatto che la Docente avesse inclinato la testa da un lato, faceva pensare a Gwen che fosse veramente interessata a lei, il che peggiorava solo la sua situazione.

❛❛Portate sempre rispetto alle persone più grandi di voi, a maggior ragione se sono di un grado più elevato. Cominciando dalla postura ed accompagnandola dalla forma verbale.❜❜

Nel momento in cui la Docente convermò di averla riconosciuta, prese in mano una piuma ed iniziò a giocherellarci, Gwen si fece distrarre per un momento dal movimento morbido che creava l'oggetto, che la tranquillizzò un poco, finché la donna non pose un'altra domanda; la piccola studentessa sobbalzò leggermente e tornò a cercare di guardare l'insegnante negli occhi: «No, in realtà è la prima volta che vengo qui. Da dopo lo smistamento ho...cercato di ambientarmi con la routine di questo nuovo stile di vita e non ho avuto molto tempo per...me.» Parlava lentamente cercando le parole più adatte, mentre provava a sciogliere la propria tensione accarezzandosi con i palmi delle mani le gambe, fermandole poi per rispondere alla domanda successiva: «Sì, mi piaccono molto», mosse la testa in su e in giù per confermare le proprie parole e cercò di abbozzare un sorriso, «Mi piace leggere soprattutto storie...al di fuori dalla realtà.» Poi pose lo sguardo sulle pergamene scarabocchiate e si rese conto che la sua risposta poteva essere considerata una menzogna, stava scrivendo non leggendo! Così, continuando a tenere lo sguardo basso sui fogli, aggiunse: «Anche se oggi sono venuta qui per studiare.» Rialzò poi lo sguardo verso la Docente per osservare la sua reazione a quest'ultima affermazione e continuò: «Ho scelto questo posto più solitario priprio per...concentrarmi meglio» , ritornando a pensare che probabilmente la sua interlocutrice fosse lì per lo stesso motivo.



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Edited by Suguni - 5/10/2018, 19:40
 
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view post Posted on 14/9/2018, 21:42
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Nell’osservare la ragazzina ebbe la sensazione di maneggiare un oggetto di vetro molto fragile, di quelli che se non fai attenzione rischi di scheggiare al primo movimento maldestro. Ad ogni suo gesto, ad ogni tentennamento, non poté fare a meno che provare un moto di tenerezza nei suoi confronti.
«Capisco. E’ comprensibile, avrai tutto il tempo per scoprire il Castello, da ora in avanti» disse condiscendente; avrebbe voluto chiederle maggiori informazioni su come si trovasse ad Hogwarts, o rassicurarla apertamente al fine di metterla a proprio agio - il nervosismo celato dietro l'atteggiamento composto era facilmente percepibile - ma giudicò entrambe le opzioni troppo dirette o poco delicate. Preferì invece concederle il tempo per proseguire ed ascoltarla senza interromperla. La ragazzina parlava lentamente, scegliendo con cura le parole da usare, come se le stesse sottoponendo ad un attento processo di selezione. Per qualche motivo Atena trovava quella caratteristica piacevole, creava un ritmo inconsueto e sembrava voler dare valore ad ogni singolo concetto.
«Ne ero sicura» ripeté nuovamente, non appena le confermò la propria predilezione per i libri; ma lo disse piano, quasi sottovoce, parlando più a se stessa che alla sua interlocutrice.
Annuì mentre la Tassorosso proseguiva e le sfuggì un sorriso benevolo nel momento in cui tentò di correggersi, intuendo i pensieri che si erano susseguiti nella sua mente.

«Venivo spesso anch’io qui, da Studentessa. Ho sempre pensato che fosse un luogo che favorisse la calma e la concentrazione. Non sono mai riuscita a studiare in mezzo alla confusione, né in compagnia di amici o compagni.» mentre raccontava, lo sguardo si spostò su un punto imprecisato davanti a sé, lungo i dorsi delle copertine ammucchiate sugli scaffali, come se volesse rincorrere un ricordo o ripescarlo dalla memoria. «Quando accadeva, finivo sempre per concludere ben poco! Qui invece sembra che il tempo scorra in maniera diversa: più lentamente, ripiegandosi su se stesso o disegnando una circonferenza intorno a te e trasportandoti in un luogo più profondo. I minuti sembrano scivolarti addosso come se fossero vecchi amici.» fece una pausa, assorta nei suoi pensieri, seguendo tra sé il filo dei ricordi. Poi arricciò le labbra nel consueto sorriso furbo e complice che spesso la contraddistingueva. «Anche se devo dire che non ho mai avuto la sfortuna di incontrare insegnanti molesti» rivolse quindi uno sguardo divertito alla ragazzina, scrutandola in viso per valutarne la reazione.

 
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view post Posted on 15/9/2018, 22:17
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S. Gwen Nieranth • 11 anni • studentessa I anno


Ricordava che, quando era in orfanotrofio, aveva sempre avuto timore delle tutrici, soprattutto di quelle che che si alteravano con poco. Per questo motivo di fronte ad un'insegnate non sapeva mai come comportarsi. Però era certa di una cosa: doveva rilassarsi. Era inutile tutta quell'ansia, anzi, la donna con cui stava parlando aveva tutta l'aria di essere amichevole e soprattutto gentile, non doveva preoccuparsi. «Capisco perfettamente, se c'è confusione ho bisogno di rileggere le frasi più volte prima di capirle veramente!» Disse rialzando le braccia sul tavolo e osservando meglio la donna mentre continuava a parlare: sembrava aver ricercato nella sua mente dei ricordi, forse piacevoli, ma allo stesso tempo sembrava avere un'aria così malinconica... mentre ricordava gli anni in cui studiava anche lei, Gwen notò che dall'aspetto era sicuramente molto giovane per essere già docente, le iniziò quindi a salirle la curiosità di chiederle quanto impegno ci aveva messo per i suoi studi e in quanto tempo era riuscita a realizzarsi, oppure se aveva rinunciato a qualcosa per diventare quello che era ora, o ancora se insegnare fosse sempre stato il suo sogno.
Poi la donna pronunciò una frase sorridendo in maniera piuttosto furba, a tale affermazione Gwen non era affatto preparata, la schiena le si irriggidì di nuovo e rimase perplessa, ma non voleva ricominciare ad avere timore. Non era d'accordo con quella frase,
«No... non siete molesta... Io non... Non è quello...» Troppi balbettii, "Sei una fifona!" Si impose di ricomporsi, abbassò lo sguardo verso la pergamena e prese un respiro leggero. Chissà che impressione stava dando. Rialzò lo sguardo verso la sua interlocutrice e improvvisamente aggiunse: «Perché avete iniziato a parlarmi?» Ma si pentì subito di quello che aveva appena detto, le parole le erano sfuggite via dalla gola senza controllo e avrebbe voluto rimangiarsele.



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Edited by Suguni - 5/10/2018, 19:41
 
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view post Posted on 23/9/2018, 19:02
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«Già» rispose conciliante all'affermazione della ragazza, accompagnando la parola con un breve cenno del capo. In realtà, se avesse dovuto descrivere l'effetto che il rumore aveva su di lei, lo avrebbe paragonato più che altro ad un raschio di sottofondo in un programma radiofonico, o a dei rami contro i quali i suoi ragionamenti si scontravano, restando inevitabilmente intrappolati, fino a spezzarsi. A volte immaginava i propri pensieri alla stregua di lunghi tentacoli – un’insolita e alquanto bizzarra Medusa – che per vivere avevano bisogno di espandersi liberamente e senza ostacoli. Forse, rifletteva talvolta, era il folto di quello spazio impalpabile che ergeva intorno a sé a creare involontariamente una barriera verso l’esterno, che solo in pochi, nel corso degli anni, erano riusciti a penetrare.
Con la coda dell’occhio, la Docente vide la ragazza rilassarsi e seguire curiosa le sue parole; era come un gatto schivo, che per essere avvicinato necessitava di gesti accorti, di pause meditate e prudenti attese. Bastò infatti una semplice affermazione, più schietta del consueto, a farla rizzare nuovamente sulla sedia, come se fosse stata punta da uno spillo.

«Non temere, stavo scherzando» la tranquillizzò, riportando lo sguardo verso la parete di libri. Seguirono alcuni istanti di silenzio, il tempo di un respiro, poi Gwen parlò nuovamente. La domanda che le rivolse colse Atena alla sprovvista e per tutta risposta la Docente sbatté un paio di volte le palpebre, sinceramente sorpresa. Perché le aveva parlato? Era una domanda insolita, a cui non aveva una risposta pronta. Si lasciò sfuggire un sorriso divertito, ma composto, prendendosi il tempo per ricercare dentro di sé una spiegazione.
«Semplice curiosità, suppongo» rispose infine, incrociando le dita della mani sul tavolo. Il tono era pacato e cortese, come una tacita ammissione di non conoscere altra risposta più convincente.
Per alcuni istanti lasciò vagare lo sguardo sul ripiano dello scrittoio, le dita si sciolsero ed accarezzarono la morbida punta della piuma; poi, come se i pensieri fossero giunti ad un capolinea, con un sospiro si alzò lentamente in piedi.

«Bene, Susan Gwen Nieranth, penso proprio che sia giunta l’ora di tornare alle mie incombenze; spero scuserai la brusca interruzione». Così dicendo posò sul tavolo la propria cartellina, prima lasciata riposare ad un angolo della sedia, e con gesti precisi e risoluti raccolse i propri oggetti. Infine, con un click richiuse la valigetta e tornò a rivolgersi alla ragazza.
«E’ stato un piacere parlare con te e fare la tua conoscenza.» la guardò dritta negli occhi, come per assicurarsi che le parole giungessero a destinazione: in fin dei conti provava nei suoi confronti una sincera e naturale simpatia. «Se dovessi aver bisogno di qualcosa, qualunque cosa, sai dove trovarmi.». Su quest'ultima raccomandazione si sistemò il soprabito sulle spalle e con un cenno del capo si accinse a congedarsi dalla sua compagnia.



Perdona l'attesa, è stata una settimana intensa. Bene, salvo imprevisti Atena si accinge a tornare ai suoi impegni. Da parte mia ti ringrazio per la chiacchierata, è giunta in un momento in cui sentivo il bisogno di mettere per iscritto un paio di cosette, ma soprattutto è stato un vero piacere conoscere Gwen!
Nulla ci vieta - in futuro e se avrai piacere - di proseguire altrove. ;) ~♥
 
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view post Posted on 23/9/2018, 23:04
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S. Gwen Nieranth • 11 anni • studentessa I anno


L'essersi irrigidita nuovamente per una frase, palesemente scherzosa, la fece sentire una sciocca, ma con la sua successiva domanda Gwen notò di aver colto alla sprovvista l'insegnate, che aveva risposto avvolgendo le proprie dita tra loro, come a volersi creare uno scudo, una barriera tra lei e la bambina. Era davvero semplice curiosità? O forse si era trovata per caso ad inciampare tra i pensieri di quella donna? Chissà quante emozioni aveva provato nella sua vita e quante ancora doveva provarne. Magari aveva rivisto in Gwen qualcuno di famigliare. Forse il suo modo di fare l'aveva in qualche modo delusa ed allontanata da quei ricordi. O al contrario l'aveva avvicinata così tanto da volerci sfuggire via.
"Probabilmente non ho fatto una buona impressione." Pensò la piccola Tassorosso vedendo l'insegnante alzarsi e scusarsi, voleva aggiungere qualcosa, ringraziarla a sua volta, ma risucì solo a guardarla con ammirazione mentre raccoglieva i suoi oggetti e si alzava lentamente dalla sua sedia. Quando l'insegnante salutò con un cenno del capo le parole di Gwen fuoriscirono rapidamente dalla sua piccola bocca: «La ringrazio», come se ora avesse un debito con lei, poi si alzò in piedi con riverenza e la osservò andar via.
La piccola rimase un attimo tra i suoi pensieri finché non tornò a sedersi per riprendere da dove si era fermata.

Non preoccuparti per il ritardo e anzi, sono lieta di essere stata utile per liberarti kiss2
Anche per me è stato un piacere e sarei felice di riprendere una chiacchiarata del genere in futuro, magari (e soprattutto) quando Gwen crescerà un po' di più...flowers



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Edited by Suguni - 5/10/2018, 19:43
 
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view post Posted on 8/12/2020, 15:55
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Di sole e di gatti

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Amelia Gin Moonword

studentessa | I anno | Corvonero | Mood: | Outfit: divisa Corvonero






Gin si era finalmente decisa ad entrare in biblioteca. Le avevano detto che all'ingresso si trovava una pianta infestata di Nargilli, ma doveva svolgere un compito sulla civiltà di Atlantide e voleva consultare qualche libro aggiuntivo per redigere una mappa accurata dell'isola. Per cui quel pomeriggio, dopo aver rimandato per diversi giorni, si decise ad entrare.

Come aveva già sospettato, all'ingresso della biblioteca non c'era nessuna pianta e nessun Nargillo (cos'erano poi i Nargilli?). Sospettò che fosse stato un "simpatico" scherzo! Ma non ci rimuginò troppo: capiva di essere un ottimo bersaglio, essendo nata in una famiglia babbana. Quindi non si crucciò troppo per la questione. Anzi sorrise appena divertita, pensando che prima o poi si sarebbe vendicata, con uno scherzo altrettanto simpatico. Ma mai avrebbe potuto immaginare che, dopo quel giorno, la biblioteca sarebbe diventato uno dei suoi rifugi preferiti. Tutti quei libri, polverosi, fantastici, pieni di conoscenza magica che tanto bramava! Entrò piano e vide diversi studenti impegnati nei compiti, su vari tavoli. Sembravano tutti o troppo assorti nella lettura o impegnati in silenziose chiacchiere bisbigliate. Non voleva inserirsi in una discussione già avviata, poiché non era proprio parte della sua natura, ma non voleva nemmeno isolarsi troppo: altrimenti sarebbe andata in camera sua o in Sala Comune. Voleva lasciarsi aperta la possibilità di fare nuovi incontri, anche di persone di altre età o altre case.

Dopo aver chiesto alcuni libri sulla storia di Atlantide alla bibliotecaria, quindi, si sedette su un lungo tavolo, in quel momento vuoto. Era semi nascosto tra le alte scaffalature, cosa che le avrebbe garantito di non essere troppo in vista ma nemmeno troppo isolata, e si posizionò vicino ad una delle finestre, da cui entrava una luce diffusa e chiara.

Appoggiò i libri sul tavolo, tirò fuori la penna e la pergamena e poi si perse nell'osservazione dell'ambiente. I libri già consultati erano incantati e tornavano autonomamente al proprio posto. Levitavano, aveva imparato a lezione e, quasi animati da volontà propria, si muovevano alla ricerca del proprio comodo letto. Certo ora sapeva che erano sotto l'influenza di un incantesimo, ma tutte queste magie le sembravano ancora sorprendenti. Amava perdersi e cullarsi nell'osservazione...

*Su Gin, se vuoi diventare capace anche tu, prima o poi, dovrai deciderti a studiare* pensò, ridestandosi dal torpore. Non che studiare fosse difficile per lei, ma non sapeva ancora quale metro di giudizio era usato nel mondo magico e Hogwarts non sembrava una passeggiata. Aveva già consegnato alcuni compiti e stava attendendo la loro valutazione, quindi non sapeva ancora se poteva considerarsi brava rispetto alla media dei suoi coetanei. E la sua caratteristica introversione non le era di aiuto. Guardò i tomi che aveva di fronte, ne aprì uno e vide subito che si trattava di una copia magica di Ventimila Leghe sotto i Mari. Ma, a differenza di quello babbano, questo libro non era una storia di fantasia ma la cronaca delle perlustrazioni marine di Jules Verne. *WOW* pensò: quante cose poteva imparare e quanto la magia si mischiava alle sue conoscenze babbane? Presa dalla trepidazione dell'apprendimento si immerse nella lettura.





PS: 101 | PM: 50 | PC: 50 | EXP: 1




© Gaelle





Vedo che non ci sono stati molti post negli ultimi anni ma mi sembrava il post giusto per fare una incursione in biblioteca senza avere un role vera e propria con qualcuno e senza avere delucidazioni da chiedere. Se non potevo postare qui, fatemi sapere che sposto il post dove più corretto. Al contrario, se si può ancora usare e se qualcuno vuole unirsi al tavolo dei compiti, sentitevi liberi di farlo.
 
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14 replies since 16/2/2009, 14:52   709 views
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