| Jessica era quasi certa di aver capito male, all'inizio. Ma seguendo passo passo il discorso di Mya ebbe la conferma di avere ancora udito buono e capacità di comprensione accettabili. Quella buffa ma curiosa Tassorosso era del primo anno. Forse avrebbe dovuto aspettarsi che da lì a pochi minuti il mondo si sarebbe capovolto, e avrebbero incominciato a camminare con punta dei capelli? Primo anno... pensare che aveva conosciuto altri primini, o addirittura ragazzi più grandi, di così poco interesse e di così grande banalità da mettersi quasi a piangere. Beh, doveva anche ammettere che lei era particolare, strana e a volte scontrosa, molto scontrosa, quindi nell'ultimo periodo non doveva proprio tirare fuori ilo discorso 'relazioni umane', considerato alla stregua di un tabù per tempo immemore. "Sai Mya, sembri più grande.. Ma bada bene, più grande, non più vecchia" un nuovo sorriso si allargò sulle sue labbra, un'ombra di allegria accennata, un fantasma dei suoi più amabili sorrisi, ma comunque sentito e spontaneo. Non c'erano forzature, non doveva nemmeno sforzarsi di apparire cortese e gentile, quella ragazza l'aveva distratta da un mare in tempesta che infuriava remoto nella mente della stramba Corovnero. "Il che è ben diverso, secondo il mio punto di vista. Se sembri più grande fuori, ovvero più vecchio, non è detto che di conseguenza appaia maturo dentro... Il contrario invece, offusca la gioventù esterna, anzi, la completa, in un binomio perfetto e invidiabile...! Non so se mi spiego..." Com'era sibillina a volte, in modo quasi patetico. E il sarcasmo non svaniva mai, quando si trattava di autocommiserarsi. Mya era già sotto esame, nel suo tono si scorgeva una nota quasi ansiosa... Ma era ansia da stress? O era voglia di andare oltre, superarsi, imparare nuove nozioni? Beh, lei non era tanto diversa. Era arrivata al terzo anno in un tiro di schioppo, per quella sua voglia di apprendere, scoprire, in una continua e forsennata sfida verso se stessa. Era animata da pensieri pure, un tempo, invece ora voleva abbattere ogni limite, andare oltre, sempre di più, solo per poter raggiungere uno scopo infimo e vile. La vendetta. Una dolce, bramata vendetta. "Esami... A me mancano ancora poche lezioni e poi entrerò nel Club degli stressati..." una risata contenuta e appena accennata coronò quella frase. Un nuovo pensiero, affiorato dalle labbra di Mya, diede una nuova chiave di lettura e interpretazione per inquadrare meglio la sua interlocutrice, darle una forma. "Ti capisco sai?" mormorò, pensando alle prime lezioni nel mondo magico, quel minimo di studio che incuriosiva ma non completava. Era solo l'inizio dopotutto, che forniva nozioni basilari e lacunose. "Questa curiosità o alle volte ambizione, che ci porta a non accontentarci mai, o almeno per me era così.. ." disse pensierosa, cercando di esprimere al meglio il suo punto di vista sulla faccenda. "Certo, con quelle poche nozioni non possiamo dire di essere preparati al peggio, avremo sempre dei limiti..." fece una pausa, pensando al suo percorso formativo, che l'aveva portato in quel travagliato terzo anno. "Ma direi che tutto è utile per formarci un bagaglio e poi... I limiti sono fatti per essere abbattuti!" Darsi un obbiettivo e impegnarsi al massimo per travolgerlo rendeva il percorso, il mentre, ancora più eccitante, accantonando per un attimo quella noia che inevitabilmente incombeva. Oltre al limite... Il cielo era sempre più intenso, il sole più abbagliante. La scoperta nasceva sempre dalla curiosità, e una mente curiosa è forte e insaziabile. *Non solo i limiti, anche le regole...* pensò con un ghigno, ma decise bene di tenersi per se quel piccolo poco consono pensiero, che uscito dalla bocca di un Caposcuola non sarebbe certo stato di buon esempio. Si voltò ad osservare nuovamente Mya e quei suoi intensi occhi violacei che tanto l'avevano colpita.
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