L'Allegro Audace Marinaio., Private Role numero 4.

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Jè Evans
view post Posted on 29/8/2011, 23:47




Dopo il ballo, al limitare della foresta.




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La musica si faceva sempre più flebile, quasi un sospiro portato dal vento e le luci del ballo si offuscavano, lasciando ampio scenario all'oscurità quasi opprimente del limitare della foresta. Il vesto soffiava mite, muovendo appena la superficie del lago nero, creando piccole increspature sul pelo dell'acqua e facendo arrivare piccole goccioline sulla sua pelle accaldata. Fin da quando era piccola, aveva sempre odiato i posti affollati e ora finalmente nel buio del giardino si sentiva incredibilmente a suo agio.
Si guardò intorno e individuò un grosso masso, vi si sedette e incominciò a fissare le cime degli alberi riflesse sullo specchio quasi immobile del lago.
Aveva letto in Storia di Hogwarts che quel magico abisso era popolato da creature disparate tra cui le sirene... Ricordava le illustrazioni delle fiabe babbane che i nonni le leggevano da piccola, chissà se erano davvero così incredibilmente belle?
Quanto le sarebbe piaciuto vederne una! Si sporse verso il pelo dell'acqua come a voler vedervi sotto, ma ciò che incrociò fu solo un paio di occhi smeraldini che ricambiavano un'occhiata curiosa. Solo allora si ricordò di essere vestita da Pirata, il cappello ancora nascondeva gran parte della sua chioma vermiglia.
"C'è un audace marinaio... Che attendo dentro il cuor..." sussurrò alle acque, canticchiando sommessa. Alzò un indice e lo portò a toccare la superficie statica del lago che si infranse al contatto con il suo polpastrello, creando piccoli cerchi concentrici.
"Non conosco il suo nome, ma ho bisogno del suo amor.."
Un sospiro le usci dalle labbra socchiuse, mentre i suoi occhi lasciavano il lago andando a scrutare l'interno della foresta. Così buio, così oscuro... Così invitante.... Quanto avrebbe voluto essere parte del vento, per poter fluire libera tra le fronde del bosco?


Edited by Jè Evans - 1/9/2011, 03:02
 
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view post Posted on 30/8/2011, 21:02
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Ormai il ballo di fine anno stava giungendo al termine, la maggior parte degli studenti aveva già abbandonato la costruzione eretta per l’apposito evento, alcuni di loro erano tornati al dormitorio, altri invece, specialmente le coppiette si erano un po’ sparpagliate per il giardino o chissà in quale lato del castello, per starsene un po’ in intimità fuori dal caos e dalla folla. Il ragazzo aveva ormai perso di vista le persone che conosceva ma andarsene a letto non era proprio nei suoi programmi, insomma era la sera che chiudeva l’anno! non una qualunque, magari del ballo in sé non gli importava chissà quanto, ma quel giorno valeva la pena di viverlo tutto. Una serata che definirla movimentata sarebbe stato un diminutivo, eppure il grifo non era partito con alcun presupposto di fare casino, ma si sa, le cose non vanno mai come ce le aspettiamo. Ora se ne stava solo, a camminare a pochi passi dalla riva del lago nero, ripercorrendo tutte le cavolate fatte durante quest’anno, molte vicende non potevano che disegnargli un sorriso, altre invece lo facevano riflettere e parecchio, magari alle occasione sfuggite o hai momenti in cui avrebbe dovuto dire cose importanti a persone a cui teneva, ma che poi con il suo caratteraccio rovinava sempre tutto, molti sicuramente lo considerava una persona superficiale, che si fermava alle apparenze, ma nessuno lo conosceva veramente. Di solito ci ripromettiamo che l’anno che verrà sarà migliore, che sapremmo davvero cosa fare, prendere decisioni giuste, ma alla fine sarà sempre un incognita, basta un cosa banale come un incontro casuale, e ti sconvolge il tutto. Ed era proprio questo in cui sperava il ragazzo, una cosa che avrebbe distrutto la quotidianità. Stavolta però se pur la tarda ora, vicino alla riva non era l’unico, un ‘altra persona aveva scelto la calma e la sottile brezza del lago, Jè proprio lei, il ragazzo si bloccò all’istante come se qualcuno lo avesse colpito con un immobilus, poi però una sensazione gli fece cambiare il modo di guardare la ragazza, era diversa da qualche ora fa o da come era abituato a vederla , era la reginetta del ballo, eppure la cosa non era altro che un dettaglio insignificante. Se ne stava poggiata su un grande masso, vicinissima all’acqua e canticchiava un breve ma orecchiabile melodia, e sembrava incredibilmente pensierosa, non aveva quel solito sorriso o espressione che la distingueva da tutte le altre persone di Hogwarts, e neanche il suo sorriso malefico come prima di una punizione servita per il ragazzo.. * e va bene..* pensò subito il ragazzo, la situazione non gli andava proprio giù, si la odiava più di ogni altra cosa, ma era stranamente preoccupato per lei, come se qualcosa gli impediva di starsene con le mani in mano, doveva sapere se qualcosa non andava.. Arrivò ad alcuni metri da lei, spezzando qualche rametto a terra come nei film *certo che per non farmi accorgere sono infallibile * rifletteva al tentativo fallito di avvicinarsi silenziosamente, ma una volta lì non riuscì ad esordire con una sua solita frase, rimase a guardare la ragazza, senza dir nulla.. rimase solo a guardare lei..
 
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Jè Evans
view post Posted on 31/8/2011, 00:35




Il richiamo dell'oscurità era come una potente calamita che cercasse in ogni modo di risucchiare il suo animo. Ci era andata così vicina, come una tangente, tanto che aveva sentito il sapore dell'ebbrezza sulla punta della lingua. Il passo era stato corto, cortissimo, se si fosse data una piccola spinta avrebbe oltrepassato il limite cadendo inesorabilmente nel baratro. ma aveva scelto la sua strada, aveva scelto da che parte stare. Ma le sue motivazione erano abbastanza... Forti? Non era l'odio a guidarla alla luce, l'odio per le creature che popolavano l'ombra? Il desiderio di vendetta era forte, le pulsava nelle vene compiendo il giro del corpo a velocità supersonica. Le pizzicava la gola, desiderio inappagato e bramoso di essere portato a compimento. La foresta era metafora, tangibile, prossima.... Bastava alzarsi in piedi e vi sarebbe arrivata... E allora cosa, cosa la tratteneva incollata al masso? Aveva davvero un briciolo di integrità morale? *Cos'è giusto?*
Non era poi così buona come tutti credevano. Da brava Corvonero nutriva un'irresistibile curiosità verso ogni fonte di conoscenza... E le Arti Oscure ne facevano inevitabilmente parte. Era forse quella la via della grandezza? Il sentiero per il potere, la scorciatoia per andare oltre?
*Tu mi disgusti. Essere buoni non per scelta ma per obbligo... è davvero possibile?*
Sospirò sonoramente, convinta di essere la sola ospite delle tenebre, afferrò un sasso piatto e lo scagliò con forza sul pelo dell'acqua. Lo osservò rimbalzare due volte e inabissarsi, soffermandosi a studiare assorta le increspature dell'acqua. Fu un rumore alle sue spalle a destarla dal suo flusso di pensieri. Scattò in piedi, allerta, l'oscurità opprimente aveva i suoi vantaggi, ma anche le sue lacune... Come quella di celare alla vista i nemici in agguato... La mano saettò sotto la veste e afferrò l'impugnatura della bacchetta, era pronta ad usarla in caso di necessità. "Chi c'è?" chiese, cercando di mantenere un tono di voce fermo e autoritario, cercando di ignorare l'adrenalina che aveva incominciato a farle martellare il cuore nel petto, veloce, frenetico, impedendole quasi di ascoltare i rumori della natura...
 
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view post Posted on 31/8/2011, 13:21
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L'oscurità, una cosa sconosciuta finchè non sei al suo interno, finchè non ti abbandoni ad essa, molti sono affascinati da lei, alcuni dicono che il suo fascino è pari a quello di Nathan, ma queste sono solo leggende. Chissà cosa stesse pensando la ragazza, fissando bramosa la foresta poco distante da lei, era come una tentazione, e l'unico modo per vincere le tentazioni si sà è cedervi, o forse no.. afferrò un sasso dalla riva e lo lanciò con rabbia verso il lago, come uno sfogo, vedendo la superfice piatta come il ghiaccio, distruggersi creando una serie di cerchi nel punto dove cadde l'oggetto.. *ma che cos'hai..* pensò il ragazzo vedendo la scena, in quel momento la situazione creata era alquanto strana, il ragazzo riusciva a vedere chiaramente chi aveva davanti, mentre lei non aveva la più palida idea di chi fosse quella presenza, e sicuramente non era di buon augurio per il grifo.. infatti la Corvetta spostò rapidamente la mano sotto la veste, girandosi verso quell'ombra.. *oh no.. starà impugnando la bacchetta o un cannocchiale dell'era piratesca?* pensò spiazzato il ragazzo dalla sua reazione, non sapeva che fare, insomma se rimaneva nell'ombra l'avrebbe scambiato per chissà quale creatura e lo avrebbe incantato, se invece si rivelava a lei, lo avrebbe incantato comunque vedendo che fosse Nathan, che fare allora? *beh tanto già mi ha incantato una volta, tanto vale mostrarmi, e poi io devo parlare con lei* ..dopo questo pensiero per niente allettante fece qualche passo verso di lei, consentendo alla luce della luna di illuminare anch'esso, ora all'interno di quel semicerchio di luce c'era lei, il ragazzo, il masso il grande protagonista, e gli scorci della foresta che non richiamavano proprio niente di buono.. -sono io Jè, puoi lasciare il binoc... ehm la bacchetta- disse con le mani alzate, sperando di tranquillizzarla, anche se nessun essere era mai riuscito nell'impresa. Poi con un'aria quasi preoccupata si avvicinò ancora, fermandosi ad un metro o poco più da lei.. -stai.. bene?- *stai bene?? ma che razza di domanda è.. io mi auguro sempre che scivoli su un buccia di banana e ora gli chiedo come sta?* si, era davvero una situazione ambigua, sarà stata la tarda ora, ma Jè aveva qualcosa per la testa, qualcosa che la tormentava, e non era il solito pensiero di conquista del mondo, era qualcosa di più, una cosa che forse la lacerava dentro ad molto tempo, e per quanto cercasse inutilmente di seppellirla dentro si sè, ogni volta il suo desiderio di liberarsi si faceva sempre più forte, ma perchè allora non liberarla? o meglio disfarsene invece di faticare per tenerla nascosta...
 
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Jè Evans
view post Posted on 31/8/2011, 20:04




Sembrarono passare ore di silenzio, rotte soltanto dal rumore della risacca e del suo respiro, prima che una voce familiare le giunse alle orecchie. Il suono arrivò prima dell'immagine visiva di un ragazzo che Jessica, per una serie di sfortunati eventi, conosceva benissimo. Quanto era piccolo il mondo? C'erano più di duecento studenti a Hogwarts ma si imbatteva sempre negli stessi, nel giro di pochi minuti. Infatti Nathan Scott, il ragazzo illuminato dalla fioca luce della luna, lo aveva salutato poco prima di lasciare il ballo. "Ancora tu? Che fai mi stai pedinando?" chiese ironicamente, alzando gli occhi al cielo. Il pericolo era decisamente scampato, quel ragazzo non rappresentava certo una minaccia, perciò lasciò andare la sua fidata bacchetta e portò le mani ai fianchi, assumendo un cipiglio severo. Lo squadrò per qualche secondo, prima di sospirare sonoramente e voltarsi nuovamente verso il lago. La domanda di Nathan le giunse alle orecchie, ma Jessica non rispose subito. In effetti non conosceva nemmeno lei la risposta. Non sapeva come o perché quel senso di inquietudine che l'aveva avvolta una volta constatato che Jane non era al ballo non l'aveva ancora mollata, anzi al contrario, la stava sempre più portando nell'oblio dell'insicurezza, riaprendo vecchie ferite e portando a galla pensieri che aveva accuratamente sotterrato nel subconscio.
"Sì sto bene, quel maledetto ballo mi ha solo rincretinito. Tutti quegli sbaciucchiamenti e abbracci mi hanno rivoltato lo stomaco" rispose, celando i suoi pensieri dietro un ghigno. In parte era vero, odiava il chiasso e i gesti sdolcinati in pubblico, per lei i balli significavano divertimento, sballo e ritirare la Coppa. "Avevo solo bisogno di pace, almeno per qualche secondo". Fece una pausa, fissando lo sguardo sulla luna che diffondeva il suo flebile chiarore sul lago. Solo allora ne notava la presenza vivida, prima era troppo attratta dalle profondità della foresta...
"E tu che ci fai qui? Il ballo non era di tuo gradimento?" chiese brusca, cercando di modulare il tono e assumere un comportamento cortese... Ma era fin troppo complicato con quella peste di Grifondoro sotto il naso!
 
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view post Posted on 1/9/2011, 00:08
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il ragazzo si mostrò a suo rischio e pericolo all'odiosa caposcuola, che per fortuna rinunciò ad estrarre il pitbull ovvero la sua bacchetta dalla tasca.. *ti sei salvata questa volta* pensò subito il ragazzo con un ghigno malefico, era ormai chiara la differenza abissale che c'era fra i due, tutta a favore di Nathan naturalmente.. Ancora tu? Che fai mi stai pedinando?" chiese ironicamente la ragazza.. *che faccia tosta! ti pare che mi metto a pedinare proprio lei.. se solo avessi una bacchetta affilata* i desideri inappagabili del ragazzo.. -no.. passavo di qui- rispose poi con aria scocciata, infilando entrambe le mani nelle tasche.. poi la corvetta fece un sospiro e rivolse lo sguardo sul lago, come se considerasse il ragazzo una causa persa.. -Sì sto bene, quel maledetto ballo mi ha solo rincretinito. Tutti quegli sbaciucchiamenti e abbracci mi hanno rivoltato lo stomaco- * e io che mi stavo pure a preoccupare, sta meglio di me* pensava sconcertato il ragazzo, ma infondo aveva ragione, al ballo molte coppiette si scambiavano effusioni, tranne il grifondoro che era riuscito a rimediare solo un tuffo nel lago.. -già.. beati loro..- "Avevo solo bisogno di pace, almeno per qualche secondo" *e non potevi tornare nel tuo sargofago?* quanti pensieri che rimbalzavano nella testa del ragazzo, avrebbe volute dirle quelle cose, cavolo se avrebbe voluto, ma la situazione non era delle migliori, analizzandola attentamete infatti.. erano loro due, da soli, di notte, vicino al lago nero, e la maggior parte degli studenti o era brilla o era appartata chissà dove, insomma chi si sarebbe accorto della misteriosa spariozione di un grifetto? avrebbero ritrovato il suo corpo settimane dopo in fondo al lago.. *O.O no meglio non farle venire idee strane, e soprattutto non farla alterare* pensava il ragazzo di cercando di tenere a freno la lingua, almeno per questa volta.. -E tu che ci fai qui? Il ballo non era di tuo gradimento? il ragazzo si grattò la testa poi rivolse lo sguardo alla ragazza.. -a dir la verità, non tanto.. non era presenti persone interessanti, apparte te- rispose con un sorriso portando lo sguardo sul lago.. poi prese anch'esso un sasso da terra e lo lanciò sul lago, era come se fosse troppo calmo quella sera.. -sai ogni tanto mi chiedo se sotto quella scorsa di limone che ti protegge, ci sia una ragazza per bene, o almeno un po' dolce- ..ma chissà se era davvero cosi, il ragazzo aveva conosciuto sempre e solo un lato della ragazza, ossia quello sgarbato e noioso, ma allo stesso tempo forte e deciso, la reazione vista dal ragazzo poco prima quando stava nell'ombra usciva da quegli schemi, forse c'era anche un po' di fragilità in lei...
 
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Jè Evans
view post Posted on 1/9/2011, 01:17




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No passavo di qui.
Jessica inarcò talmente tanto un sopracciglio che quasi sparì nel cappello. Passava di lì? Come se quello fosse un crocevia trafficato... Tutta la bolgia era concentrata al ballo ma a quanto pare il fato aveva stabilito che due anime pie così dannatamente caparbie, ma forse più simili di quel che ambedue pensassero, si dovessero incontrare in quel ritaglio di erba bagnata. "Che scusa banale, non sai inventare di meglio?" lo provocò con un ghigno sadico, non sapeva perché ma in fondo (anche se poi leggermente, solo leggermente, se ne pentiva) maltrattare quel ragazzo la divertiva troppo. Non poteva negare che Nathan fosse incredibilmente buffo. Forse quella sua caratteristica superava l'irritazione che le causava... O stava esagerando con i complimenti?
Di nuovo se ne uscì con una sua frase da manuale, forse tratta dal vocabolario di frasi fatte degli Scott, adatto ad un rimorchio fallimentare, tanto che a Jessica scappo un sorriso. "E' invidia la tua? Non sei riuscito a trovare qualche dama che apprezzasse i tuoi raffinati corteggiamenti?" sottolineò con sarcasmo accentuato le ultime due parole, consapevole che nei modi di fare del Grifondoro ci fosse ben poca eleganza. Continuò a fissare il lago, gettando qualche occhiata di sottecchi all'interlocutore, come a volerlo tenere d'occhio. Dopo qualche istante di silenzio di nuovo il ragazzo rispose alle sue provocazioni, facendole pulsare una vena in tempia per la sfacciataggine delle sue affermazioni. *MA si ascolta quando parla? Dove le va a pescare certe inadeguatezze!* Jessica sprofondò in un baratro di imbarazzo dettato dalla spontaneità o forse demenza di Nathan che esordiva con commenti alquanto inopportuni, almeno dal suo punto di vista. Lo osservò prendere un sasso e scagliarlo sul pelo dell'acqua e ciò le diede lo spunto per ribattere. " Vuoi per caso seguire quella pietra nelle profondità degli abissi?" chiese assottigliando lo sguardo. Si pentì amaramente di aver cercato di essere cortese.
Scorza di limone? Scorza di limone? Stava cercando di insinuare che fosse acida? Jessica mostrò disappunto e strinse un pugno convulsamente, come riflesso involontario. Ma non rispose, decidendo invece di prendere atto di ciò che Nayhan stesse affermando. Era davvero acida e sgarbata con gli altri? Beh, ogni tanto era scontrosa certo, ma ogni sua reazione era volta a rispondere ad un'altra azione contraria! "Io invece mi chiedo se in mezzo a tutta quella segatura sia rimasto ancora un neurone!" sbottò, mentre le gote le si coloravano di rosso. Era indignata, ma anche confusa. E se davvero quel subdolo ragazzo dicesse il vero, tra una malignità e una scemenza? Si era scordata delle buone maniere?


Edited by Jessica A. Evans - 20/11/2011, 23:02
 
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view post Posted on 1/9/2011, 21:04
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Era vero, il ragazzo si trovava li solo per un fortuito caso, anzi non tanto fortuito, ma comunque ormai era li.. -Che scusa banale, non sai inventare di meglio?- Chiese con un ghigno la ragazza, intanto Nathan cominciò a fischiettare cercando di ignorarla,anche se la maggior parte dell’attenzione era rivolta lei, la melodia era lenta e orecchiabile ascoltata forse in sala comune, poi rivolse lo sguardo alla ragazza.. -mh? hai detto qualcosa?- rispose distratto, per poi mettersi a ridere.. -non è affatto una scusa- punzecchiarlo ormai era diventato un hobby per Jè, ma il ragazzo non era da meno, e poi con lei era molto più divertente rispetto a qualunque altra persona.. -E' invidia la tua? Non sei riuscito a trovare qualche dama che apprezzasse i tuoi raffinati corteggiamenti?- ..chiese con sarcasmo riferendosi all’esito negativo della serata.. *mm adesso che me lo fai notare.. naah ma che vado a pensare* -infatti è strano.. non ricordo una ragazza capace di resistermi- rispose pensieroso o forse c’era davvero qualcosa che non andava nei suoi corteggiamenti? ..Quella subdola ragazza aveva fatto nascere il germe del dubbio nella sicurezza di Nathan, era strano ma nonostante l’odio istintivo come l’acqua per i felini, le sue parole contavano molto di più di quelle di studentelle qualunque.. poi il ragazzo notò Jè alquanto infastidita e imbarazzata.. *ma che ho detto* pensò senza neanche accorgersi delle cose che potevano infastidirla.. -Vuoi per caso seguire quella pietra nelle profondità degli abissi?- Domandò assottigliando lo sguardo come per fulminare il ragazzo, anche se a lui ricordava più l’espressione di quando ti alzi appena la mattina.. *ecco lo sapevo, forse sto esagerando.. ma se la provoco rischio la morte, gli faccio i complimenti e rischio la morte, insomma ?_? ..già me la immagino ad incitare gli altri della ciurma gridando “nella profondità!!” ..ma visto che non voleva rischiare si limitò solo a sorridere alla ragazza.. poi la frase del grifo la fece riflettere per alcuni istanti.. forse nessuno l’aveva mai detto, o forse si comportava cosi solo con lui, infatti rispose a tono alla provocazione.. -Io invece mi chiedo se in mezzo a tutta quella segatura sia rimasto ancora un neurone!- ..il ragazzo a quel punto la fissò con un espressione da lupo mannaro che non mangia da un settimana, poi però quell’odio si mutò in un pensiero buffo, era la prima volta che accadeva, Nathan scoppiò a ridere.. Jè appariva ai suoi occhi molto più buffa di quanto avesse mai immaginato, cominciava a capire che si divertiva di più con lei, che a cercare di fare il romantico per conquistare tutte le altre ragazze della scuola... poi tornò serio mettendo le braccia conserte.. -si è rimasto.. almeno la mia testa non è vuot…- *aspetta, vuota come la tua? Ricorda.. “nelle profondità!” * una strambo pensiero fece riflettere Nathan su quello che stava per dire, cosi prima di concludere la frase, sviò subito il discorso.. -chi hai pagato per farti eleggere reginetta?- chiese con un sorriso, ricordando quando si lasciarono al ballo.. intanto il lago cominciò ad essere leggermente più mosso, e il suono della risacca si faceva sempre più nitido, come anche il vento che spostava all’indietro i capelli della ragazza...
 
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Jè Evans
view post Posted on 3/9/2011, 20:36




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Jessica lo squadrò di sottecchi, ma lasciò cadere il discorso, anche se non era ancora convinta. Non è che Nathan fosse abbastanza convincente, in effetti, ma decise che proseguire imperterrita sarebbe stato come scagliarsi a velocità sostenuta contro un muro in cemento armato. Sbuffò facendo svolazzare i ciuffi di capelli che erano ricaduti sulla frangia, e si mosse con tutta l'intenzione di ritornare a fissare il cielo ma le parole di Nathan la mantennero inchiodata alla sua posizione.
-infatti è strano.. non ricordo una ragazza capace di resistermi- Inizialmente sbatté le palpebre con espressione ebete, indecisa sul come valutare quell'affermazione, ma la convinzione con cui il giovane la disse le fece pensare che fosse serio. Il che, al posto di farle passare l'ilarità, la raddoppio piegandola in due dal ridere. "Ah già...! In effetti me lo chiedo anche io! La tua raffinatezza, il tuo romanticismo! Dovrebbero essere armi molto fruttuose!" mormorò tra una risata e l'altra, respirando affannosamente per riprendere fiato. Si passò il dorso dell'indice sotto gli occhi per asciugare le lacrime e si sventolò vicino al volto un palmo nel tentativo di ritrovare la calma.
Nathan dal canto suo, sembrava molto divertito dalla sua reazione alle parole che evidentemente lui trovava complimenti adeguati. Beh, forse per una ragazza frivola e ridicola gli apprezzamenti diretti erano fonte di castelli per aria e compiacimento, invece lei li detestava con tutta se stessa. Preferiva che la gente la notasse per le proprie abilità o per il suo cervello che per l'aspetto fisico. Un qualcosa in balia delle intemperie e destinato a decadere, come poteva essere un vanto? La cultura, l'impegno e l'ambizione erano motivi di gioia e fierezza!
Lo osservò sghignazzare con le braccia incrociate ed un'espressione di superiorità impressa sul volto, evitando di farsi toccare dalle sue prese in giro. Anche se, alla fine, un sorriso le scappò anche a lei, cosa che mimetizzò con un colpo di tosse. Non avrebbe mai ammesso davanti a Nathan che lo trovava divertente. In effetti, non la stava nemmeno irritando particolarmente.... Il che non fece altro che farla preoccupare. Che c'era che non andava? Lei doveva irritarsi! Quello era Scott! Un nemico giurato, quasi innato!
E infatti quel lato del carattere di Nathan che era causa di tutte le loro liti, non ci mise molto ad uscire di nuovo fuori.
-si è rimasto.. almeno la mia testa non è vuot…-
L'occhiata fulminante che Jessica gli lanciò forse gli servì da monito al continuare. Se avesse solo osato finire la frase sarebbe finito seriamente in pericolo. Dopotutto in soli pochi metri di erba si presentavano parecchie soluzioni interessanti:
a) Far finire Nathan nel lago nero.
b) Catapultare Nathan nella foresta proibita e aspettare che la natura facesse il suo corso.
c) Estrarre la bacchetta e ridurlo in polvere.
d) Utilizzare i vecchi metodi babbani e prenderlo a pugni.
Una vena sulla tempia le pulsò lievemente, mentre imperterrito si ostinava a lanciare frecciatine che mettessero alla prova il suo autocontrollo, che lentamente (nemmeno troppo lentamente) stava scemando. La tasca stava diventando sempre più in richiamo attraente, così come le altre opzioni che aveva preso mentalmente in considerazione... E pensare che per un secondo aveva quasi creduto che quella serata si fosse potuta chiudere senza spargimenti di sangue...
-chi hai pagato per farti eleggere reginetta?-
"Lo vuoi tu il titolo di Reginetta del Ballo? Te lo cedo molto volentieri... Magari i tacchi a spillo ti donano! E a me non necessitano queste frivolezze mondane." mormorò sogghignando, azzardando qualche passo verso il ragazzo. Il suo viso era rischiarato dalla luna e Jessica dovette ammettere a malincuore che fisicamente non era affatto male. MA ogni minimo pregio perdeva significato dinnanzi al suo caratteraccio.
 
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view post Posted on 4/9/2011, 20:51
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-infatti è strano.. non ricordo una ragazza capace di resistermi- ..dopo aver rivelato questa verità la ragazza, fissava Nathan con la sua solita espressione, poi all’improvviso scoppiò a ridere, ma non in una sua solita risata malefica, era proprio ad un passo dal rotolarsi dal ridere! Il ragazzo fece cadere le braccia a penzoloni lungo il corpo, la sua espressione era un misto fra stupore e stizza.. * te la ridi è.. grrr * "Ah già...! In effetti me lo chiedo anche io! La tua raffinatezza, il tuo romanticismo! Dovrebbero essere armi molto fruttuose!" ..rispose al ragazzo con un tono alquanto sarcastico, Nathan dal canto suo tornò in posizione seria, cercando di non far notare a Jé che le sue parole erano come unghie su una lavagna.. -non mi immagini quanto.. io sono molto ambito sai, caposcuola dei miei stivali- ..concluse facendo un lieve sorriso, infondo la ragazza era in preda ad un crisi di risate, ed era impossibile restare seri, e nonostante stesse ridendo delle disavventure del ragazzo, in quel momento il suo viso e quel sorriso erano la cosa più bella da vedere, certo poi tutto andava in frantumi con quel carattere da lunatica che aveva * cavolo lei è Jè, prima mi venivano i brividi solo a sentire quelle due lettere pronunciate insieme, ed ora la trovo divertente? e anche carin…no no!* scosse la testa come a liberarsi di quei pensieri lunatici che lo stavano attaccando.. lui era superman e lei la kriptonite, quindi DOvevano odiarsi.. Poi dopo la frase lasciata a metà dal ragazzo, la Evans rimase qualche istanti a fissarlo, e a guadarsi intorno come se stesse pensando la fine prossima dal fare al Grifo innocente.. * quando pensa così, non mi ispira mai niente di buono, chissà che gli frulla nella mente, ma forse mi sbaglio sarà l’abitudine.. * pensò cercando di rassicurarsi, anche se un’occhiata per trovare un luogo sicuro o passaggio da dove poter scappare era inevitabile non darla.. -Lo vuoi tu il titolo di Reginetta del Ballo? Te lo cedo molto volentieri... Magari i tacchi a spillo ti donano! E a me non necessitano queste frivolezze mondane- * che ha detto?!?!? magari i tacchi a spillo ti donano! * la vena sul collo del ragazzo cominciò a ingrossarsi lentamente, come quella dei culturisti imbottiti di steroidi, ma stavolta era l’odio ad aumentare la circolazione.. *Jè sei passata al primo posto tra le cose che odio di più al mondo* poi però fece un gnigno malefico per le parole che stava per pronunciare -Scherzi! I tacchi donano ad una tappetta come te!- ..esclamò ridacchiando, le sue parole infilzavano come grissini nella simmental.. non era bassa, ma non era certo come lui e comunque già sapeva la sua risposta..ormai era un libro aperto.. * scommetto che dirà testuali parole..” con una mente brillante come la mia, l’altezza non serve” * Nathan immaginava abbastanza sicuro la risposta di Jè nella sua mente, e il suo modo con il naso all’insù e con aria superiore.. poi ripensò alle ultime parole della ragazza.. a me non necessitano queste frivolezze mondane.. -perché no?- disse voltando lo sguardo verso di lei.. -Non hai neanche ballato al ballo.... dovresti cambiare un po’ le tue credenziali da ragazza inavvicinabile, non sei cosi- ..ok nessun dubbio qualcuno parlava al posto suo, non poteva pronunciare davvero queste parole.. *sarà l’effetto della kriptonite, ora la sento maggiormente, e mi fa dire cose strane * pensò vedendo la ragazza avvicinarsi, e intanto cercava una causa plausibile alle sue parole.. l’occhio con cui l’aveva sempre vista fino ad ora stava cambiando senza sapere neanche il perché, e non solo fisicamente ma anche nel suo modo di fare, infondo i loro incontri erano stati sempre brevi e programmati per le punizioni, o ricchi di litigi.. quella sera invece era casuale, erano soli, e nessuno poteva avere l’occasione di vedere cane e gatto non azzuffarsi...
 
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Jè Evans
view post Posted on 5/9/2011, 21:22




-non mi immagini quanto.. io sono molto ambito sai, caposcuola dei miei stivali-
La conversazione , Jessica non sapeva come, stava lentamente (nemmeno troppo) degenerando. Era tutto un susseguirsi di battute e risatine, un osservatore esterno avrebbe pure potuto scambiarli per amici, o anche peggio... La mente di Jessica si spense, per evitare di farla divagare oltre, era un meccanismo di difesa abbastanza efficace che le permetteva di non addentrarsi troppo in pensieri imbarazzanti e scomodi.
"Ma davvero?" chiese fingendo stupore e inarcando le sopracciglia, ancora. Quel gesto stava diventando un tic nervoso catalogabile come "Tic Nathan", in quanto era maggiormente frequente in sua presenza. Si morse la lingua per non andare oltre, come prima, se avesse insistito su quella strada sarebbero andati avanti in eterno ognuno ostinato a difendere le proprie opinioni. Ad ogni frecciata dell'uno corrispondeva una minaccia da parte dell'altro, era un continuo punzecchiarsi e prendersi in giro il che spesso turbava l'animo della Corvonero, ma non in quel momento. Infatti si stava divertendo, in fondo, molto più di quanto avesse immaginato in presenza di quel Grifo insolente. *Che ti prende? Dov'è finito il tuo sarcasmo? E la voglia di avere sempre l'ultima parola?* Quel lasciar cadere i discorsi era abbastanza anomalo da parte sua ma Jessica lo interpretò come stanchezza. Sì, era stufa dei magheggi e i raggiri di quel subdolo individuo... Ma era davvero quello il motivo? In effetti si stava davvero comportando come se Nathan fosse suo amico... Amico? Ma come potevano anche solo condividere qualcosa loro due? Erano agli antipodi l'una dall'altro... Il sole e la luna, la luce e il buio, il diamante e la graffite.. Il bene e il male. Ma poteva tutto dividersi in due condizioni opposte? Non erano molto più complesse le emozioni, molto più articolato l'animo umano? Forse c'era un po' di Nathan dentro di lei e un po' di Jessica dentro di lui... *Ma che diamine di seghe mentali pseudo filosofiche ti stai facendo?? Certo che l'alcol ti fa male, non dovresti bere più!* Scosse la testa per scacciare quei pensieri astrusi e si concentrò nuovamente sul Grifondoro e la loro strana conversazione.
-Scherzi! I tacchi donano ad una tappetta come te!-
*Non lo vedi? Ancora non hai capito? Ogni volta che cerchi di attenuare la tua irritazione arriva lui a ricordarti di quanto sia inutile!* Di nuovo un pugno si serrò convulsamente, come a strangolare l'aria immaginando di stare facendo presa sul collo diafano di Scott. Quante volte aveva già pensato di volergli fare male, in quei minuti di conversazione? Aveva perso il conto. "Tappetta... Tappetta? La mia altezza non ha niente che non va! E poi ti ho già spiegato che del mio aspetto non mi interessa molto...!" esclamò incrociando le braccia al petto e chiudendo gli occhi. Prese un bel respiro e si morse la lingua, ancora. Si rese conto che in sua presenza faceva sempre gli stessi gesti, forse perché l'essere con Nathan le causava stress e il suo corpo lo contrastava con movimenti e meccanismi precisi.
Non hai neanche ballato al ballo.... dovresti cambiare un po’ le tue credenziali da ragazza inavvicinabile, non sei cosi-
Ragazza inavvicinabile? Era così che tutti la vedevano o era solo Nathan Scott? Beh certo con lui non era stata molto amichevole, ma il tutto era dettato dal suo caratteraccio e dal suo essere incline a non rispettare le regole! Se non si fosse trovata a dover usare la magia a Hogsmeade o a doverlo portare dal suo capocasa innumerevoli volte... beh, forse avrebbero potuto avere un rapporto quasi civile! "Infatti non lo sono. Non sono inavvicinabile, non sto mica su di un piedistallo!" commentò atona, colta da un'improvvisa ondata di dubbi amletici. Non voleva certo apparire scontrosa e irascibile con tutti, ma era sicura che non fosse così... vero?
"Non mi piace molto ballare, e poi non avevo nessuno con cui poterlo fare. E tu? Immagino ti sia scatenato in mezzo alla pista, non è il tuo ambiente quello? Pieno di estrogeni, un territorio ideale per mietere vittime no, cacciatore?" chiese con un ghignò divertito, osservando Nathan con sincero interesse.


Edited by Jè Evans - 5/9/2011, 22:44
 
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view post Posted on 6/9/2011, 23:10
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Ormai poteva definirsi una situazione di stallo, i due continuavano a punzecchiarsi e a sparare cose sull’altro a raffica, era come una conversazione liberatoria, tutte le cose che non sopportavano dell’altro venivano man mano fuori e non erano certo poche , compresa la loro stessa presenza, chi dei due non avrebbe voluto uccidere l’altro?? ..Jè sembrava parecchio pensierosa chissà che seghe mentali si stava facendo, Nathan invece era molto più semplice, farla incavolare ed esaurire era una cosa naturale per lui, non è che lo facesse apposta, anche se quella sera c’era qualcosa di diverso, come se la compagnia dell’altro era piacevole, stava bene insieme a lei.. c’era lei punto e basta. Anche se da un momento all’altro poteva fare la fine di un pirata ammaliato da un sirena e poi affogato, o nel suo caso da un grifo colpito in testa da un tronco e poi scaraventato nel lago nero. Per ora però i ghigni del ragazzo continuavano a regnare, la sua ultima provocazione sembrava assumere l’aspetto della fatidica goccia che fa traboccare il vaso, La Corvonero infatti cercava invano di tenere chiusa la gabbia della tigre che aveva dentro di sé... quanto avrebbe voluto strangolare quel ragazzo, e liberarsi di tutti i problemi, ma fortunatamente qualcosa la tratteneva, lo spirito di Godrick Grifondoro doveva vegliare sul grifetto, non c’erano altre spiegazioni.. "Infatti non lo sono. Non sono inavvicinabile, non sto mica su di un piedistallo!" ..il ragazzo spalancò gli occhi in segno di incredulità e fece qualche passo per avvicinarsi, e vedere meglio il suo viso -beh i messaggi che mandi sembrano chiari..”non avvicinarti o ti affatturo!”- ..disse cercando di convincere anche la ragazza delle sue parole, intanto la caposcuola lo colpì con un’altra delle sue frecciatine -Non mi piace molto ballare, e poi non avevo nessuno con cui poterlo fare. E tu? Immagino ti sia scatenato in mezzo alla pista, non è il tuo ambiente quello? Pieno di estrogeni, un territorio ideale per mietere vittime no, cacciatore.. stranamente intanto il suo potere di indebolire Nathan con la vicinanza si stava man mano affievolendo, poteva stargli vicino adesso, niente pelle d'oca.. -ti sbagli, c’era troppo casino li dentro, diciamo che preferisco luoghi più calmi- ..poi fece un sorriso e spostò lo sguardo sul lago, ormai era un abitudine, quasi un riflesso condizionato “riflesso Jè” lo avrebbe chiamato ..doveva pur abituarsi alla sua vista quando la ragazza avrebbe deciso di affogarlo..*chissà quanto è fredda l’acqua* ..o forse era che non riusciva a tenere fisso lo sguardo sulla corvaccia, aveva uno stano effetto su di lui.. -si è vero potevo approfittarne, ma non l’ho fatto.. non sono come tutti mi disegnano- ..ed era vero, non sarebbe mai cambiato per far piacere agli altri, se diventi come loro vogliono.. apparterrai a loro! Ed era questo che il ragazzo non avrebbe mai voluto.. poi uno sguardo si spostò anche sulla spada che aveva la ragazza, un ornamento del vestito.. *ecco non ho proprio chance, dubito che sia finta.. la mia unica risorsa è solo la fuga ormai!* pensò mentre decise in fine di sfidare la morte, afferrò la mano della ragazza -balla con me, solo un ballo.- ..disse, poteva sembrare uno scherzo ma non lo era, ormai lui aveva già finito sei delle sue sette vite ed aveva anche esaurito tutte le frecciatine, l’oblio si avvicinava quel gesto poteva costargli la sua amata pellaccia...

 
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Jè Evans
view post Posted on 8/9/2011, 21:45




Jessica fissò il ragazzo sempre più dubbiosa. Si riteneva una persona educata ed affabile, non poteva certo dire che nella sua famiglia vigesse un eccessivo vigore, come in molte purosangue, però i suoi genitori le avevano insegnato il rispetto e la buona condotta. Che poi ci fossero delle accezioni alla regola generale, vedasi Nathan, era dettata da una sottospecie di risposta immunitaria volta a contrastare un aggressore esterno. Insomma, era autodifesa! Quando veniva attaccata, provocata o quando la persona che aveva di fronte non le suscitava fiducia, si chiudeva a riccio mostrando i suoi aculei acuminati. Beh, Nathan non sembrava un ragazzo malvagio (anche se aveva imparato a non fidarsi dell'apparenza), il suo piccolo ENORME problema era l'irritabilità. Quante volte se l'era ripetuto nel giro di dieci minuti? Era come se volesse metterlo ben in chiaro, o ricordarselo in qualche modo, giusto per non dimenticarsi chi avesse di fronte. *Posso aspettarmi un colpo basso ad ogni secondo, non posso abbassare la guardia*. Decise così di non rispondere e lasciarlo continuare, voleva vedere fino a quanto si sarebbe sporto dal suo antro sicuro, verso l'ignoto. Sì, forse era sadica, forse era semplicemente stronza o forse si divertiva dannatamente a battibeccare con lui, ma qualunque fosse il reale motivo Jessica non voleva finire quel gioco che la stava decisamente stimolando. In fondo era una conversazione piacevole...
-ti sbagli, c’era troppo casino li dentro, diciamo che preferisco luoghi più calmi- Jessica sorrise spavalda, trattenendo una risata di scherno. "Beh, certo. Certe cose è meglio non farle in pubblico.." lanciò cercando a fatica di rimanere seria. Già, aveva trovato il suo passatempo preferito. Si chiese come avesse fatto a non accorgersene prima, ma battibeccare con Scott era qualcosa di assolutamente costruttivo, con il duplice vantaggio di stimolare il sarcasmo sopito da parecchio tempo.
-si è vero potevo approfittarne, ma non l’ho fatto.. non sono come tutti mi disegnano- Jessica tornò seria. A quanto pare non era la sola ad essere incompresa o, peggio, fraintesa. Sì, non si era mai fermata a pensare che quel ragazzo in fondo (nascosto dal suo spropositato ego) avesse un cuore e soprattutto provasse... Emozioni. beh, non era un po' quello che le era successo? Era stata usata come una marionetta e gettata via quando i suoi fili si erano rotti. Poco male. "Non è piacevole, vero?" chiese ironica, tornando improvvisamente seria. l'espressione si indurì, divenendo una maschera marmorea, come tutte le volte che le veniva in mente Black. C'erano stati momenti peggiori, il tempo stava ricucendo il suo orgoglio e riassorbendo le cicatrici. Aveva già fatto il passo avanti. Già, il passo avanti che l'aveva portata a lasciarsi tutto alle spalle. Ad ogni modo, sapeva cosa si provava. "Non sei l'unico sai? nemmeno io sono come mi disegnano. Non appartengo alle forme che mi attribuiscono, là fuori però non si soffermeranno a capire chi sei. Tenteranno di manipolarti, sfruttarti come una pezza da piedi. E quando non sarai più di utilizzo, ti getteranno via come una bambola di porcellana incrinata". Si voltò e diede le spalle a Nathan. Prese un respiro profondo e fissò lo sguardo sul lago. le onde che si infrangevano miti sulla riva contribuirono a tranquillizzarla e a ristabilire la pace interiore. Mai più, si era ripromessa, mai più avrebbe pensato a quello schifoso. E se mai l'avesse incontrato, beh, allora l'avrebbe ucciso.
Quella serata era stupenda, e si stava pure divertendo fino a poco tempo prima, e non aveva alcuna intenzione di smettere solo perché vecchie, sgualcite memorie tornavano a galla. *Siete fantasmi, solo maledettissimi ectoplasmi inutili*. Ripristinò il suo sorrisetto scaltro e si girò nuovamente verso il Grifondoro e ciò cui assisté fu veramente esemplare. Si era avvicinato, in quei brevi istanti in cui l'aveva perso di vista? Che stesse tramando qualcosa?
-balla con me, solo un ballo.- Le espressioni che si susseguirono sul suo volto furono molte: sbalordimento, stupore, consapevolezza, rabbia, divertimento, rabbia, stupore, sbalordimento. No, forse aveva capito male. Eppure il ragazzo la guardava come in attesa.. *Forse di redenzione.. O condanna* si disse sarcastica. Il cervello le urlava di andarsene, di tirarsi indietro ora che era in tempo, di fare le valigie e fuggire in America immediatamente. Eppure ciò che uscì dalla sua bocca fu totalmente diverso. "Va bene Scott, ma niente trucchi". Le parole risuonarono come se non le appartenessero, lasciando stupefatta persino se stessa. Sbatté nuovamente le palpebre in modo buffo ed ebete, per poi aggiungere delle clausole per porre rimedio alla sua avventatezza. "Ti avverto... Siamo estremamente vicini al lago, alla mia bacchetta... E ai miei pugni, se tutto il resto non dovesse essere sufficiente" . E decise così di concedere il ballo al condannato, avvicinandosi spaesata e goffa a quell'assurdo, irritante ragazzo che aveva di fronte.
 
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view post Posted on 10/9/2011, 01:29
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Anche se la conosceva da parecchio, la breve chiacchierata di quella sera si era rivelata molto più interessante di tutti i loro precedenti incontri, non poteva dire di conoscerla bene.. questo no, ma qualcosa in più su di lei l'aveva capito, come per esempio la sua diffidenza e il non lasciarsi andare, non era una ragazza cattiva e nemmeno tanto scorbutica, era solo molto attenta, attenta a non fidarsi troppo, forse per dei fatti successi in passato, per essersi fidata di persone che non lo meritavano.. la sua era solo autodifesa, innalzava un muro, e poteva essere solo lei a decidere chi poteva abbatterlo e chi no, e il ragazzo che aveva davanti era il suo acerrimo nemico forse proprio l'ultima persona a poter passare quel muro, ma le cose potevano cambiare, era questo il bello.. "Beh, certo. Certe cose è meglio non farle in pubblico.." era incredibile, per quanto veritiere potessero essere le parole del ragazzo lei riusciva sempre a ribaltarle e ad avere immancabilemente la risposta pronta.. *ma se la strangolo? mm certo potrà anche essere un temibile predatore ma se la prendo di sorpresa forse ho qualche possibilità* ..l'idea di attaccarla balenava nella mente del grifondoro chissà se mai l'avesse attuata, poi però l'espressione di jè cambiò totalmente, forse le cose che intendeva il ragazzo poteva capirle, probabilmente le aveva provate sulla sua stessa pelle.. -Non sei l'unico sai? nemmeno io sono come mi disegnano. Non appartengo alle forme che mi attribuiscono, là fuori però non si soffermeranno a capire chi sei. Tenteranno di manipolarti, sfruttarti come una pezza da piedi. E quando non sarai più di utilizzo, ti getteranno via come una bambola di porcellana incrinata.- ..il ragazzo l'ascoltava senza dir nulla, lei con lo sguardo sul lago come a cercare di calmare l'odio che aveva dentro.. poi con aria decisa esclamò avvicinandosi a lei -tu non permetterglielo! non permettere a nessuno di trattarti male, loro non capiscono quanto vali- ..potevano essere frasi scontate, ma il ragazzo ci credeva davvero, lui doveva dirglielo.. per quanto lunatica, odiosa, antipatica potesse essere, lei valeva, era in gamba, cavolo se lo era, ed era quella la sua bellezza, non il suo aspetto, o quanto era bello il suo vestito.. poi all'invito di Nathan la ragazza rispose nel modo più improbabile possibile.. -Va bene Scott, ma niente trucchi- ..accettò, era pazzesco, una situazione fuori dal mondo, una situazione improbabile.. un po' sbalordito il ragazzo non potè che sorridere.. -niente trucchi- rispose limitandosi solo a confermare le parole della corvonero.. -Ti avverto... Siamo estremamente vicini al lago, alla mia bacchetta... E ai miei pugni, se tutto il resto non dovesse essere sufficiente- ..aggiunse poi vari avvertimenti da non sottovalutare, anche se il tutto portò solo ad un espressione serena del ragazzo, sapeva quanto rischiava, ma stavolta non gli avrebbe dato motivo di usare i suoi pugni distruttivi. Una volta avvicinata di più il grifondoro sollevò la mano con cui in precedenza afferrò quella della ragazza e le portò entrambi all'altezza della sua spalla, con un espressione spaesata poggiò l'altra mano sulla sua schiena, e quando lo fece incrociò un attimo lo sgurdo di lei, poteva essere una mossa azzardata ma ormai l'aveva fatta.. Era strano di solito non era un tipo che si intimidiva per un semplice ballo, ma con lei era diverso, non sapeva davvero cosa fare, iniziò semplicemente a muoversi lentamente ma con decisione, era lui a guidare la ragazza, era del tutto negato a ballare ma infondo non ci voleva una scienza.. la prima volta che poteva vederla cosi da vicino, i suoi occhi verdi che per via della sola poca luce concessa dalla luna, avevano quasi una sfumatura grigiastra erano perfetti al colore dei suoi capelli.. tanto da far spostare lo sguardo del ragazzo per l'imbarazzo.. -per fortuna a vederci sono solo qualche creatura del lago e... le lucciole- ..disse con un sorriso, quella scena sarebbe rimasta impressa a chiunque, peccato che nessuna creatura avrebbe mai potuta raccontarla, sarebbe rimasta li, come quella serata...
 
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Jè Evans
view post Posted on 14/9/2011, 10:09




-tu non permetterglielo! non permettere a nessuno di trattarti male, loro non capiscono quanto vali-
Osservò il ragazzo inclinando lateralmente il capo. "Ehy tu, che ne hai fatto di Nathan Scott?" mormorò ironica, ghignando. Non si sarebbe mai aspettata di sentirsi ricevere parole del genere, ma soprattutto non dal tipo che aveva dinnanzi. "Beh....." perché trovare le parole giuste era così difficile per lei? Scherzare era così facile, essere crudeli anche... Che problemi aveva con le emozioni? Quali con la sincerità? "Grazie." si sentì patetica e idiota, ma probabilmente quella parola era un buon riassunto di tutto ciò che avrebbe voluto dire. Non sapeva fare di meglio quando non si trattava di razionalità e logica. Il mondo delle emozioni era qualcosa a lei estraneo.
-niente trucchi-
Doveva sembrare una scena davvero buffa e il fatto che Jessica si sentisse idiota e decisamente a disagio lo confermava, però, per una frazione di secondo le era sembrata un'idea decente. Il danno, insomma, era fatto e il suo onore le impediva di tirarsi indietro. maledetto orgoglio femminile... E poi non poteva certo passare per debole o infantile! E già il semplice fatto che si stava facendo delle seghe mentali incredibili delineava una certa soggezione.
D'altronde però il Nathan di quella sera non usciva dai suoi standard di inquadramento delle persone. Insomma era.. Normale? Poteva quasi considerarlo un... Amico. E quella era la chiara dimostrazione di come il mondo stesse girando al contrario. Era così immersa nelle sue elucubrazioni che nemmeno si accorse di stare già muovendosi, il terreno scivolava sotto le scarpe come se fosse sopra il pontile di una nave in pieno maremoto. "Se quella mano scende da lì..." borbottò assottigliando lo sguardo e riferendosi al tocco del grifondoro sopra la sua schiena. Non sapeva perché, ma lentamente incominciò a sentirsi a proprio agio, forse il semplice fatto di essere da soli, lontano da sguardi indiscreti fungeva da palliativo per le sue congetture. Si lasciò semplicemente trasportare dimenticandosi di tutto, la Natura era una musica decisamente migliore al baccano assordante della festa. Il suono del vento tra gli alberi, la risacca del lago e il cinguettio degli uccelli.... Si potevano immedesimare in essa. A Jessica sembrò quasi di essersi trasformata in Volpe, tanto percepiva il mondo sulla pelle. Quel legame con gli elementi che i sensi sviluppati di animale le regalava ad ogni metamorfosi...
-per fortuna a vederci sono solo qualche creatura del lago e... le lucciole-
Jessica rise divertita, osservando le scie luminose degli insetti riflettersi sul lago. Oddio... Era una scena.. Romantica? No, no e ancora no! Certe smancerie non facevano certo per lei! Si riappropriò a forza del suo amato sarcasmo e mise subito al lavoro il cervello in cerca di una risposta soddisfacente.
"Direi di sì. Ho una reputazione da mantenere intatta!" disse spavalda, ma infine sorrise.
Non era così male, dovette ammettere a sé stessa, anche se era troppo orgogliosa per poterle pronunciare ad alta voce.
 
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