»Faccia a faccia col commodoro, .pro Carme(n).

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» Keiko K. ™
view post Posted on 30/8/2011, 22:53




Una delle cose che trovava migliori dell'Inghilterra era la quasi completa assenza di bel tempo, sostituito da una perpetua coltre di nubi grigiastre cariche o di smog babbano o di fresca e naturale pioggia.
E quale miglior rimedio al caldo, afoso e umido dell'estate se non una fresca pioggerellina inglese?

Ecco perchè era tornata prima al castello, figuriamoci se avesse mai potuto concedersi una passeggiatina nella dimora materna, meglio indossare la sua tenuta da passeggio per una -appunto- passeggiatina per i giardini del castello sotto la fitta pioggerellina autunnale che abbondava nel territorio scozzese dove sostava il castello.
Ma quel giorno non era tempo di concedersi una camminata (anche perchè il cielo contava poco più di quattro o cinque nuvole), visto che le spettava portare a termine uno dei tanti compiti da caposcuola che prima o poi avrebbe dovuto compiere: consegnare una spilla da prefetto.
Josh Black probabilmente era comodamente appollaiato sulla testata del letto a baldacchino della sua stanza di dormitorio, come un gufo in attesa; ma per sua fortuna le lettere di dimissioni per fine incarico non erano per lui ma, per suo sommo gaudio, per la principessina "parlo francese, viva le brioches anche se abito in inghilterra da prima che tu imparassi a dire quidditch", all'anagrafe conosciuta come Jaqueline de Molay.
Dopo essersi accertata che il gufo avesse consegnato il messaggio inviato dalla sua Capocasata aveva preso personalmente in consegna la nuova lucida spilla da Prefetto verde e argento riportante una spessa e minacciosa 'P'.
Aveva chiesto al suo fidato servitore non ufficiale -alias l'elfo Rufus- di darle un cuscino, uno di quelli sontuosi di velluto che fanno tanto film babbano e incoronazioni o chissà altro, per poggiarci sopra la spilla; per sua fortuna gazza gettava nelle aule abbandonate del quinto piano la roba inutile e vecchia -o che almeno lui considerava così- degli scorsi anni e quel morbido guanciale se non errava apparteneva ad una vecchia teca che conteneva altrettanti vecchie targhette commemorative per gente che, probabilmente, se era ancora viva non ricordava nemmeno di aver ricevuto.
L'elfo domestico zompettò verso la caposcuola sollevano la gonnella da cameriera che indossava, così da estrarre due mestoli.
*Ma dove diamine l'ha presa quella gonna? Ma sopratutto... perchè diamine armeggia con due MESTOLI?*
Come se l'avesse letta nel pensiero l'elfo grazie alla sua magia fece apparire sulla scrivania linda (sempre col solito CRACK) una ciotola ricolma di quella che sembrava una stramba brodaglia.

«Rufus spero che quella emh.. 'cosa' non sia il mio the.»

L'elfo lanciò un'occhiata alla ciotola che con un'altro crack scomparì insieme ai mestoli e l'elfo stesso.
Forse lo aveva offeso.
*Di questi tempi è un po' maldestro, spero vivamente non abbia incontrato la Grenger, quella ragazzina è un po' troppo fissata con questa storia del C.R.E.P.A.*
Si girò quanto bastava per inquadrare la finestra poco sopra la sua testa così da osservare gli alberi fitti della foresta proibita, poi tornò a guardare la porta del suo ufficio, sistemandosi la cravatta nera annodata perfettamente sulla camicia bianca leggera coperta in parte da un elegante gilet nero su cui spiccava al petto la spilla da Caposcuola su cui una grande 'C' d'argento spiccava sui ghirigori serpenteschi verde smeraldo.
*Quando arriverà?*
Lanciò un'occhiata all'ufficio immacolato e ringraziò silenziosamente l'elfo per essersi occupato delle ultime pulizie durante la sua assenza: le due sedie di legno scuro davanti alla sua scrivania erano perfettamente linde, i cuscini verde scuro riportavano i colori della casata, sulla scrivania dello stesso legno delle sedie spiccavano il calamaio perfettamente pulito su cui una piuma bianca (pulita da una bacchetta) sembrava sul punto di cadere, una pergamena spiegata e pronta all'uso su di un sottile "tappetino" per evitare di macchiare d'inchiostro la scrivania, quattro libri perfettamente allineati (Colpire i bolidi - Inchiesta sulle strategie di difesa nel quidditch; Storia di Hogwarts; Salazar Serpeverde - questo sconosciuto; Creature Magiche dell'Inghilterra e dintorni - raccolta dei nominativi e le loro abitutdini)
Si passò una mano sui capelli corvini legati in una coda bassa da un nastro verde, si sistemò gli occhiali da lettura sul naso e attese, impaziente.
*Mancano 3 minuti ed è in ritardo, ritardo, ritardo... dannazione, le mie ciambelle mi aspettano, fra 17 minuti escono dal forno delle cucine e se arrivo in ritardo e si freddano?*
 
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Carmela A. Black
view post Posted on 30/8/2011, 23:37




Quando aveva aperto gli occhi quella mattina la giovane erede dei Black non sapeva che presto avrebbe avuto una sorpresa piuttosto gradita.
La giornata non era iniziata per nulla bene. Appena sveglia aveva fatto una doccia, ma sorpresa delle sorprese l'acqua era congelata.
Lievemente alterata si era diretta a colazione dove la attendeva una sventura: il suo cioccolato mattutino era terminato e come se non bastasse era anche in ritardo per le lezioni, sempre a causa della doccia fredda.
Ma lei era una Black, così seppur abbastanza in collera con non si sa bene chi, non si scompose e si diresse a passo sicuro a lezione.
Grazie al cielo non accadde nulla di terribile sino all'arrivo improvviso di una missiva da parte della Capocasata di Serpeverde che la invitava a recarsi all'ufficio della sua Caposcuola.

*Chissà cosa vorrà da me.* si chiese pensierosa cercando di rintracciare un qualche indizio dai suoi ricordi * Non mi sembra di essermi messa nei guai e i miei voti sono abbastanza buoni* persa nei suoi pensieri non si accorse del beneamato gradino che scompariva, ma lei era una Black.
Sempre più alterata contro una giornata che sembrava non darle alcuna soddisfazione, si liberò dal gradino e a passo sicuro si diresse al quarto piano.
L'ufficio dei Capiscuola si doveva trovare da qualche parte su quel piano.
Ma si sa, iniziata la catena della sfiga non c'era modo per liberarsi se non un evento positivo.

*Già, ma dove lo prendo io un evento positivo?!* si chiese tra sé e sé sempre mantenendo il suo contegno, ma sempre più altera.
*Dove sarà quest'ufficio...?*
Iniziò a guardarsi in giro, ma non vi era alcun studente presente ne tanto meno qualche insegnante.
*Bene! Fantastico!*
Si aggiustò i capelli cercando di calmarsi per l'odio verso....beh, non sapeva verso chi esattamente. Ma sapeva che quella giornata più storta di così non poteva andare. Ovviamente si sbagliava perché, ancora inesperta del castello sbagliò strada.
Non si sa bene come ma si ritrovò nello stesso luogo da dove aveva iniziato la sua ricerca per l'ufficio.

*Ma bene!* sospirò per calmarsi. Le venne in mente suo nonno: *Pensa, pensa, se fossi un Caposcuola dove vorrei si trovasse il mio ufficio?*
Chiuse gli occhi e si appoggiò una mano sul fianco.
*Pensa, Carmela Adhara, pensa!*
Spalancò gli occhi grigi all'improvviso e senza sapere bene dove stesse andando seguì il suo intuito.
Camminò per un po' ma poi giunse dinnanzi ad un'elegante porta antica . Fuori era appesa una targhetta.
Carmela la lesse e immediatamente un ghigno si aprì sulle sue labbra.

*Tzè, ce l'ho fatta.*
Si aggiustò la divisa e poi guardò incuriosita la porta.
*Chissà cosa vorrà da me...*
Bussò una volta alla porta attendendo una risposta sempre più curiosa di conoscere la motivazione di quella convocazione.
 
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» Keiko K. ™
view post Posted on 31/8/2011, 20:07




Lo sguardo saettava dalla porta d'ingresso dell'ufficio al piccolo orologio in legno poggiato sulla cima di una piccola libreria.
*E' in ritardo e questo significa che io sarò in ritardo con le ciambelle*
In verità, per quanto a volte potesse sembrare diversamente, Keiko non era proprio il perfetto esempio di puntualità, solitamente aveva sempre in testa qualcosa di tanto importante da distrarla dai suoi impegni, come per esempio le ciambelle; perchè le ciambelle non erano solo dei capolavori dell'arte culinaria, i dolci degli dei o chissà altro, ma semplicemente la perfezione del gusto.
Cosa poteva esserci meglio di una ciambella ed una tazza di the?
*Due ciambelle*
Ottima risposta.

Quando rialzò lo sguardo si rese conto che aveva speso 10 minuti del suo prezioso tempo a ciambellare, il che i effetti non era nemmeno così drammatico visto che lei viveva praticamente solo per mangiare ciambelle.
*Ma come ho fatto a vivere senza prima di una ciambella?*

«Oh per la barba di merlino e la bacchetta di Morgana! La prossima volta mi muoverò personalmente per rintracciare i convocati.»

Sospirò e abbassò il capo, lasciandosi scivolaare verso la superficie lucida della scrivania; non appena la punta del naso toccò il legno scuro un suono sordo preannunciò l'arrivo di un ospite, probabilmente la ragazza che aveva convocato.
Scattò in piedi portandosi dietro la schiena che rischiò di cadere, afferrò il bastone e impugnò la bacchetta incastonata al suo interno, dopo di che richiamò alla sua attenzione due fogli pergamena legati da un filo di spago, tornò velocemente alla scrivania, sciolse il nodo del filo e spiegò le due pergamene sulla scrivania, mentre si sistemava gli occhiali da lettura con un dito
*Dove diavolo ho messo la spilla?*
Abbassò lo sguardo inquadrando la spilla riportante la P, posata sul guanciale.
*Oh non deve stare là per ora*
Sollevò con cura la spilla e la poggiò all'interno di un cassetto della scrivania.
*Oh beh facciamola entrare*
Tossicchiò per rischiarare la voce, cercò di tornare alla sua tipica espressione apatica e poi si rivolse alla ragazza dietro la porta

«Prego, entrate.»

 
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Carmela A. Black
view post Posted on 31/8/2011, 22:09




Carmela aspettò un invito ad entrare da parte della sua Caposcuola.
Non era intimorita da quella convocazione, ma era molto curiosa.
Certo era sicura di essere in ritardo... quella giornata non stava portando nulla di buono.
Sperava solo che il motivo non fosse qualcosa di irreparabile: non avrebbe voluto perdere dei punti o essere punita.
Con la borsa ancora piena di libri attese fuori dalla porta finché una voce nono le disse di entrare.
Spinse la porta ed entrò nell'ufficio della sua Caposcuola. Era molto elegante, ovviamente, e anche molto ben tenuto.
Il suo sguardo venne catturato da alcuni libri. Si perse un attimo senza mostrare alcun ché di ciò che passava per la sua adorabile testolina.
*Che bel posto. Quando c'è troppo caos in giro, deve essere rigenerante rinchiudersi qui.*
* Wow, una copia di "Salazar Serpeverde - questo sconosciuto". Devo leggerlo assolutamente....sfortunatamente in Biblioteca non l'ho trovato...ovviamente con tutta la mia fortuna di questi giorni..... Ma chissà che cosa vorrà la Caposcuola.*
A quest'ultimo pensiero il suo sguardo attento si posò su Keiko Kuroame. Aveva il tipico fisico da Battitrice, ma era una bella ragazza. Sembrava una persona molto ligie al suo lavoro. Aveva l'aspetto di una futura donna caparbia e distinta.
*Forse è per questo che la professoressa l'ha nominata*
- Buon pomeriggio Caposcuola Kuroame. - disse in tono sicuro guardando negli occhi la ragazza.
Sapeva perfettamente di essere in ritardo, ma come diceva sempre suo padre: i Black non sono mai in ritardo, sono gli altri ad essere in anticipo! Anche se per questa volta....era davvero in ritardo. *Grazie giornata del cavolo!*
- Questa mattina ho ricevuto una missiva dalla professoressa Abyss in cui mi diceva di presentarmi qui.- spiegò senza smettere di guardare la Caposcuola. Dopotutto era segno di educazione e rispetto guardare una persona negli occhi mentre le si parlava.
Carmela era davvero curiosa di conoscere il motivo di quella "visita" , ma non diede segno di impazienza o curiosità né sul suo volto, né con i suoi modi o con la voce. Sperò vivamente che non fosse nulla di negativo.
Restò in attesa di una spiegazione da parte della ragazza sempre più incuriosita dalla situazione.


 
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» Keiko K. ™
view post Posted on 31/8/2011, 22:55




La ragazzina davanti a lei non sembrava avere nulla di troppo particolare se non quella che sembrava essere dell'educazione, si vedeva che almeno conosceva le basi del buon comportamento visto che la chiamava caposcuola e non keiko, odiava quando le persone si dimostravano troppo espansive, ma non solo perchè risultano maleducate, ma perchè tendevano a chiamrla col suo nome e lei il suo nome lo odiava a morte.
*Kuroame, ma dico io che schifo di cognome che mi ritrovo*
Per un attimo abbassò lo sguardo incrociando la figura del cuscinetto rosso poggiato davanti alla ragazza, in verità non lo guardava affatto era solo sovrappensiero.
Quale inglese che si rispetti aveva un cognome simile?
Se avesse ricevuto il cognome della madre e un nome più consono alla sua figura ora -forse- avrebbe avuto da porsi meno domande durante la sua montona vita da mascohio di casa.
Sollevò gli occhiali con il medio della mancina, premendo sulla stecca tra le due lenti.
Probabilmente se ora si comportava in modo così austero e si vestiva in quel modo così poco femminile era anche "merito" del suo cognome, visto che la famiglia in cui era incappata non sembrava gradire le sue ambigue origini poco inglesi e si era ritrovata un dittatore per nonno
*"Sii forte, non sorridere se non conviene, le donne sono il sesso debole e tu non sei debole"*
Tu non devi essere debole
*Allora significa che sono un uomo? O forse che devo comportarmi come tale? Ma sopratutto perchè penso a roba simile durante un importante colloquio? O questioni più importanti su cui dovermi soffermare. Tipo le ciambelle che usciranno dalle cucine fra poco*
Ecco, si era persa ancora nei suoi pensieri, di quei tempi succedeva troppo spesso.
Per evitare di far notare la sua momentanea discesa del grado d'attenzione allungò la mano sinistra verso una delle sedie davanti alla scrivania, facendo segno alla ragazza di prendere posto.

«Prego, sedetevi pure.»

Non accennò un minimo movimento dei muscoli del viso che non servissero a muovere la bocca.
Dio mio faceva impressione da quanto poteva risultare inespressiva, forse nemmeno del Pugnacio infilato nelle narici poteva aiutarla, o forse era solo astinenza da ciambelle.
Probabilmente sì.

«Avete ricevuto una lettera e, ovviamente, suppongo non vi sia stato spiegata la motivazione della vostra convocazione e...»

Lo sguardo cadde sulla pergamena che poco prima aveva aperto: conteneva una raccolta di informazioni base sulla ragazza che aveva davanti
*Se non sbaglio si chiama Carmela Black.. Carmela, nome strano*
Scorse la lista dei suoi voti in fretta e poco dopo ricominciò a parlare

«...vi anticipo che non sono qui per alcun richiamo, punizione o altro. In verità sono curiosa, abbastanza curiosa.»

E alle ultime parole avrebbe sorriso, un sorriso accennato e poco convincente
 
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Carmela A. Black
view post Posted on 2/9/2011, 00:57




La ragazza accettò l'invito della caposcuola e si sedette. Appoggiò la borsa accanto alla sedia di legno lucido su cui si era seduta.
Osservò l'altra con un'espressione determinata e curiosa.
Trovandosi dinnanzi ad una persona Carmela non resistette al suo bello quanto fastidioso vizio di iniziare ad analizzare le persone che aveva dinnanzi.
La Caposcuola sembrava del tutto incapace di esternare qualsiasi emozione, cosa in cui molti Serpeverde eccellevano. La giovane Black non amava questa caratteristica di alcuni suoi compagni anche ammetteva potesse essere potenzialmente utile.
L'altra aveva iniziato a parlare.
- Certo, non sono stata messa a conoscenza del motivo di questa convocazione. Infatti mi ha colta di sorpresa.- Confessò la giovane senza però mostrare quest'emozione.
La ragazza più grande fece una sottospecie di sorriso accennato rivelando di essere curiosa.
Carmela la osservò con un sopracciglio alzato.
- Sospettavo che non fosse per un qualche richiamo. Ma non mi sarei potuta dare alcuna spiegazione sufficiente in alternativa. -
Accennò un lieve ghigno - Sono molto curiosa anch'io, Caposcuola. ma sono certa che lei conosca il motivo della mia presenza in quest'ufficio. -
Con la sua eleganza "made in black" accavallò le gambe mettendo le mani rilassete in grembo.
Mantenendo la sua espressione disse - Per cui mi permetta, Caposcuola Kuroame, qual'è il motivo della sua curiosità?- ricominciando a studiare con il suo sguardo la giovane dinnanzi a sé.
Era il caso più difficile che avesse mai incontrato.
*Mi piacciono le sfide. Ancor più se ardue.*


Edited by Carmela A. Black - 6/9/2011, 00:43
 
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» Keiko K. ™
view post Posted on 6/9/2011, 23:52




Sorrise di rimando: cos'è cercava di avere l'ultima parola?
Anche no.
*Per prima cosa arriviamo al punto e analizziamola a fondo, non voglio avere como sottoposta una sconosciuta*
Si gratto distrattamente la guancia, sfogando su questa il suo leggero nervosismo: odiava dover parlare necessariamente con qualcuno, avrebbe prevferito lucidare la sua collezione segreta di cravatte.
Ma per sua fortuna quando si parlava di "lavoro", come in quel caso, cambiava del tutto personalità, beh non propri.
Le ciambelle per esempio erano sempre nella sua testa.
E non aveva potuto far a meno di notare che erano scoccati i 17 minuti e che quindi erano 3 ore che non mangiava ciambelle e quelle ora erano appena state sfornate dalle cucine.
*Dov'è Rufus quando serve?*
Lanciò un'occhiata malinconica accanto a se', come se si aspettasse un crack che anticipasse la comparsa al suo fianco dell'elfo domestico.
Niente.
*Torniamo alla ragazza*
Los guardo si posò nuovamente sulla Black, decisa a prendersi qualche secondo in più per valutare le sue domande.
Incrociò le mani portandole sotto il mento

«La motivazione, Black, è che proprio voi tra tutti gli studenti abbiate destato l'attenzione della Professoressa Abyss che, ammetto volentieri, è una delle poche, se non l'unica, ad avere la mia completa ed agognata fiducia e ammirazione. Perchè voi, che mi siete tanto sconosciuta?»

L'intreccio delle mani si sarebbe sciolto per poter raggiungere una delle pergamene spiegate, sfilarla dalla pila e porgerla alla ragazza

«Contiene la media dei vostri voti e i vostri dati personali all'iscrizione ad Hogwarts. Una studentessa nella media con la propensione all'Erbologia e una certa passione per la Difesa e le materie pratiche, senza una grande passione per quelle come Storia della Magia. Un classico, niente di particolare si direbbe, ma voi avete qualcosa per aver reso curiosa Rowena Abyss.»

Stava cominciando ad uscire parole su parole come un professore logorroico alla Peverell.
La stava analizzando e lei rigettava le sue analisi in faccia alla stessa cavia.
Che qualcuno le infilasse una ciambella giù per la gola, fermatela! Alle ciambelle, uomini!

«La Capocasata non si limita a certe condizioni di nobiltà come quelle in cui abbiamo vissuto io e voi, signorina Black. Certo un amico nell'aristocrazia magica non può fare mai male, ma qui parliamo di un rapporto più scolastico e professionale che altro. Mi ripeto ancora la domanda: perchè voi tra le centinaia e centinaia di studenti più brillanti di voi? Cos'ha visto in voi che altri non hanno?.»

Detto questo indicò la ragazza, precisamente il centro della sua fronte, quasi fosse intenzionata a toccarle la pelle

«Io lo so, ne sono certo: tra i Serpeverde sarai un vero portento. Era questa la frase vero? Ho una buona memoria. Ma dubito comunque che sia questo il vero motivo... secondo voi, Black?»

Era la cosa più criptica nel raggio di 34 metri, meno che per la coppietta di finti polipi che amoreggiava in un passaggio segreto tra il terzo e il quarto piano.
Stava praticamente pensando ad alta voce, più che parlare con quella ragazzina.
 
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Carmela A. Black
view post Posted on 7/9/2011, 01:23




Carmela sempre con il suo lieve ghignetto osservò l'altra grattarsi la guancia osservandola e poi lanciare un'occhiata triste accanto a sé.
*Chissà a chi o cosa sta pensando.... Grattarsi la guancia è un evidente segno di nervosismo, ma perché dovrebbe essere nervosa? Lei è la Caposcuola e non di una casata qualunque, ma di Serpeverde. Sono curiosa...*
Poi la ragazza iniziò a parlare.
la giovane Black ascoltò divertita il discorso pur senza mostrarlo.
*Dunque il motivo della mia presenza è l'attenzione della professoressa Abyss. Questa è una cosa interessante.*
La Caposcuola sembrava persa nei suoi ragionamenti, nelle sue domande che sembravano più retoriche che altro.
La giovane continuò ad osservarla studiandola. Di certo si sarebbe rivelata un soggetto interessante.
Alle parole della Caposcuola, Carmela rimase nella sua posa elegante seppur comoda ad ascoltarla mentre un lampo di... concretizzazione, ambizione... passava fulmineo nei suoi occhi grigio azzurri.

Il ghigno della giovane primina si fece più marcato seppur rimanendo di un educato divertimento.
- Credo che la risposta sia semplice, Caposcuola Kuroame. Evidentemente io sono la scelta migliore che potesse fare perché, nonostante, come abbiate detto voi, ci siano studenti più brillanti di me, io sono la migliore.-
Guardò lievemente divertita la ragazza - Si, le parole erano quelle. Il cappello raramente sbaglia , Miss Kuroame. Ho qualcosa che i miei compagni e coetanei non hanno. Qualcosa che mi ha portato in quest'ufficio oggi. Perché nel momento in cui pensiamo di essere i migliori, lo diventiamo. Non è superbia, Miss. E' la verità. -
Fece una specie di sorriso - Il cervello umano agisce con la psiche in maniera sottile. Sta a noi fare in modo che accada e come deve accadere. - concluse inclinando lievemente la testa alla sua destra con il suo lieve ghigno. Mentre parlava i suoi occhi non si erano staccati da quelli del'altra.
 
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» Keiko K. ™
view post Posted on 7/9/2011, 01:41




Keiko non potè far altro che inarcare un sopracciglio.
Quella ragazzina si definiva...
*La migliore*
Aveva qualcosa che le sapeva troppo di Jaqueline de Molay, un'aria di superiorità tale che si poteva tagliare a fette, frullare, riscaldare e sciogliere su una ciambella a mo' di glasse.
Solo che Jaqueline aveva compreso a sue spese che non aveva dei veri e propri limiti cognitivi alla sua impressionante, quanto stupida, ambizione e valutazione di sè che ben presto l'avrebbero probabilmente portata tanto lontano da poter spegnere i capelli di Ade con la mano.
Ma aveva comunque carpito da quella risposta più cose di quanto quella ragazzina potesse immaginare.
Curioso come una così giovane potesse rispondere in un modo simile

«Dopo questa banale risposta intrinseca della vostra idea "modesta", quanto inquetantemente autoelogiante di voi stessa, mi trovo a riformulare la mia domanda:»

"Perchè diavolo una nana del cacchio di a mala pena undici anni, che fino a qualche anno fa si ciucciava il dito, che ha vissuto con il sedere pulito costantemente dalla badante di mammà, dovrebbe meritare rispetto a chi si spacca le natiche in quattro porzioni da otto, il posto di prefetto? Ha percaso pagato in galeoni la signorina Abyss?"
Questa sarebbe stata un'ottima, quanto geniale e comica domanda, che ovviamente non avrebbe mai potuto porre.
Eppure era quella la sintesi dei numerosi pensieri che le frullavano in testa.
Come le banane con cui avevano farcito le ciambelle.

«...per quanto forse nel vostro piccolo quanto distorto mondo voi possiate avere un ruolo quanto imponente e necessario all'interno di questa casata, vi posso assicurare che ho conosicuto studenti che avrebbero potuto confondervi solo con le innumerevoli informazioni che hanno acquisito durante questi anni ad Hogwarts, signorina Black. Apprezzo la vostra stima nei vostri stessi confronti, preferisco evitare i piagnistei ormonali sulla scarsa stima di sé, ma vi posso assicurare che se c'è un motivo per cui siete stata selezionata. Non è solo perchè vi piaciete allo specchio o chissà dov'altro, ma anche perchè a differenza di altri, vi meritate un.. definiamolo particolare oggetto d'abbigliamento.»

Il tono divenne per un attimo ironico.
Forse l'assenza di zuccheri la faceva indebolire.
*Dove diavolo è Rufus?*
 
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Carmela A. Black
view post Posted on 7/9/2011, 02:07




La ragazza guardò e ascoltò interessata la risposta della Caposcuola.
Dunque tirando le somme lei aveva "inquetantemente autoelogiato se stessa" rispondendo banalmente, secondo la caposcuola lei viveva in un "piccolo quanto distorto mondo" e credeva di avere "un ruolo quanto imponente e necessario all'interno di questa casata" e che vi erano "studenti che avrebbero potuto confondervi solo con le innumerevoli informazioni che hanno acquisito durante questi anni ad Hogwarts".

- Non metto in dubbio che vi siano studenti la cui anzianità è superiore. Ma dubito che sarebbero riusciti a confondermi. Inoltre non mi sembra di aver parlato del mio ruolo nella casata essendo solo una studentessa. - parlò con tranquillità come se stesse parlando del tempo, ma sempre con il suo lieve ghigno che le incurvava le labbra rosse. - Comunque se fosse come lei sotto intende ovvero che vi siano altri studenti che dovrebbero esser qui, io non li vedo, Miss. Il mio non è semplice vantarsi o come elegantemente lo avete definito poco innanzi.. inquietante autoelogiarmi, testatemi e lo capirete da voi. Non parlo del mio aspetto, non sono così superficiale, Miss, ma del mio cervello. Forse ci sono studenti i cui voti sono migliori, ma non mettete mai in dubbio le potenzialità di cui vi è dinnanzi. Dopotutto se siamo Serpeverde la nostra strada ci porterà sulla grandezza in ogni caso. Meglio esserne consapevoli. - concluse con un sorrisetto.
- Comunque grazie per la stima, Caposcuola Kuroame. Farò in modo di migliorarmi.- disse sempre con quel sorrisetto inchinando lievemente il capo verso la ragazza in un gesto cortese portandosi la mano sinistra al cuore.
Poi ritornò alla sua posizione precedente e la osservò alzando un sopracciglio a causa dell'ultima frase pronunciate dall'altra.

 
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» Keiko K. ™
view post Posted on 7/9/2011, 02:25




Aveva inarcato per la seconda volta il sopracciglio e ora le due sembravano quasi davanti ad uno specchio visto che riservavano all'altra la stessa precisa identica espressione del viso.
Solo che lei non sorrideva, non subito per lo meno.
Quando un piccolo sorriso affiorò sul viso dovette necessariamente cammuffarlo con una smorfia, successivamente coperta dalla mancina mentre si toccava il mento con fare pensieroso.
*E' meglio se gliela do ora, no? Ormai l'ho tirata in ballo. O forse è meglio tenerla sulle spine?*

«Per prima cosa Black, non mi riferisco solo all'anzianità come spero tu abbia già inuito; seconda cosa: so perfettamente non abbiate parlato del vostro ruolo nella casa, semplicemente l'ho fatto io e non solo perchè sono dispersiva nei discorsi; terza cosa, Black, vi consiglio di consultare un dizionaro della lingua inglese e scorrere fino alla lettera 'i', poco sotto la parola 'iron' dovrebbe esserci quella 'irony', ecco leggete la sua descrizione forse vi potrebbe servire per carpire le sottigliezze dello squallido umorismo inglese.»

E almeno lo ammetteva di essere squallida per quanto riguardava le battute.
Stava per riaprire bocca per tornare a setacciare nei meandri delle conoscenze della ragazzina quando un improvviso Crack preannunciò l'arrivo di Rufus.
Quasi arrossì per la vergogna quando questi spuntò ancora con la divisa da cameriera, un cameriera con tanto di grembiulino candido (che cominciava a chiedersi se lavasse lui stesso a mano), gonna a balze e nastrini sui bordi, tra il merletto e altro.
La cosa peggiore era il fatto che gli arti bitorzoluti verde marcio lo rendevano ancora più orribile e idiota di prima e purtroppo per sua somma sfortuna doveva "godersi quello spettacolo".
L'elfo reggeva in mano un vassoio d'argento su cui ben sei ciambelle troneggiavano ancora fumanti sul loro trono-ciambelloso.
Sbarrò gli occhi che avevano cominciato a diventare di un colore sempre più giallastro e le punte dei capelli avevano assunto un colore più chiaro del corvino, creando una differenza abbissale tra un misto biondo sporco e il nero naturale dei suoi capelli.
Stava cominciando a mostrarsi un po' troppo.
Ma non poteva farci nulla, quelle erano.. erano..

«Ciambelle Salazar!»

Era inquetante, triste e allo stesso tempo commovente, il fatto che la pazza Caposcuola, di certo non conosciuta per la bontà di cuore, si ritrovasse a dare NOMI alle Ciambelle e che quasi piangesse dalla felicità alla loro vista.
Dio mio graziate questa fanciulla

«C'è tutto! Soffice cioccolato, crema di banana mista a cioccolata a farcire, glassa verse scuro al sapore di cannella e zuccherini verde limone e bianco mandorlo. Ottimo lavoro Rufus! Ora porta il the!»

Rufus si mise sull'attenti e scomparì.
Come scomparirono le attenzioni su Carme(n).
L'aveva sostituita con le ciambelle, probabilmente.
Dio mio flagellate questa fanciulla.
 
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Carmela A. Black
view post Posted on 7/9/2011, 02:51




La ragazza la ascoltò ancora una volta senza perdersi nulla.
- Squallido umorismo inglese? Si forse ammetto che ne avrei bisogno. In Italia le battute ironiche si capiscono.- concluse allargando leggermente il suo ghigno.
La caposcuola stava per continuare quando un sonoro crack annunciò l'arrivo di un elfo domestico.
Carmela lo squadrò a metà tra lo stranito e lo shoccato. era l'elfo più .....peculiare che avesse mai visto. Indossava una di quelle divise da cameriera dei cartoni babbani che aveva visto da bambina. Peccato che non avesse, come dire... il "fisico" adatto.
La ragazza non sapeva se ridere o piangere, ma non ebbe il tempo di fare alcun ché perché lanciando uno sguardo alla sua caposcuola notò i suoi capelli cambiare colore virando dal nero splendente a ..... giallo! Stava diventando bionda!
*Sembrano gli occhi di Lucas....*
Ma la cosa più scioccante arrivò subito dopo.
Aveva visto la sua caposcuola come un esempio di stabilità, di freddezza, di ... insomma aveva avuto un 'impressione positiva per i suoi standard, ma non l'aveva ancora osservata alle prese con ... le ciambelle!
Subì un cambio d'umore così repentino da sembrare un'altra persona.
Si perse nel descrivere le meraviglie dei suoi dolci mentre Carmela ormai la osservava sconvolta come se non potesse credere a ciò che aveva appena visto e sentito.
* Ma come?! Un attimo fa era "ti sto analizzando" e ora è "viva le ciambelle!". E poi cosa sono le ciambelle Salazar... non ne ho mai sentito parlare.... Quanto vorrei un macaron in questo momento...* scosse lievemente la testa come se si stesse svegliando *No, sei qui per un motivo importan.... però sono così invitanti quelle ciambelle!*
Riprendendosi un attimo sciolse le gambe e si sporse lievemente vero l'altra.
- Ehm, caposcuola Kuroame.... le piacciono le ciambelle, eh?- chiese ancora lievemente sotto shock la più giovane.
 
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» Keiko K. ™
view post Posted on 7/9/2011, 10:57




La sua mente era tutta per le sue Salazar.
Calde, soffici, ma... non poteva cominciara senza del dolce the caldo.
In verità non era proprio stagione da the, ma da brava inglese non si perdeva mai il the delle cinque con ciambelle.
Ok, forse le ciambelle non erano tanto inglesi, ma sicuramente meritavano il premio stima nella scala del mondo ciambelliano.
Ma esisteva il mondo ciambelliano?
Ma sopratutto: quanto diavolo ci metteva il the a diventare the?
Che si stesse trapiantando da una piantagione in india per venire lì solo per lei?
No probabilmente l'elfo aveva finalmente imparato a falro stare in infusione invece di farlo diventare brodaglia semiliquida e grigia con misto di bustina liquefatta nell'acqua bollente.
Lei voleva le foglie inserite nel modo giusto e nei tempi giusti.
Il the fatto così aveva un gusto impeccabile che si sposava con i dolci e...
"Ehm, caposcuola Kuroame.... le piacciono le ciambelle, eh?"
*O porco troll con i mutandoni a pois di merlino e la scopa di morgana e artù! Ho rimosso, ho.. ho.. davanti alla ragazza, non è possibile*
Doveva abbonarsi anche lei alla "agenzia figure & co." di Random Cromwell, quella non era una figura di sterco qualsiasi, qua parliamo di prelibato sterco di ungaro spinato, caldo, ancora fumante e ottimo concime ed ingrediente per pozioni.

«Emh...»

Quando incontrò il suo sguardo non riuscì a far altro se non far divenire i suoi capelli rossi, dalla punta alla radice dei capelli, mentre gli occhi diventavano di un particolare color ametista.
*Riprenditi! Sii educata*
E così come si era colorata in tre secondi, tornò del colore normale.

«Le mie scuse signorina Black, non avrei dovuto mancarle d'educazione in un simile modo, vogliamo tornare alla nostra discussione o.. preferite unirvi a me nell'ora del the?»

Quella era un'opportunità per tornare dalle sue Salazaruccie e continuare quel paritcolare colloquio.
La ragazza doveva solo accettare.
 
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Carmela A. Black
view post Posted on 7/9/2011, 15:08




Carmela, ancora lievemente shoccata dal comportamento dell'altra, vide i capelli virare nuovamente colore anche se per pochi secondi prima di tornare al consueto nero.
*Che sia imbarazza per avermi mostrato la sua spudorata passione per le ciambelle?*

- Non si preoccupi Caposcuola Kuroame. - rispose ricomponendosi.
*Questa ragazza è davvero strana! Poco prima era tutta d'un pezzo..... poi pazza per le ciambelle e ora nuovamente normale! *
- Accetto volentieri il suo invito.-disse con un lieve sorriso cortese.

Quelle ciambelle avevano fatto impazzire la sua caposcuola... che avessero qualcosa di particolare? Qualcosa di magico?
Carmela impazziva per i dolci in generale, ma le ciambelle, seppur ammetteva avessero un qualcosa di affascinante, non rientravano nella top ten.
*Forse nella top twenty..... *

- Non so se lo conosce, Miss, ma a Londra vi è il Caffè Concerto. Lì si possono mangiare dei dolci squisiti, anche delle ciambelle. L'unica pecca è la posizione. Ahimè è nella Londra Babbana. Anche se ne vale la pena di andarci solo per quei dolci.- raccontò con sguardo sognante.
Si riprese quasi subito - Caposcuola, comunque mi stava dicendo? Ora del thè a parte....?-
 
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13 replies since 30/8/2011, 22:53   208 views
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