Jessica A. Evans |
|
| Jessica fissava così intensamente Trhesy tanto che incominciarono a lacrimarle gli occhi. Sbattè le palpebre, perdendola di vista solo per qualche millesimo di secondo. Confidava in lei, magari mettendo insieme qualche teoria che apparentemente poteva sembrare assurda ne avrebbero cavato qualcosa. Si affiancò alla Tassorosso sbirciando il foglietto da sopra la sua spalla. "Perchè no? L'idea del contrario non è malvagia. A dire il vero potrebbe essere anche anagrammato, ma per quel che ne sappiamo, non mi sento di escluderla come opzione." mormorò pensierosa scrutando le lettere scarabocchiate come se si aspettasse che rimbalzassero al loro posto da sole, evitando loro il problema della decifrazione. "Ecalp! Bene, almeno qualcosa l'abbiamo intuito. Ci sono delle lettere di troppo, quelle dell'alfabeto scritte in ordine da sinistra a destra. Visto che l'abbiamo pensato in due, possiamo considerarla una scelta valida." mormorò sollevata, osservando la compagna con un po' più di sicurezza. Almeno una cosa, un enigma, l'avevano risolto. Ora dovevano solo scovare tra le righe, letteralmente, il luogo che il destinatario voleva che raggiungessero. "Se come hai proposto tu, leggessimo al contrario, la prima parola sarebbe... P-place?" aggiunse pensierosa, cominciando a percorrere l'ufficio avanti e indietro. Il camminare le faceva credere di star facendo qualcosa e il rumore dei passi cullava il lavorare frenetico del suo cervello. "Una parola plausibile, almeno. Che si riferisce ad un luogo? Beh, direi di sì, è possibile... Credo che tu abbia fatto centro" si voltò fermandosi al centro dello studio e sorrise a Trhesy. "Qual è l'altra parola?" chiese, ma prima di attendere una risposta le venne un successivo dubbio. "E come raggiungiamo un posto che non abbiamo mai visto?". Quello sì, sarebbe stato un bel problema.
|
| |