Julie Richard |
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| Noia. Ecco cosa aveva pensato quella mattina la ragazza, appena aveva aperto gli occhi, tra le lenzuola di seta del suo dormitorio. E per tutto il resto della giornata la sua tesi mattutina si era affermata. La mattina aveva amaramente constatato che era in ritardo, così si era affrettata a fare quella cosa che nel mondo babbano chiamavano doccia, poi si era aggiustata la lunga 'chioma' rosa, o meglio color cicca, come la chiamavano le sue amiche, aggiungendo anche un cerchietto molto fine nero, con un semplice brillante a destra e infine si era messa un po' di matita nera attorno agli occhi, iniziando a correre nei corridoi completamente vuoti stringendo tra le dita sottili semplicemente la sua tracolla piena di cose, che fortunatamente era stata preparata la sera prima. Ovviamente quando era al Piano Terra, pronta per salire le scale per il Primo Piano, le scale aveva deciso di cambiare, proprio in quel momento.. fottuto, ecco. Quando era arrivata in quel maledetto piano e aveva bussato ansimante alla porta dell'aula del professore Perevell, il professore l'aveva guardata decisamente storta, dicendole di accomodarsi pure in un altro posto, perché oramai la lezione era già cominciata e lei non si era degnata di arrivare in orario. Julie aveva socchiuso gli occhi, mandandolo a farsi un bel giro nel regno di Cenerentola, ovviamente lo aveva pensato solamente. Visto che per almeno due ore non c'erano più lezioni del II Anno, decise di andare dritta al quarto piano, dove c'era la biblioteca. Non la frequentava molto, ma quel giorno non c'era di meglio da fare. Sbuffò sonoramente, arrivando al quarto piano. Sentiva lontanamente delle voci, ma non se ne curò molto. Le sue scarpe provocavano un ticchettio leggero in tutto il corridoio, mentre lei osservava distrattamente il paesaggio attorno a se. Arrivò davanti ad una 'famosa' porta di Hogwarts, nel quale tutti e dico tutti gli studenti della scuola, avevano lasciato un segno. Lei aveva scritto 'fuck' all'angolo sinistro in basso della porta. Balzò in aria quando vide che proprio accanto a lei c'era un ragazzo conosciuto vagamente, Random Crowell, che sembrava urlare contro un altro ragazzo.. che non c'era. - Uhm.. Stai bene? Borbottò a voce bassa, passandosi una mano tra i capelli rosa. Non conosceva il ragazzo bene, ma aveva fatto qualche ronda da prefetto insieme a lui. Ok, lo aveva chiesto ironicamente. Era molto strano vedere un ragazzo di mattina, inginocchiato davanti una porta di legna e vestito a come... Come Dio vuole. Strinse la tracolla attorno alle dita, mentre gettava un'occhiata avanti. Voleva solo passare il tempo fino alla prossima lezione, lei. E quel misterioso ragazzo? Che diamine faceva tutto concentrato davanti una porticina di legno, piena di insulti e di messaggini amorosi?
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