Al tramonto

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Emy Black
view post Posted on 27/3/2012, 19:38




Emy passeggiava per il quinto piano, era un corridoio che conosceva poco, non c'erano lezioni lì, almeno non per lei, e così, per un motivo o per un altro non si spingeva quasi mai fin lì. Era solo un luogo di passaggio, un intermezzo tra le varie aule di lezione o la Sala Grande e la sua torre di Corvonero. Ma era giunto il momento di visitarlo. Il suo primo anno era quasi terminato, non era possibile che non avesse ancora visitato il quinto piano. Camminava lentamente con la borsa sulla spalla destra, al lato sinistro la sua fedele gatta nera, Luna, che la seguiva calma, a volte passandole tra le caviglie, come a ricercare brevi attimi d'affetto. La giovane corvonero camminava in quel lungo corridoio in pietra, guardando distrattamente fuori da quelle ampie vetrate che lasciavano ammirare il parco fuori dal castello.
Il freddo inverno aveva già lasciato spazio alla primavera che, fresca e frizzante, era arrivata. La neve fuori si era sciolta, mostrando il verde manto del giardino, gli alberi avevano messo i primi boccioli... Poco lontano la foresta proibita, scura e minacciosa come al solito ma anch'essa piena di una nuova vitalità grazie alla primavera. La giovane si era fermata davanti ad una grossa finestra, si era seduta a gambe incrociate sull'ampio cornicione e guardava fuori, sperando che nessun pensiero le attraversasse la mente. Aveva appoggiato la borsa subito dietro di lei, per potersi appoggiare con la schiena ad un lato ed essere più comoda, la gatta era davanti a lei, a tratti scrutava fuori e poi tornava a fissare la ragazza. Emy si girò verso l'animale, con una mano si avvicinò al musino di Luna e cominciò a regalarle qualche coccola. Poi si girò nuovamente verso il giardino. Il sole stava tramontando dietro le grosse montagne che separavano il castello dal mondo esterno, il cielo aveva preso un bellissimo colorito rosso e arancione e il lago Nero si era adeguato di conseguenza.
 
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view post Posted on 27/3/2012, 20:35
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Quinto Piano... Kevin non c'era mai stato, ne aveva mai avuto voglia di visitarlo... Questo solamente fino a quel giorno.
Già... Proprio quel tardo pomeriggio primaverile, Kevin stava salendo le scale che portavano proprio in quel luogo inesplorato.
Non riusciva ancora a capire come mai tutta quella voglia di visitare quel particolare piano della scuola, ma lui era fatto così, agiva di impulso, seguendo l'istinto... E questo aveva sempre portato delle sorprese più positive che negative.
E, se il suo istinto gli diceva di andare proprio al Quinto Piano, un motivo ci doveva pur essere.

Finite le scale, il Tassorosso si guardò attorno: Era un corridoio come un altro, che di nuovo aveva solo il fatto di non essere stato da lui mai percorso.
Effettivamente non ce n'era stato mai il bisogno, quel corridoio faceva d'accesso al Bagno dei Prefetti e alla Torre della Professoressa Dalton, la Preside.
Fece qualche passo in avanti, come per sondare il terreno.
Poi, vide qualcosa che attirò notevolmente la sua attenzione: Una ragazza stava camminando per quel corridoio poco più avanti a lui.
Ella era di spalle, quindi Kevin non riuscì a distinguere la sua Casata di appartenenza.
Camminava con passo lento, seguita da una gatta nera, che doveva appartenere senza dubbio a lei.
Non conosceva quella ragazza, e non gli sembrava di averla mai vista prima di quel momento.
Allora forse poteva essere proprio lei il motivo per il quale il suo istinto lo aveva condotto fin lì... Chissà.

Iniziò a camminare anch'egli per il corridoio di pietra, quasi come se la stesse pedinando.
Le ampie vetrate che circondavano il corridoio e che accompagnavano qualsiasi passante per l'intero suo tragitto mostravano la bellezza del castello, del suo giardino e della Foresta Proibita, che secondo Kevin aveva anch'essa un certo fascino.
Ma, ormai, chi albergava in quel castello già da un po' di tempo non apprezzava più come una volta quelle bellezze... Certo, era sempre una visuale mozzafiato e bellissima da ammirare, ma era ormai diventata una cosa ordinaria, comune... Anche se comune non lo era affatto.
Intanto, mentre lui si perdeva in quella sua visione, la ragazza si era fermata ad una finestra poco più avanti e si era seduta sul cornicione con la testa rivolta verso l'esterno e aveva iniziato a coccolare la sua gatta.
Il ragazzo, allora, si avvicinò di qualche passo...
La ragazza tornò a guardare fuori dalla finestra.
Solo ora Kevin si accorse che fuori, all'orizzonte, si poteva ammirare la bellezza del tramonto.
Era sempre una visione mozzafiato, bellissima e alquanto suggestiva...
Il tramonto, una cosa stupenda.

Rimase chissà quanto ad ammirare quel panorama, per poi posare nuovamente lo sguardo sulla ragazza.
Era carina, aveva i capelli molto lunghi, di un castano scuro, con riflessi rossi; e gli occhi neri.
Ora poteva scorgere la spilla attaccata sulla sua divisa: Corvonero.
Si avvicinò ancora alla ragazza, fino ad arrivare anche lui sul cornicione dove ella si trovava, ma senza sedersi.
Rimase in piedi, con un sorriso amichevole stampato in viso, voleva conoscerla...


- Bellissimo... Non trovi? -

Le parole gli uscirono quasi da sole dalla bocca, senza che lui avesse voluto espressamente pronunciarle.
Tuttavia, il discorso doveva pur iniziare da qualcosa e il tramonto poteva rivelarsi un buon inizio per la conversazione.
Rimase in attesa, aspettando la reazione della ragazza...

 
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Emy Black
view post Posted on 27/3/2012, 21:04




Il cielo era tinto di rosso, le rare nuvole che occupavano il cielo in quei giorni erano ancora lì, gonfie d'acqua, ma non erano più minacciose, ora erano colorate di arancione, si sposavano perfettamente con quell'atmosfera calda e accogliente. A Emy piaceva il tramonto, era il momento della giornata che preferiva, dopo tutte le fatiche del giorno finalmente ci si poteva riposare, quel rosso indicava uno stop, una pausa dalla frenesia quotidiana, un momento da dedicare a se stessi e al mondo. Lontano, verso le montagne, si intravedeva uno stormo di uccelli in volo, di ritorno dai caldi paesi in cui si recavano in inverno, ma ora erano di nuovo lì, ad Hogwarts, la natura faceva il suo corso anche dove la magia regnava sovrana.
Luna si era messa a fare le fusa, Emy si era girava con un sorriso, amava la sua gatta, c'era una sorta di simbiosi tra di loro, un'amica che non aveva mai proferito parola, ma che rappresentava molto di più della maggior parte delle persone che la ragazza aveva conosciuto. I grandi occhi verdi della gatta ora erano quasi socchiusi, le piaceva che la ragazza l'accarezzasse sul muso. Poi il piccolo orecchio a punta di destra si mosse nella direzione del corridoio, in un attimo il felino riaprì gli occhi, per puntarli alla sua destra. Non gli sfuggiva mai niente, nemmeno il minimo rumore.
Immersa nei suoi pensieri, la giovane corvonero non si era accorta del ragazzo che ora era vicino a lei, chissà da quanto tempo era lì. L'atmosfera di pace però, fece sì che Emy non si spaventasse dell'improvvisa presenza. Il viso del giovane era rilassato, un sorriso amichevole sul suo volto, che Emy non potè fare a meno di ricambiare. Il giovane era alto, era in piedi vicino a lei ma Emy riusciva a vedere il suo viso poco più che alla sua altezza. I capelli neri del ragazzo erano illuminati di rosso, così come il suo viso, merito del Sole che stava via via scendendo per dar spazio alla notte. Gli intensi occhi scuri del giovane ora fissavano quelli di Emy, che ricambiava con complicità lo sguardo del ragazzo. Non l'aveva mai visto ma gli sembrava una persona amichevole.

- Bellissimo... Non trovi? -
Era stato il ragazzo a rompere il silenzio, entrambi erano complici di quel suggestivo tramonto, di quel magnifico spettacolo che la natura aveva deciso di regalargli. Ancora pochi minuti e la notte avrebbe preso il sopravvento, ma entrambi si stavano godendo quel momento, come a volersi fissare in testa quei colori vivi e quella sensazione di pace, per non lasciarli scappare insieme a quella giornata che volgeva al termine.
-E' meraviglioso...-
Disse Emy al ragazzo, gli aveva rivolto un sorriso, fresco e sincero, guardandolo dritto negli occhi scuri, che sembravano molto simili ai suoi, ma con un taglio diverso.

Poi si era girata nuovamente verso la vetrata, per godersi gli ultimi attimi di quello spettacolo. Sapeva che il giovane avrebbe capito.
 
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view post Posted on 27/3/2012, 22:09
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Il tramonto faceva da sfondo a quella situazione e, con la sua maestosità, rendeva tutto quasi surreale.
I ragazzi non avrebbero potuto desiderare sfondo migliore... Era davvero una cosa bellissima.
Nel bel mezzo di quella suggestiva atmosfera, la ragazza si era voltata per accarezzare la gatta e si era accorta della presenza del Tassorosso.
Inizialmente, il ragazzo pensò di averla spaventata, ma fu presto smentito dal sorriso che si delineò anche sul volto della Corvonero.
E, mentre il sole si apprestava a lasciare spazio al buio della notte, la ragazza contraccambiò il suo sguardo e rispose:


- E' meraviglioso... -

Già... Lo era... Era veramente meraviglioso, c'era poco da dire.
La ragazza si era poi voltata nuovamente verso la finestra, per godersi gli atti finali di quell'immenso spettacolo.
Era più che comprensibile... Infatti, così fece anche Kevin.
Non si poteva perdere il finale di quel magnifico spettacolo.
Non c'erano parole per descrivere l'atmosfera... Ci si poteva limitare solamente ad ammirarla.

Solo dopo che il sole ebbe completato il suo compito, e la notte ebbe iniziato a sopraggiungere con prepotenza, Kevin tornò a guardare la ragazza, che, come lui, si era goduta tutto lo spettacolo.
Decise di rompere nuovamente il silenzio:


- Ehm... Io sono Kevin Prince Confa... Piacere!!! -

Così dicendo, porse la mano amichevolmente alla ragazza, sempre con lo stesso sorriso di prima stampato sulla faccia.

- E... Con chi ho il piacere di parlare? -

Effettivamente, il fatto di stare ora lì a parlare con la ragazza era un piacere per Kevin.
Se non fosse stato per lei, chissà che desolato pomeriggio avrebbe passato.
Invece aveva la possibilità di animarlo un po' e la ragazza sembrava amichevole.
Gli piaceva sempre fare amicizia con le persone, e anche questa volta sarebbe stato così... Gli avrebbe fatto piacere conoscere la ragazza...

 
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Emy Black
view post Posted on 27/3/2012, 22:40




Il sole aveva completato il suo lavoro, era andato a morire così, dietro alle alte montagne, donando ai due giovani un ultimo saluto mozzafiato. Dopo millenni era ancora capace di regalare spettacoli senza precedenti.
La notte stava arrivando, presto le ormai folte chiome in giardino erano diventate delle ombre nere, il lago Nero aveva riacquistato il suo naturale colore e l'atmosfera del castello stava mutando, le fiaccole sul corridoio si erano accese magicamente, illuminando dall'interno del castello i volti dei due giovani, il lato del viso rivolto all'esterno era ormai scuro.
Lo spettacolo era terminato.
Il giovane aveva lasciato che Emy si godesse il tramonto, e lei gliene era grata. Pochi attimi dopo che il sole ebbe terminato il suo giro, si girò nuovamente verso il ragazzo, non sapeva niente di lui, nemmeno il nome, forse era stata maleducata a non dire niente, era un po' dispiaciuta, nonostante tutto il ragazzo non la conosceva, non poteva sapere che amava i paesaggi, che la ricerca di quelle atmosfere era il suo pane quotidiano, la sua passione. Emy era una ragazza riflessiva, la frenesia la stufava, preferiva passare la giornata in sala comune con un buon libro e un tè caldo piuttosto che a fare sport, magari il Quidditch, come la maggior parte dei ragazzi. Per molti questo poteva essere noioso, ma forse era perchè non apprezzavano le piccole cose, i preziosi regali del tempo che solo la tranquillità dell'anima sapeva carpire.

Emy si era nuovamente voltata verso il ragazzo, questa volta con interesse. Un gomito poggiato sulle ginocchia, la mano aperta per accogliere il viso, che inclinava da un lato, si trovava bene così.
- Ehm... Io sono Kevin Prince Confa... Piacere!!! -
Il giovane non aveva perso un attimo e le aveva allungato la mano con un sorriso amichevole.
- E... Con chi ho il piacere di parlare? -

Emy aveva abbandonato la sua posizione e aveva allungato la sua piccola mano verso quella del ragazzo, stringendola. Aveva sempre le mani fredde, sperava che la cosa non desse fastidio al ragazzo.
-Sono Emy...-
Un bianco sorriso si era aperto sul suo volto, le guance lievemente arrossate dal tepore che quelle fiaccole stavano cominciando ad emanare.
Poi era giunto il momento di scusarsi

-Grazie per aver aspettato... Questo tramonto è stato meraviglioso. Sperava che anche il ragazzo avesse apprezzato lo spettacolo.
La piccola Luna intanto si era messa ad annusare il ragazzo, come faceva di solito con gli sconosciuti, era una gatta socievole e di certo più incline alle amicizie della sua padrona.
Emy era a suo agio lì, Kevin sembrava un ragazzo amichevole e semplice. Senza fare caso alla piccola gatta, continuò

-Allora Kevin, che ci fai qui al quinto piano?-
Quel corridoio non era mai stato molto frequentato, gli studenti affollavano soprattutto i primi piani e i corridoi per le loro sale comuni, in più era già sera, probabilmente non sarebbe passato più nessuno di lì e sarebbero rimasti da soli.

 
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view post Posted on 28/3/2012, 14:24
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Il sole era ormai totalmente calato, lasciando spazio alla notte, affascinante e misteriosa allo stesso tempo.
Gli alberi che circondavano il Giardino del castello erano ora delle sagome scure, tetre, che ondeggiavano lentamente come spettri al minimo soffio del vento.
Il corridoio, intanto, si era illuminato grazie alle numerosissime torce poste alle pareti, che si allungavano per tutta la sua lunghezza.
Le fiamme delle torce sembravano intente a compiere una danza arcana, creando una strana atmosfera.
Finalmente, con tutta calma, la ragazza si girò verso di lui.
Si erano goduti in silenzio quella magnifica atmosfera, e, ora che il sole era tramontato, potevano parlare tranquillamente.

La Corvonero strinse amichevolmente la sua mano...
Notò che le mani della ragazza erano un po' fredde, ma rimase indifferente da questo fatto.
Poi, sul volto della ragazza si aprì un sorriso, e la sua voce ruppe il silenzio che si era creato:


- Sono Emy... - Disse la Corvonero, per poi aggiungere a mo' di scusa: - Grazie per aver aspettato... Questo tramonto è stato meraviglioso. -

Kevin si affrettò a risponderle, sperando che la ragazza non si sentisse in colpa di averlo fatto aspettare:

- Tranquilla... Era una cosa per qui valeva la pena aspettare -

La frase fu detta sempre con un accenno di sorriso, tipico del suo stile...
Già... Aveva sempre un approccio amichevole con tutte le persone che incontrava, cercava sempre di andare d'accordo con tutti, e fino ad allora c'era riuscito.
Intanto, la piccola gatta della ragazza si era messa ad annusarlo, come per fargli un esame e valutare le sue caratteristiche...
Kevin non cercò di accarezzare la gatta, sapendo che alcuni animali non erano inclini al contatto con gli sconosciuti... Si limitò ad osservarla divertito.
Poi, la voce della ragazza, tornò a farsi sentire:


- Allora Kevin, che ci fai qui al quinto piano? -

Bella domanda.
In realtà, non lo sapeva nemmeno lui perché mai si trovasse proprio al Quinto Piano... Non aveva nessun valido motivo per esserci, aveva solo seguito l'istinto, che gli suggeriva di andarci.
Rispose alla ragazza:


- Beh... In realtà, non lo so nemmeno io. -

Si lasciò scappare una piccola risata e continuò:

- ... C'era qualcosa che mi diceva di venire qui.
Non so cosa... Forse te -


Concluse sempre con il solito sorriso.
Si sentì un po' imbarazzato a causa della frase che aveva appena pronunciato, ma era la cosa più carina che gli era venuta in mente di dire.
Cercò di non dare segni di imbarazzo, e domandò alla ragazza di rimando:


- E tu perché sei qui al Quinto Piano? -

In effetti, il corridoio non doveva essere sosta di molti studenti.
C'era addirittura chi, come Kevin, era la prima volta che ci passava.
E forse era meglio così, almeno i ragazzi non sarebbero stati disturbati da nessuno e avrebbero potuto discutere in santa pace...

 
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Emy Black
view post Posted on 28/3/2012, 16:11




La notte era arrivata, rapida e scura, ormai il parco del castello era immerso nell'oscurità, solo il riflesso della luna, coperta da qualche rada nuvola, si spandeva sulla superficie del lago.
Il corridoio era illuminato dalle tremolanti fiamme alle pareti, che descrivevano strane ombre e luci sui visi dei giovani.
Alle scuse di Emy, il giovane aveva risposto con un sorriso
- Tranquilla... Era una cosa per qui valeva la pena aspettare -
Anche lui tutto sommato si era goduto lo spettacolo.
Emy gli sorrise rincuorata, poi notò la gatta che curiosamente si era avvicinata al nuovo arrivato, con entrambe le mani la prese per il piccolo addome e se la portò sulle ginocchia

-Vieni qui...-
Voleva fare spazio al ragazzo, Luna non oppose resistenza e si accovacciò tra le gambe incrociate della padrona.
-Vuoi sederti qui, Kevin?-
Emy propose al giovane con un sorriso di sedersi lì sul cornicione vicino a lei, era abbastanza ampio per entrambi e così anche lui sarebbe stato più comodo. Alla domanda sul perchè si trovasse lì, il ragazzo diede una risposta che stupì la giovane
- ... C'era qualcosa che mi diceva di venire qui.
Non so cosa... Forse te -

Come poteva essere? Emy arrossì vistosamente alle parole del ragazzo, le aveva detto che non sapeva come aveva fatto ad arrivare in quel corridoio, che forse era per lei. Aveva tirato in mezzo il destino, quella potente forza misteriosa che muoveva gli animi, che li sballottava da un posto all'altro senza un'apparente meta. Il destino ti fregava, ti lasciava credere di essere tu l'artefice delle tue azioni, e sul più bello ti dava il ben servito... Il destino non si lasciava carpire. Generazioni di poeti e scrittori si erano interrogati su questa forza, sul suo modo di agire, sulla sua a volte macabra ironia. Ognuno si era fatto le sue teorie, ma nessuna di queste si era rivelata quella giusta.
Emy, ancora lievemente rossa, fece al ragazzo un dolce sorriso
-Il destino premia i coraggiosi-
Nemmeno lei poteva essere sicura di come le fosse uscita una frase del genere, non era brava ad accettare i complimenti, anche se ben cammuffati.
Poi Kevin, quasi a non voler far pesare troppo la sua ultima frase, chiese a sua volta
- E tu perché sei qui al Quinto Piano? -
Bella domanda anche questa. Emy non aveva una risposta poetica come quella del ragazzo, si era spinta lì per noia forse, e anche per vedere un posto nuovo. Quel pomeriggio non si sarebbe aspettata questo incontro, la sua giornata sarebbe continuata in modo piatto e sterile, avrebbe fatto le solite cose, avrebbe portato i libri in stanza e poi sarebbe corsa in Sala Grande per la cena. Invece si trovava lì, in un corridoio solitario con un ragazzo che non aveva mai visto prima. Non sapeva neanche che ore fossero.
-Perchè non c'ero mai stata.-
Fu la sua semplice risposta. Con i suoi occhi scuri guardava intensamente quelli del ragazzo, cercando di respirare a fondo per far sparire il rossore, ma senza farsi notare dal ragazzo. Poi non riuscì più a sostenere il suo sguardo, abbassò la testa e cominciò ad accarezzare la piccola Luna, che intanto aveva alzato la testolina per guardare i due ragazzi.

 
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view post Posted on 29/3/2012, 14:35
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La luna, appena apparsa, sembrava scrutare i due ragazzi e creava una piacevole atmosfera.
Kevin rimaneva sempre affascinato dalla bellezza della luna, e anche quella volta le concesse un paio di secondi di assoluta ammirazione.
Dopodiché, notò che Emy gli stava sorridendo...
La ragazza aveva spostato la gatta sulle sue ginocchia, probabilmente per permettergli di sedersi.
Infatti era così, le parole della Corvonero glielo confermarono:

- Vuoi sederti qui, Kevin? -

Non avrebbe rifiutato... Rispose alla ragazza:

- Certo... Grazie. -

Detto ciò, il Tassorosso si sedette sul cornicione, nel punto in cui poco prima vi era la gatta della Corvonero, appoggiò la schiena dalla parte opposta del cornicione, rivolgendo il busto verso la ragazza, guardandola negli occhi e accennando un piccolo sorriso.
Notò che la ragazza era rimasta un po' imbarazzata dalla sua risposta precedente, quella alla domanda sul perché si trovasse proprio al Quinto Piano.
Notando ciò, anche lui non poté nascondere un certo imbarazzo... Si passò una mano dietro al collo e, inevitabilmente, arrossì un pochino.
Ma, questo imbarazzo si sciolse presto, quando la ragazza sorrise dolcemente e rispose:


- Il destino premia i coraggiosi -

Rimase un po' stupito dalla frase.
Che cosa voleva dire la ragazza? C'era forse un messaggio nascosto in quella frase?
Era stato tirato in ballo il destino, probabilmente a causa della frase da lui detta poco fa.
Già... Il fato... Sapeva essere imprevedibile e devastante a volte.
Era stato menzionato anche il coraggio... Kevin forse ne aveva abbastanza, ma non troppo.
Quella frase era un po' enigmatica... Certamente si riferiva al fatto che, come detto da lui poco fa, forse era Emy ad averlo portato lì.
Ma, forse Kevin aveva esagerato un po'... Gli piaceva sempre essere un po' poetico, ma a volte esagerava.
Però, ripensandoci, poteva essere anche vero... Non c'erano validi motivi per andare proprio al Quinto Piano proprio quel tardo pomeriggio... E se fosse stata davvero Emy la causa?
Tutto poteva essere, non aveva senso stare a ripensarci ancora...
E, poi, il suo era un semplice, anche se elaborato, complimento... Non poteva costruirci sopra una crisi esistenziale.

Dopo questa parentesi, riportò la mente sulla terra e su quello che stava succedendo.
Adesso era Emy a dover rispondere alla stessa domanda:


- Perché non c'ero mai stata. -

Già... Era così anche per lui... Il corridoio non doveva essere troppo frequentato.
Tornò a parlare, rivolto alla ragazza:


- Già... Nemmeno io. -

E, aggiunse, dopo essersi guardato intorno:

- ... Non sembra un corridoio molto affollato -

Poi, fissò gli occhi della ragazza e lei fece lo stesso.
Sorrise e si rivolse ancora alla Corvonero:


- Emy... Perché non mi parli un po' di te? -

Poi, ripensando che non tutti amavano parlare di se stessi, si affrettò ad aggiungere con gentilezza:

- ... Se hai voglia naturalmente -

Aspettò la risposta della ragazza.
Quella domanda poteva essere un po' scomoda per Emy, ma doveva pur farla, se voleva conoscerla.

 
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Emy Black
view post Posted on 30/3/2012, 20:32




Il ragazzo si era seduto di fronte a lei sull'ampio cornicione di pietra, la schiena appoggiata di lato, in una posizione analoga a quella di Emy. Ora conversare sarebbe stato più facile e diretto. Passato il precedente imbarazzo che si era creato grazie allo scambio di battute dei due giovani, Kevin aveva fatto un breve commento su quel corridoio in cui non passava mai nessuno. Infatti nemmeno loro c'erano stati prima di quel giorno. Tutto tornava. Poi fece alla ragazza una domanda - Emy... Perché non mi parli un po' di te? -
La giovane corvonero odiava queste domande. Non perchè non volesse parlare di sè, di certo la conversazione doveva pur procedere in qualche modo ed era bello conoscere gli altri, saperne un po' di più, e giustamente, chiedere al diretto interessato era sempre la cosa migliore. Il problema di Emy era che non sapeva mai cosa dire. Il rischio era quello di dare risposte banali, in cui si dava un'immagine di sè che non corrispondeva alla realtà. Di certo Emy non poteva raccontargli la storia della sua vita, sarebbe stato molto peggio di una risposta banale. Però di cosa avrebbe dovuto parlare? Cosa si aspettava il ragazzo? Scoprire i suoi interessi? La sua famiglia? I suoi voti a scuola? Le sue amicizie e antipatie? Il suo carattere? Forse niente di tutto questo. Forse era solamente una domanda buttata lì a caso, per timore di non sapere più cosa dire. O forse nemmeno questo. La via di mezzo in questi casi era sempre la cosa migliore da fare, ma Emy sapeva che non avrebbe di certo detto qualcosa di entusiasmante. Non sapeva parlare di sè. Non era una persona egocentrica nè vanitosa, aveva il terrore di annoiare gli altri, di non essere all'altezza delle aspettative... Ma forse si stava facendo più problemi del dovuto. In pochi riuscivano a rispondere a una domanda così semplice mostrando un lato di sè che faceva colpo.
Così, scacciando tutte quelle paranoie, Emy assunse per un attimo un aria pensierosa volgendo lo sguardo verso un lato imprecisato del soffitto, quindi tornò a guardare Kevin e disse

-Beh, abito vicino a Londra, in un piccolo paesino di campagna, ho scoperto un paio di mesi fa di avere un fratello più grande che si chiama Mark, mi piace ascoltare la natura e soprattutto adoro gli animali.-

Contemporaneamente la piccola Luna aveva cominciato a fare le fusa con gli occhi socchiusi, come a voler dare ragione ad Emy.
La ragazza l'aveva guardata con affetto per qualche secondo, poi era tornata a guardare il giovane e aveva proseguito


-Perdonami Kevin, non sono brava a descrivermi.-
Una breve pausa
-Preferisco che siano gli altri a scoprirmi-
Che audacia quella sera! Emy non era mai stata così diretta. Probabilmente un'altra ragazza avrebbe accompagnato a quella conclusione un sorriso malizioso, ma non era certo una cosa da Emy. Così si limitò a proseguire subito, come a non voler fare pensare Kevin troppo a quella frase
-Ma ora tocca a te. Sono curiosa!-
Le sue frasi sconnesse probabilmente avevano confuso Kevin, a quella frase seguì un sorriso, per darsi un minimo di sicurezza. Lui avrebbe fatto di meglio?



Edited by Emy Black - 5/9/2012, 18:52
 
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view post Posted on 31/3/2012, 22:16
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Kevin non amava fare quel tipo di domande, gli piaceva relazionare in altro modo con le persone.
Tuttavia, le reputava necessarie almeno per avere delle informazioni di base.
Certamente avrebbe conosciuto Emy non dalla risposta alla sua domanda, ma standoci insieme, parlando con la ragazza, e col passare del tempo.
Ma, doveva pur iniziare da qualcosa... Odiava i silenzi imbarazzanti... Voleva parlare con la ragazza.
E, per parlare con lei, doveva chiederle molte cose, fare tante domande... Anche se qualche volta potevano sembrare scomode... Lui stesso considerava la domanda appena fatta alla ragazza non proprio il massimo, e non era sempre facile rispondere.

La risposta di Emy arrivò, dopo un breve silenzio:


- Beh, abito vicino a Londra, in un piccolo paesino di campagna, ho scoperto un paio di mesi fa di avere un fratello più grande che si chiama Mark, mi piace ballare, ascoltare la natura e soprattutto adoro gli animali. -

Londra.
A sentire quelle parole, un sorriso si delineò nel volto di Kevin.
La ragazza abitava vicino Londra... Avevano giù qualcosa... In comune, diciamo.
Beh... Forse non proprio in comune, dato che lui non era nato a Londra, ne c'era mai vissuto.
Tuttavia, non poteva certo negare che quella città era la patria di sua madre, di origini anglo-irlandesi, e Kevin si sentiva in qualche modo "legato" alla capitale inglese.
Già... Quella cosa non poteva certo negarla... Ce l'aveva nel sangue.
Stava per rispondere a Emy, quando la ragazza aggiunse:


- Perdonami Kevin, non sono brava a descrivermi. -

Una breve pausa.
Era il tempo di rispondere... No, la Corvonero non aveva ancora concluso:


- Preferisco che siano gli altri a scoprirmi -

Sorrise di gusto a quell'affermazione e annuì divertito.
Ora toccava a lui:

- Ahah!!! Hai perfettamente ragione... Anche io preferisco che siano gli altri a capire chi sono veramente, cosa che non si può certo dedurre da una mia descrizione. -

Emy tornò a parlare:

- Ma ora tocca a te. Sono curiosa! -

Toccava a lui.
Cosa avrebbe potuto dire? C'erano troppe cose, troppi particolari, tutti importanti.
Eppure avrebbe dovuto cercare di riassumere il tutto, non poteva certo raccontare la sua vita e fare una lista della spesa per elencare le sue caratteristiche.
Prese parola:


- Anche mia madre è nata a Londra, io e mio padre, tuttavia, siamo nati e cresciuti a Firenze. -

... E un sorriso pieno di orgoglio si stampo sul viso del Tassorosso.
Era sempre così, quando parlava di Firenze.
Continuò:


- Ho anche io un fratello maggiore... -

La sua voce assunse ora un tono scherzoso, e non ce la fece a nascondere un piccolo sorrisetto:

- ... Ma lo so da quando sono nato. -

Si ricompose, sperando di non aver esagerato... Chissà per quali motivi Emy aveva saputo di avere un fratello solo pochi mesi fa?
Decise di non soffermarsi su quest'argomento e proseguì, decidendo di saltare l'elenco delle sue caratteristiche:


- Beh... Do molta importanza alla lealtà... Darei la vita per le persone che più mi stanno a cuore.
Poi, che dire, mi piace parlare con le persone, confrontarmi con loro, scambiare opinioni...
E, cosa importante, adoro il Quidditch. -


Non era la descrizione migliore del mondo, ne la migliore che il ragazzo avrebbe potuto fare, ma non gli importava.
Emy e Kevin non si sarebbero conosciuti scambiandosi descrizioni.
Quindi, ci tenne ad aggiungere:


- ... Ma penso che ci conosceremo meglio in seguito, giusto? -

Sorrise alla ragazza, poi portò lo sguardo fuori dalla finestra, dove la notte aveva ormai preso il sopravvento su tutto e tutti.
Poi, i suoi occhi tornarono nuovamente su quelli della ragazza... Attendeva la sua reazione...

 
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Emy Black
view post Posted on 1/4/2012, 12:04




Dopo la confusa risposta di Emy, fu il turno di Kevin, il ragazzo prese spunto da ciò che Emy aveva appena detto
- Anche mia madre è nata a Londra, io e mio padre, tuttavia, siamo nati e cresciuti a Firenze. -
Firenze eh? Emy aveva già sentito quel nome, non ci era mai stata, ma suoi zio le aveva raccontato molto dell'Italia. Si era recato lì in molti dei suoi viaggi per conto del Ministero della Magia. Le aveva raccontato che quel posto era famoso per l'arte e la letteratura, da lì aveva preso piede la lingua italiana e di certo non era una cosa da poco. In più in Italia c'era un clima fantastico, ben diverso dalla piovosa Londra.
-Firenze? E' in Italia giusto? Mio zio mi ha detto che è incantevole-
Non voleva apparire ignorante, la sua domanda era stata fatta per non incorrere in una possibile figuraccia. Lo zio le aveva raccontato di talmente tanti posti che era facile confondersi.
Poi Kevin proseguì con una battuta
- Ho anche io un fratello maggiore... -
- ... Ma lo so da quando sono nato. -

Questa frase fu accompagnata da un sorriso del ragazzo, Emy scoppiò a ridere, effettivamente aveva tirato in mezzo Mark, un argomento delicato, ma Kevin aveva dimostrato di saper dire la cosa giusta al momento giusto. Emy ne fu sollevata, inizialmente si era sentita in colpa per aver cominciato quella frase, non voleva caricare gli altri dei suoi problemi, invece Kevin aveva gestito bene la situazione, qualsiasi altra persona avrebbe potuto cominciare un silenzio imbarazzante, invece il ragazzo si era lasciato andare in un commento davvero divertente. Emy rise, non riusciva a smettere. Come le succedeva spesso quando non riusciva a fermarsi, gli occhi cominciarono a lacrimare leggermente. Cercando di darsi un po' di contegno, arrossì lievemente e smise di ridere mentre si asciugava quelle inutili gocce.
-Ahah! Sei davvero simpatico!-

Quindi il ragazzo cominciò a descriversi
- Beh... Do molta importanza alla lealtà... Darei la vita per le persone che più mi stanno a cuore.
Poi, che dire, mi piace parlare con le persone, confrontarmi con loro, scambiare opinioni...
E, cosa importante, adoro il Quidditch. -

Effettivamente aveva fatto meglio di lei. Quidditch? Fortunatamente Emy nella sua descrizione aveva tralasciato il fatto che non le piacesse affatto il Quidditch. Oltre al fatto che lei non era una ragazza incline agli sport di squadra per carattere, aveva una paura folle a volare. Le lezioni di volo erano state inizialmente un trauma, non si sentiva sicura su quella scopa, era come se potesse cadere da un momento all'altro. Inoltre l'altezza la spaventava, non riusciva a capire come facessero i giocatori a stare sollevati in aria per ore, ad altezze vertiginose. Il suo esame di volo era andato bene, ma questo solo per il fatto che aveva studiato. Sperava di salire su una scopa il meno possibile per gli anni successivi.
Però questo non l'avrebbe detto a Kevin, non poteva spegnere la conversazione per una sua stupida debolezza, probabilmente il ragazzo era davvero un appassionato, forse giocava anche nella squadra della sua casata. Così decise di chiederglielo, questo sarebbe stato un bello spunto.

-Quidditch? Sei nella squadra?-
Emy sapeva che il Quidditch era lo sport preferito dai maghi, praticamente tutti avevano una loro squadra de cuore e speravano di entrare nella squadra della loro casata. Probabilmente anche Kevin ci aveva pensato.
Quindi lo guardò negli occhi e gli sorrise, aspettando una sua risposta.

 
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view post Posted on 5/4/2012, 13:33
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Ho fatto un po' di ritardo... Scusa

La risposta di Emy fu immediata:

- Firenze? E' in Italia giusto? Mio zio mi ha detto che è incantevole -

Kevin sorrise... Era sempre bello sentire degli apprezzamenti sulla sua città... Era molto attaccato ad essa.
Rispose, sempre sorridendo:


- Oh... Lo è... E' meravigliosa!!! -

Non lo diceva solo perché Firenze era la città dove era nato e vissuto, era una considerazione oggettiva... Nessuno poteva negare la bellezza di quella città.
Poi, Emy rise, probabilmente a causa della sua sarcastica affermazione di poco prima.
*Meno male* pensò Kevin... Credeva che il suo commento era un po' fuori luogo, ma la ragazza l'aveva presa sul ridere.
La ragazza rideva di gusto, e Kevin, inevitabilmente, si unì a lei in una sincera risata.
Gli occhi della ragazza iniziarono leggermente a lacrimare e la Corvonero arrossì leggermente.


- Ahah! Sei davvero simpatico! -

Kevin sorrise ancora a quell'esclamazione.
Non trovò delle parole da usare come risposta... Forse perché non ce n'erano.
Si limitò a guardare la ragazza negli occhi, sempre con il suo sorriso stampato sul volto.

Dopo la sua descrizione, nella quale aveva anche mostrato il suo interessa per il Quidditch, la ragazza chiese:


- Quidditch? Sei nella squadra? -

Kevin rispose semplicemente:

- No -

Poi, si affrettò ad aggiungere:

- ... Non perché non mi abbiano preso...
Anzi... Ancora non ho nemmeno cercato di entrare nella squadra.
Non so nemmeno io cosa sto aspettando... Ma presto cercherò di entrarci. -


Il Quidditch poteva occuparlo a parlare per ore, ma non sarebbe stato tanto rispettoso nei confronti di Emy.
Probabilmente la ragazza non amava quello sport e Kevin non voleva parlare di qualcosa che alla ragazza non piaceva.
Decise di fare un'altra domanda alla ragazza, che comunque non si discostava troppo dall'argomento Quidditch:


- Emy... Ti piace volare? -

Sorrise dolcemente alla ragazza, mentre aspettava pazientemente la sua risposta.

 
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Emy Black
view post Posted on 5/4/2012, 16:55




Emy e Kevin risero di gusto per alcuni minuti, poi si scambiarono un sorriso e lui rispose alla sua domanda sul Quidditch
-No ... Non perché non mi abbiano preso...
Anzi... Ancora non ho nemmeno cercato di entrare nella squadra.
Non so nemmeno io cosa sto aspettando... Ma presto cercherò di entrarci. -

Enigmatica come risposta. Il ragazzo sembrava davvero appassionato, eppure non aveva ancora fatto il provino... Forse stava aspettando qualcosa, oppure non era certo delle sue capacità. C'era da dire che il Quidditch occupava davvero molto tempo, Emy vedeva spesso i suoi compagni di casata uscire dalla sala comune con qualsiasi condizione metereologica, pioggia, neve, grandine. Anche quando la temperatura era terribilmente bassa loro dovevano allenarsi, era davvero un grosso impegno.
Però Kevin sembrava convinto, così Emy gli fece un sorriso di comprensione e disse
-Dovresti provarci e credere nelle tue capacità, sono sicura che entreresti subito in squadra!-
E gli fece un dolce sorriso. Ne era sinceramente convinta, il ragazzo sembrava troppo appassionato per lasciar perdere, probabilmente all'inizio sarebbe stato difficile, ma poi sicuramente avrebbe dimostrato quanto valeva.
Quindi lui, probabilmente per cambiare discorso, aveva chiesto alla ragazza

- Emy... Ti piace volare? -
Cavoli, quella domanda la prendeva alla sprovvista. Emy aveva paura di volare. Da piccola aveva immaginato spesso di volare, pensava che sarebbe stato emozionante, che le avrebbe dato un senso di libertà... Ma la realtà era stata ben diversa. Quella vecchia scopa le sembrava così instabile, persino sollevandosi a pochi metri da terra aveva la sensazione di poter cadere da un momento all'altro. Aveva superato l'esame, ma solamente grazie allo studio della materia. Sperava di non salire più su una scopa, era stata un'esperienza traumatica, e lo era stata ancora di più l'allenarsi da sola per prepararsi agli esami. Non aveva molti amici lì al castello, si era tenuta le sue paure per sè, e non era stato affatto piacevole.
Così, senza farlo apposta, il sorriso sparì dal suo volto e poi, leggermente imbarazzata, la giovane abbassò la testa e cominciò a guardare la sua gatta e disse a mezza voce

-Io ho paura di volare.-
Improvvisamente si era chiusa in se stessa. Pensare alla sua esperienza sulla scopa le aveva risvegliato una vecchia debolezza interiore, con cui non si era mai confidata con nessuno, nemmeno nelle lettere inviate ai suoi genitori. Probabilmente Kevin non avrebbe apprezzato il suo comportamento, Emy infatti detestava parlare delle sue debolezze o dei suoi problemi alle persone, pensava che l'avrebbero detestata per questo. Ma ormai era successo, aveva davvero paura di volare e non poteva farci niente. Così, con la testa bassa e un'espressione distaccata in volto, aveva cominciato a fissare intensamente la sua gatta, non riuscendo più a sostenere il pensiero di Kevin e completamente immersa nei suoi pensieri.


 
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view post Posted on 9/4/2012, 14:55
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Dopo la sua "strana" risposta, Emy fece un sorriso e rispose:

- Dovresti provarci e credere nelle tue capacità, sono sicura che entreresti subito in squadra! -

Forse quello che diceva la ragazza era vero, di cero Kevin lo sperava.
Aveva amato volare già dalla prima lezione di Volo... E il Quidditch, a suo parere, era qualcosa di meraviglioso… Un’esperienza da vivere.
Quanto alle sue capacità, forse, proprio come diceva la Corvonero, doveva solo credere in se stesso...
Insomma... Sapeva di non essere una cima, dato che non aveva mai fatto pratica, ma non si sentiva nemmeno l'ultimo della lista.
E poi, con l'impegno che ci avrebbe messo, sarebbe andato a compensare qualche "carenza" che potenzialmente poteva presentare.

Sorrise e rispose alla Corvonero:


- Mi fa piacere che tu la pensi così... Forse hai ragione, devo credere più in me stesso -

Poi, il ragazzo aveva cercato di cambiare discorso, chiedendo alla ragazza se gli piacesse volare.
Notò subito che Emy rimase un po’ sorpresa dalla domanda, quasi fosse a disagio.
Forse non amava volare, forse aveva paura... Di certo non era un argomento che la ragazza gradiva, data la sua reazione.
Kevin si sarebbe voluto scusare, o in qualche modo avrebbe voluto cambiare discorso... Ma il ragazzo non fece nulla di tutto ciò: Rimase semplicemente in silenzio, in attesa della risposta della Corvonero.
Ci fu una pausa, poi il sorriso sparì dal volto della ragazza, che abbassò la testa.
Le parole che uscirono dalla sua bocca furono flebili, colme di imbarazzo:


- Io ho paura di volare. -

Proprio come il ragazzo aveva immaginato, Emy aveva paura di volare.
Era tutto più che comprensibile, non tutti amavano l’altezza o il vuoto sotto di se.
Quindi, al contrario del Tassorosso, che quando volava si sentiva libero, leggero, felice, la Corvonero era a disagio, aveva paura.
Anche il sorriso che poco prima era stampato sul volto di Kevin svanì, e fu sostituito da una strana espressione, più cupa e seria, anche un po’ imbarazzata per aver toccato quel “tasto dolente”.

Guardò la ragazza, che aveva ancora la testa bassa, e parlò con tono grave:


- Oh… Mi dispiace tanto di aver toccato quest’argomento -

Anch’egli abbassò per un attimo la testa incupito.
Era un po’ imbarazzato e arrabbiato con se stesso per aver messo nel mezzo proprio il Volo.
Evidentemente e comprensibilmente, Emy non ne voleva parlare...
Quindi Kevin si affrettò ad aggiungere alzando la testa e rivolgendosi alla ragazza stavolta con tono più allegro e convincente:


- Dai… Alza la testa, non ti preoccupare.
Parliamo di altro, ok? -


Aspettò la reazione della ragazza, sentendosi in colpa per averla fatta rattristire.
Non amava vedere le persone tristi, amava i sorrisi, l’allegria... E, vedere Emy in quello stato non era un bello spettacolo per lui...

 
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Emy Black
view post Posted on 10/4/2012, 22:47




Emy fissava intensamente la piccola Luna, il ricordo degli ultimi mesi non era piacevole, essere da sola non era piacevole. Nel castello erano in molti ad avere amicizie intime, Emy li vedeva spesso in giardino e nei corridoi, a lei non era toccato niente di tutto questo, aveva deciso di non pensare più agli amici che l'avevano lasciata da sola. Ma ogni tanto il ricordo tornava, inevitabile. Doveva passarci sopra, ma spesso si era ritrovata da sola, soprattutto ad affrontare le sue paure. Dopo alcuni attimi di silenzio Kevin parlò
- Dai… Alza la testa, non ti preoccupare.
Parliamo di altro, ok? -

Emy si ridestò, improvvisamente tornò al momento presente, c'era lì con lei Kevin, un ragazzo che aveva appena conosciuto, che per uno strano motivo l'aveva seguita fino al quinto piano, fino a quel corridoio dove si trovavano ora. Emy stava bene lì, perchè rovinare quel momento? Con un mezzo sorriso alzò lo sguardo, i suoi occhi andarono a posarsi proprio su quelli del ragazzo che sembrava davvero preoccupato e dispiaciuto per aver cominciato un argomento delicato per lei. Ma non poteva di certo saperlo, e infatti Emy non gliene faceva una colpa. Guardando il ragazzo, capì che doveva scusarsi, non le piaceva essere un peso.
-Mi dispiace Kevin, è solo che negli ultimi mesi al castello mi sono sentita spesso sola. Avevo amici che sono scomparsi e mi sono ritrovata senza punti di riferimento.-
Quindi allungò la mano e sfiorò leggermente quella del ragazzo. Era tanto che non aveva un contatto fisico con qualcuno, la mano di Kevin era calda e morbida.
-Non è colpa tua, non potevi sapere che era un argomento delicato per me-
Quindi ritrasse la mano, non voleva mettere in imbarazzo il ragazzo. Il suo era stato un gesto spontaneo, che voleva dire tutto e niente. Con un dolce sorriso, scostò la mano e guardò fuori per un attimo.
-Sono contenta che tu sia qui con me, ora.-
Aveva smesso di credere nell'amicizia e nei rapporti con altre persone, di qualunque tipo, ma era bello essere lì, in quella notte, con Kevin, contava l'attimo. Poi sarebbe andata come doveva.
Quindi tornò a guardarlo e disse

-Hai ragione, cambiamo argomento-
Pensò brevemente agli eventi mondani del castello, presto ci sarebbe stato il ballo di Primavera. Quello era uno spunto carino per cominciare una conversazione, quindi la giovane si schiarì la voce e chiese a Kevin
-Allora, porterai la tua ragazza al Ballo di Primavera?- Quindi gli sorrise e attese la sua risposta, sperava che si lasciasse alle spalle il breve momento di tristezza di poco prima, si erano trovati in quel corridoio deserto, le stelle brillavano nel cielo e illuminavano il castello, non si poteva rovinare un'atmosfera del genere con della tristezza.

 
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