| Leah guardò Daddy con la testa leggermente piegata di lato e le mani sui fianchi. - Ah sì, era una sciocchezza? - Disse con un sorrisetto divertito e un po' infastidito: andava molto fiera del suo essere sveglia ed essere presa per fessa le dava abbastanza fastidio. - Beh, mi hai proprio tirato un bel tiro mancino, caro il mio Daddy, perchè ci ero cascata per bene: ti vedevo davvero meravigliosamente come guardacaccia! - Aveva veramente pensato che sarebbe stato un custode di Hogwarts perfetto, uno con il cervello e la voglia di vivere di Daddy... ma a quanto pare si sbagliava. Che fosse tagliato per il Quidditch l'aveva visto coi suoi stessi occhi e si aspettava che cavalcare una scopa potesse essere tra i suoi sogni, vista la comune passione per quello sport, ma non se lo aspettava proprio al Ministero. - Vuoi lavorare al Ministero? E non ti spaventano quei mucchi di scartoffie, la vita dietro una scrivania e il tran tran quotidiano ogni giorno uguale? Io impazzirei! - Esclamò esasperata, pensando a quella vita da cui si voleva tenere alla larga fin da quando riusciva a ricordare. - Studiare Rune e andare lontano a cercare Tesori prezioni sarebbe bellissimo, invece, molto più invitante di inchiostro e pergamene polverose! - Si fermò un momento, guardando il sole strappare riflessi dorati dai capelli di Daddy e cercando di immaginarlo in tunica impolverata, con una sacca appesa al fianco e la bacchetta accesa da un Lumos, in una galleria pericolante alla ricerca di chissà quali tesori. Sorrise tra sè: non era esattamente quello che si sarebbe aspettata da uno apparentemente tranquillo come Daddy, ma in effetti era una carriera affascinante, senza ombra di dubbio. Leah appoggiò una mano sul vetro caldo di sole alle sue spalle e seguì con gli occhi gli ultimi raggi di sole che morivano dietro alla Foresta Proibita. Presto le fiaccole sulle pareti si sarebbero accese e la luce dolce della fiamma incantata avrebbe sostituito quella del sole. - Vorrei fare il Medimago perchè non potrei mai stare a guardare un mondo che soffre. - Disse in un sussurro, con gli occhi persi al di là del vetro. - Dare una mano anche a una sola persona in difficoltà mi farebbe tornare a casa con meno peso sulla coscienza. Se potessi, se pensassi di avere la forza, il coraggio e le capacità, mi schiererei in prima linea contro il male. Ma so di essere imbranata, un po' goffa e abbastanza svogliata, quindi che Auror sarei? Una che inciampa nel suo stesso mantello e che si tradisce quando è sotto copertura. - Alzò gli occhi color cioccolata verso Daddy e disse, con voce decisa e appassionata, mentre una luce fiera le brillava negli occhi. - Combattere dalla parte giusta non vuol dire necessariamente combattere, no? Anche i nostri professori combattono dalla parte giusta, insegnandoci la forza, il coraggio e l'onestà. Anche i nostri genitori combattono dalla parte giusta, insegnandoci ad amare gli altri, chiunque essi siano. Anche se non farò l'Auror potrò comunque fare la mia parte nella lotta contro i Maghi Oscuri, non trovi? -
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