Si vis pacem, para bellum, Privata.

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view post Posted on 21/6/2012, 14:07
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Uno strano fuoco ardeva nei suoi occhi mentre essi, rapidi e desiderosi, scorrevano le infinite pagine del libro. Rigo dopo rigo, bruciavano le parole senza il bisogno di soffermarsi a ponderarne il senso, alimentati da un'indomabile bramosia che rendeva vano ogni tentativo di posare lo sguardo altrove. Era una reazione del tutto anomala, quella sperimentata qualche ora addietro.
L'incontro fugace fra gli scaffali di BiblioMagic, l'indifferenza mostrata nel rivedere una figura a suo tempo fondamentale per lui, paragonata alla smania di possedere un oggetto all'apparenza tanto effimero, avevan segnato il primo passo verso la sua nuova vita. Un qualcosa che a momenti lo inquietava, nonostante avesse ambito ad un risultato del genere. Eppure non aveva timori, non guardava preoccupato alle conseguenze che la sorte gli avrebbe imposto, aveva già tracciato il suo percorso, e calcolato ogni diramazione.
Erano solo gli albori, e li avrebbe impiegati nel conseguimento delle conoscenze basilari, come si era prefissato quel giorno stesso. Di ritorno dalla visita guidata al paesino, aveva congedato il concasato senza troppi complimenti, percorrendo frenetico i corridoi alla ricerca di un posto tranquillo, nel quale rintanarsi insieme all'oggetto del suo desiderio, che aveva identificato nel corridoio del quinto piano. In un angolino poco noto, accanto alla statua che vigilava l'ingresso del Bagno dei Prefetti, si era accucciato a gambe incrociate, carezzando avido le pagine odorose dell'elegante tomo. Pervaso da un imprescindibile senso di possessione, assecondava il richiamo magnetico del sapere ivi contenuto, venendone assoggettato.
Leggeva, quasi frenetico, quegli stralci di cultura, viaggiando in territori prima d'ora inesplorati, assorbendo come spugna secca ogni stilla di sapere. Colmava il vuoto primordiale che l'opprimeva, alimentando il labile bagaglio di conoscenze impresso dagli insegnamenti accademici. Era giunto il momento di agire di propria sponte, e di introdursi a quello che ormai si prospettava il suo presente, e futuro.
Un bagliore etereo gli illuminò il volto, assorto nel suo piccolo universo. Le ore trascorrevano, il tempo era forse l'unico ostacolo vincolante, ma era presto per dargli rilevanza.
Se era ciò a cui agognava, doveva prepararsi alla guerra per ottenerlo, una guerra dai risvolti imprevedibili.

 
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Blazeboy$
view post Posted on 21/6/2012, 15:48




Bart era rientrato al castello, di ritorno dal villaggio.
Quel pomeriggio si era rivelato del tutto strano, insolito per meglio dire... Giù al negozio era avvenuto un incontro tanto sperato, finalmente aveva avuto la possibilità di rivedere Paul dopo tanto tempo. Aveva immaginato che forse fra i due ci sarebbe stato imbarazzo all'inizio, e aveva cercato di giustificare così il comportamento del Tassorosso. Eppure questi gli era sembrato talmente tranquillo e sicuro di sé... In bilico tra "indifferente" e "strafottente" quasi.
Stringendo le labbra e percorrendo il prato in fretta e furia, Bart salì la gradinata di marmo e varcò il portone di quercia. Il parco era stranamente vuoto, probabilmente a causa dell'avvicinarsi degli esami. La gran parte della scolaresca era di sicuro rinchiusa in biblioteca o in qualche angolo comodo a studiare.
Il silenzio della Sala d'Ingresso lo investì, ancora più assoluto rispetto alla quiete esterna. Mentre il Corvonero si dirigeva verso la scalinata, non poté fare a meno di ripensare al piacevole pomeriggio trascorso con Mary ai Tre Manici. Ripensò ai loro discorsi, rivide i suoi sorrisi, il suo dolore, il suo sguardo, la sua stretta sulla sua mano. Era davvero contento che almeno con lei le cose stessero andando bene...
E poi quel pensiero, quel chiodo che si era ficcato nella sua testa ma che era stato respinto via per quelle ore: la spilla, quel distintivo ricevuto da Patrick al pub, inaspettato. Era ancora su di giri per la notizia e non riusciva a capacitarsi della cosa.
Aveva pensato di ritornare in Sala Comune, magari fare qualche compito, magari riposare un po'... Ma un'altra idea gli venne alla mente.
Aveva sentito parlare del Bagno dei Prefetti, della sua magnificenza, e ora aveva l'opportunità di darci un'occhiata. Forse avrebbe dovuto aspettare il mattino seguente finché la sua nomina non fosse stata resa ufficiale, come comunicatogli da Patrick, eppure la curiosità ebbe la meglio.
Salì a passo svelto i gradini che lo separavano dal quinto piano e poi inforcò un corridoio. Il castello sembrava addormentato, avvolto nel silenzio e nella calma.
Bart tastò il distintivo nella tasca, per assicurarsi che non se lo fosse sognato. Invece c'era, era lì, non si era immaginato nulla. A passo felpato si aggirò nel corridoio, il tappeto che attutiva il rumore dei suoi passi, e si rese conto di non conoscere la precisa ubicazione della stanza.
L'idea di vagare senza meta non lo attirava molto... Si voltò, quasi speranzoso di incontrare qualche buon'anima così gentile da poterlo guidare. E in effetti c'era qualcuno: vide una figura accucciata, alla fine del corridoio, seduta per terra in un cantuccio, spalle al muro, con in grembo un libro.
Bart si diresse nella sua direzione, chiedendosi chi mai potesse essere. Era indeciso se lasciar perdere e tornare in Sala Comune, oppure disturbare quel "qualcuno". Non amava interrompere chi stesse leggendo, e poi magari quella persona stava studiando. Non gli sembrava il caso di distoglierla...
Nonostante tutto, aveva come la sensazione di conoscere quei lineamenti, quei capelli scuri. Man mano che si avvicinava, riconobbe persino il libro che il ragazzo teneva in mano. Sì, era un ragazzo... Era Paul.
Il volume che leggeva era uno di quelli acquistati ore prima da BiblioMagic. Bart lo fissò confuso e arrestò i suoi passi, quasi come bloccato. Cosa doveva fare? Non sapeva se andarsene senza farsi vedere o fermarsi a salutarlo...
Il pensiero del Bagno si allontanò completamente dalla sua mente, la sua curiosità si placò. Voleva sfruttare quel momento per poter scambiare qualche altra parola con l'amico, forse comprendere il perché del suo comportamento. Tuttavia non ci contava molto. Ora più che mai lo sentiva distante, completamente assorto in un altro mondo, immerso nelle pagine, gli occhi fissi sulle parole, la mente chissà dove...
Lo osservò per un po' prima di schiarirsi piano la gola, sperando di non spaventarlo.


- Buonasera, Paul! - lo salutò, utilizzando un tono di voce abbastanza sicuro e neutrale. - Ci si rivede... - aggiunse, accennando un sorriso. Non si era aspettato di rivederlo così presto, prima non gli capitava mai di incontrarlo. E invece eccolo lì, di nuovo...

 
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Jessica A. Evans
view post Posted on 21/6/2012, 19:18




L'estate aleggiava alle porte di Hogwarts portando fiacca pigrizia per i corridoi scolastici. Nessuno aveva più voglia di studiare, ma nonostante ciò era obbligato dall'avvento degli esami. Fortunatamente non tutti erano incastrati nel vortice di studio forzato, alcuni potevano ancora scorrazzare liberi per la tenuta del maniero, godendosi le belle giornate e il tepore estivo. Jessica passeggiava allegramente per la scalinata principale, gustandosi un ghiacciolo alla menta. Si incantava ad osservare i quadri mano a mano che si incamminava verso i piani superiori della scuola, qualora ridacchiando sotto i baffi a causa di certi buffi soggetti ritratti, qualora aggrottando la fronte per la stranezza degli abitanti animati delle cornici. Mai era stata tanto spensierata e felice di camminare per i corridoi della scuola. Era una persona normale, per la prima volta dopo tanto tempo senza alcuna responsabilità accademica. Poteva permettersi di oziare senza sentirsi in colpa, accantonare i boriosi e polverosi tomi scolastici nell'angolo più remoto del baule e dedicarsi al dolce far niente, consumando così, una dietro l'altra le giornate mancanti alla chiusura estiva di Hogwarts. Indossava ancora la divisa scolastica, ma solo per abitudine e nemmeno perfettamente in ordine (come di consueto). Bottoni slacciati fino a tre quarti, cravatta allentata e camicia fuori dai pantaloni. Nessuna spilla riluceva sul suo petto. Niente più altisonanti titoli, niente più aggravanti. Era libera, libera! Addentò il ghiacciolo, staccandone un piccolo pezzetto. Lasciò che il sapore di menta le invadesse le papille, rinfrescandole la gola e lo spirito. Quel clima era fin troppo caldo, per gli standard londinesi. Svoltò pigramente a destra, imboccando un corridoio apparentemente deserto. C'era pace, pace e silenzio, e molta luce proveniente dalle alte finestre a sesto acuto. Macchie di luce coloravano il pavimento di pietra, i raggi solari si propagavano in ogni dove, facendo scintillare le armature. Osservò la sua immagine deforme sul petto di una di esse e ridacchiò, vedendo la sua fronte allungarsi e i capelli sparire nell'attaccatura dell'elmo. In quel periodo, era tutto nettamente più divertente. Pensò a Nathan e alla sua nomina da Prefetto. Non ne avevano ancora discusso, ma ne aveva sentito vociferare nei corridoi. Un certo Mark Petersen del terzo anni di Grifondoro lamentava di quanto tutte le sue coetanee ammirassero il neo nominato Scott, e ciò le creava un certo senso di divertimento ed orgoglio, sapendo che era proprietà sua. Un ultimo morso e il ghiacciolo finì. Fece scoccare le labbra in segno di sazietà e soddisfazione, e si mise il legnetto tra le labbra, mordicchiandolo distrattamente. Nemmeno si accorse di non essere più sola e di aver quasi urtato un ragazzo dall'aspetto familiare, fino a quando non rischiò di inciampare e spiaccicarsi al suolo. "Oh... Buongiorno! Chiedo scusa! Ero sovrappensiero e non ho visto che..." mormorò balzando lateralmente. Aveva quasi accoppato il neo Prefetto della sua casata. Poco male.
 
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view post Posted on 23/6/2012, 20:14
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Fremeva. Era quella la reazione del suo corpo al prender confidenza con simili preziose informazioni. Quasi come se non riuscisse a contenerle, sovrastato dalla grandiosità delle stesse. Poteva coglierlo come un segno di notevole rilevanza, ma di fronte ai suoi propositi, tale consapevolezza scemava.
*Non sarà una sola debolezza a impedirmi di procedere...*
Proseguiva l'incessante scorrere di pensieri e immagini suscitati dalla lettura, sovrastando qualsiasi altra percezione del vero. La presa ferrea sulla copertina di morbida pelle era l'unica sensazione che lo teneva ancorato alla reale dimensione delle cose. Un confronto celato, con non altri che lui e la personificazione del sapere.
Non aveva considerato probabili intromissioni da parte di altri, finchè qualcosa non irruppe nel suo territorio. Un'eco indistinta, indesiderata quanto un intruso, penetrò nella sua bolla abissale, interponendosi nel suo percorso interiore. Voltò la testa alla rinfusa, guardando con occhi offuscati d'ira colui che tanto aveva osato, ma un'invalicabile foschia gli vietava di associargli una precisa identità. Furono le parole successive, non più colte alla sprovvista, a strapparlo dalle acque dispersive dell'inconsapevolezza. Una chioma rossiccia divampò come fuoco nella sua visuale ingrigita, le pupille non più dilatate scesero a mirare le iridi di un verde selvaggio, e mentre i contorni dell'immagine prendevano a definirsi, il volto conosciuto venne individuato dal ragazzo.

*Bart...*
Abbandonato nel dubbio qualche ora prima, il compagno si trovava nuovamente al suo canto, contro ogni sua aspettativa. Era come se il recente ritrovo avesse segnato l'inizio di una serie di incontri fortuiti, imprescindibili. Non aveva idea della piega che avrebbero preso gli eventi, se il ragazzo avesse ripreso a far parte della sua vita. Aveva eretto poc'anzi una barriera fra di essi, scindendo il loro rapporto ed annunciando le sue intenzioni. Non si era curato delle ipotesi che si sarebbero fatte strada nelle loro menti, si era ripromesso che avrebbe percorso la sua strada senza coinvolgere più soggetti del necessario, ma l'imporsi della sua presenza gli avrebbe di certo complicato l'impresa.
*Ora o mai più.*
Richiuse lentamente il tomo sotto il suo tocco delicato, e si sollevò da terra, con la stessa stanchezza che opprimeva una persona reduce da un grande sforzo.

Tu...

Le parole si fecero strada a fatica, e quando parvero raggiungere le labbra, qualcosa le precedette, impedendo loro di venir fuori. Un passo mal posto, e la comparsa di una figura dai tratti sconosciuti, lo fecero sussultare, mutando il corso della vicenda. Una voce diversa, femminile, si elevò nel silenzio incombente, rivolgendo smarrite scuse al ragazzo di fronte. Sollevò la fronte vagamente incuriosito, e riconobbe un volto aggraziato, e maturo al contempo, sormontato da una fluente capigliatura di un rosso vivo. Gli occhi verdi, accesi di luce insolita, contribuivano a rendere l'immagine indecifrabile, sconosciuta. La divisa scolastica servì a chiarire parzialmente la sua identità, mentre i morbidi lineamenti del corpo lo misero al corrente circa l'età approssimativa della fanciulla, probabilmente più grande di lui.
Colto per un momento dall'imbarazzo, si affrettò a ridestarsi, assicurandosi dell'integrità del suo vestiario, e assumendo la solita espressione impenetrabile.

Salve.

 
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Blazeboy$
view post Posted on 23/6/2012, 21:01




Bart stette immobile al centro del corridoio, colto da una pozza di luce che si riversava da una finestra del corridoio.
I suoi occhi seguirono attentamente i movimenti di Paul, ogni minimo gesto, così da capirne quasi i pensieri. Quel ragazzo era diventato davvero impenetrabile, sembrava quasi attorniato da spesse mura che impedivano di avvicinarglisi. Lo sguardo vacuo del ragazzo si ristabilì al suono della sua voce, quelle parole che avevano rotto il silenzio.
Bart notò il Tassorosso chiudere il libro, pensieroso, quasi stesse valutando le parole da dire o stesse ancora riflettendo su quanto appena letto dal volume. Non sapeva decifrare la sua espressione, ma captò un fastidio, una diffidenza tagliente quanto la lama di un pugnale. La sentì quasi fendere l'aria e attraversare lo spazio che li divideva, cercando di affondare in lui. Ma il suo cuore aveva i battiti regolari, il Corvonero si sentiva abbastanza tranquillo.
Eppure quel ragazzo che aveva creduto di conoscere, quella figura esile che stava rannicchiata spalle al muro, alzò finalmente lo sguardo e lo fulminò. Letteralmente.
Bart sussultò alla vista di quegli occhi, gli fecero quasi paura... Chi diamine si ritrovava davanti? Non era più Paul, non più...
Deglutendo a fatica, gli restituì un'occhiata perplessa, confusa, la fronte corrugata, mentre quello si rialzava. Aveva sentito una sola parola uscire dalla bocca dell'altro, una parola detta così acidamente, aspramente da far intendere il resto della frase che tuttavia fu smorzato dall'arrivo di qualcuno. Bart si sentì spinto in avanti e si voltò per vedere una ragazza. Si stava scusando con lui dicendo di essersi distratta.


- Non ti preoccupare, non fa niente... - si limitò a dirle, sentendo la sua voce distante. Riconobbe la ragazza, era una Corvonero, l'aveva incrociata chissà quante volte nella Sala Comune o altrove...
Sorridendo a malapena, volse il viso al muro. Si sentiva completamente a disagio, terribilmente imbarazzato, non sapeva cosa dire o fare. Notò l'amico sbollire, quasi sgonfiandosi come un palloncino, e salutare la giovane appena giunta.
Quanto avrebbe desiderato non esser mai passato di lì, da quel corridoio, avrebbe dato chissà cosa per svanire nel nulla, proprio in quel momento. Forse era meglio se avesse optato per un pomeriggio in Sala Comune...
Ma era presto per parlare. Il fato a volte riserva sorprese inaspettate... Chissà che magari da quell'incontro non fosse sorto qualcosa di buono.

 
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Jessica A. Evans
view post Posted on 25/6/2012, 16:51




Si sentì come catapultata in mezzo ad un discorso intimo, di quelli che mettono a disagio gli intrusi, di quelli che fanno venire un'insana voglia di darsela a gambe per non dover essere costretti ad udirne ancora. Imbarazzo e inadeguatezza. L'occhio, prima distratto dalle luci e dalle forme del corridoio, aveva finalmente individuato la presenza di un secondo ragazzo, dapprima seduto rasente il muro, ma scattato in piedi come una molla all'avvento del Corvonero che aveva quasi urtato. Tra loro si era instaurato un gioco di sguardi tanto profondo e rumoroso che le aveva dato alla testa. Era insostenibile, tanto vincolante da impedirle di guardare. Non riusciva ad osservare i volti dei due giovani, ma riconobbe un elemento familiare nello sguardo del ragazzo al muro, una fugace occhiata le aveva portato alla mente memorie che nemmeno sapeva di possedere ancora. Il suo migliore amico, Light di Serpeverde, improvvisamente sparito, come tutte le persone importanti della sua esistenza. La felicità accumulata nel tragitto si spense, come sotto potenti secchiate di acqua gelida, facendole piombare addosso la consapevolezza di ciò per cui stava lottando.
Alcune persone erano morte, altre scomparse, altre ancora mutilate. Non c'era tempo per essere felici. Non c'era spazio per la gioia. La sua vendetta non era stata ancora compiuta. Affondò le mani nelle tasche e una di esse si imbatté in una piccola pallina accartocciata di pergamena. La estrasse e la tenne nella mano, non aveva bisogno di scrutarla per sapere cosa fosse. La Maledizione Cruciatus e la formula per apprenderla. Sorrise, senza distogliere lo sguardo dal pavimento. Il motore che le avrebbe permesso di compiere il suo volere, ed estirpare il marcio da quel mondo, nonostante fosse solo un puntino, una misera pedina nel disegno più grande del destino. La rimise al sicuro tra le sue vesti.
- Salve, temo di aver interrotto qualcosa. Me ne scuso -
Un mormorio affrettato e distratto, accompagnato da un sorriso innocente e fasullo, per mantenere l'apparenza da fragile e innocente ragazza. I suoi segreti potevano aspettare, lei poteva aspettare. Si sarebbe crogiolata nei suoi piani più tardi, quando sarebbe stata in completa solitudine.
 
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view post Posted on 27/6/2012, 15:04
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Lo sguardo, dapprima incentrato sulla figura che gli sostava davanti, divenne vacuo tutt'a un tratto. L'improvvisa maschera di terrore e imbarazzo che si dipinse sul volto del ragazzo, bastò a fargli comprendere quanto malvagio fosse stato il suo scrutarlo. Si accorse di aver esternato più rabbia di quanto realmente avesse meditato, percepì la mostruosità della sua espressione velenifera, accusandone appieno il contraccolpo. Un lato di lui avrebbe goduto a quella scena... ma probabilmente quel lato era ancora insito nel profondo della sua anima, e difficilmente avrebbe preso il pieno possesso delle sue azioni. Un appiglio che avrebbe lasciato trasparire i suoi sentimenti, risparmiandogli quelle occhiate cariche di disprezzo o, ancora peggio, compassione, se solo esternamente non fosse parso così invalicabile. Racchiuso nella sua bolla, lasciava adito a sentimenti e stati d'animo incontrollabili, impedendo agli altri di leggere oltre.
E con quella ormai caratteristica facciata, spostò lo sguardo sulla ragazza misteriosa. Approfittò del suo imbarazzo per ammirarla, e cercare di individuare un cenno che palesasse la sua presenza in quel luogo, ma il suo raggio visivo venne respinto come a contatto con una barriera rifrangente, costringendolo a chinare il capo di rimando.
Si trovò a vagare in una di quelle sensazioni che ostacolano la fuoriuscita di suoni e parole, che esaltano il silenzio, e rendono infinito lo scorrere di un misero secondo. Continuò per quella sponda, immobile, finchè ad esortarlo non furono le parole di rammarico della ragazza. Il tono sommesso, e lo sguardo gravato dall'insostenibile peso del disagio, lo incitarono a risollevare la testa, e riprendere in mano la situazione lasciata alla sorte. Riprese possesso dell'eloquio e, con voce quasi speranzosa, le sussurrò qualcosa.

No, figurati... stavo solamente leggendo...

Desiderava che restasse. Il Fato gli era stato propizio, mandando qualcuno ad intromettersi nell'eterno confronto fra i due ragazzi. Era un atto di pura codardia, ma necessitava di tempo, e quell'incontro fortuito gliene stava fornendo a sufficienza, per il momento. Eppure, contrariamente a quanto sarebbe stato coerente fare, non approfittò della coincidenza in quel senso, mosso da altri intenti. Percepiva qualcosa di indescrivibile nell'aura che la circondava. Afferrò il suo sguardo lesto, e venne catturato da un'insana attrazione, meramente morale. Colse un legame velato, sottile quanto un filamento, forse un pensiero, che li accomunava. Non sapeva dire cosa fosse, la mente della ragazza era fin troppo sigillata agli occhi indagatori degli estranei. Benchè credesse al destino, sapeva che il primo passo, verso la sua conoscenza, sarebbe spettato a lui. E fu per questo che, leggermente più calmo, le si avvicinò.

Sono Paul Grindelblack, lieto di conoscerti...

Al resto ci avrebbe pensato la spilla da Prefetto, come sempre appuntata al petto in segno di fierezza. La mano destra tesa, nella speranza che il piacere fosse corrisposto, attendeva paziente la sua stretta.


Edited by Paul | Neor - 27/6/2012, 16:21
 
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Blazeboy$
view post Posted on 27/6/2012, 19:05




Gli occhi di Bart attraversarono la parete di pietra dietro Paul, quasi cercando un appiglio. Ma trovarono semplice e nuda pietra.
Distolse lo sguardo dal muro e lo pose sul ragazzo che si trovava di fronte. In quel momento non lo stava guardando, i suoi occhi vagavano invece sulla ragazza appena arrivata. Eppure Bart notò che nell'espressione del Tassorosso qualcosa era cambiato. Poco prima non era lui, o perlomeno non era quel Paul che lui conosceva, oppure aveva creduto di conoscere. Era tutto così confuso...
Ora era semplicemente tranquillo, forse un po' infastidito di aver interrotto la lettura, ma non troppo dispiaciuto dell'incontro con la giovane.
Sentì la voce di lei, la sentì scusarsi. A lui sembrava sincera, sebbene solitamente la gente diceva quelle frasi di cortesia solo per prassi.


- Non ti preoccupare - ripeté Bart, voltandosi del tutto e fissando la ragazza. - Non hai interrotto nulla... -
Cercò di sembrare gentile e di farle capire che non doveva sentirsi in colpa di niente. - Io sono appena arrivato, stavo solo... girovagando un po' - aggiunse poi, stringendo le labbra. Vide Paul presentarsi e porgerle la mano.
Bart invece infilò le sue in tasca, limitandosi a dire:
- Io sono Bart Blaze, il piacere è anche mio... -

Si sentiva quasi fuori luogo, ma cercò di non dare a vedere molto il suo disagio. Tentò invece di dimenticare la scena a cui aveva assistito poco prima, l'immagine di Paul che lo guardava con disprezzo, per non dire odio. L'amarezza scottava ancora, ma si limitò a deglutire e sorridere lievemente. Poi abbassò gli occhi al pavimento.
Non era giusto che stesse così per una persona che aveva creduto un amico. Ormai la verità gli era sbattuta in faccia, così violentemente: Paul era cambiato, punto e basta. Forse non gli interessava nemmeno come, perché, se fosse ancora lui o se stesse fingendo. Non sapeva se fosse lui quello troppo paranoico, se si fosse illuso che avrebbe sempre potuto contare sulle persone che gli erano state vicine. Aveva pensato che tutto sarebbe andato bene, che finalmente era riuscito a farsi accettare da qualcuno. Ma non tutto era filato liscio e non poteva biasimare Paul. Probabilmente era stato vittima del suo stesso cambiamento, non aveva potuto fare niente per impedirlo. Magari anche lui ne soffriva, in fondo, sebbene non desse a vedere i suoi sentimenti.
Bart era arrabbiato, con sé stesso, con Paul, con il tempo, con le sue illusioni, le stupide favole a cui aveva creduto, le sue sciocche aspettative, il mondo che si era creato.
Le sue mani si strinsero a pugno nelle tasche, le unghie che quasi affondavano nella pelle. Ad ogni modo si contenne, mantenne la sua espressione impassibile, attendendo che la ragazza parlasse.

 
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Jessica A. Evans
view post Posted on 28/6/2012, 23:15




Nonostante giunsero in breve tempo parole concilianti e di rassicurazione, a Jessica pareva che la tensione tra i due ragazzi fosse tanto densa da potersi tagliare con una lama. Non sapeva minimamente che problemi ci fossero tra i due, che disguidi o malintesi, ma era palese che qualcosa non filava per il verso giusto. Vide la mano del Tassorosso che si identificò come Paul tendersi in avanti, così l'afferrò per istinto, stringendola vigorosa. "Molto lieta". Alzò lo sguardo e lo fissò in quello del ragazzo. Era più giovane di lei di qualche anno, ma il suo sguardo sembrava sussurrare che di cose ne aveva viste a sufficienza. Apparentemente imperscrutabile, sembrava vivere dietro una barriera solida di protezione. In qualche modo le ricordava lei, nel suo periodo di buio del dopo Nicholas. Si voltò ed incontrò due gemme verde smeraldo, due gocce di giada profonde e tranquillizzanti. Erano velate di preoccupazione, o forse disagio, ma nonostante ciò non perdevano la loro naturale bellezza. Erano due pozze calme e tranquille, in cui sembrava piacevole immergersi e perdersi... Era come se il suo sguardo fosse anestetizzante per gli animi. "Sono Jessica Evans, il piacere è mio. E così, sembra che abbia avuto la fortuna... O sfortuna... Di incrociare due Prefetti" mormorò con nota ironica. Piegò un angolo della bocca in un accenno di sorriso. Quei due personaggi sembravano molto diversi tra loro, ma emanavano curiosità. La sua attenzione era stata stimolata. Il capo si inclinò lateralmente, facendo rimbalzare la cascata vermiglia di boccoli sulla spalla destra. Calò il silenzio, sembrava sempre più lungo ed imbarazzante... Era convinta che avrebbe dovuto dire qualcosa di sensato o brillante, per rompere il ghiaccio, ma non sapeva a cosa appigliarsi... O almeno, non lo seppe fino a quando i suoi occhi non catturarono una copertina di pelle che racchiudeva le pagine ingiallite di un libro. "Che stai leggendo?" fece scattare repentina una mano ad indicare il volume, un gesto istintivo e dettato dall'impulso. Se ne pentì un secondo dopo, forse era stata inopportuna, ma la curiosità suscitata dalla conoscenza le solleticava la corteccia cerebrale offuscandole i sensi. E poi, dal suo incontro alla torre dell'orologio con il Caposcuola Swann, aveva suscitato un'insana ossessione per i libri e le fiabe. Aveva assoluto bisogno di confronto.
 
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view post Posted on 30/6/2012, 20:45
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Percepì il tocco della ragazza come unico momento di vicinanza fra i due. Le rivolse un sorriso cordiale, forse il primo ad esser mosso da sincera contentezza, e lasciò che si presentasse. Ogni preoccupazione, e sentimento contrastante, si era dissolta, lasciando il posto alla curiosità. Non aveva mai sperimentato sensazioni del genere nei confronti delle persone, non da quando gli eventi lo avevan portato a cambiare nel profondo. Eppure qualcosa in quella figura stuzzicava la sua attenzione, una luce scovata nei suoi occhi, che dominava su tutto il resto.
Jessica Evans. Scosse impercettibilmente la testa, quasi volesse imporre una distanza fra quel pensiero e la sua mente. Conosceva perfettamente quel lato oscuro e maniacale del suo cervello, abbastanza da prevedere che Jessica, di lì a poco, sarebbe diventato un chiodo fisso.
Soppesò il libro, spostandolo da una mano all'altra, continuando a mantenere lo sguardo puntato sui due ragazzi, in attesa di riuscire a prender parola ed interrompere così il martellante getto di riflessioni, al momento inappropriate. Ciò che realmente il suo interesse lo avrebbe spinto a fare sarebbe parso indiscreto persino per lui, che di fronte a tali stimoli non sapeva resistere. L'autocontrollo che a stento riusciva ad imporsi gli suggeriva di ricercare un effettivo punto d'incontro, per suscitare l'interesse da entrambe le parti, e non osare oltre.

*Sembri un maniaco.*
Dispensò un altro sorriso all'affermazione sarcastica della ragazza, pensando a quanto veritiera sarebbe stata se a pronunciarla fossero stati gli studenti che adorava perseguitare. Quel suo modo di fare si palesava solo in determinate circostanze, quando il suo spirito bramoso giaceva profondamente.
Cercò appoggio nello sguardo di entrambi, ma non trovò altro che un accenno di imbarazzo, ancora percepibile dall'incontro del quale erano recidivi, fin quando gli occhi non avvertirono lo scatto improvviso partito dalla ragazza. Quasi stranito, si rese conto di quale fosse l'oggetto coinvolto dall'argomento introdotto da Jessica, e a quella cognizione i suoi sensi si misero in moto.

Un libro di Trasfigurazione Avanzata. Una fra le tante dottrine che desidero esplorare.

Frenò a forza la fuoriuscita di parole, esterrefatto da quanto esse avessero espresso con una sola frase, da quanto poco avesse esitato nel farlo, e dalla persona alla quale eran state rivolte. Dov'era finita la segretezza? Il timore di render note le sue ambizioni, e di esternare i sentimenti ch'esse imprimevano nel suo animo? Svanite, di fronte ad una semplice consapevolezza, dettata da un incontro neanche tanto sperato. Del velo nero che gli aveva offuscato la vista, ed irretito i sensi, non v'era traccia. Ora sapeva cosa lo aveva spinto a restare... sapeva cos'era che li accomunava.
 
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Blazeboy$
view post Posted on 30/6/2012, 21:31




Il corridoio calava sempre più nelle tenebre mentre la sera avanzava. I tre ragazzi si trovavano ad osservarsi incuriositi e quasi a disagio.
Solo allora Bart notò bene l'aspetto estetico della giovane: lunghi capelli rossi, occhi verdi, quasi simili ai suoi. Vide gli altri due stringersi la mano, mentre lui studiava la nuova arrivata.
Una volta aveva timore di conoscere nuovo persone, quando era ancora nel mondo dei Babbani. Questo perché sapeva che erano tutti diversi da lui, che non lo capivano, che lo trovavano strano. A lui non era mai andato giù tutto ciò e non aveva mai stretto amicizia con suoi coetanei in passato. Ora nuove conoscenze erano ben accette, sebbene preferisse la sua ristretta cerchia di amici. Purtroppo anche quella si stava sciogliendo, inaspettatamente.
La ragazza disse qualcosa che lo riportò alla realtà: aveva visto il distintivo sul suo petto e aveva commentato ironicamente sull'incontro casuale con i due Prefetti. Effettivamente, la sua spilla spiccava sulla maglietta, insistente e non del tutto desiderata. Bart si pentì per non aver pensato di tenerla nascosta, lontana da occhi indiscreti, almeno finché la nomina non fosse stata ufficiale, ovvero l'indomani.
Lo sguardo del Corvonero corse subito a verificare l'espressione di Paul, ma non vide particolare reazione. Forse aveva già notato la spilla prima e aveva fatto finta di niente. Probabile...


*Poco male* pensò Bart, rivolgendo nuovamente lo sguardo verso Jessica. - Veramente io lo sono solamente da poche ore... - le disse, sorridendo. Non sapeva perché glielo stesse dicendo, forse per mettere in chiaro la situazione, per far sì che anche Paul capisse.
L'attenzione della ragazza fu attratta dal libro che il Tassorosso teneva in mano, quello su cui prima era tanto concentrato. Alla sua improvvisa domanda di curiosità, Paul confessò di star leggendo un libro di Trasfigurazione Avanzata.


- Anche a me piace molto - si lasciò sfuggire Bart. Cercò di scacciare la sensazione di impaccio e di inserirsi in qualche modo nel discorso. In effetti, la Trasfigurazione era una delle materie e le arti magiche che lo stuzzicavano di più, tanto che aveva pensato di comprare un volume sugli Animagus. Li aveva sentiti nominare e si era incuriosito al riguardo. In tal modo, avrebbe anche avuto un'interessante lettura per la lunga estate che si prospettava prepotente.
Era bello poter trovare persone con cui parlare di lettura. Non capitava spesso ed era bene cogliere l'occasione...

 
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Jessica A. Evans
view post Posted on 3/7/2012, 14:20




L'attenzione convogliata interamente al libro tra le mani del Tassorosso, venne attratta da eco di lontane parole, provenienti da Bart. Jessica scosse lievemente il capo, quasi impercettibilmente, per permettere al suo pensiero di disincantarsi e poter prestare ascolto. Sorrise per circostanza. - Veramente io lo sono solamente da poche ore... - "Già, affermazione insolitamente inopportuna, la mia. Come se non sapessi che sei colui che ha preso il mio posto" mormorò pacatamente, con un sorriso enigmatico. "Dovrai dimostrare di esserne all'altezza. Non per arroganza, ma quella spilla ha assistito persone straordinarie, me compresa". Fece una pausa, fissando la 'P' decorata appuntata sul petto del Corvonero, con un'ombra malinconica negli occhi. Non che desiderasse ripossederla, era ben lieta di non avere ulteriori aggravanti sulle spalle, ma contemplarla la riportava indietro a giorni remoti punteggiati di colori accesi e brillanti. Le parve di scorgere una distesa stellata nel blu di Priscilla, stelle che riflettevano le loro tremolanti luci biancastre sulla superficie screziata di un lago... Le sembrava di odorarne i reflussi salmastri e paludosi, e sentirne l'umidità carezzare la pelle di una ragazzina più giovane e spensierata di ciò che era diventata. Chiuse gli occhi e li riaprì, perdendo il contatto visivo per quel millesimo di secondo che le permise di ritornare alla realtà del corridoio polveroso del quinto piano. Un libro di Trasfigurazione Avanzata. Una fra le tante dottrine che desidero esplorare.. Si voltò verso la fonte del suono, abbassò lo sguardo e sbatté le palpebre. Già, il libro. "Interessante campo magico. Molti giovani studenti ne sono attratti per l'irresistibile richiamo del totale controllo sul mondo sensibile. Poter manipolare la materia richiede grande determinazione e forza d'animo, nonché incredibile abilità" commentò, riportando la totale attenzione su Paul. Inclinò lievemente il capo, quel ragazzo aveva qualcosa di strano, sembrava manifestare un'attrazione quasi morbosa verso ogni forma di sapere, o almeno così le parve dal solo osservare lo sguardo che gli si illuminava di avidità ad ogni parola. "Richiede anche molta ambizione e soprattutto autocontrollo. Scoprire, sapere è incredibilmente affascinante per chiunque possegga una mente curiosa e laboriosa, ma basta poco per spingersi oltre il limite dell'umano, verso qualcosa di molto più infimo e temibile, a tratti diabolico..." Ciò che separava loro dal Signore Oscuro, si disse con un impeto d'ira che le fece fremere l'encefalo, scuotendo il liquor fino al termine della colonna vertebrale. Superare il limite, spingersi verso il baratro incredibilmente affascinante, ma altrettanto malsano delle ombre... Un gradino così piccolo per tutti coloro tanto assoggettati al sapere, che spesso non veniva nemmeno visto. "E così, siete interessati alla Trasfigurazione avanzata. Siete giovani studenti, il vostro percorso di studi è solo all'inizio. Che altro campo magico vi affascina?" chiese dopo pochi minuti di silenzio. Spostava lo sguardo dall'uno all'altro, come per esaminarli e studiarli, un osservatore scientifico che studiava gli esiti dei propri esperimenti con occhio critico. Avrebbero potuto essere buoni candidati per entrare tra le schiere dell'ES, ma con altrettanta facilità, avrebbero potuto mostrarsi sostenitori dell'Oscuro ed entrare così nella lista delle persone da... Eliminare.
 
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view post Posted on 4/7/2012, 14:22
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Lo sguardo guizzava rapido al seguito dei due ragazzi, posandosi laddove si spostasse l'attenzione di entrambi. Pareva quasi stessero comunicando da luoghi diversi, rendendo arduo l'intento di sostenere una discussione più animata. Osservò Jessica rivolgersi a Bart, rispondendo alla sua precedente affermazione con una frase che gli suscitò non poche perplessità. Solo in quel momento si rese conto di ciò che, effettivamente, anche prima gli era stato fatto notare. L'occhio scese lungo la divisa del compagno, e si fermò ad ammirare la P lucente fissata al petto, arricchita con eleganti rifiniture di un blu intenso. Il capo s'inclinò leggermente, appesantito da alcuni quesiti che quella vista gli stava riserbando. Cercò per una frazione di secondo fra i ricordi di quel pomeriggio, ripercorrendo i momenti trascorsi nel negozio, mirando a riportare alla luce la visione di un distintivo sul petto del garzone, senza risultati. Ad alimentare la casualità degli eventi che stavan costellando quella giornata, la nomina a Prefetto del Corvonero, giunta probabilmente poco dopo il loro incontro.
*Tempismo perfetto.*
Una serie di pensieri lo distolse dai flashback rievocati poco prima, mentre dal suo canto analizzava le parole concitate della ragazza, atte a mettere in guardia il suo successore sulla responsabilità che ora gravava sulle sue spalle, e il dovere di rendere onore all'impegno di cui si era fatto carico. Niente di tutto ciò coinvolgeva il Tassorosso, che a quel fattore attribuiva un valore simbolico, che sperava il suo neo collega avrebbe colto: non era di certo una spilla ad annullare i rapporti affettivi di una persona, e se il loro si era disintegrato, ben altre eran le cause.
Continuò ad assistere a quel confronto senza fiatare, tenendo per sè le riflessioni alle quali, se si fosse trovato in altre circostanze, avrebbe sicuramente dato voce. Riprese in mano la situazione, non appena l'ardore parve evaporare dal volto della ragazza, che tornò a concentrarsi su di lui, e su ciò che poco prima aveva espresso chiaramente. L'interesse riprese a splendere negli occhi di entrambi, spingendo il ragazzo a recepire ogni parola giunta dall'altro lato, a comprenderne il significato profondo, e farne tesoro. Era ormai divenuta certezza l'ipotesi che Jessica possedesse un bagaglio d'esperienza ben più ampio del suo, e ciò non fece che alimentare il desiderio di misurarsi con una mente ben formata quale era.
- Scoprire, sapere è incredibilmente affascinante per chiunque possegga una mente curiosa e laboriosa, ma basta poco per spingersi oltre il limite dell'umano, verso qualcosa di molto più infimo e temibile, a tratti diabolico... -

Sai, è un pensiero che condivido a metà. Percepisco un cenno di timore in ciò che hai appena esposto, come se, parlandone, alludessi solo al lato negativo insito nel sorpasso del limite citato. Assecondare il proprio desiderio di spingersi oltre l'umana comprensione, non deve dar luce necessariamente a risultati rovinosi, nè suscitare sdegno e terrore a chi giudica dal di fuori. Io lo reputo un fine notevole, e riesco ad associarlo alle personalità più ardite ed ambiziose.
E' quando il semplice obiettivo si eleva ad unica ragione di vita, che si rischia di venirne assoggettati, costringendo sè stessi ad avanzare laddove comunemente non ci è concesso, sentendo così il bisogno di ricorrere a dei mezzi poco, o per niente, condivisi da tutti, per ovvie ragioni.

Si trovò totalmente immerso dall'argomento preso in considerazione, rispecchiandosi nei ragionamenti che finalmente riusciva a porre al giudizio di qualcuno, frutto delle sue recenti riflessioni. Seppur fosse partito col presupposto di non coinvolgere altri nel suo lungo viaggio, si era infine arreso all'evidenza, e al bisogno di trovare l'appoggio necessario affinchè i suoi intenti non si rivelassero vani.

Io stesso miro alla vetta di un'impresa simile, e per questo desidero sgomberare la via che mi appresto a calcare da coloro che vivono di corruzione, avendo contaminato la propria anima scegliendo il modo scorretto per raggiungere lo stesso obiettivo.

*Hai davvero scelto questo?*
A stento si accorse di star profetizzando un destino che non aveva ancora considerato. Schierarsi contro l'oscurità, per giungere con più facilità al traguardo prefissato, avrebbe costituito un'incredibile svolta. Eppure si prospettava una scelta allettante... ma da dove iniziare? Da chi avrebbe ottenuto la spinta che gli serviva per individuare un punto di partenza?
- Che altro campo magico vi affascina? -

Qualsiasi.

Una risposta che tanto lasciava intendere. Avrebbe compreso i suoi ideali, e il modo che aveva di portarli a compimento?
*Lo spero.*
 
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Blazeboy$
view post Posted on 4/7/2012, 16:05




Bart volse il capo verso la ragazza, la quale aveva preso di nuovo la parola. Ciò che disse non sfiorò minimamente il Corvonero, sebbene le sue fossero provocazioni belle e buone, nonché sciocche e infantili.
Cosa c'entrava lui se avevano ritenuto opportuno cambiare Prefetto? Non era un problema suo, niente affatto... Era rimasto altrettanto stupito di ricevere la spilla poche ore prima, tuttavia non riteneva necessario dover considerare anche il rammarico o la frustrazione di chi aveva perso il posto. Non era affar suo e il pensiero non gli aveva nemmeno sfiorato la mente.
Tuttavia era sempre stato abituato a ricevere frecciatine, sin da quando era bambino aveva imparato a sopportare le battutine di scherno degli altri compagni di classe. Ormai aveva eretto un muro di indifferenza che incassava i dardi velenosi. Cercò dunque di rivoltare ciò che uscì dalla bocca della Concasata per farne venir fuori qualcosa di buono, forse addirittura un consiglio...


- Sì, lo so bene. Anche Patrick mi ha detto la stessa cosa... Cercherò di fare del mio meglio. -

Ciò detto, assunse un'espressione completamente impassibile, non un'emozione o pensiero trapelava dal suo sguardo... Non avrebbe ceduto a dar soddisfazione nel mostrarsi offeso o indispettito.
Bart ritenne molto interessante ciò che disse Jessica riguardo all'argomento introdotto da Paul e annuì lievemente mentre questa parlava. Diede anche ascolto alle parole di Paul, il quale si mise a discorrere tranquillamente e ad esporre le sue idee.
I due non si erano mai trovati a parlare di temi come questi così approfonditamente. Ma d'altronde la loro ultima conversazione risaliva a moltissimo tempo prima, e ormai avevano maturato già ideologie nelle loro teste, mentre prima erano poco più che bambini.


- Sono d'accordo con entrambi. La voglia di sapere può anche trasformarsi in avidità, in bramosia, e perciò c'è chi potrebbe fare un uso scorretto delle proprie conoscenze...
E' anche vero, però, che non possiamo essere onniscienti, di conseguenza bisogna anche equilibrare la nostra eccessiva curiosità, in quanto essa può evolversi in peggio. -


A quel punto il Tassorosso parlò di nuovo, rivolto alla ragazza.

- Io stesso miro alla vetta di un'impresa simile, e per questo desidero sgomberare la via che mi appresto a calcare da coloro che vivono di corruzione, avendo contaminato la propria anima scegliendo il modo scorretto per raggiungere lo stesso obiettivo. -

- E' necessaria una forte determinazione per rimanere dritti sui propri ideali senza lasciarsi influenzare da altri soggetti... - ammise Bart, dopo aver ascoltato le parole dell'altro. Aveva capito a cosa alludesse il Tassorosso, alle "anime corrotte" da lui nominate. Era una questione che lo spingeva a dire la propria, a far intendere il suo punto di vista.

- Coloro a cui hai accennato sono un perfetto esempio di vittime della "sete di potere" la quale è a sua volta causata dalla smodata ricerca della sapienza assoluta. Queste persone dovrebbero essere fermate prima che aspirino a cose troppo grandi da sconvolgere non solo la società magica bensì anche il resto dell'umanità... -

Era curioso come la loro discussione stesse sfociando in argomenti trattati poche ore prima giù al villaggio da lui e Mary. In passato non si curava molto di argomenti così, pensava invece ad integrarsi nella sua nuova vita spensieratamente, lontano dalle preoccupazioni. Ma ormai il tempo della fanciullezza era finito, bisognava pur pensare a prendere le redini del proprio destino, ad evolversi come mago e come persona.
Il tutto a piccoli passi, gradatamente...

 
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Jessica A. Evans
view post Posted on 8/7/2012, 20:02




Paul sei sicuro di voler entrare nell'ES? Parli come Tom Riddle a Lumacorno, il mio pg non si fiderà mai del tuo.

Il ragazzo Tassorosso era sospetto, incredibilmente sospetto. Aveva già incrociato sui suoi passi gente ostinata ed ottusa che, credendo di avere mentalità ampie e ambiziose, andava ad indagare i lati della magia più infimi e corrotti, soggiogando persino se stessi alla ricerca di qualcosa di quasi metafisico. Il primo pensiero che attraversò la mente di Jessica fu: *Parla come uno di loro*. "Ci sono valori e principi che vanno rispettati. Bisogna agire eticamente, spesso per ambire ad un qualcosa di superiore al singolo bisogna sacrificare se stessi" mormorò. Fissò lo sguardo in quello del Prefetto, scrutandolo a fondo. Non le piaceva, non le piaceva affatto. "Smarrirai te stesso dentro un vortice senza fine, non ti ricorderai nemmeno da dove sei venuto, come ti sei costruito, talmente abbagliato da smanie di grandezza ed egocentrismo". No, non poteva essere un candidato idoneo per l'ES, non per ora. Le ricordava fin troppo Nicholas Black e il suo essere incredibilmente stolto e narcisista, la troppa pienezza di sé e la sua vana ricerca del limite da oltrepassare, quel limite estremo che accarezzava le Arti Oscure, che l'aveva condotto inevitabilmente alla disfatta. Ora viveva nell'ombra, senza poter più mostrare in giro la sua brutta faccia. Jessica ghignò, le labbra si stesero in una smorfia sadica, che emanava ondate di malignità e godimento per la rovina di coloro che avevano tentato di prendersi gioco di lei. Ma tutto ciò l'aveva resa più forte, aveva inspessito la sua corazza, divenuta ormai invalicabile da tutti coloro che non godevano della sua totale fiducia. L'altro ragazzo era più interessante, si disse, voltandosi ad osservare gli occhi color smeraldo di Bart. Ascoltò attentamente le sue parole, soppesandole attentamente, e capì che quel ragazzo aveva delle potenzialità. Poteva essere un acquisto positivo, l'ES necessitava di menti nuove e brillanti, pronte a sacrificare se stessi in favore del gruppo, ad agire in modo sincrono ed efficace. Avevano un obiettivo da annientare. Queste persone dovrebbero essere fermate prima che aspirino a cose troppo grandi da sconvolgere non solo la società magica bensì anche il resto dell'umanità... -
"Hai centrato la questione. Se tutti ci permettessimo il lusso di compiere atti egoistici e fini a se stessi, il Mondo Magico sarebbe dominato dal caos e dalle ombre. La vita scolastica vi affascina, avete menti brillanti e curiose, bramose di apprendere ogni aspetto delle Arti Magiche, di aprire i vostri orizzonti e potenziare le vostre tecniche. Ma i limiti, le regole, non sono fatte per essere infrante. Non se ciò a cui aspiriamo è una società ordinata e pacifica. Le cariche ministeriali esistono per questo, conservare il potere affinché l'uomo possa vivere in società civile" fece una pausa, facendo scorrere lo sguardo da un Prefetto all'altro, soffermandosi maggiormente sul Tassorosso, cercando di indagarlo con la metodologia dello scienziato, studiandone ogni minima reazione. Sperava, in fondo, di essersi sbagliata sul suo conto. "Ci sono limiti che non si possono oltrepassare. Primum non nocere, dicevano i saggi". Quei due ragazzi avevano vissuto troppo poco al di fuori delle mura, non avevano ancora la minima idea di cosa gli aspettasse fuori dal nido.
 
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