The Magician vs A.S.T. Grindelwald

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view post Posted on 7/7/2012, 14:29
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Il Fato

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Benvenuti, tra breve il duello avrà inizio.

Il mio compito è quello di arbitrare il duello.

Vi preghiamo di postare la vostra scheda combattimento prima del mio via al duello,

e vi ricordiamo che dovrete aggiornarli una volta finito il duello.

Se vincete potete ottenere 3/4 punti per ogni campo.

Se perdete 1/2 punti per ogni campo.

Siete pregati di non fare i furbi perchè tanto nel registro duelli c'è segnato quanti punti guadagnate per duello.

Potete usare gli incantesimi innati e quelli appresi durante le lezioni e le quest.

Non si posso usare le Maledizioni senza perdono e incantesimi oscuri e incantesimi letali.

CONSULTATE IL REGOLAMENTO DEI DUELLI PER TUTTE LE REGOLE E PER SAPERE QUALI INCANTESIMI POTETE UTILIZZARE A SECONDA DEL VOSTRO ANNO DI APPARTENENZA.

BUON DIVERTIMENTO!


 
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Albus Severus Tom Grindelwald
view post Posted on 7/7/2012, 15:14




Ci sono pensieri e idee che s'infiltrano nel tuo cervello e lo tartassano fino a distruggerti l'anima. Per evitare che ciò avvenga devi dare sfogo a queste idee e a questi pensieri ed era quello che Tom stava per fare. Oramai da tempo non faceva altro che uccidere, uccidere alle spalle, in contro tempo, all'improvviso e di rimbalzo. Insomma sapeva di avere quel sangue freddo, ma quante volte il suo Avada KEdavra aveva colpito l'obiettivo solo dopo che lui stesso era stato colpito da qualche altro incanto? Non spesso, ma qualche volta e quindi il dubbio sergeva automaticamente. Era un buon Mago? Era un ottimo Mago? Non lo poteva saper,e un tempo era stato un ottimo mago e un duellante che alcuni definivano spettacolar,e ma il tempo era passato e le cose erano cambiate. Così quel giorno si era alzato alla buon'ora e aveva indossato un vestiare adeguato all'evente a cuis tava per partecipare. Giorni prima aveva inviato il suo Gufo, Callisto, al più famoso Club dei Duellanti di Londra e aveva chiesto di sfidare quello che si faceva chiamare: "The Magician" e che si diceva non avesse rivali in tutta l'inghilterra. Era quello il modo che aveva Tom di affrontare le proprie dispute interiori, agire in modo quasi sproporzioanto. Avrebbe potuto sfidare chiunque, ma lui sfidava il migliore, perché era fatto così, non esistevano mai vie di mezzo per lui, solo il massimo. E quel massimo doveva essere lui e nessun altro. Aveva indossato per l'evento il suo miglio rabito da duelli, comprato da poco a dirla tutta, ma che aveva tutta l'aria di esser euna sua seconda pelle. Tom aveva molti amuleti e adorava indossarli sopra quell'abito di velluto, nonostante avrebbero dovuto appesantirlo. L'abito era lungo, argentato e presentava lo stemma dei Grindelwald in alto a sinistra, quasi sul cuore. Sotto indossava una specie di armatura chiamata "Veste dell'assassino notturno". La tunica argentata era divisa in due parti da una cintura con una pietra preziona incastonata al centro. Portava dei guanti vellutati neri che spiccava su quell'abito e degli stivali d'orati poco visibili sotto la lunga tunica. Infine un cappello in testa che forse stonava un po', o forse no a dipesa di chi lo guardava. Si presentò tranquillo all'orario prestabilito e nel luogo prestabilito, pronto a combattere e concentrato. Quel giorno avrebbe saputo se era diventato Tom l'uomo strordinario oppure quello che era stato un ragazzo Prodigio era divenuto un mago comune e ignoto. Per essere più concentrato aveva deciso di non bere il suo whiskey mattutino, in fondo non gli faceva male smettere anche solo per un giorno. Nella sua testa sin dal amttino di erano accalcate scene e pensieri, ricordi e immagini del futuro e tutto si era mescolato. Dopo tutto quello che era stato e tutto quello che era successo aveva sempre un'immagine sfocata di quello che sarebbe potuto esser eil giorno seguente, ma ora voleva che quell'immagine acquistasse nitidezza. ora era Tom, l'impiegato del ministero e scrittore della GAzzetta, non ché infallibile braccio della Morte e di Lord Voldemort, ma voleva anche essere riconosciuto dagli altri come un duellante temibile, forse il migliore di Londra.

Descrizione di luoghi e orari toccano al Master quindi non ho osato farle ;)

Scheda Combattimento:
Punti Salute:
221,5

Punti Corpo:
204,5

Punti Mana:
222,5

Punti Esperienza:
32

Oggetti:
Bacchetta
Cappello del Falco
Amuleto Greco
Veste dell'assassino notturno
Bracciale indiano
Guanti dell'eroe Caduto
Cinturone Oscuro con Punto Luce del Mana
StivalI Arcani
Ciondolo Runa Algiz
Pietra prezione: Giada e Pietra di luna
Flauto di Pan

Abilità:
Legilimanzia
 
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view post Posted on 8/7/2012, 11:20
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Il Fato

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Era un soleggiato primo pomeriggio di mezza estate quando a The Magician venne notificata la presenza di un avversario. Quanto tempo era passato? Mesi? Anni? Non se lo ricordava neanche; ma non si sarebbe fatto prendere alla sprovvista...quello che era certo è che lui era nato pronto.
Non ebbe difficoltà alcuna ad accettare. Era il migliore e lo avrebbe dimostrato ancora una volta. Anche se non aveva frequentato altri duelli ufficiali nel breve periodo, aveva comunque avuto modo di tenersi in allenamento e di accumulare ulteriori esperienze e capacità. Anche i migliori avevano sempre bisogno di migliorarsi. Quella sarebbe stata l'occasione giusta per mettere in pratica quanto appreso.
Teneva in mano una pergamena con su scritto il nome dell'avversario e quella che sarebbe stata la sede della loro disputa.
Ed eccolo di nuovo lì, nell'ampia Sala destinata ad ospitare i Duelli, dove ad attenderlo erano già presenti il suo avversario e l'arbitro designato a moderare l'incontro.
Salì con passo sicuro sulla pedana stessa ed osservò per qualche secondo il suo avversario. Il suo volto non gli era del tutto sconosciuto, doveva essere una figura piuttosto rilevante del mondo magico. Si chiedeva come mai avesse bisogno di tutti quegli accessori...se voleva dimostrare la sua forza perchè non combattere senza come modestamente lui faceva? Forse in realtà era sintomo di insicurezza. Sotto sotto era un debole. Per The Magician non vi erano altre spiegazioni ed era per questo che non indossava armature di alcun tipo.



- Chiedo scusa per il ritardo. Possiamo cominciare -


disse poi rivolto verso l'arbitro, per poi rivolgere un leggero inchino al suo avversario.



SALUTE: 190
MANA: 200
DIFESA: 200





L'arbitro che era stato designato per quell'incontro era un uomo alto e corpulento, con evidenti segni sul volto che testimoniavano la sua partecipazione a cruenti duelli nel corso della sua vita. I due avversari erano certamente di alto livello ed era bene che fosse chiamato un uomo esperto, forte, sicuro di sè e dotato di polso per riuscire a tenere da bada i contendenti. Spesso gli adulti infatti si rivelavano peggio dei bambini ed a volte risultava necessario utilizzare la forza anche con loro.
Appena arrivò anche l'altro contendente, subito prese la parola con la sua voce baritonale


- Buon Pomeriggio a tutti. Spero conosciate già quelle che sono le regole del Club. Vi chiedo quindi di rispettarle scrupolosamente e di duellare lealmente. Non sono ammessi colpi bassi. -

la sua non era una richiesta, era un imperativo che non ammetteva replica alcuna. Solo qualche secondo per osservare negli occhi i due contendenti, poi continuò


- Bene, direi di cominciare; siamo già in ritardo -

disse soffermandosi su The Magician.
Prese quindi la classica moneta di cui erano dotati gli arbitri per arbitrare i duelli e la mostrò ai due contendenti.

- Strega o Principessa? -

disse in attesa di risposta, preparando la moneta al lancio.

 
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Albus Severus Tom Grindelwald
view post Posted on 8/7/2012, 12:35




ehm dici a me o a The magician? ahah

Tom osservò l'entrata del suo sfidante. Sobrio e rilassato, sembrava molto sicuro di se e quais privo di dubbi sull'esito del duello. Certo Tom non poteva essere sicuro che lui lo conoscesse, almeno per la fama che si era costruito in altri campi, ma di certo come duellante non era molto famoso Tom ed era sicuramente meglio così. Perché tutti i duelli a cui aveva partecipato erano finiti con la Morte prematura dell'avversario e se si fosse saputo in giro non ci avrebbero messo molto ad arrestarlo. Ora aveva davanti il miglior duellante di Londra e l'unico pensieri fisso che aveva in testa era di estrarre la bacchetta e lanciare un Avada Kedavra, ma non poteva e non doveva. Quella doveva essere una sfida diversa, una sfida vera, quasi leale. Una sfida dove vinceva il più intelligente non il più potente, perché come negli scacchi, non conta il fatot che la tua regina si possa muovere in tutte le direzione, ma importa che tu non te la faccia mangiare, così nei duelli non importa se un tuo incantesimo possa distruggere l'avversario, l'importante è riuscire a colpirlo, ma prima non farsi colpire e non cadere nelle trappole che l'altro può escogitare. Mentre pensava ciò aveva sentito l'arbitro chiedere a uno dei due di scegliere, ma non aveva capito a chi, così fece un gesto con la mano a palmo aperto diretto verso l'alto e con la punta verso l'altro. un gesto semplice che voleva dire a lei l'onore, nel caso fosse stato detto a Tom, oppure "Hai il permesso di farlo" nel caso fosse stato dato all'avversario il compito di scegliere, in fondo Tom negli anni aveva imparato a cavarsela nelle situazione d'incompresione anche grazie agli insegnamenti di suo padre e al suo Bon Ton. Non aveva voglia di dire nulla, anche perché il suo avversario nona veva mostrato interesse per la conversazione. Era stato pacato e deciso, cominciamo, aveva detto, senza presentarsi e senza strette di mano. Avrebbe voluto leggergli il pensiero e capire che idea si era fatto lui di Tom, ma non era il caso, la legilimanzia portava via molte forze ed era meglio utilizzarla in duello. Così semplicemente attese, calandosi appena il cappello per nascondere una delle tante cicatrici del suo volto,c icatrici vecchie di battaglie vere. L'arbitro anche sembrava averne viste tante e non aveva un volto nuovo, chissà se era un ex duellante o qualcosa di simile, forse aveva assisstito ad un suo duello anni prima, chissà.
 
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view post Posted on 8/7/2012, 14:06
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Il Fato

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*Cominciamo bene...*

pensò The Magician dopo la punzecchiatura dell'arbitro...ma non bisognava essere così tragici, d'altronde che diamine, era la prima volta che tardava ad un duello.
Subito dopo ecco l'invito dell'Arbitro rivolto ad entrambi i contendenti; era il momento di scegliere il lato della moneta. Certo, un semplice pro-forma, ma in realtà il Duello cominciava proprio in quel momento. Dalla strategia adottata fin dal lancio della moneta potevano dipendere le sorti dell'incontro.
Non era solo fortuna, c'era molto di più.
Attese qualche secondo, per dare la possibilità al suo avversario di scegliere per primo e in tutta risposta ricevette un cenno con la mano, come a dargli a sua volta l'onòre (o l'ònere) di scegliere. Che dire, di certo tra i due sfidanti non mancava la buona educazione e non era cosa da poco. Ma era anche certo che a breve sarebbero scoppiate scintille tra i due, e che scintille!


- Riponga pure la moneta, può cominciare il mio avversario. -

disse d'un tratto con tono cortese rivolto verso l'arbitro, per poi dirigersi verso la sua postazione.
Per quale motivo aveva preso una decisione simile? Era una trappola? Sottovalutava forse il suo avversario? O forse era semplicemente buona educazione? Solo il corso del tempo avrebbe dato una risposta.






Passarono diversi secondi dalla richiesta dell'arbitro che si era già stancato di aspettare e di passare lo sguardo tra un contendente e l'altro in attesa che uno dei due si decidesse a scegliere. Era un tipo piuttosto impaziente e quel giorno aveva anche diversi impegni. Stava quasi per decidere lui al posto dei due Maghi, poi un cenno della mano da parte di uno e l'invito da parte dell'altro ad agire.
Il corpulento uomo ripose quindi la moneta senza mostrare alcun segno di sorpresa, forse desideroso solo che cominciassero al più presto le ostilità e terminare per tempo il suo lavoro.
Ora guardava solo Grindelwald.


- Se è d'accordo si può cominciare -

e sperava vivamente che lo fosse, perchè di tempo ne era già stato perso abbastanza per i suoi gusti.


 
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Albus Severus Tom Grindelwald
view post Posted on 8/7/2012, 16:38




Tom fece un passo in dietro e fece un piccolo gesto col gomito destro, si attivò il dispositivo babbano che aveva sempre sotto i vestiti e che faceva fuoriuscire la bacchetta direttamente dalla manica ad altezza palmo e lui toccava afferrarla al volo. Con un semplice cenno del capo fece capire all'arbitro e al suo avversario che gli andava bene così, in fondo un gentiluomo sà che la cortesia rimane tale fino a un certo punto, quando si è troppo cortesi si scade nell'idiozia e il Bon Ton è chiaro a riguardo, bisogna rifiutare il primo invito e al massimo il secondo, ma al terzo è inutile insistere. Aveva preso il gesto del suo avversario per un semplice gesto di cortesia, aveva semplicemente restituito il favore: Tom gli aveva proposto di scegliere e lui aveva rigirato offrendogli d'iniziare. Non era il tipo che prendeva le cose troppo sul personale, anche quando forse doveva. Infatti se anche l'avversario avesse inteso con quel gesto fargli capire che lo riteneva inferiore non avrebbe perso la testa, ma avrebbe semplicemente duellato al meglio, solo i fatti avrebbero parlato per lui, era sempre stato una persona di poche parole. Continuo ad indietreggiare fino alla fine della pedana e si mise in posizione. In realtà non aveva una vera e propria posiziona d'attacco: Stava eretto con il piede sinistro un pochino più indietro e la testa leggermente calata. La bacchetta nella mano sinistra era tenuta fra il medio e l'indice, mentre il pollice premeva l'impugnatura contro il palmo. Nonostrante potesse sembrare scomoda era una presa salda e permetteva di fare dei giochetti simpatici molto veloci. Tutto stava nella concentrazione e nient'altro. Era bravo in quello, riusciva a concentrarsi in tutt ele situazioni e in tutte le posizioni, per questo non aveva una posizione d'attacco ne di difesa. Si diede una veloce occhiata intorno e contò cosa ci fosse in giro, certo non erano dei dilettanti e lanciarsi addosso degli oggetti non era una cosa a cui aspirare, ma Tom puntava ad altro. Pensava già ad una serie di movimenti, contava i passi che mancava tra il suo avversario e gli armadi e le sedie e il limitare della pedana. Contava l emosse come quando giocava a scacchi, contava le possibili contro mosse e le contro mosse alle contro mosse, erano infinite, ma cercava comunque di tenerele in conto. Aveva bisogno d'informazioni, quello non si batteva con la potenza, ma con l'astuzia, bisognava metterlo alla strette, per quanto difficile potesse essere. Nella sua testa continuavano ad accumularsi teorie e tattiche d'attacco, gli incantesimi che conosceva si affollavano e cercavano l'uno di prevalicare l'altro dicendo la sua sul come agire e come atterrare l'altro. Poi il silenzio. La concentrazione era arrivata, come sempre a mettere la calma e tutto era stato chiuso in scaffali ordinati dal quale poteva estrarre le informazioni che più gli servivano e progettare la sua strategia migliore. Tutto accaddé in un istante e un istante dopo svanì e lui era pronto a sondare il terre. Perché è qdi quello che si trattava di sondare il terreno, di vedere la reazione dell'avversario a primi incantesimi e carpirne la velocità e la tecnica:S e foss euno che attava e come attaccava o uno che giocava sulla difensiva, se cercava dìintrappolarti o di atterrarti. Solo allora avrebbe potuto formare una vera strategia e capire davvero come fare scacco matto in un qualunque numero di mosse. Sarebbe bastato vedere quant'era larga la falcata quando schivava e la velocità del polso per calcolrare il tempo di risposta ad ogni attacco e poter gestire la difesa, per poter decidere quali pedine sacrificare. Guardò l'arbitro e fece un piccolo gesto con la testa, aspettava solo che gli desse il via, non poteva attaccare a tradimento, non doveva essere in quel momento quel tipo di persone, non era un mangiamorte in quel duello, ma un semplice duelalnte che seguiva le regole, perché vincere onestamente gli avrebbe dato più soddisfazione.
 
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view post Posted on 9/7/2012, 13:05
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Il Fato

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Il dado era tratto, entrambi i duellanti avevano preso la loro decisione; ora aspettavano solo il via, poi sarebbero cominciate le ostilità.
The Magician raggiunse quindi il lato della pedana di sua competenza, osservando il suo avversario, fissando la sua bacchetta. Era già pronto ad analizzarne i movimenti, così da poter agire di conseguenza. Aveva scelto di sfidare il più forte e lui gli avrebbe dimostrato di esserlo; non sarebbe riuscito a batterlo, accessoriato o no.
Lentamente sfilò la sua bacchetta, accarezzandone il legno. Quanto gli erano mancate le sensazioni di un duello ufficiale!
Osservò l'arbitro; ci sarebbe stato giusto il tempo dell'inchino di rito, poi si sarebbe scatenato l'inferno. L'inchino sarebbe stato sì di rito, ma anche sentito. Non provava alcun sentimento negativo nei confronti del suo avversario, non ancora almeno. Solo tanta stima, perchè sapeva di trovarsi di fronte ad un valido combattente.
Purtroppo per lui però lo avrebbe sconfitto.


- Che vinca il migliore -

Si limitò al classico dei convenevoli, pur sapendo che il vincitore sarebbe stato lui. Fortunatamente, spesso infatti, le due cose combaciavano.






Finalmente i contendenti avevano preso la loro decisione. L'arbitro fece un respiro profondo, chiuse il palmo su cui si trovava la moneta e la ripose nuovamente nella tasca dei pantaloni.
Controllò di essere posizionato esattamente a metà pedana, poi fece tre passi indietro in maniera tale da avere contemporaneamnete una buona visuale e di non intralciare i duellanti.
Giusto il tempo di verificare che tutto fosse pronto, poi un rapido cenno della mano e diede il via con la sua possente voce


- Cominciate! -


 
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Albus Severus Tom Grindelwald
view post Posted on 9/7/2012, 17:42




Vincere il migliore? TOm non credeva in quelal frase. Non esisteva un migliore assoluto, ma esistevano solo i migliori nel momento. Era il fato, il caos o forse il caso a decidere chi vinceva. Poteva lanciare i suoi migliori incatesimi, ma se il destino si metteva contro di lui avrbebe perso, comunque. Certo un'incapace non vinceva mai contro un campione, ma quando eranbo due a pari livello ad affrontarsi capitava che non foss eil migliore a vincere, ma oslo il più fortunto. Così in quelal posizone sentì l'arbitro dare il via e l'adrenalina salire sotto pelle. Con l'adrenalina aveva sempre avuto un rapporto d'amore passionale. In ogni cosa che faceva la sentiva salire e assalirlo,a volte prendere addirittura il sopravvento. Spingeva sotto pelle e nel cervello e continuava ad esaltarlo. Era abstata una parola per scatenare quella sensazione e la bacchetta stava fremendo fra le sue dita. Al punto che un piccola scintilla ne scaturì prima che pensasse a quale incantesimo scagliare. Poi nella sua mente, in una frazione di secondo,cercò tutte le strategie. Attacco,difesa, bilanciamento, stordimento, trappole. Alal fine aveva optato per una strategia aprticolare nel suo genere. Il primo incantesimo non è mai offensivo, non direttamente e preferibilmente e meglio lasciarlo all'avversario, forse per questo il suo glielo aveva lasciato. Perché il primo ad attaccar eè il primo a ascoprirsi, il primo a dare un'idea della propria strategia, il primo a dare informazioni insomma e quelle, più di tutti, servivano per vincere un duello. Così Tom aveva optato per un incantesimo non verbale. Raccolse tutte la concentrazione e per un attimo attutì il pulasera lento di vene e cervello. Studiò per un secondo ancora nella sua testa il terreno, erano entrambi agli estremi di una pedana, indietreggiare era difficile, scattare in avanti più facile, lo spazio ai lati non era molto ristretto, quindi la libertà di movimento era fin troppa. Ora che aveva in mente tutto pensò all'esecuzione dell'incantesimo. La mano si mosse veloce dall'alto verso il basso con una stoccata poi la formula nella testa
*Défo'dio*
Sentì il fremito lungo la schiena dell'adrenalina che saliva e dell'inizio dell'azione, fremito che ora percorreva il braccio diretto allabacchetta. Nello stesso momento io cui pronunciava, dnetro di se la formula, inclino la bacchetta come se fosse una leva, o una pala, e la punto sul suo avversario. Nel fare questo movimento aveva spostato la spalla sinistra all'inidietro, con una semplice rotazione grazie alla posizione che aveva assunto all'inizio del duello. Quindi si trovava praticamente col suo avversario alla sua destra e quindi coperto, per la metà sinistra, da se stesso, ovvero la braccio, dalla spalla, dal fianco e dalla gamba destra. Questo per evitare che un eventuale controincantesimo andasse a segno con troppa facilità. Il tutto era avvenuto in una frazione di secondo, con la velocità che ci si aspettada da un duelalnte di tale calibro, però un occhio esperto poteva aver notato che nell'ultimo movimento la bacchetta non era stata puntata addosso al lproprio avversario, ma su una porzione di pedana di fronte a lui. Contava di scaavre una buca, era quello l'intento dell'incantesimo, non molto profonda ma ababstanza larga perché un terreno sdrucciolevole, come qualunque pavimento da poco smosso, avrebbe potuto dare fastidio o almeno limitare i movimenti di chi aveva davanti. La scelta dell'incantesimo non verbale era stata fatta per non far capire immediatamente le intenzioni in quanto un incantesimo del genere è inaspettato e quindi difficile da riconoscere solo dal movimento. Ora toccava al suo avversario, un incantesimo di difesa per paura di una ttacco frontale? Un controattacco? non sapeva cosa aspettarsi ed era per questo che aveva scelto quella strategia, aveva bisogno di capire chi aveva di fornte, prima di cominciare a giocarsi le cartucce migliori, logicamente quella che aveva esegutio non era una mossa al di sotto delle sue possibilità, ma era semplicemente tattica. Ora che la concentrazione era a mille i colori della stanza sembravano più vividi e il suo avversario più reale, tutto prendeva una forma più distinta, finalmente, dopo tanto, dsi sentiva pronto a combattere.

PS: Mi sono preso la libertà di eseguir el'incanto come meglio credevo visto l'assenza di una descrizione adeguata. In caso iL Master avesse da ridire faccia fuori uscire bollicine di sapone e arcobaleni dalla mia bacchetta, o quel che meglio crede ahahaah
 
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view post Posted on 10/7/2012, 15:34
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Il Fato

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Il Duello era quindi ufficialmente cominciato. The Magician era terribilmente curioso di conoscere quello che era il reale livello del suo avversario.
Il mago che aveva di fronte aveva accettato il suo invito e si apprestava quindi a cominciare, cadendo di conseguenza nella usa trappola. In un modo o nell'altro si sarebbe esposto e lui ne avrebbe approfittato.
Non appena l'arbitro diede ufficialmente il via, The Magician cominciò a fissare con attenzione i movimenti dell'avversario, o più precisamente quelli del braccio e della bacchetta.
Ma non voleva capire l'incantesimo per utilizzare un controincantesimo; aveva un suo piano e lo avrebbe portato fino in fondo.
Analizzò attentamente tutti i suoi movimenti, seguendo la bacchetta con la punta della sua.
Non appena questi mosse la bacchetta dall'alto verso il basso, The Magician con fermezza e decisione pronunciò la formula


- Expelliarmus! -

un incantesimo base, ma tra i più insidiosi. Inoltre quella era solo la prima parte del suo piano, oltre ad avere una valenza psicologica non indifferente. Privare un mago della propria bacchetta era un umiliazione.
Il riscaldamento stava per terminare.






Neanche il tempo di dare il via che i due duellanti cominciarono a dar sfogo a tutta la loro maestria. I due agirono quasi contemporaneamente, seppur con tecniche completamente diverse. Se il Mangiamorte voleva impedire al suo avversario di agire liberamente, The Magician passò subito all'attacco, cercando di anticiparlo.
L'Expelliarmus, ben padroneggiato da mani esperte, venne castato correttamente ed in breve il raggio arrivò a colpire la bacchetta dell'avversario (- 9 PS), cadendo a circa 3 metri da lui. Grindelwald però non era certo stato a guardare e tentò l'esecuzione di un Defodio non verbale. Se però le intenzioni erano sicuramente lodevoli, meno lo fu l'esito. Forse per la fretta, forse per la troppa voglia di mostrare di essere il migliore, sbagliò completamente l'esecuzione, così come la pronuncia dell'incantesimo, riuscendo solamente a creare qualche piccola crepa sul terreno, a circa un metro di distanza da The Magician.



A.S.T. Grindelwald:
Disarmato. La bacchetta si trova dietro di te, a meno di tre metri.
Punti Salute:
212,5
Punti Corpo:
204,5
Punti Mana:
222,5

The Magician:
Circa un metro davanti a te il terreno è crepato.
Punti Salute:
190
Punti Corpo:
200
Punti Mana:
200


Turno a The Magician



//OT: Piccolo chiarimento. La descrizione del Defodio, per altro ben dettagliata, è presente nell'Aula di Incantesimi, cosa scritta anche nel topic in Biblioteca dedicato alla descrizione degli Incanti. Se, in quanto Adulto, non hai accesso alle aule, puoi contattarmi tramite mp per chiedermi la descrizione dell'incanto, cosa che avresti già potuto fare prima di postare.




Proprio mentre stava per compiacersi del suo operato, dei sinistri scricchiolii per terra fecero preoccupare non poco The Magician. Uno rapido sguardo lo tranquillizzò. Solo qualche crepa, il peggio era scongiurato.
Tirò un sospiro di sollievo e subito passò a quella che era la seconda parte del suo piano. Il suo avversario aveva peccato di superbia ed ora sarebbe stato punito.
Giusto il tempo di adocchiare la bacchetta dell'avversario, che ora giaceva per terra, che vi puntò nuovamente la bacchetta contro. Tirò il braccio leggermente indietro, tracciando quindi una linea immaginaria, allontanando la punta della sua bacchetta da quella dell'avversario di circa un metro, che ora indicava tra l'avversario e la bacchetta stessa.
Inspirò profondamente, pensando alla grandezza di ciò che stava per fare. Il fuoco ribolliva in lui, lo stesso fuoco con cui fra poco avrebbe dovuto vedersela il suo avversario


- Incendio! -

Pronunciò, mantenendo il polso ben rigido.
Immediatamente mosse il braccio in maniera da formare un cerchio attorno alla bacchetta del nemico, dal diametro di un metro circa.
Una barriera di fuoco, si, era quello che voleva creare.
Se rivoleva la sua bacchetta, avrebbe dovuto soffrire e non poco.
L'ennesima vittoria si stava già avvicinando, ne era certo.



Edited by Master Adepto - 10/7/2012, 19:02
 
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Albus Severus Tom Grindelwald
view post Posted on 10/7/2012, 17:52




Modificato :)

La calma e la concentrazione erano le vere virtù di Tom. Non la rabbia o la sete di sangue, quelle le mostrava per coprire ciò che riteneva davvero importante in tutte le situazioni: mantenere il sangue freddo. Aveva una nuova serie d'informazioni ora. Certo era stato stupido non attaccare immediatamente o non prevedere una contromossa offensiva, ma faceva parte di una stratregia andata male, della serie che anche i migliori sbagliano. Il suo sbagliare gli aveva portato via la bacchetta, ma gli aveva donato alcune informazioni. l'Expelliarmus è l'incantesimo base di un duellante e questo significava che il suo avversario combatteva quasi da regolamento, seguendo la perfezione di cui era vestito e imitando la dottrina dei migliori duellanti del passato. Tutti sanno che a un corso di duello il primo incanto che ti insegnano è l'Expelliarmus e rimane fra i più usati in un duello perché niente dti dà più vantaggio di un avversario senza bacchetta- Questo seguire la dottrina o, in ogni caso, la presenza di un "modus operandi" inconscio da parte del suo avversario poteva tornargli utile perché Tom, di certo, non era uno che duellava secondo la dottrina, anzi lui ne era privo. Sicuramente era un "attaccante" il suo avversario, un tipo che ti mette alle strette. In ogni sport di qualunque tipo esistono due strategie base, la difensiva e l'offensiva. Se prendessi ad esempio il ping pong potremmo notare che due tattiche offensive portano a partite veloci che si decisono spesso grazie a palle a effetto o veloci negli spigoli, mentre una sfida fra due difensivi potrebbe risultare noiosa. Quando i due tipi di modi d'agire s'incontrano il duello lo vince chi può persiste nell'ostentare la propria tattica. Un cambio di tattica in quasi tutti gli sport da un effetto sorpresa che però raramente è ripagato con la vittoria, ma era troppo presto per simili pensieri, il duello era appena cominciato e Tom aveva subito solo un piccolo colpo al polso a causa dell'Expelliarmus. Nulla di che, in realtà non gli faceva nemmeno male, ma l'aveva sentito, mentre la bacchetta volava via, assumere una posizione quasi innaturale. Ora doveva decidere cosa fare, l'altro non avrebbe aspettato di certo che si riarmasse anzi glielo avrebbe impedito, quindi la cosa migliore da fare era cercare di raggiungere la bacchetta nel minor tempo possibile, ma come? poteva aspettarsi molti incantesimi da quell'uomo, ma seguiva un modo di operare, o almeno secondo Tom era così, e si aspettava qualcosa che gli impedisse di raggiungere il suo bastoncino magico. Un muro? Fuoco? Pastoie Total body? Aveva letto un libro di duelli una volta, di certo non erano tutti uguali, ma diceva che un buon duellante esegue incantesimi semplici ed efficati. Peccato non poter utilizzare la legilimanzia. Una parte del cervello di Tom gridava di recuperare quella maledetta bacchetta e uccidere all'istante l'arbitro e il suo avversario, ma non stette a sentire, ora aveva bisogno della ragione, fors eavvea sottovalutato il suo avversario. Senza neanche accorgersdene eseguì ciòc he gli era apssato per la testa dal momento in cui era stato disarmato e aveva visto la bacchetta a meno di tre metri da lui: Si lanciò. Non aveva altra scelta se non quella di recuperarla subito al costo di trovarsi in una posizone peggiore. Essendo già defilato gli bastò imputare il piede sinistro e muovere il piede destro all'indietro. Dall'alto del suo metro e novanta aveva una falcata di almeno un metro, così dopo quel passo gli sarebbe bastato un salto per raggiungere la bacchetta, o almeno così aveva calcolato il base alla propria forma fisica e all'altezza. Il problema era cercare di raccogliere la bacchetta in tutto quel movimento, in fondo era quello il suo obiettivo. Infatti aveva progettato che nel salto sarebbe atterrato chino con la mano protesa. Aveva progettato il salto in modo che atterrasse un po' defilato in modo da non dare del tutto le spalle all'avversario. Sapeva che la nuova posizione sarebbe stato uno svantaggio notevole, ma senza la bacchetta non poteva neanche definirsi mago e non aveva avuto altra scelta. Mentre eseguiva questo movimento aveva visto pronunciare l'incantesimo dall'avversario: "Incendio". Certo non poteva dire che era una mossa imprevedibile, ma di certo era una mossa degna del suo rivale. Seguire una dottrina non è di certo facile, Tom lo sapeva bene, l'aveva visto fr ai babbani. Le arti Marziali, come le chiamavno loro, avevano una dottrina molto forte di base e una serie di regolamenti da seguire, di mossa che andavano eseguite in un certo modo, però rimanevano differenti per ogni persona che le apprendeva ed eseguiva e difficilmente le si riuscivano a padroneggiare. Quello che aveva davanti non era semplicement euno che seguiva la dottrina, ma uno che la padroneggiava, un Maestro di Duelli, un Maestro di Arti Marziali, che esegue mosse precise, predefinite e a volte prevedibile, in un modo perfetto che non ti permette di evitarle. Il duello, cominciava ora.

Edited by Albus Severus Tom Grindelwald - 10/7/2012, 19:31
 
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view post Posted on 11/7/2012, 09:06
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Il Fato

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Il forte Mangiamorte non si fece sopraffare dal suo errore, mantenendo invece un invidiabile sangue freddo. Con la stessa freddezza senza pensarci su due volte, facendo leva sull'importanza della sua figura, si lanciò verso la bacchetta non molto distante da lui. Il fatto di saltare da fermo non lo agevolò, facendolo atterrare a pochi passi dalla bacchetta; se prima sembrava lontana, ora allungando il braccio avrebbe potuto ora sfiorarla.
Il suo avversario nel mentre però non era stato a guardare. Furbamente aveva cominciato a disegnare il cerchio a partire dalla posizione di Grindelwald, per poi completarlo una volta che questi fu atterrato al suo interno. Non appena il fuoco prese vita, fu alimentato dal tappeto, tutt'altro che ignifugo. Le fiamme si ersero quindi più del previsto, creando quindi una sorta di muro di fuoco, alto circa 50 cm. Il Mangiamorte, forte della sua altezza, riuscì ad evitare il più delle fiamme, rimanendo però colpito all'altezza della caviglia, che cominciò a prendere fuoco (-5 PS, -1 PC).



A.S.T. Grindelwald:
Sei ancora disarmato. Allungando il braccio puoi sfiorare la bacchetta.
Hai preso fuoco all'altezza della caviglia. Se non lo spegni perdi -5PS, -1 PC ogni turno.
Sei chino con la mano protesa verso la pedana e ti trovi in mezzo al muro di fuoco.
Punti Salute:
207,5
Punti Corpo:
203,5
Punti Mana:
222,5

The Magician:
Circa un metro davanti a te il terreno è crepato.
Punti Salute:
190
Punti Corpo:
200
Punti Mana:
200


Turno a A.S.T. Grindelwald


 
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Albus Severus Tom Grindelwald
view post Posted on 11/7/2012, 20:36




Un brivido lungo la schiena, un breve istante di vento sul volto, poi il pavimento e quella mano ghiacciata che si arrampicava sulla colonna vertebrale. Il brivido partiva dalla gamba dove un forte calore gli corrodeva lentamente la pelle. Quando aveva sentito incendio aveva sperato di riuscire a non farsi beccare, ma i suoi calcoli non erano stati precisi, in fondo era pur sempre un salto da fermo e non poteva aspettarsi nulla di meglio. ma ora della caviglia non poteva importargli di meno, doveva recuperare la bacchetta ed era ancora ostaggio del suo avversario, aveva sperato di non ritrovarsi ancora in quella situazione dopo quella mossa. Sentiva montare una forte rabbia e le mani cominciarono a tremargli, per un attimo la vista si offuscò, ma riprese il controllo, riprese la concentrazione. Era disarmato a pochi centimetri dalla abcchetta e l'avversario aveva il campo quasi libero per attaccarlo. Il muretto di fuoco un po' lo copriva e poteva diminuire la precisione del suo avversario, ma non poteva basarsi solo sulal fortuna. Prendere la bacchetta e rotolare a sinistra? o a destra? Lanciare un incantesimo a vuoto, così, sarebbe stato stupido, a parte che il nemico era in notevole vantaggio. Quindi cosa fare? La Legilimanzia senza bacchetta era inutile, anche perché non avrebbe potuto castare nessun incanto per proteggersi, quindi sarebbe stato uno spreco di energie. L'indecisione e la voglia di contrattacre gli premevano nelle vene c ontro il cranio, niente di più gli dava rabbia di sentirsi impotente. Non aveva gravi danni, il polso non gli doleva più e la caviglia era più che sopportabile, solo che doveva spegnere l'orlo della tunica in fiamme. Non ricordava se l'incendio si potesse spegnere come qualunque fuoco non magico ovvero, smeplicement,e togliendo l'ossigeno, alla base del triangolo del fuoco. Allora rotolo di mezzò giro verso destra allungando la mano per afferrare la bacchetta e mettere la caviglia in fiamme sotto l'altr ain modo che la tunica vi cadesse sopra per placare le fiamme, sperava di riuscirci perché altrimenti avrebbe dovuto di nuovo abbassare la guardia per spegnere quel fuocherello del cavolo. Rimanevano molti dubbi sul futuro, cosa avrebbe fatto il suo avevrsario? Aveva fastto quella mezza rotolata anche epr evitare un eventuale incantesimo, era meglio non rimanere sul posto, ma non poteva cerco essere sicuro che non lo colpisse. Si stava maledicendo per aver sottovalutato il suo avversario all'inizio, ma ora sapeva bene chi aveva di fronte e pensava di sapere quale sarebbe stato il prossimoa ttacco, ma non poteva evitarlo, non senza abcchetta, non senza uno strumento di difesa. Ora era tutto in mano al nemico, la abcchetta era praticamente fra le sue mani, o quasi, e nel prossimo turno avrebbe potuto finalmente difendersi
 
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view post Posted on 15/7/2012, 20:25
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Il Fato

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Sorrise. Se il suo avversario sperava di poter chiudere i giochi in pochi minuti si sbagliava di grosso. The Magician era il migliore e lo sarebbe stato ancora a lungo...se voleva vincere avrebbe dovuto sputare sangue, nel vero senso della parola; per il momento si sarebbe accontentato di procurargli qualche lieve ustione, una sorta di minaccia...per poi passare ai pezzi forti del suo repertorio.
Avrebbe dovuto agire in fretta, il suo avversario non avrebbe tardato a recuperare la bacchetta e ad attaccarlo...ma doveva metterlo in ulteriore difficoltà, fino a fargli perdere il lume della ragione.
Osservò con attenzione la parete di fuoco che si parava davanti a lui e che nascondeva in parte il suo avversario.
Puntò la bacchetta contro il punto desiderato e, impugnando saldamente la bacchetta, eseguì un preciso semicerchio per poi pronunciare la formula

- Napteria! -

mentre pensava alle fredde serate degli inverni londinesi e le gelide folate di vento che percorrevano in lungo e in largo la Città Magica.
L'intenzione era quella di evocare una folata di vento in grado di alimentare ulteriormente il fuoco da lui stesso creato; il suo scopo non era quello di attaccare il suo avversario, non direttamente o comunque non ora. Avrebbe solo aggiunto un pizzico di pepe alla situazione per poi agire.
Ma si trattava solo di un diversivo o faceva parte di una tattica ben precisa?






Finalmente l'incontro era entrato nel vivo. Gli eventi avevano fatto prendere una certa piega all'incontro ed i due forti Duellanti agirono di conseguenza.
Il Mangiamorte, ancora privo della bacchetta, rotolò di lato con l'intenzione sia di prendere la sua arma che di spegnere il fastidioso fuoco che si stava lentamente impossessando della sua tunica. Se riuscì ad afferrare la sua bramata bacchetta, non ebbe lo stesso successo il tentativo di spegnere il fuocherello (-5 PS, -1 PC). Ci sarebbe voluto altro per eliminare quel fuoco magico castato da un mago altrettanto esperto.
Nel frattempo The Magician non sembrava voler perdere tempo ed immediatamente non perse occasione di infierire sul nemico. Una forte folata di vento uscì dalla bacchetta del mago, alimentando rapidamente il fuoco fino a fargli raggiungere i due metri di altezza. Nonostante la bontà delle sue intenzioni, il fuoco iniziò a bruciare il tappeto che ricopriva la pedana. Si cominciò a levare quindi un muro di fumo nerastro, dall'odore poco accattivamente, limitando la vista di entrambi i Duellanti.
Il fuoco sembrava particolarmente ingordo e, non sazio del tappeto, iniziò ad espandersi, dirigendosi verso i contendenti; se Grindelwald era nella posizione apparentemente più pericolosa trovandosi in mezzo ad esso, anche The Magician avrebbe dovuto agire di conseguenza o presto si sarebbe trovato anche lui nei guai.




A.S.T. Grindelwald:
Hai recuperato la bacchetta.
Il fuoco all'altezza della caviglia è ancora vivo. Se non lo spegni perdi -5PS, -1 PC ogni turno.
Ti trovi steso su un lato per via del tuo movimento durante il recupero della bacchetta.
Il muro di fuoco si espande sempre più avvicinandosi a te ed una folta coltre di fumo ti impedisce di vedere il tuo avversario.
Punti Salute:
202,5
Punti Corpo:
202,5
Punti Mana:
222,5

The Magician:
Circa un metro davanti a te il terreno è crepato.
Il muro di fuoco si espande sempre più avvicinandosi a te ed una folta coltre di fumo ti impedisce di vedere il tuo avversario.
Punti Salute:
190
Punti Corpo:
200
Punti Mana:
200


Turno a The Magician






Durante la sua educazione e durante i suoi studi, gli era sempre stato insegnato che bisognava prendersi la responsabilità delle proprie azioni. Se infatti aveva raggiunto il suo obiettivo, era anche riuscito a creare un ostacolo a sè stesso, un ostacolo non indifferente a cui avrebbe dovuto porre rimedio. Una piccola pecca in quello che era un piano perfetto verso la vittoria. Come se non bastasse ora non riusciva più a vedere il suo nemico.
Come avrebbe potuto agire?
Se gli era giustamente stato insegnato di prendersi le sue responsabilità, nel corso dell'esperienza maturata in quegli ultimi anni era anche riuscito a capire che spesso per sconfiggere l'avversario, il trucco stava nel girare a proprio favore le difficoltà per riversarle sul nemico.


*facile a dirsi...*

pensò tra sè e sè...la situazione era infatti leggermente scomoda. Gli ostacoli erano due e non era a conoscenza della posizione esatta del suo avversario.
Improvvisamente una mezza idea balenò nella sua testa.
Puntò deciso la bacchetta lì dove si ergeva il muro di fuoco e con cattiveria pronunciò la formula

- Oppugno Ignis! -

spostando contemporaneamente la bacchetta in mezzo al cerchio di fuoco, dove sicuramente si trovava Grindelwald.
Non sapeva quello che sarebbe stato l'esito questa volta, nè se avesse vinto o perso...quello di cui era sicuro però è che il suo avversario si sarebbe ricordato a lungo del suo nome.


 
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view post Posted on 19/7/2012, 10:42
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A.S.T. Grindelwald ha altre 24h per rispondere, altrimenti perderà il turno.

 
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Albus Severus Tom Grindelwald
view post Posted on 22/7/2012, 12:28




Legno freddo fra le mani e caldo intorno al corpo. In un momento come quello Tom si ritrovò a pensare a quel legno come a un prolungamento del suo stesso braccio e al fredod che emanava come ad un sorso di acqua fredda, frizzante, che ti scende in gola, mentre il fumo ti riempie le narici e il caldo ti pervade. Uns orso di acqua che sembra raffreddare dall'interno, abbassandoti la temperatura corporea. Ora che aveva la bacchetta poteva ritenersi di nuovo pronto e nel suo cervello si formarono delle idee. All'improvviso si accorse di una serie di errori commessi non da lui, ma dall'avversario. Certo Tom ne aveva fatti fin troppi, ma anche il suo avversario non erqa stato perfetto, anzi e Tom trovava speranza in quella serie di errori, ora sapeva di poterli sfruttare e si ricordò finalmente che la perfezione non essite in nessuno essere vivente. Ogni persona può commettere degli errori, ancjhe i migliori sbagliano e anche se quello davanti era il migliore non era perfetto. Lo aveva sentito scaglair eun incantesimo per ingrossar ele fiamme e aveva ancora quel calore sulal caviglia, un fuoco magico non si spegne così facilmente. L'uomo che aveva di fronte era sicuro di se, fin troppo, quella sarebbe stata la sua tomba. Ora doveva capire quali erano le priorità: La gamba in fiamme, le fiamme intorno o l'avversario. L'ultimo era da escluder,e non poteva vedere quindi neanche attaccarlo, ma era anche un vantaggio per Tom neanche lui poteva vederlo e quindi antaccarlo. Steso per terra com'era anche se avesse attaccato in qualunque modo incanti, o chi pe rloro, gli sarebbero passati sulla testa senza fiorarlo. nessuno lancia incanti rasoterra se non sà in che posizione sia il suo avversario. Allroa rimaneva il dubbio fra le fiamme intorno a se e le fiamme alla sua caviglia. Poi gli venne un'idea allo stesso tempo semplice ed efficace. Aveva visto spesso, nella sua vita seppur breve, babbani e maghi affrontare gli incendi. Aveva visto persone attraversar ele fiamme e il trucco era semplice, bagnarsi, bagnarsi i vestiti in modo che proteggessero dal calore. Lui aveva bisogno proprio d'acqua per spegnersi la gamba e per proteggersi dalla fiamme. In più l'acqua faceva depositar eil fumo e avrebbe potuto respirare più liberamente e avere una visuale migliore, sicuramente si sarebbe concentrato più su se stesse e quindi il muro di fuoco intorno a se non lo avrebbe intaccato, ma al momento non gli importava visto che quel muro gli forniva una protezione. Così Tom, rimanendo disteso per non essere una facile bersaglio, alzò il braccio destro e puntò la bacchetta contro se stesso. Il getto d'acqua che ne sarebbe scaturito era controllabile per flusso e potenza, quindi si concentro per evocare un fluso di acqua abbondante ma privo di forza distruttrice, anche forse esagerando con la quantità. La sua intenzione era inzupparsi, però di certo l'acqua non si sarebbe fermata su di lui e avrebbe cominciato a scorrere verso le fiamme o comunque a scorrere da qualche parte.Sperava di poter ovviare a troppi problemi con un solo incantesimo? Fors esì, in fondo di solito le cose smeplici sono le più efficaci, così concentrato,c on la bacchetta puntata al proprio fianco destro leggermente inclinata verso la gamba in modo che l'acqua defluisse in quelal direzione per spegnere anche il fuocherello che lo tormentava sussurrò
Aguamènti
l'accento preciso, la concentrazione a mille, la voce bassa perché l'avversario non lo sentisse attraverso il rumore scoppiettante delle fiamme, ma abbastanza alta da non essere un incantesimo non verbale perché la gestione del getto d'acqua necewssitava di molta concentrazione e non voleva sprecarne in cose inutili, perché da quelal pmossa potevano dipendere molte cose, forse potevano cambiare le sorti dell'incontro.
 
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