La sua vendetta ebbe modo di compiersi.
Rapide, come lo era stata la sua esecuzione, numerose bolle pregne di energia incandescente si sprigionarono dalla punta della bacchetta. Il tempo di esaurire l'intero potenziale magico, e poi fu il caos.
La visuale venne interamente offuscata dall'elevarsi di una nuvola di fumo, nella quale riuscì solo a percepire le urla di dolore dei pennuti, e il tonfo dei loro corpi privi di sensi... suoni che lo resero infinitamente soddisfatto. Uno dopo l'altro, i suoi nemici svolazzanti poterono assaggiare il frutto della sua ira, fin quando l'ultima particella di polvere non gli impedì di guardare oltre il suo naso.
Quando la nebbia si diradò, fece in tempo a notare le ultime due sfere esplodere a contatto con le braccia del suo sfidante, ma non potè permettersi un sorriso compiaciuto, che un altro spettacolo gli si parò davanti.
Non si era accorto della presenza dei quattro falchi sopravvissuti al suo contrattacco, se non dopo che uno di essi ebbe assunto il triplo della larghezza originaria, costituendo un ulteriore intralcio non appena riprese a beccarlo, seppur con furia ridotta.
Patrick ritornò in uno stato di confusione, i volatili gli impedivano di attaccare immediatamente, o meglio, di pensare ad un'offensiva efficace. Solo quando vide il suo rivale compiere movimenti particolari, a lui ignoti, seppe che stava per sferrare un'altra delle sue tattiche.
Il suo primo pensiero, a quella vista, fu di guadagnare tempo, in quanto impedito dalla presenza degli animali. Se solo avesse potuto bloccare la scena per qualche secondo, la situazione non gli sarebbe sfuggita di mano. *Già...*
Solo in quel momento un'idea abbastanza azzardata gli passò per la mente. Un incantesimo che aveva usato in rarissime occasioni, ma che in quel momento gli avrebbe proprio giovato. Per cui, forte delle sue convinzioni, si lasciò trasportare dalla sola concentrazione.
Seppur a fatica, escluse il dimenarsi degli uccelli dal suo campo percettivo, cercò di isolarsi da ciò che lo circondava, e fece posto all'immaginazione.
Sollevò le palpebre, e fissò i movimenti concitati del suo sfidante, soffermandosi su ogni passaggio, scandendo ogni istante, e allungandolo, come se fosse eseguito a rallentatore. La bacchetta puntò dritta davanti a sè, mentre il cervello trasportava la formula alle labbra.
Arresto momentum.
E, mentre attendeva che il tempo decelerasse, scattò repentino verso destra, al fine di disfarsi degli uccelli ed evitare qualsiasi attacco il suo rivale avesse utilizzato. Piegato sulle ginocchia, al lato della pedana, avrebbe atteso il realizzarsi dei suoi intenti, prima di passare al resto.
Il giovane Auror, approfittando del rivale, alle prese con gli uccelli, tentò un incantesimo tanto insolito quanto potente.
Un sortilegio non concesso a tutti, capace di stravolgere il proprio avversario in duello, ma altrettanto complesso da necessitare di particolare cura nell'esecuzione. Le mani di Chris, accompagnate dall'azione della bacchetta, introdussero un susseguirsi di gesti atti a raccogliere una vasta quantità di energia, incanalarla, e adoperarla per il fine che l'incantesimo si prefissava.
Nell'arco di qualche secondo, la punta di legno partorì un flusso rapido di limpida acqua, che andò a raggrumarsi in un'estesa ed irregolare massa compatta. La sfera d'acqua, grande abbastanza da occupare la pedana in larghezza, avanzò rapida verso il suo bersaglio, producendo frastuono come fosse un'onda... ma il suo percorso trovò resistenza.
L'incantesimo di Patrick, pensato al momento giusto, finì per sortire il suo effetto sulla massa cristallina in avvicinamento, causandone notevole rallentamento. Il giovane non era ad un livello tale da poter fermare totalmente il suo corso, ma ebbe il tempo di spostarsi di lato, per ripararsi ed accovacciarsi. La barriera liquida impiegò abbastanza per giungere all'altro capo del campo, ed una volta arrivata non incontrò il bersaglio designato, travolgendo dunque i quattro pennuti ancora in volo, e finendo infine contro la parete della sala, distante al punto da non arrecar danno ad altri.
L'arbitro strabuzzò gli occhi a quella vista. Una strategia che, seppur verificatasi per coincidenza, si era rivelata efficace e spettacolare da ammirare.
Chris A. Smith Spalle non esageratamente doloranti.
Punti Salute: 147
Punti Corpo: 139
Punti Mana: 154Patrick Jugovic A destra della pedana, piegato sulle ginocchia. I quattro falchi, travolti dal Neptuno, non costituiscono più un intralcio. Le ferite generano leggero fastidio.
Punti Salute: 104
Punti Corpo: 125
Punti Mana: 130Turno a Patrick.
Ciò che avvenne in quegli istanti lo lasciò semplicemente a bocca aperta.
Il crearsi di un'estesa e potente bolla d'acqua, dal rumore minaccioso, per un attimo gli fece perdere ogni speranza.
La osservò avanzare, perfettamente incolore, e per un attimo venne attratto dalla sua inconsistenza, dal suo eterno ruotare. Già dispostosi fuori dal suo raggio d'azione, tuttavia, potè osservare il suo avanzare da una diversa angolatura, e solo allora si accorse di come il tempo su essa stesse agendo in maniera diversa rispetto al resto dello scenario.
In un attimo, riuscì a ricomporre l'intera situazione. *Ma certo!*
Senza neppure averlo previsto, il suo incantesimo aveva avuto effetto proprio sulla massa in procinto di travolgerlo. Ed esso stava funzionando, eccome! Riuscì persino a contare i secondi che questa impiegò a giungere a destinazione. Gli occhi la seguirono come ipnotizzati, finchè essa non incontrò il primo ostacolo, costituito dai quattro falchi che, con somma gioia, vennero avvolti dal fluido e trasportati fuori dalla pedana dove, insieme all'evocazione stessa, si schiantarono contro la parete frontale.
La piccola marea che andò a spargersi sul pavimento lo ridestò dal trance che lo aveva colto in quegli istanti. Istintivamente si voltò verso il suo avversario, probabilmente stupito da ciò che un semplice incanto fosse riuscito a compiere a fronte di una magia tanto potente.
Eppure, seppe di non dover esitare. La mente andò a riesumare uno dei primi incantesimi offensivi che potessero far davvero male e, convinto dell'esito, sollevò la bacchetta concentrandosi.
In quel momento ciò che per lui contava di più, ai fini del duello stesso, era attaccare. Non aveva più bisogno di difendersi, o di badare ad alcuni ostacoli... voleva scaraventarlo al suolo e continuare fino alla vittoria.
Il polso disegnò un rapido cerchio antiorario, completo e, mentre la formula compariva nitida al centro dei suoi pensieri, la bacchetta ricadde nuovamente sull'Auror, puntandolo al centro del corpo.
*Orbus!*
Se, dopo l'esecuzione, lo avesse visto a terra, forse la sfida sarebbe proseguita liscia come l'olio.