The return.

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» Helvete
view post Posted on 27/7/2012, 01:52




“ Le ali agitano nel sole la polvere
della cattedrale dove
il Passato è sepolto
fino al mento nel marmo. “



Era passato parecchio tempo da quando Helvete era stata lì per l’ultima volta; alcuni mesi, parecchi in realtà, quasi un anno.
Aveva avuto il permesso di allontanarsi per un periodo indeterminato dal castello e tornare a Oslo per motivi familiari che sperava non dover condividere con nessuno.
Durante la sua assenza nulla era cambiato; i vecchi muri sgretolati, le grandi arcate in pietra e le grandi vetrate in perfetto stile Gotico, le scale e i quadri animati da eleganti signorotti e madame.
Anche la giovane Serpe era sempre la stessa, a parte forse qualche centimetro in più. Il viso allungato contornato da una chioma rubiconda, l’aria ingannevolmente graziosa e gli occhi vacui.
Ma la sua carnagione, quella era cambiata in modo notevole. Era più pallida.
E i suoi occhi erano più fulgidi, o forse si lasciava ingannare dalle loro reazioni ingenue.
Dopo aver lasciato il baule con tutte le sue cose nel dormitorio, sgattaiolò fuori dalla Sala Comune e salì i gradini che portavano al primo piano senza sentire i propri passi sul cemento, lasciandosi alla fine cadere su un davanzale in pietra di un pianerottolo deserto.
Tutt’intorno c’era silenzio, l’aria era pulita e calda, fragrante e piuttosto calma.
Guardava il giardino di Hogwarts e le colline verdeggianti oltre ad esso; quello che le si presentava era un mondo da libro illustrato, con i fiori che sbocciavano a profusione, le piante alte come alberi e le nubi sempre mutevoli, portate come enormi velieri dal soffio dei venti.
Alcuni studenti passeggiavano in coppia o in piccoli gruppetti tra gli alberi in fiore, fermandosi di tanto in tanto sotto ad uno di questi, chiacchierando e ridacchiando tra loro.
Se l’avesse permesso le sarebbero giunte le voci. Sentiva il suono che attendeva in agguato; doveva respingerlo.

 
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view post Posted on 27/7/2012, 09:14
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Una brezza fresca ed un profumo di gelsomino così forte da pizzicare le narici riuscirono a rapirmi dalle confortevoli braccia di Morfeo anche quella mattina. E fu un bene, perché se non fosse stato per il venticello leggero che aveva deciso di soffiare sul castello, probabilmente sarei rimasta a dormire altre tre o quattro ore, dato che il "sogno" non era finito. Un sogno di quelli che, una volta svegli, si vorrebbero soltanto rimuovere: peccato che siano proprio gli incubi a tormentare senza pietà povere ragazzine innocenti e dall'immaginazione un po' troppo fervida come la mia.
Imbronciata, mi misi a sedere sul letto e mi stiracchiai senza pudore: la mia compagna di stanza, una certa Aowin - con cui avevo avuto modo di parlare soltanto una sera di qualche giorno fa -, mi guardava con gli occhi spalancati. Ero sicura che stesse pensando: *Ma chi me l'ha appioppata questa?!* - il che mi divertiva immensamente. Forse, prima o poi, saremmo riuscite ad andare d'amore e d'accordo, ma per il momento mi bastava che non ci litigassimo gli spazi a nostra disposizione; detto ciò, mi sarei tenuta a debita distanza, rinchiusa in un guscio che non ci voleva poi molto a scalfire... Un pizzico di pazienza e sarebbero crollate tutte le barriere. Solo che non avevo intenzione di fare il primo passo, o meglio, non quella volta.
Indossai una canottiera blu ed argento con un cardigan nero abbinato, la gonna e gli stivali coi lacci che mi piaceva tanto incrociare sia davanti che dietro. Mi pettinai velocemente e optai per l'acconciatura più classica del mondo: capelli sciolti, un must che "funzionava" sempre. *O andiamo, chi mai resterebbe colpito?*, mi dissi, sia perché lo pensavo davvero, sia perché non avevo intenzione di far colpo su nessuno.
Tanto meno sulle ragazze, che sembravano costituire la maggior parte del popolo studentesco del castello. E, per ironia del caso, la prima persona che incontrai quella mattina fu proprio una Serpeverde: non l'avevo mai vista in giro, forse perché non avevamo mai seguito una lezione insieme, forse perché era più grande, forse perché... Diciamocelo, di solito non tenevo gli occhi "bene aperti", né facevo attenzione ai particolari e ai dettagli. Forse, dunque, non l'avevo notata, il che mi parve la spiegazione più probabile.
Guardava il giardino affacciata ad una finestra - segno che non avesse nulla di meglio da fare. Magari voleva essere lasciata in pace, ma il fatto che fosse lì da sola mi spinse a farmi avanti: strano da parte mia, che sono al contempo la ragazza "che non fa mai il primo passo", ma anche - e soprattutto - la ragazza "dalle mille contraddizioni". In un certo senso, le contraddizioni che mostro di possedere, potrebbero essere anche una sorta di giustificazione.
- Spettacolare, vero? Ci s'incanta a guardare... Tutto questo, soprattutto se si è abituati a vivere sotto il grigio cielo londinese. -, le dissi, sorridendo incoraggiante. La sua perplessità era palpabile, ed era anche ciò che più mi attirava della sua persona: ad Hogwarts erano tutti così dannatamente spensierati...
 
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» Helvete
view post Posted on 27/7/2012, 19:45




I pochi studenti che passeggiavano in giardino si fecero sempre meno, a poco a poco.
Qualcuno si allontanava in direzione del lago e qualcuno in direzione del portone principale del castello.
Più in alto,sulla collina, divenne visibile la capanna del guardiacaccia. L’edificio era circondato, in parte, da cassette con fiori morenti legati ai manici. Alcuni volatili morti erano invece appesi a quella che doveva essere la porta d’ingresso.
Mentre i suoi occhi curiosi erano intenti a guardarsi intorno per scorgere ogni particolare di quel mondo così verdeggiante, una voce alle spalle della Serpina si fece spazio tra il silenzio di quel pianerottolo.
Non c’era nessun’altro; capì quindi che quelle parole erano rivolte a lei.
Si voltò di scatto. Alle sue spalle c’era una giovane studentessa vestita di nero, immobile.
La spilla di Corvonero in bella vista sul cardigan brillava alla luce del sole.
Come mai non si era accorta di quella ragazza che si avvicinava?
” balbettò dopo poco. “E’ una cosa che posso comprendere. E’ da parecchio tempo,però, che non vivo sotto a questo cielo; non sono più abituata a tutto il suo grigio e alla mutabilità delle sue nuvole..
La pelle delicata della giovane Corvetta formava dei tratti gentili.
Gli occhi verde smeraldo di Helvete fissavano diritti nella sua direzione, apparentemente privi di qualsiasi emozione.

 
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view post Posted on 29/7/2012, 19:40
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Vedevo verde in tutte le direzioni: sia che osservassi il giardino fuori dal castello, immerso nella dolce tranquillità mattutina, sia che guardassi dritto negli occhi della Serpeverde, perfettamente a tono con le tonalità della propria casata. Il bello, però, erano le gradazioni di quel colore: brillante per l'erba del cortile, più intenso e scuro quello dello sguardo della ragazza. Metteva quasi in soggezione, sembrava leggerti... Dentro.
- Alla lunga può stancare, ma non riuscirei ad immaginare la mia vita in una città che non sia Londra. Hogwarts a parte, s'intende: il castello è un po' come un universo parallelo. -, dissi, profondamente convinta della veridicità delle mie parole. Troppi ricordi avevo lasciato nella capitale inglese, luogo cupo, tetro, ma terribilmente affascinante. Immediatamente concentrai la mia attenzione sulle figure di Betty e Ronald, che la mia memoria aveva focalizzato sulla soglia del loro cottage in periferia. Per non parlare di Anita, mia madre, rinchiusa in quella clinica che tanto odiavo, proprio perché ero perfettamente cosciente che da lì non sarebbe mai uscita. Troppo instabile, troppo fragile, troppo soggetta a fulminei cambiamenti d'umore... Come me.
- Perciò, dove abiti? -, le chiesi, forse invadendo un po' i suoi spazi, ma decisa a non troncare su due piedi quella conversazione.
 
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» Helvete
view post Posted on 29/7/2012, 22:28




La Corvonero sembrava perdersi tra pensieri e ricordi; lo capiva dai suoi occhi vacui e pensatori che scrutavano ciò che la circondava.
Perciò, dove abiti? Le aveva chisto, e d’un tratto anche Helvete si smarrì tra i pensieri che le affollavano la mente.
Se chiudeva gli occhi poteva vedere nitidamente le frastagliate coste Norvegesi, rotte da enormi fiordi e migliaia di isole che si estendono per molti chilometri.
Poteva vedere il giardino di casa, sua madre intenta a potare le piante e le montagne innevate sovrastate da un cielo bianchissimo.
Io sono nata a Møre og Romsdal, ma vivo a Oslo.
Disse, un tocco di malinconia nella sua voce.
Le piaceva Londra, le piaceva molto per la verità; ma le risultava sempre difficile dover lasciare la sua città natale.
No bè, ora vivo qui, ad Hogwarts. Non penso di ritornarci tanto presto,sai..in Norvegia.
Non le piaceva parlarne, non le piaceva risultare una stupida ragazzina sentimentale e debole. Meno parlava della Scandinavia e meglio era.
Si sarebbe abituata al clima londinese, ai paesaggi londinesi, ai londinesi stessi e al castello di Hogwarts, perché quella era la sua nuova casa.

 
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view post Posted on 30/7/2012, 23:19
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Non ero mai stata in Norvegia, né avevo mai avuto modo di leggere qualche rigo a proposito. E come tutte le cose di cui non avevo sentito dire neanche una parola, quella terra per me aveva la stessa consistenza dell'aria: la credevo così lontana e sperduta che stentavo ad immaginare ch'esistesse realmente. Eppure c'era chi vi era nato, come la Serpeverde che mi stava di fronte. C'era chi aveva vissuto sui fiordi e chi, forse, aveva riso nel bel mezzo di una lotta a palle di neve in una delle sue foreste, o ancora chi aveva osservato le bellezze della sua capitale restandone esterrefatto, o ancora chi aveva pianto tra le mura della propria abitazione in una giornata uggiosa e nebbiosa.
- Mi sa che dovrei prendere in mano un libro di geografia, ogni tanto. -, commentai scherzosamente. - Comunque ad Hogwarts si sta bene, non credo che sarà un peso, per te, restare lontana da casa così a lungo... -, dissi. Certo, era soltanto una supposizione, per di più una supposizione personale: rifletteva esattamente ciò che pensavo e provavo in quell'istante. Un amore incondizionato per quel castello che mi aveva accolto a braccia aperte, con una punta di nostalgia per aver "abbandonato" i miei genitori adottivi lì, nel loro cottage. Ma senza di me ce l'avrebbero fatta, così come io stessa dovevo farcela senza di loro.
Era diventata una sfida, ormai, ed ero determinata a vincerla.
- E se per caso ti stessi chiedendo come si chiami quest'ignorante che ti sta davanti, beh... Cassiopea Morgan, molto piacere. -, mi presentai, allungando la mano destra nella sua direzione.
 
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» Helvete
view post Posted on 8/8/2012, 14:09




Comunque ad Hogwarts si sta bene, non credo che sarà un peso, per te, restare lontana da casa così a lungo...

A quelle parole la Serpeverde si guardò intorno, spostando lo sguardo in continuazione.
Le fredde pareti di pietra del castello facevano da supporto ai numerosi quadri, i cui personaggi ritratti si muovevano, spesso per farsi visita l’un l’altro.
Il più delle volte facevano commentini sarcastici al suo passaggio o a quello di altri studenti da cui erano infastiditi, o semplicemente per noia, o anche, perché no, per far colpo sulle dame dei quadri vicini.
A dir poco irritanti, e stupidi. Credevano davvero di poter richiamare le loro attenzioni con battutine affatto divertenti sugli studenti di Hogwarts? Mmm.
Il pavimento sotto ai suoi piedi invece era vecchio e usurato; dopotutto erano centinaia gli studenti che ogni anno vi camminavano sopra. Non era comunque il massimo da vedere.
Torce giallognole posizionate dove le pareti facevano angolo illuminavano tutto il corridoio e infine le grandi arcate in pietra incorniciavano le colline,il giardino, la foresta e tutto l’immenso verde che circonda Hogwarts.
Come poteva tutto questo diventarle, un giorno, così..familiare?!
Pensandoci bene Hogwarts poteva offrirle tutta la tranquillità e la cultura che cercava, posti nascosti da tutto e tutti e un panorama mozzafiato; ma non era di certo questo che le avrebbe fatto cambiare idea, non ora almeno.
Il pensiero delle due differiva parecchio; lanciò un’ultima occhiata a quella porzione di piano prima di guardare ancora la studentessa che le stava di fronte, che nel frattempo si era presentata.

Cassiopea Morgan, molto piacere.

Esitò, prima di allungarle la mano e stringere la sua.
Helvete Bathory, e.. il piacere è tutto mio?! E’ così che si dice da queste parti, Signorina Morgan?


 
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6 replies since 27/7/2012, 01:52   156 views
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