| Una brezza fresca ed un profumo di gelsomino così forte da pizzicare le narici riuscirono a rapirmi dalle confortevoli braccia di Morfeo anche quella mattina. E fu un bene, perché se non fosse stato per il venticello leggero che aveva deciso di soffiare sul castello, probabilmente sarei rimasta a dormire altre tre o quattro ore, dato che il "sogno" non era finito. Un sogno di quelli che, una volta svegli, si vorrebbero soltanto rimuovere: peccato che siano proprio gli incubi a tormentare senza pietà povere ragazzine innocenti e dall'immaginazione un po' troppo fervida come la mia. Imbronciata, mi misi a sedere sul letto e mi stiracchiai senza pudore: la mia compagna di stanza, una certa Aowin - con cui avevo avuto modo di parlare soltanto una sera di qualche giorno fa -, mi guardava con gli occhi spalancati. Ero sicura che stesse pensando: *Ma chi me l'ha appioppata questa?!* - il che mi divertiva immensamente. Forse, prima o poi, saremmo riuscite ad andare d'amore e d'accordo, ma per il momento mi bastava che non ci litigassimo gli spazi a nostra disposizione; detto ciò, mi sarei tenuta a debita distanza, rinchiusa in un guscio che non ci voleva poi molto a scalfire... Un pizzico di pazienza e sarebbero crollate tutte le barriere. Solo che non avevo intenzione di fare il primo passo, o meglio, non quella volta. Indossai una canottiera blu ed argento con un cardigan nero abbinato, la gonna e gli stivali coi lacci che mi piaceva tanto incrociare sia davanti che dietro. Mi pettinai velocemente e optai per l'acconciatura più classica del mondo: capelli sciolti, un must che "funzionava" sempre. *O andiamo, chi mai resterebbe colpito?*, mi dissi, sia perché lo pensavo davvero, sia perché non avevo intenzione di far colpo su nessuno. Tanto meno sulle ragazze, che sembravano costituire la maggior parte del popolo studentesco del castello. E, per ironia del caso, la prima persona che incontrai quella mattina fu proprio una Serpeverde: non l'avevo mai vista in giro, forse perché non avevamo mai seguito una lezione insieme, forse perché era più grande, forse perché... Diciamocelo, di solito non tenevo gli occhi "bene aperti", né facevo attenzione ai particolari e ai dettagli. Forse, dunque, non l'avevo notata, il che mi parve la spiegazione più probabile. Guardava il giardino affacciata ad una finestra - segno che non avesse nulla di meglio da fare. Magari voleva essere lasciata in pace, ma il fatto che fosse lì da sola mi spinse a farmi avanti: strano da parte mia, che sono al contempo la ragazza "che non fa mai il primo passo", ma anche - e soprattutto - la ragazza "dalle mille contraddizioni". In un certo senso, le contraddizioni che mostro di possedere, potrebbero essere anche una sorta di giustificazione. - Spettacolare, vero? Ci s'incanta a guardare... Tutto questo, soprattutto se si è abituati a vivere sotto il grigio cielo londinese. -, le dissi, sorridendo incoraggiante. La sua perplessità era palpabile, ed era anche ciò che più mi attirava della sua persona: ad Hogwarts erano tutti così dannatamente spensierati...
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