Caccia alle uova, Quest

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view post Posted on 11/11/2012, 12:58
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Il colloquio con il vecchio signore proprietario di bottega lo aveva rinnovato. Una svolta, una meravigliosa svolta si prospettava agli occhi del caposcuola. Il seme di una nuova avventura era stato finalmente seminato. Non gli restava che intraprenderla. Sorrise. Una stretta di mano suggellò il patto e il cigolare di una porta lo inoltrò nuovamente al caos di Diagon Alley. Questa volta egli non indugiò di fronte alle vetrine né cercò altro che attirasse la sua attenzione. La passeggiata era terminata. Doveva tornare ad Hogwarts e informarsi su quelle creature, scoprire se e dove avesse potuto trovarle. Il ritorno fu celere. Rapide le immagini che gli si affollavano nella mente. Occhi castani, una promessa che egli avrebbe mantenuto. Non gli diede tregua. Quell'uomo aveva acceso ogni suo entusiasmo tanto da spingerlo nella ricerca a un intera giornata in biblioteca. Diversi manuali consultati. Solo generalità, nient'altro. Cosa sapeva? Che i Doxy amavano i luoghi freddi, umidi, tanto tranquilli da poter deporre le loro uova.
Una idea luminosa. Non ci aveva pensato. Aveva mai visto luogo più tetro, freddo della stamberga Strillante?
Richiuse immediatamente i tomi. Aveva la sua destinazione. Rapidi sventoli di bacchetta e il tutto fu riposto esattamente dove era stato recuperato. Poteva iniziare la ricerca? Possibile ma era troppo tardi. La consueta ronda lo attendeva, responsabilità a cui non poteva mancare. Attese l'indomani, quel pensiero sempre fisso nella testa. Così di buon mattino egli si levò dal baldacchino. Era quella l'ora. Quello il momento. Dita sottili, le sue afferrarono il manico della firebolt, una scopa, scorrendo sulle incisioni. Sorrise, un ricordo. Un altro volo, un altro viaggio sempre insieme. Sulla scopa il percorso non fu fastidioso tantomeno richiese più del dovuto. Raggiunse la stamberga sorvolando il piano innevato. Era esattamente sulla casa. Doveva esserci qualcosa. Se lo sentiva. Lentamente inclinò il busto e il manico. Iniziava la discesa e poco dopo l'atterraggio. Solo, in quella landa desolata si compiaceva di come la natura avesse ricoperto tutto di un velo bianco. La neve. Lui la adorava. Attese, indugiò come si aspettasse un segno del fato, fermo nelle immagini che si plasmavano così vive nella sua mente. Un volto, due occhi, una macchina fotografica....per lui...al freddo mentre cadeva la neve.
 
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view post Posted on 13/11/2012, 13:28
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Il Fato

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Neve.
Fiocchi dolci e fitti, cadenti leggeri dal cielo, imbiancavano l'intera zona collinare, regalando all'amabile giorno, dono grato di beata beltà.
Il freddo pungente nulla poteva contro il forte desiderio della Natura di mostrarsi quale era, sincera, indifesa, reale, finalmente palpabile al tatto, sebbene intimorita perchè indegna del perfetto spettatore.
Il ragazzo, in sella alla veloce Firebolt, sentiva le carezze della Natura raggiungerlo con aria e neve, come a volere disperatamente regalare ciò che materialmente Ella non poteva dare. Un volo destinato ad arrestarsi in luogo designato quale possibile dimora di piccole, dispettose creature detentrici di quell'elemento indispensabile per il Vecchio Negoziante.
Il Caposcuola Grifondoro aveva accettato l'incarico ed ora, deciso, risoluto, freddo nelle proprie scelte, aveva destinato la sua attenzione ad un luogo disabitato...Da anima "viva"...
Riflessione bizzarra la sua. Avrebbe potuto ricercare uova di doxy nel Castello, perchè no, nei Sotterranei...Invece...Sceglieva via più ardua ed originale per stupire sè stesso e mettere alla prova, ancora una volta, la propria abilità e l'innegabile ardore.
La Stamberga Strillante appariva desolata, edificio quasi diroccato, colpito da intemperie ed avanzata età. Niente lasciava presagire pericolo alcuno...Nulla...Eccetto il silenzio...Un silenzio strano, spettrale, fin troppo profondo.
Ma la scelta era stata fatta. Non restava che atterrare e calpestare il suolo sconosciuto...Fino a raggiungere la porta di ingresso...



Bene Sirius, comincia l'avventura. Posta le tue stat e...Buon Divertimento! ;)
 
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view post Posted on 16/11/2012, 18:48
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L'atterraggio era stato tranquillo. Quel manico di scopa era eccezionale. Carezzato dai fiocchi di neve che gli erano tanto cari, Sirius metteva piede al suolo. Il suono familiare, il crepitio della neve al suo passo era l'unico rumore in grado di spezzare lo spettrale silenzio che avvolgeva la casa. Solo, eppure protetto. Stretto in un abbraccio che alcuna natura fisica era in grado di dissipare. Il freddo pungente non lo infastidiva. Le sue mani calde contrastavano la natura del luogo. Un contrasto naturale ma sigillo perpetuo di metà che si compenetravano e si perfezionavano. Due opposti che si riunivano. Niente lotta, solo pace e serenità. Protagonista e spettatore. Insieme, l'imperfezione si sottometteva alla perfezione del solo. Completo.
Si stringevano. Tutto il resto si eclissava. Non importava altro se non l'abbraccio di opposti. Il fato, una intuizione fortuita, lo aveva guidato sulla casa, alla neve, all'inizio di quel nuovo percorso. Il caposcuola ricordava la promessa fatta. Egli procedeva sicuro, lento, in simbiosi con quanto lo circondava
Si avvicinava alla casa perdendosi nella visione del paesaggio. La stamberga strillante lo attendeva. Quasi lo richiamava. Lentamente egli si apprestava a raggiungere l'uscio ove depositare la scopa, compagna fedele di viaggio.
Le dita si protendeva cercando la superficie del legno che i suoi polpastrelli trovavano tremendamente fredda. Desolazione. Silenzio. Cosa lo attendeva? Spingendo, la porta ruotava sui cardini inoltrando il giovane all'oscura abitazione. Pochi passi verso l'ignoto. La sua avventura alla ricerca delle uova stava iniziando.
 
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view post Posted on 19/11/2012, 20:14
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La mano delicatamente si apprestava ad aprire la porta. Una vecchia e sgangherata porta in legno ancora intatta per miracolo.
Essa non era nemmeno serrata. Del resto, chi mai avrebbe potuto desiderare accedere in luogo manifestamente tetro e diroccato? Eppure il giovane Grifondoro aveva scelto di percorrere la via più angusta ed intricata. Non si era accontentato della banale ricerca del successo. Egli voleva di più. Cercava il sogno.
E dinanzi a tale ambizione e coraggio, il Fato come avrebbe potuto negare tale desiderio?
Certo, il ragazzo avrebbe incontrato ostacoli e difficoltà, dolori ed incertezze. Ne valeva la pena? Quella avventura era degna delle sue aspettative?
Il cigolìo, forte e sonoro, stonava con lo scenario circostante. Il vellutato silenzio, freddo e quieto, veniva violato da rumore estraneo, nemico. La neve aveva attecchito copiosa e vellutata e ancora carezzava il volto dello studente. Ella sapeva che presto il Caposcuola l'avrebbe abbandonata per inoltrarsi nella strada del futuro. Un addio?
No...La neve lo avrebbe atteso...Fuori...Continuando a scendere, fiocco dopo fiocco, sempre.
La porta si aprì. Un'ampia stanza vuota si manifestava alla vista del giovane. Un pavimento in legno, oramai reso grezzo e pericolante dai dai numerosi tarli, sembrava scricchiolare, come fosse traccia di un lamento lontano.
Nessuna strana presenza all'interno.
Tutto appariva relativamente sicuro.
Era giunto il momento di entrare.


Sirius, posta le tue statistiche. ;)
 
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view post Posted on 24/11/2012, 21:28
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In piedi di fronte a una porta diroccata il Grifondoro indugiava pensieroso sul da farsi, allo stesso tempo intimorito da quello che lo attendeva in siffatta misteriosa dimora. Non giravano voci felici su quella struttura, ricerca e violazione non sarebbero stati facili, certamente non inosservati o impuniti. Con un moto repentino, quasi come di freccia d'arco scoccata, la presa sulla maniglia arrestó di colpo timori e supposizioni. Il freddo metallo incontró il tepore della pelle. Era inutile tergiversare ancora.
Alcuna resistenza si oppose al movimento della mano che vinse la serratura. Uno scatto poi l'oscurità che dava nella casa.
Quale assurdo contrasto.
La neve continuava a cadere, candida, soffice attecchendo sul terreno, vincendo la casa. Luminosa, accogliente in evidente opposizione con l'oscuro mistero della stamberga strillante che avrebbe inoltrato Sirius al pericolo. Pochi secondi ma alcun ripensamento. Egli aveva fatto una promessa. Alla fine di tutto avrebbe di nuovo ritrovato l'abbraccio, goduto del calore di un carezza che la natura pareva aver creato solo per lui e che non avrebbe abbandonato. Un passo, due passi seguiti dallo scricchiolio delle travi di legno che sorreggevano il suo peso. Dall'esterno egli scomparve alla vista di chiunque fosse stato a spiarlo ma non al fato che lo seguiva in ogni sua mossa. Sirius entrava progressivamente si inoltrava facendosi avvolgere dal buio di cui non avvertiva ancora minaccia. Forse si sbagliava. Fu abbastanza dentro quando flettendo l'avambraccio la punta della bacchetta si ritrovó immediatamente all'altezza del viso. Egli aveva bisogno di luce.

- Lumos -

Punti Salute: 120 + 4 (Duello) + 1 (La scienza di Ipparco: Conoscenze per curare malanni gravi o ferite profonde) +2 (L'Ospite della Sala Comune ") +5 (studente anziano) + 2 (duello) = 134

Punti Corpo: 70 + 4 (Duello) + 1 (La scienza di Ipparco: Conoscenze per curare malanni gravi o ferite profonde) +2 (L'Ospite della Sala Comune ) + 10 ( Medaglione Infuocato) + 2 ( cinturone dorato) + 8 (mantello di disillusione) + 5 (studente anziano) + 8 ( mantello) + 2 (duello) = 112

Punti Mana: 70 +1 (Antichi stregamenti ed incanti obliati) + 1 (Grande Falò) + 4 (Duello) + 1 (Grifondoro alle prese con il Natale) +2 L'Ospite della Sala Comune + 1 ( Anello Fortebraccio) + 10 (veste della concentrazione) + 18 (cinturone e punto luce mana) + 10 ( pietra di Luna) + 5 (mantello di disillusione) + 5 (studente anziano) + 2 ( mantello) + 2 (duello) + 4 (ciondolo scaglia di balisco) = 136

Punti Esperienza: 1 + 1 (Grifondoro vs Serpeverde) + 1 (Duello) + 3 (Passaggio di anno) + 1 (Corvonero vs Grifondoro) + 1 (Prefetto) + 1 (Grifondoro vs Tassorosso) +1 (L'Ospite della Sala Comune ) + 2 (Caposcuola) + 1 (Tassorosso vs Grifondoro) + 1 (Mary vs Sirius) + 3,5 (Quidditch) + 1 (duello) + 3 (Passaggio di anno) = 21,5


Indosso la divisa della scuola e con me porto una piccola tracolla contenente:
- Mantello di disillusione
- Intruglio confondente 1x
- Pozione Vulcanica 1x
Al collo:
- Ciondolo capello di Veela
 
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view post Posted on 26/11/2012, 18:57
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Il Fato

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Era entrato.
Passo dopo passo, il giovane Grifondoro lasciava dietro di sè certezza ed amorevole protezione e si inoltrava in buia ed oscura area ignota. Il pavimento scricchiolava tetro, instabile, certamente poco sicuro. Quale folle idea aveva condotto il giovane Caposcuola in luogo sì diroccato e famigerato?
Tutti, tutti conoscevano la Stamberga Strillante quale luogo sinistro ed infestato di Spiriti. Dunque, perchè addentrarsi in via impervia e ricca di ostacoli? Niente sarebbe stato consono all'ordinario. Tradizioni ed ideali sarebbero stati sovvertiti, sconvolti, capovolti. All'interno della tetra dimora non esisteva età alcuna né limite alle possibilità.
Il giovane Grifondoro, legato a Cultura e Tradizione, avrebbe accettato tale libertà d’azione? E seppure lo avesse fatto, sarebbe stata giusta scelta per lui? Il Fato riponeva le speranze in tale possibilità, forse remota, forse impossibile.
Scricchiolìo sotto i piedi ed infine la scelta della luce.
Un Lumos ben castato permise di vedere finalmente la stanza in penombra. Tetre pareti con intonaco cadente, pavimento in legno, con assi pericolanti, un soffitto poco stabile, qualche mobile accatastato in prossimità delle pareti laterali e…Nel centro della stanza…Una figura.
Le sembianze di una giovane donna dai capelli corvini, una veste bianca e delicata, un viso dolce …Eterea immagine della beltà, ella fissava l’intruso, immobile, in allerta.
La Casa è chiusa. Tu non puoi passare… E’ costruita per coloro che non sono vivi. Tu non puoi passare.
Si era trattato di buona idea o forse quel viaggio avrebbe svelato ben altri misteri?


 
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view post Posted on 30/11/2012, 18:15
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La voce tutt'altro che debole si espanse richiamando magicamente la luce. Sostenuta dal braccio la bacchetta volgeva ora a un lato ora all'altro della stamberga estendendo il suo cono di luce ove maggiormente possibile. L'oscurità ne risultó scacciata. Una lieve penombra donó instabile ma pur sempre vantaggiosa visibilità. Il legno seguitava a crepitare sotto ogni suo passo, il Grifondoro incedeva inoltrandosi nella casa. Era solo fortuna questa apparente tranquillità?
Le tetre pareti parevano avvolgerlo in un venefico abbraccio. Quali oscuri segreti, quali terribili orrori essi celavano?
Sicuro di sé, per nulla pavido anzi motivato e devoto alla causa che lo aveva ivi condotto, Sirius ignorava qualsiasi segnale di pericolo. Non lo fermavano leggi, tradizioni. La ragione non guidava più ogni suo passo. Egli diventato l'uomo del cuore, dei sentimenti, delle passioni che sapevano dargli la gioia dell'essere vivo, il senso dell'esistenza, la ragione di quella caducità che lo attanagliava. Non aveva presidi a sua difesa, alcun filtro a setacciare quelle emozioni che egli aveva sempre rifuggito. Si sentiva avvolto in un meraviglio tepore, cullato dalla sicurezza a cui non voleva mai più rinunciare. Egli era vivo. E ne aveva bisogno. Non l'avrebbe mai lasciata.
Proseguiva poi ecco l'incerto palesarsi ai suoi occhi. Non c'è buio senza luce, insicurezza senza certezza , chiarezza senza ignoto.
Il volto di donna ai suoi occhi arrestó la ricerca. Capelli corvini, una veste bianca. Lo fissava. L'etereo sguardo si posava sul giovane Grifondoro. Il cuore gli martellava nel petto. Sorpresa, incredulità. Un fantasma, non poteva essere altro che un fantasma. Si interrogò sul ruolo che avesse nella casa, la cagione che l'avesse spinto a presentarsi proprio ai suoi occhi. Tergiversava, la bacchetta stretta nel pugno ancora illuminata. Nessuna azione. Immobile, quasi senza vita come la figura che gli ostruiva il passo. Solo il cuore tradiva la presenza di vita, forte in quel silenzio forzato, innaturale, cadenzato con la sua intrinseca ritmicità.
*Tum...Tum....Tum...*
La voce che sopraggiunse, tanto vicina eppure così lontana ai suoi orecchi, spezzó quella regolare ritmicità, gli raggeló il sangue che intanto si riempiva di adrenalina.
Un avviso, un perentorio comando di abbandonare la casa. Non era costruita per lui. Non gli spettava indugiare laddove morte ed oblio trovavano astrusa e immotivata situazione.
Non poteva dunque portare a termine il suo viaggio? Non poteva accettarlo.
I loro occhi si incrociarono cercando una intesa.

- Io non posso rinunciare. Per me é troppo importante passare. Se é uno scotto quello che mi si richiede sarò ben lieto di pagarlo. Non verrò meno alle intenzioni che mi hanno condotto in questa casa. Non posso -
 
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view post Posted on 2/12/2012, 19:54
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Il Fato

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Un incontro.
Un momento di assoluto silenzio. Sguardi stupiti, atterriti, curiosi, desiderosi di conoscere il vero, attendevano immobili. La bella, eterea figura aveva poi rotto il silenzio, invitando il ragazzo a tornare sui propri passi e ad allontanarsi da luogo che non gradiva l'idea di esser profanato.
Eppure qualcosa di diverso era appena accaduto. Il ragazzo non poteva conoscere tale dettaglio, ma mai, prima di allora, ella aveva permesso che qualcuno effettuasse più di un solo passo nella stanza senza essere colpito, atterrato, sopraffatto dalla collera del Mistero.
Invece...La meravigliosa dama, di bianco vestita, aveva esitato. Erano forse state le parole del giovane Caposcuola a farla desistere dal compiere attacco ed aggressivo contrasto? O forse, nel silenzio della donna si celava altra cagione?
Ella permise al fanciullo di parlare. Lo aveva ascoltato e per un istante, solo un attimo, sul viso dell'etereo spettro apparve un velato sorriso, rimpianto di un passato oramai trascorso e mai più raggiungibile con sensi e realtà.
Ma immediatamente il viso tornò ad assumere linea seria ed impassibile.
Questa via è chiusa. Nulla che possa esser di utilità ad essere vivente si cela tra queste mura. A meno che...Tu non stia cercando altro...
Altro? Cosa mai poteva proteggere la bella dama? Era custode di segreto inviolabile? Proteggeva tesoro inestimabile?
Ella...Era pericolosa?

 
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view post Posted on 5/1/2013, 12:55
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La fermezza dell'eterea figura parve vacillare. Dure parole divieto si tramutarono in temporanea esitazione. Che le parole del giovane Grifondoro avesse avuto successo nell'opera di persuasione? In cuor suo Sirius lo sperava. La caccia era solo al suo inizio ed egli necessitava di passare. Meraviglia, stupore sul volto sul volto dell'uno, esitazione, un cenno di sorriso sull'altro poi nuovamente il cambio di corso. Il caposcuola Grifondoro avvertiva nuovamente la minaccia di un invito che tanto gli sembrava imposizione a lasciare la casa. I loro occhi si incrociavano ma egli non ritrovava più l'esitazione di un tempo.
- Eppure non posso cedere il passo, sono spiacente. -
La risposta era stata immediata, dura la reazione alle parole. Che fosse il custode della casa a lui non interessava. Sirius doveva passare.
- La mia ricerca é tanto importante da non poter accettare cenno alcuno di rifiuto -
Il volto deciso ma non ostile. Era stato avventato e le ultime parole pronunciare con senso di mistero da parte della donna lo fecero risentire, rimpiangendo amaramente la fretta. Doveva essere astuto e il tempo non era nemico. Non lo era mai stato. Il tempo lo aveva portato alla vita, gli aveva aperto il senso di un esistenza senza colori ma che ora sentiva e percepiva tanto vivida come mai era stata. Il cuore batteva di una forza nuova, si scaldava di un calore che non perdeva energia ne dissipava gradiente di temperatura perché più forte di un legame, piú forte di tutto. Egli tornò sereno, forte di una consapevolezza tanta chiara come luce di faro ad avvolgerlo continuamente, come di incisione imperitura su roccia, respiro, soffio vitale che egli ventilava ad ogni boccata d'aria: non poteva perderla. Erano una cosa sola.
Ritornó sulle sue parole cercando di intuire il mistero della dama vestita di bianco.
Cos'altro poteva mai celare? Cos'altro Sirius poteva mai cercare? Si trattenne dal parlare ritenendo poco opportuno palesare semplici uova come oggetto di ricerca. L'avrebbe assecondata. Forse era la decisione più saggia.
- Puó darsi che io cerchi esattamente ciò che lei, gentile dama, mi cela ma non potrà scoprirlo se non libera il passaggio. Non sono giunto nella stamberga con intenti fraudolenti. I propositi che mi muovono sono tutt'altro che tali -
La situazione si complicava. Impossibilitato a palesar il vero motivo di quella visita, messo alle strette dalla eterea figura il caposcuola disperava di poter continuare la ricerca per il quale era partito eppure non desisteva ma fermo, attendeva lo sviluppo degli eventi. I progetti del fato gli erano oscuri e contrari ma con forza e tenacia avrebbero ottenuto l'accesso a tutte le porte su cui destino o chi per lui si era accanito a distruggere le chiavi.
 
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view post Posted on 5/1/2013, 18:59
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Il giovane Caposcuola, a tratti cauto, a tratti risoluto sino a rasentare l'esser avventato, non provava timore alcuno nel rispondere alla bella ed evansecente figura, così aggraziata ed elegante ed al contempo meravigliosamente terrificante. Ella, ignara delle nobili intenzioni del ragazzo, si apprestava ad agire secondo natura e compito impartitole. Benchè quegli occhi verdi, così belli, cosi sicuri, in qualche modo la ammaliavano, ella non poteva, non doveva indugiare. Il fanciullo apparteneva ad altro mondo...Un universo ch'ella aveva un tempo conosciuto e vissuto con sincera gratitudine...Ma ora era lontana. Altra dimensione l'aveva accolta e non poteva, non doveva indugiare.
Se tu cercassi altro, non esiteresti come invece fai. Non son creatura da sottovalutare. Il tuo ingegno ti favorisce ma la tua sicurezza ti ha tradito.
Un passo verso il giovane...Un altro...Un altro ancora...
In questo luogo non ti è concessa libertà alcuna. Tu non puoi restare. Vattene o...Non sarò più clemente come lo sono stata fino ad ora.
La voce dolce e melodiosa, si tramutava ora in sottile e terrificante minaccia. Il volto angelico sembrava celare creatura malvagia, fredda, priva di...Umanità...
Ma l'avanzare della figura "angelica" aveva svelato qualcosa che prima non si era scorto: catene. Pesanti e materiali catene la tenevano prigioniera. Com'era possibile? Come poteva il vile metallo costringere caviglie evanescenti ed eteree?
Poteva trattarsi di informazione degna di nota?
Come distorcere la realtà a proprio vantaggio?

 
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view post Posted on 5/1/2013, 20:12
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L'esitazione sparí di colpo. Il risultato di una esagita ostentazione di sicurezza mostrò i suoi deleteri effetti. L'avventatezza, colpa di un carattere eccessivamente diretto eppure sincero e leale lo aveva danneggiato. La possibilità di proseguire senza ulteriore danno la ricerca oramai era solo flebile e immateriale speranza. Il peggio era stato fatto e la dama agì di conseguenza. Alcuni passi, eleganti, leggiadri eppure così spaventosi discordanti con quanto natura e sembiante parevano comunicare. Così bella eppure così pericolosa. Non vi era più umanità nel suo sguardo. Sirius indietreggiò di rimando. Iniziava ora a percepire la terrificante minaccia e il cuore gli palpitò nel petto. La paura vanificava ora qualsiasi tentativo di risposta. Non era più di astuzia che aveva bisogno ora. Anzi se ne era dimostrato palesemente privo. Arretrò di pochi passi saldando però la presa sulla bacchetta. L'istinto gli suggeriva immediato attacco o repentina difesa ma la ragione, sopratutto la visione di qualcosa di inaspettato mortificò l'azione sul nascere.
Qualcuno avrebbe detto che due mondi non poteva incrociarsi, che due strade che procedevano parallele non potevano intersecarsi affatto. Eppure cosa succedeva nella misteriosa casa se non l'incontro di due anime che il destino aveva fatto incontrare?
Lo sguardo del giovane si posó su materiali catene. Cosa significavano?
- Io.....io....posso aiutarti -
disse indicando la fonte di innaturale costrizione.
- Ne ho la capacità.... -
Sarebbe stato saggio farlo?
Non lo sapeva ma ne sentiva la necessità. Tanta angelica bellezza, sì tanta da parere irreale non poteva essere costretta a cotanta infamia.
- Chiunque ti abbia fatto questo ti prometto di rimediare....permettimi di farlo. -
 
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view post Posted on 8/3/2013, 19:28
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Per quanto il giovane volesse essere d'aiuto e d'ausilio alla femminile, eterea figura, ella, minacciosa, tradiva le buone intenzioni del ragazzo e lo attaccava senza riserve. Catene subdole e traditrici, bloccavano i piedi del Caposcuola Grifondoro, obbligandolo all'arresto. In egual maniera le mani venivano giunte da spessa fune tutt'altro che evanescente. Come sorta dal nulla, quest'ultima subdola e malevola, raggiungeva i polsi del ragazzo e lo stringevano in caloroso "abbraccio". La bacchetta, ben salda nelle mani, diveniva mezzo salvifico per porre fine a tale costrizione.
Non è consentito l'accesso. Qui solo freddo e solitudine regnano sovrane. Ed una volta entrati, non è ammesso uscire...
La voce vellutata appariva ancor più agghiacciante e minacciosa. La donna era disposta a nuocere e far del male pur di proteggersi.
Ma, come se le difficoltà non potessero giungere con ordine e costanza, accadde altro. Un sinistro rumore, una sorta di eco di sciame in avvicinamento, predisponeva gli animi al peggio. La femminile figura stava chiedendo aiuto?
Quale sinistra creatura era in procinto di sopraggiungere?
Nel frattempo, tuttavia, le parole del giovane apparivano quale attrattiva per il fantasma.
E come potresti aiutarmi? In che modo credi sia possibile salvarmi da ciò che io stessa mi sono inflitta?
Parole poco chiare...Eppure ella attendeva risposta.
Era stata davvero scelta appropriata quella di giungere sin là? Luogo lontano e forse destinato a restare inviolato, era ambiente meritevole di attenzione e visita?
Perché sei qui?

 
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view post Posted on 10/3/2013, 16:06
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Si dimostrò inutile tentare con la forza di incedere lunga la via; inoltrarsi oltra la soglia non era consentito. Non erano bastate le buone intenzioni a distogliere l'animo, l'eterna fanciulla dalla missione che era richiamata a svolgere. Anzi, quale irremovibile guardiano, avvertiva altrui presenza come incalzante minaccia e ricorreva a magico artifizio, subdola costrizione che impediva al caposcuola rosso oro ulteriore passo verso la ricerca del suo obiettivo.
Mentre lo sguardo si posava sulla donna infatti, piccole, traditrici come bisce, pesanti catene ghermivano le caviglie salendo lungo gli arti inferiore, funi prima invisibili si materializzavano costringendo le mani a divenir giunte, fortunatamente la bacchetta ancora nel pugno.
Perché gli faceva questo? Perché non liberava il passaggio?
La voce minacciosa e agghiacciante fu più che palese segnale di pericolo nonché acclarata allerta.
- Ho la magia e la forza per farlo. Si può sciogliere tutto ciò che é stato creato, anche le catene con le quali tu ora mi costringi, basta credere e desiderare. É la mente che da sostanza alla materia e solo essa può esser fonte di costrizione o anelata liberazione. Sono qui perché ho una promessa da mantenere, una ricerca da ultimare e il fato pare che me ne concede anche un'altra. Ebbene sappilo non mi sbarrerai il passaggio, la ricerca avrà fine e lascerò la casa insieme a te...ecco il motivo per quale sono venuto -
Discorrendo pensava a come agire per porre fine all'impedimento benché non fosse l'unico in arrivo.
Sembrava infatti non voler giunger fine all'imprevisto e fu chiaro che ricerca non sarebbe stata facile quando Sirius si avvide del suono di uno sciame in avvicinamento. La reazione fu chiara ed istintiva. Non poteva agir diversamente a patto di non desider subir danno da chiunque si stesse avvicinando.
Con la mente focalizzata sull'obiettivo, le massicce e fredde catene che lo stringevano, egli tentava di muovere la bacchetta spingendola tra le dita e giocando di pollice faceva in modo che rivolta la punta verso il basso indicasse le catene e le loro radici. Contestualmente evocava non verbalmente la formula dell'incantesimo.
* Finite Incantatem *
Il finite era stata necessità voluta dal presentimento che quelle costrizioni non fossero altro che frutto di magia quindi impossibile da vincere per mezzo del relascio.
In cuor suo sperava solo di aver ragione. Il pericolo era imminente.

 
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view post Posted on 14/4/2013, 19:03
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La sincerità ed il vigore del giovane Caposcuola erano certamente encomiabili. Ma l'eterea figura forse non era così indifesa come catene e difficile situazione facevano pensare.
Ella non aveva alcuna intenzione di fidarsi di alcuno. Non voleva essere un peso per nessuno. Timori e perplessità la torturavano a tal punto da farle forse perdere il senno e indurla a "dare i numeri"...
Questo era quello che persona poco riflessiva poteva supporre. O magari trattavasi di verità...
Ad ogni modo, la via della protezione sembrava non aver aperto breccia alcuna nel fantasma.
Lo sciame sembrava essere in avvicinamento ed in effetti, in fondo alla stanza si vedeva una figura informe appropinquarsi alla giovane fanciulla. Quest'ultima non sembrava temere le creature...Erano i custodi? Erano la sua difesa?
La mia condizione è frutto di una scelta sbagliata. Non posso esser salvata da alcuno se non da me stessa. Stai lontano da me. O non esiterò a fare del male...Benchè non voglia fartene...
Mentre il provvidenziale Finite Incantatem evocato dal ragazzo sortiva l'effetto desiderato liberandolo dalle catene e dalla costrizione, la donna, troppo intenta a osservare gli occhi del fanciullo come attratta da ricordo solo a lei noto per accorgersi del fatto che il caposcuola Grifondoro si fosse liberato, fu avvolta dallo sciame di numerosissimi doxy che intorno a lei facevano da turbine e scudo.
Come fossero tante piccole preoccupazioni, o pensieri, o tarli o indecisioni, ella pareva circondata. Ma non aveva paura...Quelle creature sembravano averla costretta così spesso alla prigionia, da sentirsene quasi protetta...
Il giovane aveva trovato ciò che cercava, non doveva fare altro che attaccare lo sciame dinanzi a lui e cercare la tana che certamente si trovava nella stanza... Molte uova potenzialmente attendevano solo di essere scorte.
Lei lo avrebbe fermato?
I Doxy lo avrebbero attaccato? O desideravano solo garantirsi la prigionia del fantasma?
So cosa vuoi...Prendi ciò che devi e vai...Non ti attaccheranno se non ti curerai di me...

 
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view post Posted on 14/4/2013, 21:29
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Con il raggio del finite, vennero via le costrizioni, si sciolsero gli impedimenti. Sirius era libero e nemmeno parve interessarsene. Il suo sguardo ivi posato all'eterea fanciulla, ponderava la conseguenza di sua scelta che non comprendeva. Abituato alla certezza, al controllo sí tanto da risultarne maniacale in ogni sua forma, non afferó il benché minimo senso di quelle parole rivoltegli contro con tale astio. Una prigionia di per sé cagionata non aveva ragione di essere, sopratutto perché esisteva la scelta.
La scelta, il senso di tutto. La volontà, l'arma per l'attuarla. Bisognava volerlo nient'altro. E se infatti il caposcuola Grifondoro poteva accettare l'esistenza dello sbaglio, proprio non tollerava la ragione di un tale senso di sconfitta, una così ostinata mancanza di forza....presente ma lasciata assopita. Allora era evidente che se lo sbaglio era presente, peggiore era non far nulla per correggerlo. La scelta comporta l'errore e la scelta può liberare se coniugata all'azione. Solo quello poteva contare e avere ragione: solo la scelta e la sua compagna di vita: l'azione.
Non rispose allora a quelle parole, non voleva dar voce a pensieri che si avvicendavano come lame roventi nella mente. Lí sarebbero rimaste, occultate. Non doveva parlare, tantomeno era necessario. Quale uomo di azione, per una volta cultore dell'agire senza troppo ponderare, avrebbe operato in sua vece. Se non poteva costringere l'eterea figura alla libertà, l'avrebbe almeno posta di fronte alla scelta. Libera da catena, da costrizione e da qualsiasi innaturale e non volontario impedimento, sarebbe stato tutto diverso; avrebbe tirato fuori la fanciulla da quella prigionia, fosse stato necessario perdere un arto o far saltare per aria la casa. Posta innanzi alla reale opportunità di essere libera, priva di timori, ansie, paura, bestie o guardiani che lo costringevano, avrebbe potuto scegliere.
Mentre osservava lo sciame di creature avvolgere la fanciulla ponendosene a scudo e protezione, si mosse senza perdere tempo. Sollevó il braccio con il solo scopo di far ricorso a magia ormai da tempo collaudata e che sapeva avrebbe sortito effetto desiderato. Il cerchio che l'esecuzione richiedeva fu tracciato con consapevolezza avvolgendo la fanciulla e lo sciame che l'attorniava. Quale fantasma non avrebbe subito gli effetti del suo incanto a differenze delle bestie. Così concentrate erano infatti bersaglio ideale e facile da colpire con efficacia.
* Nebula *
scandí nella sua mente immaginando le creature vittime della sua magia. Pochi secondi pochi puntando al centro di quel cerchio terminó la sua esecuzione.
* Antigravitas *
Era chiaro. Voleva costringere tutte le creature a cadere vittima dei loro stessi sensi. Sarebbero rovinate al suolo, inermi, scivolando quali inutili catene. E così sarebbe stato per tutto il resto. Distruzione. Sirius avrebbe distrutto tutto quanto......

 
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