Perchè ci andava?
Non lo sapeva nemmeno lei: non aveva mai avuto passione per i balli, che fossero per festeggiare il Natale, la Primavera, l'Autunno o qualsiasi altra cosa. Forse quello d'Autunno era l'unico che davvero le piaceva, almeno un poco: il profumo di foglie secche che invadeva la Sala Grande, l'arancione e il rosso scuro come colori dominanti, la calma che solitamente regnava erano stranamente riusciti a catturare la sua attenzione.
Non c'era altro Ballo che poteva competere, tanto meno quello di fine anno.
Sbuffò: lanciò un'occhiataccia al vestito posato in fondo al letto, trovato all'interno del suo armadio. Non ricordava nemmeno quando lo aveva acquistato: probabilmente a Edimburgo, in compagnia di zia Edith, che l'aveva portata per un'intera giornata a comprare vestiti, lamentandosi delle carenze della nipote in quanto conoscenza dei giusti abbinamenti per i balli.Si fece forza e si alzò dal letto: in pochi attimi sostituì la divisa scolastica con l'abito azzurro cielo. Quel colore la tranquillizzava, come tutte le tonalità del blu in quell'ultimo periodo: se non fosse stata una Corvonero avrebbe avuto seri problemi a vestirsi in quelle ultime settimane, dato che quando non doveva portare la divisa indossava sempre qualcosa che fosse blu.
Un'occhiata veloce allo specchio, giusto per sistemare i capelli da poco tagliati e poi un respiro profondo.
Magari sarebbe stata una buona occasione per 'staccare la spina'.
Basta pensieri per alcune ore: niente più ansia per la sua carriera scolastica in lento declino, nè dubbi sul continuare o meno la scuola. Niente Mangiamorte e 'amici' vari, niente tentativi di ricordo che cercava di estrarre dal buco nero di alcune ore che le occupava la mente.
La cicatrice sull'avambraccio sinistro ora era meno scura, quasi non si vedeva: cercò comunque di nasconderla con un bracciale oro, regalo della nonna.
Bene, era pronta.
Si infilò le scarpe ed uscì dalla stanza.
Il tragitto dalla Sala Comune dei Corvonero alla Sala Grande era abbastanza lungo, e spingeva sempre le menti meno razionali a disperdersi nei meandri dei loro pensieri.
Ma quella sera Jane si era ripromessa di non pensare a nulla, quindi si limitò ad osservare il paesaggio fuori dalle alte finestre.
Ci vollero alcuni minuti, ma alla fine riuscì a raggiungere il Piano Terra mantenendo fede alla sua promessa.
Un gruppo di Serpeverde stava entrando in Sala Grande: lì seguì, ma una volta varcata la soglia si allontanò da loro.
Alzò lo sguardo, incantata: come ad ogni Ballo le decorazioni della Sala erano al centro dell'attenzione. Quell'anno era la luce la vera protagonista dei decori: centinaia di candele illuminavano la Sala Grande quasi a giorno, con particolare attenzione alla pista da ballo.
Rabbrividì osservandola: ballare in pubblico non era mai stata una delle sue passioni, e maggiore sarebbe stata la distanza tra lei e quella pista, migliore sarebbe stata la sua serata.
Guardandosi attorno potè constatare che ancora non c'era quasi nessuno: si avvicinò quindi al tavolo delle bevande, senza la minima fretta di cercare volti conosciuti.
Tralasciando le bevande alcoliche, che non si prospettavano un buon modo per iniziare la serata, si versò un bicchiere della prima cosa analcolica che le capitò tra le mani.
Lo sguardo le cadde su una bottiglia di whisky: sorrise, pensando all'ultima volta che lo aveva bevuto in compagnia di Jane Evans. Erano ad una festa a Villa Scott, e la Tassorosso aveva dato il via alla serata con tre bicchierini dell'alcolico che in poco tempo, complici gli alti tacchi che la giovane indossava, la avevano portata a cadere.
Chissà se l'amica si sarebbe presentata, quella sera?
Probabilmente dopo gli ultimi avvenimenti nella sua vita privata aveva preferito l'accogliente Sala Comune dei Tassorosso. Per quanto riguardava la cugina, Jessica, la Corvonero non l'aveva vista in stanza, quindi non sapeva se sarebbe venuta anche lei.
Si allontanò dal tavolo, alla ricerca di una sedia: ma come ad ogni Ballo, tali oggetti sembravano essere quasi inesistenti. Jane quindi si appoggiò al muro, con lo sguardo assente rivolto alla porta della Sala Grande, in attesa della comparsa di un volto conosciuto.