Would you like a cup of tea?, privata.

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view post Posted on 25/2/2013, 21:41
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JANE READ - CORVONERO

"La linea che separa i sogni dagli incubi è sottile come un ago e ben presto le ombre del passato tornarono a presentare il conto."
Carlos Ruiz Zafon - Il palazzo della mezzanotte


Quinto piano, ora del the in un pomeriggio di fine inverno, mentre il sole si apprestava a tramontare. Il cielo, un ammasso grigio di nuvole basse per tutta la giornata, lasciava un breve momento di gloria al sole, permettendogli di fare la sua comparsa quando era ora di sparire dietro le alte montagne innevate. Grigio, arancione, rosa, azzurro, blu.
Seduta sul largo davanzale di una delle tante finestre lungo il corridoio una studentessa corvonero beveva una tazza di the guardando il panorama oltre il vetro: accanto a lei un'altra tazza di the, vuota, una teiera piena a metà, una mela rossa e un piatto intatto di biscotti al burro.
Quando era scesa nelle cucine a chiedere una semplice tazza di the e una mela gli elfi domestici avevano esagerato, come era loro abitudine, e se non fosse fuggita in fretta le avrebbero appoggiato anche una torta intera e una caraffa di succo di zucca sul vassoio.
Gentili, anche fin troppo.
Bevve un sorso di the, per poi appoggiare il capo al muro e chiudere gli occhi.
Non era certo un periodo che si poteva definire 'bello': era definibile come una specie di stasi da tutto ciò che la circondava. Aveva deciso di affrontare in quel modo la realtà come difesa personale, e in fondo non le dispiaceva.
Dopo molto tempo, poteva definirsi tranquilla.
Le emozioni e i sentimenti erano in parte messi in pausa, come lo studio - stranamente - e le relazioni con le altre persone. Aveva perfino ridotto le lettere ai suoi parenti in Scozia, utilizzando le lezioni e i molti compiti come falsa scusa.
Pace, finalmente.
Era consapevole del fatto che prima o poi avrebbe dovuto scoppiare la bolla in cui si era rifugiata, ma sapeva di avere ancora un po' di tempo.
Giusto una settimana, o due. Non di più.
Ma non aveva intenzione di buttarsi nuovamente nella realtà senza aver fatto ordine. Sarebbe stato puro masochismo.

 
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view post Posted on 27/2/2013, 00:48
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All'indomani del mio arrivo al castello potevo ritenermi soddisfatto di com'erano trascorse le prime ventiquattr'ore: avevo incontrato la professoressa Camille, fatto conoscenza con una ragazza al suo primo giorno ad Hogwarts ed ero anche riuscito a trovare il tempo, in serata, per rilassarmi in giardino alla brezza serale del Lago Nero, sotto il cielo stellato. Nel nuovo giorno, invece, avrei dovuto sbrigare un paio di commissioni... Infatti quella mattina avevo in mente di incontrare la Preside per "regolarizzare" la mia presenza ad Hogwarts: prima della mia partenza avevo lasciato le lezioni a metà, completandone solo alcune; detto sinceramente mi sarebbe dispiaciuto perdere il lavoro svolto, ma d'altra parte potevo immaginare che i programmi nel frattempo fossero cambiati. Chissà, magari con qualche integrazione avrei potuto completare il secondo anno senza dover rifare tutto.
Quindi, con questo intento, uscii dalla Sala Comune dei Corvonero e inforcai le scale per raggiungere la stanza della Preside al quinto piano. Presi il corridoio che mi avrebbe condotto a destinazione, un passo dopo l'altro... come quei grandi finestroni che, uno dietro l'altro, scorrevano al mio fianco con una certa monotonia, interrotta solo dal colore cangiante delle pietre nelle sfumature e dalla loro disposizione mai uguale.
Spinsi lo sguardo oltre gli spessi vetri delle finestre: i colori del cielo denotavano ormai il finire del giorno; il tramonto cedeva il passo alla sera. Ad un tratto, però, la mia attenzione, anzi, a dir la verità, il mio olfatto, fu attratto da una fragranza di qualcosa di dolce... dovevano essere biscotti, forse al burro. Mio padre mi aveva insegnato a farli da piccolo. L'odore di quei biscotti appena sfornati era qualcosa di inebriante e avevo imparato presto a riconoscerlo. Quelli dovevano essere davvero molto buoni, sicuramente opera degli abili elfi domestici del castello.
Incuriosito, distolsi gli occhi dalle finestre per rivolgerli più in avanti nel corridoio. Una ragazza sedeva sull'enorme davanzale di una di quelle altrettanto enormi finestre; sembrava rilassata, abbandonata alla pace che regnava in quel corridoio, quasi sempre non trafficato da studenti. Avvicinandomi ancora potei notare un particolare, fino ad allora poco visibile: una mela color rosso vivo, spiccava tra una teiera argentea e un piatto ricolmo di biscotti. Un pensiero mi attraversò la mente. Anzi, più che un pensiero, un ricordo, una moltitudine di ricordi risvegliati in un secondo da una sola immagine. Ricordavo una sola persona che in qualunque momento della giornata potesse avere piacere ad addentare una sana mela rossa: Jane. Da quando ero arrivato mi ero chiesto se l'avrei rivista... purtroppo avevo perso i contatti con lei dal momento della mia partenza, due anni prima, a malincuore. Ma d'altra parte, non mi ero fatto più sentire neanche dopo. Non potevo immaginare cosa sarebbe accaduto se ci fossimo rivisti... eppure, più mi avvicinavo a lei, più avevo l'impressione che quella eventualità si sarebbe verificata. E poi la prova inconfutabile che si trattava esattamente di Jane.
I miei occhi si spostarono dalla mela al volto della ragazza, ai suoi lineamente, ai capelli. Come dimenticarli, per quante volte li avevo accarezzati, per quanto tempo avevo trascorso abbracciato alla Corvonero in passato. Ricordi. Bellissimi ricordi, resi solo leggermente sbiaditi dal tempo che era trascorso senza di lei.
Rallentai il passo, fino a fermarmi davanti al davanzale dove sedeva la ragazza. Non volevo spaventarla... chissà in quali pensieri era assorta. Ma il mio desiderio di fare qualcosa, di non restarmene lì impalato, mi spinse finalmente a rompere il silenzio:

"J... Jane?"



Dissi piano, in modo che lei potesse sentirmi senza sobbalzare.
 
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view post Posted on 28/2/2013, 17:06
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JANE READ - CORVONERO


Quella piccola 'pausa' che aveva deciso di prendere da tutto ciò che la circondava aveva i suoi pregi, in fondo: stava meglio sia fisicamente che psicologicamente.
In seguito alla separazione - definitiva, momentanea? Non sapeva nemmeno lei - da Lucas la notte dormiva poco, saltava i pasti per evitare di incontrarlo ed era perennemente nervosa e di cattivo umore: lasciando quindi da parte il problema, rifiutandosi di pensarci, aveva ripreso a dormire e a sorridere. Certo, continuava ad evitare la Sala Grande, ma la frequentazione delle cucine di Hogwarts limitavano la mancanza di cibo.
Ancora a occhi chiusi, strinse la tazza di the quasi vuota nella mano destra, mentre con la mano sinistra prese a giocherellare con il ciondolo a forma di mela rossa che portava al collo, regalo di Jane Evans: era una specie di tic che le permetteva di poter stare ferma senza pensare a nulla anche per minuti interi.
Ma tale abitudine non la escludeva certo dall'udire i rumori del corridoio: avvertì dei passi in lontananza, ma vi diede molto peso. Il corridoio era poco frequentato per la maggior parte della giornata, e per questo era meta di molti studenti che cercavano un po' di tranquillità. In quanto frequente visitatrice di quella parte del castello era abituata a non considerare il benché minimo rumore: i corridoi di Hogwarts erano ampi, in pietra, e ogni singolo passo riecheggiava anche se il movimento era compiuto dalla persona dal passo più leggero.
Mantenne quindi gli occhi chiusi, mentre avvicinava nuovamente la tazza alle labbra per bere ancora un po', ma una voce le impedì di compiere l'azione.
"- J... Jane? -"
Aprì gli occhi, abbassando la mano che sorreggeva la tazza.
Conosceva quella voce, anche a distanza di qualche anno: sapeva bene chi fosse il suo proprietario, ma stentava a crederci.
Alzò lo sguardo, ed ebbe conferma ai suoi dubbi.
Come poteva non riconoscere il corvonero che stava in piedi di fronte a lei? Come poteva non ricordarsi di lui dopo tutto il tempo che avevano trascorso insieme due anni prima?
Haryel Smith.
Due anni: era davvero passato molto tempo dall'ultima volta che si erano visti. Poi i rapporti tra i due si erano interrotti in seguito alla partenza del ragazzo.
Osservandolo poté notare che non era l'unica tra i due ad essere cresciuta in quel lasso di tempo: i lineamenti del ragazzo erano più adulti, meno adolescenziali. Ed era quasi certa che anche lui fosse cambiato, nel suo inconscio, come ogni persona che cresce.
Lo stupore era palese negli occhi della ragazza, mentre dopo alcuni attimi di silenzio si decideva a parlare.

- Haryel? Sei davvero tu? -
In parte la giovane era anche incuriosita: come sarebbe stato tornare a parlare dopo così tanto tempo e così tanti cambiamenti? E inoltre, cosa lo riportava ad Hogwarts dopo la sua improvvisa partenza?
Non disse altro: la curiosità era una componente del carattere di ogni corvonero, ma sapeva perfettamente che se Haryel avesse voluto parlarne avrebbe trovato risposta ai suoi quesiti. In caso contrario avrebbe dovuto accettare la riservatezza del compagno di casata e rispettarla.

 
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view post Posted on 1/3/2013, 00:26
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Attraverso le lenti degli occhiali fissai gli occhi castani di Jane per tutto il tempo, fino a quando non ebbe finito di parlare.
In quegli anni mi ero dovuto dar da fare molto da solo e questo probabilmente aveva contribuito a inasprire più velocemente i miei lineamenti un po' come quando un uomo, dopo aver lavorato per anni dietro una scrivania si ritrova improvvisamente a dover affrontare un lavoro manuale e in breve tempo con i calli alle mani. La vita era andata avanti piatta, come l'elettroencefalogramma di un cadavere, senza mai nè alti nè più bassi del solito. E adesso, la cosa che più mi bruciava era l'assoluta ignoranza di come potevano essere andate le cose per la ragazza. In cuor mio sperai meglio di come erano andate le mie, di cose... ma forse ne avremmo parlato quella sera.
L'incontro con la preside, ormai era ovvio, sarebbe saltato.
Lei invece... oh, anche lei era cresciuta. Adesso potevo rendermene conto a soli due passi di distanza.
Il viso aveva assunto dei tratti più definiti, precisi, e anche il suo modo di atteggiarsi era più da "grande"; entrambi eravamo più maturi, e se avessi voluto fare un paragone di come ci eravamo trasformati, beh sicuramente per lei si poteva dire era sbocciata come un fiore in primavera ai tiepidi raggi del sole di marzo, mentre io mi sentivo come una farfalla che torna ad essere bruco, qualora fosse mai stata possibile una cosa del genere in natura. Rivedere Jane mi riempì di gioia, al punto che le sarei saltato al collo per abbracciarla... frenai questo istinto, ma inesorabilmente questo si vendicò senza pietà facendomi luccicare gli occhi di pianto. Ma egli forse, l'istinto, non sapeva che lo avrei tenuto a bada, forse però non ancora per molto... è vero, lo stare accanto a mio padre mi aveva insegnato, tra le altre cose, a trattenere le lacrime, ma fino a che punto? Il mio corpo, come la mia mente, erano da tempo pronti ad esplodere di emozioni... tutte quelle che avevo abbandonato e reppresso fino ad allora e che adesso, rivedendo Jane, si risvegliavano una ad una.
Sentii il cervello rimbombarmi nella testa come chiedesse di essere liberato da quell'affollamento di pensieri, e il mio volto si colorì più di rosso per effetto del sangue che sentivo scorrere più frenetico nelle vene dei polsi. Anche il mio cuore sembrava ribellarsi a quel ritmo di emozioni che scalpitavano dentro di me e potevo chiaramente sentire il suo battere dentro le mie orecchie. Se fossi rimasto fermo lì, senza dire niente, forse sarei esploso. Riorganizzando un po' le idee, dissi un po' confusamente:

"Chi altri potrei essere... Non mi riconosci nemmeno più?... Sono arrivato ieri sera al castello."



mi accorsi forse troppo tardi che quelle parole avrebbero potuto ferirla... forse ero stato troppo duro.
Ma se non io, chi altri avrebbe potuto e saputo guardarla negli occhi così intensamente come avevo fatto fino ad allora... Eppure i nostri occhi si erano già incontrati a lungo e per lungo tempo in passato, in quello stesso modo. Una mezza pugnalata... si era forse dimenticata di tutto questo? O ero io che pretendevo di riesumare dal passato momenti defunti, ormai mummificati...
 
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view post Posted on 3/3/2013, 11:40
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JANE READ - CORVONERO


Alcuni attimi di silenzio, in cui il volto leggermente arrossato del ragazzo fece immaginare alla corvonero il turbinio di pensieri che probabilmente gli affollavano la mente: era evidente che non era la sola sorpresa per quell'incontro inaspettato.
"- Chi altri potrei essere... Non mi riconosci nemmeno più?... Sono arrivato ieri sera al castello. -"
Quindi era tornato: sarebbe rimasto?
Le sarebbe piaciuto saperlo, informarsi su come stava, sul perchè era sparito così improvvisamente e per tutto quel tempo.
Mentre elaborava questi pensieri però Jane si rese conto di una cosa, che un po' la lasciò interdetta: era sorpresa di rivedere Haryel, anche felice se ci pensava bene, ma.. nient'altro.
Due anni prima la vista del ragazzo l'avrebbe fatta arrossire, le avrebbe fatto battere forte il cuore mandandola anche leggermente in confusione: innamoramento.
Ma ora.. no.
Ora le guance leggermente più rosee erano dovute alla sorpresa, il cuore batteva tranquillo e la mente era intenta ad elaborare i concetti di sorpresa e del ritorno inaspettato di Haryel. Gli voleva ancora bene, certo, in passato erano stati molto legati, ma con una punta di dispiacere Jane si rese conto che non ne era più innamorata.
Si stupì di se stessa e del cambiamento avvenuto nel corso dei due anni di lontananza del concasato: sapeva di essere cresciuta, entrambi erano diventanti più grandi, ma mai avrebbe immaginato che la crescita avrebbe comportato anche tale cambiamento emotivo oltre che fisico.
Poteva anche immaginarlo, certo, del resto era difficile non ammettere che ora quella determinata tipologia di emozioni una volta dedicate ad Haryel erano incentrate su qualcun'altro, così diverso dal ragazzo che aveva davanti, quasi opposto, eppure che al tempo stesso era riuscito a catturare la sua attenzione.
Ma Haryel? Era cambiato anche lui da quel punto di vista?
Non poteva saperlo: e difficilmente Jane lo avrebbe chiesto direttamente. Era cresciuta, certo, ma la timidezza non era affatto scomparsa.
Appoggiò la tazza quasi vuota sul vassoio, per poi tornare con lo sguardo verso il corvonero.

- Scusa.. - parlò piano, sorridendo lievemente, - E' solo che è passato talmente tanto tempo.. Non mi aspettavo di rivederti. -
Appena finito di parlare si rese conto che le sue parole avrebbero potuto essere interpretate nel modo sbagliato. Si morse un labbro, mentre in fretta cercava di trovare una soluzione a quel piccolo atto di scortesia.
Indicò la parte vuota del davanzale accanto a lei.

- Ti va una tazza di the? -
Una semplice domanda: sapeva di non poter rimediare a quella piccola gaffe con una tazza di the, ma sperava che the e biscotti permettessero ad entrambi di riuscire a superare l'imbarazzo e la sorpresa generati dal tempo trascorso e di poter tornare a parlare da buoni amici, come un tempo.
 
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view post Posted on 5/3/2013, 23:44
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Seguii automaticamente lo sguardo della ragazza che si spostava verso la teiera fumante e la tazza vuota posta accanto al piatto di biscotti nel vassoio argenteo sul davanzale di pietra. Jane era sempre stata timida, anche quando tra di noi c'era stato un rapporto più "intimo", e sicuramente non aveva perso nel tempo quella sua sfaccettatura caratteriale. Quello che mi sorprese, invece, fu la rassegnazione pessimistica, quasi tendente all'indifferente, di quelle parole: "E' solo che è passato talmente tanto tempo.. Non mi aspettavo di rivederti" Neanche fosse trascorso un secolo... Eppure io riuscivo a ricordare tutto benissimo.
Anzi, erano stati proprio quei ricordi a risollevarmi nei momenti difficili trascorsi con mio padre.
Ma d'altra parte, nessuno dei due aveva cercato di rintracciare l'altro, e anzi, Jane forse nemmeno sapeva dove mi trovassi. Chissà, forse chiedendo tra gli insegnanti avrebbe potuto sapere. Anche se ero della convinzione che venire a conoscenza di determinate cose per vie indirette non è mai il massimo.
Mancanza di entrambi? Forse. Ma forse più mia. A sparire ero stato io, dopotutto; l'indifferenza, per me sopraggiunta col tempo, per la ragazza, forse, sorta concomitantemente alla mia partenza, ci aveva a quanto pare separati più di quanto avrei potuto pensare, immaginare... Mi venne da chiedermi: Chissà se qualche volta mi hai pensato. Da quando non mi hai più visto, neanche un minimo di preoccupazione?
Potevo essere morto, stando alle sue parole insolitamente gelide. Che fare... non avrei mai pensato che si potesse cadere così nell'indifferenza, cancellando tutto il passato.
Mi passai una mano tra i capelli, quasi a volerli rigare dando loro un certo ordine... ovviamente non ci riuscii. Avevano sempre loro la meglio. Sospirai. Ascoltare quelle parole, che indirettamente manifestavano il chiaro sentimento di lontananza della ragazza nei miei confronti, mi aveva lasciato sconcertato. Una tazza di thè? Cosa sarebbe mai potuto cambiare tra il chiudere lì quella conversazione e soffermarsi ancora a parlare di sentimenti vuoti. La ragazza, però, mi sembrò gentile, come sempre.
E in fondo, fino a qualche minuto prima i miei sentimenti nei suoi confronti erano rimasti immutati.
E certamente, mi sarebbe dispiaciuto troncare lì quell'incontro due anni dopo l'ultimo.
Sorrisi, di un sorriso leggermente amaro, e mi avvicinai al davanzale poggiando la schiena contro lo stesso. Presi uno di quei favolosi biscotti al burro e lo passai tra le dita prima di addentarlo per un quarto. Quel piatto ricolmo di biscotti era l'unica cosa rimasta di dolce nel raggio di qualche metro.
Masticai lentamente quel dolce boccone per assaporarne fino in fondo gli aromi. Decisamente buono.

"Già... giusto il tempo per dimenticarmi. Non è così, Jane?"



Dissi dopo essermi liberato la bocca.
Ero stato troppo duro? Non seppi valutare. D'altronde avevo solo risposto con fermezza a tanta indifferenza. Me ne sarei pentito? Probabilmente. Ma cosa c'era da perdere adesso che vedevo svanire tutto come un castello di carte.
 
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view post Posted on 6/3/2013, 23:28
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JANE READ - CORVONERO


"You and me / We used to be together / Every day together always
Our memories / They can be inviting / But some are altogether, mighty frightening"
No Doubt - Don't Speak


Ancora silenzio: imbarazzante? Poco, non era certamente l'imbarazzo la sensazione che doveva preoccupare Jane in quel momento.
Aveva davvero fatto una figuraccia: aveva notato infatti di sfuggita un velo di amara sorpresa negli occhi di Haryel. Sembra quasi che fosse deluso dal comportamento della giovane.
Le guance della corvonero si arrossarono leggermente di più, mentre il compagno sospirava.
Ma cosa si aspettava da lei?
Un lieve disappunto oscurò brevemente il volto della ragazza, mentre Haryel addentava un biscotto con lentezza estrema.
Davvero credeva che a due anni di distanza, senza alcun contatto, le cose tra loro due sarebbero rimaste immutate?!
"- Già... giusto il tempo per dimenticarmi. Non è così, Jane? -"
Le si bloccò il respiro per un secondo.
Era evidente, non era quello il tipo di accoglienza che si aspettava da lei. Due anni prima erano.. legatissimi. E ora Jane lo stava trattando come un amico qualunque.
Non un abbraccio, non un urlo di gioia, niente.
Era davvero diventata così insensibile?
No.

- Giusto il tempo per rendermi conto che non saresti tornato. - era timida, certo, ma si sentiva punta sul vivo da quell'affermazione di Haryel così severa, - Il tempo necessario per capire che se avessi continuato ad attendere sarebbe stato inutile. Due anni Haryel, non due settimane o due mesi. Due anni, settecentotrenta giorni. Non una lettera, nemmeno una riga. Nemmeno un 'sto bene'. Cosa dovevo fare? Dimmi, dovevo vivere questi due anni nell'angoscia e nella preoccupazione, o accettare la tua partenza, rassegnarmi e sperare che tu stessi bene? -
Fece una breve pausa, rendendosi conto di quanto avesse trattenuto dentro di sè tutte quelle parole che aspettavano da ben due anni di uscire: nel contempo gli occhi erano leggermente lucidi, preannunciando un pianto che certamente non era destinato ad implorare e richiedere un ritorno al passato. Erano lacrime di rabbia quelle che a breve le avrebbero rigato le lacrime.
Riprese a parlare senza dare ad Haryel il tempo di rispondere.

- Dovevo forse andare a chiedere di te in giro? Nessuno, nemmeno tra i nostri compagni di casata, nessuno sapeva che fine avessi fatto. Nessuno. E io dovevo stare in attesa per due anni?! Haryel, avevo 13 anni per l'amor del cielo! Per quanto fosse forte quello che provavo per te, per quanto ancora io ti sia affezionata, non era abbastanza. Io non ero e non sono Penelope, e tu non sei Ulisse. -
Passarono alcuni attimi di silenzio.
Era stata scortese: no, peggio, era stata crudele. Lei era veramente insensibile.
Le ci vollero pochi istanti per sentirsi male a causa delle parole appena dette.
Fece un respiro profondo, mentre con la mano si asciugò la lacrima solitaria che le era scesa lungo la guancia mentre pronunciava le ultime parole di disappunto contro il corvonero.
Scese con delicatezza dal davanzale, e si avvicinò al compagno, fermandosi esattamente davanti a lui e guardandolo negli occhi.
Alzò il braccio destro e andò a posare piano la sua mano sul braccio del ragazzo.

- Non ti meritavi queste parole. Scusa.. -
Parlò sottovoce, mentre il senso di colpa dilagava in lei: per quanto non fosse più innamorata di lui, non meritava quelle parole.
Non completamente.
Aspettò una reazione di Haryel, senza distogliere lo sguardo da quello del ragazzo.

 
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view post Posted on 7/3/2013, 23:48
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Con la stessa calma con la quale avevo finito di mangiare il biscotto al burro, ascoltai fino in fondo le parole di Jane seguendo con molta attenzione ogni espressione del suo volto. Era evidente che non stesse fingendo, ma forse nutrivo ancora qualche speranza che invece fosse così. Cosa e chi l'aveva portata a diventare così? Ero consapevole di non potermi aspettare, nè meritare, una festa da lei, ma nemmeno tanta acidità e freddezza. Per alcuni versi aveva ragione, ma magari avrebbe dovuto prima ascoltare le motivazioni della mia sparizione. Prima di sparlare a quel modo.
Durante il secondo attacco della corvonero il cuore iniziò a pompare il sangue più velocemente, tanto che riuscii a sentirne chiaramente il rimbombo nelle orecchie. Era come se si fosse attivato un moto d'ira che aveva trovato sfogo nel battito cardiaco. Notai gli occhi della ragazza inumidirsi e, subito dopo, lasciar sfuggire una lacrima prontamente raccolta dalla mano di Jane. Probabilmente due anni prima quel gesto mi avrebbe indotto ad abbracciarla e ad asciugarle le lacrime con la mia di guancia, ma in quel frangente mi lasciò impassibile; non un muscolo del mio volto si lasciò scalfire da quel suo atteggiamento. Forse, lo stare con mio padre nella solitudine mi aveva anche incrudito, oltre che fatto crescere caratterialmente.
Nemmeno il tocco della mano della ragazza sul mio braccio mi fece addolcire... cosa che in passato, invece, mi avrebbe emozionato non poco.
Ormai sembrava tutto chiaro. Le mie impressioni iniziali stavano trovando sempre più conferma a mano a mano che quel dialogo proseguiva.
Quel moto d'ira che s'era insinuato in me e che aveva preso piede in seguito a quel monologo glaciale della ragazza, sfociò nelle parole pungenti:

"Non saprei dire se sei stata più lesta all'accettazione o alla rassegnazione!"



La frase fu pronunciata in un sibilo udibile quanto il tono di voce di Jane di poco prima. Questa volta, però, mi accorsi di essere stato davvero duro... l'impeto d'ira aveva avuto la meglio su di me. Ma pensando a come e se avrei potuto mitigare quelle parole velenose con altre, risolsi che non sarebbe stato il caso. In quel momento. Ma chissà se ne avrei avuto un altro. L'unica cosa che riuscii ad aggiungere, ricordando le parole di poco prima della ragazza,*..Non mi aspettavo di rivederti..*,fu:

"Ad ogni modo, non era mia intenzione sconvolgerti con il mio ritorno. Dovevo pur finire la scuola, PRIMA o poi."



Il viso leggermente più disteso, la voce sicura, forse impercettibilmente tremante, marcò il termine "prima" come a voler far intendere che prima fossi uscito da quell'ambiente, altrettanto prima mi sarei tolto dalla vista e dai ricordi della mia interlocutrice. Mentre la ragazza continava a fissarmi, con gli occhi un po' lucidi, io non riuscivo a non andare indietro con la mente a due anni prima, nonostante quello scambio di battute che iniziava a suonarmi terribilmente come un addio.
 
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view post Posted on 20/3/2013, 17:18
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"- Non saprei dire se sei stata più lesta all'accettazione o alla rassegnazione! -"
Una scossa di sorpresa attraversò il corpo della giovane, mentre con lo sguardo incredulo allontanava la mano dal braccio del ragazzo.
Dunque era quello il modo in cui la considerava? Si era fatto questa idea di lei?
Stentava a crederci.
Se da una parte le dispiaceva essere ritenuta così insensibile, dall'altra si scoprì delusa dal comportamento del ragazzo: non era lei l'unica tra i due ad essere stata scortese.

- Mi conoscevi abbastanza bene, dovresti saperlo. O forse sei stato tu talmente veloce nel dimenticare tutto quello che era accaduto da farti un'idea distorta e personale su quello che io ho provato? -
Aveva marcato volontariamente quel verbo, conoscere, mentre lo pronunciava all'imperfetto, proprio perchè voleva far capire ad Haryel quanto tempo fosse passato e quanto il suo comportamento la stava spingendo ad essere più distaccata che mai.
Stava quasi per ritirare le scuse di poco prima, ma si trattenne: per quanto si stesse comportando in maniera davvero scortese e fredda - un comportamento che non credeva di riuscire ad avere, eppure era stato così spontaneo in risposta alle 'accuse' del corvonero - riusciva a mantenere un minimo di autocontrollo.
Ma non abbastanza per non desiderare di sapere altro.
Perchè il ragazzo fosse scomparso ormai non sapeva nemmeno più se valesse la pena chiederlo: era certa che non le avrebbe risposto, se non con un'altra frase fredda e probabilmente con un'altra accusa.
Incredibile quanto il rapporto tra i due risultasse cambiato a distanza di due anni, dopo tutto quello che c'era stato.
Ovvio, non era una cosa così strana, eppure non poteva non lasciare stupita Jane.
Si allontanò dal ragazzo, andando ad appoggiarsi nella parete di fronte a lui: avvertiva chiaramente i sentimenti di disprezzo e odio che sembravano animare Haryel e voleva stare il più lontano possibile da essi.
Incrociò le braccia, e alzò lo sguardo verso il ragazzo, mentre lui parlava nuovamente con tono sicuro e lievemente distaccato.
"- Ad ogni modo, non era mia intenzione sconvolgerti con il mio ritorno. Dovevo pur finire la scuola, PRIMA o poi. -"
Sbuffò leggermente, guardandolo.

- Seriamente Haryel, pensavi davvero che il tuo ritorno non mi avrebbe minimamente sconvolta? Come avresti reagito tu se una persona che non vedi da due anni improvvisamente ritorna? Avresti continuato a comportarti come prima, come se nulla fosse accaduto?! -
Il suo non era un tono di accusa: ora Jane parlava normalmente, le guance meno rosse, il respiro tranquillo.
Aveva capito che la rabbia non era il modo giusto per continuare quella discussione.

- Seriamente Haryel, parliamone. Che reazione ti aspettavi da me? Cosa dovevo fare? - fece una breve pausa, poi riprese parola, - Voglio una risposta seria. Poi potrai continuare tranquillamente ad accusarmi di essere una persona indifferente al tuo ritorno, visto che è questo che sembri pensare di me-
Si sarebbero parlati ancora dopo quel discorso? Jane non lo poteva sapere.
Eppure aveva bisogno di chiarire, almeno in parte.
Detestava lasciare le questioni in sospeso.

 
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view post Posted on 25/3/2013, 22:26
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Articolo per Jane Read:



Il consumo di the ha origini lontane. La scoperta potrebbe essere avvenuta grazie ad un imperatore cinese: si narra che caddero accidentalmente alcune foglie da un albero in una pentola di acqua bollente e l’acqua assunse un invitante color oro, l’imperatore assaggiò la mistura e si sentì immediatamente più sveglio e rinvigorito. La chiamò “ the”. E' una delle bevande più antiche e, dopo l’acqua, è la più consumata nel mondo. Sulla sua preparazione e sul modo di gustarlo si seguono tradizioni e usanze diverse, spesso a testimoniare una cultura e dei valori che si perdono nella notte dei tempi. Può essere bevuto caldo o freddo, al naturale o con aggiunta di latte, al limone, menta, zucchero, arancio, ecc. Nei paesi orientali si consuma soprattutto il the verde, in quelli occidentali maggiormente quello nero. Nonostante sia così "vecchio", le sue proprietà benefiche non sono ancora completamente conosciute.
Fondamentalmente esistono tre tipi di the: fermentato o the nero, le cui foglie vengono seccate fino a perdere la gran parte di umidità e poi fermentate, semifermentato (o oolong the) e non fermentato (o the verde).
La preparazione del the è importantissima. Sarebbe preferibile che l'infusione del the avvenisse in acqua molto calda, ma non bollente, e che non durasse troppi minuti per evitare di danneggiare i polifenoli. Se l'estrazione del the dura un paio di minuti ne vengono esaltate le proprietà stimolanti, mentre con un'infusione più lunga queste si attenuano a causa dell'acido tannico.
Il the e’ una bevanda priva di calorie, quelle presenti sono dovute all'eventuale aggiunta di zucchero. Al suo interno sono però contenute diverse e interessanti componenti quali: la teina (sinonimo di caffeina), la teobromina e la teofillina che in particolare stimolano il sistema nervoso.
Il the è da sempre conosciuto, oltre che per le sue proprietà organolettiche, anche per quelle curative e regolatrici delle funzioni fisiologiche. Più che come vero e proprio farmaco, è sempre stato usato come bevanda tonica e leggermente eccitante. Chi soffre di digestione lunga e difficile può giovarsi del consumo di the non zuccherato, da sorseggiare mentre si mangia.
Negli ultimi anni numerosi studi hanno dimostrato i benefici in particolare del the verde, nei confronti di diverse malattie. Nello specifico sono stati effettuati degli studi sui danni causati dal fumo di sigaretta e sulle malattie cardiovascolari. Il fumo è infatti una delle principali cause della produzione di radicali liberi, motivo per cui l’assunzione di the sembra svolgere, grazie alla presenza degli antiossidanti, azione preventiva sulle arterie. Il the verde ne ha un contenuto fino a cinque volte superiore rispetto agli altri tipi di the.
Siamo abituati a consumare il the caldo quando siamo un pò infreddoliti o per placare la sete. Frequentemente il suo consumo è un vero e proprio rito; leggende e tradizioni lo accompagnano da secoli. Per usare una citazione di Alice Walker: “il the per gli inglesi è davvero un picnic al coperto”. Oltre alle molteplici qualità già precedentemente menzionate, quindi toniche, digestive, diuretiche, antiossidanti e stimolanti della sudorazione, trova anche impiego nella cosmetica. Ad esempio nel the verde il contenuto di polifenoli, proprio per la loro azione antiossidante, lo rendono utile come costituente di cosmetici per la prevenzione ed il trattamento dell’invecchiamento cutaneo. Grazie ai tannini, il the verde è un valido alleato nel trattare le pelli grasse per la sua azione sebo normalizzante.



Yolanda Gordon

 
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view post Posted on 21/5/2013, 23:40
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Seguii con lo sguardo Jane andarsi ad appoggiare contro la fredda parete lapidea a pochi passi da me e incrociare le braccia al petto. Improvvisamente sembrava più calma. Sembrava che la rabbia in lei si fosse attenuata... ma non del tutto in me. La scottatura che il suo comportamento mi aveva lasciato, bruciava ancora... Non riuscivo a credere che si potesse passare così facilmente dalla parte dell'indifferenza. Se fossimo stati solo amici avrei potuto anche capirlo, ma... avrei detto senza ombra di dubbio che eravamo stati più di semplici amici e non riuscivo a spiegarmi la semplicità con cui lei aveva dimenticato tutto.
Ascoltai ogni sua parola, ogni domanda. Pensai che fossero troppe tutte insieme, per come mi rieccheggiarono nella mente... non sapevo da quale iniziare!

"Che reazione vuoi potessi aspettarmi da una ragazza che credevo mi amasse, due anni fa. E che ero sicuro di amare fino a ieri..."



Aggiunsi per ultimo, lasciandomi cadere le braccia lungo i fianchi.

"Ma hai ragione, erano sentimenti di dodicenni... non è così?"


Un sorriso amaro mi solcò il viso. Dalle parole della ragazza sembrava palese che niente fosse rimasto dei nostri momenti insieme. Anzi, tutto ciò faceva presumere che non avesse perso molto tempo per colmare il "vuoto" lasciato da me.

Ora che tutto sembrava delinearsi, ora che iniziavo ad intravedere la ragione del comportamento di Jane, anche la mia collera sembrava scemare di colpo. Il cuore riprese a battere regolarmente e le tempie, pulsanti, si rilassarono. Ora non le sentivo più gonfie sulla fronte e avvertivo il mio volto perdere quel rossore di qualche minuto prima. Non sapevo davvero cos'altro dire... *Mi sarei aspettato anche solo..."

"...un abbraccio. Mi sarei aspettato anche solo un abbraccio. Niente altro.
Purtroppo, il mio allontanamento da Hogwarts è stato... vitale. Anche se immagino che adesso tutto abbia davvero poca importanza..."



Mentre pronunciavo quelle parole simulai il gesto dell'abbraccio allargando le braccia, per poi riportarle ai fianchi mentre concludevo la risposta.
Rimasi lì, non immaginando cosa sarebbe successo. Solo adesso iniziavo a rendermi conto del fatto che, per quanto la ragazza mi avesse sorpreso, comunque avevo corso un po' troppo con le parole.
 
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