| »Usuratonkachi |
| | Effettivamente, dopo che lei ebbe finito di parlare o di gesticolare, il giovane Tassorosso espose la sua teoria più che valida. Il problema era che, essendo quella la soluzione più semplice, era certo Terry non l'avrebbe seguita comunque. Non che non c'avesse pensato, eh! Semplicemente le sembrava un opzione troppo banale e, allora, il neurone solitario le aveva proposto quella via di fuga alla banalità. Che ora il piano si rivelasse un buco nell'acqua non era molto rilevante.
Sicuramente, però, Terry si allarmò un po' alla prospettiva di doversi giustificare con il possessore del libro, a causa della scomparsa di quest'ultimo.
*Grande genio, tu, mh? Cioè pensi al piano e poi, quando si rivela un fiasco, non pensi nemmeno a cosa comporti? Geniale, veramente un genio del male!* Ecco, magari non le serviva la vocina interiore ripeterle la sua stupidità. Mentre sul suo volto nasceva un espressione corucciatta, su quello del suo compagno d'avventura spuntava un sorriso smagliante e un indice si alzò con fare saputo. Terry rimase perplessa per qualche secondo, insomma cosa aveva scoperto il ragazzo? Ben presto, però, la sua curiosità venne saziata:
- Ho la soluzione. - E con quelle parole si mise a frugare in una tasca deila divisa. Sembrava fosse a caccia di grandi tesori perduti. Un urlo di giubilio poi si espanse, quando riuscì a tirarne fuori ciò che sembrava una piccola pallina piena di aculei. Beh non era chiaro cosa fosse, in realtà. Nemmeno un secondo dopo la scena divenne quasi da spettacolo circense! Il giovane ragazzo inizò a fare il giocoliere con quella sfera acuminata, probabilmente per evitare di farsi male, finchè non riuscì a posarla sul pavimento freddo. Terry, però, non riuscì a contenersi e, a quel siparietto, le scappò una risata divertita. Immediatamente pensò che poteva essere interpretata come offesa e, allora, si tappò la bocca von entrambe le mani e fissò il ragazzo. Non sembrava essere stato turbato, o se lo fu non lo dimostrò. La sua voce, infatti, fece nuovamente capolino per riportare l'attenzione su quella che precedentemente era una pallina spinosa, mentre si inginocchiava:
- Questo è Balder, il mio riccio! - la ragazzina, allora, riportò stupita lo sguardo sull'animaletto descritto. Era vero, sul pavimento c'era un riccio che annusava teneramente l'aria con il piccolo nasino, osservato dolcemente dal suo padrone. Terry non ne aveva mai visto uno da così vicino: il nonno aveva preferito tenerla alla larga da quelle bestioline, che ogni tanto facevano capolino nel loro giardino, perché era certo, la bimba al tempo, sarebbe riuscita a farsi male e far male alla creaturina involontariamente. Concentrata com'era su Balder, così l'aveva chiamato il suo padrone, non si accorse del leggero momento di imbarazzo nel giovane compagno e non comprese a pieno nemmeno la reazione della creaturina tutta aculei, quando la percepì lì di fianco. Non ci prestò grande attenzione, anche se si ripromise di cercare il comportamento animale e il significato di quella reazione, essendo riportata alla realtà dalla voce che sentì spiegarle la decisione di mettere in campo Balder.
- è in grado di ritrovare qualsiasi cosa, giuro. Adesso ci basta seguirlo e ci porterà dritto dritto dal tuo libro! Geniale no?? - la tenerezza con cui parlava del suo animale lasciava sottointendere il profondo affetto che esisteva tra i due. Era bello rivedere quella stessa delicatezza e devozione che, Terry, aveva visto in sè tante volte nei confronti della sua civetta. Sorrise allegra al giovane a fianco a lei, per poi parlare:
"Direi che è adorabile. E potrei adorarlo ancora di più se fosse in grado, veramente, di risolvere il mio dilemma..." un respiro e poi, si imobilizzò completamente. Uno sguardo veloce al ragazzo, uno sbuffo, e un'occhiata pensierosa a lui.
"Momento, momento, momento! Io conosco il nome del tuo riccio, però...sbaglio oppure ho fatto la solita maleducata, senza presentarmi e senza nemmeno chiedere il tuo nome?" Scosse la testa. L'avevano cresciuta con uno spirito molto rispettoso per la buona educazione e ora, cosa faceva? Mandava anni e anni di duro lavoro nel fossato. Il nonno, se avesse saputo, sarebbe arrossito per la verogna e la nonna avrebbe scosso il capo rassegnata.
"Mi dispiace per la maleducazione! Piacere mio, sconosciuto Tassorosso, il mio nome è Terry Raito." Si presentò con un sorrisone sulle labbra, lo sguardo rivolto a lui e la mano destra protesa, aspettando di stringere quella sinistra di lui. Pensò distrattamente al fatto strano che la sua personale vocina petulante non avesse ancora commentato la sua scivolata...
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