Hogwarts Awards 2013

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view post Posted on 31/5/2013, 16:07
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A_STARA_STARA_STARA_STARA_STARA_STAR

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Finalmente il gran giorno era arrivato.
Eh? Come sarebbe a dire “quale giorno”? Ma quello in cui sarebbero stati consegnati i tanto ambiti Awards di Hogwarts, of course.
La Sala da Ballo era addobbata a festa… ma anche no, in effetti, non ce n’era stato bisogno, tanto si trattava di una festa in off e alla fine quegli sciroccati dei partecipanti avrebbero fatto comparire tutto quello che avrebbero voluto, comprese bottiglie di Chianti [citazione necessaria] (se non botti intere) e altri alcolici di dubbia provenienza.
Tutto era pronto: le indicazioni per trovare la strada per la sala da Ballo erano state affisse per l’intera scuola dall’esercito dei suoi schiavi, gli “invitati” (in particolare i vincitori) erano stati adeguatamente minacciati di orribili ritorsioni se avessero osato non presentarsi (che potevano andare da semplici frustate in OFF e in ON ad un’Avada Kedavra in mezzo agli occhi ) e il palco con l’orchestra funzionava a meraviglia.
L’unica cosa che alla presentatrice restava da fare era occultare il pacco con le targhette debitamente realizzate dalla grafica, e la pergamena della grandezza di un foglio A3 con l’elenco dei vincitori per ogni categoria. Inoltre, per quella serata aveva un piano preciso e quanto era vero che era stata una Corvonero, lo avrebbe messo in atto. A quel punto, non restava che aspettare che i primi sciroccati mettessero piede in Sala per dare inizio alle danze… e al delirio!!!!
 
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view post Posted on 31/5/2013, 17:30
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Emily abbassò gli occhi sull’orologio a pendolo che portava al polso.

*E’ tardissimo, dove si è cacciato?*

La sua esile gamba batteva un ritmo serrato sul pavimento di pietra ma… Perché il suo collo penzolava a quel modo?
Ebbene Emily Rose si trovava sull’alta torre di Astronomia, poggiata contro un ampio oblò di marmo nero e lasciava che una lunga, lunghissima treccia, di almeno diciassei metri venisse scossa dal vento di Fujin.
Il principe tardava e Raperonzolo Emily avrebbe fatto tardi per l’entrata trionfale nella Sala da Ballo.
Sbuffò, prese la spada di Godric Grifondoro dalla giarrettiera e tagliò i capelli con un colpo netto mentre con uno schioccò di dita fece comparire tanti piccoli topini.

Ho trovato!
Ho trovato, ho trovato
Il vestito è un po' antiquato...
Ma se noi ci diam da fare...
Si può rimodernare.
Con un bel nastro intorno
E del punto a giorno
Potrà alla festa andare, divertirsi e ballare
E sarà fra tutti quanti la più bella!
Svelti, svelti
Ad aiutare, per la festa...
Cenerella, deve esser la più bella!
Su diamoci da fare!
E faremo un bel vestito a Cenerella!


Si si ok. CIANCIO alle BANDE e mettetevi al lavoro!

Asserì la rossa mentre scendeva per fare a patti con il drago che faceva da guardia alla Torre.

Non mi frega nulla che sei Sofia la ragazza Drago, togliti dagli zebedei o ti malmeno con il bastone di Von Kraus


Tornando di sopra diede fuoco all’abito che i topi le avevano confezionato: il rosa non le donava affatto, ed optò per un vestito lungo dallo spacco altissimo ed un paio di tacchi vertiginosi che le diminuivano l’altezza dai 2 metri all’ 1,70.

Fece giusto in tempo per aggregarsi all’orda dei Serpeverde che stavano facendo il loro ingresso nella sala, a capo dei quali sfilava la caposcuola, Aryadne Cavendish, tenendo in alto un grande cartello che narrava:


“ Because Evil is Sexy “



Emily ridiede il bastone a Vagnard: porello, non poteva partecipare al Ballo senza potersi atteggiare alla Rafiki.

Seguendo le innumerevoli indicazioni, si avviò verso la sezione della Sala dedicata agli amanti del grudare.
Con la sua mascella nuova di zecca che faceva pendant con la mandibola, poteva finalmente dare sfoggio del suo grudo interiore.


 
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view post Posted on 31/5/2013, 17:46
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7° anno - I love Corvonero *Ex-prefetto Corvonero*

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Yolanda non aveva proprio voglia di andare da nessuna parte,
perché avrebbe tanto desiderato stare
sdraiata sul letto a leggere e scrivere!
Ma c'erano Hogwarts Awards,
ed erano i suoi primi Hogwarts Awards!
Cosa si doveva aspettare?
Non lo sapeva ancora,
ma scese controvoglia nella sala da ballo,
spintonata dalla fiumana di studenti che vi si dirigevano.

*Che palle, 'sti pischelli...
levatevi dalle scatole,
che arriva una delle Corvonero più secchione.*

Chissà se avrebbero aperto un varco
per lasciarla passare,
se l'avessero sentita parlare così?!?
Ma non aveva nemmeno voglia
di fare la gradassa,
quindi cominciò ad usare i gomiti per farsi strada,
e raggiungere il palco.
 
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Kommurg Fenix
view post Posted on 31/5/2013, 18:02




Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah.
Ok basta, grudare. Cioè , c'è un limite at all, per dianananana.
Ok.
Kommurg rotolava nella sua camera, situata nella sala comune dei Serpeverde, come un covone di fieno in cima ad una collina.
Grudava come pochi, il che è grave.
Si alzò rotolandosi e prese un biscotto all'arancia.
Non contento lo sputò sulla mano e si pulì immergendola in una barile di birra da 4534957832947563479569 gradi.
LA mano di Kommurg bruciò e, non contento, per evitare che le sue dita si polverizzassero come cenere diede un pugno alla finestra che dava sul lago. Immediatamente si trovò immerso dall'acqua.
Kommurg nuotò come una gsdfsef e salutò un polipo, che non è carnivoro. Poi si domandò se era proibito fare il bagno, ma lui si ne fregava perchè era un vero REBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBEL !!1!!!1!!1!.
Uscito dall'acqua cominciò a grudare dalla gioia.
Voleva salvare il mondo dalla razza ariana perchè si credeva superiore.
Quindi riprese a rotolare come un covone fieno verso il castello.
Riuscì ad accodarsi alla mostruosa orda di gente che stava entrando nella sala da ballo.
Prese qualche bottiglia di birra cominciando a spaccarle in testa a quelli che passavano. Se gli capitava, ne beveva sei o trecento di fila.
Entrò finalmente in sala grande con degli stracci bagnati addosso cominciando a lanciare biscotti all'arancia appena sputati da tutte le parti. Quindi diceva alla gente che i covoni di fieno sono i migliori.
Senza un minimo di ritegno cominciò a grudare.
Evviva i GRUDI!
In particolare notò che anche Emily grudava , gli diede un barile di birra, e si unì al grudo.
Quindi riprese a rotolare.

CHOGORI VI PUNIRA' STOLTI!
VI SALVERO' GUIDANDO UN COVONE DI FIENO!

Poi uscì, scalò l'Everest, tornò con tre Bombe atomiche.
Fece esplodere il Castello (e probabilmente mezzo Regno Unito) e fece smaterializzare tutti al Concordia Plaza, in Karakorum.
Lì tirava vento e tutte le donzelle con le gonne sarebbero state simpaticamente scoperchiate.
Andò da Marge, gli spaccò una bottiglia di Vodka in testa, e se ne andò.

 
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Melody Jackson
view post Posted on 31/5/2013, 18:35




Quella mattina arrivò lenta.
C'era qualche festività,ma Melody aveva da fare.
Doveva scrivere una poesia,andare in Alaska e poi in America e scrivere una relazione su quale delle due fosse meglio,incontrare qualche persona famosa ,volare da un grattacielo , farsi sigillare in una macchina ghiacciata che l'avrebbe fatta risvegliare nel futuro e una volta lì trovare un modo per tornare nel passato. Ma forse sarebbe stato meglio rimanere nel futuro.
Ma era anche vero che erano troppe le cose .
Decise quindi di fare un agglomerato interstellare di <del>polveri,gas..Nebulose ? Naah,basta acuola !
cose. Ma doveva anche marinare la scuola e andare a nuotare quindi era meglio andare subito in Alaska,cosa che fece. Ma per andarci doveva avere un mezzo di trasporto,e perchè non provare a volare ?
Quindi Mel scalò il grattacielo di P.Roma e si butò dal terrazzo,gridando

I BELIEVE I CAAAAAN FLYYYYYYYYY

Ma qualcosa andò storto,perchè cadde con la testa nel pavimento ,che si ruppe,e si ritrovò in cina,una cina con dei draghi..

Melody pensò a un cartone dove accadeva una cosa del genere ma salutò i draghi. Non aveva volato,doveva riprovare. E riprovò. E questa volta cadde in Alaska,dove fece un buco nel ghiaccio e nutò. Prese il respiro,togliendo le branchie a un pesce e nuotando fino agli USA. nel mondo amrino c'erano due cartelli 'America Nord' e 'America Sud'. Si fece bendare gli occhi da un pesce gatto e prese una direzione a caso. Poco dopo si trovava a Holliwood,a fare foto con persone famose. A questo punto andò sull'Everest,scalandolo con un piccone e,una volta in cima,iniziò a comporre poesia,lanciando le carte stropicciate come se fossero caccole insignificanti. Per rendere la cosa più realistica prima le intingeva in un secchio giallognolo,poi le lanciava a 2000k/h sulle testa dei poveri passanti. O magari sui nasi.
E alla fine scrisse una poesia sulle caccole gigantesche che volavano dall'everest. Una meraviglia.
Scrivere una poesia √
Andare in Alaska e poi in America √
Scrivere una relazione su quale delle due fosse meglio X
Incontrare qualche persona famosa √
Volare da un grattacielo √
Farsi sigillare in una macchina ghiacciata che l'avrebbe fatta risvegliare nel futuro e una volta lì trovare un modo per tornare nel passato. X



Mancavano solo due cose. Ma Melody non poteva mancare a quella festa,quindi volando tornò a Hollywood e ,ingaggiando SuperMAAAN volò fino a Hogwarts,proprio sul palco.

I BELIEVE I CAN FLYYY
 
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view post Posted on 31/5/2013, 22:13
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Urca Urca la Mazurca.
Era scoccata l'ora ics del giorno ics di un non meglio precisato anno ypsilon. Preferiva di gran lunga la ypsilon alla ics perchè le piacevano i balli di gruppo e quella sera avrebbe fatto la sua splendente comparsa in Sala da Ballo al passo dell'Alligalli. Era riuscita, con notevolissimo sforzo, a non trincare come una dannata (in realtà qualche parente serpente aveva nascosto la chiave della cantina dentro ad un bicchiere di bava di martinaccio e lo aveva piazzato perfidamente in freezer, nascondendolo fra le frattaglie del quarto di bue muschiato). Ma il banchetto sarebbe stato fornito di ogni succulento beveraggio graduato e già pregustava il doppio carpiato con avvitamento con il il quale si sarebbe fiondata nella ciotola della sangria. Era vestita di viola perchè lei non era superstiziosa, in realtà lungo il tragitto dai Sotterranei alla Sala da Ballo aveva tranciato con la motosega tre scale ed aveva costretto Alexander Black a passare per primo appena dopo l'attraversamento del corridoio da parte di un gatto nero. E difatti il giovane fu schiacciato da un macigno crollato misteriosamente dal soffitto. Scansando distrattamente i resti del Grifondoro giunse al piano terra iniziando a muoversi tre passi a destra e gamba in aria, tre passi a sinistra e gamba in aria, poi uno dietro e l'altro avanti, infine tre balzelli. In pratica pareva una macabra danza indigena priva di logica o un can can sbilenco ballato da uno zoppo, ogni tanto si attorcigliava su se stessa, come una tenda (viola) agitata da un uragano.
Entrò canticchiando


"E la Mazurcaaaa, che ballava la mia nonnaaaaaa, con le trecce a penzoloni e con i mutandoni sotto la sua gonnaaaa"

Ah già, doveva essere l'Alligalli, non la Mazurca. Ma il pensiero dei mutandoni la fece sobbalzare, tirò appena su da una parte la tappezzeria viola occhieggiando l'enorme trina che faceva capolino, dono gradito di un certo Fantocci ugo. O Fantacci. O Forse Mortacci. Ma assieme alla trina si intravidero anche dei notevoli peli di cinghiale spuntarle dai polpacci, la sua estetista aveva terminato le lame di pennato ma le aveva suggerito di affittare le gambe alla Comunità di Fachiri di Capalle in cambio di una camionata di Falanghina. Suggerimento accolto da scene di giubilo e gioioso lancio di ciabatte. Qualcuno aveva esagerato con i lanci catapultando la nonna dalla finestra ma non divaghiamo. Tuttavia quei pivellini di studenti non avrebbero compreso il fascino della setola, lasciò cadere il lembo della tenda in broccato che era la sua gonna (viola), annusò l'aria come un cane da tartufo, puntò il tavolo dei beveraggi come un cane da penna e si fece strada come un alano assetato, evitando con una capriola alla Nadia Comaneci una bottiglia di birra che un pazzo Serpeverde tentò di spaccarle sulla testa prima di rotolare via convinto di essere un covone di fieno.

*S'andà bene ...*

 
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view post Posted on 31/5/2013, 23:04

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Era venntordici e diciassei quando Spencer si presontò in sala da ballo,
c'e una festa...il che rendeva molto felice il docente che per una sera
avrebbe potuto fare ciò che voleva...p non capendo se ubriaco o
strafatto vide che in mezzo alla sala grande spuntò una vasca da bagno...
e immergendosi....si mise a cantare....

Una brutta giornata
chiuso in casa a pensare
una vita sprecata
non c'è niente da fare
non c'è via di scampo
mah, quasi quasi mi faccio uno shampoo.

Uno shampoo?

Una strana giornata
non si muove una foglia
ho la testa ovattata
non ho neanche una voglia
non c'è via di scampo
devo farmi per forza uno shampoo.

Uno shampoo?

Scende l'acqua, scroscia l'acqua
calda, fredda, calda...
Giusta!
Shampoo rosso e giallo, quale marca mi va meglio?
Questa!
Schiuma soffice, morbida, bianca, lieve lieve
sembra panna, sembra neve.

La schiuma è una cosa buona, come la mamma, che ti accarezza la testa quando sei triste e stanco: una mamma enorme, una mamma in bianco.

Sciacquo, sciacquo, sciacquo.

Seconda passata.

Son convinto che sia meglio quello giallo senza canfora.
I migliori son più cari perché sono antiforfora.
Schiuma soffice, morbida, bianca, lieve lieve
sembra panna, sembra neve.

La schiuma è una cosa pura, come il latte: purifica di dentro. La schiuma è una cosa sacra che pulisce la persona meschina, abbattuta, oppressa. È una cosa sacra. Come la Santa Messa.

Sciacquo, sciacquo, sciacquo.
Fffffff... Fon.


Così dopo essersi lavato...uscì da vasca da bagno e con i vestiti tutti bagnati iniziò
a volteggiuare per la sala da ballo....e gridando


Wilsooooooooooooooooooooooooonnnnnnnn I'm Sooooorry

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view post Posted on 1/6/2013, 12:46
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A tutto c'era un limite si era detto. E gli Awards di Hogwarts [tre tigri contro tre tigri, sopra la panca la capra campa, sotto la panca la capra crepa] erano fra quei limiti che si era ripromesso di non valicare mai più. Mai. Vuoi perché il delirio era tale che alla fine gli usciva pure dalle recchie, vuoi perché non sapeva se era più triste chi voleva far ridere [e lui non voleva far ridere, ma far piagne, quindi a prescinde andava bene comunque per sé stesso] e più divertente chi voleva far piangere, il ragazzo aveva giurato sulle mutande di pora nonna che, basta. Basta deliri.
Ma, poi, aveva scorso la presumibile lista degli invitati. E l'aveva vista. Lei. Sì, lei. Colei che poteva portarlo nel Valhalla, colei che a cavallo di una nobile Manticora, tirava pedate a destra e manca contro i disgraziati che osavano intralciare il suo cammino. E allora daje giù: doveva partecipare, solo per una volta ancora. Poi, dall'anno prossimo, ciao a tutti chi ve se in-------------------.
*Perbacco, niente parolacce! Sì, scusi. È che rendeva bene l'idea. Insomma, aveva dunque passato le giornate precedenti a far lavorare in una cantina quattro o cinque cinesi nonne, perché si sa che come lavorano loro, manco le industrie. *Non è molto politically correct...* Senti, non rompermi i maroni, io sono il narratore e se dico 'na cosa è quella capito? Capito. 'Namo avanti.
Era pronto per un'avventuuuura! Ed era dunque partito e giunto balzelloni quattro ore in anticipo, appostandosi dietro i portoni della Sala Grande, in attesa, preparato a puntino. Lì per lì aveva pensato ad una mise da Uomo Sigla. L'idea di spuntare fuori da una torta era meravigliosa, le pailettes sul vestito che l'avrebbero fatto brillare come una palla da discoteca o come Edward Cullen, dir si voglia. Alla fine aveva optato per altro: una valchiria non si conquista con così poca virilità. Ci voleva qualcosa di incisivo, importante, imponente. E quelle nonnine cinesi avevano fatto un ottimo lavoro con lui. Ad uno ad uno vide entrare le persone più strambe e lì per lì fu quasi colto dalla voglia di grudare, ma resistette. Resistette finché non riconobbe quei fantastici pelazzi sulle gambe. Eccola. Camille. La Valchirica cavalca-Manticore. E oh! Se l'amore per lei poteva rinsaldarsi, nel vederla scavalcare con grazia innata i resti di quell'Alexander Black martoriato, allo stesso modo in cui si evita una carcassa di mucca nel deserto del Sahara. Non ci sono mucche nel deserto, ma semmai ci fossero state, beh Camille le avrebbe scavalcate allo stesso modo. Non volevo dire cacche per essere poco carino, quindi ho censurato con mucche. (?)
Ma lei, con grazia innata, spalancò il portone dietro il quale il fanciullo era nascosto, spiaccicandolo come una mosca sulla finestra. Poco male, si disse, questa era la forza dell'ammmore! Subito il ragazzo si arrabbattò, cercando di sorpassarla e fare la sua splendida entrata in scena. Prese una dubbia scorciatoia, raccattò per strada una torta con le rotelle che incantò affinché lo seguisse, e si ritrovò di fronte Camille che muoveva l'anca; aveva preso ripetizioni da Daddy?
Poco importava: uno schiocco di dita e la vestaglia calò, rivelando il suo outfit. Pantaloni eleganti, stivali ben lucidati e camiciolina di lana del Castoro Norberto, quella che aveva acquisito dopo numerose battaglie al circo dei biscugini Orfei e Luppolo e consigliata da un gvaaaande intenditoooove! Lanciò in aria l'indumento e nel mentre si allisciò un sopracciglio, mangiò mezzo chilo di mentine, e alzò poi le braccia, infilandosi la camiciolina in un sol colpo.

« Uh, yeah! » Al secondo schiocco di dita, la superficie della torta si spalancò ed apparve una nonnina cinese vestita da uomo sigla — Beh? Qualcuno doveva pur farlo. — che cominciò a cantare in sottofondo:
« OH YEAH! NELL'IMPERO LUI È IL SOVRANO! È UN GENIO, È UN VULCAAANO, DOPO IL NULLA C'È SOLO LUIII E SAAAI PERCHÈ...!!! »
Ah, sì ora c'era tutto. Accompagnato dal ritmo mambo mambo namber faiv della nonnina-sigla, Horus avanzò a passo di pasquella [un po' come quella che ballarono a caso Hermione e Harry nel settimo film] verso Camille.
« SIIIIIIII E' LUUUUUUUUUUUUUI IL SIGNORE DELL'IMPEROOOO PEPPEREPPEEE' PEEEEE'... »
Ammiccò alla donna, ancora pochi metri li separavano.
*E se mi rifiutasse?* Hai una camiciola del Castoro Norberto, c'è chi venderebbe il diavolo all'anima per averla. Non può rifiutarti, ciccio. E SE LO FACESSE?* Allora fa' sta figura de mè, poi pija quello che devi da pijà, dai calci nelle chiappe a padellate sulle gengive, e levati dar cà.
« Ciao, bebi. » Le disse infine, alzando e abbassando le sopracciglia con fare macho. Non seppe se ammiccava più al viso o ai pelazzi delle gambe, poco importava. Donna barbuta sempre piaciuta.
« PEPPEPERE RE PERE! »
 
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view post Posted on 1/6/2013, 13:22
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In quel pigro pomeriggio Mya se ne stava a mo' di salamotto riversa sul letto della sala comune. Dormiva, mugulava, sbavava sul cuscino senza rendersene conto, mentre nella sua testa comparivano serie di immagini che la zia Arya, divinità assoluta dell'ormone selvaggio, le aveva passato sottobanco la sera prima.
Per i primi due fustacchioni Mya si era sentita in colpa - o almeno così doveva far credere per salvaguardare la sua 'buona' ( ma dove?) immagine - ma dal terzo in poi, quello che sul corpo si era fatto tatuare la divina commedia forse dai tempi della maturità passata con 60/100, ogni remora era svanita. Sti fagioli del suo pseudo-fidanzato, quella sera lui era sembrato anche piuttosto impegnato per darle conto ( salvo poi scoprire che stava giocando a the Sims, cercando di tradire la simmina moglie con altre 10, perché " oh. Se realizzi l'ambizione della vita, la barra diventa argento e te stai shallo per sempre. Puoi anche farlo pisciare addosso o farlo sbranare dai cani, lui sarà comunque felice".)

...come sono arrivata a tutto ciò?
Torniamo al nostro studente modello ( di intimo) e a Mya-salame arrotolata nel letto. -...canto III...nhhh...non lo gnnnicordo bene...puoi girarti così ripassonnnngnnnn - mugugnava la ragazza, un attimo prima di rigirarsi nel letto, sbattere la capoccia al comodino e ruzzolare giù da questo con la grazia di una Platinette su un tacco 15. Tutto questo sotto il giudizio di Rudy che con la testa continuava a premere il pulsantone rosso, disegnandole una X in piena fronte.
- No Rudy nooooo - si ritrovò a gridare con il braccio teso verso l'uomo dalla sacra pelata, che una volta raccolto il pulsantone sotto braccio si avviava verso il bagno della camera. La ragazza-salame, strisciando come un verme si era avvinghiata alla gamba dell'uomo per non farlo andare via, ma nel farlo si ritrovò a strofinare la guancia su una superficie ruvida e grezza. * Devo parlare col tuo stilista...*
Nel riaprire gli occhi, tornando alla realtà , nella realtà, la ragazza si ritrovò semplicemente avvinghiata alla zampa del letto di Trhesy affianco al suo. La camera vuota, nessun uomo e nessuna x in fronte a giudicare dal riflesso nello specchio.

Già, erano tutti andati. Quella era la sera in cui sarebbero partiti gli Awards.
E come dimenticarli dopo che Caroline aveva fatto talmente tanta pubblicità da coprire addirittura i bandoni allestiti per la campagna elettorale. I politicanti avevano anche provato a ribattere con sdegno all'onta, minacciandola di denunzia e detenzione, ma dopo che taluni di loro avevano trovato la propria auto parcheggiata sul tetto a mo' di parafulmine , avevano lasciato correre. Da cosa dipendeva poi quell'euforia? Forse da quando aveva cucinato il cuore di Biancaneve in salsa barbecue, per poter tornare giovane, le era tornato anche lo schiribizzo di darsi alla pazza gioia.
Boh, ma a lei che fregava? Tanto agli Awards non sarebbe andata. Quell'evento aveva perso lo smalto (?) di un tempo, e da quando Jay e Je se n'erano andati la voglia di prendervi parte era scivolata nelle fogne,a mangiar pizza assieme alle tartarughe ninja. Le era anche balzata in testa l'idea di proporlo al suo pseudo-fidanzato, ma quando questo se ne era uscito con la sfavillante frase " Hai visto gli Awards? Voglio provarci con...." le braccia di Mya si erano letteralmente staccate dal corpo come Mister Potato.

Quegli Awards non s'avevano da fa.

TOC TOC

- chi è? - chiese la tassorosso ancora abbracciata alla gamba di legno del letto senza la minima voglia di alzarsi. Nessuna risposta parve giungere all'orecchio della ragazza, rassicurandola del fatto che avrebbe potuto continuare a fare il koala addosso all'albero, smangiucchiando foglie di eucalipto.

TOC TOC

* E vaffanbene oh.*
- Chi è? - chiese nuovamente riuscendo a dissimulare il nervoso con una vocina di un'innocenza disarmante. * Il lupo mangiafrutta uhhhuh, no conosco un solo lupacchiotto che mi cambia la borsa dell'acqua calda quando sto male, ma stasera ha da fare...gnnnngnnngnnn* . Senza accorgersene la tassina aveva preso a rosicchiare la zampa del letto.

TOC TOC

- Ma
A Mya partì definitivamente la brocca.
CHI
Si rialzò frettolosamente da terra sfilandosi dal bozzolo di stoffa e rinascendo come belizzima farfalla No.
Ca**o
Raggiunta la porta la ragazza afferrò la maniglia e la spalancò con talmente tanta forza che un altro po' se la sarebbe suonata sui denti.Mya si ritrovò ad osservare la figura di una sconosciuta, che sembrava appena uscita da una sfilata di moda organizzata all'interno di un manicomio, dove la modella più sciatta indossava due pagnotte di pane raffermo ai piedi, sfoggiandole come fossero crocs. Con il solo risultato che avrebbe fatto cagare in entrambi i casi.
La ragazza dal biondo e geometrico taglio di capelli indossava un abito a pantalone giallo, con diversi riporti in nero sulle spalle e in vita. Strane macchie di colore si stagliavano come trama sul tessuto simil-lycra aderentissimo della sconosciuta, e con uno sguardo più attento Mya notò che erano teste con orecchie da topo. Grandi e nere orecchie da topo. La stessa forma tonda che si ripeteva sugli occhiali da sole che la tizia ostentava, e che quasi la facevano somigliare ad uno scooter con gli specchietti laterali retrovisori. Orecchie da topo ovunque.
* E meno male che hanno finito di girare l'ultimo film prima che la Disney assorbisse anche Harry Potter*
Quindi restava una domanda da completare.
...sei?la voce più pacata, il tono dubbioso.
Una stramba creatura alla sua porta.
Che gli Awards fossero stati spostati nei sotterranei?


Si lo so, stamo ancora al dormitorio, ma tranquilli...ci arriviamo in sala grande 8D
 
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Aryadne Cavendish
view post Posted on 1/6/2013, 15:18




Si guardò allo specchio e una rossa malpela (con pochi peli e molto maiale male) le restituì l'occhiata chiedendosi con vigore "minghia guaddi?". Voleva rimanere in camera, nel suo dormitorio sempre vuoto (le mie compagne devono avere un'attività sessuale maggiore della mia *cough cough* forse NO), a poltrire beatamente a stella sul letto, dimenticandosi totalmente di essere la signorina col bastone nel deretano educata che era sempre. E invece no.
MAI 'NA GIOIA.
Doveva uscire dal dormitorio, doveva andare agli Hogwarts Awards a farsi dire che era la maiala dolcissima più porca zuccherosa della Scuola. O a farsi dire che come studentA faceva schifo anche quell'anno. Per fortuna aveva altre doti (no, non la terza gamba).
Si mise uno dei suoi vestiti random (non Cromwell, anche se si sarebbe volentieri vestita di lui), uno dei soliti mega-turbo-gnocchissimi che la facevano SeSSiSSima ma che ovviamente non le avrebbero fatto rimediare il becco di un bacio. O una palpatina, si accontentava pure di una palpatina.
Si avviò verso la sala grande con una musica in testa.
TUTUTUTUTUTUTUTU I GOT THE POWER!
Sapete, i capelli lunghi fanno un bell'effetto con il vento dei corridoi pieni di spifferi.
Fece il suo ingresso nella Sala Grande agitando i capelli da ogni passo (per la serie sono-gnocca-solo-io) e notò che metà della gente era già devastata. L'altra metà non era ancora arrivata. Fece il segno della croce a molte persone.
CHE LA DIVINITA' ORMONE SIA CON VOI E VE FACCIA RIMEDIARE!

 
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view post Posted on 1/6/2013, 15:46
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Aguzzò lo sguardo languido, il tavolo dei beveraggi era ben fornito ma non c'erano recipienti abbastanza capienti da fare al caso suo. Con somma gioia adocchiò una enorme vasca spuntata magicamente al centro della Sala, pregustando un bagno alcolico alla Caipiroska ma aveva bisogno di qualche aitante sguattero di nome Kronk che ripulisse il nero di seppia lasciato dal docente di Astronomia.
Gli occhietti da furetto di quel corpo astronomico erano sempre rivolti verso il cielo, ma un'occhiatina a terra ogni tanto avrebbe pure potuto darla, giusto per scansare le cacche di bisonte. Senza contare gli auspicabili e sporadici bagni in tutti i mari, in tutti i laghi e in tutti i luoghi, in tutto il mondo e l'Universo. Si tornava sempre all'Astronomia.
Vabbè, concentrò la sua attenzione verso ben altri succulenti Universi, bianchi, rossi e rosè, prese la rincorsa piegando le ginocchia, ondeggiò il bacino come aveva visto fare ad un Corvonero indemoniato ma dovette piantarsi a terra coi chiodi perchè avrebbe centrato il tipo egiziano dal cognome lungo come un codice fiscale che le si parò davanti in vestaglia. Inarcò uno dei suoi folti sopraccigli, si guardò intorno in cerca di una leva che avrebbe aperto la botola sotto di lui facendolo precipitare nella fossa dei coccodrilli ed aprì la bocca pronta a coprirlo di improperi quando la vestaglia calò ed apparvero pantaloni eleganti, stivali lucidi ed un non meglio precisato indumento striminzito che il giovane lanciò in aria. Seguì con lo sguardo la palla di stoffa che volteggiava, perdendosi l'ingurgitamento di mentine, il rosso egizio riuscì ad indossarla in un sol colpo e, quando la camiciola aderì al fisichino niente male apparve l'immagine stampata del Castoro Norberto in tutto il suo fulgido spendore.


- Plin Plon ... comunicazione di servizio ... se qualcuno trova la mascella del Ministro è pregato di raccoglierla delicatamente e di riportarla al legittimo proprietario ... plin plon -

Oh, my God, che visione celestiale. Ammutolita come una vergine di fronte al Minotauro, ammaliata da una malia ammaliante di Amelia la Strega che Amalia, colpita da una freccia scoccata da Cupido, la cui mira parve lasciare alquanto a desiderare perchè l'idiota le prese il lupino del dito mignolo del piede, imbambolata come l'ameba Black nell'Armadio di Mary Poppins, il violaceo Ministro rimase a fissare la mise di Horus-Norby mentre una non meglio precisata nonna cinese (probabilmente la nonna di prima lanciata dalla finestra che aveva bucato la crosta terrestre ed era sbucata dall'altra parte del globo con gli occhietti a mandorla) uscita da una torta con le rotelle gracchiava come una pojana torturata. Ma la vocina dell'Esorcista giungeva alle orecchie del Ministro come il soave canto di un usignolo.
E mentre il Tassorosso avanzava non si sa bene come alzando ed abbassando le sopracciglia come qualcuno che ha un tic, la valchirica Camille prese a sbottonarsi il violaceo tendaggio in taffetà sbattendo le lunghe ciglia mentre cantava


"Finché il mondo gireràààààà, così la gente capiràààààà, che la tua vita inizia quiìììììììì, che la tua vita inizia quiììììììì, che la tua vita inizia quììììììììì...."

La tenda cadde a terra lasciando la donna in camiciola: una bella camiciolina di lana con la stampa della Mangusta Mirella in bella vista. Lasciò la luuunga gonna viola, con le setole che si ritrovava di certo qualcuno avrebbe dato il via alla caccia al cinghiale suonando il corno.
Poggiò una mano sulla spalla di Horus/Norby e terminò la frase gracchiandogli nell'orecchio con tutta la suadenza, la reminiscenza, la bellenza, la femminilenza, l'eleghenza e la flautolenza che aveva appreso seguendo un corso per corrispondenza


"... con ME!"

Ammiccò aggiungendo

"Hola guappo, che ne dici se vengo su da te così mi fai vedere la tua collezione di vini egiziani?"

Lei gli avrebbe fatto vedere la sua collezione di setole di cinghiale. Quid pro quo.

 
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§ Hekàte
view post Posted on 1/6/2013, 16:22




Anche quest’anno manifesti giganti con la foto dell’ex Preside Dalton erano appesi su ogni muro della scuola abbastanza grande da contenerlo; a quanto pare i cartelli “divieto di affissione” erano stati ricoperti da riproduzioni altrettanto disgustose e centrini all’uncinetto fott ehm rubati dal vecchio ufficio della Umbridge.
Vagavo ormai da ore per la selva oscura che la diritta via era smarrita in cerca della Sala Grande, le tasche piene di biscottini avvelenati che ogni tanto lanciavo dietro di me, non avrei avuto problemi dopo a trovare la strada di casa: sarebbe bastato seguire la scia delle mie vittime. Il biglietto da visita, stampato in viola in settordicimila copie, dopotutto, diceva


Hekà: rapper tamarra, alta 180 centimetri e di peso di qualche tonnellata.
Treccine su tutta la testa, ghigno malvagio e cazzotto perforante. (?) [citazione necessaria]


Saltellai per gli ultimi metri varcando il portone spalancato, sperando di non incontrare i miei compagni di role cui dovevo una risposta da vettordicimila secoli (soprattutto Von Kraus e il suo magnifico bastone), notando con piacere che regnava già il Caos. Piombai dentro spargendo briciole tutto intorno e urlando
"CAOOOOOSSSSSSSS”
*Che il potere della tag sia con noi*

 
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view post Posted on 1/6/2013, 16:22
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Sometimes I can feel my bones straining under the weight of all the lives I'm not living.

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Pum.
Pamf.
Dong.
STONK.
« Ma li mortac-UMPF. » L'epiteto dolce, soave et cortese non trovò mai sfogo dato che una sana sprangata nei denti - visto che qualcuno lassù aveva deciso che no, ruzzolare per le scale non era abbastanza - sigillò per una buona volta il fiume di parole; non seppe come ma riuscì a mantenere intatto il telefono pacco - d'altronde, si sa, il vecchio Nokia non è acqua (?) - e anzi non era caduta neppure la linea.
*Ah vedrai, il capitombolo l'ho fatto io. Ma poi chi cacchio è 'sta Lina?* Scosse la testa rintontita, vedendo di sfuggita due o tre sorci verdi rincorrersi amorevolmente mentre nelle orecchie risuonava la voce di Mara Maionchi. "Effetto sorpresa.. suono curioso.. massa non indifferente, ma per me è no." Le rise in faccia e chiuse la comunicazione.
Miseria, ce n'era di gente strana, neh.
Il facocero appena ruzzolato con grazia et garbo dalle scale si rialzò di scatto, sdegnato, con qualche ecchimosi fresca che faceva capolino qua e là donandole un naturale effetto leopaVdato - che sicuramente Paula-Dama in Boa avrebbe reputato addirittura divino.
E si che lo sapeva, lo sapeva che quella cacchio di bara messa proprio lì a tradimento in cima alla rampa prima o poi l'avrebbe tratta in inganno e proprio quel giorno si era ritrovata col piede nella fossa. Tu guarda strano.
Ma non poteva attardarsi ulteriormente, così con una carretta al suo seguito, raggiunse il suo personalissimo T.A.R.D.I.S - It's bigger inside ifyouknowwhatitmeans - trascinandosi il considerevole peso dietro.
« Carrrry oon, carry on! Carrrrry oooonnnn! »
Il facocero, dopotutto, doveva pur tornare nel suo habitat naturale, no? E cosa meglio del Polo Nord? Sì, proprio l'infinita distesa di lava, proprio lì dove si trova la fabbrica di cioccolato Babbo Orso, Mamma Orso e Riccioli D'oro.
Ma comunque, mica ci andava per divertirsi, eh, era pur sempre lavoro quello; e il lavoro, lo sapeva, veniva prima di tutto, oramai l'aveva imparato dopo che sette nani malefici le avevano bombardato i timpani col loro ritornello nevrotico. Cosa c'è poi da imparare da sette tappi di bottiglia che marciano con un piccone, beh...
Tic, toc.
Tic, toc.
Erano i minuti che scorrevano? Doveva affrettarsi, o il Bianconiglio non le avrebbe lasciato scampo!
"Don't stop, make it pop!"
Ah, no, per fortuna era solo quella sguat- Ke$ha. Era ancora in tempo, allora.
Fece il resto della strada a zampa di gallina, inciampando qualche volta in teschi disseminati nel terreno per poi arrivare al portone; i suoni non lasciavano speranza: lì dentro doveva essere un mortorio.
*Ma che caz-? Non ditemi che i Vucumprà m'hanno preceduta vendendo tutte le scorte di camomilla?* Eh no. Era lei a dover possedere il predominio lì, quella era la sua area di commercio, diamine; e avrebbe guadagnato fino all'ultima banconota del Monopoli, finta che fosse.
Strattonando il carretto entrò col cipiglio deciso e materializzando dal nulla un tamburo e un megafono iniziò a strimpellare per bene e grudare per attirare l'attenzione - se vi state chiedendo come potesse tenere in mano un megafono e al contempo suonare un tamburo, sappiate che lei è la figlia diseredata della dea Kalì e Dr. Octopus. 'nsomma, n'aveva problemi.
« EPITAFFIIIIII! SOLO CINGUE CINGHIEEEE! EPITAFFI PER TUTTIIH, VERDE-GRIGIO-BIANCO-GLITTERATO-A POIS DI TUTTE LE MARCHE! E TI TUTTE LE CALABRIEEEEE! PER PRENOTAZIONI CHIAMARE IL AJPF9ASUI DALLE VENTORDICI ALLE VENTORDICIPIU'CINQUE! »
 
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view post Posted on 1/6/2013, 18:51
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Entrò rapida e silenziosa come un ragno, era fondamentale non farsi scoprire. C'era un piano, lo sapeva, era per quello che era stata costretta a partecipare. Ma questo non voleva dire che sarebbe stata docile e obbediente.

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I suoi occhi si tinsero di rosso, demoniaci come lei era in quel momento, avvinghiata al soffitto della sala, inosservata.
Il delirio sottostante era del tutto insignificante. Solo la valchirica Camille catturò per un momento piacevolmente la sua attenzione: ah, uno spettacolo sublime! Ma prima doveva sistemare la questione con quell'impertinente che già ai primi Awards aveva avuto la faccia tosta di far fallire tutti i suoi incantesimi da Sailor.


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All'opera. Il buon senso le avrebbe detto di aspettare anche l'altra sua vittima preferita, non fosse che il suo buon senso se l'era mangiato proprio la sua vittima, il che poneva effettivamente un problema sul chi fosse la vittima, ma era un dettaglio che alla vittima non sarebbe importato, se avesse saputo di essere la vittima, poiché la vittima sarebbe stata vittimizzata in ogni caso.

Amor ch'a nullo amato amar perdona!
Dov'era la sua Darling?

In mancanza di meglio, avrebbe riversato il suo amore sulla cara Caroline, che pareva bisognosa di una botta in testa.

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Calò dall'alto dispiegando le sue nere possenti ali e con ghigno malefico prese il foglio tra le mani di Caroline, ci fece un cappello da asino della classe e glielo mise in testa.


Soddisfatta, prese a ringhiare sommessamente sulla sua spalla, in attesa di ordini.
 
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view post Posted on 1/6/2013, 20:46
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A_STARA_STARA_STARA_STARA_STARA_STAR

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Bene bene, la sala stava cominciando a riempirsi…e lei doveva prepararsi o il suo piano sarebbe andato in fumo ancora prima di essere concepito nella sua interezza. Di certo, non stavano cominciando per niente bene, no no… solo una delle vittime era arrivata per fortuna, a quanto sembrava, totalmente ignara della sorte che l’avrebbe attesa di lì a poco e tutta presa a rimirare un tizio dai capelli rossi. Sollevò un sopracciglio, notando che, incredibilmente, per la prima volta da quando partecipavano entrambe a quella festa, si era presentata sobria… ma le bastò leggerle nel pensiero per capire il motivo di tale decisione: come avrebbe potuto facilmente intuire da sola, non era certo stata una sua scelta arrivare sobria. Ghignò: quel giorno tutto sarebbe stato contro di lei… ma per il momento poteva lasciarla ad intrallazzare, non le serviva ancora… sarebbe calata su di lei come un falco non appena sarebbe stato il momento… e forse sarebbe anche riuscita ad evitarle di far danni coi minorenni pseudo-fidanzati. Continuò ad osservare la sala: dell’altra sua vittima non c’era ancora taccia. Sbuffò: e dire che era sempre stata una persona puntuale! Questa se la sarebbe segnata e gliel’avrebbe mandata per mp… l’ennesima ciga… ma tanto in quei giorni ci si era abituata per cui non avrebbe detto niente, conoscendola.
In compenso, un paio di ali nere attirarono la sua attenzione: ecco la sua collega in arrivo. Mentre la osservava compiere il suo volo solitario non poté fare a meno di ghignare al pensiero del piano che avevano organizzato… che poi non fosse ancora ben definito era un dettaglio, l’importante era sapere qual era l’obiettivo e quello entrambe l’avevano ben presente. Lentamente, la donna-pipistrello (non le avrebbe MAI dato della corva, sarebbe stato un insulto per l’onoratissima casata della compianta Priscilla) atterrò planando sulla sua spalla prendendole dalle mani la ricetta degli gnocchi alla papera che avrebbe dovuto preparare in occasione della festa del 15 agosto al suo paese e facendone un cappello da asino, che mise sulla sua testa. Sbuffò: la festa era appena cominciata e quella già delirava, dove sarebbero andati a finire di questo passo? Non c’erano più i complici di una volta. Sarebbe stato meglio trovarle qualcosa da fare. Le sue ali le fecero venire un’idea:

-Tieni d’occhio la situazione, al momento opportuno partiremo-. Che in codice significava assicurarsi che l’altra vittima non si allontanasse troppo dal loro raggio d’azione… non aveva alcuna intenzione di scendere troppo in basso per recuperarla… Lei nel frattempo avrebbe atteso. Non aveva fretta, se voleva che il suo piano riuscisse doveva fare le cose per bene e con calma.
 
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51 replies since 31/5/2013, 16:07   2295 views
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