~Lagoon, privaterrima

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view post Posted on 3/6/2013, 23:01
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Due occhi viola, stretti tra folte ciglia nere, osservavano attenti la propria immagine nel riflesso di uno specchio sudicio. Tutt'intorno l'aria tetra di un vecchio bagno in pietra scura, una stretta e alta finestra lasciava trapelare fili di luce tra una macchia di sporco ed una di polvere. E tranne il ticchettio di un rubinetto gocciolante non c'era nulla. Era vuoto, e perfetto per capire, per comprendere. Gli occhi attenti della fanciulla scendevano poi alle proprie gote, scivolavano lungo il profilo del naso e si perdevano ad osservare la linea delle labbra appena dischiuse.
- Chi...- *c'è?*

A chi veniva rivolta quella domanda, dischiusa tra verbo e pensiero? Gli occhi della fanciulla continuarono a scrutare attentamente ogni centimetro di pelle, alla ricerca quasi ossessiva di una ruga, di un lineamento che le fosse estraneo e che le urlasse a gran voce "Non sei tu". Eppure non era un sogno, la sua mente era lucida e il suo corpo le rispondeva in ogni sua parte.
*E allora perchè..perchè l'hai...fatto?*
A quel pensiero la mente corse rapida a pochi minuti prima, riavvolgendo il nastro del tempo e lasciandole osservare nuovamente la scena vissuta, solo da un punto di vista diverso. Come se fosse sospesa a mezz'aria e osservasse tutto da esterna, da pubblico e non da attrice protagonista quale era stata.
Un Oscar alla carriera, con tanto di tappeto rosso verso il baratro della vergogna dove si sarebbe presto lanciata.

Eppure era stata una mattinata come tante altre. Solita colazione, soliti visi addormentati, soliti passi svogliati verso l'aula. Quel giorno la prima lezione in programma era Difesa, in cui la classe ne avrebbe approfittato per conoscere la nuova professoressa che era succeduta alla Dalton. Un buon inizio e una buona impressione, da ambo i lati, era ciò che ci voleva si disse. E invece Mya con innata grazia era riuscita a sbriciolare quell'idilliaca visione.
Lei, solitamente silenziosa e precisa come in ogni lezione, aveva avuto l'ardire di ...di...
*Arghhhhh! Non l'hai fatto davvero. Non ..* - l'hai fatto diamine! L'hai fatto! L'hai fatto! - Le mani si spiaccicarono sulle guance, lasciandole leggermente intorpidite dallo schiaffo, mentre la testa si agitava a destra e sinistra, quasi questo potesse far uscire dalla mente quella serie di immagini raccapriccianti.

La lavagna con sopra la rappresentazione di un mannaro apparve vivida davanti ai suoi occhi, poi le varie annotazioni per gli appunti che lei diligentemente stava copiando sulla sua pergamena.

La ragazza nel ricordo stava ridendo, sotto i baffi, ma rideva.
Eccolo un elemento strano, anomalo, impossibile. Per cosa rideva? *Dannazione cosa stavo scrivendo e perchè ...? Perchè ho detto quella cosa??*
Ed ecco comparire nel ricordo anche l'esile e slanciata figura della neo-prof in tutta la sua bellezza, descrivere le caratteristiche della "bestia" presa ad esame. E poi lei, terzo banco, fila esterna, la mano alzata.
E quella battuta. Riuscire a fare un paragone tra la donna ed un licantropo, portando ad esempio la peluria insita della razza. Ma da dove diamine le era partito un simile sentimento di ribellione, o di auto-lesionismo?
*noooooooo* Il solo ricordare la sua voce che pronunciava quelle parole insane le fece salire un conato. Mya aprì il rubinetto e ci fiondò sotto la testa, cercando di riprendere possesso dei suoi pensieri. Ma più ci pensava, meno capiva come poteva aver agito tanto stupidamente. Tanto più che nemmeno la pensava una simile barbaria.
L'acqua gelida sembrava volerle tagliare in due la testa, tanto da costringerla a risollevarla velocemente. Troppo velocemente. La testa dura della tassorosso, calcolando erroneamente lo spazio, cozzò dolorosamente contro il rubinetto che spuntava dal muro facendolo cigolare sinistramente.
E mentre la ragazza, con le mani pressate sulla cute - quasi cercando di arginare il dolore, il sangue e parte della sua materia grigia - si agitava in un angolino del vecchio bagno in disuso, il vecchio ferro iniziava a cedere dal suo sostegno nel muro lasciando che l'acqua sgorgasse a mo' di fonte alpina.
*La mia carriera scolastica...è finita*
 
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